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[Nonviolenza] Ebdomadario, 21
- Subject: [Nonviolenza] Ebdomadario, 21
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Wed, 24 Sep 2025 23:05:49 +0200
UN EBDOMADARIO DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 21 (speciale) del 25 settembre 2025
Notiziario settimanale della nonviolenza in cammino proposto dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Leggendo "L'anima perduta di Israele" di Tahar Ben Jelloun. Un incontro di studio e di testimonianza a Vetralla (Viterbo)
2. Il giorno dopo il centesimo anniversario, ancora tre ricordi di Alfio Pannega da parte di Mariella Zadro, Giovanni Maria Arena, Eusebio Defori
3. Martedi' 23 settembre ancora due incontri tra vecchi amici di Alfio Pannega
4. Ripetiamo ancora una volta...
5. Segnalazioni librarie
6. La "Carta" del Movimento Nonviolento
7. Per saperne di piu'
1. INCONTRI. LEGGENDO "L'ANIMA PERDUTA DI ISRAELE" DI TAHAR BEN JELLOUN. UN INCONTRO DI STUDIO E DI TESTIMONIANZA A VETRALLA (VITERBO)
Mercoledi' 24 settembre 2025 a Cura di Vetralla, per iniziativa del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, si e' svolto un incontro di studio e di testimonianza per la cessazione del massacro in corso a Gaza.
Nel corso dell'incontro e' stato letto integralmente, ed approfonditamente commentato, il piu' recente libro del grande scrittore Tahar Ben Jelloun, "L'anima perduta di Israele" (edito da La nave di Teseo, Milano 2025, pp. 112, euro 10).
Si e' fatto anche particolare riferimento all'altro recente libro dello stesso autore sul medesimo argomento, "L'urlo. Israele e Palestina. La necessita' del dialogo nel tempo della guerra" (edito sempre da La nave di Teseo nel 2023), ad alcune fondamentali opere storiografiche di Benny Morris ed Ilan Pappe', a fondamentali contributi di riflessione di Avraham Burg, Noam Chomsky, David Grossman, Edgar Morin, Edward Said, e di altre autrici ed altri autori ancora.
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Cessi immediatamente il massacro della popolazione inerme di Gaza e si rechino immediatamente tutti gli indispensabili soccorsi umanitari.
Siano immediatamente liberate tutte le persone rapite da Hamas e siano immediatamente restituite alle famiglie tutte le salme delle persone da Hamas assassinate.
Tutti gli stati rappresentati nell'Onu riconoscano lo stato di Palestina e lo stato di Israele.
Siano smantellate tutte le illegali colonie in Cisgiordania, condizione necessaria affinche' lo stato di Palestina abbia l'indispensabile continuita' territoriale.
Cessi ogni aggressione razzista in qualunque parte del mondo.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Siamo una sola famiglia umana in un unico mondo vivente.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
2. MEMORIA. IL GIORNO DOPO IL CENTESIMO ANNIVERSARIO, ANCORA TRE RICORDI DI ALFIO PANNEGA DA PARTE DI MARIELLA ZADRO, GIOVANNI MARIA ARENA, EUSEBIO DEFORI
Mariella Zadro: Viterbo ricorda Alfio Pannega a 100 anni dalla nascita
[Da "TusciaTimes" del 22 settembre 2025]
VITERBO – La Sala delle Colonne di Palazzo dei Priori non riesce a contenere i tanti amici, responsabili dell'amministrazione comunale, associazioni con impegno sociale, che si sono ritrovati insieme domenica 21 settembre per ricordare i suoi 100 anni (era nato il 21 settembre 1925).
Alfio Pannega era una figura che ha insegnato l'importanza e il valore della cultura, infatti fu appellato: il poeta clochard; l'ultimo viterbese; padre, fratello e maestro; uno di noi.
Nell'incontro presentato da Antonello Ricci hanno portato la loro testimonianza Enrico Mezzetti, Domenico Arruzzolo, Luciano Bernabei, Antonella Litta, Fabrizio Fersini e Arianna Marullo, ricordando alcuni momenti della conoscenza avuta con Alfio.
L'assessore Katia Scardozzi, in rappresentanza della sindaca Chiara Frontini assente per motivi familiari, ha sottolineato: "Sono veramente orgogliosa di stare accanto a voi in questa giornata, perche' ho visto in voi l'impegno profuso per ricostruire il ricordo di questo personaggio, fatto di piccoli particolari, ma di grande valore. Alfio non chiedeva nulla, ma per la nostra citta' e' un personaggio da portare come esempio alle nuove generazioni".
E' stata data lettura dei messaggi di Massimo Mecarini, Enrico Panunzi, Gian Carlo Mazza, Valentina Bruno, Sergio Giovagnoli, Giulio Vittorangeli, Luciano Dottarelli e Rita Sisterkaya, che hanno voluto testimoniare con le loro proposte la vicinanza ad Alfio.
Inoltre, Marco D'Aureli, Linda Natalini, Paolo Henrici, Mario Di Marco hanno raccontato momenti "vissuti" con Alfio in diverse circostanze: manifestazioni, incontri politici e molto altro.
Erano inoltre presenti i sindaci emeriti Giovanni Maria Arena e Giulio Marini e l'assessore emerito Aldo Fabbrini.
In una sala attigua e' stata allestita una mostra fotografica curata da Sergio Insogna, grande assente anche lui per un grave lutto in famiglia, che ritrae Alfio in alcuni momenti del suo vissuto.
Ricordiamo che alcuni mesi orsono, l'Emporio Solidale, sito a Viterbo nel quartiere di Santa Barbara, e' stato intitolato ad Alfio, testimone di una vita vissuta ai margini, con dignita', rispetto per gli altri, per l'ambiente, e l'amore per gli animali.
In attesa dell'inaugurazione della targa ricordo nell'ultima abitazione di Alfio, sono stati diffusi materiali informativi, documentari e testimonianze (tra cui alcune edizioni rare di opere di e su Alfio) e la nuova edizione del libro "Alfio 100" di autori vari edito da David Ghaleb.
A conclusione del convegno una performance teatrale di Pietro Benedetti.
Mariella Zadro
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Giovanni Maria Arena ricorda Alfio Pannega
Ieri nella sala delle Colonne a Palazzo dei Priori e' stato ricordato Alfio Pannega a cento anni dalla sua nascita.
Alfio ha condotto una vita umile con grande dignita', spingeva un carretto, pieno di cartone, accompagnato dai suoi cagnolini.
Parlando con lui venivi colpito dalla profondita' dei suoi pensieri che dimostravano una grande umanita'.
Alfio Pannega, un grande viterbese.
Giovanni Maria Arena
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Eusebio Defori ricorda Alfio Pannega
Cento anni fa, il 21 settembre 1925, nacque Alfio Pannega.
Anch'io l'ho conosciuto e gli sono stato amico e compagno di lotte nonviolente per la giustizia e per la liberta', per la pace disarmata e disarmante che salva tutte le vite, per la misericordia che ogni persona riconosce, soccorre, accoglie, conforta.
Ieri la citta' di Viterbo lo ha ricordato con un convegno a Palazzo dei Priori, sede del Comune, ed e' stata una cosa buona e giusta.
Cosi' come e' stata una cosa buona e giusta, e d'incomparabile valore, che i facchini di Santa Rosa - che del popolo viterbese sono il fiore e l'emblema - lo abbiano ricordato dedicandogli la "girata" della Macchina nel trasporto del 3 settembre scorso.
Mi commuove questo omaggio corale di un'intera citta' a un uomo che visse l'intera sua vita nella piu' profonda poverta', e che solo in eta' tarda, dopo decenni di solitudine, ebbe il sollievo e la gioia immensa di trascorrere gli ultimi diciotto anni della sua vita, dal 1993 al 2010, circondato ed amato dai ragazzi del centro sociale Valle Faul, che sono stati la sua grande famiglia, i suoi compagni di riflessioni e di lotte, i suoi allievi e compagni di viaggio sulla via del vero e del bene.
Quale felicita' sarebbe stata per Alfio sapere che a quindici anni della sua morte il popolo viterbese non lo ha dimenticato, ma anzi gli rende un cosi' corale omaggio "tutti di un sentimento".
Quale felicita' sarebbe stata per Alfio sapere che nel centenario della sua nascita sarebbe stato unanimemente riconosciuto e onorato per quello che veramente era: un uomo sapiente e saggio, buono come il pane, che ha luminosamente testimoniato la dignita' e la solidarieta' umana; che ha educato innumerevoli giovani alla liberta' come bene comune indivisibile, all'uguaglianza di diritti nel riconoscimento e nel rispetto della diversita' di ogni persona, all'universale fraternita' e sorellanza, alla responsabilita', alla condivisione, alla generosita', alla nonviolenza che salva le vite; che ha dedicato l'intera sua vita ad opporsi a tutte le guerre, a tutte le uccisioni, a tutte le violenze e le ingiustizie; a difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani; a difendere l'intero mondo vivente.
