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Prosegue Fiera Utopie Concrete
- Subject: Prosegue Fiera Utopie Concrete
- From: "Fiera Utopie Concrete" <utoprac at krenet.it>
- Date: Sat, 13 Oct 2001 19:37:46 +0200
Spett.le associazione, vi invio il comunicato stampa giornaliero della Fiera delle Utopie Concrete, "Occhio - Vista - Visione", che é iniziata a Città di Castello l'11 e proseguirà fino al 14 ottobre. Cordiali saluti Maria Odoni addetta stampa Per ulteriori informazioni: Agenzia Utopie Concrete Via Marconi 8 I - 06012 Città di Castello (Pg) Tel./Fax: x39/075/8554321 http://www.krenet.it/A/utoprac COMUNICATO STAMPA Regione dell'Umbria - Provincia di Perugia - Comune di Città di Castello - Camera di Commercio di Perugia - Comunità Montana Altotevere Umbro Con il patrocinio del Ministero dell'Ambiente, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dell'ANPA e dell'Ordine degli Architetti della Provincia di Perugia FIERA DELLE UTOPIE CONCRETE Città di Castello (Pg) - 11/14 ottobre 2001 "Quali sensi per la conversione ecologica e la convivenza" "Occhio - Vista - Visione" Si è svolta questa mattina presso la Sala del Circolo degli Illuminati, a Palazzo Bufalini, la conferenza "Costruire ponti, mantenere radici "traditori della compattezza etnica" ma non "transfughi", coordinata da Rosario Salvato, vicesindaco di Città di Castello, alla presenza di Karl-Ludwig Schibel, coordinatore delle Fiera delle Utopie Concrete, del palestinese Sami Adwan, destinatario del Premio Alexander Langer 2001 insieme all'israeliano Dan Bar-On, di Victor Magiar, del gruppo Martin Buber-Ebrei per la pace e di Aydeh Adwan. La conferenza ha portato alla ribalta uno dei problemi più attuali: il conflitto tra Palestinesi e Israeliani. I premiati hanno infatti fondato insieme, da poco più di un anno a Beit Jala (territori autonomi palestinesi), il "Peace Research Institute in the Middle East" (PRIME), un'organizzazione non governativa israelo-palestinese, che lavora per la coesistenza e per la costruzione della pace nel Medio Oriente. I progetti di PRIME cercano di "costruire" la pace tramite un lavoro comune sulla percezione dell'altro, con gruppi di insegnanti, adolescenti e volontari, israeliani e palestinesi. Il dibattito è stato introdotto e coordinato da Rosario Salvato che ha sottolineato l'importanza della presenza di "ospiti di così alto livello, che ci aiutano a comprendere un momento così difficile". Nel suo intervento ha detto: "Credo che il problema dell'incontro tra culture possa risolversi nell'ottica del rispetto del singolo e della sua alterità" . "Per gli Israeliani e i Palestinesi sta diventando abbastanza chiaro che con il processo di pace l'identità può essere mantenuta" ha detto Sami Adwan. "Come Palestinesi siamo stati soggetti a forme di soppressione, la nostra identità è stata schiacciata, resa invisibile in tutti questi anni, ma noi l'abbiamo mantenuta". Sami ha poi parlato del difficile periodo storico che ci fu dal '73 al '93 con l'occupazione di Israele, della speranza dopo il '93 con l'accordo di pace, quando ai Palestinesi fu riconosciuto il loro "diritto di esistere". Da questo momento nacquero organizzazioni non governative congiunte (israelo-palestinesi), il cui obiettivo principale era quello di contribuire al riconoscimento reciproco. "Quello che si è costruito dal '93 al '99 si è andato perdendo, perché ora l'inimicizia sta crescendo sempre di più" ha spiegato Adwan "Come Palestinesi non sappiamo questo a cosa ci porterà, soprattutto alla luce di quello che è accaduto in America. Il ponte che abbiamo creato insieme col riconoscimento mutuo e reciproco viene distrutto giorno dopo giorno". E ha ricordato: "Lavorare nei progetti di pace senza risolvere i problemi politici è difficile. La voce della guerra e della sofferenza hanno più influenza rispetto al dialogo". Nel suo intervento Victor Magiar ha parlato del conflitto israelo-palestinese come parte di un conflitto più grande e della necessità della convivenza: "La convivenza è possibile, non è un'utopia" ha detto. "Il segreto per costruire la convivenza è sapere che davanti a noi non c'è uno di un altro gruppo, ma c'è una persona. Tutti noi siamo delle persone, siamo fratelli e siamo uguali" ha spiegato "Per fare la pace sul serio ognuno deve riconoscere i propri errori, sia politici che culturali, altrimenti non si può capire l'altro". A volte anche con grande rischio personale Sami Adwan e Dan Bar-On rompono la "compattezza etnica", ma senza diventare "traditori" del proprio gruppo. "Penso che ci siano delle occasioni in cui tu devi essere convinto che quello che stai facendo fa bene alla tua società, anche se questa società non capisce quello che stai facendo" sono le parole di Bar-On. "Puoi solo sperare che in un futuro vi sia un cambiamento di spirito". Fiera delle Utopie Concrete, 06012 Città di Castello (Pg). Tel/fax 0758554321. La Fiera su Internet: http://www.utopieconcrete.it / E -mail: segreteria @utopieconcrete.it
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