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Del perché l'attentato USA è un atto di guerra (ovvero risposta pubblica a Cosimo Tomaselli)
- Subject: Del perché l'attentato USA è un atto di guerra (ovvero risposta pubblica a Cosimo Tomaselli)
- From: Marco Trotta <mrta at libero.it>
- Date: Sun, 16 Sep 2001 20:40:40 +0200
Caro Cosimo, sento ancora il bisogno di allargare il discorso, mi scuserai quindi se condivido ancora le nostre riflessioni, credo che sia opportuno e per questo riporto anche il primo messaggio e la mia risposta. Nel merito: 1) Gandhi ha lasciato numerosi scritti che elaborano un pensiero che in alcuni punti è più che criticabile. Perché? Perché legato al momento storico in cui è stato elaborato e all'immaginario culturale del quale fa parte lo stesso autore. Per questo motivo, come da altri ricordato, Gandhi inizialmente si è schierato anche dalla parte di Mussolini (perché quest'ultimo era contro gli inglesi, nazione imperialista che aveva occupato l'India) ed è stato autore di concezioni non proprio "femministe". Tutte cose che oggi faremmo fatica a definire "scelte nonviolente", non oscurano certo l'importanza di Gandhi ma sono una premessa necessaria. Sulla guerra giusta, poi, meglio ricordare sempre che dopo Hiroshima il movimento pacifista e nonviolento ha elaborato un salto culturale e politico notevole. Essere contro la guerra non è più (e solo) opzione etico-politica ma definitivamente politica-biologica, questo San Tommaso ancora non poteva saperlo. 2) Sul fatto che non sia una guerra dichiarata hai ragione. Questo è un motivo sufficiente e necessario per non definirla tale ed optare per la definizione "terrorismo"? Io non penso e del resto in un momento in cui Bush dice che questa è "la prima guerra del XXI secolo" e la CNN parla di "America's New War", mi darai atto che qualcosa qui non quadra. Del resto, non avevamo già detto che l'ultima guerra (nel Kossovo e sulla Serbia), era già quella nuova nella ridefinizione del concetto strategico (non più confini nazionali, ma tutela degli interessi occidentali, Bruxelles 24 Aprile '99 - Vertice Nato), delle modalità (il nostro parlamento che non ha ratificato la scelta) e degli effetti (tutti gli obiettivi militari sono obiettivi civili)? Mi dirai, allora: non c'è uno stato che l'ha dichiarata. Ma da Seattle in poi (e c'è chi dice, ed io approvo, anche prima) non stiamo tutti dicendo che nuovi poteri sovrannazionali illeggittimi stanno regolando le sfere politiche, economiche e sociali del pianeta? Paradossalmente queste mie considerazione fanno da premessa logica a quello che poi affermi anche tu Una guerra prima che essere giusta o ingiusta è una situazione nella quale tizio dice a caio: io ti faccio questo se tu non fai quello Sono mesi che l'amministrazione Bush ha inaugurato una politica estera fortemente irresponsabile, da Kyoto al trattato ABM passando per lo scudo stellare (per non parlare della questione Mediorientale e dei riflessi sulla conferenza di Durban). Oggi p. Benjamin dice sul Manifesto che i segnali c'erano tutti ed infine ecco l'attacco al Pentagono e al World Trade Center che a ben vedere sono simboli del potere militare ed economico nel cuore di un sistema che ha prodotto l'orrore che viviamo ogni giorno. Mi sembra più che ovvio il motivo, "quel ti faccio questo se non fai quell'altro" ed il messaggio intrinseco (ostilità conclamata contro i reggenti dell'Impero). C'è però dell'altro. Ti invito a leggere questo articolo [LINK]. L'autore è Sbancor, non lasciarti insospettire dall'uso di uno pseudonimo, si tratta di una persona che lavora nell'alta finanza (ed aveva già scritto un libro dal titolo "Diario di guerra - critica alla guerra umanitaria", ed. Deriveapprodi) e quindi conosce il problema stando dentro. La tesi è semplice (e se vuoi inquietante): intorno a questa faccenda c'è una grossa partita che si gioca su traffici di droga, armi, su finanziamenti e speculazioni. Il "confronto" è tra poteri molto forti. L'autore parla di "criminalità organizzata internazionale", ma del resto la globalizzazione che annienta diritti e democrazia dove arriva, istaurando al suo posto l'unica forma di governo compatibile, quello mafioso (nel senso di stato di diritto del più forte), cos'altro è se non la legittimazione dei poteri sovranazionali, che in questo contesto prendono forma? In questa situazione due sono gli elementi importanti: un mercato rapace che assicuri affari e traffici nel contesto di equilibri di potere consolidati e al di là della recessione dell'economia "legale" e, quindi, una