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[Nonviolenza] Ebdomadario. 41
- Subject: [Nonviolenza] Ebdomadario. 41
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Tue, 25 Nov 2025 13:52:11 +0100
UN EBDOMADARIO DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 41 del 25 novembre 2025
Notiziario settimanale della nonviolenza in cammino proposto dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Una lettera aperta alla Presidente del Consiglio dei Ministri: "Per la pace nel cuore d'Europa"
2. In memoria di Osvaldo Ercoli che ci ha lasciato tre anni fa
3. Col cuore pensante per la pace nel cuore d'Europa
4. Per Alfio Pannega nel centenario della nascita. L'incontro previsto per il 24 novembre e' stato rinviato al primo dicembre. Aggiungiamo due nuove testimonianze
5. Omero Dellistorti: La storia siamo noi
6. Omero Dellistorti: Una delusione
7. Ripetiamo ancora una volta...
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'
1. APPELLI. UNA LETTERA APERTA ALLA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI: "PER LA PACE NEL CUORE D'EUROPA"
Egregia Presidente del Consiglio dei Ministri,
le scrivo per sollecitare un impegno dell'Italia per la cessazione immediata della guerra in Ucraina, per salvare tutte le vite che e' ancora possibile salvare, per la pace nel cuore d'Europa, per stornare il pericolo di una guerra mondiale.
Le scrivo avendo presenti le parole della legge fondamentale del nostro paese, la Costituzione della Repubblica italiana, che all'articolo 11 recita: "L'Italia ripudia la guerra...".
*
Egregia Presidente del Consiglio dei Ministri,
mi duole dover constatare come tanti, troppi governi europei, in questi anni invece di adoperarsi per la fine della guerra si siano adoperati piuttosto per alimentarla, in un vero e proprio delirio distruttivo che nessun artificio retorico puo' riuscire ad occultare.
Sia l'Italia a chiamare l'Europa intera ad uscire dal delirio e ad impegnarsi per la cessazione immediata del crimine immenso che si sta consumando da anni nel cuore del continente e che minaccia peraltro di evolvere in una vera e propria guerra mondiale il cui esito qualora si passasse all'uso delle armi atomiche potrebbe essere l'annientamento dell'umanita'.
*
Egregia Presidente del Consiglio dei Ministri,
lei come me ricordera' la terribile tragedia del genocidio della popolazione Ucraina, l'Holodomor, realizzato dal regime totalitario staliniano all'inizio degli anni Trenta del Novecento;
lei come me ricordera' l'orrore della Shoah che coinvolse anche l'Ucraina nel corso della seconda guerra mondiale;
lei come me ricordera' gli eventi che portarono alla sanguinosa e ininterrotta guerra civile nelle regioni di confine tra Ucraina e Russia circa dieci anni fa;
lei come me ricordera' l'occupazione manu militari della Crimea da parte della Russia nel 2014;
ed ovviamente lei come me ha assistito con orrore e sgomento all'invasione dell'Ucraina da parte delle forze armate russe il 24 febbraio 2022; e dal 2022 questa guerra folle e scellerata e' in corso, e di essa e' vittima innocente la martoriata popolazione ucraina.
*
Egregia Presidente del Consiglio dei Ministri,
non e' questa la sede per esprimere un giudizio storico, basti il giudizio morale: la guerra e' sempre e solo un crimine contro l'umanita', poiche' essa sempre e solo consiste nell'uccisione di innumerevoli esseri umani che avevano il diritto di vivere.
Saranno naturalmente le corti di giustizia internazionali a giudicare l'accaduto e ad emettere le sentenze conseguenti; quello che mi preme dirle adesso e' qualcosa di piu' semplice e immediato: ci si adoperi finalmente per far cessare immediatamente la guerra; ci si adoperi finalmente per far cessare immediatamente le stragi; ci si adoperi finalmente per un immediato "cessate il fuoco" ed un immediato avvio di trattative di pace.
*
Egregia Presidente del Consiglio dei Ministri,
le sembra ragionevole quanto ho scritto?
Puo' e vuole farsi promotrice di un impegno esplicito e concreto del governo italiano per cercare di fermare immediatamente la guerra e salvare tutte le vite che e' ancora possibile salvare? Solo la pace salva le vite.
*
Egregia Presidente del Consiglio dei Ministri,
salvare le vite e' il primo dovere.
Voglia gradire distinti saluti ed auguri di buon lavoro per la pace ed il bene comune dell'umanita'.
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 25 novembre 2025
Post scriptum: mi permetto di allegare in calce una lettera che ho indirizzato alcuni giorni fa al Presidente della Repubblica per esprimergli il mio apprezzamento per quanto detto nel discorso tenuto a Berlino lo scorso 16 novembre.
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Allegato: Una lettera aperta al Presidente della Repubblica italiana: "Continui a far sentire la sua voce per la pace, per fermare immediatamente la guerra nel cuore d'Europa"
Egregio Presidente della Repubblica,
ho molto apprezzato il discorso da lei tenuto a Berlino il 16 novembre "per fare memoria dei caduti, delle vittime della guerra e della violenza".
Ed in esso quel suo monito: "se vuoi la pace, devi costruirla e preservarla", cosi' nitido e luminoso proprio mentre - per citare ancora le sue parole - "nuovi 'dottor Stranamore' si affacciano all'orizzonte, con la pretesa che si debba 'amare la bomba'".
Il suo "mai piu'" e' condiviso da ogni persona di retto sentire e di volonta' buona, sollecita del bene comune dell'umanita': mai piu' la guerra, mai piu' uccisioni, ogni vittima ha il volto di Abele, salvare le vite e' il primo dovere.
*
Egregio Presidente della Repubblica,
si e' perso gia' troppo tempo: anni in cui innumerevoli esseri umani in Ucraina sono stati uccisi in una guerra folle e scellerata come tutte le guerre.
Occorre fermare immediatamente questa guerra nel cuore d'Europa.
Purtroppo, e tragicamente, i governi di gran parte dei paesi europei si adoperano affinche' sempre piu' persone vengano uccise, invece di adoperarsi per promuovere e sostenere negoziati di pace che pongano immediatamente fine al massacro della popolazione ucraina vittima di una brutale aggressione.
Come nel conflitto mediorientale occorre addivenire al piu' presto a un cessate il fuoco, all'apertura di negoziati di pace: salvare le vite e' il primo dovere.
*
Egregio Presidente della Repubblica,
continui a far sentire la sua autorevole voce per la pace e il disarmo, la unisca a quella del pontefice cattolico, invochi la pace che salva le vite, chieda che si arresti la strage in corso, chiami tutti i paesi europei - tutti, dall'Atlantico agli Urali - ad adoperarsi per la cessazione del massacro: chieda alla Russia di porre termine alla barbara, mostruosa aggressione; chieda ai paesi europei i cui governi insipienti e irresponsabili in questi anni hanno soffiato sul fuoco e fornito strumenti di morte, pur ben sapendo che la loro folle e sciagurata politica avrebbe contribuito a provocare lo sterminio della popolazione ucraina, di recedere da questo criminale ed insensato atteggiamento; chieda a tutti di considerare anche il pericolo che l'intera popolazione europea e l'intera umanita' corre se non si spegne al piu' presto questo incendio tornando al negoziato diplomatico, all'interlocuzione politica, al dialogo per comporre i conflitti, alla cooperazione internazionale in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorrono pace, disarmo e smilitarizzazione per salvare tutte le vite, e salvare le vite e' il primo dovere.
Ringraziandola ancora per le sue sagge e commosse parole berlinesi, voglia gradire distinti saluti,
Peppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 18 novembre 2025
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Una minima notizia forse non superflua
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' stato particolarmente impegnato nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, che dopo 48 anni di prigionia da innocente nel febbraio del 2025 e' finalmente tornato alla sua abitazione, alla sua famiglia, al suo popolo.
2. AMICIZIE. IN MEMORIA DI OSVALDO ERCOLI CHE CI HA LASCIATO TRE ANNI FA
Il 18 novembre 2022 ci lasciava Osvaldo Ercoli, uomo saggio e generoso di cui ebbi la fortuna grande ed immenso l'onore di essere amico e compagno di lotta in tante iniziative nonviolente per il bene comune dell'umanita' e per la difesa del mondo vivente.
A tre anni dalla scomparsa resta viva la sua testimonianza e quindi il suo appello all'impegno comune, concreto e coerente, per la pace che salva le vite, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la condivisione fra tutte e tutti di tutto il bene e tutti i beni, per il rispetto, la protezione e l'accudimento dell'intera biosfera.
Nel ricordo e alla scuola di Osvaldo Ercoli la nonviolenza e' in cammino, e l'umanita' intera e' chiamata all'universale solidarieta' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e sostiene e conforta. Ogni vittima ha il volto di Abele. Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'. Occorre soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto. Salvare le vite e' il primo dovere.
