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[Nonviolenza] 4 novembre, non festa ma lutto. Obiettiamo
- Subject: [Nonviolenza] 4 novembre, non festa ma lutto. Obiettiamo
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Sun, 2 Nov 2025 11:19:07 +0100
4 NOVEMBRE, NON FESTA MA LUTTO. OBIETTIAMO
Anche quest'anno in occasione del 4 novembre, festa delle Forze Armate, istituzioni e apparati militari si preparano ad esaltare la guerra e il militarismo secondo la narrazione della "vittoria" della Prima Guerra Mondiale, una "inutile strage" il cui bilancio finale per l'Italia fu di oltre 650.000 soldati uccisi e piu' di un milione feriti, dei quali molti con gravi mutilazioni. A questi si aggiunsero piu' di 600.000 vittime civili a causa di bombardamenti e occupazioni militari, carestie ed epidemie.
La maggior parte delle vittime erano contadini ed analfabeti esclusi dal diritto di voto e obbligati a farsi ammazzare o a uccidere nemici che non conoscevano, da un governo che li considerava solo carne da cannone. La guerra non risolse i problemi dell'Italia, anzi ne creo' di nuovi e favori' l'avvento del fascismo. Anche l'Europa di allora si trovo' davanti a conseguenze terribili, crisi economiche e sociali, con l'affermarsi del nazismo, militarista e razzista. Tutto poi precipito' nel disastro della Seconda Guerra Mondiale.
Attorno alla data del 4 novembre, ripristinata anche come Giornata dell'unita' nazionale per intensificarne la portata, non c'e' solo una distorta celebrazione storica ma anche il tentativo di una vera e propria propaganda bellica che si riversa nelle scuole e in molte (per fortuna con le debite eccezioni) celebrazioni istituzionali. Una propaganda tanto piu' insopportabile nel periodo che stiamo attraversando, che vede guerre sanguinose in varie parti del mondo, e due alle porte d'Europa, in Ucraina e Palestina, molte delle quali con un coinvolgimento diretto della produzione bellica italiana. Una propaganda che si intensifica anche per nascondere i conflitti interni fatti di impoverimento generale, aumento delle spese militari, repressione militarizzata nelle citta' imposte con zone rosse e decreti sicurezza, repressione del dissenso.
Purtroppo oggi soffia un nuovo vento di guerra. Giornali e mezzi di comunicazione sempre piu' spesso danno voce a iniziative di riarmo e di sostegno ad una mentalita' bellicista e di allarme internazionale. I governi europei vogliono che i popoli si preparino alla guerra, anche reintroducendo il servizio militare obbligatorio, per tutti i giovani. L'ultimo in ordine di tempo e' stato quello della Croazia, che segue la decisione gia' presa in Norvegia e Svezia. La Francia sta spingendo per allargare il reclutamento per il servizio militare volontario, come sta avvenendo nei Paesi Bassi. La Germania ha gia' approvato una Legge che favorisce e facilita il reclutamento, per ora volontario, nelle file dell'esercito.
E in Italia? Il dibattito e' aperto e gia' si parla di attivare una forza di riserva, per arrivare ad un modello autonomo di difesa militare europea che considera la possibilita' generalizzata di un servizio militare per donne e uomini come obiettivo di adeguamento numerico delle forze armate. L'Europa pensa alla leva per tutti come un passo necessario nel processo politico di unificazione militare europea e strategia di rafforzamento della cittadinanza nella difesa comunitaria. Questo atteggiamento e' gravissimo: la prospettiva di una "guerra perpetua" con armi convenzionali e milioni di vittime civili o una irrimediabile catastrofe nucleare con lo sconvolgimento della civilta' e del pianeta.
Da tempo il Movimento Nonviolento ha trasformato la giornata del 4 novembre in un'importante occasione di riflessione e opposizione a tutti gli eserciti, contro tutte le politiche di riarmo, a sostegno degli obiettori di coscienza e dei disertori di tutte le guerre.
"4 Novembre, non festa ma lutto" e' stato ed e' il nostro slogan da opporre alla retorica patriottarda.
La nostra proposta e' la Campagna di Obiezione alla guerra, per dire no alla chiamata alle armi, alla mobilitazione militare, all'ipotesi di ritorno della leva obbligatoria. Ci dichiariamo da subito obiettori di coscienza, invitando tutti a sottoscrivere la Dichiarazione di obiezione di coscienza per respingere il disegno di chi vuole obbligare i nostri giovani a prendere il fucile e vestire la divisa.
