[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Verbale assemblea Berretti Bianchi
- Subject: Verbale assemblea Berretti Bianchi
- From: "Silvano Tartarini" <bebitartari at bcc.tin.it>
- Date: Wed, 16 May 2001 14:21:31 +0200
Cari amici, vi invio in allegato il verbale della nostra assemblea di Firenze. Poichè questo materiale viene inviato anche ad alcuni non iscritti, ricordo che chi non volesse più ricevere la nostra posta, basta che me lo comunichi e sarà accontentato. Un caro saluto a tutti. per la segreteria dei Berretti Bianchi Silvano Tartarini __________________________________________________ VERBALE ASSEMBLEA NAZIONALE BERRETTI BIANCHI ONLUS FIRENZE 6 MAGGIO - 2001 C/O CENTRO LA PIRA-VIA PESCIONI 3 Inizio assemblea ore 10,50 Si da inizio all'assemblea con la nomina del Segretario e del Presidente della stessa. Si propone il socio Silvano Tartarini e il socio Alberto L'Abate rispettivamente come segretario e Presidente dell'Assemblea. L'Assemblea dei soci approva all'unanimità. Ore 10,55-Il segretario da lettura della proposta dell'ordine del giorno. Dopo discussione tra i soci, il Presidente mette in approvazione il seguente ordine del giorno: ATTIVITA' DELLA MATTINATA 10,55-13,10 -Relazione sull'iniziativa di Butembo ( Licio Lepore e altri) - Relazioni sulle attività svolte a Belgrado ( Rolando Cecconi) - Proposte di nuove iniziative ( proposta M. Torti, A. Navarra) - ONLUS-modifica statuto Ore 13,10: Pausa Pranzo ATTIVITA' DEL POMERIGGIO- inizio lavori ore 14,30 - Riflessioni in Assemblea sugli interventi della mattina e proposte di lavoro. - Votazione delle modifiche allo Statuto presentate dalla Segreteria- modifiche necessarie per l'iscrizione come ONLUS. - Rinnovo cariche sociali - approvazione bilancio consuntivo 2000 e di previsione 2001 - Dibattito sulle proposte e sulle decisioni rimaste da prendere Ore 18 - Chiusura dei lavori L'ordine del giorno viene approvato all'unanimità e il Presidente invita i soci che si sono recati a Butembo a relazionare all'assemblea. Relazione Butembo-intervengono Licio lepore, Fabiana Bruschi e Pierluigi Ontanetti. Licio lepore -A Butembo abbiamo ricevuto una accoglienza che ci ha dato la responsabilità di dover costruire noi qualcosa, perché per loro noi si portava la pace. La speranza era che il nostro arrivo avrebbe per quelle popolazioni portato un cambiamento. In parte questo è avvenuto. Infatti, il leader della guerriglia Bemba è intervenuto dichiarandosi sì leader armato della pace, ma promettendo, poi, incalzato dalla popolazione del luogo, l'allontanamento dei suoi soldati da alcune città e chiedendo scusa per i massacri avvenuti per mano dei suoi uomini.Abbiamo poi verificato che ha mantenuto gran parte delle promesse fatte. Uno dei problemi più gravi ai quali è urgente mettere mano è il problema dell'inserimento nel tessuto sociale dei bambini soldato. La nostra azione ci ha permesso di prendere coscienza che quello che è stato fatto dalla diplomazia popolare poteva essere fatto dalla diplomazia ufficiale, ma questo, purtroppo, non è avvenuto. Al momento la nostra iniziativa prosegue con gemellaggi familiari che faranno arrivare soldi dall'Italia per permettere che gli orfani di questa guerra possano frequentare la scuola. Per ultimo voglio ricordare che si sta lavorando ad una iniziativa da tenersi a Roma il 20 maggio dove si intende riportare le conclusioni politiche del Simposio che si è tenuto a Butembo nel febbraio scorso. Fabiana Bruschi - Voglio ricordare che il nostro gruppo si è recato anche preso un villaggio ad alcune decine di chilometri da Butembo. Qui esiste una realtà