* * *
Una breve notizia su Osvaldo Ercoli
Osvaldo Ercoli, nato a Vallerano (Vt) il 30 gennaio 1930 e deceduto a Viterbo il 18 novembre 2022, gia' professore amatissimo da generazioni di allievi, gia' consigliere comunale e provinciale, impegnato nel volontariato, nella difesa dell'ambiente, per la pace e i diritti di tutti, e' stato per unanime consenso nel viterbese una delle piu' prestigiose autorita' morali. Il suo rigore etico e la sua limpida generosita' a Viterbo sono proverbiali. E' stato tra gli animatori del comitato che ha salvato l'area archeologica, naturalistica e termale del Bulicame dalla devastazione. E' stato scritto di lui: "Il professor Osvaldo Ercoli e' stato per decenni docente di matematica e fisica a Viterbo, citta' in cui e' da sempre un simbolo di rigore morale e civile, di impegno educativo, di sollecitudine per il pubblico bene, di sconfinata generosita'. Gia' pubblico amministratore comunale e provinciale di adamantina virtu', sono innumerevoli le iniziative in difesa dei diritti umani e dell'ambiente di cui e' stato protagonista; tuttora impegnato nel volontariato a sostegno di chi ha piu' bisogno di aiuto, e' altresi' impegnato in prima persona ovunque vi sia necessita' di smascherare e contrastare menzogne, ingiustizie, violenze... Avendo avuto il privilegio immenso di averlo come amico, come maestro di impegno civile, come compagno di tante lotte nonviolente, vorremmo cogliere questa occasione per esprimergli ancora una volta il nostro affetto, la nostra ammirazione, la nostra gratitudine; affetto, ammirazione e gratitudine che sappiamo essere condivise da tutte le persone di Viterbo e dell'Alto Lazio, da tutte le persone che hanno avuto l'onore di conoscerlo e che hanno a cuore la dignita' umana di tutti e di ognuno, la civilta' come legame comune e comune impegno dell'intero genere umano, la biosfera casa comune dell'umanita' intera". Ed e' stato scritto anche: "Ascoltare il professor Ercoli e' sempre straordinariamente educativo, e di grande conforto: poiche' significa mettersi alla scuola di una persona che unisce il rigore del ragionamento logico all'affermazione del dovere morale e all'intransigenza dell'impegno civile, con una sobrieta', una mitezza ed una saggezza che rendono ogni sua parola, ogni sua argomentazione, non solo un dono prezioso per il pensiero e per l'azione, ma anche un autentico gesto di amicizia che nel suo stesso darsi - in squisita cortesia ed insieme in assoluta chiarezza e onesta' - degnifica gli interlocutori tutti invitandoli ad esser parte del bene, del giusto, del vero". Il 2 ottobre 2014, in occasione della Giornata internazionale della nonviolenza, la Citta' di Viterbo, nella solenne cornice della Sala Regia di Palazzo dei Priori, sede del Comune, gli ha tributato un riconoscimento in segno della gratitudine dell'intera popolazione viterbese per il suo magistero di uomo di pace: dinanzi a un uditorio commosso che aveva gremito la storica sala, il sindaco ha consegnato al professor Ercoli un attestato della riconoscenza della citta' tutta; nella motivazione del riconoscimento di cui e' stata data lettura era scritto: "Al professor Osvaldo Ercoli, gia' professore amatissimo da generazioni di allievi, gia' pubblico amministratore di adamantino rigore morale e di strenua dedizione al bene comune, impegnato nel volontariato e nella difesa dell'ambiente e dei diritti di tutti gli esseri umani, animatore di molteplici iniziative di pace e di solidarieta', generoso educatore attraverso la parola e l'esempio al ragionamento logico come al dovere morale e all'impegno civile, di saggezza e mitezza maestro, testimone fedele dell'amore per il vero ed il giusto, amico della nonviolenza, sollecito sempre nel recare aiuto a chiunque ne avesse bisogno come nel contrastare menzogne e violenze, sempre avendo a cuore la dignita' umana di tutti e di ognuno, la civilta' come legame comune e comune impegno dell'intero genere umano, la biosfera casa comune dell'umanita' intera, la citta' di Viterbo grata per il suo impegno di pace".
3. APPELLI. COL CUORE PENSANTE PER LA PACE NEL CUORE D'EUROPA
Prima che sia troppo tardi si ponga fine alla guerra in Ucraina.
Tacciano le armi e si avviino negoziati di pace.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
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Ogni persona che vive in Europa deve essere consapevole che gia' troppi esseri umani sono morti.
Ogni persona che vive in Europa deve essere consapevole che occorre fermare la guerra prima che essa si espanda ancor piu'.
Ogni persona che vive in Europa deve essere consapevole che occorre fermare la guerra prima che essa diventi continentale, mondiale, atomica.
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Le persone, le associazioni, le istituzioni sollecite del bene comune dell'umanita' si adoperino per la cessazione immediata della guerra nel cuore d'Europa cosi' come in qualunque parte del mondo.
Chi vive in Italia si adoperi affinche' il governo italiano e l'Unione Europea cessino di alimentare la guerra e i deliri bellicosi e si adoperino finalmente per la pace che salva le vite.
Dalla Costituzione della Repubblica italiana fino alla Carta dell'Onu, tutti i grandi documenti giuridici dell'umanita' chiamano tutte le persone senzienti e pensanti come tutte le civili istituzioni ad opporsi alla guerra e alle uccisioni, ad impegnarsi per la pace e per salvare le vite.
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Salvare le vite e' il primo dovere.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
4. INIZIATIVE. PER ALFIO PANNEGA NEL CENTENARIO DELLA NASCITA. L'INCONTRO PREVISTO PER IL 24 NOVEMBRE E' STATO RINVIATO AL PRIMO DICEMBRE. AGGIUNGIAMO DUE NUOVE TESTIMONIANZE
Proseguono le iniziative commemorative e la raccolta di testimonianze per il centenario della nascita del poeta antifascista nonviolento viterbese Alfio Pannega (Viterbo, 1925-2010).
L'incontro previsto per lunedi' 24 novembre e' stato rinviato a lunedi' primo dicembre alle ore 9,30 sempre presso l'assessorato comunale in via Garbini a Viterbo.
*
Segnaliamo anche, ancora una volta, che di qui alla fine dell'anno si spera di realizzare alcune altre iniziative in ricordo di Alfio.
Tra esse: la collocazione della lapide sulla casa di Alfio a Valle Faul; varie presentazioni della nuova edizione del libro di e su Alfio pubblicato da Davide Ghaleb Editore; nuove rappresentazioni dello spettacolo teatrale di Pietro Benedetti ad Alfio dedicato dal titolo "Allora ero giovane pure io"; una mostra documentaria ed artistica; un ulteriore concerto dedicato ad Alfio, conclusivo dell'anno di commemorazioni; la catalogazione e sistemazione dell'"Archivio Alfio Pannega" (chiunque abbia materiali puo' inviarli al curatore dell'Archivio all'indirizzo e-mail: oloap.anera at gmail.com ); la digitalizzazione dei materiali accolti e la loro messa a disposizione in spazi dedicati di alcuni siti internet che hanno dato la disponibilita' ad accogliere e preservare un adeguato ricordo di Alfio, tra cui quello dell'Anpi provinciale di Viterbo, quello di Davide Ghaleb Editore, quello dell'organizzazione di volontariato "Viterbo con amore".
*
Nel ricordo di Alfio riaffermiamo ancora una volta che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Nel ricordo di Alfio riaffermiamo ancora una volta che salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Abolire la guerra, costruire la pace.
*
In calce aggiungiamo due nuove testimonianze di don Gianni Carparelli e di Gennaro Aniello Capotosti, e ancora una volta alcuni materiali informativi utili.
Le amiche e gli amici di Alfio Pannega impegnati nelle commemorazioni in occasione del centenario della nascita
Viterbo, 24 novembre 2025
* * *
Don Gianni Carparelli: E' novembre e penso a Alfio Pannega, poeta della semplicita' vera
Ci sara' una lapide sulla facciata della casa di Alfio a Porta Faul (Viterbo). Il testo, frutto di una scrittura collettiva (mi ricorda la scuola di Don Milani e di alcune esperienze che ho avuto modo di fare in una scuola di Toronto - Canada) dice:
"In questa casa visse Alfio Pannega
figlio di Caterina poeta antifascista
innamorato della natura e dell'umanita'
della bellezza e della liberta'
sempre lotto' per la dignita' di tutte le persone
e in difesa di tutte le vite".
Aggiungo per evitare reazioni emotive e ideologiche che chiunque coltiva questi valori e' logicamente contrario a ogni arroganza, emarginazione e violenza. Questa correttezza e finezza non porta bandiere, non proclama: "Dio, Patria e Famiglia" senza poi approfondirne il senso nella storia che sempre cammina verso il futuro. Perche' "Dio" non e' una immagine attaccata alle pareti o una collanina al collo ne' un rosario sventolato tra le dita, ma una vita da vivere; "Patria" non e' un giardino malmesso difeso dalle acque e da un cappello di montagne, ma una dimora per chi ci vuole vivere; "Famiglia" non e' una chiacchierata piacevole tra due dettagli anatomici, ma un dialogo di amore tra due persone. Fantasia o futuro in lento cammino?
Delle poesie di Alfio cito quella sulla "Pace":
"... O Pace quanto sei bella
ma oggi non sei rispettata.
Quando sara' quel giorno
che tutti i popoli vivranno in pace
allora sara' una grande festa".
E un'altra, "Preghiera":
"O Dio che guardi l'universo
e guidi le nostre menti e i nostri cuori
fa che tutti si vogliano bene.
Cos'e' la vita senza l'armonia?
Lo so che nella vita contrastata
e' tutto un quadro di dolore.
Finche' non ci sara' la pace
che e' quello che piu' ci conviene,
cosa faremo al mondo poverelli?
Se quella pace non sara' rispettata
saremo sempre miseri e meschini.
Trionfi la giustizia!
Chiudo i miei versi con il cuore
ed e' questo che come poeta mi fa onore".
Morire cosi' non e' chiudere la vita, ma spalancarla verso orizzonti infiniti. Qui potrei commentare la "Messa da Requiem" che Verdi compose nel 1874 per l'anniversario della morte di Alessandro Manzoni, nella Chiesa di San Marco e diretta da lui stesso. Un monumento di bellezza armonica di un grande che faticava a capire la fede, ma la viveva pregandola nelle note come se fossero passi di vita.
Ma non posso non fare un accenno a una breve composizione di Richard Strauss, "Morte e Trasfigurazione", op. 20, del 18 novembre 1889. Dedicata all'amico Friedrich Rosch.
La composizione inizia con un largo e raffigura il malato ormai prossimo alla morte. Segue un allegro agitato con la battaglia tra la vita e la morte che non fa sconti a nessuno. Poi un meno mosso dove viene musicalmente rappresentata la vita del morente che passa davanti agli occhi del malato. Alla fine un moderato gentile che riprende il motivo "Leit Motiv" che guida la composizione e introduce nella serenita' e bellezza di una vita "... Altra", trasfigurata dalla "infinita grandezza del cielo". "Tod und Verklaerung" nel suo originale in tedesco.
Quando la ascoltai a Toronto diretta dal maestro Muti, me ne innamorai. Anche io vorrei chiudere i miei giorni lasciando aperte le finestre della fantasia, della fede e della speranza, per chi volesse affacciarsi e vedere. E se non sara' cosi' spero che qualcuno mi possa perdonare e magari fare di meglio. La storia e la civilta', anche quella cristiana, la si costruisce insieme. Da soli rischiamo di essere rami secchi.
Don Gianni Carparelli
*
Gennaro Aniello Capotosti ricorda Alfio Pannega
Si mm' aricordo d'Arfio? M'aricordo
come si fosse jeri e sso' passati
nun zo quant'anni da quanno bbeati
commattevamo co' 'sto monno lordo
contro 'r potere sempre ladro e 'ngordo
che a nnoi sempre poracci e martrattati
ciariduceva sfranti e sderenati
e mm'aricordo si', mica so' ssordo.
E allora co' l'Arfietto e le compagne
lottamme sempre contro 'r capitale
contro le guerre e tutte le magagne
perche' finisse 'sto schifo de male
tutte le ggiorne fossero cuccagne
se stesse bbene tutte quante ugguale
Gennaro Aniello Capotosti
*
Allegato primo: Una minima notizia su Alfio Pannega
Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna a ridosso ed entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010, a cura di Antonello Ricci, Alfonso Prota e Valentino Costa): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.
Molte fotografie di Alfio scattate da Mario Onofri, artista visivo profondo e generoso compagno di lotte che gli fu amico e che anche lui ci ha lasciato anni fa, sono disperse tra vari amici di entrambi, ed altre ancora restano inedite nell'immenso, prezioso archivio fotografico di Mario, che tuttora attende curatela e pubblicazione.
Negli ultimi anni il regista ed attore Pietro Benedetti, che gli fu amico, ha con forte empatia sovente rappresentato - sulle scene teatrali, ma soprattutto nelle scuole e nelle piazze, nei luoghi di aggregazione sociale e di impegno politico, di memoria resistente all'ingiuria del tempo e alla violenza dei potenti - un monologo dal titolo "Allora ero giovane pure io" dalle memorie di Alfio ricavato, personalmente interpretandone e facendone cosi' rivivere drammaturgicamente la figura.
La proposta di costituire un "Archivio Alfio Pannega" per raccogliere, preservare e mettere a disposizione della collettivita' le tracce della sua vita e delle sue lotte, e' restata per molti anni disattesa; in questi mesi si sta finalmente avviando la sua realizzazione.
Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", ad esempio negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265 ed ancora i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" nn. 907-909, 1172, 1260, 1261, 1272, 1401, 1622-1624, 1763, 1971, 2108-2113, 2115, 2329, 2331, 2334-2335, 2476-2477, 2479, 2694, 2833, 3049, 3051-3052, 3369-3373, 3448, 3453, 3515-3517, 3725, 4089-4091, 4235-4236, 4452, 4455-4458, 4599-4601, 4819-4821, 4962-4965, 5184-5187, 5328, 5331, 5470, 5477, 5485, 5487, 5489, 5501-5503, 5505, 5507, 5513-5514, 5516-5518, 5523, 5526, 5528, 5530-5531, 5534, 5538, 5540-5543, 5545-5570, 5573, 5576-5580, 5582-5585, 5588-5590, 5593-5594, 5598, 5600-5601, 5603-5607, 5609-5612, i fascicoli di "Coi piedi per terra" n. 546 e 548-552, e "Voci e volti della nonviolenza" nn. 687-691, 754-755, 881, il fascicolo di "Ogni vittima ha il volto di Abele" n. 170, i fascicoli di "Una persona, un voto" nn. 88-90, 206, 209, i fascicoli de "La domenica della nonviolenza" nn. 420 e 511, i fascicoli de "La nonviolenza contro il razzismo" nn. 202-206, 213, 437-438, 445-446, i fascicoli de "La biblioteca di Zorobabele" nn. 430-433.
*
Allegato secondo: La nuova edizione del libro dedicato ad Alfio Pannega
Il libro "Alfio 100" (Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2025) celebra i cento anni dalla nascita di Alfio Pannega (Viterbo 1925-2025). Nella prima parte del volume sono presenti materiali inediti raccolti da amiche e amici di Alfio: rassegna stampa, galleria fotografica, autografi poetici, ricordi dei militanti del centro sociale occupato autogestito Valle Faul, di conoscenti e istituzioni, oltre ai versi di poeti dialettali. Nella seconda parte si ripropone integralmente il volume "Allora ero giovane pure io" (Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010) con poesie, fotografie e storia di vita dell'autore. Chiude il volume il copione dello spettacolo teatrale di Pietro Benedetti.
Il libro di e su Alfio Pannega puo' essere richiesto all'editore Davide Ghaleb, via Roma 41, 01019 Vetralla (Vt), sito: www.ghaleb.it, tel. 0761461258, cell. 3200897221.
*
Allegato terzo: Un rilevante documento filmato di alcune iniziative commemorative di Alfio Pannega
E' disponibile nella rete telematica la registrazione della commemorazione di Alfio Pannega svoltasi il 27 aprile 2025 al cimitero monumentale di Viterbo; la registrazione della cerimonia di intitolazione ad Alfio dell'"Emporio solidale" in piazzale Porsenna nel quartiere viterbese di Santa Barbara l'8 maggio 2025; la registrazione dello spettacolo teatrale di Pietro Benedetti ad Alfio dedicato rappresentato il 25 giugno 2025 presso lo spazio culturale "Lo spiffero"; la registrazione del convegno svoltosi il 21 settembre 2025 a Viterbo nella Sala delle Colonnne di Palazzo dei Priori.
Le rispettive registrazioni sono ai seguenti link:
https://www.youtube.com/watch?v=0bpS90lXmno
https://www.youtube.com/watch?v=BgSBoGZZqh8
https://www.youtube.com/watch?v=RSAwXdE1sio
https://www.youtube.com/watch?v=IPqUu8meWcs
I quattro filmati costituiscono un'unica opera documentaria e testimoniale dal titolo complessivo "Alfio Pannega 1925-2025. Il docufilm".
Ringraziamo Marco Mingarelli per aver realizzato quest'opera.
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Allegato quarto: I link ad alcuni brani musicali dedicati ad Alfio Pannega
Numerosi musicisti viterbesi e non solo, di rilevanza anche internazionale, hanno dedicato ad Alfio Pannega alcune loro composizioni.
Segnaliamo i link ad alcune di esse gia' disponibili all'ascolto nel web.
