appello degli operai della brollo marcegaglia di milano per la manifestazione dei metalmeccanici del 16 novembre



compagni,
crediamo che la manifestazione dei metalmeccanici sia un appuntamento
importantissimo in cui è necessario portare una posizione coerentemente di
classe, contro la guerra dei padroni!
invitiamo pertanto tutti i compagni che vogliono dare battaglia alle
posizioni guerrafondaie e filopadronali del sindacato, che hanno a cuore lo
sviluppo del movimento dei lavoratori come reale alternativa a questo
sistema di sfruttamento e di guerra a sottoscrivere questo appello
riempendolo di adesioni di realtà di lavoratori che lottano e a partecipare
con noi alla manifestazione del sedici!
è importantissimo in questa fase in cui il conflitto è così alto e l'attacco
al proletariato è così forte perseguire senza riserve l'unità dei lavoratori
contro il capitalismo!!!!
in attesa di una vostra risposta vi inviamo i nostri saluti!
in lotta
Comitato di Fabbrica Brollo Marcegaglia di sesto san giovanni!

P.S. inviateci messaggi di adesione e/o di solidarietà da affiggere in
bacheca, li faremo girare in modo tale che nei vari posti di lavoro si
sappia che non si è soli e che unendoci noi lavoratori possiamo fare grandi
cose!


appello:


A Roma per dire no ai sacrifici di guerra!
Si torna a parlare di contratto, tornano in piazza i metalmeccanici. Questa
volta la manifestazione sarà nazionale, a Roma, e i vertici della FIOM hanno
dichiarato di essere intenzionati a mobilitare almeno 300.000 operai.
Ufficialmente saremo li per rivendicare l'applicazione della piattaforma
unitaria (£ 135000 lorde) di inizio anno, contro la firma separata di FIM e
UILM, e difendere il contratto collettivo di lavoro. Ma come si fa a parlare
solo del contratto in questa situazione di attacco generale alle condizioni
d vita e di lavoro dei lavoratori?
Già con la  manovra di aggiustamento varata dal parlamento in aria di
guerra, criticata dai padroni (Confindustria) perché troppo dolce, si taglia
ulteriormente la spesa sociale (sanità, trasporti, assistenza sociale, e chi
più ne ha più ne metta) si decide di non abbassare, a differenza di quanto
promesso dal governo, di un punto percentuale la pressione fiscale sui
redditi dei lavoratori e si prevedono altri prelievi dalle tasche degli
operai con la prossima finanziaria.
A questo si aggiunge il fatto che le aziende in tutto il mondo stanno
licenziando centinaia di migliaia di lavoratori, milioni probabilmente messi
in cassa integrazione o mobilità, per non parlare di quelli che stanno sotto
le bombe "umanitarie" dei "paesi civili".
In Italia la situazione rispecchia ciò che avviene dappertutto:  la Fiat,
per fare un esempio, ha gia deciso di lasciare a casa tutti i lavoratori con
contratto interinale in scadenza, di mettere la stragrande maggioranza dei
suoi operai in cassa integrazione a turno (già cominciata!), di accelerare i
processi di ristrutturazione in alcuni stabilimenti, primo fra tutti quello
dell' Alfa di Arese dove tutti gli operai faranno sei settimane di cassa
integrazione, dove sono stati gia licenziati gli operai della collegata
Rotamfer, e l'obiettivo della FIAT è quello di chiudere battenti; La Ocean,
famosa azienda di elettrodomestici, a Brescia licenzia 900 persone in tronco
e chiude lo stabilimento; La Marcegaglia, azienda che tuttora è in forte
espansione nel settore della trasformazione del ferro (ogni anno raddoppia
almeno i suoi profitti), a causa della forte caduta dei prezzi sui mercati
inaugura nei suoi stabilimenti il regime di guerra: "o aumentiamo
vertiginosamente la produzione, a parità di salario ovviamente, o cominciamo
a mandare a casa qualcuno, e , laddove sia necessario, chiudiamo i
battenti!"
Destra, sinistra, padroni e sindacati di regime fanno un coro unanime: più
produzione, più flessibilità, più precarietà, più sacrifici per
"salvaguardare il futuro dell'Italia e del mondo civile"!
In sintesi più sfruttamento e più miseria per i lavoratori.
E allora questo sciopero? Anche in una situazione di profonda crisi c'è
comunque spazio per regolare le faide interne,e l'intenzione della FIOM e di
utilizzare i metalmeccanici come massa di manovra in chiave
antiberlusconiana, a favore di una sinistra che di fare gli interessi dei
lavoratori ormai non ci pensa nemmeno più vagamente, ma che ha il problema
di giocare un ruolo determinante nella spartizione del bottino di guerra.
 E allora noi dobbiamo andare a Roma per dire anche questa volta la nostra:
prima di tutto che la società del profitto è in crisi ormai da diversi anni;
che lo scontro di interessi fra i grandi gruppi capitalistici è arrivato
allo stremo; che i mercati, delle merci e delle finanze, sono saturi e non
sono più capaci di garantire sviluppo economico ma solo la recessione; che
questa guerra è il tentativo delle grandi potenze economiche di sopperire
alla crisi, espropriando ulteriori ricchezze di altri paesi, rifocillando
l'industria delle armi, distruggendo merci e mercati per dare respiro
all'economia.
Non vogliamo essere i pacifisti di bassa lega, non pensiamo di condannare le
guerre fatte per liberare i popoli dalla oppressione e dalla fame, ma ci
sembra che in Afganistan nessuno ha intenzione di costruire una "nuova
democrazia" visto che chi sta combattendo la guerra contro i "terroristi ex
amici" talebani ha gia deciso che dopo a governare ci sarà un RE, talebani
amici, e l'Alleanza del Nord, anche essi talebani integralisti islamici ma
amici dei potenti della terra.
Lo sciopero noi lo faremo, e andremo alla manifestazione non per fare i
pupazzi in mano ai soliti burattinai ma per gridare ai padroni:
No ai sacrifici di guerra!
No alla finanziaria antioperaia!
No ai licenziamenti!
Questa crisi è solo dei padroni e se la devono pagare loro!
Solidarietà agli operai dell'Alfa di Arese, dell'Ocean di Brescia, e a tutti
i lavoratori colpiti dalla crisi padronale!
Solidarietà ai popoli colpiti dalle bombe dei padroni!
Rilanciamo la lotta dei lavoratori contro lo sfruttamento e la barbarie
capitalista!
Proponiamo di organizzare uno spezzone del corteo col quale rendere visibili
queste parole d'ordine.
Proponiamo uno striscione grande con scritto:
contro la crisi dei padroni
unità e lotta dei lavoratori e degli oppressi di tutto il mondo
Come appuntamento indicativo possiamo prevedere di incontrarci mezz'ora
prima dell'inizio del corteo davanti al museo delle cere di piazza Esedra.

Comitato di fabbrica Brollo Marcegaglia Sesto San Giovanni
Operai e delegati:
OMINITEL (milano), OM IVECO FIAT (brescia) Nuova Tre Esse (torino)

Per contattarci e organizzarci insieme: tel 3494906191 - 0226263995 -
0623231581 - e.mail op.in.lotta at libero.it