Operazione Nato duratura



La guerra al terrorismo, la secretazione dei processi di ricerca delle
prove a carico dei presunti responsabili e delle stesse azioni militari,
fanno pensare che i governi occidentali sfrutteranno la tragedia dell'11
settembre per espandere e consolidare il proprio dominio sulle risorse
mondiali.

Un articolo tratto dal Manifesto del 27 Settembre 2001

_____________________________________________________


Operazione Nato duratura

Gli scenari dell'Alleanza atlantica al di la' della caccia a bin Laden.
In ballo e' tutta l'area strategica che ha al suo centro l'Afghanistan:
le repubbliche caucasiche, le potenze emergenti di Cina e India, il
"corridoio del petrolio" e le postazioni cruciali dell'Oceano indiano 
TOMMASO DI FRANCESCO - MANLIO DINUCCI 


"Il segno piu' recente che il militare sta spostando il suo centro
focale verso l'Asia e' il piano, annunciato oggi dall'Esercito
statunitense, di trasferire nell'Isola di Diego Garcia, nell'Oceano
Indiano, armi da combattimento attualmente depositate in Italia e
Germania": questa notizia e' comparsa su The New York Times non dopo gli
attentati terroristici dell'11 settembre, ma dieci giorni prima, il 31
agosto, accompagnata dalla dichiarazione del segretario alla difesa
Rumsfeld che la regione dell'Asia e del Pacifico "sta acquistando un
crescente significato militare per diversi motivi" (v. il manifesto del
4 settembre).

Lo spostamento in Asia del centro focale della strategia statunitense,
che era gia' in atto, ha avuto una fortissima accelerazione sotto la
spinta della reazione suscitata dagli attentati. Ma l'Operazione
"Liberta' duratura" non avrebbe potuto essere lanciata in tempi cosi'
rapidi e in modo cosi' pianificato se non fosse stata gia' preparata: lo
conferma il fatto che i piloti dei bombardieri stealth B-2 Spirit
avevano gia' iniziato l'addestramento a voli di 50 ore che permettono,
partendo dalla base in Missouri, di colpire obiettivi in Asia (v. il
manifesto del 17 luglio). Quali sono, dietro la motivazione ufficiale
della caccia a bin Laden, i reali fini dell'Operazione "Liberta'
duratura"? Si puo' comprendere dando uno sguardo alla carta geografica
dell'Asia.


L'importanza dell'Asia nella strategia Usa

L'area con al centro Afghanistan e Pakistan - nella quale gli Stati
uniti stanno lanciando la loro azione militare, affiancati dal piu'
fedele degli alleati, la Gran Bretagna - e' di enorme importanza
strategica. Essa confina (o e' limitrofa), a nord, con Tagikistan,
Uzbekistan, Turkmenistan, Kirghizistan e Kazakistan - repubbliche che,
dopo la digregazione dell'Urss, sono rimaste collegate alla Federazione
russa nel quadro della Comunita' di stati indipendenti. Non a caso
l'Operazione "Liberta' duratura" e' iniziata con quella che The New York
Times (20 sett.) ha definito "una mossa senza precedenti: il
trasferimento di caccia e bombardieri nelle due ex repubbliche
sovietiche Tagikistan e Uzbekistan". In cambio del permesso di sorvolo
dello spazio aereo russo, Mosca vuole da Washington "la promessa che
qualsiasi presenza militare Usa nell'ex Asia centrale sovietica sara'
temporanea" (Washington Post, 23 sett.). Sanno pero' bene a Mosca che
gli Usa intendono restarvi senza limiti di tempo.

A est, quest'area confina con Cina e India, potenze emergenti che gli
Usa temono e vogliono tenere sotto stretto controllo, soprattutto per
impedire la formazione di una triade Russia-Cina-India, di cui e'
potenziale precursore il trattato di amicizia e cooperazione militare
firmato a luglio da Mosca e Pechino. La strategia resta quella enunciata
subito dopo la guerra del Golfo: "Dobbiamo operare per impedire che
qualsiasi potenza ostile domini una regione le cui risorse sarebbero
sufficienti, se controllate strettamente, a generare una potenza
globale. Queste regioni comprendono il territorio dell'ex Unione
sovietica, l'Asia orientale e sud-occidentale" (Defense Planning
Guidance for the Fiscal Years 1994-1999).

A sud, quest'area confina con l'Oceano Indiano, il cui controllo e' di
fondamentale importanza strategica per qualsiasi operazione militare in
Asia: per questo, l'Operazione "Liberta' duratura" e' iniziata con il
dispiegamento di altre forze aeree sull'Isola di Diego Garcia. A ovest,
essa confina con il sempre piu' importante "corridoio petrolifero" che
va dal Caspio al Golfo, dove si trovano le maggiori riserve mondiali di
"oro nero". Qui gli Usa intendono rafforzare la loro presenza militare
ed influenza politica, per controllare non solo le fonti energetiche, ma
i "corridoi" attraverso cui il petrolio e il gas naturale raggiungono i
paesi consumatori.

