Due novita' della campagna per una difesa alternativa e quattro buone azioni morali



Carissimi,
vi giro per conoscenza, questo articolo scritto da Tonino Drago per Rocca
Ciao
Roberto Minervino

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DUE NOVITA' DELLA CAMPAGNA PER UNA DIFESA ALTERNATIVA E QUATTRO BUONE
AZIONI MORALI

Antonino Drago

200 milioni di credito della CEI  per la difesa alternativa
Nell'ottobre scorso la CEI ha destinato alla Caritas Italiana 200 milioni
per il suo progetto di invio degli obiettori nelle situazioni di tensione
internazionale. Se fossero stati 2 milioni già si poteva dire che la CEI
aveva apprezzato lo sforzo fatto dalla Caritas in un obiettivo che
chiaramente è di importanza cruciale anche politicamente. Ma sarebbe stata
una maniera di far tacere qualche importuno che aveva sollevato il
problema.
I lettori di Rocca ricorderanno che Don Gennaro Somma, da molti anni
obiettore fiscale di Castellammare di Stabia, aveva scritto pubblicamente
alla Cei di non costringerlo a dichiararsi valdese per sostenere con il suo
8 per mille una difesa alternativa.
Infatti i Valdesi, che ricevono l'8 per mille, non lo vogliono destinare
alle loro opere; allora si pongono come finanziatori di tutti i progetti
sociali significativi che chiedono loro finanziamenti (per questo motivo
essi ricevono l'8 per mille da un numero dieci volte più grande dei loro
fedeli); e da tre anni finanziano le Peace Brigades International, una
organizzazione internazionale nonviolenta che per prima decise nel 1980 di
iniziare una difesa nonviolenta passando all'azione esemplare nel mondo. Da
allora suoi gruppi di persone volontarie hanno compiuto missioni in varie
situazioni calde (Nicaragua, Guatemala, Sri Lanka, ecc.) compiendo azioni
che sono molto significative per essere quello un piccolo gruppo (difesa
dei diritti umani, scorta a perseguitati come ad esempio il premio Nobel
per la pace Rigoberta Manchiù).
Il primo anno la CEI rispose che già stava finanziando progetti di questo
tipo. Ma la notizia risultò non rispondente al vero. Don Gennaro ripeté la
sua lettera pubblica, dando fiducia che veramente la CEI decidesse quel
finanziamento che aveva dichiarato. Come dice il Vangelo, occorre bussare e
insistere. E il secondo anno l'insistenza su una giusta causa ha ottenuto
l'obiettivo. 2 milioni avrebbero potuto mettere a tacere tutto; contento
don Gennaro della vittoria di principio e contenta la Cei che faceva una
semplice elemosina. E invece no, il finanziamento è stato superiore.
Se fossero stati 20 milioni già la CEI avrebbe potuto dichiarare un
interessamento non banale ad un tema politicamente sensibile e
probabilmente molti l'avrebbero giudicato ben adeguato, visto che anche i
Valdesi su questo tema danno una somma poco inferiore.
E invece sono stati 200 milioni. Certo, per il finanziamento totale che la
CEI riceve con l'8 per mille questa somma è piccolissima; e non è nemmeno
grande rispetto al progetto della Caritas, che era partito
indipendentemente (800 milioni) per  30 obiettori sin dalla primavera del
2000 (dopo vari tentennamenti che hanno fatto dilazionare la prima data,
che era l'inverno 1998). Però 200 milioni sono comunque una bella cifra per
l'uomo della strada; che ora vede un gesto significativo da parte della CEI
su una materia che potrebbe essere controversa (che ne direbbero ad esempio
i cappellani militari?). Abbiamo visto che durante le guerre dell'Iraq e
del Kosovo la opposizione del Papa è stata fermissima (è un fatto mai visto
nella storia delle chiese) e attivissima è stata la sua diplomazia per
fermarle; non altrettanto la CEI, che è rimasta invischiata nell'operazione
assistenzialistica Arcobaleno. Questo finanziamento esprime una inedita
volontà CEI. Bisogna ora darle sostegno
Prima buona azione morale: Versare l'8 per mille (ai Valdesi o) alla Chiesa
Cattolica accompagnando la decisione con una lettera al responsabile:
(Moderatore della Tavola Valdese, via Firenze 38, 00184 Roma)  Mons. Paolo
Mascarino, Circonvallazione Aurelia 50, 00165 Roma, dichiarando che la
propria volontà è quella di finanziare i progetti per una difesa
alternativa. Questo atto è perfettamente lecito per la legge, può essere
compiuto da singoli e da comunità (specie se religiose) e costituire un
sostegno morale alla decisione di finanziare con l'8 per mille una
iniziativa di alto valore progettuale. All'interno della Chiesa diventa un
referendum annuale sponateno, in favore della costruzione della pace che
non ripone la sua fiducia nelle armi. Ogni ordine religioso dovrebbe
parteciparvi.

