[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
La globalizzazione non può durare: intervista a Edward Goldsmith
- Subject: La globalizzazione non può durare: intervista a Edward Goldsmith
- From: "Arianna Editrice" <arianed at tin.it>
- Date: Mon, 16 Jul 2001 12:32:33 +0200
Rilanciamo intervista a Edward Goldsmith, autore di GLOCALISMO (Arianna Editrice), ricordando l'incontro di San Rossore, il prossimo 18 luglio, a cui parteciperà in prima persona (insieme a I. Illich, V. Shiva, J. Bovè). Ricordiamo altresì il suo ultimo libro «Ecologia della salute, della disoccupazione e della guerra» (Muzzio, Padova). La Stampa INTERNI Domenica 15 Luglio 2001 intervista IL MAESTRO INGLESE DEGLI ECOLOGISTI PARTECIPERà; IL 18 luglio AL «CONTRO-MEETING» DI SAN ROSSORE - PISA (ore 10 - 18.00) Mario Baudino - La globalizzazione non può durare SIENA IL suo modello sono le «società stabili» legate al territorio, tradizionaliste, autoregolate, in fondo collettiviste e a crescita zero, dove le nascite eguaglino le morti. Detta così, può apparire un'utopia poco attraente, ma Edward Goldsmith, seguitissimo maestro inglese di ecologisti e antiglobalisti, è convinto che non ci sia altra alternativa alla distruzione del pianeta. Prendere o lasciare. Lo dice dal 1969 sulla sua rivista, «The Ecologist», culla dei movimenti ambientalisti internazionali, lo ha scritto nei molti libri di cui parecchi tradotti in italiano. I più celebri sono «Il Tao dell'Ecologia» (Muzzio) e «5000 giorni per salvare il pianeta» (Zanichelli). Il più recente è «Ecologia della salute, della disoccupazione e della guerra» (Muzzio). Già nel titolo risuona un programma basato sul rifiuto dei liberi commerci internazionali, cui andrà aggiunto anche quello della fiducia nel progresso tecnico scientifico. Goldsmith, che trascorre parte dell'anno in Italia, nel Chianti, sarà mercoledì a San Rossore per il meeting «From Global to Glocal». Questioni globali, soluzioni sociali, organizzato dalla Regione Toscana con molti «guru» della lotta alla globalizzazione. Ha senso, professor Goldsmith, dire no al fenomeno in quanto tale, rifiutarlo in blocco? «Si deve. Il commercio internazionale è aumentato dal 1950 ad oggi di 18 volte. Se fossero state vere le promesse, vivremo in paradiso. Invece la povertà cresce come mai prima d'ora» I vostri avversari dicono che non è vero. Che, anzi, nell'Est è diminuita. «E allora che cosa rappresentano le foreste tagliate, l'estrema miseria delle popolazioni, i colossali debiti esteri? In India c'è sempre fame e carestia. La risposta è che non si può immaginare di nutrire il mondo a questo modo, trasformando le popolazioni in importatori ed esportatori di cibo, costringendo i Paesi poveri a comprare progetti per infrastrutture dagli effetti disastrosi, come per esempio le dighe» Su questo anche le organizzazioni «ufficiali» hanno detto basta. Si è riconosciuto che i grandi sbarramenti fluviali sono dannosi. «E' tardi. Le faccio ancora l'esempio dell'India, dove 54 milioni di contadini sono stati cacciati dalle loro terre, per finire negli slums delle metropoli. Taiwan, la Cina, la Corea e lo stesso Giappone hanno perso più della metà del loro suolo fertile, l'acqua scarseggerà spaventosamente nei prossimi anni, si arriverà a due terzi della popolazione mondiale in stato di carenza: dovrà essere importata, come accade per il cibo. Si vuole creare un paradiso per le multinazionali, rimuovendo le regole che proteggono i poveri e le comunità locali. Il G8 lo fa sistematicamente». Niente dialogo, quindi? «Guardi, la globalizzazione è un fenomeno temporaneo, che non può durare. Pensi alle crisi finanziarie che costellano questi nostri anni. La gente se ne sta accorgendo, il movimento è sempre più forte, anche se abbiamo tutti contro. La politica di Bush porta verso l'estinzione dell'umanità: ma in tal caso non ci sarà più economia, non ci sarà più nulla. Credo che le cose stiano cambiando. Bisogna preparare il collasso di questo sistema, che arriverà comunque» Come pensa di convincere la gente a dire addio alla modernità, e vivere in comunità di tipo tradizionale, autosufficienti, povere e austere? Non c'è in esse una cifra totalitaria? «Totalitario è il Wto, l'Organizzazione mondiale sul commercio, che impone a tutti le sue leggi». Quale spazio di libertà prevede nella «società stabili» da lei prefigurate? «Io credo nei doveri verso la famiglia e la comunità, nell'idea di religione e di tradizione. Orribile è la società individualistica, atomizzata, di massa. Non c'è libertà ma solo Coca Cola, organismi geneticamente modificati e Mc Donald's» E crede nella distinzione tra destra e sinistra? «Abbiamo visto che i governi dell'una e dell'altra parte non fanno nulla per la gente. Temo sia da questo punto di vista una differenza irrilevante» Copyright ©1999 La Stampa Arianna Editrice Via Caravaggio 34 I-40033 Casalecchio (BO) tel/fax 051560452 cellulare 03355846937 arianed at tin.it www.ariannaeditrice.it
- Prev by Date: conferenza stampa
- Next by Date: Bologna Social Forum: Tutte e tutti a Genova senza paura
- Previous by thread: conferenza stampa
- Next by thread: Bologna Social Forum: Tutte e tutti a Genova senza paura
- Indice: