[Nonviolenza] Ebdomadario. 49



UN EBDOMADARIO DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 49 (speciale) del 12 dicembre 2025
Notiziario settimanale della nonviolenza in cammino proposto dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. L'associazione "Respirare" di Viterbo aderisce all'appello di padre Zanotelli ed altre persone amiche della nonviolenza "Per la pace nel cuore d'Europa"
2. Sergio Flamigni
3. Enrico Pugliese
4. Tom Stoppard
5. Ripetiamo ancora una volta...
6. Omero Dellistorti: Chi va la'
7. Omero Dellistorti: Terra
8. Omero Dellistorti: Un buon affare
9. Vandana Shiva: Principi costitutivi di una democrazia della comunita' terrena
10. Segnalazioni librarie
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'

1. APPELLI. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" DI VITERBO ADERISCE ALL'APPELLO DI PADRE ZANOTELLI ED ALTRE PERSONE AMICHE DELLA NONVIOLENZA "PER LA PACE NEL CUORE D'EUROPA"

Aderiamo ed invitiamo ad aderire (scrivendo agli indirizzi di posta elettronica centropacevt at gmail.com e crpviterbo at yahoo.it) all'appello di padre Zanotelli ed altre persone amiche della nonviolenza "Per la pace nel cuore d'Europa".
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Il parlamento e il governo italiani, detentori rispettivamente del potere legislativo e del potere esecutivo, rispettino ed inverino l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana, che si apre con le inequivocabili parole "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".
Ogni sostegno alla guerra e alle stragi e' un crimine e una follia.
Occorre il massimo impegno, concreto e coerente, immediato e persuaso, per la pace disarmata e disarmante che salva le vite.
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Fermiamo la guerra e le stragi.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
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Di seguito il testo dell'appello "Per la pace nel cuore d'Europa"
Il tragico silenzio di noi pacifisti dinanzi alla guerra nel cuore d'Europa. Umile un appello
Mentre ci sembra che in solidarieta' con il popolo palestinese per chiedere la pace e un accordo che metta fine ai massacri e alle violenze a Gaza e in Cisgiordania il movimento pacifista italiano si sia mobilitato e continui a mobilitarsi, e questo e' un bene, invece in solidarieta' con il popolo ucraino per chiedere la pace e un accordo che metta fine ai massacri e alle devastazioni in quel martoriato paese il movimento pacifista italiano sembra riuscire a fare purtroppo ben poco, veramente troppo poco, e questo e' un male.
Ci sono diversi motivi per questa incapacita' di mobilitazione, e non ci sembra necessario enunciarli ed interpretarli qui.
Qui e adesso ci sembra necessario chiedere a tante persone amiche sinceramente impegnate per la pace di esprimere pubblicamente un corale persuaso appello per la pace nel cuore d'Europa.
Abbiamo gia' argomentato nei giorni scorsi perche' ci sembri assolutamente necessaria e urgente una mobilitazione della societa' civile e delle istituzioni democratiche per chiedere la cessazione immediata della guerra in Ucraina, ed in calce alleghiamo per chi fosse interessato quel che abbiamo gia' scritto.
Il nostro tragico silenzio favorisce la folle e scellerata prosecuzione della guerra e delle stragi, favorisce il delirio bellicista e riarmista dei governi di tutta Europa dall'Atlantico agli Urali, favorisce il sempre piu' evidente pericolo che dal focolaio ucraino possa scatenarsi un incendio di dimensioni sempre piu' ampie e sempre piu' incontrollabili, ovvero che da una guerra locale si passi a una guerra continentale e poi mondiale, col rischio di trascinare l'umanita' intera nel baratro.
Chiediamo coralmente la fine immediata della guerra nel cuore d'Europa.
Chi condivide questa opinione ci aiuti a far circolare questo appello.
padre Alex Zanotelli
Marta Anderle
Andrea Araceli
Giuseppe Barone
Claudio Boreggi
Franco Borghi
Valentina Bruno
Alessandra Cangemi
Francesco Domenico Capizzi
Luciana Carotenuto
Augusto Cavadi
Angelo Cifatte
Mario Cossali
Renzo Craighero
Nicoletta Crocella
Pasquale D'Andretta
Mario Di Marco
Domenico Di Martino
Luigi Fasce
Davide Ghaleb
Agnese Ginocchio
Franca Grasselli
Antonella Litta
Giovanni Mandorino
Vittorio Miorandi
Rosangela Mura
Linda Natalini
Nadia Neri
Donato Perreca
Emanuela Petrolati
Enrico Peyretti
Carmen Plebani
Giuliana Rossi
Mara Rossi
Sara Adriana Rossi
Peppe Sini
Ada Tomasello
padre Efrem Tresoldi
Vincenzo Valtriani
Giulio Vittorangeli
Luisa Zanotelli
Anpi sezione "Angelo Bettini" - Rovereto-Vallagarina
Associazione Italia-Nicaragua, circolo di Viterbo
Associazione "Respirare" di Viterbo
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Centro Pace ecologia e diritti umani - Rovereto
Circolo "Guido Calogero e Aldo Capitini" di Genova
Gruppo Donne in Nero - Rovereto
"Scienza medicina istituzioni politica societa'" odv
Tavolo per la pace di Viterbo
Appello gia' pubblicato nei siti:
AmbienteWeb
Peacelink
Pressenza - International Press Agency
Smips
Diffusione a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
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L'associazione "Respirare" di Viterbo
Viterbo, 12 dicembre 2025
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Allegato primo: Una lettera aperta a tante amiche e a tanti amici impegnati per la pace, i diritti umani, la liberazione dei popoli, il bene comune dell'umanita', per chiedere un rinnovato impegno comune contro la guerra in Ucraina
Carissime amiche e carissimi amici,
ci sembra che negli ultimi due anni l'attenzione e l'impegno dei movimenti per i diritti umani, pacifisti e nonviolenti per far cessare la terribile guerra in Ucraina si sia purtroppo molto attenuato, mentre invece la guerra continua e i governi dei principali paesi europei, ed in testa l'Unione Europea, continuano a fare di tutto affinche' quella guerra non solo non finisca, ma uccida sempre piu' persone, distrugga sempre piu' insediamenti umani e beni naturali, infetti sempre piu' le relazioni internazionali e provochi un riarmo il cui esito non puo' essere che un conflitto generalizzato che se divenisse anche nucleare potrebbe porre fine all'esistenza dell'umanita'.
Mentre e' giusto e necessario mantenere l'attenzione sulla situazione mediorientale ed adoperarsi affinche' si consolidi il processo di pace, cessino i massacri, si soccorrano tutte le vittime, si trovino accordi verso soluzioni strutturali che garantiscano finalmente pace, sicurezza, diritti e convivenza a tutti i popoli dell'area, ebbene, la stessa attenzione e lo stesso impegno dovrebbero essere espressi anche in relazione alla guerra in corso nel cuore d'Europa, affinche' anche qui si ottenga finalmente che tacciano le armi, cessino le stragi, siano soccorse tutte le vittime, si apra un negoziato che porti alla pace.
Scrivendo queste parole speriamo che possano contribuire a promuovere un rinnovato impegno comune.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la pace salva le vite.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Un fraterno saluto,
il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 13 novembre 2025
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Allegato secondo: Col cuore pensante per la pace nel cuore d'Europa
Prima che sia troppo tardi si ponga fine alla guerra in Ucraina.
Tacciano le armi e si avviino negoziati di pace.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni persona che vive in Europa deve essere consapevole che gia' troppi esseri umani sono morti.
Ogni persona che vive in Europa deve essere consapevole che occorre fermare la guerra prima che essa si espanda ancor piu'.
Ogni persona che vive in Europa deve essere consapevole che occorre fermare la guerra prima che essa diventi continentale, mondiale, atomica.
Le persone, le associazioni, le istituzioni sollecite del bene comune dell'umanita' si adoperino per la cessazione immediata della guerra nel cuore d'Europa cosi' come in qualunque parte del mondo.
Chi vive in Italia si adoperi affinche' il governo italiano e l'Unione Europea cessino di alimentare la guerra e i deliri bellicosi e si adoperino finalmente per la pace che salva le vite.
Dalla Costituzione della Repubblica italiana fino alla Carta dell'Onu, tutti i grandi documenti giuridici dell'umanita' chiamano tutte le persone senzienti e pensanti come tutte le civili istituzioni ad opporsi alla guerra e alle uccisioni, ad impegnarsi per la pace e per salvare le vite.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 23 novembre 2025
* * *
Allegato terzo: Una lettera aperta alla Presidente del Consiglio dei Ministri: "Per la pace nel cuore d'Europa"
Egregia Presidente del Consiglio dei Ministri,
le scrivo per sollecitare un impegno dell'Italia per la cessazione immediata della guerra in Ucraina, per salvare tutte le vite che e' ancora possibile salvare, per la pace nel cuore d'Europa, per stornare il pericolo di una guerra mondiale.
Le scrivo avendo presenti le parole della legge fondamentale del nostro paese, la Costituzione della Repubblica italiana, che all'articolo 11 recita: "L'Italia ripudia la guerra...".
Egregia Presidente del Consiglio dei Ministri,
mi duole dover constatare come tanti, troppi governi europei, in questi anni invece di adoperarsi per la fine della guerra si siano adoperati piuttosto per alimentarla, in un vero e proprio delirio distruttivo che nessun artificio retorico puo' riuscire ad occultare.
Sia l'Italia a chiamare l'Europa intera ad uscire dal delirio e ad impegnarsi per la cessazione immediata del crimine immenso che si sta consumando da anni nel cuore del continente e che minaccia peraltro di evolvere in una vera e propria guerra mondiale il cui esito qualora si passasse all'uso delle armi atomiche potrebbe essere l'annientamento dell'umanita'.
Egregia Presidente del Consiglio dei Ministri,
lei come me ricordera' la terribile tragedia del genocidio della popolazione Ucraina, l'Holodomor, realizzato dal regime totalitario staliniano all'inizio degli anni Trenta del Novecento;
