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R: Disintossicarsi, solidarietà ai curdi in sciopero della fame per pace e diritti
- Subject: R: Disintossicarsi, solidarietà ai curdi in sciopero della fame per pace e diritti
- From: "Enrico Peyretti" <peyretti at tiscalinet.it>
- Date: Sat, 10 Jun 2000 10:24:47 +0200
Per quello che conta (e un poco può contare) aderisco allo spirito di questo messaggio. Enrico Peyretti peyretti at tiscalinet.it ----------------------------------------------------------------- ----- Original Message ----- From: luisa morgantini <MC6381 at mclink.it> To: <pck-pace at peacelink.it> Sent: Saturday, June 10, 2000 2:46 AM Subject: Disintossicarsi, solidarietà ai curdi in sciopero della fame per pace e diritti DISINTOSSICARSI!! Pace e diritti per i curdi in Turchia Solidarietà ai curdi in sciopero della fame LUISA MORGANTINI Parlamentare Europea Sono in sciopero della fame da Mercoledì 7 Giugno. Mi farà solo bene, intanto mi aiuta a disintossicarmi e ad incananalare la mia rabbia, dolore, indignazione e poi mi fa sentire più vicina alle donne e uomini curdi che a Roma e in tante altre città d'Europa sono in sciopero della fame (loro che già mangiano così poco, visto che sono tutti in attesa di riconoscimento d'asilo e non hanno lavoro). Con il loro gesto vogliono appellarsi alle nostre coscienze e ai governi per chiedere un ennesima volta il diritto ad esistere nelle loro piena identità curda. Vogliono essere accanto ai più di diecimila prigionieri politici curdi che nelle galere turche hanno iniziato dal 31 maggio, anniversario della condanna a morte di Ocalan, uno sciopero della fame. Vogliono denunciare l'aggravamento delle condizioni di salute del loro Presidente, sepolto vivo nel carcere di Imrali e chiederne la liberazione insieme alla pace e i diritti per curdi e turchi. Mentre i curdi sono seduti sul selciato accanto alla metropolitana del Colosseo a Roma, con i volti di giovani e vecchi disegnati dalla fatica di una vita grama: scampati ai soldati turchi, agli scafisti e alle acque del nostro mare, su molti dei lori corpi i segni indelebili della tortura subita nelle carceri turche, l' 8 giugno Repubblica da' parola ad un delirante articolo a firma di Bernardo Guetta che parlando della squadra di calcio del Galatasseray dedica un inno alla laicità e grandezza della Turchia senza neppure evocare il problema curdo. Dalla Turchia arrivano invece segnali di guerra, altre sei condanne a morte per appartenenti alla sinistra turca, chiusi centri per i diritti umani, condannati dirigenti dei partiti legalmente riconosciuti, continuano a restare in carcere, torturati e condannati a tremende pene bambini al di sotto dei 14 anni, mentre i profughi curdi nei campi del Kurdistan iracheno continuano ad essere bombardati da arei turchi in barba alla no fly zone imposta dai nord americani e inglesi che mentre permettono ai turchi di bombardare impongono l'isolamento aereo in Iraq, dove da ormai dieci anni non atterrano aerei civili. E questa settimana al parlamento europeo vi è stato l'incontro della delegazione parlamentare mista Europa -Turchia di cui è co-presidente Daniel Cohen Bendit, insieme a Eser Kursat, turco. Nell'incontro la parte turca ha ripetuto le vecchie litanie, non esiste un problema curdo, ma un problema di terrorismo ed ha criticato il Parlamento Europeo per avere permesso che l'intergruppo "Iniziativa per la pace" (di cui sono presidente), invitasse e facesse parlare un rappresentante del PKK. La risposta del co-presidente europeo non è stata, ahimè, di grande forza, ha difeso il diritto di ciascun parlamentare ad organizzare ciò che ritiene opportuno, e pur ribadendo l'esistenza di un problema di democrazia, non ha speso una parola per difendere il progetto di pace unilaterale proposto e praticato dal PKK con la tregua militare a partire dal Settembre 98 e la consegna alle autorità turche di diversi dirigenti, non per resa ma per gesto di pace e di fiducia. La scelta unilaterale di pace è quanto noi pacifisti chiediamo continuamente alle parti in conflitto, per la prima volta un movimento armato lo pratica, ma il gesto non trova risposte. Governo Italiano, Unione Europea, tutte le istituzioni internazionali su questo dovrebbero impegnare le loro diplomazie, ma anche i "cantieri sociali" e tanti altri neri movimenti sociali e politci dovrebbero assumere la sfida lanciata dal PKK, per intanto sarebbe già "carino" vedere al Colosseo a Roma insieme ai curdi molte persone in solidarietà, non importa se in sciopero della fame o meno, basterebbe andare e lasciare un sorriso o una stretta di mano, forse anche ballare insieme a loro le canzoni del loro paese. Oggi è Sabato rimarremo al Colosseo fino a tarda sera. Roma, 8.6.2000
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- Disintossicarsi, solidarietà ai curdi in sciopero della fame per pace e diritti
- From: luisa morgantini <MC6381 at mclink.it>
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