[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Materiale sulla manifestazione in Turchia
- Subject: Materiale sulla manifestazione in Turchia
- From: Giovanni Grandi <giograndi at libero.it>
- Date: Wed, 7 Jun 2000 10:51:38 +0200
Il coraggio della disobbedienza In mille con gli obiettori di coscienza per cambiare la Turchia. Il 14 maggio ad Istanbul si è svolta una manifestazione in occasione della giornata mondiale per il riconoscimento del diritto all'obiezione di coscienza. Questa iniziativa è stata organizzata dal gruppo antimilitarista di obiettori di coscienza di Istanbul (IAMI), in collaborazione con il Partito della Solidarietà e della Democrazia (ODP), fondato nel 1996 da un gruppo di intellettuali turchi. Questa forza politica si oppone al processo di militarizzazione della società turca ed alla guerra condotta dall'esercito in Kurdistan, pur non avendo mai appoggiato la scelta della lotta armata operata in passato dal PKK. La manifestazione è stata organizzata nel quartiere Besiktas di Istanbul, la sede e gli orari di svolgimento sono stati imposti dalla polizia che ha pure "partecipato" controllando tutti i presenti e perquisendo ciascuna persona. Dietro imposizione delle autorità, l'incontro si è svolto in una sala. La polizia ha a sua volta rinunciato a filmare i partecipanti. Agli organizzatori è stato imposto di omettere il termine "obiezione di coscienza" nelle locandine che annunciavano l'incontro, al quale hanno partecipato oltre mille persone, in maggior parte giovani che prendevano contatto per la prima volta con le tematiche del rifiuto cosciente della violenza e della logica militare. A partire dalle 12.30 si sono avvicendati sul palco diversi oratori: Saruhan Uluc, vice presidente dell'ODP, Sanar Yurdatapan, intellettuale molto noto vicino all'ODP, Ahmet Insel, giornalista, Oguz Sonmez dello IAMI. Da tutti gli interventi è emerso con chiarezza ed efficacia come la Turchia sia attualmente uno stato militarista, all'interno del quale è estremamente difficile creare spazi per il dibattito democratico e promuovere una riforma che tuteli il diritto all'obiezione di coscienza e alla libertà di opinione. I vertici militari hanno partita vinta nei confronti delle istituzioni, del mondo religioso e delle istanze della società civile. Inoltre una quantità enorme di risorse viene impiegata per condurre le operazioni di guerra in Kurdistan e mantenere un apparato militare-industriale tra i più estesi e pervasivi di tutto il Mediterraneo orientale. Una macchina da guerra, con ambizioni di divenire un polo per la produzione bellica destinata al Medio Oriente ed all'Asia ex sovietica, che assorbe - come ha denunciato uno degli oratori - il 24% del Prodotto Interno Lordo del paese, nonostante la crisi economica abbia raggiunto dimensioni devastanti. Tutti gli oratori hanno sostenuto che il cammino per il riconoscimento del diritto all'obiezione di coscienza sarà lungo e difficile e dovrà svolgersi in sintonia con le lotte per la democratizzazione della società turca nel suo complesso. E' seguito un dibattito nel corso del quale molti giovani hanno sovente manifestato il loro interesse per la possibilità di scegliere il rifiuto del servizio militare, un'opzione che mai prima d'ora avevano conosciuto, in quanto la cappa propagandistica del regime schiaccia qualsiasi visione alternativa a quella ufficiale. Successivamente si è giunti al momento culminante della manifestazione. Tre ragazzi chiamati alle armi, Ugur Yorulmaz, Timucin Kizilay, Hasan Gimen, in piedi davanti al microfono, attorniati da giornalisti e fotografi e circondati da un assoluto silenzio della platea, hanno letto la loro dichiarazione di obiezione di coscienza e di disobbedienza al governo turco, affermando di non aver nessuna intenzione di aderire alla logica della violenza e tanto meno di volerla esercitare ai danni di altri esseri umani. Le autodenunce, lette con viva emozione mista a timore, sono state sottolineate da tre lunghissimi applausi e da tantissimi abbracci. L'incontro si è chiuso con un concerto nel corso del quale si sono esibiti artisti turchi, curdi ed armeni - Nilufer Akbal, Nejat Yavasogullan, Koma Amed, Grup Yangin, Siya Siyabend e Zugasi Berebe - tutti impegnati nell'opposizione non violenta al regime ed alla guerra. Le loro musiche hanno sottolineato un altro carattere saliente dell'iniziativa volta a diffondere lo spirito di fratellanza che accomuna tutti i popoli e le minoranze oppresse che vivono in Turchia. La tensione è salita quando i tre obiettori di coscienza hanno lasciato la sala, momento nel quale avrebbero potuto essere immediatamente fermati ed arrestati dalla polizia. Per fortuna non è accaduto nulla, forse grazie alla presenza dei molti intervenuti, ma Ugur Timucin e Hasan sono ben consapevoli di ciò che li aspetta; in qualunque istante possono essere arrestati ed imprigionati per un periodo la cui durata è stabilita arbitrariamente dalle autorità. Questo regime di ricatto, con gravi ripercussioni dal punto di vista sociale e personale, può durare per tutta la vita. La manifestazione, nel corso della quale si è registrato un diffuso interesse e molto entusiasmo per le tematiche e le proposte avanzate dagli oratori, ha segnato l'inizio della prima campagna non violenta di massa nella storia della Turchia che ha come obbiettivo il riconoscimento del diritto all'obiezione di coscienza e la promozione della disobbedienza civile. Le iniziative della campagna verranno organizzate dallo IAMI e dall'ISKD - associazione di obiettori di coscienza di Izmir - con l'appoggio del Servizio Obiezione di Coscienza, Pace, Caschi Bianchi dell'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII. Nei prossimi giorni si svolgeranno manifestazioni analoghe ad Ankara dove è attivo un gruppo di obiettori di coscienza; inoltre il 17 giugno, a Barcellona, si terrà un incontro promosso dall'European Buro Coscience Objectors (EBCO) per promuovere, a livello internazionale, azioni di sostegno alle iniziative degli obiettori turchi. A dimostrazione dell'asprezza di questa lotta va rilevato come pochi giorni dopo la manifestazione del 14 maggio le autorità hanno chiuso l'Internet Cafè di Istanbul, sede dello IAMI, ed unica forma di autofinanziamento delle sue attività. Lorena Ferraro e Daniele Tramonti, Associazione Papa Giovanni XXIII
- Prev by Date: 10/06 Carpi (MOD): festa di solidarietà con i bambini della Zastava
- Next by Date: Incontro la Globalizzazione e l'AmericaLatina - Bologna
- Previous by thread: 10/06 Carpi (MOD): festa di solidarietà con i bambini della Zastava
- Next by thread: Incontro la Globalizzazione e l'AmericaLatina - Bologna
- Indice: