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PALESTINA: APPELLO DI MONS. SABBAH
- Subject: PALESTINA: APPELLO DI MONS. SABBAH
- From: "Angelo Melocchi" <melocchiangelo at libero.it>
- Date: Sat, 27 Oct 2001 10:46:47 +0200
Da, clicca: ADISTA N. 75 (29 ottobre 2001) "RESTITUITE LA TERRA OCCUPATA AI VERI PROPRIETARI". ACCORATO APPELLO DI MONS. SABBAH AL GOVERNO ISRAELIANO 31084. ROMA-ADISTA.Il precipitare della situazione in Terrasanta ha spinto i patriarchi cristiani di Gerusalemme e gli altri massimi rappresentanti delle varie Chiese a lanciare un nuovo appello contro ogni violenza e, soprattutto, contro quella che il patriarca latino di Gerusalemme, mons.Michel Sabbah,indica come la radice di tutte le violenze, e cioè l'occupazione militare israeliana dei Territori palestinesi. Questa netta presa di posizione trae origine dal crescente stato di tensione creatosi in Palestina negli ultimi giorni, e che ha raggiunto il suo apice il 17 ottobre, quando un commando del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp, che contesta la politica del presidente palestinese Yasser Arafat) ha assassinato a Gerusalemme Rehavam Zeevi, ministro del turismo dimissionariodel governo israeliano guidato da Ariel Sharon. Zeevi teorizzava la necessità ed il diritto di "deportare" i palestinesi dai Territori, per lasciar libero spazio agli ebrei. L'eli-minazione di Zeevi è stata l'annunciata "vendetta" che l'Fplp ha attuato per rispondere all'assassinio del proprio leader, Abu Ali Mostafa, ucciso il 27 agosto dagli israeliani con un missile che lo ha raggiunto nel suo studio. Dopo l'uccisione di Zeevi i carri armati israeliani sono di nuovo entrati nei Territori per "stroncare il terrorismo". Negli scontri - scoppiati in varie zone, e perfino sulla piazza della Natività a Betlemme - sono morti due ebrei e più di venti palestinesi, tra cui alcune donne incinte e ragazzi. I tre patriarchi di Gerusalemme (il greco-ortodosso Ireneo I, l'armeno Torkom Manugian ed il latino Sabbah), insieme ai capi delle altre Chiese, il 19 ottobre hanno lanciato un drammatico messaggio in cui, tra l'altro, affermano: "Mentre i leaders dell'Occidente sono preoccupati per la lotta contro il terrorismo, sembra che per il mondo non sia notizia il fatto che cittadini palestinesi (musulmani e cristiani) siano soggetti a simili atti di terrorismo". Mons. Sabbah il 20 ottobre ha diffuso l'appello che pubblichiamo qui sotto integralmente. Cui hanno fatto eco le parole di Giovanni Paolo II che, prima dell'Angelus di domenica 21 ottobre, ha detto: "E' con profonda tristezza che ricevo dolorose e preoccupanti notizie da Betlemme, come pure dalle città di Beit Jala e Beit Sahour [città palestinesi confinanti con Betlemme]. La guerra e la morte sono arrivate persino sulla piazza della Basilica della Natività di Nostro Signore. Nel nome di Dio ripeto ancora una volta: la violenza è per tutti solo un cammino di morte e di distruzione, che disonora la santità di Dio e la dignità dell'uomo. Esprimo alle famiglie vittime della violenza la mia vicinanza nel dolore, nella preghiera e nella speranza. Esse hanno il dono di vivere nella Terra Santa per gli Ebrei, per i Cristiani e per i Musulmani. Deve essere impegno di tutti renderla finalmente Terra di pace e di fraternità". Ai nostri carissimi Fratelli e Figli nel Signore! Il profeta Osea dice: "Il Signore fa un processo agli abitanti del Paese. Non c'è né sincerità né amore, né conoscenza di Dio in questo popolo, ma ovunque spergiuri, menzogne, omicidi e latrocini, adulteri, violenze e sangue che provoca sangue. Ecco perché il Paese è in lutto e chiunque vi abita deperisce" (Osea4, 1-3). Queste parole si applicano, purtroppo, almeno parzialmente, ai nostri giorni. E tutti noi portiamo la responsabilità di purificare il nostro tempo e di tornare alla rettitudine, alla giustizia e al bene. Fratelli e Sorelle: siamo vicini a voi. Con voi viviamo la tempesta che è scoppiata in questi giorni. Con l'aiuto di Dio, questa crisi passerà. Siamo con voi, in questi tempi difficili. Vi diciamo: armatevi con la pazienza e con la fede. Col Salmista affermiamo: "A torto mi perseguitano i potenti, ma il mio cuore teme le tue parole" (Salmo118, 161); e anche: "Vedi la mia miseria e salvami, perché non ho dimenticato la tua legge. Difendi la mia causa, riscattami, secondo la tua parola fammi vivere" (118, 153-154). Il nostro destino è di essere nati sotto l'occupazione e di essere costantemente esposti alla morte. Ogni persona umana ha il diritto e il dovere di fare tutto il possibile per ottenere la propria libertà. La Comunità internazionale deve finalmente sentire e capire che il palestinese è un essere umano, come tutti gli altri. Come ogni essere umano, ha il diritto di avere la propria dignità e di conquistare la libertà nella propria terra. Uccidere è male. Ogni violenza è male. Ogni guerra sfigura il volto di Dio, e perciò è un male. Omicida è pure colui che spinge all'omicidio. E colui che apre le porte della morte e ci fa entrare le persone. Nella nostra Terra Santa, l'elemento che apre le porte della morte è l'occupazione militare. Diciamo dunque: è davvero abbastanza quello che ha sofferto il popolo palestinese fino ad oggi. E' ora di porre fine alla sua tragedia. Al popolo israeliano diciamo: anche tu meriti la sicurezza e la pace. Ti auguriamo sicurezza e pace. In ognuna ed ognuna di voi,vediamo la dignità che viene da Dio e che è un dono per ognipersona umana, sia palestinese che ebrea. La chiave della morte o della pace si trova nelle vostre mani e in quelle del governo che avete eletto. E' il governo che può aprire o chiudere le porte della morte. E' il governo che può darvi la pace o privarvene. Coloro che oggi si combattono gli uni e gli altri e vengono buttati nell'abisso della morte hanno il diritto di vivere e di godersi la sicurezza. Perciò, dipende dal vostro governo di porre fine all'occupazione che pesa sui palestinesi da decine di anni a questa parte, privandoli della loro dignità e libertà. Le Nazioni Unite hanno formulato delle risoluzioni come base per la pace. Basterebbe applicarle. Con i nostri confratelli, i Patriarchi della Città Santa e tutti gli altri Capi di Chiese a Gerusalemme, diciamo: basta col sangue, basta con le lotte! Chiudete le porte della morte, dell'odio e del terrore. Smettetela con l'effusione del sangue che chiama un'altra effusione di sangue. Il sangue di tutte le vittime grida davanti a Dio e davanti ad ogni coscienza umana. Restituite la terra occupata ai veri proprietari, permettendo così ai cuori di ritrovare la serenità, ad ogni essere umano di ritrovare la propria umanità e, al palestinese come all'israeliano, di ritrovare nell'uguaglianza la propria dignità data da Dio! Mons. Michel Sabbah Patriarca Latino di Gerusalemme 20 ottobre 2001 torna al sommario
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