Di Luigi Andriani Il brano "Rinascimental Gratafunky" puo' essere ascoltato nell'album "Etrurian Dub" al seguente link:
https://rastakingkong.bandcamp.com/album/etrurian-dub
Di Andrea Araceli il brano "In memoria di Alfio Pannega" puo' essere ascoltato al seguente link:
https://youtu.be/vI5lh7wtUJA?si=BjQy93a1fuxR1a2F
Sempre di Andrea Araceli segnaliamo anche un altro straordinario recente brano, "Lament for children of Gaza", che puo' essere ascoltato al seguente link:
https://youtu.be/-1db9WNxoDk?si=aa7LPwBo9k5m6yU2
Di Marco Brama il brano "... E la Luna disse: 'Alfio Pannega'" puo' essere ascoltato al seguente link:
https://youtu.be/f_xMgzK2zTQ
5. VECCHIE STORIE. OMERO DELLISTORTI: LA STORIA SIAMO NOI
Insomma c'era 'sto studente che lo incontravi sempre in tutte le osterie che stava sempre a strilla' "Je lo fo veda io, la storia semo nue, mort'a tiranni". La gente non e' che ci facesse gran caso, nelle osterie chi pensi d'incontra'? Pero' questo era onnipresente, ogni osteria che andavi ce lo trovavi, e sempre che faceva 'sto discorso, che poi non era neppure un discorso, ma solo un continuo sbraitare "Mort'ai tiranni zozzi, viva la libberta', semo nue la storia, 'mo' je lo fo vede'", roba cosi'.
Insomma, dagli oggi e dagli domani era diventato una seccatura. Gli avventori cominciavano a non poterne piu' di essere scocciati da 'sti strilli mentre si facevano una foglietta o si giocavano l'ultima camicia a spizzichino o si guardavano la partita del Real, e gli osti poi erano pure preoccupati delle orecchie dei cacani che magari ti fanno pure chiudere il locale per una scemenza del genere, e cosi' lo cacciavano via come fosse un cane in chiesa mentre quello continuava "je fo veda, je fo veda, ha da scorra 'r sangue ha scorra, nue semo la storia no essi, tiranni boja ete da crepa' ttutte".
Adesso, a farla corta, non era niente, solo un bardascio avvinazzato fra tanti. Fu colpa mia e ancora me ne pento. Una sera che pioveva a dirotto e che lo incontrai che si riparava sotto il portone di casa mia e continuava con la solita solfa che rimbombava su per le scale e gia' i coinquilini s'affacciavano dalle porte per sentire che era 'sto baccano e figuriamoci se non pensavano che era un amico mio che tutto il palazzo si crede che se capita un barbone o un manolesta sono tutti amici miei, che invece non e' vero, qualcuno si' ma mica tutti; insomma lui stava li' a strombona' de brutto "Je lo fo veda, la storia semo nue, sangue dell'uva, mort'a li tiranni" e stavolta m'aveva scocciato pure a me che di solito me ne frego che gia' ci ho da pensa' all'affari mia, e allora j'ho detto: "Ah sor coso, che nu'llo sai che un fatto vale piu' de cento ciance? Falla finita d'attufa' l'orecchie e decidete a ffa' quer che vo' fa'". E lui: "Ciove'?". E io mannaggia a me che nun me so sta' zitto: "Ciove', ciove', domenica in citta' c'e' l'arciduca, l'hae visto come ha fatto quello a Dallas?". Non l'avessi mai detto. Lo fece davvero. E anno' a fini' co' la guerra mondiale.
Statevi zitti sempre, e' sempre meglio.
6. VECCHIE STORIE. OMERO DELLISTORTI: UNA DELUSIONE
Era un uomo fatto cosi', non faceva mai quello che ti aspettavi.
C'era da darsela a gambe senza por tempo in mezzo, e lui invece si fermava ad aspettare.
Gli facevano un regalo, ma un bel regalo dico, e lui lo regalava subito a qualcun altro.
Faceva certi discorsi che tutti dicevano che di sicuro sarebbe finito male. Che poi non era mica uno cattivo, era uno buono come il pane, con tutto che campava da straccione girando qua e la' e non lavorava, sperando che qualcuno ci avesse pieta' e gli offrisse un piatto di minestra e un letto. Diciamo la verita': magari non era una cima, pero' non faceva male a nessuno.
Oltretutto si portava dietro una banda di smandrappati che bastava vederli per scappare. Invece pure loro alla fine non facevano niente di male, erano solo un po' fastidiosi sempre a chiedere la carita' e a fare tutte quelle moine.
La gente non sapeva che pensare: un po' avevano paura e un po' li affascinava, e' sempre cosi'.
Presto cominciarono a girare certe voci, se ne dicevano di tutti i colori; non fatemi dire niente che e' sempre pieno di spie dappertutto e io non cerco guai che ci ho famiglia.
Comunque, insomma, dicevano che ci sapeva fare, che conosceva un mucchio di trucchi, che faceva miracoli. Avesse voluto, avrebbe fatto i soldi come niente. Invece no, era troppo bastian contrario. Se gli davi ragione magari s'infuriava e cambiava idea, pero' di solito era gentile e dava ragione a tutti. Magari per prenderli in giro, chi lo sa. Agli amici suoi gli diceva sempre che non lo capivano e quando loro gli dicevano di spiegarsi diceva che non ci aveva tempo. Era fatto cosi', era uno strano. Chiaro che prima o poi le autorita' se ne accorgono e ti mettono sotto osservazione.
Non ci aveva neppure la patente, per dire. E dicevano che sotto sotto era comunista. E in effetti i discorsi che faceva erano discorsi comunisti, coraggio, diciamo le cose come stanno. Certo, lui ci metteva sempre di mezzo Domineddio, il Regno di Dio e tutte 'ste frasette per fare contenti i bigotti, ma le cose che diceva io dico che erano comuniste al cento per cento. Poi e' chiaro che e' successo quello che e' successo.
Quando lo misero sulla croce tutti si aspettavano che facesse il miracolone e si salvasse, un sacco di poveracci ci speravano pure, e comunque era pieno cosi' di pubblico col naso in su, che avevano preferito andare li' invece di vedersi le partite in televisione belli comodi a casa. Invece niente, con tutto che di miracoli ne aveva fatti una caterva e belli tosti, li' non lo fece. Era fatto cosi', era uno che gli piaceva fare le cose sempre all'incontrario.
C'ero pur'io quel giorno e me la ricordo la delusione della gente, che non vedeva l'ora di fargli un applauso se si liberava, con tutto che il giorno prima lo voleva morto; la gente e' fatta cosi'. Tornarono a casa delusi e tristi; perche' tristi, poi, non lo so. Pure la gente e' strana, eh.
Come minimo, passano cent'anni e gli fanno il monumento, ve lo dico io.
7. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
8. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- Vittorino Andreoli, Il teatro dell'esistenza, Rcs, Milano 2025, pp. 96, euro 6,99 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Davide Battisti, Bioetica, Rcs, Milano 2025, pp. 160, euro 6,99 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Didier Bodart, Rubens, Giunti-Rcs, Firenze-Milano 2025, pp. 128, euro 9,90.
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Riletture
- Cinzia Arruzza, Tithi Bhattacharya, Nancy Fraser, Femminismo per il 99%. Un manifesto, Laterza, Roma-Bari 2019, pp. VIII + 86l
- Dalai Lama, Greta Thunberg, Insieme per salvare il pianeta, Baldini+Castoldi, Milano 2022, pp. 176.
- Antonio Machado, Juan de Mairena, Castalia, Madrid 1987, pp. 284.
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Riedizioni
- Andrea Camilleri, Il campo del vasaio, Sellerio, Palermo 2008, Rcs, Milano 2025, pp. 282, euro 9,99 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Franco Cardini, I confini della storia, Laterza, Roma-Bari 2025, Rcs, Milano 2025, pp. VIII + 200, euro 9,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Georges Simenon, La fattoria del Coup de Vague, Adelphi, Milano 2021, Gedi, Torino 2025, pp. 144, euro 9,90.
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Maestre
- AA. VV., La resistenza esistenziale di Etty Hillesum, "Alfazeta", n. 60, novembre-dicembre 1996, pp. 84.
- Luciana Breggia, Parole con Etty. Un itinerario verso il presente, Claudiana, Torino 2011, pp. 120.
- Pascal Dreyer, Etty Hillesum. Una testimone del Novecento, Edizioni Lavoro, Roma 2000, pp. 184.
- Sylvie Germain, Etty Hillesum. Una coscienza ispirata, Edizioni Lavoro, Roma 2000, pp. 264.
- Maria Pia Mazziotti e Gerrit Van Oord (a cura di), Etty Hillesum. Diario 1941-1943. Un mondo 'altro' e' possibile, Apeiron, Sant'Oreste (Roma) 2002, pp. 64.
- Nadia Neri, Un'estrema compassione. Etty Hillesum testimone e vittima del Lager, Bruno Mondadori, Milano 1999, pp. VI + 170.
- Maria Giovanna Noccelli, Oltre la ragione. Risonanze filosofiche del pensiero e dell'itinerario esistenziale di Etty Hillesum, Apeiron, Sant'Oreste (Roma) 2004, pp. 160.
