[Nonviolenza] Ebdomadario. 51



UN EBDOMADARIO DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 51 del 16 dicembre 2025
Notiziario settimanale della nonviolenza in cammino proposto dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. L'Italia rispetti ed inveri l'articolo 11 della Costituzione che ripudia la guerra. Crescono le adesioni all'appello promosso da padre Zanotelli "Per la pace nel cuore d'Europa"
2. Il 13 dicembre ricordato Alfio Pannega con un'iniziativa itinerante nei quartieri storici e popolari di Viterbo. Il 16 dicembre un nuovo incontro. E quattro nuove testimonianze di Nazzareno Paoletti ed altri amici ancora
3. Ripetiamo ancora una volta...
4. Omero Dellistorti: Un bel negozio
5. Segnalazioni librarie
6. La "Carta" del Movimento Nonviolento
7. Per saperne di piu'

1. L'ORA. L'ITALIA RISPETTI ED INVERI L'ARTICOLO 11 DELLA COSTITUZIONE CHE RIPUDIA LA GUERRA. CRESCONO LE ADESIONI ALL'APPELLO PROMOSSO DA PADRE ZANOTELLI "PER LA PACE NEL CUORE D'EUROPA"

Crescono le adesioni all'appello "Per la pace nel cuore d'Europa" promosso da padre Zanotelli e da altre persone amiche della nonviolenza.
Ancora una volta invitiamo tutte le persone impegnate per la pace sia a sottoscrivere l'appello inviando la loro adesione agli indirizzi: centropacevt at gmail.com, crpviterbo at yahoo.it, sia a diffonderlo ulteriormente.
Facciamo sentire la voce dell'umanita'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Il parlamento e il governo italiani, detentori rispettivamente del potere legislativo e del potere esecutivo, rispettino ed inverino l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana, che si apre con le inequivocabili parole "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".
Ogni sostegno alla guerra e alle stragi e' un crimine e una follia.
Occorre il massimo impegno, concreto e coerente, immediato e persuaso, per la pace disarmata e disarmante che salva le vite.
Fermiamo la guerra e le stragi.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
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Di seguito il testo dell'appello ed allegati in calce alcuni materiali relativi.
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Il testo dell'appello "Per la pace nel cuore d'Europa"
Il tragico silenzio di noi pacifisti dinanzi alla guerra nel cuore d'Europa. Umile un appello
Mentre ci sembra che in solidarieta' con il popolo palestinese per chiedere la pace e un accordo che metta fine ai massacri e alle violenze a Gaza e in Cisgiordania il movimento pacifista italiano si sia mobilitato e continui a mobilitarsi, e questo e' un bene, invece in solidarieta' con il popolo ucraino per chiedere la pace e un accordo che metta fine ai massacri e alle devastazioni in quel martoriato paese il movimento pacifista italiano sembra riuscire a fare purtroppo ben poco, veramente troppo poco, e questo e' un male.
Ci sono diversi motivi per questa incapacita' di mobilitazione, e non ci sembra necessario enunciarli ed interpretarli qui.
Qui e adesso ci sembra necessario chiedere a tante persone amiche sinceramente impegnate per la pace di esprimere pubblicamente un corale persuaso appello per la pace nel cuore d'Europa.
Abbiamo gia' argomentato nei giorni scorsi perche' ci sembri assolutamente necessaria e urgente una mobilitazione della societa' civile e delle istituzioni democratiche per chiedere la cessazione immediata della guerra in Ucraina, ed in calce alleghiamo per chi fosse interessato quel che abbiamo gia' scritto.
Il nostro tragico silenzio favorisce la folle e scellerata prosecuzione della guerra e delle stragi, favorisce il delirio bellicista e riarmista dei governi di tutta Europa dall'Atlantico agli Urali, favorisce il sempre piu' evidente pericolo che dal focolaio ucraino possa scatenarsi un incendio di dimensioni sempre piu' ampie e sempre piu' incontrollabili, ovvero che da una guerra locale si passi a una guerra continentale e poi mondiale, col rischio di trascinare l'umanita' intera nel baratro.
Chiediamo coralmente la fine immediata della guerra nel cuore d'Europa.
Chi condivide questa opinione ci aiuti a far circolare questo appello.
padre Alex Zanotelli
Marta Anderle
Andrea Araceli
Franca Babbucci
Giuseppe Barone
Bruna Bellotti
Claudio Boreggi
Franco Borghi
Alberto Boschi
Valentina Bruno
Alessandra Cangemi
Francesco Domenico Capizzi
Luciana Carotenuto
Augusto Cavadi
Angelo Cifatte
Mario Cossali
Renzo Craighero
Nicoletta Crocella
Pasquale D'Andretta
Mario Di Marco
Domenico Di Martino
Luigi Fasce
Davide Ghaleb
Agnese Ginocchio
Franca Grasselli
Massimo Guitarrini
Antonella Litta
Giovanni Mandorino
Vittorio Miorandi
Rosangela Mura
Linda Natalini
Nadia Neri
Donato Perreca
Emanuela Petrolati
Enrico Peyretti
Carmen Plebani
Giuliana Rossi
Mara Rossi
Sara Adriana Rossi
Luca Serafini
Sergio Simonazzi
Peppe Sini
Ada Tomasello
padre Efrem Tresoldi
Vincenzo Valtriani
Giulio Vittorangeli
Mauro Carlo Zanella
Luisa Zanotelli
Anpi sezione "Angelo Bettini" - Rovereto-Vallagarina
Associazione di volontariato "Diritti senza barriere"
Associazione Italia-Nicaragua, circolo di Viterbo
Associazione "Respirare" di Viterbo
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Centro Pace ecologia e diritti umani - Rovereto
Circolo "Guido Calogero e Aldo Capitini" di Genova
Fondazione We shall overcome ETS di Pratovecchio Stia - Subbiano (Ar)
Gruppo Donne in Nero - Rovereto
"Scienza medicina istituzioni politica societa'" odv
Tavolo per la pace di Viterbo
tutti gli ospiti latinoamericani nel Molino del Doccione
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Appello gia' pubblicato nei siti:
AmbienteWeb
Peacelink
Pressenza - International Press Agency
Smips
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Diffusione a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 15 dicembre 2025
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Allegato primo: Una lettera aperta a tante amiche e a tanti amici impegnati per la pace, i diritti umani, la liberazione dei popoli, il bene comune dell'umanita', per chiedere un rinnovato impegno comune contro la guerra in Ucraina
Carissime amiche e carissimi amici,
ci sembra che negli ultimi due anni l'attenzione e l'impegno dei movimenti per i diritti umani, pacifisti e nonviolenti per far cessare la terribile guerra in Ucraina si sia purtroppo molto attenuato, mentre invece la guerra continua e i governi dei principali paesi europei, ed in testa l'Unione Europea, continuano a fare di tutto affinche' quella guerra non solo non finisca, ma uccida sempre piu' persone, distrugga sempre piu' insediamenti umani e beni naturali, infetti sempre piu' le relazioni internazionali e provochi un riarmo il cui esito non puo' essere che un conflitto generalizzato che se divenisse anche nucleare potrebbe porre fine all'esistenza dell'umanita'.
