(Fwd) [uma-list] INIZIATIVA INTERNAZIONALE



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Partito Umanista - Comunicato
Roma, 17 ottobre 2001

INIZIATIVE IN TUTTO IL MONDO
DELL'INTERNAZIONALE UMANISTA
CONTRO LA GUERRA


In tutto il mondo i partiti politici aderenti all'Internazionale
Umanista hanno proclamato per il 19 ottobre 2001 una giornata di
mobilitazione mondiale contro la guerra e di diffusione e
sottoscrizione di una dichiarazione "Per un mondo senza guerre e senza
violenza. Per la costruzione della Nazione Umana Universale".


Lo stesso giorno, alle 15:30, rappresentanti del Partito Umanista e di
altri fronti d'azione umanista, consegneranno alla sede dell'ONU in
Roma le firme raccolte su un appello che è molto simile alla
dichiarazione.




Carlo Olivieri
Segreteria stampa nazionale



(segue testo della Dichiarazione)



















Dichiarazione
Per un mondo senza guerre e senza violenza
Per la costruzione della Nazione Umana Universale

- Di fronte all'orrore del massacro terroristico del11 settembre 2001
che ha ucciso e straziato migliaia di persone innocenti e ferito la
coscienza dell'umanità intera;

- Di fronte alla follia della guerra dichiarata dal governo Bush e
sostenuta dai governi appartenenti alla NATO, che sotto la
giustificazione della "giustizia infinita", andrà ad innescare,
invece, una spirale di "violenza infinita" in cui, non solo "il
terrorismo" non sarà sconfitto ma anzi troverà ulteriore motivazione
nel suo rafforzamento e diffusione e in cui l'unico risultato certo
sarà lo strazio, la sofferenza, la morte d'altre migliaia d'innocenti
o lo sconvolgimento definitivo delle loro vite e delle loro terre;

- Di fronte alla pressione psicologica, esercitata anche con l'uso
violento delle immagini e dell'informazione pilotata, con cui cercano
di far schierare e di far scegliere tra false opzioni: "civiltà
dell'occidente contro la barbarie islamica"; "guerra di giustizia
contro guerra terroristica"; "violenza necessaria contro violenza
sanguinaria";

- Di fronte all'indignazione senza speranza, alla perdita di valori e
all'annullamento di riferimenti etici, morali, che sta spingendo
milioni di persone ad invocare l'utilizzo di quella stessa violenza
che è stata l'origine di tanto dolore e sofferenza;

- Di fronte alla rabbia accecante che offusca la mente e fa
individuare il nemico "in tutti coloro che sono diversi da me" ed
addossare colpe e responsabilità ad interi popoli o religioni, quando,
invece, andrebbero circoscritte e identificate con maggiore lucidità,
cercando di "vedere" le reali connessioni e i veri "mandanti" (forse
molto più vicini ed "occidentali" di quanto si crede).

- Nel costatare che nell'attuale, rapido processo di globalizzazione,
ciò che succede in un luogo si ripercuote immediatamente da altre
parti e che non esisteranno "luoghi di pace" senza una risposta ai
bisogni d'ogni essere umano, in ogni angolo del pianeta.

- Nel costatare che il nostro pianeta non è in grado di supportare una
terza guerra mondiale (in nessuna delle sue varianti: "nucleare",
"chimica", "batteriologica", o semplicemente "infinita") per la
limitatezza delle sue risorse, per la delicatezza dei suoi equilibri
ambientali, per il processo evolutivo della vita stessa.

- Con la profonda consapevolezza che, nella storia dell'umanità, le
guerre non hanno mai né risolto i problemi e né rimosso le cause che
n'erano all'origine; che sono sempre state la massima fonte di dolore
e di sofferenza per il popolo e che gli unici "vincitori" sono sempre
stati gli interessi economici e finanziari legati al commercio d'armi
e di tecnologie di morte.

- Di fronte alla rinuncia da parte dei potenti della terra, nel dare
risposte e soluzione ai problemi dell'umanità (povertà, fame,
epidemie, distruzione ambientale, flussi migratori, conflitti
etno-religiosi)

- Con la piena certezza che, l'intenzionalità di milioni d'esseri
umani, può fermare la follia di pochi potenti e ridare speranza e
risposte a tali problemi.

Noi,
Uomini e Donne
testimoni storici di questo controverso e drammatico inizio XXI secolo
dichiariamo e ci impegniamo a sostenere:

1. La dignità ed unicità d'ogni vita, propria ed altrui e pertanto il
valore assoluto d'ogni essere umano, al di sopra del quale nulla può
essere posto e giustificato.

2. Il rifiuto della violenza nelle sue diverse forme (fisica,
psicologica, economica, ecc.) ed espressioni (terrorismo, guerra,
discriminazione, razzismo) per qualsiasi causa invocata (religiosa,
economica, vendetta).

3. L'affermazione della non-violenza come forza morale orientatrice,
mediante la quale un uomo, un gruppo o un popolo mostrano ai
contemporanei e alle generazioni future, la propria forza morale e
l'elevatezza della propria coscienza, unica strada percorribile nella
costruzione della nascente "nazione umana universale" .

4. Il riconoscimento della diversità come il massimo contributo e
ricchezza che le persone singole od organizzate in comunità, popoli,
nazioni possono portare a tale costruzione attraverso il lavoro
solidale, la creatività, l'interscambio, la reciprocità.

5. Il riconoscimento del diritto ad ogni bambino, giovane, anziano,
uomo e donna, non importa il colore della sua pelle, la sua religione
o la sua nazionalità, a costruire la sua vita senza il timore di una
morte che altri decideranno per lui.

6. Il riconoscimento del diritto, nonché responsabilità e necessità
morale di decidere se si vuole continuare a vivere e in quali
condizioni si vuole farlo, nel tentativo di trasformare il mondo nella
dimora di una nuova umanità e non in una minaccia di morte permanente
che altri organizzano in nostra vece.

7. La nostra irrinunciabile intenzione di fermare questa guerra, per
realizzare un "mondo senza guerre", per impegnare i governi a
trasformare gli investimenti nelle tecnologie di morte nella
risoluzione dei problemi che affliggono lo 80% della popolazione del
pianeta.

8. Il nostro fermo impegno personale e d'insieme per creare ambiti di
partecipazione e comunicazione, non solo per fermare le guerre ma per
far "esplodere" la pace in ogni angolo del pianeta e far emergere
tutte le più articolate forme di "voglia di vivere".

9. Il nostro fermo invito a tutti ad unirsi a noi e partecipare a
questa costruzione, a rompere i muri del complice silenzio o della
frustrante solitaria indignazione, a riannodare i fili della
comunicazione e solidarietà, a scoprire che preparare la strada della
nuova umanità è molto più facile di quanto i "signori della morte"
vogliono farci credere.

10.  La  più ampia diffusione, a partire da subito, ovunque, con
qualsiasi mezzo e verso chiunque s'incontri, di questo messaggio: "sì,
si può, fermare la guerra, interrompere la spirale di violenza,
costruire ponti per una nuova umanità, di una Nazione Umana
Universale!"


Internazionale Umanista





21 settembre 2001



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