Centri sociali antimperialisti a Napoli (2)



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Date sent:      	Sun, 18 Mar 2001 12:43:52 +0100
From:           	"zone di conflitto (to)" <zonediconflitto at ecn.org>
To:             	movimento at ecn.org, cslist at ecn.org
Subject:        	cs: RIFLESSIONI SULLA “BATTAGLIA DI 
	NAPOLI”:oggi riceviamo e diffondiamo dal Centro di 
	Doc. Senza Pazienza (To)


17 marzo 2001: .
Il bilancio della mobilitazione contro il global forum è pesante,
selvagge cariche delle forze dell’ordine: polizia, carabinieri e guardia
di finanza hanno attaccato questa mattina a Napoli la manifestazione a
cui hanno aderito più di ventimila persone.
Ne sono seguiti duri scontri che sono durati più di un ora. Decine di
persone sono rimaste ferite in modo grave e ceninaia contuse e
intossicate dai gas lacrimogeni.
Il questore Izzo ha voluto ancora una volta usare la mano pesante per
imporre gli ordini che venivano dall’alto: impedire a tutti i costi che
i dimostranti potessero arrivare a disturbare l’incontro dei signori
dell’arroganza tecnologica, della guerra, della disoccupazione, della
devastazione ambientale, dello sfruttamento che si  sono incontrati a
sfoggiare, per l’ennesima volta il volto spettacolare e celebrativo del
grande capitale.
Le iniziative del no al global forum sono durate 4 giorni e hanno avuto
la capacità di coinvolgere per la prima volta in Italia vasti strati
sociali interessati a opporsi e a boicottare veramente le strategie che
il capitale va costruendo.
La discesa in piazza di oltre ventimila tra disoccupati, lavoratori
socialmente utili, immigrati, giovani, studenti, proletari rappresenta
il risultato più significativo e politicamente determinante di un
processo di riaggregazione che procede da tempo.
In tutto il sud sta crescendo un buon  radicamento che consolida nuove
forme di partecipazione e protagonismo contro le istituzioni e il
sistema dei partiti. In molte città e territori è nata una nuova
stagione di occupazioni che ha fatto sorgere nuovi collettivi e centri
sociali  capaci di rivolgere il loro intervento verso le condizioni di
vita, e di repressione degli immigrati e delle fasce di popolazione più
precarie.
 Anche dal nord si sono mosse le realtà che concretamente stanno
costruendo opposizione sociale antiistituzionale e anticapitalista e che
ha visto la scorsa settimana scendere in piazza contemporaneamente
Milano e Brescia diecimila persone contro i centri di detenzione, la
repressione poliziesca e la Lega Nord ed a Ravenna migliaia di persone
contro gli Ogm.
Anche da Torino, dopo le mobilitazioni contro il Tav, sono scesi a
Napoli oltre 200 compagni e compagne.
Quanto è accaduto a Napoli è stato un vero scontro sociale che si è
trasformato in battaglia di piazza capace di rispondere ai divieti, alle
provocazioni e alla violenza della polizia.
Si è saputo cosi dipanare un filo rosso che da continuità e lega
unitariamente le mobilitazioni di Seattle, Praga, Nizza e Davos.
La determinazione e la rabbia si è espressa concretamente contro le
istituzioni e chi le dirige transnazionalmente con politiche che
affamano, devastano  e distruggono oltre i due terzi del mondo.
Le imprese e le multinazionali informatiche si muovono sempre più non
certo per diffondere benessere e il miglioramento delle condizioni di
vita dei proletari ma per accrescere le forme d’accumulazione di
profitto, per estendere il dominio e per espropriare e mercificare ogni
forma di sapere, comunicazione ed informazione costruite e prodotte dai
proletari.
La partecipazione di massa alle quattro giornate di Napoli e alla
battaglia dell’ultimo giorno sicuramente hanno rappresentato la migliore
risposta sociale e politica alle logiche dell’istituzionalizzazione e
della simulazione del conflitto praticate da alcuni in forme
spettacolari e virtuali.
Nei fatti si e dimostrato e indicato concretamente che paga molto di più
l’organizzare le lotte reali radicate nei territori che rincorrere i
partiti sul loro terreno con l’entrismo nei consigli comunali e nel
consociativismo da funamboli della politica.
Napoli è stato un momento importante nello sviluppo del movimento
sociale di contestazione alla globalizzazione come costruzione di
movimenti di lotta autonomi e antagonisti al potere col quale non è
possibile ne dialogare, ne chattare neppure utilizzando i suoi
strumenti, semmai controusandoli per scopi ben mirati  e puntando al suo
definitivo crash!
Le quattro giornate di Napoli, ricche di creatività, differenziazioni
delle forme di partecipazione e di lotta, azione diretta e uso della
forza, hanno dimostrato che tutti gli strumenti sono validi ed efficaci
per praticare gli obbiettivi e il programma di lotte di una vera
opposizione sociale che sa muoversi e svilupparsi senza scivolare nelle
vuote ideologie o nelle perdenti logiche da ghetto.
Queto primo risultato politicamente positivo rappresenta quindi
sicuramente un esempio da seguire per preparare la prossima
mobilitazione del movimento antiglobalizzazione che si misurerà anche
con una partecipazione internazionale nel prossimo luglio a Genova
contro Il G8.
                                                  Compagne e compagni
dell’autonomia e Centro di documentazione. Senza pazienza
Torino 17 marzo 2001


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