Verbale assemblea Berretti Bianchi



Cari amici, vi invio in allegato il verbale della nostra assemblea di
Firenze. Poichè questo materiale viene inviato anche ad alcuni non
iscritti, ricordo che chi non volesse più ricevere la nostra posta, basta
che me lo comunichi e sarà accontentato. Un caro saluto a tutti.
per la segreteria dei Berretti Bianchi
Silvano Tartarini



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VERBALE ASSEMBLEA NAZIONALE BERRETTI BIANCHI ONLUS
FIRENZE 6 MAGGIO - 2001
C/O CENTRO LA PIRA-VIA PESCIONI 3

Inizio assemblea ore 10,50

Si da inizio all'assemblea con la nomina del Segretario e del Presidente
della stessa.
Si propone il socio Silvano Tartarini e il socio Alberto L'Abate
rispettivamente come segretario e Presidente dell'Assemblea.
L'Assemblea dei soci approva all'unanimità.
Ore 10,55-Il segretario da lettura della proposta dell'ordine del giorno.
Dopo discussione tra i soci, il Presidente mette in approvazione il
seguente ordine del giorno:

ATTIVITA' DELLA MATTINATA 10,55-13,10
-Relazione sull'iniziativa di Butembo ( Licio Lepore e altri)
- Relazioni sulle attività svolte a Belgrado ( Rolando Cecconi)
- Proposte di nuove iniziative ( proposta M. Torti, A. Navarra)
- ONLUS-modifica statuto
Ore 13,10: Pausa Pranzo

ATTIVITA' DEL POMERIGGIO- inizio lavori ore 14,30
- Riflessioni in Assemblea sugli interventi della mattina e proposte di lavoro.
- Votazione delle modifiche allo Statuto presentate dalla Segreteria-
modifiche necessarie per l'iscrizione come ONLUS.
- Rinnovo cariche sociali
- approvazione bilancio consuntivo 2000 e di previsione 2001
- Dibattito sulle proposte e sulle decisioni rimaste da prendere
Ore 18
- Chiusura dei lavori
L'ordine del giorno viene approvato all'unanimità e il Presidente invita i
soci che si sono recati a Butembo a relazionare all'assemblea.

Relazione Butembo-intervengono Licio lepore, Fabiana Bruschi e Pierluigi
Ontanetti.
Licio lepore
-A Butembo abbiamo ricevuto una accoglienza che ci ha dato la
responsabilità di dover costruire noi qualcosa, perché per loro noi si
portava la pace.
La speranza era che il nostro arrivo avrebbe per quelle popolazioni portato
un cambiamento.
In parte questo è avvenuto. Infatti, il leader della guerriglia Bemba è
intervenuto dichiarandosi sì leader armato della pace, ma promettendo, poi,
incalzato dalla popolazione del luogo, l'allontanamento dei suoi soldati da
alcune città e chiedendo scusa per i massacri avvenuti per mano dei suoi
uomini.Abbiamo poi verificato che ha mantenuto gran parte delle promesse
fatte.
Uno dei problemi più gravi ai quali è urgente mettere mano è il problema
dell'inserimento nel tessuto sociale dei bambini soldato.
La nostra azione ci ha permesso di prendere coscienza che quello che è
stato fatto dalla diplomazia popolare poteva essere fatto dalla diplomazia
ufficiale, ma questo, purtroppo, non è avvenuto. Al momento la nostra
iniziativa prosegue con gemellaggi familiari che faranno arrivare soldi
dall'Italia per permettere che gli orfani di questa guerra possano
frequentare la scuola.
Per ultimo voglio ricordare che si sta lavorando ad una iniziativa da
tenersi a Roma il 20 maggio dove si intende riportare le conclusioni
politiche del Simposio che si è tenuto a Butembo nel febbraio scorso.