9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
10. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
UN EBDOMADARIO DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 41 del 25 novembre 2025
Notiziario settimanale della nonviolenza in cammino proposto dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Numero 41 del 25 novembre 2025
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Sommario di questo numero:
1. Una lettera aperta alla Presidente del Consiglio dei Ministri: "Per la pace nel cuore d'Europa"
2. In memoria di Osvaldo Ercoli che ci ha lasciato tre anni fa
3. Col cuore pensante per la pace nel cuore d'Europa
4. Per Alfio Pannega nel centenario della nascita. L'incontro previsto per il 24 novembre e' stato rinviato al primo dicembre. Aggiungiamo due nuove testimonianze
5. Omero Dellistorti: La storia siamo noi
6. Omero Dellistorti: Una delusione
7. Ripetiamo ancora una volta...
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'
1. APPELLI. UNA LETTERA APERTA ALLA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI: "PER LA PACE NEL CUORE D'EUROPA"
Egregia Presidente del Consiglio dei Ministri,
le scrivo per sollecitare un impegno dell'Italia per la cessazione immediata della guerra in Ucraina, per salvare tutte le vite che e' ancora possibile salvare, per la pace nel cuore d'Europa, per stornare il pericolo di una guerra mondiale.
Le scrivo avendo presenti le parole della legge fondamentale del nostro paese, la Costituzione della Repubblica italiana, che all'articolo 11 recita: "L'Italia ripudia la guerra...".
*
Egregia Presidente del Consiglio dei Ministri,
mi duole dover constatare come tanti, troppi governi europei, in questi anni invece di adoperarsi per la fine della guerra si siano adoperati piuttosto per alimentarla, in un vero e proprio delirio distruttivo che nessun artificio retorico puo' riuscire ad occultare.
Sia l'Italia a chiamare l'Europa intera ad uscire dal delirio e ad impegnarsi per la cessazione immediata del crimine immenso che si sta consumando da anni nel cuore del continente e che minaccia peraltro di evolvere in una vera e propria guerra mondiale il cui esito qualora si passasse all'uso delle armi atomiche potrebbe essere l'annientamento dell'umanita'.
*
Egregia Presidente del Consiglio dei Ministri,
lei come me ricordera' la terribile tragedia del genocidio della popolazione Ucraina, l'Holodomor, realizzato dal regime totalitario staliniano all'inizio degli anni Trenta del Novecento;
lei come me ricordera' l'orrore della Shoah che coinvolse anche l'Ucraina nel corso della seconda guerra mondiale;
lei come me ricordera' gli eventi che portarono alla sanguinosa e ininterrotta guerra civile nelle regioni di confine tra Ucraina e Russia circa dieci anni fa;
lei come me ricordera' l'occupazione manu militari della Crimea da parte della Russia nel 2014;
ed ovviamente lei come me ha assistito con orrore e sgomento all'invasione dell'Ucraina da parte delle forze armate russe il 24 febbraio 2022; e dal 2022 questa guerra folle e scellerata e' in corso, e di essa e' vittima innocente la martoriata popolazione ucraina.
*
Egregia Presidente del Consiglio dei Ministri,
non e' questa la sede per esprimere un giudizio storico, basti il giudizio morale: la guerra e' sempre e solo un crimine contro l'umanita', poiche' essa sempre e solo consiste nell'uccisione di innumerevoli esseri umani che avevano il diritto di vivere.
Saranno naturalmente le corti di giustizia internazionali a giudicare l'accaduto e ad emettere le sentenze conseguenti; quello che mi preme dirle adesso e' qualcosa di piu' semplice e immediato: ci si adoperi finalmente per far cessare immediatamente la guerra; ci si adoperi finalmente per far cessare immediatamente le stragi; ci si adoperi finalmente per un immediato "cessate il fuoco" ed un immediato avvio di trattative di pace.
*
Egregia Presidente del Consiglio dei Ministri,
le sembra ragionevole quanto ho scritto?
Puo' e vuole farsi promotrice di un impegno esplicito e concreto del governo italiano per cercare di fermare immediatamente la guerra e salvare tutte le vite che e' ancora possibile salvare? Solo la pace salva le vite.
*
Egregia Presidente del Consiglio dei Ministri,
salvare le vite e' il primo dovere.
Voglia gradire distinti saluti ed auguri di buon lavoro per la pace ed il bene comune dell'umanita'.
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 25 novembre 2025
Post scriptum: mi permetto di allegare in calce una lettera che ho indirizzato alcuni giorni fa al Presidente della Repubblica per esprimergli il mio apprezzamento per quanto detto nel discorso tenuto a Berlino lo scorso 16 novembre.
* * *
Allegato: Una lettera aperta al Presidente della Repubblica italiana: "Continui a far sentire la sua voce per la pace, per fermare immediatamente la guerra nel cuore d'Europa"
Egregio Presidente della Repubblica,
ho molto apprezzato il discorso da lei tenuto a Berlino il 16 novembre "per fare memoria dei caduti, delle vittime della guerra e della violenza".
Ed in esso quel suo monito: "se vuoi la pace, devi costruirla e preservarla", cosi' nitido e luminoso proprio mentre - per citare ancora le sue parole - "nuovi 'dottor Stranamore' si affacciano all'orizzonte, con la pretesa che si debba 'amare la bomba'".
Il suo "mai piu'" e' condiviso da ogni persona di retto sentire e di volonta' buona, sollecita del bene comune dell'umanita': mai piu' la guerra, mai piu' uccisioni, ogni vittima ha il volto di Abele, salvare le vite e' il primo dovere.
*
Egregio Presidente della Repubblica,
si e' perso gia' troppo tempo: anni in cui innumerevoli esseri umani in Ucraina sono stati uccisi in una guerra folle e scellerata come tutte le guerre.
Occorre fermare immediatamente questa guerra nel cuore d'Europa.
Purtroppo, e tragicamente, i governi di gran parte dei paesi europei si adoperano affinche' sempre piu' persone vengano uccise, invece di adoperarsi per promuovere e sostenere negoziati di pace che pongano immediatamente fine al massacro della popolazione ucraina vittima di una brutale aggressione.
Come nel conflitto mediorientale occorre addivenire al piu' presto a un cessate il fuoco, all'apertura di negoziati di pace: salvare le vite e' il primo dovere.
*
Egregio Presidente della Repubblica,
continui a far sentire la sua autorevole voce per la pace e il disarmo, la unisca a quella del pontefice cattolico, invochi la pace che salva le vite, chieda che si arresti la strage in corso, chiami tutti i paesi europei - tutti, dall'Atlantico agli Urali - ad adoperarsi per la cessazione del massacro: chieda alla Russia di porre termine alla barbara, mostruosa aggressione; chieda ai paesi europei i cui governi insipienti e irresponsabili in questi anni hanno soffiato sul fuoco e fornito strumenti di morte, pur ben sapendo che la loro folle e sciagurata politica avrebbe contribuito a provocare lo sterminio della popolazione ucraina, di recedere da questo criminale ed insensato atteggiamento; chieda a tutti di considerare anche il pericolo che l'intera popolazione europea e l'intera umanita' corre se non si spegne al piu' presto questo incendio tornando al negoziato diplomatico, all'interlocuzione politica, al dialogo per comporre i conflitti, alla cooperazione internazionale in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorrono pace, disarmo e smilitarizzazione per salvare tutte le vite, e salvare le vite e' il primo dovere.
Ringraziandola ancora per le sue sagge e commosse parole berlinesi, voglia gradire distinti saluti,
Peppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 18 novembre 2025
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Una minima notizia forse non superflua
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' stato particolarmente impegnato nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, che dopo 48 anni di prigionia da innocente nel febbraio del 2025 e' finalmente tornato alla sua abitazione, alla sua famiglia, al suo popolo.
2. AMICIZIE. IN MEMORIA DI OSVALDO ERCOLI CHE CI HA LASCIATO TRE ANNI FA
Il 18 novembre 2022 ci lasciava Osvaldo Ercoli, uomo saggio e generoso di cui ebbi la fortuna grande ed immenso l'onore di essere amico e compagno di lotta in tante iniziative nonviolente per il bene comune dell'umanita' e per la difesa del mondo vivente.
A tre anni dalla scomparsa resta viva la sua testimonianza e quindi il suo appello all'impegno comune, concreto e coerente, per la pace che salva le vite, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la condivisione fra tutte e tutti di tutto il bene e tutti i beni, per il rispetto, la protezione e l'accudimento dell'intera biosfera.
Nel ricordo e alla scuola di Osvaldo Ercoli la nonviolenza e' in cammino, e l'umanita' intera e' chiamata all'universale solidarieta' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e sostiene e conforta. Ogni vittima ha il volto di Abele. Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'. Occorre soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto. Salvare le vite e' il primo dovere.
