Chi e' il Gruppo degli 8 ?



Vi invio un articolo apparso sul quotidiano La Gazzetta del
Mezzogiorno di Tonio dell'Olio, coordinatore nazionale di Pax Christi.
Saluti di pace.
Giorgio Gatta

=======================================================

Nell'aprile dello scorso anno ho compiuto
una delle mie visite nel sud del mondo. Mi trovavo ad Agangrial, un
villaggio nella regione del Bahr El Gahazal in Sud Sudan. Zona impervia e
difficile, afflitta da una carestia ciclica e da un permanente stato di
guerra che dura ormai da 18 anni. Ero riuscito ad arrivare fin lì grazie
all'appoggio logistico di alcuni padri comboniani e di Mons. Cesare
Mazzolari un vescovo italiano che guida la diocesi di Rumbek. Nella
poverissima scuola del villaggio, sotto un tetto di paglia, scrivendo nella
polvere e seduto su banchi che erano poco più che dei tronchi levigati.
cercavo di spiegare ad alcuni ragazzini i motivi della guerra e l'importanza
di rafforzare il processo di pace in quel Paese; perché avrebbero dovuto
ribellarsi al reclutamento dei ribelli che controllano la zona e quale ruolo
sta giocando la comunità internazionale; quali sono le responsabilità delle
industrie petrolifere impegnate nell'estrazione del petrolio in Sudan e
quale peso ha l'acqua del Nilo che attraversa quella nazione. Le domande che
seguirono da parte dei ragazzi evidenziavano un interesse tutto particolare
e bruciante.. ma nonostante tutto, di quell'incontro io ricordo la domanda
secca e decisa di un bambino: "Parli di pace. Ma spiegami: che cosa è la
pace?" Fu come una rivelazione. Quel bambino forse non aveva mai sentito
quella parola e sicuramente non ne coglieva il significato dal momento che
era stato concepito, era nato ed era sempre vissuto in un clima di guerra.
Era normale per lui come per tutti gli altri abitanti del villaggio
ascoltare il rombo sinistro dell'Antonov che arrivava e correre verso una
delle buche scavate ai bordi della strada sterrata per trovare un
improbabile quanto precario rifugio. Dare ai giorni il sapore della
precarietà, vivere sotto la minaccia costante delle bombe, delle malattie e
della pancia vuota. per quella gente rappresenta la normalità.
Se parlo di questo bambino è perché ha un
nome, una storia, un luogo in cui abita. Ha una famiglia dei progetti e dei
sogni da realizzare esattamente come tutti i bambini del mondo. Quel bambino
non è il numero dell'ennesima statistica sullo stato di miseria del pianeta,
non è la percentuale che ci aiuta a ricavare un'iniqua media sui consumi,
non è "folla" in esodo che vaga sotto i colpi della guerra.
Mi chiedo se i rappresentanti degli otto
Paesi che si incontreranno a Genova e i loro governi hanno presente che i
poveri hanno un volto, una vita e dei sogni. Se davvero vogliono adoperarsi
per scardinare definitivamente i chiodi che li tengono crocifissi alla fame
e alla guerra, alla malattia e all'analfabetismo. Se ho scelto di far parte
della folla dei contestatori è perché in piena coscienza devo ritenere che
non rientra negli interessi del gruppo degli Otto salvare il mio amico di
Agangrial. Se gliene importasse avrebbero fatto in modo che per tempo
funzionassero, e funzionassero bene, le agenzie delle Nazioni Unite e si
sarebbero battuti senza mezzi termini nell'Assemblea dell'ONU per porre
tutti gli aggiustamenti necessari per sconfiggere definitivamente la
miseria. Essi sanno ormai da tempo che non serve (non è mai servito!) a
questo scopo l'invio di aiuti umanitari e derrate alimentari, né sviluppare
programmi di assistenza e interventi di emergenza. Essi sanno bene che, al
contrario, basterebbe porre fine alla corsa per depredare le materie prime,
le fonti di energia e le risorse naturali di cui proprio i paesi del sud
sono ricchissimi. Ma finora nessuna decisione in tal senso è emersa dalle
