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Aboliamo l'uranio
- Subject: Aboliamo l'uranio
- From: "tribunale clark" <tribunaleclark at mclink.it>
- Date: Sat, 17 Mar 2001 05:06:10 +0100
Il Coordinamento per l'Abolizione delle Armi all'Uranio è seriamente impegnato, soprattutto tramite il lavoro della Commissione Scientifica costituita insieme alla sezione italiana del Tribunale Clark, a contrastare i "pareri scientifici" tranquillizzanti che vengono diffusi in abbondanza in questi giorni (UE, ENEP, anticipazioni della "Commssione Mandelli", Veronesi, ecc.). Nei prossimi giorni abbiamo in programma una conferenza stampa su questo argomento a Roma tenuta dagli scienziati. Intant, data l'urgenza, provvediamo alla diffusione immediata di alcune prese di posizione degli scienziati. Seguirà, a breve distanza un terzo "bollettino" del coordinamento, dopo quelli inviati il 1 febbraio e il 20 febbraio. Paolo Pioppi ************************************************************************ Seguono i seguenti testi: 1) Dichiarazioni del prof. Giorgio Cortellessa, riportate dall'ANSA 2) Dichiarazione del prof. ing. Massimo Zucchetti sui rapporti della Commissione dell'UE e di quella dell'UNEP (United Nations Environmental Program) *********************************************************************** URANIO: CONTRO-COMMISSIONE, E' STATO CAUSA DI MOLTE LEUCEMIE (ANSA) - ROMA, 13 MAR - ''Dagli elementi a nostra disposizione emerge un evidentissimo eccesso di leucemie: e' un dato enormemente al di fuori di qualsiasi possibile situazione statistica. E la causa e' l'uranio''. Lo ha affermato il fisco nucleare Giorgio Cortellessa, che fa parte della cosiddetta ''contro- commissione'' sugli effetti dell'uranio impoverito nei reduci dai Balcani. Cortellessa e' uno degli esperti incaricati dalla sezione italiana del Tribunale Clark - il movimento per i diritti civili che prende il nome dall'ex ministro Usa della Giustizia, Ramsey Clark - e dal comitato ''Scienzati e scienziate contro la guerra'', di condurre un'indagine sulla ''sindrome dei Balcani'' alternativa a quella della commissione istituita dal ministro della Difesa e presieduta dal prof. Mandelli. Quest'ultimo organismo - secondo indiscrezioni di questi giorni - avrebbe escluso un nesso di causalita' tra le patologie che hanno interessato alcune decine di militari italiani impegnati in Bosnia e in Kosovo e l'uranio impoverito contenuto nei proiettili; avrebbe inoltre accertato che le malattie tumorali sono perfino al di sotto della media nazionale attesa, tranne che per un linfoma. Per la contro- commissione non governativa, invece - che ha esaminato diversi casi, in base a segnalazioni autonome rispetto a quelle giunte alla commissione Mandelli - il nesso tra uranio e le patologie tumorali sarebbe ''scontato''. ''E' fuori discussione - afferma Cortellessa - che l'uranio sia la causa, ma non e' detto che non si sommino altre cause. Di sicuro, comunque, l'uranio e' il principlae responsabile di quanto avvenuto, non solo ai danni dei militari, ma anche della popolazione civile''. Il professor Cortellessa, poi, sottolinea che anche il recente rapporto degli esperti dell'Unione Europea, ''lungi dall'escludere un collegamento tra uranio e malattie, come si e' voluto far credere, fornisce invece dei dati estremamente importanti, ad esempio sulla sua permanenza a lungo termine nel corpo umano e sui possibili effetti nocivi''. Riguardo, infine, ai risultati del lavoro della Commissione Mandelli - che dovrebbero essere ufficializzati nei prossimi giorni - Cortellessa afferma che ''ci sara' da da ridere se qualcuno, di fronte ad un picco di una certa malattia, affermasse che non e' l'uranio la causa, senza pero' dire quale sia questa causa. Si tratta di un'affermazione ridicola, buona forse per dei politici, ma non adatta ad un ragionamento scientifico. Infatti, se non ho elementi per dire che cosa provoca una certa patologia, a rigore non posso escludere nulla. Comunque - conclude il fisico - questa non e' una vicenda che si concludera' in tempi brevi: sono convinto che con gli esperti della Commissione Mandelli ci scontreremo nei dettagli per un lungo periodo''. (ANSA). SV 13-MAR-01 18:21 NNNN 13/03/2001 19:16 *************************************************************************** URANIO IMPOVERITO COMUNICATO DEL PROF. ZUCCHETTI DEL POLITECNICO DI TORINO Torino 14.3.2001 Sono stati resi pubblici recentemente due rapporti di organismi internazionali, riguardanti il problema della pericolosità dell'Uranio depleto (DU) usato per scopi militari nei Balcani. Il primo è un rapporto dell'Unione Europea (Opinion of the group of experts established according to Article 31 of the EURATOM Treaty - Depleted Uranium), reperibile al