lei come me ricordera' l'orrore della Shoah che coinvolse anche l'Ucraina nel corso della seconda guerra mondiale;
lei come me ricordera' gli eventi che portarono alla sanguinosa e ininterrotta guerra civile nelle regioni di confine tra Ucraina e Russia circa dieci anni fa;
lei come me ricordera' l'occupazione manu militari della Crimea da parte della Russia nel 2014;
ed ovviamente lei come me ha assistito con orrore e sgomento all'invasione dell'Ucraina da parte delle forze armate russe il 24 febbraio 2022; e dal 2022 questa guerra folle e scellerata e' in corso, e di essa e' vittima innocente la martoriata popolazione ucraina.
Egregia Presidente del Consiglio dei Ministri,
non e' questa la sede per esprimere un giudizio storico, basti il giudizio morale: la guerra e' sempre e solo un crimine contro l'umanita', poiche' essa sempre e solo consiste nell'uccisione di innumerevoli esseri umani che avevano il diritto di vivere.
Saranno naturalmente le corti di giustizia internazionali a giudicare l'accaduto e ad emettere le sentenze conseguenti; quello che mi preme dirle adesso e' qualcosa di piu' semplice e immediato: ci si adoperi finalmente per far cessare immediatamente la guerra; ci si adoperi finalmente per far cessare immediatamente le stragi; ci si adoperi finalmente per un immediato "cessate il fuoco" ed un immediato avvio di trattative di pace.
Egregia Presidente del Consiglio dei Ministri,
le sembra ragionevole quanto ho scritto?
Puo' e vuole farsi promotrice di un impegno esplicito e concreto del governo italiano per cercare di fermare immediatamente la guerra e salvare tutte le vite che e' ancora possibile salvare? Solo la pace salva le vite.
Egregia Presidente del Consiglio dei Ministri,
salvare le vite e' il primo dovere.
Voglia gradire distinti saluti ed auguri di buon lavoro per la pace ed il bene comune dell'umanita'.
Il responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 25 novembre 2025
Post scriptum: mi permetto di allegare in calce una lettera che ho indirizzato alcuni giorni fa al Presidente della Repubblica per esprimergli il mio apprezzamento per quanto detto nel discorso tenuto a Berlino lo scorso 16 novembre.
* * *
Allegato quarto: Una lettera aperta al Presidente della Repubblica italiana: "Continui a far sentire la sua voce per la pace, per fermare immediatamente la guerra nel cuore d'Europa"
Egregio Presidente della Repubblica,
ho molto apprezzato il discorso da lei tenuto a Berlino il 16 novembre "per fare memoria dei caduti, delle vittime della guerra e della violenza".
Ed in esso quel suo monito: "se vuoi la pace, devi costruirla e preservarla", cosi' nitido e luminoso proprio mentre - per citare ancora le sue parole - "nuovi 'dottor Stranamore' si affacciano all'orizzonte, con la pretesa che si debba 'amare la bomba'".
Il suo "mai piu'" e' condiviso da ogni persona di retto sentire e di volonta' buona, sollecita del bene comune dell'umanita': mai piu' la guerra, mai piu' uccisioni, ogni vittima ha il volto di Abele, salvare le vite e' il primo dovere.
Egregio Presidente della Repubblica,
si e' perso gia' troppo tempo: anni in cui innumerevoli esseri umani in Ucraina sono stati uccisi in una guerra folle e scellerata come tutte le guerre.
Occorre fermare immediatamente questa guerra nel cuore d'Europa.
Purtroppo, e tragicamente, i governi di gran parte dei paesi europei si adoperano affinche' sempre piu' persone vengano uccise, invece di adoperarsi per promuovere e sostenere negoziati di pace che pongano immediatamente fine al massacro della popolazione ucraina vittima di una brutale aggressione.
Come nel conflitto mediorientale occorre addivenire al piu' presto a un cessate il fuoco, all'apertura di negoziati di pace: salvare le vite e' il primo dovere.
Egregio Presidente della Repubblica,
continui a far sentire la sua autorevole voce per la pace e il disarmo, la unisca a quella del pontefice cattolico, invochi la pace che salva le vite, chieda che si arresti la strage in corso, chiami tutti i paesi europei - tutti, dall'Atlantico agli Urali - ad adoperarsi per la cessazione del massacro: chieda alla Russia di porre termine alla barbara, mostruosa aggressione; chieda ai paesi europei i cui governi insipienti e irresponsabili in questi anni hanno soffiato sul fuoco e fornito strumenti di morte, pur ben sapendo che la loro folle e sciagurata politica avrebbe contribuito a provocare lo sterminio della popolazione ucraina, di recedere da questo criminale ed insensato atteggiamento; chieda a tutti di considerare anche il pericolo che l'intera popolazione europea e l'intera umanita' corre se non si spegne al piu' presto questo incendio tornando al negoziato diplomatico, all'interlocuzione politica, al dialogo per comporre i conflitti, alla cooperazione internazionale in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorrono pace, disarmo e smilitarizzazione per salvare tutte le vite, e salvare le vite e' il primo dovere.
