due question time E. Deiana



Partecipanti
Cognome Nome Gruppo Rappr. Governo Data SVOLGIMENTO DEIANA Elettra RC
01-08-2001 RISPOSTA GOVERNO GIOVANARDI Carlo RAPPORTI CON IL PARLAMENTO
01-08-2001 REPLICA DEIANA Elettra RC 01-08-2001

Testo dell'Atto
Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia, al Ministro
per le pari opportunità. - Per sapere - premesso che:
secondo quanto risulta all'interrogante da innumerevoli
testimonianze, da video, da fotografie e da resoconti giornalistici,
si evincerebbe un particolare accanimento delle forze dell'ordine nei
confronti delle manifestanti donne accorse in gran numero per
contestare il vertice del G8 svoltosi a Genova tra il 20 ed il 22
luglio;
in molti casi si sarebbe evidenziato, da parte delle forze
dell'ordine, un atteggiamento sessista, con insulti e minacce a
sfondo sessuale, ripetuti più volte specialmente nei confronti di
donne e ragazze fermate (in particolare nella caserma di Bolzaneto);
la maggioranza dei manifestanti che sono dovuti ricorrere alle cure
mediche sarebbero donne, segno evidente di una particolare
"attenzione" da parte delle forze dell'ordine -:
quali istruzioni siano state impartite dal Governo e dai funzionari
addetti alla gestione dell'ordine pubblico alle forze dell'ordine
impiegate a Genova durante il G8, in merito alla tutela della dignità
femminile e se non ritenga opportuno che le indagini avviate sui
fatti di Genova siano orientate anche a chiarire se da parte delle
forze dell'ordine si siano verificati episodi di repressione,
contrassegnati da molestie, offese alla dignità, punizioni corporali,
violenze a sfondo sessuale contro ragazze e giovani donne.
(3-00158)

Episodi di violenza sulle donne manifestanti da parte delle forze
dell'ordine in occasione del G8 - n. 3-00158)