bellissima coordinata e animata da un religioso italiano, che ha organizzato una scuola per i bambini orfani. L'impegno di questo religioso e della popolazione del villaggio è ammirevole e merita di essere aiutato in tutte le forme possibili, perché attraverso queste iniziative ci si oppone concretamente alla guerra e attraverso lo studio e il lavoro comune si socializza le esperienze e si aiuta l'inserimento di chi è in difficoltà. Pierluigi Ontanetti - Vorrei far riflettere su un problema interno al gruppo dei trecento che si sono recati a Butembo.Il problema è la difficoltà a far passare in termini culturali l'utilizzo del metodo del consenso.Infatti l'esperienza dell'iniziativa in Congo non è stata realizzata grazie al Coordinamento, ma grazie ai Gruppi di affinità che nell'incontro di Bologna dove si sarebbe deciso di non andare, sono riusciti a far tenere una finestra aperta. E' grazie a questo che poi siamo andati. Un altro elemento di riflessione che vorrei portare è che finita l'esperienza concreta spesso finisce tutto e solo la base rilancia l'esperienza. C'è quindi un contrasto vertice-base, che va affrontato. Un elemento fortemente positivo che mi sento di portare qui è la bellissima realtà dello scoutismo africano che ha già organizzato e continua ad organizzare una resistenza nonviolenta. Presidente - Propongo che questa riflessione sui gruppi di affinità si faccia nel pomeriggio. L'Assemblea approva e il Presidente dà la parola a Rolando Cecconi perché relazioni sull'attività dell'ambasciata di pace di Belgrado. Rolando Cecconi - Esporrò la mia relazione per punti e cercherò di essere sintetico. a) Banija Koviliaca- sono stati consegnati i lettini per le camere dei bambini ed ho qui con me due foto che vi mostro ( mentre Rolando Cecconi continua la sua esposizione le due foto passano di mano per la visione). Ora dobbiamo chiudere l'aiuto promesso con la consegna degli armadi. Spero che il nostro Tesoriere abbia già provveduto a sollecitare in questo senso la Tavola Valdese. - Tartarini interviene per precisare che dovrebbe già averlo fatto- Cecconi- Per quanto riguarda il viaggio in Italia dei bambini ospiti dell'orfanotrofio di Banija Koviliaca, ci sono state un mare di complicazioni burocratiche, che ora si spera siano state tutte superate. Per quanto riguarda il progetto di ospitalità vorrei che ne parlasse il nostro Antonio Campanini. Antonio Campanini -L'Associazione di Guastalla ( RE) che ospiterà in Italia i bambini si chiama " Un bambino per amico"ed è attiva dal 1993 sul tema dell'educazione alla pace.Ha già portato in Italia bambini di varie realtà ed ha una esperienza abbastanza consolidata su queste iniziative. I bambini di Banija Koviliaca saranno ospitati in una struttura parrocchiale in modo da poter essere a contatto con i bambini di Guastalla.L'Associazione ha avuto ed ha finanziamenti dalle istituzioni locali ( provincia,regione).Se così non fosse non sarebbe stato possibile far venire in Italia i bambini serbi anche perché i costi si presentano superiori alle previsioni. Rappresentanti dei "berretti bianchi" saranno invitati ad alcune iniziative che faremo a Guastalla assieme ai bambini, ai loro accompagnatori e alla popolazione di Guastalla. b) Gemellaggi- Da Belgrado ho preso contatto telefonico con le scuole italiane per sapere se erano ancora interessate al gemellaggio con le scuole serbe. Due scuole mi hanno risposto in modo affermativo: la Scuola di Dolianova( Cagliari) e la Scuola Elementare di Vicomoscano(Cremona). Ho poi preso contatto con le scuole serbe di Valijevo (Scuola Elementare Sorelle Ilic) e di Kruscevaz ( Scuola Elementare Vuk Karagic). Sono stati inoltre consegnati i giocattoli arrivati dagli amici dell'Inghilterra. Di questo ci siamo dovuti occupare noi in prima persona perché la Croce Rossa non aveva mezzi adatti a questa consegna che era molto voluminosa. Ricordo che alle due scuole italiane ora gemellate dobbiamo aggiungere il gemellaggio della scuola inglese (Scuola materna All Saints Play Group-All Saints Catholic Primary School ) gemellata con la Scuola Materna di Valjevo. c) Libro Nicolic ( esperienza didattica di pace degli insegnanti della Scuola di Valijevo) Il libro è pronto, manca solo la traduzione in italiano. Come saprete ci è stato chiesto di finanziare e sostenere l'iniziativa e abbiamo accettato. In un primo tempo sembrava che il costo dovesse essere di 5 DM a volume. Successivamente ci è stato chiesto 3DM a volume. Noi abbiamo chiesto di avere 500 copie del libro su una tiratura di 2000 copie. 1500 copie saranno distribuite gratis alle scuole serbe.Sulla pubblicazione è bene che intervenga Riccardo Luccio che ne curerà la traduzione e che è stato il primo di noi a venire a conoscenza della cosa ed a interessarsi a questa. Riccardo Luccio - L'esperienza riportata nel libro racconta come si è riusciti a fare andare a scuola i bambini sotto le bombe ed è curata dal professor Kamenov, che è uno psicologo dell'Università di Novi-Sad. Il professor Kamenov coordinava il lavora che Zdravo da ste, che è una associazione che lavora sul terreno del sostegno psicologico ai bambini, stava facendo nelle scuole di Valijevo durante il periodo dei bombardamenti sulla Serbia. Il libro è stato composto da un editore di Novi-Sad. Il libro che si intitola " Come abbiamo vinto la guerra" si compone per una metà circa di fotografie e racconta l'esperienza realizzata dagli insegnanti della Scuola Materna " Milica Nozica" e dai bambini del Distretto di Valijevo durante la guerra. I bombardamenti non distruggevano solo gli stabilimenti militari e quelli della polizia ma anche la fabbrica "Krusik" dove lavorava la maggioranza della gente di Valijevo e venivano distrutte le scuole elementari e le scuole materne, le case e l'ospedale. Ma il danno più grave era nella psiche delle persone e in particolare dei bambini che erano spaventati e non potevano capire. L'amore per i bambini ha mosso questa esperienza per la quale dobbiamo ancora trovare i soldi. Su questo il nostro segretario potrà dirci qualcosa di più. Silvano Tartarini - Per sostenere finanziariamente e politicamente questa iniziativa abbiamo deciso di cercare di coinvolgere le istituzioni locali. Per ora ha risposto positivamente solo il Comune di Viareggio. L'assessore alla cultura ci ha informato di aver già indirizzato alla nostra associazione una lettera, che ancora non è arrivata, con la quale l'assessorato alla cultura del Comume di Viareggio assume un impegno in favore di questa iniziativa. Senza dare niente per scontato, è comunque qualcosa. Il problema che ci siamo assunti si potrà risolvere trovando un'altra realtà o due di questo tipo e rivolgendoci successivamente alle scuole.Per finanziare il tutto, le 500 copie che ritireremo saranno sufficienti. Maurizio Torti interviene per raccomandare che il libro, proprio perché porta delle foto, sia di buona qualità Antonio Campanini propone di ricavare poi una mostra dal libro e utilizzarla per far conoscere l'iniziativa. Enzio Sciacca si chiede perché non cercare di interessare un editore italiano alla cosa, soprattutto per la distribuzione del libro. Antonio Campanini condivide la proposta di Enzio e aggiunge che potremmo chiedere un prestito