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24-3 Cesena MAI PIU' - Rassegna stampa
- Subject: 24-3 Cesena MAI PIU' - Rassegna stampa
- From: "glr" <glr.y at iol.it>
- Date: Tue, 27 Mar 2001 17:09:07 +0200
- Priority: normal
Cari amici e compagni, prima della rassegna stampa su Cesena 24/3, vi allego uno scambio di opinioni su come i giornali(sti) nazionali hanno trattato le notizie delle manifestazioni che si sono tenute in tutta Europa, da Stoccolma a Belgrado, da Cesena a Pisa, in occasione del secondo anniversario delle bombe su Belgrado e dintorni. yure --------- Ivana K., 25-3 ore 15.20 Qualcuno può informarci: cosa hanno scritto i vari giornali, soprattutto locali? Per ora ho ricevuto questo: "sul resto del carlino, pagine locali, si parla di una manifestazione a cesena del .... popolo di seattle (...!!!) con 600 persone, con una piccola foto. se conosco bene le usanze del giornale dovreste essere stati un migliaio, o no?" Altri? la Voce di Cesena? Quelli grandi? Aspettiamo aggiornamenti, grazie, Ivana --- Marcello, 25-3 ore 21.20 Ho letto Il Manifesto [di domenica], ma la notizia della manifestazione non è stata riportata, nè quella sull'assemblea. Strano, visto che Ivana ed io siamo stati anche intervistati dalla giornalista della redazione locale di Bologna, tale Manuela Foschi che a suo dire avrebbe inviato alla sede centrale il suo articolo sulla giornata di Cesena. marcello --- glr, 27-3 I giornali di domenica: Il Manifesto è stato vergognoso. Nemmeno una riga o un accenno alle mani di Cesena, Pisa (?), Belgrado, ecc., nulla sull'"anniversario" delle bombe del 24 mentre una pagina era giustamente dedicata all'anniversario del golpe argentino. Non ho ancora visto il giornale di oggi, ma resta il buco enorme di domenica. Meglio Liberazione, con una pagina intera sulle iniziative del 24 senza però alcun richiamo in prima. Un accenno a Belgrado nelle brevi del sommario a pag. 3, in cui si parla di 5-10.000 persone. Una pagina intera con un articolo principale su Pisa (e ti pareva, c'era il segr.) senza alcun accenno alla partecipazione (saranno stati in pochi... chi ne sa di più?), un grosso 'target' e un articolo per Cesena, ben evidenziato, in cui si parla di 2000 partecipanti elencando alcune realtà promotrici e presenti, e brevemente dell'assemblea. Niente su Repubblica, of course. Forse ci sarà qualcosa sulla fenice Unità di domani... Per il 'buco' del Manifesto suggerisco di inviare una letteraccia collettiva. yure --------------- Rassegna stampa locale e commento del Pellerossa su manifestazioni Cesena 24 marzo 2001 To: "JUGOLIST" <Jugocoord at yahoogroups.com> From: "Caro-Ric" <caroric at inwind.it> Date sent: Sun, 25 Mar 2001 23:29:11 +0200 Subject: [JUGO] 24/03 rassegna stampa locale Cari compagni/e dopo Ravenna e Napoli un'altra bella giornata, è stato un mese di Marzo davvero straordinario dal quale dobbiamo ripartire verso nuovi obbiettivi ben più luminosi. Cesena è stato un'altro segno che ci siamo, siamo presenti e la gente non ci vede più solo in televisione, ma se spesso non sfila con noi, almeno ci accompagna ai lati delle strade. Ieri a Cesena il corteo si ingrossava man mano che avanzava e nell'ultimo tratto eravamo ben oltre le 500/600 persone indicate dai giornali. Ma i numeri hanno poca importanza, potevamo essere di più, ma anche di meno, ma c'eravamo ed abbiamo ricordato una tragedia che ancora provoca morte, malgrado il colpevole silenzio dI stampa e TV (Manifesto e Liberazione compresi). Ma non importa, a Cesena ha ricordato, volente o nolente, tutta la città e domani saremo a Perugia, Roma, Firenze, Padova........., perchè non abbiamo altra scelta. L'affollatissima (150 persone) assemblea pomeridiana ha stabilito priorità ed impegni, ma comunque alla base rimane il lavoro che ogni realtà ed ogni compagni sarà in grado di fare. Malgrado la solita criminalizzazione di stampa e amministrazione comunale, non c'è stato alcun incidente, ma il "manganello dell'Ulivo" ha continuato il proprio lavoro a Palma Campana, guardacaso nella stessa