* * *
Una breve notizia su Osvaldo Ercoli
Osvaldo Ercoli, nato a Vallerano (Vt) il 30 gennaio 1930 e deceduto a Viterbo il 18 novembre 2022, gia' professore amatissimo da generazioni di allievi, gia' consigliere comunale e provinciale, impegnato nel volontariato, nella difesa dell'ambiente, per la pace e i diritti di tutti, e' stato per unanime consenso nel viterbese una delle piu' prestigiose autorita' morali. Il suo rigore etico e la sua limpida generosita' a Viterbo sono proverbiali. E' stato tra gli animatori del comitato che ha salvato l'area archeologica, naturalistica e termale del Bulicame dalla devastazione. E' stato scritto di lui: "Il professor Osvaldo Ercoli e' stato per decenni docente di matematica e fisica a Viterbo, citta' in cui e' da sempre un simbolo di rigore morale e civile, di impegno educativo, di sollecitudine per il pubblico bene, di sconfinata generosita'. Gia' pubblico amministratore comunale e provinciale di adamantina virtu', sono innumerevoli le iniziative in difesa dei diritti umani e dell'ambiente di cui e' stato protagonista; tuttora impegnato nel volontariato a sostegno di chi ha piu' bisogno di aiuto, e' altresi' impegnato in prima persona ovunque vi sia necessita' di smascherare e contrastare menzogne, ingiustizie, violenze... Avendo avuto il privilegio immenso di averlo come amico, come maestro di impegno civile, come compagno di tante lotte nonviolente, vorremmo cogliere questa occasione per esprimergli ancora una volta il nostro affetto, la nostra ammirazione, la nostra gratitudine; affetto, ammirazione e gratitudine che sappiamo essere condivise da tutte le persone di Viterbo e dell'Alto Lazio, da tutte le persone che hanno avuto l'onore di conoscerlo e che hanno a cuore la dignita' umana di tutti e di ognuno, la civilta' come legame comune e comune impegno dell'intero genere umano, la biosfera casa comune dell'umanita' intera". Ed e' stato scritto anche: "Ascoltare il professor Ercoli e' sempre straordinariamente educativo, e di grande conforto: poiche' significa mettersi alla scuola di una persona che unisce il rigore del ragionamento logico all'affermazione del dovere morale e all'intransigenza dell'impegno civile, con una sobrieta', una mitezza ed una saggezza che rendono ogni sua parola, ogni sua argomentazione, non solo un dono prezioso per il pensiero e per l'azione, ma anche un autentico gesto di amicizia che nel suo stesso darsi - in squisita cortesia ed insieme in assoluta chiarezza e onesta' - degnifica gli interlocutori tutti invitandoli ad esser parte del bene, del giusto, del vero". Il 2 ottobre 2014, in occasione della Giornata internazionale della nonviolenza, la Citta' di Viterbo, nella solenne cornice della Sala Regia di Palazzo dei Priori, sede del Comune, gli ha tributato un riconoscimento in segno della gratitudine dell'intera popolazione viterbese per il suo magistero di uomo di pace: dinanzi a un uditorio commosso che aveva gremito la storica sala, il sindaco ha consegnato al professor Ercoli un attestato della riconoscenza della citta' tutta; nella motivazione del riconoscimento di cui e' stata data lettura era scritto: "Al professor Osvaldo Ercoli, gia' professore amatissimo da generazioni di allievi, gia' pubblico amministratore di adamantino rigore morale e di strenua dedizione al bene comune, impegnato nel volontariato e nella difesa dell'ambiente e dei diritti di tutti gli esseri umani, animatore di molteplici iniziative di pace e di solidarieta', generoso educatore attraverso la parola e l'esempio al ragionamento logico come al dovere morale e all'impegno civile, di saggezza e mitezza maestro, testimone fedele dell'amore per il vero ed il giusto, amico della nonviolenza, sollecito sempre nel recare aiuto a chiunque ne avesse bisogno come nel contrastare menzogne e violenze, sempre avendo a cuore la dignita' umana di tutti e di ognuno, la civilta' come legame comune e comune impegno dell'intero genere umano, la biosfera casa comune dell'umanita' intera, la citta' di Viterbo grata per il suo impegno di pace".
3. APPELLI. COL CUORE PENSANTE PER LA PACE NEL CUORE D'EUROPA
Prima che sia troppo tardi si ponga fine alla guerra in Ucraina.
Tacciano le armi e si avviino negoziati di pace.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
*
Ogni persona che vive in Europa deve essere consapevole che gia' troppi esseri umani sono morti.
Ogni persona che vive in Europa deve essere consapevole che occorre fermare la guerra prima che essa si espanda ancor piu'.
Ogni persona che vive in Europa deve essere consapevole che occorre fermare la guerra prima che essa diventi continentale, mondiale, atomica.
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Le persone, le associazioni, le istituzioni sollecite del bene comune dell'umanita' si adoperino per la cessazione immediata della guerra nel cuore d'Europa cosi' come in qualunque parte del mondo.
Chi vive in Italia si adoperi affinche' il governo italiano e l'Unione Europea cessino di alimentare la guerra e i deliri bellicosi e si adoperino finalmente per la pace che salva le vite.
Dalla Costituzione della Repubblica italiana fino alla Carta dell'Onu, tutti i grandi documenti giuridici dell'umanita' chiamano tutte le persone senzienti e pensanti come tutte le civili istituzioni ad opporsi alla guerra e alle uccisioni, ad impegnarsi per la pace e per salvare le vite.
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Salvare le vite e' il primo dovere.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
4. INIZIATIVE. PER ALFIO PANNEGA NEL CENTENARIO DELLA NASCITA. L'INCONTRO PREVISTO PER IL 24 NOVEMBRE E' STATO RINVIATO AL PRIMO DICEMBRE. AGGIUNGIAMO DUE NUOVE TESTIMONIANZE
Proseguono le iniziative commemorative e la raccolta di testimonianze per il centenario della nascita del poeta antifascista nonviolento viterbese Alfio Pannega (Viterbo, 1925-2010).
L'incontro previsto per lunedi' 24 novembre e' stato rinviato a lunedi' primo dicembre alle ore 9,30 sempre presso l'assessorato comunale in via Garbini a Viterbo.
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Segnaliamo anche, ancora una volta, che di qui alla fine dell'anno si spera di realizzare alcune altre iniziative in ricordo di Alfio.
Tra esse: la collocazione della lapide sulla casa di Alfio a Valle Faul; varie presentazioni della nuova edizione del libro di e su Alfio pubblicato da Davide Ghaleb Editore; nuove rappresentazioni dello spettacolo teatrale di Pietro Benedetti ad Alfio dedicato dal titolo "Allora ero giovane pure io"; una mostra documentaria ed artistica; un ulteriore concerto dedicato ad Alfio, conclusivo dell'anno di commemorazioni; la catalogazione e sistemazione dell'"Archivio Alfio Pannega" (chiunque abbia materiali puo' inviarli al curatore dell'Archivio all'indirizzo e-mail: oloap.anera at gmail.com ); la digitalizzazione dei materiali accolti e la loro messa a disposizione in spazi dedicati di alcuni siti internet che hanno dato la disponibilita' ad accogliere e preservare un adeguato ricordo di Alfio, tra cui quello dell'Anpi provinciale di Viterbo, quello di Davide Ghaleb Editore, quello dell'organizzazione di volontariato "Viterbo con amore".
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Nel ricordo di Alfio riaffermiamo ancora una volta che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Nel ricordo di Alfio riaffermiamo ancora una volta che salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Abolire la guerra, costruire la pace.
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In calce aggiungiamo due nuove testimonianze di don Gianni Carparelli e di Gennaro Aniello Capotosti, e ancora una volta alcuni materiali informativi utili.
Le amiche e gli amici di Alfio Pannega impegnati nelle commemorazioni in occasione del centenario della nascita
Viterbo, 24 novembre 2025
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Don Gianni Carparelli: E' novembre e penso a Alfio Pannega, poeta della semplicita' vera
Ci sara' una lapide sulla facciata della casa di Alfio a Porta Faul (Viterbo). Il testo, frutto di una scrittura collettiva (mi ricorda la scuola di Don Milani e di alcune esperienze che ho avuto modo di fare in una scuola di Toronto - Canada) dice:
"In questa casa visse Alfio Pannega
figlio di Caterina poeta antifascista
innamorato della natura e dell'umanita'
della bellezza e della liberta'
sempre lotto' per la dignita' di tutte le persone
e in difesa di tutte le vite".
Aggiungo per evitare reazioni emotive e ideologiche che chiunque coltiva questi valori e' logicamente contrario a ogni arroganza, emarginazione e violenza. Questa correttezza e finezza non porta bandiere, non proclama: "Dio, Patria e Famiglia" senza poi approfondirne il senso nella storia che sempre cammina verso il futuro. Perche' "Dio" non e' una immagine attaccata alle pareti o una collanina al collo ne' un rosario sventolato tra le dita, ma una vita da vivere; "Patria" non e' un giardino malmesso difeso dalle acque e da un cappello di montagne, ma una dimora per chi ci vuole vivere; "Famiglia" non e' una chiacchierata piacevole tra due dettagli anatomici, ma un dialogo di amore tra due persone. Fantasia o futuro in lento cammino?