Mentre e' giusto e necessario mantenere l'attenzione sulla situazione mediorientale ed adoperarsi affinche' si consolidi il processo di pace, cessino i massacri, si soccorrano tutte le vittime, si trovino accordi verso soluzioni strutturali che garantiscano finalmente pace, sicurezza, diritti e convivenza a tutti i popoli dell'area, ebbene, la stessa attenzione e lo stesso impegno dovrebbero essere espressi anche in relazione alla guerra in corso nel cuore d'Europa, affinche' anche qui si ottenga finalmente che tacciano le armi, cessino le stragi, siano soccorse tutte le vittime, si apra un negoziato che porti alla pace.
Scrivendo queste parole speriamo che possano contribuire a promuovere un rinnovato impegno comune.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la pace salva le vite.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Un fraterno saluto,
il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 13 novembre 2025
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Allegato secondo: Col cuore pensante per la pace nel cuore d'Europa
Prima che sia troppo tardi si ponga fine alla guerra in Ucraina.
Tacciano le armi e si avviino negoziati di pace.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni persona che vive in Europa deve essere consapevole che gia' troppi esseri umani sono morti.
Ogni persona che vive in Europa deve essere consapevole che occorre fermare la guerra prima che essa si espanda ancor piu'.
Ogni persona che vive in Europa deve essere consapevole che occorre fermare la guerra prima che essa diventi continentale, mondiale, atomica.
Le persone, le associazioni, le istituzioni sollecite del bene comune dell'umanita' si adoperino per la cessazione immediata della guerra nel cuore d'Europa cosi' come in qualunque parte del mondo.
Chi vive in Italia si adoperi affinche' il governo italiano e l'Unione Europea cessino di alimentare la guerra e i deliri bellicosi e si adoperino finalmente per la pace che salva le vite.
Dalla Costituzione della Repubblica italiana fino alla Carta dell'Onu, tutti i grandi documenti giuridici dell'umanita' chiamano tutte le persone senzienti e pensanti come tutte le civili istituzioni ad opporsi alla guerra e alle uccisioni, ad impegnarsi per la pace e per salvare le vite.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 23 novembre 2025
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Allegato terzo: Una lettera aperta alla Presidente del Consiglio dei Ministri: "Per la pace nel cuore d'Europa"
Egregia Presidente del Consiglio dei Ministri,
le scrivo per sollecitare un impegno dell'Italia per la cessazione immediata della guerra in Ucraina, per salvare tutte le vite che e' ancora possibile salvare, per la pace nel cuore d'Europa, per stornare il pericolo di una guerra mondiale.
Le scrivo avendo presenti le parole della legge fondamentale del nostro paese, la Costituzione della Repubblica italiana, che all'articolo 11 recita: "L'Italia ripudia la guerra...".
Egregia Presidente del Consiglio dei Ministri,
mi duole dover constatare come tanti, troppi governi europei, in questi anni invece di adoperarsi per la fine della guerra si siano adoperati piuttosto per alimentarla, in un vero e proprio delirio distruttivo che nessun artificio retorico puo' riuscire ad occultare.
Sia l'Italia a chiamare l'Europa intera ad uscire dal delirio e ad impegnarsi per la cessazione immediata del crimine immenso che si sta consumando da anni nel cuore del continente e che minaccia peraltro di evolvere in una vera e propria guerra mondiale il cui esito qualora si passasse all'uso delle armi atomiche potrebbe essere l'annientamento dell'umanita'.
Egregia Presidente del Consiglio dei Ministri,
lei come me ricordera' la terribile tragedia del genocidio della popolazione Ucraina, l'Holodomor, realizzato dal regime totalitario staliniano all'inizio degli anni Trenta del Novecento;
lei come me ricordera' l'orrore della Shoah che coinvolse anche l'Ucraina nel corso della seconda guerra mondiale;
lei come me ricordera' gli eventi che portarono alla sanguinosa e ininterrotta guerra civile nelle regioni di confine tra Ucraina e Russia circa dieci anni fa;
lei come me ricordera' l'occupazione manu militari della Crimea da parte della Russia nel 2014;
ed ovviamente lei come me ha assistito con orrore e sgomento all'invasione dell'Ucraina da parte delle forze armate russe il 24 febbraio 2022; e dal 2022 questa guerra folle e scellerata e' in corso, e di essa e' vittima innocente la martoriata popolazione ucraina.
Egregia Presidente del Consiglio dei Ministri,
non e' questa la sede per esprimere un giudizio storico, basti il giudizio morale: la guerra e' sempre e solo un crimine contro l'umanita', poiche' essa sempre e solo consiste nell'uccisione di innumerevoli esseri umani che avevano il diritto di vivere.
Saranno naturalmente le corti di giustizia internazionali a giudicare l'accaduto e ad emettere le sentenze conseguenti; quello che mi preme dirle adesso e' qualcosa di piu' semplice e immediato: ci si adoperi finalmente per far cessare immediatamente la guerra; ci si adoperi finalmente per far cessare immediatamente le stragi; ci si adoperi finalmente per un immediato "cessate il fuoco" ed un immediato avvio di trattative di pace.
Egregia Presidente del Consiglio dei Ministri,
le sembra ragionevole quanto ho scritto?
Puo' e vuole farsi promotrice di un impegno esplicito e concreto del governo italiano per cercare di fermare immediatamente la guerra e salvare tutte le vite che e' ancora possibile salvare? Solo la pace salva le vite.
Egregia Presidente del Consiglio dei Ministri,
salvare le vite e' il primo dovere.
Voglia gradire distinti saluti ed auguri di buon lavoro per la pace ed il bene comune dell'umanita'.
Il responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 25 novembre 2025
Post scriptum: mi permetto di allegare in calce una lettera che ho indirizzato alcuni giorni fa al Presidente della Repubblica per esprimergli il mio apprezzamento per quanto detto nel discorso tenuto a Berlino lo scorso 16 novembre.
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Allegato quarto: Una lettera aperta al Presidente della Repubblica italiana: "Continui a far sentire la sua voce per la pace, per fermare immediatamente la guerra nel cuore d'Europa"
Egregio Presidente della Repubblica,
ho molto apprezzato il discorso da lei tenuto a Berlino il 16 novembre "per fare memoria dei caduti, delle vittime della guerra e della violenza".
Ed in esso quel suo monito: "se vuoi la pace, devi costruirla e preservarla", cosi' nitido e luminoso proprio mentre - per citare ancora le sue parole - "nuovi 'dottor Stranamore' si affacciano all'orizzonte, con la pretesa che si debba 'amare la bomba'".
Il suo "mai piu'" e' condiviso da ogni persona di retto sentire e di volonta' buona, sollecita del bene comune dell'umanita': mai piu' la guerra, mai piu' uccisioni, ogni vittima ha il volto di Abele, salvare le vite e' il primo dovere.