zona e sulle stesse teste del 17/03. Qui di seguito una piccola rassegna della stampa locale RICCARDO PELLEROSSA - CESENA ----------- DA "La voce di Forlì e Cesena" del 25/03/2001 Erano più le forze dell'ordine dei partecipanti al corteo: forti critiche ai DS Sfila un pacifico "popolo di Seattle" Per le vie del centro 550 manifestanti contro la NATO E' filato tutto liscio, il passaggio del rumoroso "popolo di Seattle" è stato indolore. La mobilitazione delle forze dell'ordine, invece, è stata probabilmente superiore al pericolo reale, ma, secondo i vertici, sicuramente non ingiustificata. A sfilare sono stati circa 500 pacifisti, soprattutto giovani, provenienti da tutta Italia. Hanno manifestato contro la NATO e l'imperialismo americano. Non ci sono stati disordini e tutto è proceduto tranquillamente in un mare di bandiere rosse, ma con forti contestazioni in particolare verso i DS. La tensione comunque fin dalle prime ore del mattino in città è stata alta. Alcuni negozianti al passaggio del corteo hanno anche abbassato le serrande come temessero scoppiare una guerriglia da un momento all'altro. Cesena, invece, si è dimostrata, come sempre, una cittadina tranquilla dove rispetto e democrazia prevalgono sulle provocazioni, spesso fini a se stesse. CESENA (V.S.) Altro che "sfascianegozi", lanciapietre e maleducati. Ad accompagnare il "popolo di Seattle" - per cui si sono mobilitate precauzionalmente le forze dell'ordine di Cesena, Forlì e Bologna - è stata la musica tzigana di Goran Bregovic, una scrosciata di colori, bambini a spasso in passeggino e qualche anziano a contorno del corteo. Tutto è filato liscio. A gran voce, i circa 500 manifestanti, hanno urlato slogan contro la NATO, si sono sgolati contro la politica ed i bombardamenti in Kosovo del governo DS, ma nessuno ha pensato a provocare le forze dell'ordine o a innescare polemiche pericolose. Venivano da tutta l'Emilia Romagna, l'Umbria e anche da Roma. Si sono trovati ieri mattina alle 11 di fronte alla stazione di Cesena e di lì sono partiti alla volta del centro. La città ha ospitato l'iniziativa predisponendo un cordone di vigilanza da guerriglia e allertando i cittadini. Molti commercianti delle zone interessate dal passaggio della manifestazione hanno abbassato le serrande per paura, altri sono stati più coraggiosi e si sono messi a guardare il corteo. I partecipanti da parte loro, hanno voluto ricordare i morti in Jugoslavia, uccisi dai caccia-bombardieri partiti anche dalla vicina base di Pisignano: hanno protestato contro la presenza NATO in Europa e criticato duramente la politica "imperialista" della sinistra, "sempre più simile a quella della destra". Slogan di protesta mescolati a cori di vecchi canti partigiani, mamme con passeggini alla mano e cartelli sulla schiena in corteo accanto ai ragazzi avvolti nei fazzoletti dei guerriglieri palestinesi, giovani che rassicuravano le famiglie a casa sull'assenza di incidenti: insomma un corteo eterogeneo, osservato con interesse e qualche timore da commercianti dietro le serrande abbassate, dalle forze dell'ordine (all'incirca 300 uomini schierati da Polizia, Carabinieri e Polizia Municipale) e dai cesenati che gremivano le finestre del centro, postazioni sicura, da cui avere una panoramica dell'evento. A loro, a chi non partecipava direttamente, era rivolto il messaggio della manifestazione, a chi - come afferma Ivana Kerecki, di Belgrado - "è convinto che l'Italia sia un paese tranquillo, che da 60 non è più in guerra". "C'era anche un giornalista giapponese"... CESENA - L'niziativa della manifestazione è partita proprio da Cesena, organizzata dal centro sociale PELLEROSSA in collaborazione con il Coordinamento Romagnolo contro la NATO e la guerra. Le adesioni si sono allargate, raccogliendo appoggi a livello nazionale. Hanno sventolato insieme le bandiere di Rifondazione Comunista, dell'Unione Popolare, del partito marxista-lenninista italiano, del Comitato Promotore per l'Assemblea Antimperialista, di numerosi centri sociali come l'associazione bolognese