Delle poesie di Alfio cito quella sulla "Pace":
"... O Pace quanto sei bella
ma oggi non sei rispettata.
Quando sara' quel giorno
che tutti i popoli vivranno in pace
allora sara' una grande festa".
E un'altra, "Preghiera":
"O Dio che guardi l'universo
e guidi le nostre menti e i nostri cuori
fa che tutti si vogliano bene.
Cos'e' la vita senza l'armonia?
Lo so che nella vita contrastata
e' tutto un quadro di dolore.
Finche' non ci sara' la pace
che e' quello che piu' ci conviene,
cosa faremo al mondo poverelli?
Se quella pace non sara' rispettata
saremo sempre miseri e meschini.
Trionfi la giustizia!
Chiudo i miei versi con il cuore
ed e' questo che come poeta mi fa onore".
Morire cosi' non e' chiudere la vita, ma spalancarla verso orizzonti infiniti. Qui potrei commentare la "Messa da Requiem" che Verdi compose nel 1874 per l'anniversario della morte di Alessandro Manzoni, nella Chiesa di San Marco e diretta da lui stesso. Un monumento di bellezza armonica di un grande che faticava a capire la fede, ma la viveva pregandola nelle note come se fossero passi di vita.
Ma non posso non fare un accenno a una breve composizione di Richard Strauss, "Morte e Trasfigurazione", op. 20, del 18 novembre 1889. Dedicata all'amico Friedrich Rosch.
La composizione inizia con un largo e raffigura il malato ormai prossimo alla morte. Segue un allegro agitato con la battaglia tra la vita e la morte che non fa sconti a nessuno. Poi un meno mosso dove viene musicalmente rappresentata la vita del morente che passa davanti agli occhi del malato. Alla fine un moderato gentile che riprende il motivo "Leit Motiv" che guida la composizione e introduce nella serenita' e bellezza di una vita "... Altra", trasfigurata dalla "infinita grandezza del cielo". "Tod und Verklaerung" nel suo originale in tedesco.
Quando la ascoltai a Toronto diretta dal maestro Muti, me ne innamorai. Anche io vorrei chiudere i miei giorni lasciando aperte le finestre della fantasia, della fede e della speranza, per chi volesse affacciarsi e vedere. E se non sara' cosi' spero che qualcuno mi possa perdonare e magari fare di meglio. La storia e la civilta', anche quella cristiana, la si costruisce insieme. Da soli rischiamo di essere rami secchi.
Don Gianni Carparelli
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Gennaro Aniello Capotosti ricorda Alfio Pannega
Si mm' aricordo d'Arfio? M'aricordo
come si fosse jeri e sso' passati
nun zo quant'anni da quanno bbeati
commattevamo co' 'sto monno lordo
contro 'r potere sempre ladro e 'ngordo
che a nnoi sempre poracci e martrattati
ciariduceva sfranti e sderenati
e mm'aricordo si', mica so' ssordo.
E allora co' l'Arfietto e le compagne
lottamme sempre contro 'r capitale
contro le guerre e tutte le magagne
perche' finisse 'sto schifo de male
tutte le ggiorne fossero cuccagne
se stesse bbene tutte quante ugguale
Gennaro Aniello Capotosti
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Allegato primo: Una minima notizia su Alfio Pannega
Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna a ridosso ed entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010, a cura di Antonello Ricci, Alfonso Prota e Valentino Costa): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.
Molte fotografie di Alfio scattate da Mario Onofri, artista visivo profondo e generoso compagno di lotte che gli fu amico e che anche lui ci ha lasciato anni fa, sono disperse tra vari amici di entrambi, ed altre ancora restano inedite nell'immenso, prezioso archivio fotografico di Mario, che tuttora attende curatela e pubblicazione.
Negli ultimi anni il regista ed attore Pietro Benedetti, che gli fu amico, ha con forte empatia sovente rappresentato - sulle scene teatrali, ma soprattutto nelle scuole e nelle piazze, nei luoghi di aggregazione sociale e di impegno politico, di memoria resistente all'ingiuria del tempo e alla violenza dei potenti - un monologo dal titolo "Allora ero giovane pure io" dalle memorie di Alfio ricavato, personalmente interpretandone e facendone cosi' rivivere drammaturgicamente la figura.
La proposta di costituire un "Archivio Alfio Pannega" per raccogliere, preservare e mettere a disposizione della collettivita' le tracce della sua vita e delle sue lotte, e' restata per molti anni disattesa; in questi mesi si sta finalmente avviando la sua realizzazione.
Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", ad esempio negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265 ed ancora i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" nn. 907-909, 1172, 1260, 1261, 1272, 1401, 1622-1624, 1763, 1971, 2108-2113, 2115, 2329, 2331, 2334-2335, 2476-2477, 2479, 2694, 2833, 3049, 3051-3052, 3369-3373, 3448, 3453, 3515-3517, 3725, 4089-4091, 4235-4236, 4452, 4455-4458, 4599-4601, 4819-4821, 4962-4965, 5184-5187, 5328, 5331, 5470, 5477, 5485, 5487, 5489, 5501-5503, 5505, 5507, 5513-5514, 5516-5518, 5523, 5526, 5528, 5530-5531, 5534, 5538, 5540-5543, 5545-5570, 5573, 5576-5580, 5582-5585, 5588-5590, 5593-5594, 5598, 5600-5601, 5603-5607, 5609-5612, i fascicoli di "Coi piedi per terra" n. 546 e 548-552, e "Voci e volti della nonviolenza" nn. 687-691, 754-755, 881, il fascicolo di "Ogni vittima ha il volto di Abele" n. 170, i fascicoli di "Una persona, un voto" nn. 88-90, 206, 209, i fascicoli de "La domenica della nonviolenza" nn. 420 e 511, i fascicoli de "La nonviolenza contro il razzismo" nn. 202-206, 213, 437-438, 445-446, i fascicoli de "La biblioteca di Zorobabele" nn. 430-433.
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Allegato secondo: La nuova edizione del libro dedicato ad Alfio Pannega
Il libro "Alfio 100" (Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2025) celebra i cento anni dalla nascita di Alfio Pannega (Viterbo 1925-2025). Nella prima parte del volume sono presenti materiali inediti raccolti da amiche e amici di Alfio: rassegna stampa, galleria fotografica, autografi poetici, ricordi dei militanti del centro sociale occupato autogestito Valle Faul, di conoscenti e istituzioni, oltre ai versi di poeti dialettali. Nella seconda parte si ripropone integralmente il volume "Allora ero giovane pure io" (Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010) con poesie, fotografie e storia di vita dell'autore. Chiude il volume il copione dello spettacolo teatrale di Pietro Benedetti.
Il libro di e su Alfio Pannega puo' essere richiesto all'editore Davide Ghaleb, via Roma 41, 01019 Vetralla (Vt), sito: www.ghaleb.it, tel. 0761461258, cell. 3200897221.
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Allegato terzo: Un rilevante documento filmato di alcune iniziative commemorative di Alfio Pannega
E' disponibile nella rete telematica la registrazione della commemorazione di Alfio Pannega svoltasi il 27 aprile 2025 al cimitero monumentale di Viterbo; la registrazione della cerimonia di intitolazione ad Alfio dell'"Emporio solidale" in piazzale Porsenna nel quartiere viterbese di Santa Barbara l'8 maggio 2025; la registrazione dello spettacolo teatrale di Pietro Benedetti ad Alfio dedicato rappresentato il 25 giugno 2025 presso lo spazio culturale "Lo spiffero"; la registrazione del convegno svoltosi il 21 settembre 2025 a Viterbo nella Sala delle Colonnne di Palazzo dei Priori.
Le rispettive registrazioni sono ai seguenti link:
https://www.youtube.com/watch?v=0bpS90lXmno
https://www.youtube.com/watch?v=BgSBoGZZqh8
https://www.youtube.com/watch?v=RSAwXdE1sio
https://www.youtube.com/watch?v=IPqUu8meWcs
I quattro filmati costituiscono un'unica opera documentaria e testimoniale dal titolo complessivo "Alfio Pannega 1925-2025. Il docufilm".
Ringraziamo Marco Mingarelli per aver realizzato quest'opera.
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Allegato quarto: I link ad alcuni brani musicali dedicati ad Alfio Pannega
Numerosi musicisti viterbesi e non solo, di rilevanza anche internazionale, hanno dedicato ad Alfio Pannega alcune loro composizioni.
Segnaliamo i link ad alcune di esse gia' disponibili all'ascolto nel web.