Fabiana Bruschi
- Voglio ricordare che il nostro gruppo si è recato anche preso un
villaggio ad alcune decine di chilometri da Butembo.
Qui esiste una realtà bellissima coordinata e animata da un religioso
italiano, che ha organizzato una scuola per i bambini orfani. L'impegno di
questo religioso e della popolazione del villaggio è ammirevole e merita di
essere aiutato in tutte le forme possibili, perché attraverso queste
iniziative ci si oppone concretamente alla guerra e attraverso lo studio e
il lavoro comune si socializza le esperienze e si aiuta l'inserimento di
chi è in difficoltà.

Pierluigi Ontanetti
- Vorrei far riflettere su un problema interno al gruppo dei trecento che
si sono recati a Butembo.Il problema è la difficoltà a far passare in
termini culturali l'utilizzo del metodo del consenso.Infatti l'esperienza
dell'iniziativa in Congo non è stata realizzata grazie al Coordinamento, ma
grazie ai Gruppi di affinità che nell'incontro di Bologna dove si sarebbe
deciso di non andare, sono riusciti a far tenere una finestra aperta. E'
grazie a questo che poi siamo andati.
Un altro elemento di riflessione che vorrei portare è che finita
l'esperienza concreta spesso finisce tutto e solo la base rilancia
l'esperienza. C'è quindi un contrasto vertice-base, che va affrontato. Un
elemento fortemente positivo che mi sento di portare qui è la bellissima
realtà dello scoutismo africano che ha già organizzato e continua ad
organizzare una resistenza nonviolenta.

Presidente
- Propongo che questa riflessione sui gruppi di affinità si faccia nel
pomeriggio.
L'Assemblea approva e il Presidente dà la parola a Rolando Cecconi perché
relazioni sull'attività dell'ambasciata di pace di Belgrado.

Rolando Cecconi
- Esporrò la mia relazione per punti e cercherò di essere sintetico.
a) Banija Koviliaca- sono stati consegnati i lettini per le camere dei
bambini ed ho qui con me due foto che vi mostro ( mentre Rolando Cecconi
continua la sua esposizione le due foto passano di mano per la visione).
Ora dobbiamo chiudere l'aiuto promesso con la consegna degli armadi. Spero
che il nostro Tesoriere abbia già provveduto a sollecitare in questo senso
la Tavola Valdese.
- Tartarini interviene per precisare che dovrebbe già averlo fatto-
Cecconi- Per quanto riguarda il viaggio in Italia dei bambini ospiti
dell'orfanotrofio di Banija Koviliaca, ci sono state un mare di
complicazioni burocratiche, che ora si spera siano state tutte superate.
Per quanto riguarda il progetto di ospitalità vorrei che ne parlasse il
nostro Antonio Campanini.

Antonio Campanini
-L'Associazione di Guastalla ( RE) che ospiterà in Italia i bambini si
chiama " Un bambino per amico"ed è attiva dal 1993 sul tema dell'educazione
alla pace.Ha già portato in Italia bambini di varie realtà ed ha una
esperienza abbastanza consolidata su queste iniziative. I bambini di Banija
Koviliaca saranno ospitati in una struttura parrocchiale in modo da poter
essere a contatto con i bambini di Guastalla.L'Associazione ha avuto ed ha
finanziamenti dalle istituzioni locali ( provincia,regione).Se così non
fosse non sarebbe stato possibile far venire in Italia i bambini serbi
anche perché i costi si presentano superiori alle previsioni.
Rappresentanti dei "berretti bianchi" saranno invitati ad alcune iniziative
che faremo a Guastalla assieme ai bambini, ai loro accompagnatori e alla
popolazione di Guastalla.