Che doni grandi ci hai lasciato, amico mio; che noi si sappia proseguire la tua lotta per la liberazione e la salvezza dell'umanita' intera.
Eusebio Defori
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Diffusione a cura delle amiche e degli amici di Alfio Pannega impegnati nelle commemorazioni in occasione del centenario della nascita
Viterbo, 22 settembre 2025
3. MEMORIA. MARTEDI' 23 SETTEMBRE ANCORA DUE INCONTRI TRA VECCHI AMICI DI ALFIO PANNEGA
Dopo lo straordinario successo del convegno svoltosi a Palazzo dei Priori domenica 21 settembre nel centenario della nascita del poeta antifascista nonviolento Alfio Pannega, martedi' 23 settembre sempre a Viterbo altri due incontri rendono omaggio all'indimenticabile uomo di pace.
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La mattina si e' svolto un incontro commemorativo cui hanno preso parte tre vecchi amici di Alfio: Paolo Arena, Luciano Bernabei e Peppe Sini; nel corso dell'incontro e' stata data una valutazione assai positiva dell'iniziativa di domenica e sono state aggiunte altre riflessioni e proposte da sviluppare prossimamente.
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La sera si svolgera' una cena commemorativa e solidale cui prenderanno parte numerosi amici di Alfio che sono stati partecipi dell'esperienza del centro sociale occupato autogestito Valle Faul, di cui Alfio fu anima e cuore.
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In ambedue gli incontri e' stato come sempre di importanza centrale l'appello all'impegno nonviolento per la pace, contro tutte le guerre e le uccisioni.
Riaffermiamo ancora una volta che ricordare Alfio Pannega significa proseguirne la lotta nonviolenta per la pace e il disarmo, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, per la custodia amorevole dell'intero mondo vivente, unica casa comune dell'umanita' intera.
E quindi nel ricordo di Alfio Pannega opponiamoci a tutte le guerre, a tutte le stragi, a tutte le uccisioni.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Chi salva una vita salva il mondo.
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Alleghiamo in calce una minima notizia su Alfio Pannega, una nota sul nuovo libro dedicato ad Alfio, e cinque minime descrizioni della nonviolenza e cinque perorazioni per il disarmo
Le amiche e gli amici di Alfio Pannega impegnati nelle commemorazioni in occasione del centenario della nascita
Viterbo, 23 settembre 2025
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Allegato primo: Una minima notizia su Alfio Pannega
Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna a ridosso ed entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010, a cura di Antonello Ricci, Alfonso Prota e Valentino Costa): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.
Molte fotografie di Alfio scattate da Mario Onofri, artista visivo profondo e generoso compagno di lotte che gli fu amico e che anche lui ci ha lasciato anni fa, sono disperse tra vari amici di entrambi, ed altre ancora restano inedite nell'immenso, prezioso archivio fotografico di Mario, che tuttora attende curatela e pubblicazione.
Negli ultimi anni il regista ed attore Pietro Benedetti, che gli fu amico, ha con forte empatia sovente rappresentato - sulle scene teatrali, ma soprattutto nelle scuole e nelle piazze, nei luoghi di aggregazione sociale e di impegno politico, di memoria resistente all'ingiuria del tempo e alla violenza dei potenti - un monologo dal titolo "Allora ero giovane pure io" dalle memorie di Alfio ricavato, personalmente interpretandone e facendone cosi' rivivere drammaturgicamente la figura.
La proposta di costituire un "Archivio Alfio Pannega" per raccogliere, preservare e mettere a disposizione della collettivita' le tracce della sua vita e delle sue lotte, e' restata per molti anni disattesa; in questi mesi si sta finalmente avviando la sua realizzazione.
Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", ad esempio negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265 ed ancora i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" nn. 907-909, 1172, 1260, 1261, 1272, 1401, 1622-1624, 1763, 1971, 2108-2113, 2115, 2329, 2331, 2334-2335, 2476-2477, 2479, 2694, 2833, 3049, 3051-3052, 3369-3373, 3448, 3453, 3515-3517, 3725, 4089-4091, 4235-4236, 4452, 4455-4458, 4599-4601, 4819-4821, 4962-4965, 5184-5187, 5328, 5331, 5470, 5477, 5485, 5487, 5489, 5501-5503, 5505, 5507, 5513-5514, 5516-5518, 5523, 5526, 5528, 5530-5531, 5534, 5538, 5540-5543, 5545-5570, 5573, 5576-5580, 5582-5585, 5588-5590, 5593-5594, 5598, 5600-5601, 5603-5607, 5609-5612, i fascicoli di "Coi piedi per terra" n. 546 e 548-552, e "Voci e volti della nonviolenza" nn. 687-691, 754-755, 881, il fascicolo di "Ogni vittima ha il volto di Abele" n. 170, i fascicoli di "Una persona, un voto" nn. 88-90, 206, 209, i fascicoli de "La domenica della nonviolenza" nn. 420 e 511, i fascicoli de "La nonviolenza contro il razzismo" nn. 202-206, 213, 437-438, 445-446, i fascicoli de "La biblioteca di Zorobabele" nn. 430-433.
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Allegato secondo: Un libro dedicato ad Alfio Pannega
Il libro "Alfio 100" celebra i cento anni dalla nascita di Alfio Pannega (Viterbo 1925-2025). Nella prima parte del volume sono presenti materiali inediti raccolti da amiche e amici di Alfio: rassegna stampa, galleria fotografica, autografi poetici, ricordi dei militanti del centro sociale occupato autogestito Valle Faul, di conoscenti e istituzioni, oltre ai versi dei poeti dialettali. Nella seconda parte si ripropone integralmente il volume "Allora ero giovane pure io", che inauguro' la collana "La Banda del Racconto" (Davide Ghaleb Editore) con poesie, fotografie e storia di vita dell'autore. Chiude il volume il copione dello spettacolo teatrale di Pietro Benedetti.
Il libro di e su Alfio Pannega puo' essere richiesto all'editore Davide Ghaleb, via Roma 41, 01019 Vetralla (Vt), sito: www.ghaleb.it, tel. 0761461258, cell. 3200897221.
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Allegato terzo: Cinque minime descrizioni della nonviolenza e cinque perorazioni per il disarmo
Una caratteristica peculiare dell'esperienza del "centro sociale occupato autogestito Valle Faul" è stata la scelta teorica e pratica della nonviolenza, anche grazie alla presenza di Alfio Pannega, che da antifascista coerente fu sempre un amico della nonviolenza.
Questi testi, estratti da una piu' ampia raccolta, tutti già apparsi negli scorsi anni sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza è in cammino", vogliono essere un omaggio ad Alfio e al "centro sociale occupato autogestito Valle Faul", e forse anche un promemoria per la riflessione e la discussione e uno strumento di lavoro per un'adeguata impostazione delle lotte necessarie da condurre ancora contro la guerra, il fascismo, il razzismo, lo schiavismo, il maschilismo, la distruzione della natura; in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa di quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanità intera.
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Indice
I. Cinque minime descrizioni della nonviolenza
1. La nonviolenza non indossa il frac
2. Breve litania della nonviolenza
3. Della nonviolenza dispiegata al sole ad asciugare
4. Ancora una schidionata della nonviolenza
5. Corta litania della nonviolenza e del nulla
II. Cinque perorazioni per il disarmo
1. La prima politica è' il disarmo
2. Piccolo dittico delle armi e del disarmo
3. In quanto le armi
4. Del non uccidere argomento primo
5. Poiché vi è una sola umanità
I. Cinque minime descrizioni della nonviolenza
1. La nonviolenza non indossa il frac
La nonviolenza non la trovi al ristorante.
Non la incontri al circolo dei nobili.
Non frequenta la scuola di buone maniere.
E' sempre fuori dall'inquadratura delle telecamere delle televisioni.
La nonviolenza non fa spettacolo.
La nonviolenza non vende consolazioni.
La nonviolenza non guarda la partita.
E' nel conflitto che la nonviolenza agisce.
Dove vi è chi soffre, lì interviene la nonviolenza.
Dove vi è ingiustizia, lì interviene la nonviolenza.
Non la trovi nei salotti e nelle aule.
Non la trovi tra chi veste buoni panni.
Non la trovi dove è lustra l'epidermide e non brontola giammai lo stomaco.
La nonviolenza è dove c'è la lotta per far cessare tutte le violenze.
La nonviolenza è l'umanità in cammino per abolire ogni sopraffazione.