alle MAG. Il Presidente propone di dare da subito mandato a Riccardo Luccio di tradurre il testo dal serbo in italiano. L'Assemblea approva. d) Rapporti con le ong locali e società civile-Da quando dirigo l'ambasciata di pace a Belgrado siamo stati in contatto con le Donne In Nero, con OTPOR, con l'Associazione 484, con INSA, una associazione di giovani antimilitaristi del Montenegro,con Medici Senza Frontiere e Farmacisti Senza Frontiere.Abbiamo avuto anche ottimi rapporti con l'ICS di Belgrado e abbiamo creato tantissime relazioni con la società civile attraverso l'uso delle cene.Tante persone, da noi invitate a cena, sono passate dalla nostra ambasciata di Belgrado.Tra l'altro c'è la proposta delle Donne in Nero di Belgrado di organizzare assieme un Convegno in Montenebro ( noi, le donne in nero più l'INSA). E vi voglio raccontare del primo maggio a Belgrado. In piazza c'erano anche le Donne In Nero che raccoglievano firme a favore dell'obiezione di coscienza..Nella piazza dietro Terazje c'erano circa 2000 persone. Il Sindacato ha offerto a tutti pasta e fagioli e un pane intero.Per quella pasta e fagioli e quel pane, vi garantisco, che c'era una attenzione a cui noi non siamo abituati. Finita la relazione di Rolando il Presidente passa la parola a Gandolfi, che l'aveva richiesta. Angelo Gandolfi Vicino ad Aleksinac c'è un campo profughi. I profughi sono assistiti dalla Croce Rossa e dall'Alto Commissariato per i Profughi. Ma nessuno si occupa attualmente del loro rientro a casa. La mia proposta è che noi si lavori perché questi profughi rientrino alle loro case. A questo punto il Presidente passa alla presentazione delle proposte e cede la parola prima a Maurizio Torti e poi ad Alfonso Navarra. Maurizio presenta la sua proposta di una mostra itinerante sulla " questione palestinese" che dovrebbe essere realizzata da fotografi palestinesi e israeliani. Pone il problema del coinvolgimento su questo di altre forze oltre la nostra e indica i tempi di partenza dell'iniziativa in fine settembre-inizio ottobre. Alfonso presenta la sua proposta di una rivista delle ONLUS, ma precisa che intendeva solo fare una anticipazione perché del tutto si potrà discutere solo dopo il 28 maggio 2001, quando si sarà costituita la CONFONLUS, una struttura al servizio della Società Solidale. Chiusa la presentazione delle proposte, chiede la parola Enzio Sciacca, che propone di aderire Alla Tavola della Pace e contemporaneamente alla Federazione dei Movimenti Nonviolenti. Su questa proposta si apre la discussione che vede emergere e far sua dall'assemblea la proposta di aderire da subito alla Rete Lilliput. Si dà mandato per questo alla Segreteria. Il Presidente ricorda a tutti che il testo del nuovo statuto che andrà in discussione per l'approvazione nel pomeriggio è presente nella cartella di ognuno unitamente al vecchio statuto in vigore. Invita tutti a leggere il nuovo statuto durante l'ora della pausa pranzo e sospende i lavori che sono le ore 13,20 e decide la ripresa degli stessi alle ore 14,30. Si riprende i lavori che sono le ore 14,30. Il Presidente dà la parola al segretario perché spieghi le ragioni delle modifiche proposte allo statuto. Il segretario spiega che le ragioni sono di ordine legale, avendo da sempre la nostra assemblea dei soci deciso l'iscrizione della nostra associazione all'ordine delle ONLUS. Si tratta in sostanza di avere uno statuto in regola per questa iscrizione. Si apre la discussione e si danno i chiarimenti richiesti, dopo di che il Presidente chiama la votazione. L'Assemblea approva lo statuto sociale all'unanimità dei presenti. Si passa