Ringraziandola ancora per le sue sagge e commosse parole berlinesi, voglia gradire distinti saluti,
il responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 18 novembre 2025
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Allegato quinto: Due riflessioni di Enrico Peyretti, uno dei maggiori maestri della cultura della pace.
Volentieri sottoscrivo l'appello, perche' e' giusto, come tutti gli altri dello stesso significato. La guerra va anzitutto evitata, perche' e' sempre male, e' distruzione e omicidio; va evitata e poi risolta con dialogo, mediazione, parita'. "Nessuno sia vinto" (Buddha citato da Gorbaciov). "Molto meglio una pace ingiusta di una guerra giusta" (Erasmo citando Cicerone, ripetutamente). Se pensano e se vogliono, e se si preparano, i popoli possono difendersi da un'aggressione con la resistenza popolare nonviolenta, evitando di confermre la guerra con la guerra.
*
Veramente sconfitto e' il popolo che contro la guerra conosce solo la guerra. Documentare le alternative storiche alla guerra
Ricordo alcune domande: come e' possibile difendere la dignita' umana da aggressioni armate, senza usare armi? Cioe', senza duplicare la violenza di offesa con la violenza di difesa (che e' ugualmente disumana)?
Nelle presentazioni e discussioni sul libro "Fino alla liberazione dalla guerra" (Ed. Mille, 2025, info at edizionimille.eu), presentato e discusso a Torino (CSSR), a Ivrea (Mir), a Cagliari (lovesharingfestival), di nuovo a Torino (CAM), la cosa piu' importante sono state queste domande.
C'e' molta ignoranza sulle alternative alla guerra. Questa debolezza e' rassegnazione passiva al male, e favorisce i signori della guerra. Chiediamoci: possono i popoli compiere quel cambiamento culturale per cui non sia piu' accettabile il trionfo della forza contro il diritto? Perche' il principio vitale del "non uccidere" (fatto valere nel privato) non vale nella politica sovrana degli stati omicidi?  Possiamo pensare normali le politiche e istituzioni di morte (esercito, guerra, patria nazionalista, culture suprematiste) come le politiche di vita? Come rispondere alla forza militare con la forza nonviolenta? La nonviolenza e' vilta', resa e sottomissione, oppure e' una forza dotata anche di efficacia liberatrice documentata?
Queste e simili domande sono state poste dagli attenti discussant, nelle occasioni suddette, e meritano tutta l'attenzione e l'impegno culturale e politico. In questo libro come in altri penso di avere richiamato alcune basi etico-politiche, e anche dati storici raccolti da vari ricercatori (una mia bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente e' in rete). Ma la conoscenza diffusa e criticamente documentata delle possibilita' di un popolo di difendersi dalla violenza bellica senza replicarla (e cosi' confermarla), e' ancora conoscenza rara, non accolta negli studi accademici, tantomeno nell'informazione corrente: e' storia oscurata dal semplicismo fatalistico del "la guerra c'e' sempre stata e sempre ci sara'".  Che e' un omaggio rassegnato al male disumano. Altri mali contro la convivenza sono stati superati, cosi' deve e puo' essere superata la guerra, massimo male. La cultura della pace deve lavorare intensamente non solo per affermare la superiorita' etico-politica della resistenza forte alla guerra senza riprodurla, ma per mostrare anche la realta' della pace attiva nella storia umana. Lo sviluppo di istituzioni piu' civili ha espulso dalla realta' storica istituzioni violente prima accettate come naturali (schiavitu', tortura, pena di morte, ecc.). Ci sara' sempre nell'uomo il dilemma bene-male, ma non deve regnare l'istituzione del male disumano. Insieme a cio' occorre mostrare gli enormi crescenti pericoli contro tutta l'umanita' che la guerra causa, al punto che si deve riconoscerla "fuor di ragione", e percio' impegno essenziale di una politica sensata e' espellerla dalla pratica, dalla preparazione, dalla istituzione, dai  mezzi d'azione pensabili nei conflitti, e dal criminale alto profitto dell'industria militare.
Molti lavori sono stati fatti, ma non sono conosciuti, p. es. la ricca collana (decine di opuscoli) del Movimento Nonviolento e di La Meridiana, e altri editori, dagli anni '90, sulle esperienze di Difesa Popolare Nonviolenta, oltre i lavori accurati di autori come Sharp, Galtung, Semelin, Nanni Salio, ecc. L'ignoranza di questa cultura della pace veramente possibile e' rassegnazione al peggio della natura e della storia umana. Veramente sconfitto e' il popolo che contro la guerra conosce solo la guerra.
I movimenti  per la pace, oltre le proteste e le denunce, mi pare che debbano oggi di nuovo studiare e documentare che l'umanita' e' capace - col necessario grande impegno - di non suicidarsi nei conflitti acuti, e di costruire composizioni sagge, equilibrate, di convivenza giusta tra tutti i popoli, ormai uniti di fatto dal problema ecologico, dalla comunicazione, e dalla inseparabile sorte planetaria.

