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I: Articolo x LSF
- Subject: I: Articolo x LSF
- From: "ARCI Legnago" <arci at sttspa.it>
- Date: Sat, 22 Sep 2001 09:40:09 +0200
Vi mando in bozza, alcune mie considerazioni sui fatti di questi giorni. Anche se dall'articolo non traspare tengo a precisare il mio sentimento di solidarietà verso il popolo americano, ai movimenti civili e di solidarietà e a tutte le istituzioni che in una maniera o nell'altra cercano con trasparenza la verità di quel maledetto giorno. Inoltre, ritengo doveroso aggiungere che la nonviolenza è la sola alternativa a queste barbarie e che il nostro movimento, deve saper trarre da questa tragedia ulteriore forza e impulso per i progetti futuri. Simone Pernechele ___________________________ UN NUOVO MONDO E' POSSIBILE Il mondo in questi giorni è stato scosso da una immensa, gigantesca e smisurata tragedia. Questo dato di fatto non può essere messo in discussione. Ogni atto di violenza che venga da qualsiasi parte (politica o territoriale) di piccole o grandi dimensioni va condannato a gran voce. L'uomo dopo tanti anni di storia dovrebbe aver imparato che la guerra, il terrorismo, la violenza nel senso più ampio del termine è una strada senza uscita è un vicolo cieco dal quale non si esce con facilità (sempre che ai nostri giorni si possa comunque uscirne). Chi fa le spese di questa violenza è sempre la gente comune, persone che per un motivo o per l'altro non hanno nulla a che vedere con il terrorismo internazionale con le guerre o con affari di stato che ne causano il nascere. Questa gente non c'entra con le motivazioni per cui si scatenano le guerre. La nostra classe politica, l'intelligence per giustificare le loro azioni e i loro interessi danno ai cittadini un nemico, attraverso i media lo ingrandiscono, lo abbruttiscono a misura. La verità è che questo nemico nella maggior parte dei casi non solo non esiste, ma il più delle volte sono i politici stessi i nemici della cittadinanza. Quindi l'informazione gioca brutti scherzi e fa credere alla gente cose che sono invece storpiate volutamente dall'informazione di regime che mangia allo stesso banchetto della classe politica. Ciò che mi lascia perplesso e mi spinge a queste considerazioni è la mancanza totale da parte dei media di una seria riflessione attorno ai fatti che accadono, il non analizzare a fondo i fenomeni che hanno causato fatti di questo genere, tutti pronti a servire questa o quella parte politica . Ma l'uomo vuole veramente la pace? Tal genere di servilismo al potere politico è chiaramente a ritorno, visto che anche i media hanno un' arma importante che siamo noi: che insieme creiamo ascolto audience o come meglio si vuol chiamare. Ecco quindi che alla fine il gioco si chiude e insieme queste due entità gestiscono il potere. Negli stati Uniti quest'alleanza politica è ancora più forte e incisiva, fa tornare alla mente, agli osservatori più attenti, il grande romanzo di G. Orwell 1984. Ma questo è un fenomeno ormai presente in tutti gli stati cosiddetti capitalisti fino a comprendere quelli che come la Russia si sono accodati in questi ultimi anni. Le prove di questo connubio sono tante e visibili: dai silenzi sulle stragi che gli USA hanno commesso alla farsa di questi giorni. La domanda più banale è: Noi (occidentali) siamo più importanti degli altri popoli che vivono sulla terra? Perché viviamo tutti con questo egocentrismo, sebbene ci siano sforzi e segnali nel mondo accademico e in particolare nella scienza antropologica che vanno in tutt'altra direzione? Perché la classe politica delle potenze occidentali soffre ancora di questo stereotipo e spadroneggia, trattando il Terzo Mondo come delle bestie da domare e da controllare con il terrore? Cerco di spiegarmi meglio. Questa violenza che si è abbattuta negli Stati Uniti in questi giorni è a mio parere frutto della stessa politica internazionale che gli Stati Uniti con l'avallo di altre nazioni e non da meno con l'appoggio dei media ha effettuato fin dall'inizio della II Guerra Mondiale. Ed è evidente che ritorna ciò che abbiamo seminato. In Salvador il 7 marzo dell'80 due settimane prima dell'assassinio dell'arcivescovo di San Salvador, Oscar Romero, la popolazione subì lo stato d'assedio e successivamente la guerra contro i civili (con il sostegno e il coinvolgimento costante degli Usa) che portò in un primo attacco al Rio Sumpul una strage di almeno 600 persone. Furono i contadini, gli studenti, i preti e i sindacalisti le principali vittime di questa guerra, gente che lavorava nell'interesse del popolo. Solo nell'ultimo anno della presidenza Carter (1980) il numero dei morti raggiunse i 10.000, e salì a 13.000 l'anno dopo con i reaganiani al comando. Queste notizie si seppero solo grazie ad alcuni osservatori della chiesa, ma i media di regime negli Usa non ritennero che valesse la pena di riportarla. Nel dicembre del 1981 L'Atlacatl Battalion (unità specializzata creata, addestrata ed equipaggiata dagli Stati Uniti) prese parte ad un'operazione nella quale furono massacrati oltre mille civili, in un'orgia di omicidi, stupri e incendi. E come questo