Egregio Presidente della Repubblica,
si e' perso gia' troppo tempo: anni in cui innumerevoli esseri umani in Ucraina sono stati uccisi in una guerra folle e scellerata come tutte le guerre.
Occorre fermare immediatamente questa guerra nel cuore d'Europa.
Purtroppo, e tragicamente, i governi di gran parte dei paesi europei si adoperano affinche' sempre piu' persone vengano uccise, invece di adoperarsi per promuovere e sostenere negoziati di pace che pongano immediatamente fine al massacro della popolazione ucraina vittima di una brutale aggressione.
Come nel conflitto mediorientale occorre addivenire al piu' presto a un cessate il fuoco, all'apertura di negoziati di pace: salvare le vite e' il primo dovere.
Egregio Presidente della Repubblica,
continui a far sentire la sua autorevole voce per la pace e il disarmo, la unisca a quella del pontefice cattolico, invochi la pace che salva le vite, chieda che si arresti la strage in corso, chiami tutti i paesi europei - tutti, dall'Atlantico agli Urali - ad adoperarsi per la cessazione del massacro: chieda alla Russia di porre termine alla barbara, mostruosa aggressione; chieda ai paesi europei i cui governi insipienti e irresponsabili in questi anni hanno soffiato sul fuoco e fornito strumenti di morte, pur ben sapendo che la loro folle e sciagurata politica avrebbe contribuito a provocare lo sterminio della popolazione ucraina, di recedere da questo criminale ed insensato atteggiamento; chieda a tutti di considerare anche il pericolo che l'intera popolazione europea e l'intera umanita' corre se non si spegne al piu' presto questo incendio tornando al negoziato diplomatico, all'interlocuzione politica, al dialogo per comporre i conflitti, alla cooperazione internazionale in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorrono pace, disarmo e smilitarizzazione per salvare tutte le vite, e salvare le vite e' il primo dovere.
Ringraziandola ancora per le sue sagge e commosse parole berlinesi, voglia gradire distinti saluti,
il responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 18 novembre 2025
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Allegato quinto: Due riflessioni di Enrico Peyretti, uno dei maggiori maestri della cultura della pace.
Volentieri sottoscrivo l'appello, perche' e' giusto, come tutti gli altri dello stesso significato. La guerra va anzitutto evitata, perche' e' sempre male, e' distruzione e omicidio; va evitata e poi risolta con dialogo, mediazione, parita'. "Nessuno sia vinto" (Buddha citato da Gorbaciov). "Molto meglio una pace ingiusta di una guerra giusta" (Erasmo citando Cicerone, ripetutamente). Se pensano e se vogliono, e se si preparano, i popoli possono difendersi da un'aggressione con la resistenza popolare nonviolenta, evitando di confermre la guerra con la guerra.
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Veramente sconfitto e' il popolo che contro la guerra conosce solo la guerra. Documentare le alternative storiche alla guerra
Ricordo alcune domande: come e' possibile difendere la dignita' umana da aggressioni armate, senza usare armi? Cioe', senza duplicare la violenza di offesa con la violenza di difesa (che e' ugualmente disumana)?
Nelle presentazioni e discussioni sul libro "Fino alla liberazione dalla guerra" (Ed. Mille, 2025, info at edizionimille.eu), presentato e discusso a Torino (CSSR), a Ivrea (Mir), a Cagliari (lovesharingfestival), di nuovo a Torino (CAM), la cosa piu' importante sono state queste domande.
C'e' molta ignoranza sulle alternative alla guerra. Questa debolezza e' rassegnazione passiva al male, e favorisce i signori della guerra. Chiediamoci: possono i popoli compiere quel cambiamento culturale per cui non sia piu' accettabile il trionfo della forza contro il diritto? Perche' il principio vitale del "non uccidere" (fatto valere nel privato) non vale nella politica sovrana degli stati omicidi?  Possiamo pensare normali le politiche e istituzioni di morte (esercito, guerra, patria nazionalista, culture suprematiste) come le politiche di vita? Come rispondere alla forza militare con la forza nonviolenta? La nonviolenza e' vilta', resa e sottomissione, oppure e' una forza dotata anche di efficacia liberatrice documentata?
Queste e simili domande sono state poste dagli attenti discussant, nelle occasioni suddette, e meritano tutta l'attenzione e l'impegno culturale e politico. In questo libro come in altri penso di avere richiamato alcune basi etico-politiche, e anche dati storici raccolti da vari ricercatori (una mia bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente e' in rete). Ma la conoscenza diffusa e criticamente documentata delle possibilita' di un popolo di difendersi dalla violenza bellica senza replicarla (e cosi' confermarla), e' ancora conoscenza rara, non accolta negli studi accademici, tantomeno nell'informazione corrente: e' storia oscurata dal semplicismo fatalistico del "la guerra c'e' sempre stata e sempre ci sara'".  Che e' un omaggio rassegnato al male disumano. Altri mali contro la convivenza sono stati superati, cosi' deve e puo' essere superata la guerra, massimo male. La cultura della pace deve lavorare intensamente non solo per affermare la superiorita' etico-politica della resistenza forte alla guerra senza riprodurla, ma per mostrare anche la realta' della pace attiva nella storia umana. Lo sviluppo di istituzioni piu' civili ha espulso dalla realta' storica istituzioni violente prima accettate come naturali (schiavitu', tortura, pena di morte, ecc.). Ci sara' sempre nell'uomo il dilemma bene-male, ma non deve regnare l'istituzione del male disumano. Insieme a cio' occorre mostrare gli enormi crescenti pericoli contro tutta l'umanita' che la guerra causa, al punto che si deve riconoscerla "fuor di ragione", e percio' impegno essenziale di una politica sensata e' espellerla dalla pratica, dalla preparazione, dalla istituzione, dai  mezzi d'azione pensabili nei conflitti, e dal criminale alto profitto dell'industria militare.
Molti lavori sono stati fatti, ma non sono conosciuti, p. es. la ricca collana (decine di opuscoli) del Movimento Nonviolento e di La Meridiana, e altri editori, dagli anni '90, sulle esperienze di Difesa Popolare Nonviolenta, oltre i lavori accurati di autori come Sharp, Galtung, Semelin, Nanni Salio, ecc. L'ignoranza di questa cultura della pace veramente possibile e' rassegnazione al peggio della natura e della storia umana. Veramente sconfitto e' il popolo che contro la guerra conosce solo la guerra.
I movimenti  per la pace, oltre le proteste e le denunce, mi pare che debbano oggi di nuovo studiare e documentare che l'umanita' e' capace - col necessario grande impegno - di non suicidarsi nei conflitti acuti, e di costruire composizioni sagge, equilibrate, di convivenza giusta tra tutti i popoli, ormai uniti di fatto dal problema ecologico, dalla comunicazione, e dalla inseparabile sorte planetaria.