2. LUTTI. SERGIO FLAMIGNI

E' deceduto Sergio Flamigni, partigiano, militante del movimento operaio, parlamentare, storico.
Con gratitudine lo ricordiamo.

3. LUTTI. ENRICO PUGLIESE

E' deceduto Enrico Pugliese, sociologo illustre.
Con gratitudine lo ricordiamo.

4. LUTTI. TOM STOPPARD

E' deceduto Tom Stoppard, drammaturgo e regista.
Con gratitudine lo ricordiamo.

5. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

6. VOCI. OMERO DELLISTORTI: CHI VA LA'

- Chi va la'?
- Lo sa chi sono, andiamo.
- Io non so niente.
- Uffa... e facciamo le persone serie.
- Insomma, chi e' lei? Si identifichi o sparo.
- Sono il nemico, e chi senno'?
- Il nemico?
- Il nemico, si'. E adesso che fa, mi spara?
- E perche' e'venuto fin qui?
- Per vedervi da vicino.
- Non c'e' niente da vedere, e' segreto militare.
- Ma quale segreto militare. Siete uguali uguali a noi, le stesse fesserie, lo stesso gergo, anche le divse sono praticamente uguali.
- Si', ma noi combattiamo per la patria e per la giustizia.
- Anche noi.
- Questa si' che e' bella. Voi, voi siete una masnada di assassini, di criminali, senza legge e senza morale.
- Pari pari le stesse cose che da noi si dicono di voi.
- Senti, senti, e questa che sarebbe? Guerra psicologica?
- No, e' solo la verita'.
- Ma io non ci casco. Se la giustizia e' con noi non puo' essere con voi, no?
- Noi diciamo la stessa cosa.
- Perche' siete piu' stupidi della luna.
- Da noi si dice anche piu' stupidi di mercoledi'.
- Anche da noi.
- Visto?
- Visto cosa?
- Diciamo tutti le stesse scemenze.
- No, le vostre sono scemenze.
- E le vostre pure.
- Vabbe', adesso basta. Mani in alto.
- E perche'?
- Come perche'? Perche' l'ho fatta prigioniero, no?
- Ma quale prigioniero, sono venuto da me qui a chiacchierare.
- Ma io non posso chiacchierare, io sono di guardia.
- Anch'io sono di guardia, di la' dai reticolati.
- Allora lei ha abbandonato il posto. Lei e' uno che viene meno ai suoi doveri. Sara' mica un disertore?
- Ma quale disertore, sono solo venuto qua per cercare di capire una cosa.
- Quale cosa?
- Niente, una cosa che mi ero immaginata.
- E cosa si era immaginato, eh?
- Che voi eravate proprio come noi.
- Ah no, non ricominciamo. Guardi, adesso se ne vada senno' le sparo.
- E perche' mi spara?
- Perche' lei e' venuto all'assalto della nostra postazione.
- Questo le pare un assalto?
- No, pero' se non e' un assalto allora che e'?
- Una visita. Vogliamo dire amichevole?
- Semmai nemichevole.
- E va bene, nemichevole.
- Sara' mica una spia?
- Chi?
- Come chi? Lei.
- Io?
- Eh, c'e' solo lei qui.
- E siccome ci sono solo io allora sarei una spia? Intanto non ci sono solo io, c'e' anche lei. Allora e' una spia anche lei.
- Mo' basta con le pagliacciate, eh? Io non sono una spia, io sono un soldato.
- E perche', io no?
- Non lo so, magari si e' travestito.
- E per travestirmi mi mettevo la divisa di quelli ai quali sparate addosso?
- Che ne so, le spie sanno un sacco di trucchi.
- Cosa sanno le spie io non lo so, io so solo che sono un soldato e che sono stanco di sparare e di farmi sparare.
- Se e' per questo, sono stanco anch'io.
- Se la fuma una sigaretta insieme a me?
- Sara' mica avvelenata?
- Ma andiamo...
- Che sigarette avete voi?
- Ci danno le nazionali senza filtro.
- Anche a noi.
- Adesso tiro fuori il pacchetto dalla saccoccia, non s'impaurisca e non mi spari.
- Se le volevo sparare, da quel di' che l'avevo fatto.
- Ecco qua.
- Uguali uguali alle nostre.
- Ne prenda una, su.
- Non lo so se posso, penso che il regolamento non lo consenta; e' meglio che ne fumo una delle mie.
- Come preferisce.
- Pero' penso che posso offrirgliene una io, non credo che il regolamento lo vieti.
- Non lo so. Comunque grazie. Ha anche da accendere?
- Si', ecco qua.
- Ah, adesso si'.
- Gia'.
- Sa, ho pensato una cosa?
- Cosa?
- Che sarebbe troppo brutto se adesso scappasse fuori un imbecille e facesse fuori o me o lei o tutti e due.
- Sarebbe troppo brutto si'.
- Speriamo che non succeda.
- Speriamo.
- Ah, che c'e' di meglio di una bella sigaretta in una notte umida come questa?
- Per esserci, ce ne sarebbero tante di cose: per esempio starsene a casa a dormire nel proprio letto.
- Questo e' poco ma sicuro.
- Invece tocca stare qui, con questo freddo cane, e magari domattina ci ordinano pure di andare all'attacco...
- Come l'altro giorno.
- Si', che poi ci sono voluto due giorni di tregua per raccogliere i cadaveri e i feriti.
- Certe volte penso che 'sta guerra e' proprio, come posso dire, una bestalita'.
- Peggio che una bestialita', le bestie mica la fanno la guerra.
- Gia'.
- Gia'.
- Beh, la sigarette e' finita, quattro chiacchiere le abbiamo fatte, mi sa che torno al mio posto di guardia di la' dai reticolati.
- Mi sa che e' meglio.
- Allora, buonanotte e buona guardia.
- Buonanotte e buona guardia anche a lei.