tanti altri. I peggiori massacri hanno avuto luogo quando lo squadrone era fresco dell'addestramento americano. Ma molto probabilmente noi contiamo di più visto che per questi fatti nessuno si è scomposto per creare un problema internazionale, tanto meno i media (quelli di regime) che hanno ritenuto necessario parlarne per ovvi motivi. Anche in Nicaragua i genocidi le stragi e le violenze subite dai civili con la partecipazione e l'avvallo degli Usa non sono state da meno attraverso un esercito di mercenari finanziati dalla Cia chiamati Contra o combattenti per la libertà. Reagan si servi di questi soldati per scatenare contro il Nicaragua una guerra di terrorismo su vasta scala oltre ad un assedio economico che si rivelò ancor più letale. Perché l'America è arrivata fino a questo punto con il Nicaragua? Nascondeva questi crimini con il pretesto di un impegno contro l'Unione Sovietica (che non c'era) e lo nasconde tuttora con il pretesto di un impegno contro la droga (vedere Plan Colombia). E il Guatemala? Un a redattore di un giornale guatemalteco, La Epoca, fatto saltare letteralmente in aria, Julio Godoy disse: "Si è tentati di credere che qualcuno alla Casa Bianca adori gli idoli aztechi, e offra loro sangue centroamericano". E l'invasione del Vietnam, l'Indocina. Il golpe indonesiano del 1965, messo in atto da Suharto, fu particolarmente apprezzato dall'occidente perché distrusse l'unico partito politico popolare della zona e ciò comporto il massacro, nel giro di pochi mesi, di circa 700.000 persone, quasi tutti contadini braccianti: "Un raggio di luce in Asia", esultava James Reston primo opinionista del New York Times, mentre assicurava ai suoi lettori che gli Usa avevano avuto una non piccola parte in quel trionfo. E arriviamo poi alla Guerra del Golfo i cui esiti presumo tutti sappiamo che ha distrutto ospedali, moschee e altri bersagli civili (per sbaglio) mettendo la popolazione in ginocchio e lasciandola comunque in seguito nelle mani del bandito e con un embargo totale per paura che qualche povero bambino si potesse riprendere dalla brutale aggressione e diventasse un potenziale oppositore dell'imperialismo Usa (notare che parlo di Usa poiché un cittadino centroamericano una volta mi fece notare che anche loro sono americani e a nessuno piace anche solo l'idea di essere confusi con la cultura e l'arroganza di altri stati). Detto chiaramente gli Stati Uniti hanno sempre bloccato qualsiasi tentativo di "processo di pace" in MedioOriente che contemplasse conferenze internazionali o il riconoscimento del diritto dei Palestinesi all'autodeterminazione. Per vent'anni gli Stati Uniti sono stati gli unici ad avere questa posizione come testimoniano le votazioni alle Nazioni Unite. Nel 1990 in piena crisi del golfo ci furono 144 voti favorevoli ad una conferenza internazionale sul Medioriente e solo 2 voti contrari. Questi due voti non potevano che essere degli Usa e dello stato di Israele. La distruzione delle due torri gemelle a New York è sicuramente un fatto gravissimo e vanno individuati i responsabili. Seriamente. Con fermezza ma soprattutto con trasparenza. Va espressa a gran voce una totale solidarietà con le vittime e i loro famigliari. Soprattutto negli atti pratici intensificando azioni volte ad una soluzione pacifica di tutti questi nodi che portino il mondo a quote più normali. La rilevanza che i media hanno dato a questo fatto (giustissima vista la tragedia immane in cui il mondo si trova di fronte ) è enorme, ma certamente non proporzionale agli altri fatti tragici che accadono nel mondo per colpa di queste politiche terroristiche. Insomma il Terzo Mondo è il nemico numero uno ed è quello che minaccia di sfuggire al controllo.Insieme ad esso c'è tutta una parte della popolazione civile che come dice De Gregori in una sua canzone "sta dalla parte di chi ruba nei supermercati e non dalla parte di chi li ha costruiti rubando". Questa è la "cittadinanza attiva internazionale" che nel Gennaio del 2001 si è riunita a Porto Alegre in Brasile per dire basta a questo tipo di politica dall'alto e si riunirà ancora nel 2002 con nuovi obiettivi e chiaramente con nuovi problemi. 17-18.000 persone sono accorse da tutto il mondo per entrare in questo Forum Mondiale che non ha precedenti in tutta la storia dell'umanità. Per Gennaio 2002 il Forum Mondiale sarà ancora più numeroso Queste popolazioni hanno bisogno di tutta la nostra comprensione ma soprattutto del nostro aiuto concreto. Noi possiamo garantire a loro un margine di sopravvivenza favorendo dall'interno la disgregazione degli Stati Uniti. La possibilità che il Terzo Mondo si riscatti dalle brutalità dell'occidente dipende in larga misura da quel che accadrà negli Stati Uniti nel prossimo immediato futuro e il clima non mi sembra dei migliori. Un Terzo Mondo cresce in casa nostra, per la prima volta nella storia dell'umanità ci troviamo a difendere un ambiente che assicuri la stessa esistenza dell'uomo. Un nuovo mondo è possibile, non certo, ma restare a guardare porterà inevitabilmente al disastro. Simone Pernechele Presidente Arci Legnago
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