b) Gemellaggi- Da Belgrado ho preso contatto telefonico con le scuole
italiane per sapere se erano ancora interessate al gemellaggio con le
scuole serbe. Due scuole mi hanno risposto in modo affermativo: la Scuola
di Dolianova( Cagliari) e la Scuola Elementare di Vicomoscano(Cremona).
Ho poi preso contatto con le scuole serbe di Valijevo (Scuola Elementare
Sorelle Ilic) e di Kruscevaz ( Scuola Elementare Vuk Karagic).
Sono stati inoltre consegnati i giocattoli arrivati dagli amici
dell'Inghilterra. Di questo ci siamo dovuti occupare noi in prima persona
perché la Croce Rossa non aveva mezzi adatti a questa consegna che era
molto voluminosa.
Ricordo che alle due scuole italiane ora gemellate dobbiamo aggiungere il
gemellaggio della scuola inglese (Scuola materna All Saints Play Group-All
Saints Catholic Primary School ) gemellata con la Scuola Materna di Valjevo.


c) Libro Nicolic ( esperienza didattica di pace degli insegnanti della
Scuola di Valijevo)
 Il libro è pronto, manca solo la traduzione in italiano. Come saprete ci è
stato chiesto di finanziare e sostenere l'iniziativa e abbiamo accettato.
In un primo tempo sembrava che il costo dovesse essere di 5 DM a volume.
Successivamente ci è stato chiesto 3DM a volume. Noi abbiamo chiesto di
avere 500 copie del libro su una tiratura di 2000 copie. 1500 copie saranno
distribuite gratis alle scuole serbe.Sulla pubblicazione è bene che
intervenga Riccardo Luccio che ne curerà la traduzione e che è stato il
primo di noi a venire a conoscenza della cosa ed a interessarsi a questa.

Riccardo Luccio
- L'esperienza riportata nel libro racconta come si è riusciti a fare
andare a scuola i bambini sotto le bombe ed è curata dal professor Kamenov,
che è uno psicologo dell'Università di Novi-Sad. Il professor Kamenov
coordinava il lavora che Zdravo da ste, che è una associazione che lavora
sul terreno del sostegno psicologico ai bambini, stava facendo nelle scuole
di Valijevo durante il periodo dei bombardamenti sulla Serbia. Il libro è
stato composto da un editore di Novi-Sad.
Il libro che si intitola " Come abbiamo vinto la guerra" si compone per una
metà circa di fotografie e racconta l'esperienza realizzata dagli
insegnanti della Scuola Materna " Milica Nozica" e dai bambini del
Distretto di Valijevo durante la guerra. I bombardamenti non distruggevano
solo gli stabilimenti militari e quelli della polizia ma anche la fabbrica
"Krusik" dove lavorava la maggioranza della gente di Valijevo e venivano
distrutte le scuole elementari e le scuole materne, le case e l'ospedale.
Ma il danno più grave era nella psiche delle persone e in particolare dei
bambini che erano spaventati e non potevano capire. L'amore per i bambini
ha mosso questa esperienza per la quale dobbiamo ancora trovare i soldi. Su
questo il nostro segretario potrà dirci qualcosa di più.
Silvano Tartarini
- Per sostenere finanziariamente e politicamente questa iniziativa abbiamo
deciso di cercare di coinvolgere le istituzioni locali. Per ora ha risposto
positivamente solo il Comune di Viareggio.
L'assessore alla cultura ci ha informato di aver già indirizzato alla
nostra associazione una lettera, che ancora non è arrivata, con la quale
l'assessorato alla cultura del Comume di Viareggio assume un impegno in
favore di questa iniziativa.
Senza dare niente per scontato, è comunque qualcosa. Il problema che ci
siamo assunti si potrà risolvere trovando un'altra realtà o due di questo
tipo e rivolgendoci successivamente alle scuole.Per finanziare il tutto, le
500 copie che ritireremo saranno sufficienti.

Maurizio Torti interviene per raccomandare che il libro, proprio perché
porta delle foto, sia di buona qualità

Antonio Campanini propone di ricavare poi una mostra dal libro e
utilizzarla per far conoscere l'iniziativa.

Enzio Sciacca si chiede perché non cercare di interessare un editore
italiano alla cosa, soprattutto per la distribuzione del libro.