poi alla discussione per il rinnovo delle cariche sociali. Dopo gli interventi di alcuni soci che suggeriscono di confermare in blocco il vecchio Consiglio Nazionale, prende la parola il Presidente. Alberto L'Abate: Credo che ci sia l'esigenza di aprire il Consiglio a persone nuove, ma il nuovo statuto che abbiamo appena approvato permette la costituzione del Gruppo a soli cinque iscritti. E il rappresentante di ogni Gruppo partecipa di diritto al Consiglio Nazionale. Per questo motivo concordo con la proposta di rieleggere in blocco il vecchio Consiglio Nazionale, unitamente alle altre cariche sociali, segreteria, tesoreria e garanti. Si passa alla votazione e l'Assemblea riconferma tutte le cariche sociali. Si passa poi all'approvazione del bilancio consuntivo 2000 e del bilancio preventivo 2001, che vengono approvati dall'assemblea dei soci presenti all'unanimità. Il Presidente propone di passare alla discussione delle proposte e delle decisioni rimaste da prendere. Si decide di riprendere e approfondire il problema della nostra presenza a Belgrado, riflettendo sul significato dei " gruppi di affinità" e su come continuare là il nostro lavoro di costruttori di pace. Chiede e prende la parola Rolando Cecconi per fare presente che a Belgrado è stata trovata una nuova casa che potrebbe essere adatta per sede della nostra ambasciata di pace e il cui costo richiesto è di soli 350 DM contro i 500 che paghiamo attualmente. Fa inoltre presente che lui non potrà essere a Belgrado per tutto il periodo estivo, dato che le sue condizioni di salute non sopportano il caldo. Chiede e prende la parola Riccardo Luccio. Riccardo fa una riflessione generale sul nostro lavoro e dichiara di non vedere la necessità di una nostra presenza a Belgrado oggi, poiché si potrebbe essere più utili altrove. Rispetto agli impegni in essere si potrebbero seguire tranquillamente dall'Italia, senza la necessità di abitare sul posto. Chiede e prende la parola Angelo Gandolfi, che si dice d'accordo con Riccardo Luccio. Tuttavia, Angelo rileva la necessità di occuparsi dei profughi di Lipovac ( profughi dalla Croazia). Sui rapporti con le ONG locali sostiene che devono esistere in base ai progetti e non in base ai rapporti personali. Angelo conclude sostenendo che, secondo lui, se decidiamo di occuparci dei profughi dobbiamo restare, in caso contrario no. Massimo Papini chiede di sentire Rolando Cecconi su questo: cioè se è il caso di chiudere oggi il nostro lavoro a Belgrado. Rolando Cecconi ricorda che già quando era presente Angelo Gandolfi a Belgrado il problema era stato posto, ma poi accantonato. La realtà è che la nostra organizzazione ha molteplici obiettivi e tutti difficili da realizzare. Chiede e prende la parola Silvano Tartarini: il problema fino a qui posto si può dividere in due: a) perché la nostra presenza a Belgrado b) perché ci sono grosse difficoltà sulle cose da fare. Noi siamo a Belgrado, perché c'eravamo nel maggio 1999 quando Belgrado era bombardata e perché Belgrado vale un'altra situazione di difficoltà, né più né meno. La nostra associazione è nata per costruire iniziative di pace contro la guerra e dato che mezzo mondo è in guerra potremmo e dovremmo, se ne avessimo la forza, anche essere altrove. Questo è pacifico. Tuttavia siamo a Belgrado e dobbiamo trovare oggi ragioni sicure per lasciare quello che abbiamo a suo tempo iniziato. Se la nostra azione soffre e non incide dobbiamo guardare dentro di noi. Il problema non è confrontare giustamente idee diverse, perché servono tutte, ma risolvere la nostra impreparazione a rispondere ai problemi, il nostro non essere