2. INIZIATIVE. IL 13 DICEMBRE RICORDARE ALFIO PANNEGA CON UN'INIZIATIVA ITINERANTE NEI QUARTIERI STORICI E POPOLARI DI VITERBO. IL 16 DICEMBRE UN NUOVO INCONTRO. E QUATTRO NUOVE TESTIMONIANZE DI NAZZARENO PAOLETTI ED ALTRI AMICI ANCORA

Proseguono le iniziative commemorative e la raccolta di testimonianze per il centenario della nascita del poeta antifascista nonviolento viterbese Alfio Pannega (Viterbo, 1925-2010).
Sabato 13 dicembre nel quartiere storico e popolare di San Pellegrino a Viterbo, nell'ambito del progetto "Radici in cammino", si e' svolta la passeggiata-racconto con il drammaturgo, regista ed attore Pietro Benedetti che interpretava Alfio Pannega.
Martedi' 16 dicembre alle ore 10 presso l'assessorato comunale in via Garbini a Viterbo si svolgera' un incontro tecnico di verifica per portare a positiva conclusione l'iter amministrativo per la collocazione della lapide in memoria di Alfio Pannega sul muro della casa in cui lungamente visse a Valle Faul.
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Segnaliamo anche, ancora una volta, che prossimamente si spera di realizzare alcune altre iniziative in ricordo di Alfio.
Tra esse, oltre la collocazione della lapide sulla casa di Alfio a Valle Faul, varie presentazioni della nuova edizione del libro di e su Alfio pubblicato da Davide Ghaleb Editore; nuove rappresentazioni dello spettacolo teatrale di Pietro Benedetti ad Alfio dedicato dal titolo "Allora ero giovane pure io"; una mostra documentaria ed artistica; un ulteriore concerto dedicato ad Alfio, conclusivo dell'anno di commemorazioni; la catalogazione e sistemazione dell'"Archivio Alfio Pannega" (chiunque abbia materiali puo' inviarli al curatore dell'Archivio all'indirizzo e-mail: oloap.anera at gmail.com ); la digitalizzazione dei materiali raccolti e la loro messa a disposizione in spazi dedicati di alcuni siti internet che hanno dato la disponibilita' ad accogliere e preservare un adeguato ricordo di Alfio, tra cui quello dell'Anpi provinciale di Viterbo, quello di Davide Ghaleb Editore, quello dell'organizzazione di volontariato "Viterbo con amore".
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Nel ricordo di Alfio riaffermiamo ancora una volta che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Nel ricordo di Alfio riaffermiamo ancora una volta che salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Abolire la guerra, costruire la pace.
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In calce aggiungiamo tre ulteriori ricordi di Alfio che ci sono pervenuti.
Le amiche e gli amici di Alfio Pannega impegnati nelle commemorazioni in occasione del centenario della nascita
Viterbo, 14 dicembre 2025
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Nazzareno (Neno) Paoletti ricorda Alfio Pannega

