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SILENZIO SULLA MORTE DI ANTONIO RUSSO
- Subject: SILENZIO SULLA MORTE DI ANTONIO RUSSO
- From: "Nello Margiotta" <animarg at tin.it>
- Date: Wed, 17 Oct 2001 21:42:54 +0200
Poche le manifestazioni in ricordo del giornalista "di frontiera" barbaramente ucciso in Georgia il 16 ottobre 2000 e poi abbandonato sul ciglio della strada (News ITALIA PRESS) Ricorre oggi il primo triste anniversario dalla morte di Antonio Russo, il giornalista abruzzese assassinato esattamente un anno fa a Tblisi, in Georgia. Seviziato, torturato e infine barbaramente ucciso, il cadavere di Russo fu abbandonato sul ciglio di una stradina di periferia: un 'esecuzione in piena regola per indurre al silenzio chi, come lui, ficcava il naso in situazioni che dovevano essere taciute. Russo era stato inviato da Radio Radicale come reporter di guerra in Cecenia e stava svolgendo un'indagine sulle atrocità che i militari russi compivano sui civili. Aveva già raccolto abbondante materiale e aveva inviato corrispondenze che testimoniavano le gravi violazioni del diritto internazionale perpetrate dall'esercito russo sui civili. Ma aveva visto anche ciò che non doveva rimanere segreto: pochi giorni prima della scomparsa il giornalista abruzzese aveva infatti raccontato di aver visto corpi di civili ceceni dilaniati da armi sicuramente "non convenzionali", e in quanto tali vietate dal trattato di Helsinki. Aveva inoltre visto cadaveri di animali e di uomini buttati volontariamente nei fiumi per inquinare l'acqua. Secondo il quotidiano inglese The Observer erano poi stati gli stessi militari russi o i loro agenti segreti a sequestrarlo e ucciderlo, distruggendo anche il materiale compromettente. Russo era pericolosamente uscito "allo scoperto" il 26 settembre del 2000, quando dal palco improvvisato della "Conferenza sui danni prodotti dalla guerra nel Caucaso", aveva denunciato di aver notato tra i cadaveri un corpo senza testa: "si vede solo il collo" aveva detto mostrando le foto "aperto come un fungo, non si potrebbe mai immaginare che lì c'era una testa. Questo effetto può essere stato causato solo da un tipo di pallottola speciale fatta in alluminio, il cui effetto è devastante: si può far esplodere un corpo o una parte di esso e ritrovare i pezzi per tutta la stanza. Queste pallottole sono state usate in Serbia, Jugoslavia e Cecenia". Nel mostrare foto e documenti Russo chiedeva e pregava che gli fossero fornite altre prove, altre informazioni per poterle portare a Bruxelles al Parlamento Europeo, per denunciare al mondo intero la guerra fra le montagne del Caucaso. A questo seguì solo un breve collegamento audio con Radio radicale il 10 ottobre, durante il quale ribadiva i massacri, il terreno contaminato dagli agenti chimici, l'emergenza sanitaria e, soprattutto, la presenza di un numero imprecisato di mine antiuomo. Poi il silenzio, fino all'annuncio da parte della Farnesina del ritrovamento del cadavere. Oggi, ad un anno di distanza, poche voci pubbliche in ricordo di questa figura e del suo coraggio. Tra i pochi non poteva però mancare la voce del Partito Radicale Transnazionale, che ha reso omaggio alla figura di Russo con una manifestazione davanti all'Ambasciata Russa a Roma, sottolineando peraltro che stanno ancora aspettando che la Procura di Roma faccia giustizia sul caso. Nello change the world before the world changes you www.peacelink.it/tematiche/latina/latina.htm
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