PRESIDENTE. L'onorevole Deiana ha facoltà di illustrare la sua
interrogazione n. 3-00158 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta
immediata
ELETTRA DEIANA. Signor Presidente, vorrei interrogare il Governo in ordine
ad un aspetto specifico della repressione delle forze dell'ordine a Genova.
In una simile occasione, mi chiedo se si possa parlare di forze cosiddette
dell'ordine! Si tratta di un aspetto specifico che riveste una grandissima
importanza ed ha una grandissima portata sul piano culturale e simbolico.
Come testimoniano innumerevoli filmati, fotografie e resoconti
giornalistici, le forze dell'ordine si sono accanite in modo particolarmente
violento nei confronti delle donne, accorse in gran numero per contestare il
vertice del G8. Donne giovani, giovanissime, ragazze. Una nuova generazione
di giovani: donne e uomini che hanno conosciuto il volto violento dello
Stato, spogliatosi della legalità e del primato della legge.
In molti casi si è evidenziato da parte delle forze dell'ordine un
atteggiamento sessista, tipico dell'utilizzazione della violenza, anche
legale, con insulti e minacce a sfondo sessuale, ripetuti più volte, anche e
specialmente nei confronti di donne e ragazze fermate...
PRESIDENTE. Onorevole Deiana, la invito a concludere. Come lei sa, per
l'illustrazione di interrogazioni a risposta immediata è previsto il tempo
massimo di un minuto.
ELETTRA DEIANA. ...in particolare nella caserma di Bolzaneto.
L'interrogazione
è quindi volta a conoscere quali istruzioni siano state impartite dal
Governo e dai funzionari addetti alla gestione dell'ordine pubblico durante
il G8, in merito alla tutela della dignità femminile, e se non si ritenga
opportuno che le indagini avviate sui fatti di Genova siano orientate anche
a chiarire se da parte delle forze dell'ordine si siano verificati episodi
di tal natura, ovvero repressioni contrassegnate da molestie, offese alla
dignità, punizioni corporali, violenze a sfondo sessuale a danno di ragazze
e giovani donne.
PRESIDENTE. Prego i colleghi di restare nei tempi, non per mio gusto, ma
perché gli stessi sono contingentati secondo quanto prescrive il
regolamento.
Il ministro per i rapporti con il Parlamento, onorevole Giovanardi, ha
facoltà di rispondere.
CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor
Presidente, poiché il microfono non funziona, sono costretto a cambiare
banco. Tratterò subito la questione principale posta dall'interrogante: le
presunte violenze a sfondo sessuale contro ragazze e giovani donne. Sapete
che è in corso la raccolta di elementi probatori, di riscontri di carattere
investigativo ed anche di dichiarazioni testimoniali per apposite inchieste
aperte presso la procura della Repubblica del capoluogo ligure. In ogni
caso, sono già in grado di escludere nella maniera più categorica che siano
accaduti episodi di violenza a sfondo sessuale o punizioni corporali nei
confronti di donne giovani o meno giovani. Questo, fortunatamente, è già
stato accertato. Non solo, ma vi sono stati anche episodi in cui il
personale del corpo di polizia penitenziaria, in particolare il personale
femminile, si è prodigato nell'assistenza.
Per quanto riguarda invece le disposizioni date, in occasione del vertice,
ai funzionari e ai responsabili del servizio di ordine pubblico è stata
diramata in maniera inequivocabile la direttiva secondo la quale i servizi
avrebbero dovuto tendere a garantire il regolare svolgimento delle
iniziative in programma, senza mai trascurare la necessità di mantenere
l'assoluto controllo dei contingenti, il cui comportamento deve essere
improntato alla massima professionalità ed autocontrollo. A tutti gli
operatori è stato inoltre preventivamente consegnato un opuscolo tascabile
di poche pagine contenente, fra l'altro, un richiamo a condotte operative
improntate all'esigenza di non assumere atteggiamenti provocatori né
iniziative autonome e di agire con tolleranza anche di fronte allo scherno
ed agli insulti, mantenendo, anche di fronte ad eventuali manifestazioni di
violenza, una condotta sempre adeguata. Si tratta di specifiche disposizioni
comportamentali improntate al massimo rispetto dei manifestanti senza,
ovviamente, alcun tipo di distinzione.
Presso la caserma di Bolzaneto, sede del reparto mobile della polizia di
Stato di Genova, è stata allestita, d'intesa con il dipartimento
dell'amministrazione penitenziaria, una struttura per lo svolgimento degli
adempimenti giudiziari relativi ai fermati e agli arrestati in seguito alle
manifestazioni. All'interno della caserma è stata istituita una sezione
distaccata dell'ufficio matricole e guardia medica dell'istituto
penitenziario, operativo nell'arco delle ventiquattr'ore. A cura del
personale della polizia penitenziaria i fermati sono stati poi avviati e
tradotti presso gli istituti di Alessandria e di Pavia, ove hanno avuto
luogo le relative udienze di convalida. All'interno di questo quadro e delle
rigorose disposizioni emanate torno ad escludere la possibilità che si siano
verificati episodi della gravità indicata nell'interrogazione. Sul resto,
sono in corso indagini dell'autorità giudiziaria ed oggi stesso partirà
anche un'indagine conoscitiva da parte delle Camere per approfondire tutti
gli aspetti relativi a quanto è accaduto in quei tre giorni a Genova.
PRESIDENTE. L'onorevole Deiana ha facoltà di replicare.
ELETTRA DEIANA. Non mi ritengo affatto soddisfatta della spiegazione fornita
dal ministro. Innanzitutto, perché ci
ricorda un dispositivo che doveva presiedere alle operazioni delle forze
dell'ordine a Genova e che è stato disatteso, evidentemente, in maniera
plateale, non ha funzionato e non ha certamente orientato l'azione della
polizia e dei carabinieri. Entrando poi nel merito della mia domanda - che
rimane assolutamente attuale e che riproporremo in altra sede -, vorrei far
notare che questo aspetto specifico della repressione a sfondo sessuale non
emerge se non viene sollecitato. Intendo dire che non esiste una cultura in
grado di mettere in evidenza questi aspetti e di indagare su di essi. Al
contrario, vi è una cultura che spesso inibisce le vittime, impedendogli di
denunciare questa forma di violenza subita.
In realtà, le testimonianze, i racconti e molti elementi che io stessa ho
potuto cogliere partecipando a quelle giornate confermano che da parte delle
forze dell'ordine c'è stato un preciso orientamento. Ciò non stupisce
affatto, perché il sessismo fa parte delle manifestazioni di cultura
autoritaria che sorreggono orientamenti e pratiche come quelle che hanno
contrassegnato l'azione delle forze dell'ordine a Genova.
Quindi, mi ritengo assolutamente insoddisfatta e rinnovo la richiesta che su
questo specifico aspetto possa esserci un'attenzione particolare da parte
del Governo in questa fase d'indagine e di mappatura di ciò che è avvenuto.