Donazioni all'Ufficio Naz. del Servizio Civile
Tra gli ultimi atti parlamentari c'è stata la approvazione della legge sul
servizio civile, nonostante l'avvenuto sorpasso a tradimento che i militari
avevano compiuto, facendo approvare prima la cosiddetta riforma della leva.
La Caritas e le altre associazioni di Servizio civile avevano chiesto un
percorso parlamentare parallelo. Questo allo scopo di investire il Paese
con un ampio dibattito sul migliore modo di impiegare la gioventù a fini
sociali (difesa, difesa sociale, progettazione innovativa, assistenza,
ecc.). Invece si è voluto anticipare un discorso parziale (e praticamente
incostituzionale) di (progettata) abolizione del servizio di leva (al 2007,
se va bene!) venendo incontro alla parte qualunquistica della gioventù (che
non vuole la "naja"), anche al costo di svuotare una delle poche esperienze
sociali nazionali che negli ultimi decenni è stata una vera e propria
crescita di democrazia: quel sevizio civile che la legge 772 del 1972 aveva
dichiarato voler istituire e che invece il Ministero della Difesa ha poi
gettato alle ortiche (magari mettendoci del suo per renderlo caotico ed
inquinato da associazioni di malaffare); e che invece è nato e cresciuto
(fino a 100mila obiettori l'anno!) come sforzo autonomo di
autorganizzazione da parte della società civile.
Purtroppo questo è il tempo dei poteri forti che si impongono per mantenere
il loro potere, non dei riconoscimenti per il lavoro compiuto dal basso a
vantaggio di tutti. Questi poteri forti hanno scelto una soluzione di
forza, quella di un esercito mercenario ad imitazione di quello USA, pur
sapendo che l'esercito volontario in Italia non ha un terreno di cultura
adatto (ci sono troppo poche domande e da parte di giovani a livelli di
istruzione troppo bassi); e pur sapendo che in Inghilterra, per mancanza di
mercenari volontari, si arruolano criminali in carcere; e in Spagna si
cercano immigrati per questo scopo (Legioni straniere casalinghe?).
Ma questo è la loro politica attuale. Alla crisi verticale dell'uso di armi
nucleari e di sistemi distruttivi sempre più incomprensibili per la gente,
hanno deciso di resistere imponendo la pace buttando bombe (in Irak, in
Bosnia, in Kosovo, in Palestina). Analogamente, hanno deciso di resistere
alla proposta concreta della difesa alternativa (Agenda per la Pace
dell'ONU 1992, art. 8 della legge 230/98) diventando vassalli dell'ultima
superpotenza della storia e imponendo all'Italia un tipo di difesa che ha
l'unica motivazione nello stipendio vantaggioso.
Anche se in ritardo, la società civile è riuscita ad ottenere la
approvazione della legge sul servizio civile; con essa si va a proporre, in
alternativa, un obiettivo di ben altro profilo: l'ideale di un servizio
alla società, generalizzato a tutti. Finalmente le donne hanno la parità,
ma non quella di uccidere legalmente a comando, ma quella politica di
scegliere (tra servizio civile e servizio militare!).
Comunque, dati i tempi dei poteri forti, il servizio civile sarà il figlio
della serva: meno di un centesimo dei finanziamenti  per il militare.
D'altronde questa è la logica che vige nella superpotenza USA. Di fronte ad
un finanziamento di 270 miliardi di $ per l'esercito, gli USA spendono 1,2
miliardi $ per l'ONU (e ne hanno spesi 7 per la guerra nel Kosovo; se
avessero distribuito questi soldi al milione di kosovari, li avrebbero resi
tutti ricchi!)
Ma la nuova legge per il servizio civile ha aperto un varco politicamente
importante. Conm la precedente legge 230/98 è nato l'Ufficio Naz. per il
Servizio Civile. Esso purtroppo non può avere impiegati propri, può solo
racimolarli nella pubblica Amm.; e neanche riesce ad averne i previsti
(ridicoli) 100 impiegati; con 600 persone deve gestire più di centomila
obiettori l'anno). Ora con la nuova legge  l'UNSC  può ricevere donazioni
da privati.
Ciò è importante, perché il responsabile dell'Ufficio ha dichiarato che da
quest'anno organizzerà su scala nazionale l'invio (previsto dalla 230/98)
di obiettori in  missioni di pace all'estero. E già ha attuato una