maggioranza sociale sfruttata ed impoverita, indipendentemente dalla latitudine a cui appartiene, vittima due volte, della globalizzazione economica e del prossimo intervento militare che i guerrafondai stanno preparando. Bush è responsabile di tutto questo? Anche delle vittime negli USA? Sì, anche Bush. Perché lui (come altri e di diverso peso, se vuoi, anche Bin Laden) è l'espressione più smaccata del ceto politico dominante che persegue e difende questo stato di cose, col favore di investitori e centri di potere economico dagli interessi contrapposti, facendo del pianeta una partita a scacchi dove la vita di miliardi di persone vale il sacrificio dei pedoni nel raggiungimento dell'obiettivo finale: vincere la partita sbaragliando il nemico. L'esempio è inadeguato solo su un punto: c'è sicuramente un centro, e più soggetti contrapposti, non certo e non solo su uno schema bipolare, bianco o nero. Il punto è che è una partita che non potrà avere vincitori dal momento che nell'attuale escalation metterà a repentaglio le sorti dell'intero pianeta. Ne consegue che noi abbiamo il diritto ed il dovere di sfuggire ad una logica che non ci appartiene ed in quanto soggetto che rischierebbe gli "effetti collaterali" passivamente, schiacciati tra l'umanitarismo liberista e l'islamismo sanguinario, tra globalizzatori e globalizzati, quest'ultimi integrati come belligeranti tra ceti di potere in competizione e giustificati dalla difesa identitaria culturale, religiosa, etnica o nazionalistica come terreno di consenso e di rappresentazione politica (Bush = mondo occidentale contro Bin Laden = Jihagistan, ovvero "l'Islam canaglia"). Stando così le cose, credi ancora che gli autori di quel gesto non mirassero ad una dimostrazione di violenza al tempo stessa così simbolica e sanguinaria? L'unico confronto possibile tra simili soggetti dotati di questo potenziale offensivo e di simili motivazione è quanto di più simile a quella che abbiamo fino ad ora chiamato "guerra" (tra stati). 3) Per questo, Caro Cosimo, provo un'inquitudine profonda per l'ultima parte della tua risposta, per almeno due motivi. Il primo è che ho paura dell'affermazione, avallata dal sistema informativo mediatico, che "quello è stato un gesto di folli". Questo perché se Gandhi diceva che a quel punto di poteva prendere un fucile, non oso immaginare cosa potrebbero decidere i vari Bush, Blair, Berlusconi, ecc. Del resto mi sembra che sia un'affermazione che si presta bene per nascondere almeno due verità fondamentali. La prima è la catena di violenza (lucida, spietata, politica nel senso di determinante sugli interessi in gioco) di un sistema di potere mondiale di rapina e predominio che nell'anniversario dei vent'anni di Sabra e Chatila può avere arruolato giovani kamikaze che hanno coronato il loro sogno di morte e vendetta assoldato come "dramma personale" sul terreno di quella scacchiera di lutti ed interessi contrapposti, dove altri muovono le pedine. La seconda verità è che dare in pasto questo all'opinione pubblica occidentale impegnata nel ballo di gala sul Titanic (interrotto oggi simbolicamente 15 minuti sui campi di calcio e in una gara di F1 senza sponsor) serva a nascondere le responsabilità di questo mondo, di ieri e di oggi, ovvero quella catena, quella violenza strutturale al sistema che è ugualmente abberrante quando bombarda e quando affama, e a giustificare la difesa ad ogni costo. Il secondo motivo è che, l'avrai capito, è che non credo assolutamente ad un conflitto da giustificare su basi etniche, culturali, religiose. Non credo perché imposto dal ceto di potere, non credo perché fuorviante, non ci credo perché non appartiene né a me né alle tante anime religiose che in questi anni hanno ingrossato le fila di un movimento per la globalizzazione dei diritti e per la convivenza pacifica. Io credo a questo e a chi ha sfilato con me per le strade di Genova, anche a chi ha pregato, ha trasformato il suo dissenso in un gesto simbolico e spirituale, ma anche in prima linea materialmente coinvolto, che era già l'altro mondo possibile forse perché, per usare le loro parole, era "quel pace in terra agli uomini di buona volontà" che viene rigorosamente dopo il "gloria a Dio nell'alto dei cieli". Credo a loro, perché le loro parole hanno avuto la modestia dell'impegno radicale eppure rispettoso che da sempre anima ogni intento ecumenico, diverso da mio per scelta laico, che si è sempre opposto alla violenza descritta sopra e non ha nulla da dimostrare a chi oggi, in mondo visione, usa toni sferzanti e parole lucide di pianto. Spero che