L'Operazione "Liberta' duratura" puo' avere un peso decisivo nella
"guerra degli oleodotti", che Washington ha iniziato a sostegno delle
compagnie petrolifere Usa contro quelle europee, anche occidentali.
L'apertura dell'oleodotto tra il porto azero di Baku sul Caspio e il
porto georgiano di Supsa sul Mar Nero e il progetto di un altro da Baku
al porto turco di Ceyhan sul Mediterraneo, stanno sottraendo alla Russia
l'esportazione del petrolio del Caspio. Rafforzando il controllo
militare dell'area, gli Usa potrebbero aprire altri "corridoi": c'e'
gia' da anni il progetto di un oleodotto e gasdotto che, dal Caspio,
raggiungerebbe l'Oceano Indiano attraversando l'Afghanistan e il
Pakistan. Allo stesso tempo potrebbero affossare il progetto, gia' in
fase avanzata, di un gasdotto destinato a portare in India il gas
iraniano attraverso il Pakistan.

Questo e' il fine che Washington persegue: ridisegnare con la forza
militare - comprese le armi nucleari, che minaccia di usare - gli
assetti di quest'area strategica, cosi' come ha fatto nei Balcani,
usando ancora una volta la Nato.


La Nato sempre piu' verso est

Continua, con l'Operazione "Liberta' duratura", la mutazione genetica
della Nato. Dopo aver esteso nel 1999 il suo raggio d'azione al di fuori
della propria area geografica con la guerra contro la Jugoslavia - e
aver allo stesso tempo ufficializzato il "nuovo concetto strategico" che
autorizza i paesi membri a "condurre operazioni di risposta alle crisi
non previste dall'articolo 5, al di fuori del territorio dell'Alleanza"
- la Nato ha iniziato la sua espansione verso est. Dopo aver incluso
Repubblica ceca, Ungheria e Polonia, si sta preparando a inglobare altri
undici paesi, compresa l'Ucraina ai confini con la Russia. "Il nostro
piano e' di allargare la Nato", dichiarava il presidente Bush il 16
giugno, sottolineando che "la questione del "quando" puo' essere ancora
oggetto di dibattito nell'Alleanza; la questione del "se" non deve
esserlo: l'espansione della Nato adempie l'impegno assunto dall'Alleanza
e questo impegno ci porta ora a est e a sud, a nord e oltre". E' quanto
stanno facendo gli Stati uniti con l'Operazione "Liberta' duratura".
Sempre piu' verso oriente, fino all'Asia, con la motivazione di una
"nuova minaccia da est", ieri impersonificata da Milosevic, oggi da bin
Laden, domani da un altro "nemico numero uno".

Ancora una volta Washington ha avuto l'appoggio degli alleati europei,
che si sono accodati alla "crociata" lanciata da Bush, facendo
addirittura scattare, per la prima volta nella storia dell'Alleanza,
l'articolo 5. I loro fini politici ed economici sono evidenti:
partecipare alla spartizione di aree di influenza non solo nella regione
europea ma ora anche in Asia, approfittando della disgregazione
dell'Unione sovietica e della profonda crisi della Russia.

Ma in Asia, come nei Balcani, Washington intende usare la Nato per una
guerra da cui gli Stati uniti escano rafforzati nei confronti anche
degli alleati europei. Non a caso, nella prima fase dell'operazione, gli
Usa non hanno voluto altri al loro fianco se non il fidato alleato
britannico. Vogliono in tal modo prestabilire la strategia di attacco e
il dispiegamento di forze cosi' da avere, ancora una volta, l'indiscusso
comando. Non solo: colpendo paesi come Iran, Siria e Libia, da cui
proviene oltre la meta' del petrolio usato in Italia, gli Usa potrebbero
limitare l'accesso autonomo dell'Europa al petrolio mediorientale, a
tutto vantaggio delle compagnie Usa e britanniche.


Uno "scudo" per la "crociata"

Contemporaneamente, l'amministrazione Bush intende usare l'Operazione
"Liberta' duratura" per accelerare la realizzazione dello "scudo
spaziale", per il quale, dopo gli attentati dell'11 settembre, ha di
fatto ottenuto l'appoggio bipartisan del Congresso. Con lo "scudo" gli
Usa intendono accrescere la propria "capacita' di dominare lo spazio",
non solo sul piano militare ma su quello complessivo, in primo luogo nei
settori dell'economia e dell'informazione, accrescendo cosi' la loro
supremazia nei confronti degli stessi alleati.
Nessun problema, pero', se l'Operazione "Liberta' duratura" si
estendera' allo spazio: nella "lotta del bene contro il male", ha detto
Bush, "sappiamo che Dio non e' neutrale". Cosa avrebbe d'altronde potuto
fare Dio di fronte all'ultimatum di Bush "o con noi o contro di noi"?