collaborazione sia con gli enti (Caritas, Com. Papa Giovanni XXIII di
Rimini) che fanno ciò autonomamente sia con gli enti di adulti (Berretti
Bianchi, ecc.) che hanno iniziato ad intervenire nel Kosovo.
In discussione nella commissione era stato presentato un emendamento che
rendeva lecito la opzione fiscale: versare la quota di tasse per la difesa
a questo Ufficio invece che al Ministero della Difesa, con lo stesso
principio dell'8 per mille e del 4 per mille ai partiti. Per un piccolo
scarto di voti l'emendamento non è passato, ma sin da ora  esso prefigura
una soluzione possibile ai vent'anni di lotta della Campagna di obiezione
alle Spese Militari e per la Difesa Popolare Nonviolenta.
Quindi sin da ora si può proporre una seconda buona azione morale: versare
una quota indicativa delle proprie tasse all'UNSC e poi rischiare di essere
perseguitati amministrativamente dall'Ufficio delle tasse.
Dico "rischiare" perché l'azione non è perfettamente legale, in quanto
tutte le tasse dovrebbero essere versate nel calderone comune del Ministero
del Tesoro, che poi le distribuisce secondo le indicazioni delle leggi. Ma
è chiaro che questo storno non è di tipo egoistico (come quello che è stato
propagandato dalla Lega Nord). Inoltre lo storno è sempre all'interno di
istituzioni statali. Quindi non c'è dolo né comporta una diminuzione di
entrate per lo Stato. Casomai è un semplice "reato di opinione", non più
perseguito dalla magistratura. D'altronde i tempi sono politicamente maturi
per una soluzione del tipo 8 per mille anche sul tema della scelta del tipo
di difesa. Quindi, se un congruo numero di persone sceglieranno a proprio
rischio di seguire questa strada essi potranno anticipare una soluzione che
è già nell'aria.
Questa forma di versamento assorbe la vecchia forma di obiezione fiscale:
quella di versare la quota delle tasse obiettata a quegli enti privati che
sono coinvolti in forme di difesa alternativa (preparazione di un nuovo
modello di sviluppo,  cooperazione tra i popoli, formazione degli obiettori
alla difesa popolare nonviolenta, invio di obiettori all'estero). Con ciò
si semplifica di molto il meccanismo di opposizione finanziaria alle armi e
si spinge con precisione e determinazione verso quella soluzione
legislativa che nel lontano 1989 l'on. Luciano Guerzoni e 800 deputati
iniziarono a proporre con un apposito progetto di legge. Nei suoi vent'anni
di lotta, la Campagna è passata da una obiezione di rifiuto di un monopolio
(della difesa nazionale come distruzione nucleare) ad una obiezione
costruttiva (proposta sul campo di una difesa alternativa); tanto che lo
stesso atto di obiezione è diventato un atto di oblazione, all'interno di
una lotta democratica finalizzata a costruire una novità storica: rompere
(nei fatti, dopo che nelle leggi) il monopolio militare sul concetto difesa
come difesa solo armata.
Informazioni più dettagliate sono ottenibili dalla sede della Campagna
OSM-DPN, presso LOC, via M. Pichi 1/E, 20143 Milano, 02/8378817,
locosm at tin.it.
In tutti i casi, è bene aggiungere altre due buone azioni morali. La terza
buona azione morale è scrivere una lettera al Presidente della Repubblica,
come Capo supremo della difesa nazionale, affinché egli riceva la
dichiarzione della nostra volontà e lui stesso compia un gesto propositivo,
confacente al suo essere anche il Capo della difesa nazionale non armata
(così come ha chiarito la Corte Costituzionale con la sentenza 164/1985 e
altre seguenti).
Inoltre la quarta buona azione morale è quella di ricordarsi di versare un
contributo volontario alla Campagna presso l'indirizzo su segnato, in modo
che questa possa proseguire l'organizzazione, fino all'ottenimento di
quell'obiettivo che, una volta raggiunto, sicuramente segnerà una grande
conquista democratica; e d'altra parte onorerà vent'anni di lotta
nonviolenta collettiva, quale mai c'era stata in Italia, secondo la
tradizione di maestri nonviolenti italiani (Capitini, Lanza Del Vasto, Don
Milani, Don Tonino Bello, che è stato obiettore fiscale e nel 1992 fu
promotore della splendida azione di difesa nonviolenta, i 500 a Sarajevo).