Antonio Campanini condivide la proposta di Enzio e aggiunge che potremmo
chiedere un prestito alle MAG.

Il Presidente propone di dare da subito mandato a Riccardo Luccio di
tradurre il testo dal serbo in italiano. L'Assemblea approva.

d) Rapporti con le ong locali e società civile-Da quando dirigo
l'ambasciata di pace a Belgrado siamo stati in contatto con le Donne In
Nero, con OTPOR, con l'Associazione 484, con INSA, una associazione di
giovani antimilitaristi del Montenegro,con Medici Senza Frontiere e
Farmacisti Senza Frontiere.Abbiamo avuto anche ottimi rapporti con l'ICS di
Belgrado e abbiamo creato tantissime relazioni con la società civile
attraverso l'uso delle cene.Tante persone, da noi invitate a cena, sono
passate dalla nostra ambasciata di Belgrado.Tra l'altro c'è la proposta
delle Donne in Nero di Belgrado di organizzare assieme un Convegno in
Montenebro ( noi, le donne in nero più l'INSA).
E vi voglio raccontare del primo maggio a Belgrado. In piazza c'erano anche
le Donne In Nero che raccoglievano firme a favore dell'obiezione di
coscienza..Nella piazza dietro Terazje c'erano circa 2000 persone. Il
Sindacato ha offerto a tutti pasta e fagioli e un pane intero.Per quella
pasta e fagioli e quel pane, vi garantisco, che c'era una attenzione a cui
noi non siamo abituati.

Finita la relazione di Rolando il Presidente passa la parola a Gandolfi,
che l'aveva richiesta.

Angelo Gandolfi
Vicino ad Aleksinac c'è un campo profughi. I profughi sono assistiti dalla
Croce Rossa e dall'Alto Commissariato per i Profughi. Ma nessuno si occupa
attualmente del loro rientro a casa.
La mia proposta è che noi si lavori perché questi profughi rientrino alle
loro case.

A questo punto il Presidente passa alla presentazione delle proposte e cede
la parola prima a Maurizio Torti e poi ad Alfonso Navarra.

Maurizio presenta la sua proposta di una mostra itinerante sulla "
questione palestinese" che dovrebbe essere realizzata da fotografi
palestinesi e israeliani. Pone il problema del coinvolgimento su questo di
altre forze oltre la nostra e indica i tempi di partenza dell'iniziativa in
fine settembre-inizio ottobre.

Alfonso presenta la sua proposta di una rivista delle ONLUS, ma precisa che
intendeva solo fare una anticipazione perché del tutto si potrà discutere
solo dopo il 28 maggio 2001, quando si sarà costituita la CONFONLUS, una
struttura al servizio della Società Solidale.

Chiusa la presentazione delle proposte, chiede la parola Enzio Sciacca, che
propone di aderire
Alla Tavola della Pace e contemporaneamente alla Federazione dei Movimenti
Nonviolenti.
Su questa proposta si apre la discussione che vede emergere e far sua
dall'assemblea la proposta di aderire da subito alla Rete Lilliput. Si dà
mandato per questo alla Segreteria.
Il Presidente ricorda a tutti che il testo del nuovo statuto che andrà in
discussione per l'approvazione nel pomeriggio è presente nella cartella di
ognuno unitamente al vecchio statuto in vigore. Invita tutti a leggere il
nuovo statuto durante l'ora della pausa pranzo e sospende i lavori che sono
le ore 13,20 e decide la ripresa degli stessi alle ore 14,30.

Si riprende i lavori che sono le ore 14,30.
Il Presidente dà la parola al segretario perché spieghi le ragioni delle
modifiche proposte allo statuto.