7. VOCI. OMERO DELLISTORTI: TERRA

- Salve.
- Salve.
- Bella terra.
- Grazie.
- Fa tutto da solo?
- No, quando e' il momento assumo qualche bracciante, e poi mi aiutano anche i parenti.
- Pero' di solito fa tutto da solo.
- Si', non e' che ci sia molto da fare, e poi mi piace. Sa, e' la terra di famiglia.
- Capisco, certo. Arriva fino a laggiu', eh.
- Si', fino a dove finiscono gli olivi.
- E di la' l'erba medica.
- Per le bestie, si'.
- Quelle.
- Quelle e le altre che stanno piu' giu', che adesso non si vedono. Pero' fra un paio d'ore le riporto tutte nella stalla.
- Quella di fianco al casale.
- Si'.
- E quello e' il pollaio.
- Certo, si riconosce, no?
- Si'. E le conigliere, li'.
- Si'.
- E l'orto.
- Certo. Senza l'orto e' come non averlo un pezzo di terra.
- E fa tutto da solo.
- Si'.
- Congratulazioni.
- Grazie.
- In piu' fa anche quell'altro lavoro.
- Quale altro lavoro?
- Quell'altro.
- Non so di cosa stia parlando, in verita'.
- Andiamo, non mi deluda. Con tutta la strada che ho fatto.
- Non capisco.
- Un sacco di strada, solo per trovare lei.
- Davvero?
- Davvero si', e non e' stato neanche facile trovarla.
- Se chiedeva in paese...
- Si' che ho chiesto in paese, ma a quanto pare la gente e' piuttosto, come possiamo dire, riservata.
- Riservata?
- Chiusa, non parla con i forestieri.
- Eh, che ci vuol fare.
- Comunque alla fine uno che mi detto dove trovarla l'ho trovato, ed eccomi qui.
- Ed eccola qui.
- Gia'.
- Si'.
- Eccomi qui, davanti a lei.
- Vero.
- E allora mi dia un po' di soddisfazione, no?
- Se mi dice cos'e' che cerca...
- Cerco lei.
- E mi ha trovato.
- Finalmente si'.
- E cosa posso fare per lei?
- Possibile che non lo immagina?
- Veramente no.
- Si sforzi.
- E' venuto a comprare un po' d'olio? Uova? Vino? Non so.
- Ha pure la vigna?
- Si', poca roba, quattro filari la' dietro quel greppo. Giusto per la famiglia.
- Pensavo vivesse solo.
- Vivo solo, ma qualche parente ce l'ho anch'io al paese.
- Moglie, figli?
- No, no. Fratelli, sorelle, cognate e cognati, nipoti.
- Ma la terra e' solo sua.
- Si, questa e' solo mia.
- E fa tutto da se'.
- Tranne quando serve un po' d'aiuto.
- E' logico. Adesso pero' e' solo.
- Si'.
- E, mi scusi se mi permetto, vive li' in quel casale?
- No, no, ho casa al paese. E chi ci vivrebbe in questo posto dimenticato da Dio?
- Gia'. Pero', magari, ristrutturandolo...
- Il casale? Bisognerebbe spenderci un bel po' di quattrini. E comunque non avrebbe mai le comodita' di una casa vera in un centro abitato.
- E perche' no?
- Perche' e' qui, isolato, in mezzo alla campagna.
- Pero' se invece di farci un appartamento solo ci si facesse una lottizzazione come si deve, che ne so, villette a schiera, un residence... lo spazio c'e', no?
- E le opere di urbanizzazione? Non e' cosa, mi creda.
- In fondo e' solo questione di investimenti adeguati.
- No, non mi interessa proprio.
- Non vorrei essere frainteso: non sono un agente immobiliare o un operatore finanziario.
- Non ci sarebbe stato niente di male. Pero' sto bene come sto.
- Nella quiete bucolica, eh?
- Come?
- E' un modo di dire, sarebbe come dire nella pace campestre.
- Di pace ce n'e' ben poca quando si deve lavorare la campagna, sa.
- E allora perche' lo fa, visto che con quell'altro lavoro di soldi ne dovrebbe aver fatti a palate; che dico, a vagonate.
- Lei insiste.
- Insisto si'.
- Solo che ha sbagliato persona, io coltivo questo pezzo di terra, ci ho le mie quattro bestie, e quando ho finito qui ci ho il tempo si' e no di fare un salto all'osteria al paese e poi a nanna.
- Vuol farmi credere che sono venuto qui per niente?
- Io non voglio farle credere niente. Basta che si guardi intorno.
- Il riserbo, eh?
- Cosa?
- Guardi che io la capisco. Farei cosi' anch'io al suo posto.
- Senta, non so di cosa parla.
- Di quell'altro lavoro, di una proposta d'affari, ecco di cosa parlo.
*
- Di nuovo lei?
- Ero qui al bar che mi bevevo il mio caffe', giuro.
- Lo vedo che beve il suo caffe', non c'e' bisogno di giurare.
- E allora non giuro.
- Pero' non mi dica che non mi aspettava.
- Cosa vuole, con tutta la strada che ho fatto, ho pensato che prima di ripartire una pausa al bar ci stava bene.
- In attesa che arrivassi io.
- Anche, perche' no?
- E se me ne andavo direttamente a casa?
- Sono i casi della vita. Pero' e' passato di qua.
- Gia'.
- E magari nel frattempo ci ha ripensato a quello che le ho detto.
- Insiste?
- Insisto si'.
- Allora mi costringe a ripeterle che ha sbagliato persona.
- Io credo di no.
- Creda pure quello che vuole.
- Che ne direbbe di fare quattro passi?
- No, grazie.
- L'accompagno a casa sua, ho la macchina qui davanti.
- Anch'io ho la macchina qui davanti.
- Capisco. Allora, senta, mi saprebbe mica consigliare un buon albergo?
- Non doveva andarsene?
- Non mi piace guidare di notte, mi fermo qui e parto domattina.
- Faccia un po' come vuole.
- E l'albergo?
- Ce n'e' uno solo, proprio sopra il bar in cui ci troviamo.
- Sopra?
- Si', l'ingresso e' il portone di fianco al bar.
- Ed e' la stessa gestione?
- Di cosa?
- Il bar e l'albergo.
- No.
- Ha qualche consiglio da darmi?
- Di che genere?
- Riguardo all'albergo.
- C'e' solo questo, gliel'ho gia' detto.
- Questo l'ho capito, intendevo consigli su questo albergo.
- Non la seguo.
- Se c'e' qualcosa da sapere.
- Non ne ho idea, io non ci sono stato mai.
- Pero' lei e' del paese, in un paese cosi' si conoscono tutti.
- E allora?
- Niente, se c'e' qualcosa che sarebbe bene che io sapessi, che ne so, per esempio: se i gestori nottetempo ammazzano i forestieri di passaggio.
- Se lo fanno, non lo fanno sapere in giro.
- Adesso si' che mi piace, vede? Abbiamo trovato un punto d'incontro.
- Non so di cosa parla. E adesso la saluto.
- Ma lei era entrato nel bar per prendere qualcosa: un caffe', un aperitivo?
- Un caffe', si'.
- Mi permetta di offrirglielo.
- Senza offesa, ma non mi faccio offrire nulla da chi non conosco.
- E fa bene. Ma ormai non dico che siamo vecchi amici, questo no, ma conoscenti, questo almeno si'. E' gia' la seconda volta che ci vediamo solo quest'oggi.
- E ci siamo visti solo quest'oggi.
- Forse.
- Forse?
- Forse.
- Perche' forse?
- Perche' forse ci siamo gia' visti in passato.
- Lei dice?
- Dico.
- Non mi pare.
- Non le pare?
- Non mi pare proprio.
- Se lo dice lei. Allora, posso offrirglielo questo caffe'?
*
- Ma che diamine, mi aspettava davanti casa?
- Eh si'.
- E da quanto tempo e' qui?
- Da un po'.
- E perche'?
- Lo sa perche'.
- Lo so perche'?
- Certo che lo sa.
- Quella e' una pistola?
- Precisamente.
- E cosa intende farci?
- Lo sa.
- No che non lo so.
- Si' che lo sa, io dico che ci ha pensato sopra tutta la notte.
- Mi dispiace, ho dormito.
- Poco, visto che sono appena le quattro.
- In campagna ci si alza presto.
- Anche in citta', quando e' necessario.
- E adesso?
- Adesso chiudiamo un vecchio conto.
- Le voleva proprio bene, eh?