sito: http://europa.eu.int/comm/environment/radprot/opinion.pdf. Il secondo è il Rapporto dell'Unep (Depleted Uranium in Kosovo - Post-Conflict Environmental Assessment), reperibile al sito: http://balkans.unep.ch/du/reports/report.html. Ad una prima lettura dei documenti, emergono i seguenti punti critici, che spiegano ampiamente le conclusioni rassicuranti alle quali i due documenti giungono. RAPPORTO UNIONE EUROPEA In esso, che non considera tra l'altro la questione della pericolosità chimica, si arriva ad escludere qualunque pericolosità radiologica del DU. Si afferma che, considerando tutte le possibili realistiche vie di esposizione, il DU non può arrivare a causare detrimento sanitario (cioè malattie o morte). Cercando la ragione di queste conclusioni, davvero peculiari per un materiale radioattivo, si evince che: - Il rapporto considera che il DU nelle munizioni non prenda praticamente fuoco, se non in piccolissima parte e quindi non vada praticamente in aerosol. Escludendo o minimizzando così la via di esposizione preponderante (inalazione), è facile giungere a queste conclusioni. In realtà, questa assunzione non è per nulla giustificata e realistica. - Il rapporto afferma che dosi fino a 100 mSv (circa 50 volte il fondo naturale) non provocherebbero rilevante aumento nella popolazione degli effetti sanitari dovuti alle radiazioni ionizzanti. Questa affermazione si commenta da sola: ricordiamo come i limiti di legge in Italia parlino di 1 mSv come dose massima per la popolazione (cento volte di meno del valore che il rapporto afferma essere irrilevante). Se l'intera popolazione italiana fosse esposta a questa dose "irrilevante", ne risulterebbero 300.000 nuovi casi di tumore all'anno, una cifra evidentemente ritenuta trascurabile dagli esperti dell'Euratom. RAPPORTO UNEP Il rapporto dei tecnici dell'Unep contiene molti dati e rilevazioni interessanti e pregevoli. Tuttavia: - Le misurazioni sono state fatte a distanza di anni dai bombardamenti. Il sottoscritto ha già ampiamente spiegato in altre sedi [1] come sia improbabile, a distanza di anni, rilevare l'inquinamento da DU con le usuali misure di contaminazione ambientale. Occorre ricorrere a bioindicatori/bioaccumulatori, nei quali si può ancora rilevare il DU anche dopo parecchio tempo dai bombardamenti. - Il rapporto afferma infatti di non aver trovato concentrazioni ambientali rilevanti di DU e questo appunto non stupisce. Tuttavia, contraddice le sue stesse conclusioni (il DU in seguito ad un bombardamento non si sparge nell'atmosfera se non entro un piccolo raggio dall'esplosione, ergo l'esposizione della popolazione nel suo insieme risulta trascurabile), leggendo quanto scritto nell'Appendice VI del Rapporto stesso. - In essa vengono riportati i dati sui rilevamenti di DU in certi bioindicatori (licheni e muschi). Si legge [2] che in tutti i casi in cui si è ricorso a questa misura si è trovato rilevante traccia di DU, segno che esso si era polverizzato e sparso nell'atmosfera. Questo, anche in concomitanza con rilevazioni nulle di contaminazione del suolo. Si raccomanda nel Rapporto l'uso di questi bioindicatori in future rilevazioni. - Questa appare perciò una implicita affermazione di non aver utilizzato le tecniche più adeguate per la rilevazione del DU. Risultano perciò opinabili ed inficiate tutte le affermazioni del rapporto sulla pericolosità del DU. - Inoltre, solo in 11 siti sugli oltre 200 indicati sono state effettuate misurazioni. Date le caratteristiche "a spot" dell'inquinamento da DU, questo compromette la completezza ed esaustività dell'indagine. - Ci si chiede infine perchè non siano state prese in considerazione le misure degli scienziati jugoslavi fatte al tempo giusto (subito dopo i bombardamenti), e che avevano rilevato concentrazioni di DU anche ordini di grandezza oltre il normale [1] I pochi esempi qui citati, frutto di una prima lettura dei rapporti, permettono di concludere come siano del tutto azzardate ed ingiustificate le sentenze assolutorie sulla pericolosità dell'uranio impoverito. Per quanto riguarda l'imminente probabile ulteriore sentenza assolutoria che verrà emessa dalla Commissione Governativa (presieduta dal prof. Mandelli), il sottoscritto si riserva di commentarla quando sarà disponibile il rapporto, e non le indiscrezioni pubblicate in questi giorni. Tuttavia, concorda pienamente con le dichiarazioni del dott. Giorgio Cortellessa (ANSA, 13.3.2001, h.18:21) della Contro-Commissione del Tribunale Clark. [1] M.Cristaldi, A.Di Fazio, C.Pona, A.Tarozzi, M.Zucchetti "Uranio impoverito (DU). Il suo uso nei Balcani, le sue conseguenze sul territorio e la popolazione", Giano, n.36 (sett-dic. 2000), pp. 11-31.
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