Il segretario spiega che le ragioni sono di ordine legale, avendo da sempre
la nostra assemblea dei soci deciso l'iscrizione della nostra associazione
all'ordine delle ONLUS. Si tratta in sostanza di avere uno statuto in
regola per questa iscrizione. Si apre la discussione e si danno i
chiarimenti richiesti, dopo di che il Presidente chiama la votazione.
L'Assemblea approva lo statuto sociale all'unanimità dei presenti.
Si passa poi alla discussione per il rinnovo delle cariche sociali.
Dopo gli interventi di alcuni soci che suggeriscono di confermare in blocco
il vecchio Consiglio Nazionale, prende la parola il Presidente.
Alberto L'Abate: Credo che ci sia l'esigenza di aprire il Consiglio a
persone nuove, ma il nuovo statuto che abbiamo appena approvato permette la
costituzione del Gruppo a soli cinque iscritti. E il rappresentante di ogni
Gruppo partecipa di diritto al Consiglio Nazionale. Per questo motivo
concordo con la proposta di rieleggere in blocco il vecchio Consiglio
Nazionale, unitamente alle altre cariche sociali, segreteria, tesoreria e
garanti.
Si passa alla votazione e l'Assemblea riconferma tutte le cariche sociali.
Si passa poi all'approvazione del bilancio consuntivo 2000 e del bilancio
preventivo 2001, che vengono approvati dall'assemblea dei soci presenti
all'unanimità.
Il Presidente propone di passare alla discussione delle proposte e delle
decisioni rimaste da prendere. Si decide di riprendere e approfondire il
problema della nostra presenza a Belgrado, riflettendo sul significato dei
" gruppi di affinità" e su come continuare là il nostro lavoro di
costruttori di pace.
Chiede e prende la parola Rolando Cecconi per fare presente che a Belgrado
è stata trovata una nuova casa che potrebbe essere adatta per sede della
nostra ambasciata di pace e il cui costo richiesto è di soli 350 DM contro
i 500 che paghiamo attualmente. Fa inoltre presente che lui non potrà
essere a Belgrado per tutto il periodo estivo, dato che le sue condizioni
di salute non sopportano il caldo.
Chiede e prende la parola Riccardo Luccio. Riccardo fa una riflessione
generale sul nostro lavoro e dichiara di non vedere la necessità di una
nostra presenza a Belgrado oggi, poiché si potrebbe essere più utili
altrove. Rispetto agli impegni in essere si potrebbero seguire
tranquillamente dall'Italia, senza la necessità di abitare sul posto.
Chiede e prende la parola Angelo Gandolfi, che si dice d'accordo con
Riccardo Luccio. Tuttavia, Angelo rileva la necessità di occuparsi dei
profughi di Lipovac ( profughi dalla Croazia). Sui rapporti con le ONG
locali sostiene che devono esistere in base ai progetti e non in base ai
rapporti personali. Angelo conclude sostenendo che, secondo lui, se
decidiamo di occuparci dei profughi dobbiamo restare, in caso contrario no.
Massimo Papini chiede di sentire Rolando Cecconi su questo: cioè se è il
caso di chiudere oggi il nostro lavoro a Belgrado.
Rolando Cecconi ricorda che già quando era presente Angelo Gandolfi a
Belgrado il problema era stato posto, ma poi accantonato. La realtà è che
la nostra organizzazione ha molteplici obiettivi e tutti difficili da
realizzare.
Chiede e prende la parola Silvano Tartarini: il problema fino a qui posto
si può dividere in due:
a) perché la nostra presenza a Belgrado
b) perché ci sono grosse difficoltà sulle cose da fare.
Noi siamo a Belgrado, perché c'eravamo nel maggio 1999 quando Belgrado era
bombardata e perché Belgrado vale un'altra situazione di difficoltà, né più
né meno. La nostra associazione è nata per costruire iniziative di pace
contro la guerra e dato che mezzo mondo è in guerra potremmo e dovremmo, se
ne avessimo la forza, anche essere altrove. Questo è pacifico. Tuttavia
siamo a Belgrado e dobbiamo trovare oggi ragioni sicure per lasciare quello
che abbiamo a suo tempo iniziato. Se la nostra azione soffre e non incide
dobbiamo guardare dentro di noi. Il problema non è confrontare giustamente
idee diverse, perché servono tutte, ma risolvere la nostra impreparazione a
rispondere ai problemi, il nostro non essere sempre "affini".
Ci siamo detti più di una volta che non possiamo affidare compiti di lavoro
delicato, come lo è la nostra presenza a Belgrado, a persone che non escono
dall'interno della nostra esperienza e che non siano sufficientemente
preparate. Tuttavia, questo spesso si è rivelato impossibile da attuare,
perché i tempi della preparazione e i tempi del fare spesso non coincidono.
E quando si prende delle decisioni in situazioni organizzative precarie è
facile anche sbagliare. Ora si rende disponibile per andare a Belgrado un
verde francese, che è conosciuto dal nostro Presidente. Ricordo che avevamo
deciso che Fabio Gismano collaborasse con noi per un periodo breve. Il
periodo è ormai trascorso e propongo che il nostro amico francese lo
sostituisca nella collaborazione con Rolando. C'è inoltre la disponibilità
di Angelo Gandolfi, il quale sarebbe pronto ad andare a Belgrado per un
mese dai primi di giugno ai primi di luglio di quest'anno.
Chiede e prende la parola Franco Poletti.
Io lavoro nella Kraijna. Là la situazione è ancora esplosiva. Una presenza
internazionale è necessaria. Ed è necessario che si mettono in ponte
progetti per il ritorno dei profughi alle loro case. Il ritorno a casa dei
profughi è il grosso problema dei Balcani. Ritengo necessario lavorare su
questo.