8. VOCI. OMERO DELLISTORTI: UN BUON AFFARE

- Buongiorno.
- Buongiorno.
- Vede questa signorina? E' mia figlia.
- Complimenti.
- Guardi bene. Ben formata, forte, graziosa. Ed e' anche istruita, sa?
- Mi congratulo. Mi congratulo vivamente.
- Gliela vendo per poco. Che ne dice?
- Beh, cosi, su due piedi...
- E' un affarone, mi creda.
- Non ne dubito, pero'...
- Accettiamo anche carte di credito.
- Mah, allora, quasi quasi un pensierino.
- Me ne ero accorto subito che lei era un intenditore.
- Guardi, piu' che le lusinghe io apprezzerei uno sconticino sul prezzo.
- Ma ci metteremo d'accordo sicuramente, non dubiti.
- E vediamo un po' se riusciamo a combinare.
- Che ne direbbe di andare a parlarne in quella trattoria la'? Fanno certi agnolotti che sono l'ottava meraviglia del mondo.
- E andiamo. Ho anche un certo languorino.
- Tu aspetta qui che papa' oggi ti sistema.

9. REPETITA IUVANT. VANDANA SHIVA: PRINCIPI COSTITUTIVI DI UNA DEMOCRAZIA DELLA COMUNITA' TERRENA
[Riproponiamo ancora una volta il seguente testo estratto dall'introduzione del libro di Vandana Shiva, Il bene comune della Terra, Feltrinelli, Milano 2006, alle pp. 16-19]