sempre "affini". Ci siamo detti più di una volta che non possiamo affidare compiti di lavoro delicato, come lo è la nostra presenza a Belgrado, a persone che non escono dall'interno della nostra esperienza e che non siano sufficientemente preparate. Tuttavia, questo spesso si è rivelato impossibile da attuare, perché i tempi della preparazione e i tempi del fare spesso non coincidono. E quando si prende delle decisioni in situazioni organizzative precarie è facile anche sbagliare. Ora si rende disponibile per andare a Belgrado un verde francese, che è conosciuto dal nostro Presidente. Ricordo che avevamo deciso che Fabio Gismano collaborasse con noi per un periodo breve. Il periodo è ormai trascorso e propongo che il nostro amico francese lo sostituisca nella collaborazione con Rolando. C'è inoltre la disponibilità di Angelo Gandolfi, il quale sarebbe pronto ad andare a Belgrado per un mese dai primi di giugno ai primi di luglio di quest'anno. Chiede e prende la parola Franco Poletti. Io lavoro nella Kraijna. Là la situazione è ancora esplosiva. Una presenza internazionale è necessaria. Ed è necessario che si mettono in ponte progetti per il ritorno dei profughi alle loro case. Il ritorno a casa dei profughi è il grosso problema dei Balcani. Ritengo necessario lavorare su questo. Chiede e prende la parola Maurizio Torti. Credo che prima di chiudere con Belgrado sia necessaria una verifica con i nostri referenti locali. Poi cercherei di migliorare il nostro approccio ai problemi. Bisogna costruire prima la base del nostro progetto. Dopo la discussione sul tema dei Corpi Civili di Pace di Bruxelles quando e quanto ci siamo impegnati a seguire ancora la cosa? Gli sviluppi che ha avuto e le scadenze che si sono poi date? A questo punto prende la parola il Presidente. Alberto L'Abate: Credo che sia giusto sperare che dal nostro lavoro emergano dei referenti locali che continuino a lavorare sulle nostre linee. Ad oggi, sarei per il rientro a Belgrado del solo Rolando ringraziando Fabio Gismano per l'aiuto che ci ha dato collaborando con Rolando e lavorerei per far partire un progetto per il ritorno a casa dei rifugiati. Continuerei a seguire la regola della presenza a Belgrado contemporanea di due persone affiancando a Rolando l'amico francese Etienne e poi affiancherei ad Etienne Angelo. Impegnerei l'associazione nella preparazione del Convegno in Montenegro e approfondirei i rapporti con le ONG locali. Seguirei, ovviamente, tutti i nostri piccoli progetti di aiuto umanitario e non attualmente in essere. Maria Gaias chiede la parola per fare presente la sua disponibilità a dirigere il lavoro della nostra ambasciata di pace a Belgrado a partire dal mese di settembre. Si mettono in votazione e si approvano all'unanimità le proposte del Presidente. L'Assemblea accetta l'offerta di Maria Gaias, che s'impegna a partecipare al seminario " Chiamata alla Pace 3" che si terrà questa estate in luogo e data ancora da precisare. A questo punto il Presidente dà la parola ad Angelo Gandolfi perché ci relazioni sul Contro G8 che si sta organizzando a Genova. Angelo Gandolfi spiega che il General Social Forum ha ormai in gran parte assunto una caratterizzazione nonviolenta e si sofferma sulla spiegazione degli orientamenti di azione che si stanno delineando. Si sta lavorando tra le altre cose all'idea di un grande corteo. Anche i Cobas dovrebbero assumere delle iniziative. Le richieste sono di: a) venire a Genova " in gruppi di affinità" b) manifestare il due giugno fuori dalle prefetture in tutta Italia. Nel dibattito che segue prendono la parola nell'ordine: Enzio