Chiede e prende la parola Maurizio Torti.
Credo che prima di chiudere con Belgrado sia necessaria una verifica con i
nostri referenti locali.
Poi cercherei di migliorare il nostro approccio ai problemi. Bisogna
costruire prima la base del nostro progetto. Dopo la discussione sul tema
dei Corpi Civili di Pace di Bruxelles quando e quanto ci siamo impegnati a
seguire ancora la cosa? Gli sviluppi che ha avuto e le scadenze che si sono
poi date?

A questo punto prende la parola il Presidente.
Alberto L'Abate:
Credo che sia giusto sperare che dal nostro lavoro emergano dei referenti
locali che continuino a lavorare sulle nostre linee. Ad oggi, sarei per il
rientro a Belgrado del solo Rolando ringraziando Fabio Gismano per l'aiuto
che ci ha dato collaborando con Rolando e lavorerei per far partire un
progetto per il ritorno a casa dei rifugiati. Continuerei a seguire la
regola della presenza a Belgrado contemporanea di due persone affiancando a
Rolando l'amico francese Etienne e poi affiancherei ad Etienne Angelo.
Impegnerei l'associazione nella preparazione del Convegno in Montenegro e
approfondirei i rapporti con le ONG locali. Seguirei, ovviamente, tutti i
nostri piccoli progetti di aiuto umanitario e non attualmente in essere.

Maria Gaias chiede la parola per fare presente la sua disponibilità a
dirigere il lavoro della nostra ambasciata di pace a Belgrado a partire dal
mese di settembre.

Si mettono in votazione e si approvano all'unanimità le proposte del
Presidente. L'Assemblea accetta l'offerta di Maria Gaias, che s'impegna a
partecipare al seminario " Chiamata alla Pace 3" che si terrà questa estate
in luogo e data ancora da precisare.
A questo punto il Presidente dà la parola ad Angelo Gandolfi perché ci
relazioni sul Contro G8 che si sta organizzando a Genova.