Non siede nel consiglio di amministrazione.
Non si abbuffa coi signori eccellentissimi.
Non ha l'automobile, non ha gli occhiali da sole, non ha il costume da bagno.
Condivide la sorte delle oppresse e degli oppressi.
Quando vince rinuncia a ogni potere.
Non esiste nella solitudine.
Sempre pensa alla libertà del prossimo, sempre pensa al riscatto del vinto,
sempre pensa ad abbattere i regimi e di poi a riconciliare gli animi.
Sa che il male è nella ricchezza, sa che il bene è la condivisione;
sa che si può e si deve liberare ogni persona e quindi questo vuole:
la libertà di tutte, la giustizia, la misericordia.
La nonviolenza è l'antibarbarie.
La nonviolenza è il riconoscimento della dignità di ogni essere vivente.
La nonviolenza è questa compassione: sentire insieme, voler essere insieme,
dialogo infinito, colloquio corale, miracolo dell'incontro e della nascita;
l'intera umanità unita contro il male e la morte;
sì, se possiamo dirlo in un soffio e in un sorriso: tutti per uno, uno per tutti.
La nonviolenza è la lotta che salva.
Ha volto e voce di donna, sa mettere al mondo il mondo,
il suo tocco risana le ferite, i suoi gesti sono limpida acqua, i suoi atti recano luce;
sempre lotta per la verità ed il bene, usa solo mezzi coerenti
con il fine della verità e del bene.
Sa che il mondo è gremito di persone, così fragili, smarrite e sofferenti.
Sa che la sua lotta deve esser la più ferma; e deve essere la più delicata.
Quando la plebe all'opra china si rialza: lì è la nonviolenza.
Quando lo schiavo dice adesso basta, lì è la nonviolenza.
Quando le oppresse e gli oppressi cominciano a lottare
per un'umanità di persone tutte libere ed eguali in diritti,
lì, lì è la nonviolenza.
Quando ti svegli ed entri nella lotta, la nonviolenza già ti viene incontro.
La nonviolenza è una buona cosa.
E' questa buona cosa che fai tu quando fai la cosa giusta e necessaria.
*
2. Breve litania della nonviolenza
La nonviolenza non è la luna nel pozzo.
La nonviolenza non è la pappa nel piatto.
La nonviolenza non è il galateo del pappagallo.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non è la ciancia dei rassegnati.
La nonviolenza non è il bignami degli ignoranti.
La nonviolenza non è il giocattolo degli intellettuali.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non è il cappotto di Gogol.
La nonviolenza non è il cavallo a dondolo dei generali falliti.
La nonviolenza non è la Danimarca senza il marcio.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non è l'ascensore senza bottoni.
La nonviolenza non è il colpo di carambola.
La nonviolenza non è l'applauso alla fine dell'atto terzo.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non è il museo dell'esotismo.
La nonviolenza non è il salotto dei perdigiorno.
La nonviolenza non è il barbiere di Siviglia.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non è la spiritosaggine degli impotenti.
La nonviolenza non è la sala dei professori.
La nonviolenza non è il capello senza diavoli.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non è il ricettario di Mamma Oca.
La nonviolenza non è l'albero senza serpente.
La nonviolenza non è il piagnisteo di chi si è arreso.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non è la quiete dopo la tempesta.
La nonviolenza non è il bicchiere della staffa.
La nonviolenza non è il vestito di gala.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non è il sapone con gli gnocchi.
La nonviolenza non è il film al rallentatore.
La nonviolenza non è il semaforo sempre verde.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non è il jolly pescato nel mazzo.
La nonviolenza non è il buco senza la rete.
La nonviolenza non è il fiume dove ti bagni due volte.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non è l'abracadabra degli stenterelli.
La nonviolenza non è il cilindro estratto dal coniglio.
La nonviolenza non è il coro delle mummie del gabinetto.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non è niente che si veda in televisione.
La nonviolenza non è niente che si insegni dalle cattedre.
La nonviolenza non è niente che si serva al bar.
La nonviolenza è solo la lotta contro la violenza.
*
3. Della nonviolenza dispiegata al sole ad asciugare
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza la politica necessaria.
Chiamiamo nonviolenza l'occhio che vede e piange.
Chiamiamo nonviolenza la lotta per l'abolizione di tutte le guerre.
Chiamiamo nonviolenza la lotta che abroga ogni servitù.
Chiamiamo nonviolenza questo accampamento notturno nel deserto.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'amicizia che non tradisce.
Chiamiamo nonviolenza il ponte di corda teso sull'abisso.
Chiamiamo nonviolenza la fine della paura della morte.
Chiamiamo nonviolenza la fine della minaccia della morte.
Chiamiamo nonviolenza aver visto e alba e tramonto con limpido cuore.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il tappeto volante.
Chiamiamo nonviolenza il voto unanime per la salvezza degli assenti.
Chiamiamo nonviolenza il cielo stellato.
Chiamiamo nonviolenza il rispetto della vita altrui.
Chiamiamo nonviolenza il sonno dei giusti e dei giusti la veglia.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il silenzio che non spaventa.
Chiamiamo nonviolenza la telefonata che ferma l'esecuzione.
Chiamiamo nonviolenza il libro che ti fa ridere e piangere.
Chiamiamo nonviolenza il viaggio senza bagagli.
Chiamiamo nonviolenza il suono dell'arcobaleno.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il pasto in comune.
Chiamiamo nonviolenza il miracolo della nascita.
Chiamiamo nonviolenza la voce che risponde.
Chiamiamo nonviolenza la porta che si apre allo straniero.
Chiamiamo nonviolenza la lotta contro la violenza.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il dono e la rinuncia.
Chiamiamo nonviolenza la leggerezza sui corpi.
Chiamiamo nonviolenza la parola che suscita le praterie.
Chiamiamo nonviolenza il soffio che estingue gli incendi.
Chiamiamo nonviolenza l'infinito respiro del mare.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'umanità come dovrebbe essere.
Chiamiamo nonviolenza la coscienza del limite.
Chiamiamo nonviolenza il ritrovamento dell'anello di Salomone.
Chiamiamo nonviolenza gl'immortali principi dell'Ottantanove.
Chiamiamo nonviolenza l'ironia e la pazienza.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il riconoscimento della pluralità delle persone e dei mondi.
Chiamiamo nonviolenza la distruzione di tutte le armi assassine.
Chiamiamo nonviolenza non nascondere la nostra ignoranza.
Chiamiamo nonviolenza rifiutarsi di mentire.
Chiamiamo nonviolenza la scelta di fare la cosa che salva le vite.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza una giornata di sole sulla strada.
Chiamiamo nonviolenza la scuola di Spartaco e della Rosa Rossa.
Chiamiamo nonviolenza la certezza morale del figlio della levatrice.
Chiamiamo nonviolenza la legge nuova del figlio del falegname.
Chiamiamo nonviolenza le tre ghinee di Virginia.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza questo atto di riconoscimento e di riconoscenza.
Chiamiamo nonviolenza il giro della borraccia.
Chiamiamo nonviolenza questo colloquio corale.
Chiamiamo nonviolenza la Resistenza antifascista.
Chiamiamo nonviolenza l'uscita dallo stato di minorità.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza parlare e ascoltare.
Chiamiamo nonviolenza la stazione sempre aperta.
Chiamiamo nonviolenza lo specchio e la sorgente.
Chiamiamo nonviolenza sentire il dolore degli altri.
Chiamiamo nonviolenza prendersi cura del mondo.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
*
4. Ancora una schidionata della nonviolenza
La nonviolenza è vecchia come il cucco
la nonviolenza è zoppa e comunista
svelta come l'antica tartaruga
arrotolata come una lumaca
ha come casa un sacco e una coperta
al fontanile beve con le bestie
campa mangiando foglie e radici
è sempre in marcia e non si ferma mai.
Veglia la notte e parla coi fantasmi
conosce tutte le canzoni e non le canta
s'accampa fuori mano e s'alza presto
saluta con la mano e s'allontana
non ama le cerimonie
si tiene lontana dai palazzi
ha sempre due o tre sassi nel fagotto
sa quando usarli e non sbaglia la mira.
Non fa ritorno dalla guerra di Troia
perché alla guerra non ha voluto andare
detesta gli indovini e gli officianti
chiama assassino chi invoca sacrifici
chiama assassino chi ha sete di sangue
tutti i potenti gli stanno sul gozzo
si fida solo della povertà
sa che il progresso conduce alla morte.
E' dalla parte dei morti di fame
organizza la lotta dei più miseri
chiama a condividere il bene e i beni tutti
oppresse e oppressi sono il suo partito
ogni privata proprietà abolisce
abbatte le caserme e le dogane
giammai permette che si escluda alcuno.
