10/07 Roma: Non ci vuole un fisico bestiale - Gruppi di Affinità Nonviolenti verso il G8



NON CI VUOLE UN FISICO BESTIALE

A Genova l'oggetto del contendere, "aperture" del governo a parte, è ormai
la "linea rossa": non la grande domanda di democrazia e giustizia espressa
dal movimento antiliberista, ma una virile e cavalleresca tenzone. Vediamo
diffondersi tra tanti e tante una rassegnata quanto pericolosa convinzione:
per andare a Genova ci vuole un fisico bestiale. Lo scenario che ci attende
sembra essere quello di uomini in divisa con i loro scudi, contrapposti ad
altri con divise diverse ma con scudi speculari, in un gioco di rimandi di
identità amplificati dai media e osservanti lo stesso ordine simbolico.
Questa mobilitazione rischia di ridursi alla perpetuazione di vecchie
culture gerarchiche e di potere che tradiscono la subalternità alle logiche
patriarcali del pensiero unico, e la cui efficacia politica - al di là
della conquista di qualche copertina - è tutta da verificare. Crediamo che
si debba evitare la trappola di enfatizzare il confronto fisico-militare
come luogo centrale della mobilitazione. Perché ogni militarismo, dei
potenti come degli oppressi, produce omologazione, lasciando i contendenti
più simili di quanto non fossero prima dello scontro e azzerando le
differenze e l'autonomia dei soggetti all'interno di ognuno degli
schieramenti in lotta. E costringe la maggioranza a restare in silenzio ai
margini, senza nemmeno comprendere fino in fondo cosa succeda.

Ma se ci interroghiamo sulle forme (e dunque le culture) messe in campo dal
movimento non è certo per chiedere un'attenuazione del conflitto: al
contrario, chiediamo un più ampio ed effettivo dispiegamento dei conflitti
possibili. Ci interessa che questa mobilitazione esprima tutta la sua
ricchezza di domande e culture. Ci interessa costruire a Genova, come hanno
scritto alcune donne, la "visibilità dei corpi nella loro varietà inerme,
tutto il molteplice possibile, niente di uniforme o in uniforme". Si può
ancora fare, se coloro che oggi escludono di partecipare o sono incerti
sceglieranno di esserci, se saremo veramente tutti, come persone, non come
un esercito.

Il modo che noi abbiamo scelto per andare a Genova è organizzarci come
Gruppo di Affinità per realizzare azioni dirette nonviolente, in rete con
decine di altri gruppi in tutta Italia. Ma rifiutando la violenza, nelle
sue varianti più o meno "disobbedienti", respingiamo anche la scelta di
qualsiasi ruolo costruito puramente sulle tecniche di piazza. Non ci basta
- anche se lo facciamo - attrezzarci psicologicamente a subire la violenza
poliziesca senza reagire: ci ostiniamo a non dare per scontato lo scontro,
perché la nonviolenza non è semplicemente una tecnica, ma la scommessa
sulla possibilità di costruire uno spazio di democrazia conflittuale.

Chi a Roma vuole riflettere su come giocare questa scommessa, chi non ha un
fisico bestiale, chi semplicemente non sa ancora come andare a Genova ma
vorrebbe farlo, è invitato a incontrarsi con noi in una serata di
discussione non convenzionale,

MARTEDI 10/07 ALLE 19.00 PRESSO LA F.G.E.I. IN VIA FIRENZE 38, ROMA.

Chiara Cavallaro, Stefano Ciccone, Michele Citoni, Guido Giordano,
Massimiliano Luppino, Chiara Luti, Jones Mannino, Pietro Olla, Catia Papa,
della "Brigata molle" di Roma.
Info: mi_cito at yahoo.it

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