Movimento Nonviolento
Peacelink
Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera
Novembre 2025
Per contatti: www.azionenonviolenta.it, www.peacelink.it, https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Anche quest'anno in occasione del 4 novembre, festa delle Forze Armate, istituzioni e apparati militari si preparano ad esaltare la guerra e il militarismo secondo la narrazione della "vittoria" della Prima Guerra Mondiale, una "inutile strage" il cui bilancio finale per l'Italia fu di oltre 650.000 soldati uccisi e piu' di un milione feriti, dei quali molti con gravi mutilazioni. A questi si aggiunsero piu' di 600.000 vittime civili a causa di bombardamenti e occupazioni militari, carestie ed epidemie.
La maggior parte delle vittime erano contadini ed analfabeti esclusi dal diritto di voto e obbligati a farsi ammazzare o a uccidere nemici che non conoscevano, da un governo che li considerava solo carne da cannone. La guerra non risolse i problemi dell'Italia, anzi ne creo' di nuovi e favori' l'avvento del fascismo. Anche l'Europa di allora si trovo' davanti a conseguenze terribili, crisi economiche e sociali, con l'affermarsi del nazismo, militarista e razzista. Tutto poi precipito' nel disastro della Seconda Guerra Mondiale.
Attorno alla data del 4 novembre, ripristinata anche come Giornata dell'unita' nazionale per intensificarne la portata, non c'e' solo una distorta celebrazione storica ma anche il tentativo di una vera e propria propaganda bellica che si riversa nelle scuole e in molte (per fortuna con le debite eccezioni) celebrazioni istituzionali. Una propaganda tanto piu' insopportabile nel periodo che stiamo attraversando, che vede guerre sanguinose in varie parti del mondo, e due alle porte d'Europa, in Ucraina e Palestina, molte delle quali con un coinvolgimento diretto della produzione bellica italiana. Una propaganda che si intensifica anche per nascondere i conflitti interni fatti di impoverimento generale, aumento delle spese militari, repressione militarizzata nelle citta' imposte con zone rosse e decreti sicurezza, repressione del dissenso.
Purtroppo oggi soffia un nuovo vento di guerra. Giornali e mezzi di comunicazione sempre piu' spesso danno voce a iniziative di riarmo e di sostegno ad una mentalita' bellicista e di allarme internazionale. I governi europei vogliono che i popoli si preparino alla guerra, anche reintroducendo il servizio militare obbligatorio, per tutti i giovani. L'ultimo in ordine di tempo e' stato quello della Croazia, che segue la decisione gia' presa in Norvegia e Svezia. La Francia sta spingendo per allargare il reclutamento per il servizio militare volontario, come sta avvenendo nei Paesi Bassi. La Germania ha gia' approvato una Legge che favorisce e facilita il reclutamento, per ora volontario, nelle file dell'esercito.
E in Italia? Il dibattito e' aperto e gia' si parla di attivare una forza di riserva, per arrivare ad un modello autonomo di difesa militare europea che considera la possibilita' generalizzata di un servizio militare per donne e uomini come obiettivo di adeguamento numerico delle forze armate. L'Europa pensa alla leva per tutti come un passo necessario nel processo politico di unificazione militare europea e strategia di rafforzamento della cittadinanza nella difesa comunitaria. Questo atteggiamento e' gravissimo: la prospettiva di una "guerra perpetua" con armi convenzionali e milioni di vittime civili o una irrimediabile catastrofe nucleare con lo sconvolgimento della civilta' e del pianeta.
Da tempo il Movimento Nonviolento ha trasformato la giornata del 4 novembre in un'importante occasione di riflessione e opposizione a tutti gli eserciti, contro tutte le politiche di riarmo, a sostegno degli obiettori di coscienza e dei disertori di tutte le guerre.
"4 Novembre, non festa ma lutto" e' stato ed e' il nostro slogan da opporre alla retorica patriottarda.
La nostra proposta e' la Campagna di Obiezione alla guerra, per dire no alla chiamata alle armi, alla mobilitazione militare, all'ipotesi di ritorno della leva obbligatoria. Ci dichiariamo da subito obiettori di coscienza, invitando tutti a sottoscrivere la Dichiarazione di obiezione di coscienza per respingere il disegno di chi vuole obbligare i nostri giovani a prendere il fucile e vestire la divisa.
Movimento Nonviolento
Peacelink
Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera
Novembre 2025
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