Abolisce le guerre e le armi
a tutti i fascismi si oppone
contrasta ogni potere oppressivo
resiste ad ogni inerzia e imposizione
grida forte il dolore del mondo
apre gli occhi a chi ancora non vedeva
smaschera le menzogne dei malvagi
tutto sa aggiustare e rompere sa tutto.
Ha volto e voce di donna
è fatta di sputo e di fango
tutte le vite vuole salvare
separa e unisce e poi separa ancora
e poi ancora unisce sa che una
è la via all'insù la via all'ingiù
e che tutti i destini sono uno
fa la sua lotta e poi continua il suo cammino.
*
5. Corta litania della nonviolenza e del nulla
"Se non è la lotta che libera tutte e tutti
la nonviolenza è nulla"
(Nereo Zuzzanghi, Lunghe storie dette in breve, Ferney, 1778)
Se non abbatte tutte le muraglie di tutti i luoghi di pena
tutte le gabbie tutti i recinti di filo spinato
tutte le stanze buie gli angoli della vergogna
i vagoni bestiame le baracche con le orchestrine
Se non abolisce tutti i plotoni d'esecuzione
se non chiude tutte le fabbriche d'armi
se non scioglie tutti gli eserciti
Se non demolisce tutte le istituzioni totali
se non demolisce tutte le ideologie totalitarie
se non è lo spazio dell'eguaglianza e della diversità
se non è la casa comune che include il mondo intero
dove vige la legge dell'universale solidarietà e responsabilità
se non è colloquio corale e dialogo infinito
passarsi il pane e il vino e la parola
nell'ospitalità che nulla chiede
Se non versa sabbia nei motori
se non dissoda le strade asfaltate
se non ruba tutte le gomme
Se non spezza tutte le catene
se non salva tutti i naufraghi
se non soccorre tutti i bisognosi
Se non fa crescere l'erba
se non resuscita ogni giorno il sole
se non colma ogni notte il cielo di stelle
se non nutre le anime come i corpi
Se non demolisce gli idoli e l'idolo della demolizione degli idoli
se non si oppone a tutte le demolizioni
se non restituisce la parola
se non impara e insegna ad ascoltare
e riscaldare senza dare fuoco
se non restituisce la libertà ad ogni persona oppressa
se non condivide tutto il bene e tutti i beni fra tutte e tutti
se non salva tutte le vite
se non è la coscienza e l'organizzazione delle oppresse e degli oppressi in lotta
per la liberazione dell'umanità intera e la difesa dell'intero mondo vivente
la nonviolenza è nulla.
*
II. Cinque perorazioni per il disarmo
1. La prima politica è il disarmo
La prima politica è il disarmo
sostituire all'arte dell'uccidere
quella severa di salvare le vite
Senza disarmo il mondo tutto muore
senza disarmo le nuvole si ghiacciano
le lacrime diventano veleno
si crepano i marmi ne escono draghi
Senza disarmo ogni parola mente
senza disarmo ogni albero si secca
l'aria non porta più i suoni
la polvere colma i polmoni
Senza disarmo piovono scorpioni
senza disarmo in ogni piatto è vomito
dal rubinetto esce sale e vetro
le scarpe stritolano le ossa dei piedi
Solo il disarmo frena le valanghe
solo il disarmo risana le ferite
solo il disarmo salva le vite
Salvare le vite è il primo dovere
salvare le vite
il primo dovere
*
2. Piccolo dittico delle armi e del disarmo
I.
Le armi sanno a cosa servono
le armi non sbagliano la mira
le armi odiano le persone
quando le ammazzano poi vanno all'osteria
a ubriacarsi e a cantare fino all'alba
Le armi bevono il sangue
le armi mettono briglie e sella alle persone
poi le cavalcano fino a sfiancarle
affondano gli speroni per godere dei sussulti
della carne che soffre
Le armi non sentono ragione
una sola cosa desiderano: uccidere
e poi ancora uccidere
uccidere le persone
tutte le persone
Le armi la sanno lunga
fanno bella figura in televisione
sorridono sempre
parlano di cose belle
promettono miliardi di posti di lavoro
e latte e miele gratis per tutti
Le armi hanno la loro religione
hanno la scienza esatta degli orologi
hanno l'arte sottile del pennello
e del bulino e la sapienza grande
di trasformare tutto in pietra e vento
e della loro religione l'unico
articolo di fede dice: nulla
e nulla e nulla e nulla e nulla e nulla
e tutto ha da tornare ad esser nulla
Le armi ci guardano dal balcone
mentre ci affaccendiamo per le strade
ci fischiano e poi fanno finta di niente
ci gettano qualche spicciolo qualche caramella
cerini accesi mozziconi scampoli
di tela e schizzi di vernice e polpette
con dentro minuscole schegge di vetro
Sanno il francese hanno tutti i dischi
raccontano di quando in mongolfiera
e delle proprietà nelle colonie d'oltremare
e delle ville tutte marmi e stucchi
t'invitano nel loro palco all'opera
ti portano al campo dei miracoli
Sanno le armi come farsi amare
e passo dopo passo addurti dove
hanno allestito la sala del banchetto
II.
Senza disarmo i panni stesi non si asciugano
senza disarmo la pizza diventa carbone
senza disarmo hai freddo anche con tre cappotti
Senza disarmo il fazzoletto ti strappa la mano
senza disarmo la maniglia della porta ti dà la scossa
senza disarmo le scarpe ti mangiano i piedi
Senza disarmo l'aria t'avvelena
senza disarmo il caffè diventa sterco
senza disarmo dallo specchio uno ti spara
Senza disarmo il letto è tutto spine
senza disarmo scordi tutte le parole
senza disarmo è buio anche di giorno
Senza disarmo ogni casa brucia
senza disarmo quel che tocchi ghiaccia
senza disarmo tutto è aceto e grandine
Senza disarmo la guerra non finisce
Senza disarmo finisce l'umanità
*
3. In quanto le armi
In quanto le armi servono a uccidere
le persone, l'esistenza delle armi
è già una violazione dei diritti umani.
Solo il disarmo salva le vite
solo il disarmo rispetta e difende gli esseri umani
solo il disarmo riconosce e restituisce
umanità all'umanità.
Solo con il disarmo
la civiltà rinasce
il sole sorge ancora
fioriscono i meli
tornano umani gli esseri umani.
*
4. Del non uccidere argomento primo
Si assomigliano come due fratelli
Abele e Caino, nessuno dei due
sa chi sarà la vittima, chi l'assassino.
Non c'è netto un confine
tra bene e male
e l'occhio non distingue
zucchero e sale.
In questo laborioso labirinto
che non ha uscita
non esser tu del novero di quelli
che ad altri strappano la breve vita.
Mantieni l'unica vera sapienza:
come vorresti esser trattato tu
le altre persone tratta.
Da te l'umanità non sia disfatta.
Sull'orlo dell'abisso scegli sempre
di non uccidere, di opporti a ogni uccisione,
ad ogni guerra, ogni arma, ogni divisa:
ogni plotone è di esecuzione.
Non c'è netto un confine
tra bene e male
e l'occhio non distingue
zucchero e sale.
Si assomigliano come due fratelli
Abele e Caino, nessuno dei due
sa chi sarà la vittima, chi l'assassino.
*
5. Poiché vi è una sola umanità
Poiché vi è una sola umanità
noi dichiariamo che ogni essere umano
abbia rispetto e solidarietà
da chiunque altro sia essere umano.
Nessun confine può la dignità
diminuire umana, o il volto umano
sfregiare, o denegar la qualità
umana propria di ogni essere umano.
Se l'edificio della civiltà
umana ha un senso, ed esso non è vano,
nessuno allora osi levar la mano
contro chi chiede ospitalità.
Se la giustizia e se la libertà
non ciancia, bensì pane quotidiano
hanno da essere, così il lontano
come il vicino merita pietà.
Nel condividere è la verità
ogni volto rispecchia il volto umano
nel mutuo aiuto è la felicità
ogni diritto è un diritto umano.
Se vero è che tutto finirà
non prevarrà la morte sull'umano
soltanto se la generosità
sarà la legge di ogni essere umano.
La nonviolenza è questa gaia scienza
che lotta per salvar tutte le vite
la nonviolenza è questa lotta mite
e intransigente contro ogni violenza.
4. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
5. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- Omar El Akkad, Un giorno tutti diranno di essere stati contro, Feltrinelli, Milano 2025, pp. 192, euro 18.
*
Riletture
- Amira Hass, Boire la mer a' Gaza. Chronique 1993-1996, La fabrique, Paris 2001, 2023, pp. 588.
