Un digiuno per la pace (proposta da Beati e Pax Christi)



Un digiuno per la pace


Con termini e toni identici i tristi protagonisti della guerra hanno
dichiarato che saranno "determinati e pazienti" nel portare avanti la
distruzione dell'altro, il male personificato.

Siamo "all'indurimento del cuore" non solo di Bush e di Ben Laden, ma di
popoli interi.

I governi all'unanimità hanno accettato la guerra come unica risoluzione
possibile del conflitto, senza tener conto del retroterra e della
complessità di quanto sta avvenendo. Così in ogni parte del mondo stanno
aumentando l'insicurezza e la paura nei confronti di un terrorismo
imprevedibile, potente e altamente tecnologicizzato.

Gli unici risultati della guerra, vietata all'informazione, sono tantissime
vittime innocenti (quale giustizia per le vittime statunitensi?), la
previsione di un vero olocausto e la distruzione dell'Afghanistan. Stiamo
accumulando rancore e odio per generazioni. Tutti affermano che non c'è
scontro fra cristianesimo e islam, di fatto quasi tutti evocano la
religione dell'altro per giustificare lo scontro.

Chi si appella all'Onu e alla legalità internazionale per prospettare
un'alternativa realisticamente più equa ed efficace viene tacciato di
buonismoe di altruismo irrazionale.

Siamo in difficoltà, sia nel comunicare con la società, che nel proporre
iniziative pubbliche. Riconciliazionee perdonosono parole e proposte
desuete anche per personalità della Chiesa che fanno opinione pubblica.
Perfino il Papa è stato isolato. E pensare che proprio per la Giornata
Mondiale della Pace del 1° gennaio 2001 è stato scelto il tema: Senza
perdono non c'è pace!

Per questo abbiamo bisogno di andare nel profondo della nostra umanità.

Per questo proponiamoun digiuno a rotazione per tutti i giorni della guerra.

Scegliamo il digiuno per:

- Motivare la nostra persona ad essere determinatae pazienteper la pace fin
nello spirito;

- Rimanere svegli e non rassegnarci alla "normalità" della situazione;

- Approfondire la nonviolenza, rivolgendoci sempre con fiducia e speranza a
tutta la società, sapendo che siamo della stessa umanità delle vittime e
dei terroristi, degli schiavisti e degli impoveriti;

- Condividere con il digiuno la situazione di bisogno di chi manca del
necessario;

- Rivolgerci agli altri con l'atteggiamento di chi ha bisogno di aiuto
nella sua piccolezza e fragilità;

- Trovare il tempo e lo spazio per comunicare quello che viviamo.



Operativamente:

chiediamo alle persone di notificare la propria disponibilità a digiunare
in modo da poter coprire materialmente tutte le giornate. Facciamo un
invito pressante perché durante il tempo del pranzo e della cena ciascuno
cerchi di scrivere i suoi sentimenti e un suo messaggio di impegno per la
pace. Si potrebbe pensare di scrivere una lettera al proprio vescovo
chiedendo che prenda posizione in maniera più decisa e netta per la fine
delle violenze, oppure chiedere ai propri rappresentanti al Comune di
adottare una delibera di presa di distanza dalla guerra, oppure predisporre
un volantino da distribuire in piazza o davanti alle chiese o nelle
scuole... Insomma sarebbe bello che dalla profondità del digiuno si alzasse
una voce - per quanto flebile - in favore di tutte le vittime.



Sui siti delle nostre organizzazioni:

http://www.beati.org
http://www.paxchristi.it
(http://www.peacelink.it/users/paxchristi/)

abbiamo predisposto uno spazio nel quale ognuno singolarmente e a gruppi,
potrà annunciare la propria adesione al digiuno e comunicare il proprio
messaggio. Nello stesso tempo sarebbe utile per tutti far circolare le
riflessioni e gli impegni assunti, i materiali elaborati e le date del
digiuno in una lista di discussione appositamente creata e alla quale ci si
può iscrivere: digiunoperlapace at yahoogroups.com

Chi non dispone di Internet è invitato a spedire il tutto tramite fax
(049/8070699 o 080/3953450) o posta ordinaria (indirizzata a Pax Christi,
via Petronelli 6, 70052 Bisceglie BA oppure a Beati i Costruttori di Pace,
via Antonio da Tempo 2, 35131 Padova).



Si tratta di un'azione di resistenza spirituale al terrorismo e alla guerra.