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A proposito di "Lettera aperta ai pacifisti, di Rutelli, Fassino, Amato, D'Alema, Dini"
- Subject: A proposito di "Lettera aperta ai pacifisti, di Rutelli, Fassino, Amato, D'Alema, Dini"
- From: Paola Lucchesi <paola.lucchesi at mail.inet.it>
- Date: Sat, 13 Oct 2001 19:34:35 +0200
Di solito come volontariato giornalistico preferisco passar notizie ed evitare i commenti, ce ne sono gia' molti in giro. Vorrei pero' pescare, nella lunga "Lettera aperta ai pacifisti, di Rutelli, Fassino, Amato, D'Alema, Dini" quel paio di righe che danno un indizio - per quel che pare a me personalmente di capire del modo dell'Ulivo di giocarsi le guerre - di dove effettivamente vanno a parare. >------------------------------------------------------------- > > @NEWS@ >Le Notizie ed i Comunicati Stampa de "I Democratici" >www.democraticiperlulivo.it >°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° (....) >La seconda considerazione investe più direttamente la politica e >le sue responsabilità. >Come si è detto da più parti gli eventi delle ultime settimane hanno >cambiato il corso della storia. (attenzione qui!!!!) -------------------------------------------------------------------------------- ----------------------- >Questo può restituire alla politica una funzione centrale nella gestione di >questa crisi e delle prospettive della globalizzazione. -------------------------------------------------------------------------------- ----------------------- (piu' oltre ancora) >Possiamo leggere tutto questo come il modo concreto in cui la politica si >riappropria delle sue prerogative assolvendo a una funzione storica di >regolazione dei conflitti e di governo degli equilibri globali. (e ancora) >La sfida è esserne protagonisti, condurre un'azione concreta perché >prevalgano le ragioni della pace e della politica su scala europea e >internazionale. Normalmente non sarebbe corretto estrapolare frasi da un testo, ma in questo caso sono convinta che nel mare di belle parole e ragionamenti della famosa "lettera aperta", freudianamente la realta' emerga in questi riferimenti alla "politica" che si "riappropria" di qualcosa. Cos'e' "la politica" e cos'e' questo qualcosa? Non e' la politica, sono "i politici". C'e' una classe di (aspiranti) dirigenti che vuole un posto a tavola. Ahime', ahime', gia' due anni fa, mentre col pretesto di salvare i kosovari si bombardavano civili in Jugoslavia, feci un giro di telefonate ad ex colleghi e redattori in ambiti romani. Chiedevo: "ma davvero questi (i nostri governanti, allora, appunto, questi signori che oggi si nascandono dietro "la politica") non hanno capito qual e' la vera partita che si gioca qui?". Oh, lo sanno, lo sanno, mi risposero tutti. Ma in questo momento la preoccupazione della sinistra italiana al governo - questa era la sintesi di cio' che raccoglievo - e' preoccupata di cogliere l'opportunita' di partecipare alla festa. Un'occasione d'oro di dimostrarsi alleati fedeli e utili. Non c'entravano in realta' ne le ragioni dei serbi ne' quelle dei kosovari, erano solo un pretesto. La cosa importante, ieri come oggi, era appunto guadagnarsi un posto a tavola. Contare, pesare, quindi dimostrare di essere "cresciuti", in grado di capire e condividere le alte ragioni dei signori del mondo ---> per entrare a far parte del loro Olimpo. Guardiamo un po' qui: >il nostro ruolo - quello di una >coalizione che si è assunta in un passato recente la responsabilità di >guidare il paese e che punta a farlo nuovamente in futuro - è un ruolo >diverso, ma punta risolutamente al traguardo di una pace vera e stabile. > >E si misura con l'obbligo, in momenti difficili e drammatici, di assumersi >la responsabilità di scelte che, per le ragioni indicate, non possono >escludere un uso regolato della forza. e ancora >Come chi ha oggi la responsabilità della guida dell'Ulivo e chi