il mio ricordo di Alfio e' in simbiosi con la fotografia, pubblicata anche nella chat "Alfio 100", che ho ritrovato, in verita' cercata, nel mio disordinato archivio fotografico, stimolato dalle lodevoli iniziative che amici e compagni hanno messo in campo per i cento anni dalla nascita di Alfio.
Nella mia mente quello scatto non era dimenticato, ho molti negativi, ma di quella foto ho una stampa, e poi e' sempre stata in uno scomparto, in un cassetto, della mia memoria, come solitamente si dice siano conservati, catalogati ed organizzati i nostri ricordi.
E' uno scatto che risale a 50 anni fa, io avevo 24 anni, in occasione di una festa dell'Unita dove tra le varie attivita' di noi volontari, io appassionato di fotografia (trasmessa anche da Mario Onofri) mi occupavo anche di documentare gli eventi e quant'altro.
Si vede Alfio a cena al ristorante della festa, non mancava una sera! La foto e' in bianco e nero ma invito a notare il vestito, e' scuro ed e' il vestito buono, della festa, come se si fosse autoimposto un suo "dress code" per sottolineare il rispetto e l'importanza che attribuiva a quelle serate che lo vedevano ospite, pari a pari e non il sottoproletario raccoglitore di cartoni senza fissa dimora, che molti evitavano.
C'era poi pero' un problema! Alla chiusura bisognava a turno accompagnarlo in macchina, l'unico modo per metterlo gentilmente fuori da Prato Giardino: sarebbe rimasto lo' tutta la notte a parlare, raccontare di tutto, con la sua inaspettata ed incredibile conoscenza delle cose del mondo.
Sorprendente, almeno per quanto mi riguarda, forse il passaggio alla maturita' mi faceva dimenticare e faceva giustizia della macchietta del raccoglitore di cartoni trasandato, il suo carretto, i suoi cani, che i miei occhi di bambino prima, ed adolescente poi, avevano visto in citta'.
Il mio girovagare ed il mio nomadismo lavorativo, mi hanno poi portato per decenni sostanzialmente fuori Viterbo e non ho vissuto direttamente gli anni del suo impegno nel centro sociale, e oltre, fino alla sua scomparsa.