l'anima religiosa del movimento sappia distinguersi, valutare, costruire e denunciare questa menzogna. Gli altri, quelli delle guerre sante, del proselitismo fanatico, del conflitto ideologico, hanno già deciso e avranno man forte dalle parole di persone come il card. Biffi, che credo tu sappia non ha bisogno di presentazioni, il cui intervento in questi giorni sul Resto del Carlino ti allego sotto perché spero faccia riflettere alla luce di tutto questo. Sono in gioco i rapporti di convivenza e di relazione sociale che viviamo e costruiamo ogni giorno nelle nostre città, e che rischiano di essere annientati negli scenari possibili più neri che dobbiamo prevedere ed evitare, quelli che vengono prima di attentati o bombardamenti che lasciano sempre e solo vittime innocenti sotto le macerie. Marco. --Cut-here---------8<------------------8<------------------8<------------- From: "Cosimo Tomaselli" <tomaselli_cosimo at libero.it> To: "Marco Trotta" <mrta at libero.it> Subject: R: amate i vostri nemici Date: Thu, 13 Sep 2001 13:18:06 +0200 Caro Marco Come ben sai Gandhi condivideva in pieno la teoria della guerra giusta di S.Tommaso. Però ciò di cui stiamo parlando è un atto terroristico e non un atto di guerra per il semplice fatto che l'autore non si è dichiarato. S.Tommaso non esclude che in guerra si possano usare "insidie", ma un atto del genere esclude qualunque valutazione ulteriore sulle eventuali (dal mio punto di vista anche sacrosante) ragioni che i nemici degli USA possono avere per essere appunto nemici degli USA. Una guerra prima che essere giusta o ingiusta è una situazione nella quale tizio dice a caio: io ti faccio questo se tu non fai quello. Perciò alla fine la responsabilità è di entrambi. P.e: Saddam ritiene che le condizioni poste dagli USA per togliere l'embargo valgano di più dei bambini che l'embargo quotidianamente uccide. E' ovvio che abbiamo a che fare con responsabilità di grado diverso: colui che pone l'embargo e colui che non accetta delle condizioni, ma siamo in un clima di confronto, violento fin che vuoi, ma confronto. Al contrario Bush non può essere ritenuto responsabile dei 20-30.000 morti del WTO: nessuno gli ha detto: se non fai questo noi abbattiamo il WTO e facciamo fuori 20-30.000 persone. Ho addirittura paura che neppure chi ha organizzato l'attacco si aspettasse tale carneficina (i grattacieli hanno tenuto all'impatto: è stato il fuoco a farli crollare, evidentemente gli impianti antiincendioi erano sottoproporzionati!). Questo peggiorerebbe la situazione, perché chi fa azioni di cui non controlla le conseguenze è un pazzo, ed è uno dei pochi casi nei quali Gandhi si diceva pronto ad imbracciare un fucile. In tutto questo però io sento fortemente la mano di Dio. Non so dirti perché. Quando Federico Barbarossa affogò in un torrentello in piena e la più potente crociata si dissolse, i musulmani dissero che Dio aveva avuto pietà dei suoi fedeli. Credo che avessero ragione: Dio non voleva che il confronto tra cristiani e musulmani fosse lasciato alle armi. Però se tu hai provato a dialogare con dei musulmani su temi specifici (la Trinità, la divinità di Gesù, la tolleranza religiosa, la libertà di conversione...) ti sarai accorto che siamo su piani diversi. Il dialogo tra musulmani e cristiani non può passare che per il martirio, ne sono convinto, come ne era convinto S.Francesco e il beato Raimondo Lullo. L'alternativa è occhio per occhio e dente per dente. Alla fine però non vorrei continuare troppo ad esporti le mie ragioni. In frangenti come questi credo che la preghiera valga più del ragionamento. Pace Forza e Gioia Cosimo -----Messaggio originale----- Da: Marco Trotta [mailto:mrta at libero.it] Inviato: mercoledì 12 settembre 2001 17.34 A: Cosimo Tomaselli; Bukavulista; Beati i Costruttori di Pace; Paxchristi; Alessandro Crispiatico; Alessandro Rizzo; Ancafeo; Andrea; Associazione Umbra Obiettori; Cavagna Angelo; Colomba; Coord. Odc Desio; Coordinamento Osm Foggia; Daniele Barbieri; Daniele Belluschi; Danilo Bazzanella; Davide Berruti/assopace; Davide Caforio; Diego Bazzanella; Elena Cavalli; Enrico Zogli; Fabrizio La Paglia; Francesco Pavanello; Giancarlo Ghigi; Giacomina Mura; Giandomenico Bonanni; Gianluca Fiusco; Gilberto Maschietto; Giorgio Soffientini; Giunti Fabio; Leonardo Magnani; LOC Cuneo; LOC Napoli; Loc Reggio Calabria; Loc Vimodrone; Lorenzo Scaramellini; Luciano Benini; Luciano Setti; Luigi De Cesaris; Massimo Papini; Matteo Soccio; Matteo Soccio 2; Mauro Cereghini; MAZZI ANDREA; MIR Padova; Nancy Bailey Ferroni; Otaduy Pedro; Paolo Picone; Pax