6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
7. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
UN EBDOMADARIO DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 21 (speciale) del 25 settembre 2025
Notiziario settimanale della nonviolenza in cammino proposto dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Numero 21 (speciale) del 25 settembre 2025
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Sommario di questo numero:
1. Leggendo "L'anima perduta di Israele" di Tahar Ben Jelloun. Un incontro di studio e di testimonianza a Vetralla (Viterbo)
2. Il giorno dopo il centesimo anniversario, ancora tre ricordi di Alfio Pannega da parte di Mariella Zadro, Giovanni Maria Arena, Eusebio Defori
3. Martedi' 23 settembre ancora due incontri tra vecchi amici di Alfio Pannega
4. Ripetiamo ancora una volta...
5. Segnalazioni librarie
6. La "Carta" del Movimento Nonviolento
7. Per saperne di piu'
1. INCONTRI. LEGGENDO "L'ANIMA PERDUTA DI ISRAELE" DI TAHAR BEN JELLOUN. UN INCONTRO DI STUDIO E DI TESTIMONIANZA A VETRALLA (VITERBO)
Mercoledi' 24 settembre 2025 a Cura di Vetralla, per iniziativa del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, si e' svolto un incontro di studio e di testimonianza per la cessazione del massacro in corso a Gaza.
Nel corso dell'incontro e' stato letto integralmente, ed approfonditamente commentato, il piu' recente libro del grande scrittore Tahar Ben Jelloun, "L'anima perduta di Israele" (edito da La nave di Teseo, Milano 2025, pp. 112, euro 10).
Si e' fatto anche particolare riferimento all'altro recente libro dello stesso autore sul medesimo argomento, "L'urlo. Israele e Palestina. La necessita' del dialogo nel tempo della guerra" (edito sempre da La nave di Teseo nel 2023), ad alcune fondamentali opere storiografiche di Benny Morris ed Ilan Pappe', a fondamentali contributi di riflessione di Avraham Burg, Noam Chomsky, David Grossman, Edgar Morin, Edward Said, e di altre autrici ed altri autori ancora.
*
Cessi immediatamente il massacro della popolazione inerme di Gaza e si rechino immediatamente tutti gli indispensabili soccorsi umanitari.
Siano immediatamente liberate tutte le persone rapite da Hamas e siano immediatamente restituite alle famiglie tutte le salme delle persone da Hamas assassinate.
Tutti gli stati rappresentati nell'Onu riconoscano lo stato di Palestina e lo stato di Israele.
Siano smantellate tutte le illegali colonie in Cisgiordania, condizione necessaria affinche' lo stato di Palestina abbia l'indispensabile continuita' territoriale.
Cessi ogni aggressione razzista in qualunque parte del mondo.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Siamo una sola famiglia umana in un unico mondo vivente.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
2. MEMORIA. IL GIORNO DOPO IL CENTESIMO ANNIVERSARIO, ANCORA TRE RICORDI DI ALFIO PANNEGA DA PARTE DI MARIELLA ZADRO, GIOVANNI MARIA ARENA, EUSEBIO DEFORI
Mariella Zadro: Viterbo ricorda Alfio Pannega a 100 anni dalla nascita
[Da "TusciaTimes" del 22 settembre 2025]
VITERBO – La Sala delle Colonne di Palazzo dei Priori non riesce a contenere i tanti amici, responsabili dell'amministrazione comunale, associazioni con impegno sociale, che si sono ritrovati insieme domenica 21 settembre per ricordare i suoi 100 anni (era nato il 21 settembre 1925).
Alfio Pannega era una figura che ha insegnato l'importanza e il valore della cultura, infatti fu appellato: il poeta clochard; l'ultimo viterbese; padre, fratello e maestro; uno di noi.
Nell'incontro presentato da Antonello Ricci hanno portato la loro testimonianza Enrico Mezzetti, Domenico Arruzzolo, Luciano Bernabei, Antonella Litta, Fabrizio Fersini e Arianna Marullo, ricordando alcuni momenti della conoscenza avuta con Alfio.
L'assessore Katia Scardozzi, in rappresentanza della sindaca Chiara Frontini assente per motivi familiari, ha sottolineato: "Sono veramente orgogliosa di stare accanto a voi in questa giornata, perche' ho visto in voi l'impegno profuso per ricostruire il ricordo di questo personaggio, fatto di piccoli particolari, ma di grande valore. Alfio non chiedeva nulla, ma per la nostra citta' e' un personaggio da portare come esempio alle nuove generazioni".
E' stata data lettura dei messaggi di Massimo Mecarini, Enrico Panunzi, Gian Carlo Mazza, Valentina Bruno, Sergio Giovagnoli, Giulio Vittorangeli, Luciano Dottarelli e Rita Sisterkaya, che hanno voluto testimoniare con le loro proposte la vicinanza ad Alfio.
Inoltre, Marco D'Aureli, Linda Natalini, Paolo Henrici, Mario Di Marco hanno raccontato momenti "vissuti" con Alfio in diverse circostanze: manifestazioni, incontri politici e molto altro.
Erano inoltre presenti i sindaci emeriti Giovanni Maria Arena e Giulio Marini e l'assessore emerito Aldo Fabbrini.
In una sala attigua e' stata allestita una mostra fotografica curata da Sergio Insogna, grande assente anche lui per un grave lutto in famiglia, che ritrae Alfio in alcuni momenti del suo vissuto.
Ricordiamo che alcuni mesi orsono, l'Emporio Solidale, sito a Viterbo nel quartiere di Santa Barbara, e' stato intitolato ad Alfio, testimone di una vita vissuta ai margini, con dignita', rispetto per gli altri, per l'ambiente, e l'amore per gli animali.
In attesa dell'inaugurazione della targa ricordo nell'ultima abitazione di Alfio, sono stati diffusi materiali informativi, documentari e testimonianze (tra cui alcune edizioni rare di opere di e su Alfio) e la nuova edizione del libro "Alfio 100" di autori vari edito da David Ghaleb.
A conclusione del convegno una performance teatrale di Pietro Benedetti.
Mariella Zadro
* * *
Giovanni Maria Arena ricorda Alfio Pannega
Ieri nella sala delle Colonne a Palazzo dei Priori e' stato ricordato Alfio Pannega a cento anni dalla sua nascita.
Alfio ha condotto una vita umile con grande dignita', spingeva un carretto, pieno di cartone, accompagnato dai suoi cagnolini.
Parlando con lui venivi colpito dalla profondita' dei suoi pensieri che dimostravano una grande umanita'.
Alfio Pannega, un grande viterbese.
Giovanni Maria Arena
* * *
Eusebio Defori ricorda Alfio Pannega
Cento anni fa, il 21 settembre 1925, nacque Alfio Pannega.
Anch'io l'ho conosciuto e gli sono stato amico e compagno di lotte nonviolente per la giustizia e per la liberta', per la pace disarmata e disarmante che salva tutte le vite, per la misericordia che ogni persona riconosce, soccorre, accoglie, conforta.
Ieri la citta' di Viterbo lo ha ricordato con un convegno a Palazzo dei Priori, sede del Comune, ed e' stata una cosa buona e giusta.
Cosi' come e' stata una cosa buona e giusta, e d'incomparabile valore, che i facchini di Santa Rosa - che del popolo viterbese sono il fiore e l'emblema - lo abbiano ricordato dedicandogli la "girata" della Macchina nel trasporto del 3 settembre scorso.
Mi commuove questo omaggio corale di un'intera citta' a un uomo che visse l'intera sua vita nella piu' profonda poverta', e che solo in eta' tarda, dopo decenni di solitudine, ebbe il sollievo e la gioia immensa di trascorrere gli ultimi diciotto anni della sua vita, dal 1993 al 2010, circondato ed amato dai ragazzi del centro sociale Valle Faul, che sono stati la sua grande famiglia, i suoi compagni di riflessioni e di lotte, i suoi allievi e compagni di viaggio sulla via del vero e del bene.
Quale felicita' sarebbe stata per Alfio sapere che a quindici anni della sua morte il popolo viterbese non lo ha dimenticato, ma anzi gli rende un cosi' corale omaggio "tutti di un sentimento".
Quale felicita' sarebbe stata per Alfio sapere che nel centenario della sua nascita sarebbe stato unanimemente riconosciuto e onorato per quello che veramente era: un uomo sapiente e saggio, buono come il pane, che ha luminosamente testimoniato la dignita' e la solidarieta' umana; che ha educato innumerevoli giovani alla liberta' come bene comune indivisibile, all'uguaglianza di diritti nel riconoscimento e nel rispetto della diversita' di ogni persona, all'universale fraternita' e sorellanza, alla responsabilita', alla condivisione, alla generosita', alla nonviolenza che salva le vite; che ha dedicato l'intera sua vita ad opporsi a tutte le guerre, a tutte le uccisioni, a tutte le violenze e le ingiustizie; a difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani; a difendere l'intero mondo vivente.