Di Luigi Andriani Il brano "Rinascimental Gratafunky" puo' essere ascoltato nell'album "Etrurian Dub" al seguente link:
https://rastakingkong.bandcamp.com/album/etrurian-dub
Di Andrea Araceli il brano "In memoria di Alfio Pannega" puo' essere ascoltato al seguente link:
https://youtu.be/vI5lh7wtUJA?si=BjQy93a1fuxR1a2F
Sempre di Andrea Araceli segnaliamo anche un altro straordinario recente brano, "Lament for children of Gaza", che puo' essere ascoltato al seguente link:
https://youtu.be/-1db9WNxoDk?si=aa7LPwBo9k5m6yU2
Di Marco Brama il brano "... E la Luna disse: 'Alfio Pannega'" puo' essere ascoltato al seguente link:
https://youtu.be/f_xMgzK2zTQ
5. VECCHIE STORIE. OMERO DELLISTORTI: LA STORIA SIAMO NOI
Insomma c'era 'sto studente che lo incontravi sempre in tutte le osterie che stava sempre a strilla' "Je lo fo veda io, la storia semo nue, mort'a tiranni". La gente non e' che ci facesse gran caso, nelle osterie chi pensi d'incontra'? Pero' questo era onnipresente, ogni osteria che andavi ce lo trovavi, e sempre che faceva 'sto discorso, che poi non era neppure un discorso, ma solo un continuo sbraitare "Mort'ai tiranni zozzi, viva la libberta', semo nue la storia, 'mo' je lo fo vede'", roba cosi'.
Insomma, dagli oggi e dagli domani era diventato una seccatura. Gli avventori cominciavano a non poterne piu' di essere scocciati da 'sti strilli mentre si facevano una foglietta o si giocavano l'ultima camicia a spizzichino o si guardavano la partita del Real, e gli osti poi erano pure preoccupati delle orecchie dei cacani che magari ti fanno pure chiudere il locale per una scemenza del genere, e cosi' lo cacciavano via come fosse un cane in chiesa mentre quello continuava "je fo veda, je fo veda, ha da scorra 'r sangue ha scorra, nue semo la storia no essi, tiranni boja ete da crepa' ttutte".
Adesso, a farla corta, non era niente, solo un bardascio avvinazzato fra tanti. Fu colpa mia e ancora me ne pento. Una sera che pioveva a dirotto e che lo incontrai che si riparava sotto il portone di casa mia e continuava con la solita solfa che rimbombava su per le scale e gia' i coinquilini s'affacciavano dalle porte per sentire che era 'sto baccano e figuriamoci se non pensavano che era un amico mio che tutto il palazzo si crede che se capita un barbone o un manolesta sono tutti amici miei, che invece non e' vero, qualcuno si' ma mica tutti; insomma lui stava li' a strombona' de brutto "Je lo fo veda, la storia semo nue, sangue dell'uva, mort'a li tiranni" e stavolta m'aveva scocciato pure a me che di solito me ne frego che gia' ci ho da pensa' all'affari mia, e allora j'ho detto: "Ah sor coso, che nu'llo sai che un fatto vale piu' de cento ciance? Falla finita d'attufa' l'orecchie e decidete a ffa' quer che vo' fa'". E lui: "Ciove'?". E io mannaggia a me che nun me so sta' zitto: "Ciove', ciove', domenica in citta' c'e' l'arciduca, l'hae visto come ha fatto quello a Dallas?". Non l'avessi mai detto. Lo fece davvero. E anno' a fini' co' la guerra mondiale.
Statevi zitti sempre, e' sempre meglio.
6. VECCHIE STORIE. OMERO DELLISTORTI: UNA DELUSIONE
Era un uomo fatto cosi', non faceva mai quello che ti aspettavi.
C'era da darsela a gambe senza por tempo in mezzo, e lui invece si fermava ad aspettare.
Gli facevano un regalo, ma un bel regalo dico, e lui lo regalava subito a qualcun altro.
Faceva certi discorsi che tutti dicevano che di sicuro sarebbe finito male. Che poi non era mica uno cattivo, era uno buono come il pane, con tutto che campava da straccione girando qua e la' e non lavorava, sperando che qualcuno ci avesse pieta' e gli offrisse un piatto di minestra e un letto. Diciamo la verita': magari non era una cima, pero' non faceva male a nessuno.
Oltretutto si portava dietro una banda di smandrappati che bastava vederli per scappare. Invece pure loro alla fine non facevano niente di male, erano solo un po' fastidiosi sempre a chiedere la carita' e a fare tutte quelle moine.
La gente non sapeva che pensare: un po' avevano paura e un po' li affascinava, e' sempre cosi'.
Presto cominciarono a girare certe voci, se ne dicevano di tutti i colori; non fatemi dire niente che e' sempre pieno di spie dappertutto e io non cerco guai che ci ho famiglia.
Comunque, insomma, dicevano che ci sapeva fare, che conosceva un mucchio di trucchi, che faceva miracoli. Avesse voluto, avrebbe fatto i soldi come niente. Invece no, era troppo bastian contrario. Se gli davi ragione magari s'infuriava e cambiava idea, pero' di solito era gentile e dava ragione a tutti. Magari per prenderli in giro, chi lo sa. Agli amici suoi gli diceva sempre che non lo capivano e quando loro gli dicevano di spiegarsi diceva che non ci aveva tempo. Era fatto cosi', era uno strano. Chiaro che prima o poi le autorita' se ne accorgono e ti mettono sotto osservazione.
Non ci aveva neppure la patente, per dire. E dicevano che sotto sotto era comunista. E in effetti i discorsi che faceva erano discorsi comunisti, coraggio, diciamo le cose come stanno. Certo, lui ci metteva sempre di mezzo Domineddio, il Regno di Dio e tutte 'ste frasette per fare contenti i bigotti, ma le cose che diceva io dico che erano comuniste al cento per cento. Poi e' chiaro che e' successo quello che e' successo.
Quando lo misero sulla croce tutti si aspettavano che facesse il miracolone e si salvasse, un sacco di poveracci ci speravano pure, e comunque era pieno cosi' di pubblico col naso in su, che avevano preferito andare li' invece di vedersi le partite in televisione belli comodi a casa. Invece niente, con tutto che di miracoli ne aveva fatti una caterva e belli tosti, li' non lo fece. Era fatto cosi', era uno che gli piaceva fare le cose sempre all'incontrario.
C'ero pur'io quel giorno e me la ricordo la delusione della gente, che non vedeva l'ora di fargli un applauso se si liberava, con tutto che il giorno prima lo voleva morto; la gente e' fatta cosi'. Tornarono a casa delusi e tristi; perche' tristi, poi, non lo so. Pure la gente e' strana, eh.
Come minimo, passano cent'anni e gli fanno il monumento, ve lo dico io.
7. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
8. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- Vittorino Andreoli, Il teatro dell'esistenza, Rcs, Milano 2025, pp. 96, euro 6,99 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Davide Battisti, Bioetica, Rcs, Milano 2025, pp. 160, euro 6,99 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Didier Bodart, Rubens, Giunti-Rcs, Firenze-Milano 2025, pp. 128, euro 9,90.
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Riletture
- Cinzia Arruzza, Tithi Bhattacharya, Nancy Fraser, Femminismo per il 99%. Un manifesto, Laterza, Roma-Bari 2019, pp. VIII + 86l
- Dalai Lama, Greta Thunberg, Insieme per salvare il pianeta, Baldini+Castoldi, Milano 2022, pp. 176.
- Antonio Machado, Juan de Mairena, Castalia, Madrid 1987, pp. 284.
*
Riedizioni
- Andrea Camilleri, Il campo del vasaio, Sellerio, Palermo 2008, Rcs, Milano 2025, pp. 282, euro 9,99 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Franco Cardini, I confini della storia, Laterza, Roma-Bari 2025, Rcs, Milano 2025, pp. VIII + 200, euro 9,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Georges Simenon, La fattoria del Coup de Vague, Adelphi, Milano 2021, Gedi, Torino 2025, pp. 144, euro 9,90.
*
Maestre
- AA. VV., La resistenza esistenziale di Etty Hillesum, "Alfazeta", n. 60, novembre-dicembre 1996, pp. 84.
- Luciana Breggia, Parole con Etty. Un itinerario verso il presente, Claudiana, Torino 2011, pp. 120.
- Pascal Dreyer, Etty Hillesum. Una testimone del Novecento, Edizioni Lavoro, Roma 2000, pp. 184.
- Sylvie Germain, Etty Hillesum. Una coscienza ispirata, Edizioni Lavoro, Roma 2000, pp. 264.
- Maria Pia Mazziotti e Gerrit Van Oord (a cura di), Etty Hillesum. Diario 1941-1943. Un mondo 'altro' e' possibile, Apeiron, Sant'Oreste (Roma) 2002, pp. 64.
- Nadia Neri, Un'estrema compassione. Etty Hillesum testimone e vittima del Lager, Bruno Mondadori, Milano 1999, pp. VI + 170.
- Maria Giovanna Noccelli, Oltre la ragione. Risonanze filosofiche del pensiero e dell'itinerario esistenziale di Etty Hillesum, Apeiron, Sant'Oreste (Roma) 2004, pp. 160.
9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
10. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
UN EBDOMADARIO DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 41 del 25 novembre 2025
Notiziario settimanale della nonviolenza in cammino proposto dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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