Christi Taranto; PRC - Comm. pace e accoglienza; Prc Messina; Puggioni Vincenzo; Roberto Foco; S. Semenzato; Samuele Filippini; Sandro Simone; Santi Mario; Segreteria MIR; Signornò; SignorNo'; Stefano Gandolfi; Stefano Guffanti; Tavolo Enti Servizio Civile; Teleobiettando; Tomaselli Angelo; Tomaselli Pianiga Cosimo Oggetto: Re: amate i vostri nemici Salve a tutt*, Cosimo Tomaselli, Mercoledì, 12 settembre 2001 ore 17:05:45 +0200 ha scritto a tutt* in "amate i vostri nemici" >E' terribile pensare che 20-40.000 persone siano state sepolte sotto le >macerie da un vile e ingiustificato attacco terroristico. >Pensando alle conseguenze è terribile pensare che con questo i paesi >musulmani si autocondannano ad altri 50 anni, per lo meno, di economia >agricola, o quasi. >Ovviamente gli USA bloccheranno ogni esportazione di alta tecnologia verso >questi paesi, chiuderanno ai loro piloti l'accesso alle scuole di volo, >forse anche differenzieranno gli aerei americani dagli aerei del resto del >mondo (come già avviene con le videocassette). >Cosa significa amare i propri nemici in questa situazione? >A mio parere è ancora più urgente pregare e lavorare per la conversione >dei musulmani. E' evidente che la chiusura integralistica dell'Islam, il >concetto stesso di Guerra Santa, la passione per il martirio fondata, >sull'odio stanno conducendo popoli interi fuori dalla storia e condannando >milioni di persone alla fame, all'ignoranza e a sofferenze che per noi >occidentali sono inconcepibili (pensiamo al calvario delle donne...) >Amarli vuol dire convertirli. >E' possibile che non si trovino nella cristianità altrettanti aspiranti >martiri d'amore quanti sono gli aspiranti martiri dell'odio islamico? Scusami Cosimo. Spesso ho ricevuto tuoi messaggi apprezzando il tuo impegno per la pace e la nonviolenza, con ottima documentazione sull'OdC, ma questa volta non sono per niente d'accordo. In questo momento, molta parte della società civile che come tutti noi stava provando a costruire un mondo migliore e che ha sempre denunciato le guerre ed i motivi nascosti che le provocano sempre, sta cercando di ragionare. Gli elementi sono pochi, ma mi sembra che una evidenza è certamente il fatto che per l'efferatezza degli obiettivi, l'intelligenza tattica e le risorse usate non possiamo parlare di un atto di terrorismo in senso classico. Lo dico da pacifista convinto, proprio perché ho la brutta sensazione che così faccendo si potrebbe sottovalutare quella che potrebbe essere una vera e propria apertura di ostilità per un conflitto a più ampio spettro. Studiosi ben più documentati di me, come Achille Lodovisi, in questo senso da tempo predicavano la fragilità della nostra società costruita su una complessità, un'integrazione ed una strutturazione che ci rende ostaggi di un modello di sviluppo che non riesce più a garantire benessere e prosperità generalizzate a fronte delle immani risorse umane, ambientali, economiche, sociali, che chiede per dispiegarsi. Gli USA incarnavano questa contraddizione e con l'atteggiamento dell'amministrazione Bush hanno esasperato la situazione, isolandosi da doveri e responsabilità nei confronti del resto del mondo, in quello che potrebbe essere l'inizio di un cinico gioco di amministrazioni politiche contrapposte dagli interessi economici in gioco, e dalle grigie prospettive che Kyoto e recesione mondiale fanno intravedere, che hanno come scopo principale quello di salvaguardare gli attuali equilibri di potere e chi ne beneficia. Il fondamentalismo islamico, così, rischia di essere solo lo specchietto delle allodole del sistema informativo globalizzato. Come potremo auspicare convivenza, ecumenismo, se per primi noi ci facessimo contaggiare dal morbo dell'identitarismo religioso, etnico, culturale? Io non credo che l'Islam sia uguale al fondamentalismo, anche se so che esistono i fondamentalisti come categoria e mi fanno paura da qualsiasi pare vengano. Piuttosto che pregare per la loro conversione, comincerei ad auspicare che dall'una e dall'altra parte di intensifichino dialogo e reti sociali di scambio ed accoglienza per sconfiggere dal basso quell'escalation di violenza che dalla diffidenza porta all'odio e al cinismo di chi sceglie perfino di sacrificare la propria vita per distruggere quella del nemico. Forse non c'è metafora più forte per spiegare quale barbaria assoluta sia, e quanto dovremmo cercare di comprenderla per non rimanere vittime o complici. M. --Cut-here---------8<------------------8<------------------8<-------------
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