Che doni grandi ci hai lasciato, amico mio; che noi si sappia proseguire la tua lotta per la liberazione e la salvezza dell'umanita' intera.
Eusebio Defori
* * *
Diffusione a cura delle amiche e degli amici di Alfio Pannega impegnati nelle commemorazioni in occasione del centenario della nascita
Viterbo, 22 settembre 2025
3. MEMORIA. MARTEDI' 23 SETTEMBRE ANCORA DUE INCONTRI TRA VECCHI AMICI DI ALFIO PANNEGA
Dopo lo straordinario successo del convegno svoltosi a Palazzo dei Priori domenica 21 settembre nel centenario della nascita del poeta antifascista nonviolento Alfio Pannega, martedi' 23 settembre sempre a Viterbo altri due incontri rendono omaggio all'indimenticabile uomo di pace.
*
La mattina si e' svolto un incontro commemorativo cui hanno preso parte tre vecchi amici di Alfio: Paolo Arena, Luciano Bernabei e Peppe Sini; nel corso dell'incontro e' stata data una valutazione assai positiva dell'iniziativa di domenica e sono state aggiunte altre riflessioni e proposte da sviluppare prossimamente.
*
La sera si svolgera' una cena commemorativa e solidale cui prenderanno parte numerosi amici di Alfio che sono stati partecipi dell'esperienza del centro sociale occupato autogestito Valle Faul, di cui Alfio fu anima e cuore.
*
In ambedue gli incontri e' stato come sempre di importanza centrale l'appello all'impegno nonviolento per la pace, contro tutte le guerre e le uccisioni.
Riaffermiamo ancora una volta che ricordare Alfio Pannega significa proseguirne la lotta nonviolenta per la pace e il disarmo, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, per la custodia amorevole dell'intero mondo vivente, unica casa comune dell'umanita' intera.
E quindi nel ricordo di Alfio Pannega opponiamoci a tutte le guerre, a tutte le stragi, a tutte le uccisioni.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Chi salva una vita salva il mondo.
*
Alleghiamo in calce una minima notizia su Alfio Pannega, una nota sul nuovo libro dedicato ad Alfio, e cinque minime descrizioni della nonviolenza e cinque perorazioni per il disarmo
Le amiche e gli amici di Alfio Pannega impegnati nelle commemorazioni in occasione del centenario della nascita
Viterbo, 23 settembre 2025
* * *
Allegato primo: Una minima notizia su Alfio Pannega
Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna a ridosso ed entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010, a cura di Antonello Ricci, Alfonso Prota e Valentino Costa): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.
Molte fotografie di Alfio scattate da Mario Onofri, artista visivo profondo e generoso compagno di lotte che gli fu amico e che anche lui ci ha lasciato anni fa, sono disperse tra vari amici di entrambi, ed altre ancora restano inedite nell'immenso, prezioso archivio fotografico di Mario, che tuttora attende curatela e pubblicazione.
Negli ultimi anni il regista ed attore Pietro Benedetti, che gli fu amico, ha con forte empatia sovente rappresentato - sulle scene teatrali, ma soprattutto nelle scuole e nelle piazze, nei luoghi di aggregazione sociale e di impegno politico, di memoria resistente all'ingiuria del tempo e alla violenza dei potenti - un monologo dal titolo "Allora ero giovane pure io" dalle memorie di Alfio ricavato, personalmente interpretandone e facendone cosi' rivivere drammaturgicamente la figura.
La proposta di costituire un "Archivio Alfio Pannega" per raccogliere, preservare e mettere a disposizione della collettivita' le tracce della sua vita e delle sue lotte, e' restata per molti anni disattesa; in questi mesi si sta finalmente avviando la sua realizzazione.
Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", ad esempio negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265 ed ancora i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" nn. 907-909, 1172, 1260, 1261, 1272, 1401, 1622-1624, 1763, 1971, 2108-2113, 2115, 2329, 2331, 2334-2335, 2476-2477, 2479, 2694, 2833, 3049, 3051-3052, 3369-3373, 3448, 3453, 3515-3517, 3725, 4089-4091, 4235-4236, 4452, 4455-4458, 4599-4601, 4819-4821, 4962-4965, 5184-5187, 5328, 5331, 5470, 5477, 5485, 5487, 5489, 5501-5503, 5505, 5507, 5513-5514, 5516-5518, 5523, 5526, 5528, 5530-5531, 5534, 5538, 5540-5543, 5545-5570, 5573, 5576-5580, 5582-5585, 5588-5590, 5593-5594, 5598, 5600-5601, 5603-5607, 5609-5612, i fascicoli di "Coi piedi per terra" n. 546 e 548-552, e "Voci e volti della nonviolenza" nn. 687-691, 754-755, 881, il fascicolo di "Ogni vittima ha il volto di Abele" n. 170, i fascicoli di "Una persona, un voto" nn. 88-90, 206, 209, i fascicoli de "La domenica della nonviolenza" nn. 420 e 511, i fascicoli de "La nonviolenza contro il razzismo" nn. 202-206, 213, 437-438, 445-446, i fascicoli de "La biblioteca di Zorobabele" nn. 430-433.
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Allegato secondo: Un libro dedicato ad Alfio Pannega
Il libro "Alfio 100" celebra i cento anni dalla nascita di Alfio Pannega (Viterbo 1925-2025). Nella prima parte del volume sono presenti materiali inediti raccolti da amiche e amici di Alfio: rassegna stampa, galleria fotografica, autografi poetici, ricordi dei militanti del centro sociale occupato autogestito Valle Faul, di conoscenti e istituzioni, oltre ai versi dei poeti dialettali. Nella seconda parte si ripropone integralmente il volume "Allora ero giovane pure io", che inauguro' la collana "La Banda del Racconto" (Davide Ghaleb Editore) con poesie, fotografie e storia di vita dell'autore. Chiude il volume il copione dello spettacolo teatrale di Pietro Benedetti.
Il libro di e su Alfio Pannega puo' essere richiesto all'editore Davide Ghaleb, via Roma 41, 01019 Vetralla (Vt), sito: www.ghaleb.it, tel. 0761461258, cell. 3200897221.
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Allegato terzo: Cinque minime descrizioni della nonviolenza e cinque perorazioni per il disarmo
Una caratteristica peculiare dell'esperienza del "centro sociale occupato autogestito Valle Faul" è stata la scelta teorica e pratica della nonviolenza, anche grazie alla presenza di Alfio Pannega, che da antifascista coerente fu sempre un amico della nonviolenza.
Questi testi, estratti da una piu' ampia raccolta, tutti già apparsi negli scorsi anni sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza è in cammino", vogliono essere un omaggio ad Alfio e al "centro sociale occupato autogestito Valle Faul", e forse anche un promemoria per la riflessione e la discussione e uno strumento di lavoro per un'adeguata impostazione delle lotte necessarie da condurre ancora contro la guerra, il fascismo, il razzismo, lo schiavismo, il maschilismo, la distruzione della natura; in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa di quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanità intera.
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Indice
I. Cinque minime descrizioni della nonviolenza
1. La nonviolenza non indossa il frac
2. Breve litania della nonviolenza
3. Della nonviolenza dispiegata al sole ad asciugare
4. Ancora una schidionata della nonviolenza
5. Corta litania della nonviolenza e del nulla
II. Cinque perorazioni per il disarmo
1. La prima politica è' il disarmo
2. Piccolo dittico delle armi e del disarmo
3. In quanto le armi
4. Del non uccidere argomento primo
5. Poiché vi è una sola umanità
I. Cinque minime descrizioni della nonviolenza
1. La nonviolenza non indossa il frac
La nonviolenza non la trovi al ristorante.
Non la incontri al circolo dei nobili.
Non frequenta la scuola di buone maniere.
E' sempre fuori dall'inquadratura delle telecamere delle televisioni.
La nonviolenza non fa spettacolo.
La nonviolenza non vende consolazioni.
La nonviolenza non guarda la partita.
E' nel conflitto che la nonviolenza agisce.
Dove vi è chi soffre, lì interviene la nonviolenza.
Dove vi è ingiustizia, lì interviene la nonviolenza.
Non la trovi nei salotti e nelle aule.
Non la trovi tra chi veste buoni panni.
Non la trovi dove è lustra l'epidermide e non brontola giammai lo stomaco.
La nonviolenza è dove c'è la lotta per far cessare tutte le violenze.
La nonviolenza è l'umanità in cammino per abolire ogni sopraffazione.
Non siede nel consiglio di amministrazione.
Non si abbuffa coi signori eccellentissimi.