Partecipanti
Cognome Nome Gruppo Rappr. Governo Data SVOLGIMENTO DEIANA Elettra RC
19-09-2001 RISPOSTA GOVERNO MARTINO Antonio DIFESA (MIN.) 19-09-2001 REPLICA
DEIANA Elettra RC 19-09-2001

Testo dell'Atto
Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il 26 e 27 settembre dovrebbe tenersi a Napoli un vertice Nato
durante il quale è previsto che venga preso in esame il programma di
difesa antimissili balistici proposto dal Governo statunitense;
diversi Governi europei, in primo luogo quelli tedesco e francese,
hanno espresso contrarietà al progetto statunitense per ragioni di
carattere tecnico-militare e per gli evidenti effetti destabilizzanti
sul quadro strategico mondiale;
uguale preoccupazione è stata manifestata dai Governi russo e cinese,
per citare due Paesi dotati di capacità missilistica balistica di
tipo intercontinentale;
i catastrofici e tragici attentati al World Trade Center di New York
e al Pentagono a Washington hanno dimostrato come le offese alla
vita, alla sicurezza e all'integrità degli Stati e delle popolazioni
possano essere portate in maniera devastante con altri mezzi contro i
quali nulla avrebbe potuto anche il più sofisticato e perfetto
sistema di difesa missilistica;
gli attentati contro gli Stati Uniti hanno anche dimostrato come
fossero erronee le valutazioni delle minacce possibili contro il
territorio americano, da molti anni orientate a parare sistemi
offensivi di tipo missilistico e che hanno portato, di fatto, allo
smantellamento di qualsiasi difesa aerea di tipo convenzionale nella
certezza che nessun avversario, reale o potenziale, avrebbe potuto
utilizzare il mezzo aereo per portare un attacco dall'interno del
territorio statunitense -:
quale sia la posizione del Governo italiano di fronte alla richiesta
americana di adesione al progetto di difesa antimissili balistici e
se il Governo, aderendo a quanto già espresso ad altri Paesi
dell'Unione europea, non intenda esprimere il suo rifiuto al progetto
americano
(3-00212)
PRESIDENTE. L'onorevole Deiana ha facoltà di illustrare la sua
interrogazione n. 3-00212 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta
immediata
All'onorevole Deiana ricordo che ha un minuto a sua disposizione.
ELETTRA DEIANA. Signor Presidente, signor ministro, il 26 e 27 settembre si
terrà a Napoli un vertice NATO durante il quale è previsto che venga preso
in esame il programma di difesa antimissili balistici proposto dalla Governo
statunitense, il cosiddetto scudo spaziale.
È noto che alcuni governi di importanti paesi europei, come la Germania e la
Francia, hanno espresso contrarietà al programma. Le stesse perplessità e
indisponibilità sono state manifestate dai Governi russo e cinese, per
citare due paesi dotati di capacità missilistica balistica di tipo
intercontinentale.
Inoltre, credo che i catastrofici e tragici attentati avvenuti nelle città
di New York e Washington abbiano ampiamente dimostrato quanto la sicurezza o
l'integrità degli Stati non possa dipendere da questo tipo di difesa.
PRESIDENTE. Onorevole Deiana, la invito a concludere.
ELETTRA DEIANA. Chiedo, quindi, quale sia la posizione del Governo italiano
di fronte alla richiesta americana di adesione al progetto di difesa
antimissili e se il Governo, aderendo a quanto già espresso ad altri paesi
dell'Unione europea, non intenda esprimere il suo rifiuto al progetto
americano.
PRESIDENTE. Il ministro della difesa, onorevole Martino, ha facoltà di
rispondere. Al ministro ricordo che ha tre minuti a sua disposizione.
ANTONIO MARTINO, Ministro della difesa. Grazie, Presidente. Vorrei anzitutto
precisare all'onorevole collega che l'incontro dei ministri della difesa
della Nato del 26 e 27 settembre, cui parteciperà anche il ministro russo,
Igor Sergheievich Ivanov, non sarà un vertice ma una riunione informale
senza una specifica agenda, senza l'assunzione di decisioni e di accordi su
temi particolari e senza un comunicato finale.
Per i ministri sarà l'occasione di un ampio e diversificato scambio di idee
e di opinioni sui più importanti ed attuali problemi di difesa e di
sicurezza e sulle conseguenze dei tragici eventi di martedì 11 settembre
negli Stati Uniti, oltreché sui futuri contributi che la comunità
internazionale potrà fornire al processo di stabilizzazione in Macedonia
alla scadenza (26 settembre) dell'operazione «Essential Harvest»,
attualmente in corso.
Tra i vari temi potrebbe essere affrontato il progetto di difesa