loro riunioni. Al contrario, quella linea di politica di rapina è andata
incrementandosi e si è abbattuta con sempre maggiore forza sulla folla
sterminata dei poveri fino ad assumere le proporzioni di un debito e di
meccanismi creditizi che fanno arrossire di pudore anche i più accaniti dei
nostri usurai.
In definitiva il Gruppo degli 8 chi è? Non
rappresenta i paesi più abitati della terra, né quelli con il Prodotto
Interno Lordo più alto, non sono nemmeno quelli che hanno il reddito
nazionale più elevato. Il livello di industrializzazione (che è quello di
riferimento) sfugge di fatto alla rilevazione statistica! Il G8 è il club
delle nazioni che detiene il pacchetto di maggioranza presso il Fondo
Monetario Internazionale e la Banca Mondiale e condiziona pesantemente le
regole del commercio mondiale. L'affamamento deliberato dalle politiche
degli aggiustamenti strutturali quanto della concessione di crediti a tassi
impagabili. è stato stabilito da loro! Ma non fate la fatica di cercare le
parole per queste condanne a morte nei documenti che dal 1975 ad oggi sono
stati puntualmente resi pubblici dal club. Troverete soltanto una lista di
buone intenzioni! E' nelle politiche decise dai loro rappresentanti in
quelle istituzioni economico-finanziarie internazionali che vengono emesse
invece le sentenze.
Il Vangelo di Gesù di Nazareth impone a
tutti i cristiani almeno due modelli che si integrano e si propongono
all'umanità intera. Da una parte quello del "Samaritano" che vede il
malcapitato lungo la strada e se ne fa carico cominciando ad adoperarsi in
prima persona e suggerendo la soluzione dei suoi mali. E quella della
"cacciata dei mercanti dal tempio" per cui nessuna forma di connivenza è
possibile tra un'economia che stermina e un vangelo che libera. Siamo
chiamati a prendere coscienza oggi che il malcapitato lungo la strada è
diventato folla sterminata e che i mercanti nel tempio hanno trasformato i
banchi della vendita in sofisticati mercati finanziari dalle cui transazioni
dipendono spesso i destini di intere popolazioni. L'insegnamento del Cristo
non lascia scampo ad alcun compromesso e ci chiede di schierarci dalla parte
della folla che contesta i G8 in rappresentanza di quell'altra folla ben più
numerosa che ne subisce lo strapotere. Sin dal 7 luglio saremo a Genova con
i giovani che gravitano attorno ai movimenti e alle associazioni di
ispirazione cristiana e sarà un momento non solo di contestazione ma anche
di approfondimento dei meccanismi mondiali che riducono l'uomo in merce e
danno alle merci dignità quasi umana. Nei giorni del vertice saremo a
Boccadasse a digiunare e pregare (con questi mezzi il Vangelo ci insegna a
scacciare i demoni!) insieme alle congregazioni missionarie che più da
vicino condividono la sorte delle vittime della globalizzazione dei mercati.
Non disdegneremo affatto di essere parte del Popolo di Lilliput che
nonviolentemente vuole farsi voce di coloro ai quali non è concesso neppure
di gridare le proprie ragioni di vita. In ogni caso diciamo un NO deciso ad
ogni forma di violenza perché l'uso della forza nella contestazione in
nessun caso possa divenire alibi per chi adopera violenze ben più micidiali.
Le ragioni nobili come la pace, la giustizia e la salvaguardia del creato
altrettanto nobilmente devono proporsi e, per noi cristiani, si coniugano
più con il vocabolario della croce che con quello della spada, più con il
sacrificio della propria vita che con l'offesa di quella altrui.

Tonio Dell'Olio
coordinatore nazionale di Pax Christi



----------------------------------------------------------------
   Pax Christi Faenza
   c/o Giorgio Gatta
   via Bendandi, 25
   48018 Faenza RA
   Tel. e Fax 0546/634280
   e-mail: ggatta at racine.ra.it
----------------------------------------------------------------