Non ha l'automobile, non ha gli occhiali da sole, non ha il costume da bagno.
Condivide la sorte delle oppresse e degli oppressi.
Quando vince rinuncia a ogni potere.
Non esiste nella solitudine.
Sempre pensa alla libertà del prossimo, sempre pensa al riscatto del vinto,
sempre pensa ad abbattere i regimi e di poi a riconciliare gli animi.
Sa che il male è nella ricchezza, sa che il bene è la condivisione;
sa che si può e si deve liberare ogni persona e quindi questo vuole:
la libertà di tutte, la giustizia, la misericordia.
La nonviolenza è l'antibarbarie.
La nonviolenza è il riconoscimento della dignità di ogni essere vivente.
La nonviolenza è questa compassione: sentire insieme, voler essere insieme,
dialogo infinito, colloquio corale, miracolo dell'incontro e della nascita;
l'intera umanità unita contro il male e la morte;
sì, se possiamo dirlo in un soffio e in un sorriso: tutti per uno, uno per tutti.
La nonviolenza è la lotta che salva.
Ha volto e voce di donna, sa mettere al mondo il mondo,
il suo tocco risana le ferite, i suoi gesti sono limpida acqua, i suoi atti recano luce;
sempre lotta per la verità ed il bene, usa solo mezzi coerenti
con il fine della verità e del bene.
Sa che il mondo è gremito di persone, così fragili, smarrite e sofferenti.
Sa che la sua lotta deve esser la più ferma; e deve essere la più delicata.
Quando la plebe all'opra china si rialza: lì è la nonviolenza.
Quando lo schiavo dice adesso basta, lì è la nonviolenza.
Quando le oppresse e gli oppressi cominciano a lottare
per un'umanità di persone tutte libere ed eguali in diritti,
lì, lì è la nonviolenza.
Quando ti svegli ed entri nella lotta, la nonviolenza già ti viene incontro.
La nonviolenza è una buona cosa.
E' questa buona cosa che fai tu quando fai la cosa giusta e necessaria.
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2. Breve litania della nonviolenza
La nonviolenza non è la luna nel pozzo.
La nonviolenza non è la pappa nel piatto.
La nonviolenza non è il galateo del pappagallo.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non è la ciancia dei rassegnati.
La nonviolenza non è il bignami degli ignoranti.
La nonviolenza non è il giocattolo degli intellettuali.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non è il cappotto di Gogol.
La nonviolenza non è il cavallo a dondolo dei generali falliti.
La nonviolenza non è la Danimarca senza il marcio.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non è l'ascensore senza bottoni.
La nonviolenza non è il colpo di carambola.
La nonviolenza non è l'applauso alla fine dell'atto terzo.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non è il museo dell'esotismo.
La nonviolenza non è il salotto dei perdigiorno.
La nonviolenza non è il barbiere di Siviglia.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non è la spiritosaggine degli impotenti.
La nonviolenza non è la sala dei professori.
La nonviolenza non è il capello senza diavoli.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non è il ricettario di Mamma Oca.
La nonviolenza non è l'albero senza serpente.
La nonviolenza non è il piagnisteo di chi si è arreso.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non è la quiete dopo la tempesta.
La nonviolenza non è il bicchiere della staffa.
La nonviolenza non è il vestito di gala.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non è il sapone con gli gnocchi.
La nonviolenza non è il film al rallentatore.
La nonviolenza non è il semaforo sempre verde.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non è il jolly pescato nel mazzo.
La nonviolenza non è il buco senza la rete.
La nonviolenza non è il fiume dove ti bagni due volte.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non è l'abracadabra degli stenterelli.
La nonviolenza non è il cilindro estratto dal coniglio.
La nonviolenza non è il coro delle mummie del gabinetto.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non è niente che si veda in televisione.
La nonviolenza non è niente che si insegni dalle cattedre.
La nonviolenza non è niente che si serva al bar.
La nonviolenza è solo la lotta contro la violenza.
*
3. Della nonviolenza dispiegata al sole ad asciugare
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza la politica necessaria.
Chiamiamo nonviolenza l'occhio che vede e piange.
Chiamiamo nonviolenza la lotta per l'abolizione di tutte le guerre.
Chiamiamo nonviolenza la lotta che abroga ogni servitù.
Chiamiamo nonviolenza questo accampamento notturno nel deserto.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'amicizia che non tradisce.
Chiamiamo nonviolenza il ponte di corda teso sull'abisso.
Chiamiamo nonviolenza la fine della paura della morte.
Chiamiamo nonviolenza la fine della minaccia della morte.
Chiamiamo nonviolenza aver visto e alba e tramonto con limpido cuore.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il tappeto volante.
Chiamiamo nonviolenza il voto unanime per la salvezza degli assenti.
Chiamiamo nonviolenza il cielo stellato.
Chiamiamo nonviolenza il rispetto della vita altrui.
Chiamiamo nonviolenza il sonno dei giusti e dei giusti la veglia.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il silenzio che non spaventa.
Chiamiamo nonviolenza la telefonata che ferma l'esecuzione.
Chiamiamo nonviolenza il libro che ti fa ridere e piangere.
Chiamiamo nonviolenza il viaggio senza bagagli.
Chiamiamo nonviolenza il suono dell'arcobaleno.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il pasto in comune.
Chiamiamo nonviolenza il miracolo della nascita.
Chiamiamo nonviolenza la voce che risponde.
Chiamiamo nonviolenza la porta che si apre allo straniero.
Chiamiamo nonviolenza la lotta contro la violenza.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il dono e la rinuncia.
Chiamiamo nonviolenza la leggerezza sui corpi.
Chiamiamo nonviolenza la parola che suscita le praterie.
Chiamiamo nonviolenza il soffio che estingue gli incendi.
Chiamiamo nonviolenza l'infinito respiro del mare.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'umanità come dovrebbe essere.
Chiamiamo nonviolenza la coscienza del limite.
Chiamiamo nonviolenza il ritrovamento dell'anello di Salomone.
Chiamiamo nonviolenza gl'immortali principi dell'Ottantanove.
Chiamiamo nonviolenza l'ironia e la pazienza.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il riconoscimento della pluralità delle persone e dei mondi.
Chiamiamo nonviolenza la distruzione di tutte le armi assassine.
Chiamiamo nonviolenza non nascondere la nostra ignoranza.
Chiamiamo nonviolenza rifiutarsi di mentire.
Chiamiamo nonviolenza la scelta di fare la cosa che salva le vite.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza una giornata di sole sulla strada.
Chiamiamo nonviolenza la scuola di Spartaco e della Rosa Rossa.
Chiamiamo nonviolenza la certezza morale del figlio della levatrice.
Chiamiamo nonviolenza la legge nuova del figlio del falegname.
Chiamiamo nonviolenza le tre ghinee di Virginia.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza questo atto di riconoscimento e di riconoscenza.
Chiamiamo nonviolenza il giro della borraccia.
Chiamiamo nonviolenza questo colloquio corale.
Chiamiamo nonviolenza la Resistenza antifascista.
Chiamiamo nonviolenza l'uscita dallo stato di minorità.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza parlare e ascoltare.
Chiamiamo nonviolenza la stazione sempre aperta.
Chiamiamo nonviolenza lo specchio e la sorgente.
Chiamiamo nonviolenza sentire il dolore degli altri.
Chiamiamo nonviolenza prendersi cura del mondo.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
*
4. Ancora una schidionata della nonviolenza
La nonviolenza è vecchia come il cucco
la nonviolenza è zoppa e comunista
svelta come l'antica tartaruga
arrotolata come una lumaca
ha come casa un sacco e una coperta
al fontanile beve con le bestie
campa mangiando foglie e radici
è sempre in marcia e non si ferma mai.
Veglia la notte e parla coi fantasmi
conosce tutte le canzoni e non le canta
s'accampa fuori mano e s'alza presto
saluta con la mano e s'allontana
non ama le cerimonie
si tiene lontana dai palazzi
ha sempre due o tre sassi nel fagotto
sa quando usarli e non sbaglia la mira.
Non fa ritorno dalla guerra di Troia
perché alla guerra non ha voluto andare
detesta gli indovini e gli officianti
chiama assassino chi invoca sacrifici
chiama assassino chi ha sete di sangue
tutti i potenti gli stanno sul gozzo
si fida solo della povertà
sa che il progresso conduce alla morte.
E' dalla parte dei morti di fame
organizza la lotta dei più miseri
chiama a condividere il bene e i beni tutti
oppresse e oppressi sono il suo partito
ogni privata proprietà abolisce
abbatte le caserme e le dogane
giammai permette che si escluda alcuno.