missilistica statunitense, ma senza alcuna richiesta di presa di posizione
formale da parte dei paesi membri dell'Alleanza. Su questo tema, se sarà il
caso, potrà essere ricercata la convergenza tra posizioni che non possono
essere semplicemente schematizzate in termini di adesione o di rifiuto.
In realtà, si tratta di posizioni dialettiche evolutive rispetto ad un
dibattito incentrato sul fatto che il progetto comporterebbe una modifica
del trattato Abm, su cui si è finora basato l'equilibrio strategico tra le
maggiori potenze. Più precisamente, il problema risiede nell'incompatibilità
tra gli impegni previsti dal trattato Abm e la possibilità di effettuare gli
esperimenti necessari alla realizzazione del progetto. D'altra parte,
proprio gli eventi
dell'11 settembre dimostrano che quell'equilibrio strategico è
insufficiente, da solo, ad assicurare pace e stabilità al mondo.
Quanto alle implicazioni politiche del progetto, basti pensare alla valenza
che una collaborazione in tale materia tra Stati Uniti e Russia avrebbe ai
fini di una nuova architettura della sicurezza mondiale, mentre già ora
possiamo apprezzare la propensione, da parte dei protagonisti del vecchio
confronto est-ovest, ad andare anche oltre le attuali forme di partnership.
E come il trattato Abm è figlio della guerra fredda, così un accordo su di
un nuovo sistema capace di proiettare sicurezza sui paesi aderenti potrebbe
essere la risposta strategica giusta ad una minaccia che si è radicalmente
modificata. L'evidenza, nei recenti attentati, di come il terrorismo possa
seminare distruzione e morte dall'interno stesso del paese vittima non
esclude affatto minacce diverse e dimostra, semmai, come la nuova minaccia
comporti anche il rischio di attacchi con missili tattici, con testate
nucleari, chimiche o batteriologiche: per dirla con Henry Kissinger, il
fatto che il vaccino antipolio non curi l'influenza non è una buona ragione
per non farlo.
A questo riguardo, il progetto statunitense, con le sue caratteristiche di
arma di contrasto ad attacchi limitati, risponde, paradossalmente, più che
alle esigenze difensive degli Stati Uniti, a quelle di paesi che, come il
nostro, a causa della contiguità geografica, sono più esposti a potenziali
minacce da parte dei paesi inaffidabili, dei cosiddetti rogue states (stati
canaglia).
In questo quadro, la posizione del Governo italiano resta chiara e coerente:
guardiamo con interesse all'iniziativa statunitense e vogliamo avere un
ruolo attivo nella ricerca di ogni possibile progresso delle consultazioni
in atto; con l'auspicio che si pervenga, a tempo debito - poiché per la
realizzazione del sistema antimissili occorreranno alcuni anni -, a scelte
generalmente condivise sull'assunzione di misure idonee a fronteggiare le
nuove forme di minaccia alla pace, alla stabilità, alla sicurezza.
PRESIDENTE. L'onorevole Deiana ha facoltà di replicare.
ELETTRA DEIANA. Prendo atto, signor ministro, del fatto che non ci sarà -
come ha detto - una risoluzione formale, che non saranno prese decisioni
definitive (d'altra parte, questo lo sapevo già). Il problema, però,
permane: alcuni governi europei hanno dichiarato l'indisponibilità ad
accettare che la discussione sulla sicurezza mondiale, sulla sicurezza
dell'occidente, sia affidata al programma statunitense di difesa
antimissili. Quindi, ribadisco la domanda, nel senso che non mi ritengo
soddisfatta da una risposta che giudico evasiva: essa non nega, infatti, la
possibilità che l'Italia aderisca in futuro, laddove si pervenga ad una
chiarificazione del contesto generale anche alla luce di quanto è successo
negli Stati Uniti.
Con riferimento alla sua risposta, vi è, poi, una considerazione di fondo
che mi spinge a ribadire la mia insoddisfazione, e cioè il fatto che il
nuovo sistema, la nuova situazione determinatasi in seguito all'attentato
contro gli Stati Uniti richieda nuovi sistemi e nuove modalità di difesa, ma
non escluda lo scudo spaziale. Contesto, inoltre, l'affermazione che lo
scudo spaziale sarebbe più adatto a difendere i paesi dell'Europa: la
ritengo rischiosa, soprattutto nel senso che affida la difesa dei paesi
europei...
PRESIDENTE. Onorevole Deiana, la invito a concludere.
ELETTRA DEIANA. ...o dei paesi in qualche modo alleati con gli Stati Uniti
ad un meccanismo di escalation militare, di occupazione dello spazio, che
approfondirebbe i rischi di involuzione all'interno del sistema mondo.






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