pace e nonviolenza



NONVIOLENZA E PARATE MILITARI

 

Massimo Paolicelli Presidente dell'Associazione Obiettori Nonviolenti ha giustamente criticato il ministro della difesa, il cattolico Mattarella, per "la decisione di ripristinare per il 2 giugno 2000 la parata militare per le vie di Roma" "L'Italia - afferma l'articolo 1 della nostra Costituzione - è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro; è indecente festeggiarla esaltando il ruolo delle forze armate. Nel nuovo millennio, la guerra non si può considerare - come affermava Von Klausevitz - la prosecuzione della politica con altri mezzi, ma semplicemente la sconfitta dell'intelligenza politica."....

In più "Occorre chiedersi quanto costerà al contribuente questo mega spot delle forze armate? Tutto questo mentre il Governo lascia morire, per totale mancanza di fondi, il servizio civile.."

Il noto pacifista Enrico Peyretti si associa dicendo "che esibire il volto armato dell'Italia nella festa del voto popolare per la Repubblica è totalmente assurdo, è segno di mania militaresca e di culto esibizionista della violenza: sarebbe come mettere il fucile al posto dell'urna elettorale. Questi politici non hanno coscienza civile, prima che pacifica! E sono schiavi dell'apparato militar-industriale. Come mai ogni ministro della difesa diventa militarista? Perché ignorano - o sono costretti ad ignorare - anche gli sviluppi nuovi della cultura della difesa."

Ci associamo con due aggiunte.

Se i nonviolenti vogliono arrivare al potere nonviolento e pacifico di tutti non debbono sottovalutare la richiesta di sicurezza che i cittadini singoli e le comunità esprimono in questo mondo sempre più ostaggio della logica e della cultura violenta della civiltà e del potere capitalista, non certo di tutti e sicuramente di pochi, per di più classista e razzista.

Occorre rispondere con la richiesta forte e quotidiana di educazione popolare della nonviolenza e dei suoi metodi, altrettanto capaci di difendere i cittadini inermi e di isolare i violenti.

Ma fino alla vittoria della nonviolenza, sarà difficile fare a meno di un corpo di polizia locale, nazionale e internazionale che ci difenda dai violenti, come è scritto nella Carta dell'ONU.

E allora ci sembra assurdo che né la LOC né i cattolici come Peyretti a metà dell'anno 2000 non abbiamo fatto nulla per chiedere che governo, partiti, chiese, associazioni si impegnino a far conoscere la storica decisione dell'ONU di promuovere l'educazione della nonviolenza da questo anno fino al 2010, e a far prendere le iniziative necessarie per concretizzarla.

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