Nazzareno (Neno) Paoletti

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Berto Marcolfi ricorda Alfio Pannega

D'improvviso stasera mi e' venuto in mente che Alfio Pannega e i ragazzi del centro sociale insieme a cui viveva, e che sono stati la sua vera grande famiglia, mi ricordavano i "paisanos" di Pian della Tortilla, di Vicolo Cannery e di Quel fantastico giovedi' di John Steinbeck. Chi ha letto quei libri ricorda quella comunita' bislacca e picaresca, ma generosa e solidale, volta a volta ingenua e astuta, sprovveduta e sottile, sconclusionata e magnanima.
Alfio era gia' Alfio prima di incontrare quei giovani, era gia' un militante del movimento operaio, aveva gia' vissuto innumerevoli esperienze di sfruttamento e di dolore, ma anche di cultura - popolare e classica: Dante su tutti -, ed era gia' un simbolo della citta' di Viterbo che di Viterbo sapeva tutto e che tutti i viterbesi conosceva, ma mi piace pensare che l'incontro con quei ragazzi - la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'area abbandonata dell'ex-gazometro a Valle Faul - lo sottrasse a un destino di sottovalutazione e di solitudine, a un invecchiare triste e sofferente. Invece con loro quegli ultimi quasi vent'anni di vita (dal 1993 al 2010) furono per Alfio una rinascita, una festa, un riconoscimento. Fu finalmente capito nelle sue scelte, fu finalmente sostenuto nelle sue lotte, fu finalmente ascoltato come un vecchio saggio che educava con l'esempio, con l'ascolto, con la parola buona, che raccontava le sofferenze patite e quindi chiamava al dovere di lottare: contro il fascismo, contro la guerra, contro tutte le menzogne e le oppressioni, con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
C'e' speranza, se questo accadde a Viterbo.

Berto Marcolfi

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Gentilino Callarari ricorda Alfio Pannega

Co' Alfio m'aricordo le nottate
melli' a Pprartiggiardino pe' la festa
dell'Unita' che mmezze 'mbriacate
cor vino bbono che ddava a la testa

e mmica che dicemme le stronzate
la verita' dicemme chiara e onesta
che ttutte hanno da essa libberate
ch'e' ora ormae che 'r popolo se desta

ha dda fini' tutto 'sto sfruttamento
e gguerre e ddittature e schiavitu'
e ha dda veni' finarmente 'r momento

che ll'omo all'omo nu'll'ammazzi ppiu'
e se possa campa' senza tormento
libbere tutte e cuccuruccuccu'.