Primo Moroni- tra i fondatori del Leoncavallo. Alcune adesioni nominali anche dall'estero: inoltre, a seguire da vicino la manifestazione, è giunto da Roma il corrispondente giapponese per l'Europa Meridionale del quotidiano "AKAHATA" (Bandiera Rossa) organo ufficiale del partito comunista giapponese. Da "Il resto del carlino" cronaca di Cesena del 25/03/2001 Tanta tensione, ma vince la pace Arrivano alla spicciolata. Capelli lunghi, barba incolta e fascia rossa al braccio. Qualcuno sventola bandiere, altri più semplicemente bevono Sangiovese. Alla fine sono circa seicento. Il popolo di «Seattle» è sbarcato a Cesena ieri mattina per manifestare in occasione del secondo anniversario della guerra in Kosovo cantando slogan anti - Nato e anti - Ulivo e chiedendo la chiusura della base militare divisa tra Pisignano di Cervia e San Giorgio di Cesena. Ad aspettare i manifestanti c'era una città blindata da 250 uomini delle forze dell'ordine e con tante saracinesche precauzionalmente abbassate. I giovani (provenienti soprattutto dalla Romagna) hanno iniziato a radunarsi nel piazzale davanti alla stazione ferroviaria a partire dalle 8 mattino, ma fino a dopo le 10 le anime erano davvero poche: solo un gruppo di ragazzi che suonava utilizzando come percussioni barattoli di caffè, qualche striscione appeso alle transenne e un centinaio di manifestanti che predicavano la loro fede ai presenti. Il gruppo è cresciuto progressivamente fino alle 11 quando gli organizzatori hanno dato il via al corteo: lungo il cammino che portava verso piazza Almerici, dove era in programma un comizio (l'amministrazione comunale non ha dato il permesso di passare per corso Sozzi e dunque i manifestanti hanno deviato per viale Carducci e per via Serraglio), le forze dell'ordine vigilavano e facevano rimuovere dai carri attrezzi le vetture parcheggiate in corrispondenza degli improvvisati divieti di sosta. Inoltre controllavano da davanti, da dietro e da postazioni fisse sui lati della strada lo spostamento del corteo. Dal cielo vigilava pure un elicottero. Molti negozi avevano deciso di chiudere i battenti perchè le immagini degli scontri di due settimane fa a Ravenna facevano gridare alla prudenza, ma la manifestazione in favore della pace è stata pacifica. Per fortuna. di Luca Ravaglia Nel mirino pacifista l'ex sindaco Preger L'ultimo capitolo della manifestazione anti-Nato è stato scritto in piazza Almerici. Dopo l'arrivo del corteo si è infatti tenuto un comizio volto a informare gli intervenuti sui motivi della protesta e sui propositi futuri. Il mirino era puntato sul governo di centro-sinistra che il 24 marzo 1999 decise di supportare l'operazione Nato fornendo all'Alleanza Atlantica basi, aerei, uomini e armi in grande quantità (solo Stati Uniti e Francia mobilitarono più uomini e più mezzi). Lo 'j'accuse'dei manifestanti ha puntato il dito contro l'allora sindaco cesenate Edoardo Preger, al quale i 'pacifisti' si erano rivolti chiedendo di chiudere la base militare di Pisignano - San Giorgio e ottenendo come risposta un 'no' giustificato da motivi umanitari. Quei motivi umanitari che, dicono, hanno portato al lancio di proiettili all'uranio impoverito, alla distruzione di infrastrutture, scuole, case e ospedali. Il popolo di «Seattle» ha dichiarato di non essere più disposto ad accettare l'arrivo di aerei ultra tecnologici 'made in Usa' nella base di Pisignano. In caso contrario i 'pacifisti' si sono detti pronti a scendere in campo senza badare alle buone maniere. Chi paga il servizio? Duecentocinquanta tutori dell'ordine, molti dei quali venuti da fuori città, e un elicottero a vigilare dall'alto: per avere una ragionevole sicurezza che la manifestazione pacifista sarebbe stata pacifica è stato necessaria una mobilitazione della forza pubblica che è costata almeno un centinaio di milioni. Non capiamo perché a pagare questi soldi dobbiamo essere tutti noi e non solo quelli che la manifestazione la organizzano. -------------------------- END
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