1. Tutte le specie, tutti gli esseri umani e tutte le culture possiedono un valore intrinseco.
Tutti gli esseri viventi sono soggetti dotati di intelligenza, integrita' e di un'identita' individuale. Non possono essere ridotti al ruolo di proprieta' privata, di oggetti manipolabili, di materie prime da sfruttare o di rifiuti eliminabili. Nessun essere umano ha il diritto di possedere altre specie, altri individui, o di impadronirsi dei saperi di altre culture attraverso brevetti o altri diritti sulla proprieta' intellettuale.
2. La comunita' terrena promuove la convivenza democratica di tutte le forme di vita.
Siamo membri di un'unica famiglia terrena, uniti gli uni agli altri dalla fragile ragnatela della vita del pianeta. Pertanto e' nostro dovere assumere dei comportamenti che non compromettano l'equilibrio ecologico della Terra, nonche' i diritti fondamentali e la sopravvivenza delle altre specie e di tutta l'umanita'. Nessun essere umano ha il diritto di invadere lo spazio ecologico di altre specie o di altri individui, ne' di trattarli con crudelta' e violenza.
3. Le diversita' biologiche e culturali devono essere difese.
Le diversita' biologiche e culturali hanno un valore intrinseco che deve essere riconosciuto. Le diversita' biologiche sono fonti di ricchezza materiale e culturale che pongono le basi per la sostenibilita'. Le differenze culturali sono portatrici di pace. Tutti gli esseri umani hanno il dovere di difendere tali diversita'.
4. Tutti gli esseri viventi hanno il diritto naturale di provvedere al loro sostentamento.
Tutti i membri della comunita' terrena, inclusi gli esseri umani, hanno il diritto di provvedere al loro sostentamento: hanno diritto al cibo e all'acqua, a un ambiente sicuro e pulito, alla conservazione del loro spazio ecologico. Le risorse vitali necessarie per il sostentamento non possono essere privatizzate. Il diritto al sostentamento e' un diritto naturale perche' equivale al diritto alla vita. E' un diritto che non puo' essere accordato o negato da una nazione o da una multinazionale. Nessun paese e nessuna multinazionale ha il diritto di vanificare o compromettere questo genere di diritto, o di privatizzare le risorse comuni necessarie alla vita.
5. La democrazia della comunita' terrena si fonda su economie che apportano la vita e su modelli di sviluppo democratici.
La realizzazione di una democrazia della comunita' terrena presuppone una gestione democratica dell'economia, dei piani di sviluppo che proteggano gli ecosistemi e la loro integrita', provvedano alle esigenze di base di tutti gli esseri umani e assicurino loro un ambiente di vita sostenibile. Una concezione democratica dell'economia non prevede l'esistenza di individui, specie o culture eliminabili. L'economia della comunita' terrena e' un'economia che apporta nutrimento alla vita. I suoi modelli sono sempre sostenibili, differenziati, pluralistici, elaborati dai membri della comunita' stessa al fine di proteggere la natura e gli esseri umani e operare per il bene comune.
6. Le economie che apportano la vita si fondano sulle economie locali.
Il miglior modo di provvedere con efficienza, attenzione e creativita' alla conservazione delle risorse terrene e alla creazione di condizioni di vita soddisfacenti e sostenibili e' quello di operare all'interno delle realta' locali. Localizzare l'economia deve diventare un imperativo ecologico e sociale. Si dovrebbero importare ed esportare soltanto i beni e i servizi che non possono essere prodotti localmente, adoperando le risorse e le conoscenze del luogo. Una democrazia della comunita' terrena si fonda su delle economie locali estremamente vitali, che sostengono le economie nazionali e globali. Un'economia globale democratica non distrugge e non danneggia le economie locali, non trasforma le persone in rifiuti eliminabili. Le economie che sostengono la vita rispettano la creativita' di tutti gli esseri umani e producono contesti in grado di valorizzare al massimo le diverse competenze e capacita'. Le economie che apportano la vita sono differenziate e decentralizzate.
7. La democrazia della comunita' terrena e' una democrazia che tutela la vita.
Una democrazia che tutela la vita si fonda sul rispetto democratico di ogni forma vivente e su un comportamento democratico da adottare gia' a partire dalla quotidianita'. Ogni soggetto coinvolto ha il diritto di partecipare alle decisioni da prendere in merito al cibo, all'acqua, alla sanita' e all'istruzione. Una democrazia che tutela la vita cresce dal basso verso l'alto, al pari di un albero. La democrazia della comunita' terrena si fonda sulle democrazie locali, lasciando che le singole comunita' costituite nel rispetto delle differenze e delle responsabilita' ecologiche e sociali abbiano pieni poteri decisionali riguardo all'ambiente, alle risorse naturali, al sostentamento e al benessere dei loro membri. Il potere viene delegato ai livelli esecutivi piu' alti applicando il principio della sussidiarieta'. La democrazia della comunita' terrena si fonda sull'autoregolamentazione e sull'autogoverno.
8. La democrazia della comunita' terrena si fonda su culture che valorizzano la vita.
Le culture che valorizzano la vita promuovono la pace e creano degli spazi di liberta' per consentire il culto di religioni diverse e l'espressione di diverse fedi e identita'. Tali culture lasciano che le differenze culturali si sviluppino proprio a partire dalla nostra umanita' e dai nostri comuni diritti in quanto membri della comunita' terrena.
9. Le culture che valorizzano la vita promuovono lo sviluppo della vita stessa.
Le culture che valorizzano la vita si fondano sul riconoscimento della dignita' e sul rispetto di ogni forma di vita, degli uomini e delle donne di ogni provenienza e cultura, delle generazioni presenti e di quelle future.
Sono culture ecologiche che non producono stili di vita distruttivi o improntati al consumismo, basati sulla sovrapproduzione, sullo spreco o sullo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali. Le culture che valorizzano la vita sono molteplici, ma ispirate da un comune rispetto per il vivente. Riconoscono la compresenza di identita' diverse che condividono lo spazio comune della comunita' locale e danno voce a un sentimento di appartenenza che correla i singoli individui alla terra e a tutte le forme di vita.
10. La democrazia della comunita' terrena promuove un sentimento di pace e solidarieta' universale.
La democrazia della comunita' terrena unisce tutti i popoli e i singoli individui sostenendo valori quali la cooperazione e l'impegno disinteressato, anziche' separarli attraverso la competizione, il conflitto, l'odio e il terrore. In alternativa a un mondo fondato sull'avidita', sulla diseguaglianza e sul consumismo sfrenato, questa democrazia si propone di globalizzare la solidarieta', la giustizia e la sostenibilita'.

10. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- AA. VV., Roma, volume monografico di "Limes. Rivista italiana di geopolitica", n. 11, novembre 2025, Gedi, Torino 2025, pp. 334 (+ 16 pp. di tavole fuori testo), euro 15.
- La filosofia di fronte al genocidio. Conversazione su Gaza con Etienne Balibar, Cronopio, Napoli 2025, pp. 94, euro 12.
*
Riletture
- Ghada Karmi, Alla ricerca di Fatima. Una storia palestinese, Atmosphere, Roma 2013, pp. XVI + 416.
- Bernard Vincent, Le sentier des larmes. Le gran exile des indiens Cherokees, Flammarion, Paris 2002, pp. 256.

11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

12. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

UN EBDOMADARIO DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 49 (speciale) del 12 dicembre 2025
Notiziario settimanale della nonviolenza in cammino proposto dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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