Gentilino Callarari

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Giustino Filicasse ricorda Alfio Pannega

Volesse bbene
nun ade' 'na cosa dell'artro monno che mecqui' si lo diche fae solo che rrida
nun ade' arrennese e sta' zzitte mentre succedeno tutte 'ste sfraggelle

None, volesse bbene e' commatte fino a la fine
pe' 'ffalle fini' tutte 'ste schifezze
e 'ffalla campa' bbene la ggente finarmente
senz'avecce ppiu' ne' ffame ne' ffreddo ne' ppavura

Que' cce dicemme co' Alfio e cco ll'artre compagne 'na notte evvia de tant'anne fa
e que' emo cerco de fa' ffinche' sse campa

Volesse bbene
se po' ffa' davero

Giustino Filicasse

3. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

4. NELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: UN BEL NEGOZIO

- Buonasera.
- Buonasera.
- E' sua la bottega?
- Si'.
- E' un bel negozio.
- Grazie.
- Ci avete un sacco di roba.
- E' una licenza vecchia, e' un emporio. All'epoca in cui fu rilasciata qui in paese era l'unico negozio e vendevamo tutto.
- Parecchi anni fa.
- Eh si', al tempo dei miei nonni, credo.
- Un'attivita' di famiglia, eh?
- Eh si', un'attivita' di famiglia, tre generazioni.
- Alimentari, casalinghi, cartoleria, abbigliamento, un po' di tutto.
- Gia', un po' di tutto.
- E, si guadagna?
- Insomma, ci si campa.
- Se e' l'unico negozio del paese...
- Un tempo, adesso non e' piu' cosi'.
- Non mi pare di averne visti altri.
- Proprio qui no, ma a pochi chilometri c'e' un centro commerciale.
- Ah gia', il centro commerciale, ci sono passato davanti.
- Adesso la gente va a fare la spesa li', sa, ormai hanno tutti l'automobile.
- Sicuro.
- E allora, lei capisce...
- Capisco, capisco. Pero' vedo che lei si difende, no?
- Si tira avanti, coi clienti affezionati.
- I clienti affezionati, il sentimento della comunita'...
- Si tira avanti.
- Si tira avanti.
- E cosa posso servirle?
- No, non sono venuto per comprare.
- No?
- No.
- E' un rappresentante?
- In un certo senso.
- E cosa vende?
- Protezione privata.
- Ah, guardi, noi siamo gia' serviti dall'agenzia di vigilanza del capoluogo.
- Passano la notte, immagino.
- Si', e lasciano un bigliettino per verifica.
- Carabinieri qui non ce ne sono.
- No, e'un paese piccolo.
- E furti, rapine?
- No, no, e che vuole che vengano a rubare?
- Quello che c'e'.
- Ma e' tutta roba di poco valore, che e' piu' la fatica per trasportarla che il guadagno.
- Pero' se le incendiassero la bottega, per dire, il danno ci sarebbe.
- Si', certo, comunque siamo assicurati.
- Come tutti, ma poi l'assicurazione sgancia?
- Non lo so, spero di si'.
- No, non pagano mai, dicono sempre che uno se l'e' bruciata da solo la bottega per fregargli la grana.
- Non e' proprio la mia intenzione.
- Ci credo, pero' se qualche malintenzionato lo facesse, lei poi come fa a dimostrare che non e' stato lei?
- Veramente non ci ho mai pensato. Lei dice che devo disdire l'assicurazione?
- No, no, non dico niente, era solo per fare un esempio.
- Comunque tanto chi potrebbe venire a dar fuoco qui?
- Non si puo' mai sapere, magari qualche cliente insoddisfatto.
- Mi creda, non ce ne sono. Il nostro motto e' "soddisfatti o rimborsati".
- Saggia politica.
- Se si lavora al pubblico si sa che i clienti vanni trattati sempre bene.
- Anche quando sono dei rompiscatole.
- Soprattutto quando sono dei rompiscatole.
- Lei mi piace, sa?
- Grazie.
- Pero', tornando al nostro discorso, magari per una vecchia faida familiare...
- Ma non ce ne sono, siamo talmente pochi qui al paese...
- Una cosa vecchia, che nessuno se la ricorda piu', e d'improvviso uno pensa di dover vendicare un torto subito dai suoi antenati di cui crede di aver sentito parlare quando era piccinino, e allora prende la tanica della benzina, una scatola di fiammiferi, e via. Ci vuole poco, sa?
- Certo, tutto e' possibile.
- Esatto. E' proprio questo il punto, che tutto e' possibile.
- Ma che una cosa sia possibile non significa che sia probabile.
- No, pero' puo' sempre succedere, no?
- Per succedere, tutto puo' succedere.
- C'e' poca gente qui in paese, eh?
- Si', poca.
- Saremo qui che chiacchieriamo da almeno un quarto d'ora e non e' entrato nessuno.
- No, questo e un orario morto, tengo aperto perche' bisogna stare aperti sempre, ma le vendite sono concentrate soprattutto la mattina e di pomeriggio prima che faccia buio. Quando fa buio la gente si chiude a casa, o all'osteria. Io comunque aspetto fino alle otto per chiudere, non si sa mai.
- Gia', potrebbe capitare l'affarone.
- No, non l'affarone, ma per esempio qualcuno si accorge che ha finito il sale o lo zucchero, e allora...
- E allora fa un salto da lei.
- Certo.
- Ma torniamo a noi.
- In che senso?
- Il motivo per cui sono qui.
- Ah, si'. Mi scusi ma me lo sono scordato.
- La protezione privata.
- No, non ci serve, gliel'ho gia' detto prima.
- Lei crede che non le serva, ma se io le dicessi che stanotte qualcuno potrebbe venire qui e fare un bel falo' di tutta questa merce, che mi direbbe?
- Che mi pare inverosimile.
- E invece e' piu' che verosimile, e' sicuro. A meno che...
- A meno che?
- Lo sa, la protezione privata.
- C'e' gia' la guardia notturna, l'agenzia di vigilanza che le dicevo prima.
- Ma l'addetto alle fiamme attenderebbe il loro passaggio e poi agirebbe indisturbato.
- L'addetto alle fiamme?
- Il piromane, come vogliamo chiamarlo?
- L'incendiario?
- L'incendiario, si'.
- Ma non c'e' nessun incendiario.
- Si che c'e':
- E lei come fa a saperlo, mu scusi?
- Perche' lo mando io, no?
- Lo manderebbe lei?
- Ma no, ma no che non lo mando; io sono quello che le sta proponendo un contratto di protezione privata proprio affinche' l'evento infausto non accada.
- Mi scusi ma vorrei essere sicuro di aver capito bene: lei mi sta dcendo che se io la pago, non mi fa bruciare la bottega, e se io non la pago invece la manda in fumo? E' cosi'?
- Che brutto modo di dire le cose, io le sto solo facendo un favore: la sto mettendo sull'avviso rispetto a possibili sinistri e le sto mettendo a disposizione una collaudata organizzazione per proteggere i suoi beni. Tutto qui.
- Ed immagine che se io le dicessi che la cosa non mi interessa, allora stanotte...
- Allora stanotte. Sono cose che succedono.
- E quanto dovrei?

5. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Massimo Cacciari, Piero Coda, Io sono il Signore Dio tuo, Il Mulino, Bologna 2010, Rcs, Milano 2013, pp. 162.
- Salvatore Natoli, Pierangelo Sequeri, Non ti farai idolo ne' immagine, Il Mulino, Bologna 2011, Rcs, Milano 2013, pp. 144.
- Carlo Galli, Piero Stefani, Non nominare il nome di Dio invano, Il Mulino, Bologna 2011, Rcs, Milano 2013, pp. 176.
- Massimo Dona', Stefano Levi Della Torre, Santificare la festa, Il Mulino, Bologna 2010, Rcs, Milano 2013, pp. 144.
- Giuseppe Laras, Chiara Saraceno, Onora il padre e la madre, Il Mulino, Bologna 2010, Rcs, Milano 2013, pp. 144.
- Adriana Cavarero, Angelo Scola, Non uccidere, Il Mulino, Bologna 2011, Rcs, Milano 2013, pp. 144.
- Eva Cantarella, Paolo Ricca, Non commettere adulterio, Il Mulino, Bologna 2010, Rcs, Milano 2013, pp. 160.
- Paolo Prodi, Guido Rossi, Non rubare, Il Mulino, Bologna 2010, Rcs, Milano 2013, pp. 176.
- Tullio Padovani, Vincenzo Vitiello, Non dire falsa testimonianza, Il Mulino, Bologna 2011, Rcs, Milano 2013, pp. 176.
- Gianfranco Ravasi, Andrea Tagliapietra, Non desiderare la donna e la roba d'altri, Il Mulino, Bologna 2010, Rcs, Milano 2013, pp. 160.
- Enzo Bianchi, Massimo Cacciari, Ama il prossimo tuo, Il Mulino, Bologna 2011, Rcs, Milano 2013, pp. 144.

6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

7. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

UN EBDOMADARIO DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 51 del 16 dicembre 2025
Notiziario settimanale della nonviolenza in cammino proposto dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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