Angelo Gandolfi spiega che il General Social Forum ha ormai in gran parte
assunto una caratterizzazione nonviolenta e si sofferma sulla spiegazione
degli orientamenti di azione che si stanno delineando. Si sta lavorando tra
le altre cose all'idea di un grande corteo. Anche i Cobas dovrebbero
assumere delle iniziative. Le richieste sono di:
a) venire a Genova " in gruppi di affinità"
b) manifestare il due giugno fuori dalle prefetture in tutta Italia.
Nel dibattito che segue prendono la parola nell'ordine:
Enzio Sciacca: dobbiamo uscire da una situazione di minoranza attraverso la
nonviolenza. Tra violenza e nonviolenza non c'è possibilità di dialogo. La
nonviolenza deve riuscire a stare da sé. Nella situazione del G8 suggerisco
una dissociazione nonviolenta totale.
Alberto L'Abate: ho partecipato a Genova a delle iniziative che erano
sostanzialmente nonviolente. Ora credo che le cose siano diverse. Per
questo io punterei a un Controvertice.
Davide Caforio: la Rete Lilliput sta organizzando delle persone per
l'interposizione. Io cercherei di parlare prima con i gruppi che vogliono
svolgere azione nonviolenta.
Francesco Andreini: io pongo il quesito: se siamo disponibili ad andare in
zone di guerra perché non dovremmo confrontarci con forme di contestazione
violenta? Del resto mi pare che oggi si comincia a prestare attenzione al
fatto che non tutta la contestazione è violenta.
Marta Fusai: credo che debba sempre essere scelto il metodo del confronto,
tuttavia rilevo che nelle persone sta passando il messaggio della
contestazione violenta.
Enzio Sciacca: noi dobbiamo dire che siamo contro chi usa la violenza.
Maria Gaias: vorrei sapere a che iniziativa si deciderà di aderire a
Genova, per poter andare.
Conclusosi il dibattito sul G8, il Presidente chiede all'assemblea di
pronunciarsi sulle proposte formulate e rimaste in sospeso. Maurizio Torti
chiede la parola per precisare che ci sono state iniziative in Palestina
che hanno riscosso un certo successo e che per quanto riguarda la sua
proposta la formulerà al Consiglio Nazionale dei Berretti Bianchi al più
presto.
L'Assemblea invita i Consiglieri rieletti a riunirsi subito per l'elezione
del Presidente della nostra Associazione. Avendo esaurito l'ordine del
giorno e nessuno chiedendo la parola l'Assemblea si chiude che sono le ore
18,50.

Firenze 6 maggio 2001

Il Segretario dell'Assemblea
Silvano Tartarini

Il Presidente dell'Assemblea
Alberto L'Abate





Riassunto delle decisioni prese dall'Assemblea di Firenze del 6 maggio 2001:

a) L'Assemblea incarica Riccardo Luccio di tradurre dal serbo in italiano
il libro sull'esperienza realizzata nella scuola di Valijevo;
b) L'Assemblea decide di aderire alla Rete Lilliput e da mandato per questo
alla segreteria;
c) L'Assemblea approva il Nuovo Statuto dell'Associazione " Berretti
Bianchi Onlus";
d) L'Assemblea conferma tutte le vecchie cariche sociali.
e) L'Assemblea approva il Bilancio Consuntivo 2000 e il Bilancio di
Previsione 2001;
f) L'Assemblea decide di proseguire l'attività dell'Ambasciata di pace di
Belgrado (dando mandato al Consiglio Nazionale di individuare le persone
adatte all'incarico ) impegnandosi in particolare a:
1) far partire al più presto un progetto per il ritorno a casa dei profughi;
2) lavorare unitamente alle DIN e all'INSA alla preparazione di un Convegno
sul'o.d.c. in Montenegro;
3) approfondire i rapporti con le ONG locali.
g) L'Assemblea decide di realizzare un Seminario ( Chiamata alla Pace 3)
nel periodo estivo e dà mandato alla segreteria di individuare entro il
mese di maggio il luogo e i tempi e le
 modalità.
h) L'Assemblea invita il Consiglio Nazionale a riunirsi subito onde
procedere alla nomina del Presidente dell'Associazione. Il Consiglio,
appena rieletto, accoglie l'invito.

Il Segretario
Silvano Tartarini