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R: Per un Collettivo di lavoro sui fondamentali della società
- Subject: R: Per un Collettivo di lavoro sui fondamentali della società
- From: "Gianni Zampieri" <zampieri.gg at libero.it>
- Date: Sat, 31 Mar 2001 13:27:11 +0200
Caro Danilo, mi sembra che l'esigenza indicata da Vandana Shiva, che tu riproponi motivandola ampiamente, di mettere a punto un piano strategico, sia l'eterno problema del che fare a cui in molti modi si sta continuamente tentando di dare soluzione. Concretamente e attualmente mi sembra che ciò stia accadendo per esempio con la Rete di Lilliput e più in generale nel movimento del "popolo di Seattle" ( ma è quello che a suo modo anche Peacelink sta cercando di fare, o di aiutare a fare, da anni ), laddove naturalmente ci si scontra con tutti i limiti e problemi della rappresentanza e della democrazia in un luogo popolato da tante e diverse anime; ma io sono certo che solo da una quanto più ampia possibile mobilitazione di base, anche delle intelligenze, possano venire indicazioni, elaborazioni, scelte strategiche e conseguenti azioni vincenti. Così come sono convinto che questa mobilitazione, perché sia sufficientemente ampia e veramente di base, perché non si riduca e restringa cioè ad un gruppo di capipopolo (il "gruppo di volonterosi" di Aldo Capitini) più o meno democraticamente delegati, può essere solo il prodotto, il passo successivo, di una "discesa in campo" personale e individuale, responsabilmente matura, che a mio modo di vedere si potrebbe esprimere ad esempio nell'adesione al "Patto tra i cittadini del mondo", il quale forse maldestramente e certamente con molti limiti cerca tuttavia di delineare già qualche punto strategico. Ecco, gli stessi limiti del "Patto", che potrebbe e dovrebbe essere o diventare finalmente la "Carta" dei cittadini scritta dai cittadini (non dai governi, né da elites intellettuali o avanguardie pseudorivoluzionarie), verranno superati solo quando molti e molti singoli cittadini vi aderiranno, portandovi il proprio personale impegno, capacità ed esperienza, anche per modificarlo, insieme ai propri sogni. Certo, il Patto propone da subito impegni concreti, anche se ne lascia la definizione specifica e/o la verifica della coerente attuazione alla responsabilità di ciascuno, ma solo una elaborazione che sia indissolubilmente teorica e insieme pratica produrrà strategie valide ed efficaci. In qualche modo si tratta di applicare il metodo scientifico dell'elaborazione teorica che deve essere continuamente verificata dall'esperienza concreta. Altrimenti tante parole non servono a nulla e restano chiacchere da salotto, forse (falsamente) gratificanti per i diretti partecipanti (gli applausi di una sala, la pubblicazione dinun libro), ma assolutamente ininfluenti sulla realtà della famiglia umana. Io quindi ri-propongo di partire dal Patto, anche solo come bozza di lavoro, ma sono disponibile a partecipare a qualsiasi altra discussione e dibattito che si leghi ad impegni e azioni concrete realisticamente attuabili da tutti; in sostanza perché si usi il presente e non il condizionale, perché non ci si risolva a dire: armiamoci e partite. Spiace dirlo, soprattutto perché sarebbe la prova di una enorme difficoltà, di una quasi impotenza a cui sto resistendo e mi sto opponendo con tutte le mie forze, senza nemmeno il conforto e sostegno di una fede religiosa, ma la scarsissima adesione al Patto temo derivi proprio dalla non disponibilità personale ad assumere impegni reali e concreti. Non è un giudizio sulle persone che do, se non altro perché io non sono in grado nemmeno di conoscere il cammino di esperienze che porta le persone ad essere quello che sono; ma è una constatazione che mi porta a pensare che per salvare il mondo dobbiamo prima essere coscienti e convinti che lo facciamo per noi stessi, per sano sacrosanto e ineluttabile egoismo, dobbiamo prima "liberarci" dalla spesso inconscia paura di perdere veri o falsi privilegi in nome di un inesistente altruismo. E' un gioco dell'oca dal quale si può uscire solo facendo un primo passo reale come quello che, guarda caso, troviamo alla casella "Patto tra i cittadini del mondo per la pace, i diritti umani ed uno sviluppo equo e sostenibile". Chi vuol giocare ? Ciao, Gianni. -----Messaggio Originale----- Da: "Laboratorio Eudemonia" <528390 at hyperlinker.com> A: <pck-pace at peacelink.it> Data invio: giovedì 29 marzo 2001 13.08 Oggetto: Per un Collettivo di lavoro sui fondamentali della società > Gentili Presenti in Lista PACE di PeaceLink, > > > era già da tempo che desideravo compiere insieme a voi una riflessione, ma esitavo. Dopo aver incontrato queste parole di Vandana Shiva: > > "... I think the movement is stronger than it realizes and that corporate rule is weaker and more vulnerable than we imagine. The real weakness of our movement is we have not organized strategically on a long-term basis. We tend to be primarily reactive, choosing and planning our campaigns from year to year. Many of us need to sit together to develop a strategic plan for the next twenty years ..." > > pronunciate sì in un particolare contesto, ma che paiono valere in una accezione più ampia e generale, ho però capito che forse era il caso di mettere da parte le esitazioni, farsi coraggio, e proporvi la questione. > > > E la questione è il fatto che ogni giorno nella umana società nascono una infinità di nuovi problemi. Si tratta, come a tutti è ben noto, di attentati alla salute, alla pace, all'ambiente naturale ed al Pianeta intero, alla giustizia, ai diritti della persona od addirittura di interi popoli, di attentati alla ragione, al buon senso comune, alle leggi stesse della natura. > > Ed ogni giorno, milioni di persone animate da una incrollabile buona volontà si danno da fare fino all'inverosimile per cercare di risolvere questo e quel problema, di arginare questa e quella emergenza. > > Ed ancora ogni giorno, molti problemi vengon sì risolti, molte emergenze sono sì arginate, ma molte altre questioni, nonostante il miglior impegno di tante brave persone, possono essere solo accantonate, perchè alla fin fine le energie a disposizione sono sempre limitate rispetto a quelle che servirebbero. > > Ed ancora il giorno dopo, invariabilmente, altre questioni sorgono ancora, in numero e gravità crescenti rispetto a quelle del giorno precedente, ed entrambe, le prime e le seconde, si accumulano, si sommano, lasciando sempre meno spazio alla speranza di un mondo meraviglioso, così come potrebbe essere, e sempre più àdito alla constatazione di un mondo terribile, così come invece per troppi versi ancora è. > > > E' per ciò, allora, che molti, tra coloro che sono attivamente impegnati in un processo di positiva trasformazione del mondo, iniziano a chiedersi se il metodo di cercar di parare botta su botta gli attacchi di un sistema sociale cieco e sordo alle esigenze di grandi cambiamenti invocate dai nostri tempi sia effettivamente valido, e se non ve ne possa essere un altro, forse anche più utile, da affiancarvi. > > E' pur vero infatti che tanti sono stati salvati, che molte situazioni sono state risolte, ma è pur vero che cercando di risolvere singolarmente le mille e mille noie, le mille e mille situazioni angoscianti che nascono ogni giorno le energie si esauriscono, il tempo avanza verso punti di non ritorno, i successi maggiori mancano, e questo prostra i cuori dei progressisti e spinge la gente comune a non affiancarli. > > > Inoltre, molti iniziano a chiedersi se non possa esistere, sepolta in qualche buio anfratto della, naturalmente sempre sconfinata, nostra incoscienza collettiva, la possibilità di andare dritto al cuore dei problemi, in fondo alle radici stesse di una ipotetica abnorme, multiforme pianta generatrice del male. > > E' pur vero infatti che impegnare un sistema malato su mille piccoli fronti quotidiani sicuramente serve ad infastidirlo, oltre che a servire a risolvere situazioni di emergenza che richiedono un immediato intervento. E' anche vero, però, che se si desidera realmente iniziare a trasformare un sistema gran generatore di problemi in un altro forte generatore di soluzioni occorre aggredire decisamente il primo lì dove esso trae sostentamento, proprio lì dove esso ha origine. > > > Ed ancora, molti iniziano a chiedersi se non sia il caso di mettersi personalmente, anche con piccoli mezzi materiali ed intellettuali, umilmente, alla ricerca di un nuovo sistema sociale, di un nuovo progetto per l'umanità, inserito in una nuova, ampia, lungimirante visione del mondo, considerato che ciò che manca davvero oggi è proprio la capacità di immaginare un futuro che sia talmente desiderabile da spingerci ad abbandonare senza tante storie un modello di vita, di sviluppo, di comportamento, di pensiero ormai palesemente senza più speranza. > > > Ed allora, se anche qui vi è qualcuno che si interroga su tutto ciò, sul perchè, nonostante l'impegno di tanti, i risultati siano stati finora così terribilmente scarsi, perchè non unirci dunque in un gruppo di lavoro che si impegni espressamente nella ricerca dei fondamentali alla base del sistema sociale umano per trasformarne profondamente la natura? > > > La proposta che qui si presenta, logico epilogo di questa riflessione, è proprio quella di creare un gruppo di lavoro che si concentri sul compito di identificazione, concertazione e raggiungimento di pochi specifici obiettivi strategici su cui far leva per trasformare radicalmente, in maniera moralmente e legalmente ineccepibile, l'attuale sistema sociale. > > > Sarebbe meraviglioso, ed estremamente fruttuoso, penso, se potessimo aprire un dialogo sulla questione qui presentata, ed a questo scopo potremmo scegliere sia di continuare qui questo dialogo (benchè capite bene che questo tema va proposto anche in altre Liste dedicate ad altri argomenti, perchè in fin dei conti proprio l'approccio interdisciplinare è una delle chiavi di volta del problema), sia di attivare una apposita mailing list (questo naturalmente non potrà essere fatto da chi qui propone quest'idea, per favorire la nascita di un territorio quanto più neutro possibile su cui incontrarci), sia, magari, di darci appuntamento in tempo reale in una delle tante conference-room presenti in Internet, per un primo più immediato scambio di idee. > > > Grato per l'attenzione, lascio a voi la parola. > > Danilo D'Antonio > > > --- > LABORATORIO di Ricerca Sociale EUDEMONIA > Via Fonte Regina, 23 - 64100 Teramo - Italy > tel: 0861 415655 - e.mail: 528390 at hyperlinker.com > http://www.hyperlinker.com/eulab/ > > > > >
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