Abolisce le guerre e le armi
a tutti i fascismi si oppone
contrasta ogni potere oppressivo
resiste ad ogni inerzia e imposizione
grida forte il dolore del mondo
apre gli occhi a chi ancora non vedeva
smaschera le menzogne dei malvagi
tutto sa aggiustare e rompere sa tutto.
Ha volto e voce di donna
è fatta di sputo e di fango
tutte le vite vuole salvare
separa e unisce e poi separa ancora
e poi ancora unisce sa che una
è la via all'insù la via all'ingiù
e che tutti i destini sono uno
fa la sua lotta e poi continua il suo cammino.
*
5. Corta litania della nonviolenza e del nulla
"Se non è la lotta che libera tutte e tutti
la nonviolenza è nulla"
(Nereo Zuzzanghi, Lunghe storie dette in breve, Ferney, 1778)
Se non abbatte tutte le muraglie di tutti i luoghi di pena
tutte le gabbie tutti i recinti di filo spinato
tutte le stanze buie gli angoli della vergogna
i vagoni bestiame le baracche con le orchestrine
Se non abolisce tutti i plotoni d'esecuzione
se non chiude tutte le fabbriche d'armi
se non scioglie tutti gli eserciti
Se non demolisce tutte le istituzioni totali
se non demolisce tutte le ideologie totalitarie
se non è lo spazio dell'eguaglianza e della diversità
se non è la casa comune che include il mondo intero
dove vige la legge dell'universale solidarietà e responsabilità
se non è colloquio corale e dialogo infinito
passarsi il pane e il vino e la parola
nell'ospitalità che nulla chiede
Se non versa sabbia nei motori
se non dissoda le strade asfaltate
se non ruba tutte le gomme
Se non spezza tutte le catene
se non salva tutti i naufraghi
se non soccorre tutti i bisognosi
Se non fa crescere l'erba
se non resuscita ogni giorno il sole
se non colma ogni notte il cielo di stelle
se non nutre le anime come i corpi
Se non demolisce gli idoli e l'idolo della demolizione degli idoli
se non si oppone a tutte le demolizioni
se non restituisce la parola
se non impara e insegna ad ascoltare
e riscaldare senza dare fuoco
se non restituisce la libertà ad ogni persona oppressa
se non condivide tutto il bene e tutti i beni fra tutte e tutti
se non salva tutte le vite
se non è la coscienza e l'organizzazione delle oppresse e degli oppressi in lotta
per la liberazione dell'umanità intera e la difesa dell'intero mondo vivente
la nonviolenza è nulla.
*
II. Cinque perorazioni per il disarmo
1. La prima politica è il disarmo
La prima politica è il disarmo
sostituire all'arte dell'uccidere
quella severa di salvare le vite
Senza disarmo il mondo tutto muore
senza disarmo le nuvole si ghiacciano
le lacrime diventano veleno
si crepano i marmi ne escono draghi
Senza disarmo ogni parola mente
senza disarmo ogni albero si secca
l'aria non porta più i suoni
la polvere colma i polmoni
Senza disarmo piovono scorpioni
senza disarmo in ogni piatto è vomito
dal rubinetto esce sale e vetro
le scarpe stritolano le ossa dei piedi
Solo il disarmo frena le valanghe
solo il disarmo risana le ferite
solo il disarmo salva le vite
Salvare le vite è il primo dovere
salvare le vite
il primo dovere
*
2. Piccolo dittico delle armi e del disarmo
I.
Le armi sanno a cosa servono
le armi non sbagliano la mira
le armi odiano le persone
quando le ammazzano poi vanno all'osteria
a ubriacarsi e a cantare fino all'alba
Le armi bevono il sangue
le armi mettono briglie e sella alle persone
poi le cavalcano fino a sfiancarle
affondano gli speroni per godere dei sussulti
della carne che soffre
Le armi non sentono ragione
una sola cosa desiderano: uccidere
e poi ancora uccidere
uccidere le persone
tutte le persone
Le armi la sanno lunga
fanno bella figura in televisione
sorridono sempre
parlano di cose belle
promettono miliardi di posti di lavoro
e latte e miele gratis per tutti
Le armi hanno la loro religione
hanno la scienza esatta degli orologi
hanno l'arte sottile del pennello
e del bulino e la sapienza grande
di trasformare tutto in pietra e vento
e della loro religione l'unico
articolo di fede dice: nulla
e nulla e nulla e nulla e nulla e nulla
e tutto ha da tornare ad esser nulla
Le armi ci guardano dal balcone
mentre ci affaccendiamo per le strade
ci fischiano e poi fanno finta di niente
ci gettano qualche spicciolo qualche caramella
cerini accesi mozziconi scampoli
di tela e schizzi di vernice e polpette
con dentro minuscole schegge di vetro
Sanno il francese hanno tutti i dischi
raccontano di quando in mongolfiera
e delle proprietà nelle colonie d'oltremare
e delle ville tutte marmi e stucchi
t'invitano nel loro palco all'opera
ti portano al campo dei miracoli
Sanno le armi come farsi amare
e passo dopo passo addurti dove
hanno allestito la sala del banchetto
II.
Senza disarmo i panni stesi non si asciugano
senza disarmo la pizza diventa carbone
senza disarmo hai freddo anche con tre cappotti
Senza disarmo il fazzoletto ti strappa la mano
senza disarmo la maniglia della porta ti dà la scossa
senza disarmo le scarpe ti mangiano i piedi
Senza disarmo l'aria t'avvelena
senza disarmo il caffè diventa sterco
senza disarmo dallo specchio uno ti spara
Senza disarmo il letto è tutto spine
senza disarmo scordi tutte le parole
senza disarmo è buio anche di giorno
Senza disarmo ogni casa brucia
senza disarmo quel che tocchi ghiaccia
senza disarmo tutto è aceto e grandine
Senza disarmo la guerra non finisce
Senza disarmo finisce l'umanità
*
3. In quanto le armi
In quanto le armi servono a uccidere
le persone, l'esistenza delle armi
è già una violazione dei diritti umani.
Solo il disarmo salva le vite
solo il disarmo rispetta e difende gli esseri umani
solo il disarmo riconosce e restituisce
umanità all'umanità.
Solo con il disarmo
la civiltà rinasce
il sole sorge ancora
fioriscono i meli
tornano umani gli esseri umani.
*
4. Del non uccidere argomento primo
Si assomigliano come due fratelli
Abele e Caino, nessuno dei due
sa chi sarà la vittima, chi l'assassino.
Non c'è netto un confine
tra bene e male
e l'occhio non distingue
zucchero e sale.
In questo laborioso labirinto
che non ha uscita
non esser tu del novero di quelli
che ad altri strappano la breve vita.
Mantieni l'unica vera sapienza:
come vorresti esser trattato tu
le altre persone tratta.
Da te l'umanità non sia disfatta.
Sull'orlo dell'abisso scegli sempre
di non uccidere, di opporti a ogni uccisione,
ad ogni guerra, ogni arma, ogni divisa:
ogni plotone è di esecuzione.
Non c'è netto un confine
tra bene e male
e l'occhio non distingue
zucchero e sale.
Si assomigliano come due fratelli
Abele e Caino, nessuno dei due
sa chi sarà la vittima, chi l'assassino.
*
5. Poiché vi è una sola umanità
Poiché vi è una sola umanità
noi dichiariamo che ogni essere umano
abbia rispetto e solidarietà
da chiunque altro sia essere umano.
Nessun confine può la dignità
diminuire umana, o il volto umano
sfregiare, o denegar la qualità
umana propria di ogni essere umano.
Se l'edificio della civiltà
umana ha un senso, ed esso non è vano,
nessuno allora osi levar la mano
contro chi chiede ospitalità.
Se la giustizia e se la libertà
non ciancia, bensì pane quotidiano
hanno da essere, così il lontano
come il vicino merita pietà.
Nel condividere è la verità
ogni volto rispecchia il volto umano
nel mutuo aiuto è la felicità
ogni diritto è un diritto umano.
Se vero è che tutto finirà
non prevarrà la morte sull'umano
soltanto se la generosità
sarà la legge di ogni essere umano.
La nonviolenza è questa gaia scienza
che lotta per salvar tutte le vite
la nonviolenza è questa lotta mite
e intransigente contro ogni violenza.
4. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
5. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- Omar El Akkad, Un giorno tutti diranno di essere stati contro, Feltrinelli, Milano 2025, pp. 192, euro 18.
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Riletture
- Amira Hass, Boire la mer a' Gaza. Chronique 1993-1996, La fabrique, Paris 2001, 2023, pp. 588.
6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
7. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
UN EBDOMADARIO DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 21 (speciale) del 25 settembre 2025
Notiziario settimanale della nonviolenza in cammino proposto dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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