Nonviolenza a Torino e ... altrove.



Sabato 21 dalle ore 16 a Torino almeno 500 persone (contate) hanno dato vita ad un'azione nonviolenta.
Convergendo dai punti di ritrovo periferici le file indiane, assai sparpagliate, hanno passeggiato verso la centrale piazza Castello.
Quasi tutti i partecipanti indossavano cartelli a sostegno della solidarieta' internazionale e di critica - ovviamente pacata e nonviolenta - ai metodi globalizzatori dei Grandi PREpotenti del gi'otto.
In piazza Castello ci aspettava una magnifica sorpresa: un nutrito gruppo di inglesi, partiti in pulman per Genova, a cui era stato impedito l'accesso alla citta' blindata e che avevano scelto Torino come meta alternativa. Grazie a loro la manifestazione si e' arricchita di colore ed e' divenuta "internazionale".
Contrariamente a quanto riferito dai lillipuziani bolognesi, non abbiamo visto anarchici, ne' al fianco nostro sventolavano bandiere di partiti. Occorre anche segnalare a nostra autocritica che c'era una sola  multicolore bandiera della PACE (senza asta, ovviamente).
Clima piu' che sereno, servizio d'ordine gratuito fornito con accortezza ed in sordina da agenti in borghese della Polizia di Stato.
Riformato il serpentone, abbiamo ancora compiuto alcuni giri della piazza tra gente incuriosita. Poi lentamente la folla e' andata assottigliandosi, finche' anche il gruppo dei promotori ha lasciato piazza Castello per raggiungere il vicino Centro Sereno Regis.

Commento.
La manifestazione ha dimostrato che la pratica della sfilata in fila indiana puo' venire applicata anche su gruppi di medie dimensioni. Diverso sarebbe certamente tentare di gestire manifestazioni quale quella genovese, essendo impraticabile / improponibile un Servizio d'Ordine nonviolento (chi accetterebbe di alzare le mani per fermare un infiltrato violento?).

Rispetto ai modi con cui affrontare gli aspetti violenti nelle societa' moderne, come manifestare la volonta' solidale ed alternativa, sono concorde con il messaggio ribadito in piazza Castello da Enrico Pejretti: - Lasciamoli soli. -
Da subito, attrezziamo la società civile per lasciare SOLO il ministro Scajola, vero responsabile dell'antidemocratico pugno di ferro in cui e' stata stritolata Genova; lasciamo SOLO l'onorevole La Russa e le sue demagogiche sparate televisive.
Lasciamo SOLI i violenti alle loro violente manifestazioni.
E protestiamo con forza per il blitz notturno contro centri stampa e dormitori, lesivo dei diritti democratici di ognuno.
Ricordiamo ai piu' giovani che questa strategia di tensione e ricerca dello scontro l'abbiamo gia' conosciuta nel sessantotto.
Anche allora solo le violenze facevano notizia.  Anche allora giovani in divisa venivano scagliati contro giovani in jeans. E la colpa sembrava sempre di quelli che, in sostanza, se le prendevano.  Ricordiamo, per evitare di ripetere ingenuita' e - questa volta - far crescere il pensiero solidale, invece che la contrapposizione individuale e di gruppo.

cordiali saluti ecopacifisti a tutti
Federico Fiandro