in questi >anni ha guidato il governo del paese, tanto ci sentivamo in dovere di dirvi >per la stima e il rispetto reciproco tra noi. Mi crea una tristezza abissale leggere cio' che chiaramente si legge fra queste righe: la perdita dell'anima. Chi ha abbastanza convinzione dei suoi ideali non ha bisogno di mendicare approvazione dai potenti del mondo, condividendone le scelte sballate. Oddio, e' pure vero che l'approvazione di Bush vale piu' di quella di noi poveretti... Quindi si bombarda, poi si viene alla Perugia-Assisi. Abbiamo una classe politica (sicuramente la parte rappresentata dai firmatari di questa lettera) debole, piu' che guerrafondaia. Debole d'animo. Vorrebbe spaccare il capello in quattro per dimostrare di poter esistere in questo modo - come brutta copia della parte di cui dovrebbe essere invece opposizione decisa - e viene ad Assisi sperando di convincere chi marcia, nonostante tutto cio', che "siamo dei vostri". Probabilmente sono pure sinceri, nel senso di credere che questa costruzione contorta di idee possa stare in piedi. Comunque, far cambiar corso ai ragazzi dell'Ulivo discutendo se era giusto o no bombardare l'Afghanistan e' tempo perso. Bombardare l'Afghanistan, come bombardare la Jugoslavia, non e' mai stato il nocciolo della questione. La posta in gioco era "dimostrare di essere validi alleati". En passant, cio' ha fatto si che l'Italia venisse ben volentieri accettata come manovalanza. Mi viene in mente che non s'e' mai piu' parlato d'Albania, ma che gia' tempo fa avevo letto che il nostro contingente laggiu' e' il piu' numeroso in assoluto, e ci sta a guardar le spalle alla NATO in Kosovo, che senza quel sistema di controllo delle retrovie non ci potrebbe stare. En passant n°2, in Kosovo c'e' una mega base militare che non e' della NATO, e' proprio degli Stati Uniti. Dunque, i ragazzi dell'Ulivo ce l'avevano fatta, a modo loro, ad avere un posto a tavola: quello del porta acqua. Adesso sono all'opposizione ma stan sempre li' con la testa, si vede appunto da questi riferimenti al "riconquistare gli spazi della politica", tradotto: vogliamo contare anche noi, se pur per farlo e' necessario qui e li' bombardare un po' di jugoslavi e di afghani. Per questo e' inutile dibattere con loro sulla questione dei bombardamenti in se' e pe se'. Probabilmente sarebbe piu' efficiente far loro presente che hanno perso le elezioni proprio perche' sono diventati una brutta copia degli "altri", solo meno bravi, piu' indecisi, piu' pasticcioni, meno convincenti. Sarebbe il caso di far presente che forse, avessero il coraggio di essere meno furbi, troverebbero piu' consensi e perfino voti. Magari non subito, magari ci vorrebbero un paio di stagioni - non c'e' nulla da fare, oggi la maggioranza del paese e' a destra e non ci sono astuzie che tengano. Ma ci sta anche perche' non abbiamo piu' una sinistra in grado di convincere la maggioranza del paese, e mi pare che qui, piu' andiamo avanti, meno ce l'abbiamo (sicuramente non dalle parti dell'Ulivo). Mah, forse ai firmatari della "lettera aperta" sarebbe il caso di far gentilmente presente (magari uno di questi giorni lo faccio io, da privato cittadino, giusto per togliermi il gusto) che se hanno tanta smania di trovarsi questo posto a tavola - cosa che presuppone, vedi sopra, la necessita' di stare al governo - c'e' un modo meno complicato che cercar di convincere quella parte di elettorato che non si fara' convincere dal loro complicato ragionamento, neanche vedendoli scarpinare da Perugia ad Assisi (bel sacrificio, peraltro, a piedi e' lunghissima, non finisce piu'.... qualcuno mi faccia sapere, per pura curiosita', se la fanno davvero o se si fanno portare in elicottero fra partenza e arrivo). Si', c'e' un modo piu' semplice: basta passare dall'altra parte, no? Probabilmente li accoglierebbero a braccia aperte..... paola
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