Sciacca: dobbiamo uscire da una situazione di minoranza attraverso la nonviolenza. Tra violenza e nonviolenza non c'è possibilità di dialogo. La nonviolenza deve riuscire a stare da sé. Nella situazione del G8 suggerisco una dissociazione nonviolenta totale. Alberto L'Abate: ho partecipato a Genova a delle iniziative che erano sostanzialmente nonviolente. Ora credo che le cose siano diverse. Per questo io punterei a un Controvertice. Davide Caforio: la Rete Lilliput sta organizzando delle persone per l'interposizione. Io cercherei di parlare prima con i gruppi che vogliono svolgere azione nonviolenta. Francesco Andreini: io pongo il quesito: se siamo disponibili ad andare in zone di guerra perché non dovremmo confrontarci con forme di contestazione violenta? Del resto mi pare che oggi si comincia a prestare attenzione al fatto che non tutta la contestazione è violenta. Marta Fusai: credo che debba sempre essere scelto il metodo del confronto, tuttavia rilevo che nelle persone sta passando il messaggio della contestazione violenta. Enzio Sciacca: noi dobbiamo dire che siamo contro chi usa la violenza. Maria Gaias: vorrei sapere a che iniziativa si deciderà di aderire a Genova, per poter andare. Conclusosi il dibattito sul G8, il Presidente chiede all'assemblea di pronunciarsi sulle proposte formulate e rimaste in sospeso. Maurizio Torti chiede la parola per precisare che ci sono state iniziative in Palestina che hanno riscosso un certo successo e che per quanto riguarda la sua proposta la formulerà al Consiglio Nazionale dei Berretti Bianchi al più presto. L'Assemblea invita i Consiglieri rieletti a riunirsi subito per l'elezione del Presidente della nostra Associazione. Avendo esaurito l'ordine del giorno e nessuno chiedendo la parola l'Assemblea si chiude che sono le ore 18,50. Firenze 6 maggio 2001 Il Segretario dell'Assemblea Silvano Tartarini Il Presidente dell'Assemblea Alberto L'Abate Riassunto delle decisioni prese dall'Assemblea di Firenze del 6 maggio 2001: a) L'Assemblea incarica Riccardo Luccio di tradurre dal serbo in italiano il libro sull'esperienza realizzata nella scuola di Valijevo; b) L'Assemblea decide di aderire alla Rete Lilliput e da mandato per questo alla segreteria; c) L'Assemblea approva il Nuovo Statuto dell'Associazione " Berretti Bianchi Onlus"; d) L'Assemblea conferma tutte le vecchie cariche sociali. e) L'Assemblea approva il Bilancio Consuntivo 2000 e il Bilancio di Previsione 2001; f) L'Assemblea decide di proseguire l'attività dell'Ambasciata di pace di Belgrado (dando mandato al Consiglio Nazionale di individuare le persone adatte all'incarico ) impegnandosi in particolare a: 1) far partire al più presto un progetto per il ritorno a casa dei profughi; 2) lavorare unitamente alle DIN e all'INSA alla preparazione di un Convegno sul'o.d.c. in Montenegro; 3) approfondire i rapporti con le ONG locali. g) L'Assemblea decide di realizzare un Seminario ( Chiamata alla Pace 3) nel periodo estivo e dà mandato alla segreteria di individuare entro il mese di maggio il luogo e i tempi e le modalità. h) L'Assemblea invita il Consiglio Nazionale a riunirsi subito onde procedere alla nomina del Presidente dell'Associazione. Il Consiglio, appena rieletto, accoglie l'invito. Il Segretario Silvano Tartarini
- Prev by Date: viaggio in IRAQ
- Next by Date: 24/05 Cantù: DAL CHIAPAS A SEATTLE, DA PORTO ALEGRE A GENOVA smascherare le ingiustizie, costruire le alternative
- Previous by thread: viaggio in IRAQ
- Next by thread: 24/05 Cantù: DAL CHIAPAS A SEATTLE, DA PORTO ALEGRE A GENOVA smascherare le ingiustizie, costruire le alternative
- Indice: