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[Nonviolenza] Telegrammi. 5576
- Subject: [Nonviolenza] Telegrammi. 5576
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Sat, 24 May 2025 19:17:42 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5576 del 25 maggio 2025
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Sebastiao Salgado
2. Sara Grimaldi e Carlo Mascioli ricordano Alfio Pannega. Il 25 e il 31 maggio due nuove iniziative di commemorazione mentre prosegue la raccolta di fondi per la pubblicazione del libro. In appendice due ricordi anonimi del 2017 e del 2024
3. Il 25 maggio in quella Valle Faul dove lungamente visse, "Viterbo con amore" ricordera' Alfio Pannega costruttore di pace e di solidarieta'
4. Una lettera alle amiche e agli amici di "Viterbo con amore" per ringraziarli dell'iniziativa commemorativa di Alfio Pannega che si terra' il 25 maggio a Valle Faul
5. Un saluto e un ringraziamento alle persone che parteciperanno alla manifestazione per chiedere la cessazione della strage a Gaza che si svolgera' a Viterbo il 24 maggio 2025
6. Aldo Capitini: Il manuale di Charles C. Walker sull'azione diretta nonviolenta
7. Ripetiamo ancora una volta...
8. Votiamo "si'" ai referendum dell'8-9 giugno
9. Segnalazioni librarie
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'
1. LUTTI. SEBASTIAO SALGADO
E' deceduto Sebastiao Salgado, fotografo e difensore della dignita' umana.
Con gratitudine lo ricordiamo.
2. AMICIZIE. SARA GRIMALDI E CARLO MASCIOLI RICORDANO ALFIO PANNEGA. IL 25 E IL 31 MAGGIO DUE NUOVE INIZIATIVE DI COMMEMORAZIONE MENTRE PROSEGUE LA RACCOLTA DI FONDI PER LA PUBBLICAZIONE DEL LIBRO. IN APPENDICE DUE RICORDI ANONIMI DEL 2017 E DEL 2024
Proponiamo i ricordi di Alfio Pannega, il poeta e militante antifascista nonviolento di cui ricorre quest'anno il centenario della nascita, scritti da Sara Grimaldi e da Carlo Mascioli, due dei suoi molti amici e compagni di lotte nell'impegno per la pace, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la difesa dell'intero mondo vivente.
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Ricordiamo anche le prossime iniziative pubbliche in memoria di Alfio: il 25 e il 31 maggio.
- Domenica 25 maggio nel corso del festival del volontariato "Viterbo citta' a colori" per iniziativa di "Viterbo con amore" sara' allestito uno stand dedicato, esposta una mostra fotografica e realizzata un'iniziativa in memoria di Alfio Pannega.
Diamo il dettaglio dell'iniziativa: Domenica 25 maggio, nell'ambito del festival del volontariato "Viterbo citta' a colori" con inizio alle ore 11 a Valle Faul presso il Bic Lazio (ex-mattatoio, via Faul n. 20-22) "Viterbo con amore" propone varie attivita' dedicate al ricordo di Alfio: da una mostra multimediale a un reading di poesia, a un incontro di testimonianza.
- Sabato 31 maggio nel corso del consueto incontro settimanale dell'Afesopsit ("Associazione familiari e sostenitori sofferenti psichici della Tuscia") presso la "Fattoria di Alice" (strada Tuscanese n. 20, Viterbo) sara' ricordato Alfio Pannega.
Diamo il dettaglio dell'iniziativa: Dalle ore 13 alle ore 15 si terra' una riunione per organizzare le prossime iniziative promossa dalle amiche e dagli amici di Alfio Pannega impegnati nelle commemorazioni in occasione del centenario della nascita. L'incontro conviviale e di solidarieta' si prolunghera' per l'intera giornata.
A tutti gli incontri ogni persona interessata e' invitata a partecipare.
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Ricordiamo anche che la casa editrice Davide Ghaleb ha avviato la raccolta di fondi per pubblicare la nuova edizione (molto ampliata) del libro di e su Alfio Pannega che usci' in prima edizione nel 2010.
Invitiamo tutte le persone interessate a ricordare (o a conoscere) il nostro compagno di riflessioni e di lotte nonviolente ad acquistare una o piu' copie del libro.
Per accedere direttamente alla pagina del sito della casa editrice attraverso cui effettuare l'acquisto il link e' il seguente:
https://www.ghaleb.it/pannega_prevendita.htm
*
Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega proseguiamo nell'azione nonviolenta contro la guerra, contro la militarizzazione, contro il riarmo.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega proseguiamo nell'azione nonviolenta per soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega proseguiamo nell'azione nonviolenta in difesa di ogni essere vivente e dell'intero mondo vivente.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega proseguiamo nell'azione nonviolenta per la salvezza, la liberazione, il bene comune dell'umanita' intera.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Prendersi cura tutte e tutti di quest'unico mondo vivente, casa comune dell'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Le amiche e gli amici di Alfio Pannega impegnati nelle commemorazioni in occasione del centenario della nascita
Viterbo, 23 maggio 2025
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Sara Grimaldi ricorda Alfio Pannega
Quando voglio raccontare Alfio a chi non ha avuto il privilegio di conoscerlo non so mai da dove cominciare.
Difficile distinguere i mille piani che si sovrappongono, la profondità del suo pensiero e la semplicità del suo agire, la concretezza delle sue mani e la delicatezza della sua poesia.
Se penso ad Alfio, prima ancora dei miei ricordi personali, ho in mente il rispetto che mi ha trasmesso mio padre nei suoi riguardi, quando ancora con lo sguardo di bambina non avevo gli strumenti per capire chi fosse quell'uomo che si aggirava per la città con i suoi cani ed i suoi cartoni.
Un rispetto che si deve alle persone più anziane, più sagge, di grande esperienza di vita.
Quando poi intorno ai 18 anni Alfio l'ho ritrovato al mio fianco al centro sociale non sono riuscita subito a scrollarmi di dosso quel riguardo, quel "timore" di dire qualcosa di sbagliato di fronte ad un uomo così mitologico.
Mi ha aperto la sua casa nel giorno del mio compleanno e in quel pranzo improvvisato con amore dai compagni del centro sociale ho trovato una famiglia.
E subito, nel suo sguardo così intenso, nel suo sorriso così accogliente, ogni timore è scomparso.
Chiudo gli occhi e lo rivedo: un uomo che sa accogliere, che conosce e sa insegnare il significato di condividere... un piatto, un tetto, una esperienza, una competenza.
Un uomo che è la dignità incarnata, che non chiede nulla di più di quello che è nel suo diritto, compresa la felicità.
Chiudo gli occhi e mi manca e sento che manca al mondo di oggi l'esperienza di una umanità così reale e concreta e tangibile, dell'amore verso la terra, gli esseri viventi e la vita stessa che in quel sorriso sdentato, in quella luce negli occhi e quella risata roca scintillava come luccichio del mare sotto il sole estivo.
Sono fortunata perché nel pezzetto di strada fatta insieme un seme di questa bellezza l'ha piantato nel mio cuore.
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Carlo Mascioli ricorda Alfio Pannega
Quando andavo al liceo Alfio era una specie di mito e così, anni dopo, nel giorno dell'occupazione del centro sociale, avevo una certa apprensione, temevo che quest'uomo solitario non avrebbe gradito la nostra "invasione" del suo spazio domestico. La sorpresa fu grande quando ci venne incontro e, ascoltate le nostre ragioni, esclamò "era ora!".
Da quel momento fu sempre con noi. Lo ricordo in mille occasioni: quando fronteggiò un gruppo di teppistelli di destra roteando il suo bastone da passeggio, quando ballava claudicante sotto il palco durante i concerti punk, quando prorompeva in improperi surreali ed espressionisti.
Mi legava ad Alfio la passione per le piante e infatti mi portava con piacere a vedere il suo orto, mi mostrava i fiori di tiglio o i capperi che raccoglieva abitualmente, stavamo spesso a parlare di piante. In particolare gli chiedevo di raccontarmi di quando, da giovane, andava per macchie e prati a raccogliere frutti selvatici, asparagi o legna di ginepro, per guadagnarsi da vivere.
Una giornata mitica fu il 2 settembre del '94 (mi pare), data in cui si svolge a Viterbo un corteo storico, con banda e sbandieratori in onore di Santa Rosa. Organizzammo un "contro-corteo" e portammo in giro Alfio su un carretto in cui fu saldato un sedile di automobile, con al seguito noi riuniti in corteo con tanto di striscione "non vogliamo nulla e lo vogliamo subito"!
Dopo la pubblicazione del suo libro, che fece tornare Alfio alla ribalta, il Comune di Viterbo volle conferirgli una targa come poeta della città e per l'occasione fu organizzata una giornata nel palazzo comunale. La sala regia era piena di studenti, che Alfio intrattenne con un lungo discorso sull'importanza della cultura e che rivolsero ad Alfio molte domande sulla sua vita. Fu un vero successo, ma ci fu il colpo di scena: al momento di aprire la scatola contenente la targa, Alfio disse che non sapeva dove appenderla, la targa, visto che il Comune non aveva mantenuto la promessa di donargli una casetta prefabbricata da montare presso la nuova sede del centro sociale... restituì quindi la scatola ancora chiusa, si alzò e se ne andò, scortato da Luciano, colui che più di tutti lo accudì amorevolmente negli ultimi anni della sua vita. Fu una grande manifestazione di dignità e fu un ultimo atto di impegno politico, la sua personale battaglia contro l'emergenza abitativa.
* * *
Appendice prima: Per Alfio, sette anni dopo (2017)
Sette anni sono passati da quando Alfio Pannega, il 30 aprile del 2010, ci ha lasciato.
Sette anni nei quali il ricordo della sua persona, della sua testimonianza di militante comunista e libertario, di amico della nonviolenza, ci ha accompagnato e illuminato la via.
Io che scrivo queste righe non credo che vi sia altra vita che questa, cosa che la rende piu' preziosa e vieppiu' ci impegna a non dissiparla ma valorizzarla per acquisire conoscenza e praticare virtu', giacche' fatti non fummo a viver come bruti. Alfio lo sapeva, ed ha vissuto una vita di enorme fatica e grandi sofferenze, ma anche di incontenibile felicita' nel bene operare, nel donare, e nello studio e nella poesia, nella lotta politica contro tutte le ingiustizie e le menzogne.
Non credo di aver conosciuto una persona piu' generosa di lui, ed insieme piu' lucidamente consapevole del dovere di tenere insieme l'agire benigno nella vita quotidiana e l'orizzonte della lotta politica per la liberazione dell'umanita' e la difesa della biosfera. Aveva fortissima coscienza del nesso che lega personale e politico, dell'esigenza di vivere in coerenza coi propri principii, del fatto che ogni tuo gesto e' un esempio. Era incapace di odiare, e preferiva soffrire anziche' far soffrire.
Sembrava un personaggio uscito da Omero o dalla Bibbia, da Dostoevskij e Tolstoj. Era insieme cosi' trasparente e cosi' profondo che tutte le persone che lo incontravano stabilivano con lui un'immediata empatia, ma cosi' vaste erano la sua sapienza e la sua saggezza che ogni volta che ne rammemori i gesti e le parole, i pensieri e le azioni, ne cogli ulteriori significati e valori ed appelli, ne ricevi nuovi doni iridescenti, idee preziose e nutrienti, ad un tempo scintille di luce e particole di pane e sorsate di acqua ed aulente e impetuoso respiro di vento. Era una grande anima. Il dolore e le sopraffazioni subite non lo avevano peggiorato, ma vieppiu' illimpidito e confermato nella sua resistenza all'inumano, nella sua solidarieta' con l'umanita' intera e con gli altri animali che molto amava. Era un militante politico del movimento delle oppresse e degli oppressi, che significa sentir continuamente nella propria carne il dolore patito da ogni altra persona, e significa anche dinanzi a ogni nodo che strozza, ad ogni iniquita' dispiegata o segreta, porsi il problema del che fare, mai rinunciando alla lotta e sempre pensando che deve esserci un'alternativa al disordine costituito, un'azione buona e giusta da compiere, una via alla liberazione comune.
Sapeva quali e quanto grandi siano i nostri limiti di esseri fragili e perituri, e questo non lo abbatteva ma anzi lo spingeva a un impegno piu' intenso, piu' rigoroso, piu' generoso.
Sono passati sette anni dalla sua morte, e' ancora vivo.
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Appendice seconda: Alfio Pannega era un uomo buono come il pane (2024)
Alfio Pannega era un uomo buono come il pane.
Visse una vita di estrema poverta' e di duro lavoro manuale.
Sapeva a memoria la Divina Commedia e sempre era stato antifascista.
Non conosceva limiti la sua generosita'.
Condivideva tutto cio' che aveva con chiunque un aiuto gli chiedesse.
Conosceva tutti i segreti della natura e sapeva parlare con le piante e gli animali.
Con l'esempio educo' alla nonviolenza i giovani che nei suoi tardi anni si posero alla sua scuola.
Li educo' alla lotta contro tutte le ingiustizie e le violenze contro tutte le oppressioni e le menzogne.
Fu il migliore dei militanti comunisti, fu il migliore dei compagni libertari.
Non gli vidi mai fare del male ad alcuno.
Non lo vidi mai arrendersi al male.
sempre lotto' per la giustizia la liberta' la misericordia.
Sempre si oppose alla guerra e alle armi.
Sempre si oppose al razzismo e al fascismo.
Sempre si oppose al potere che sfrutta e rapina e devasta ed uccide.
Amo' l'intera umanita' e l'intero mondo vivente.
Volle essere un giusto e lo fu.
Averlo conosciuto significa sapere che l'umanita' puo' essere umana.
3. INIZIATIVE. IL 25 MAGGIO IN QUELLA VALLE FAUL DOVE LUNGAMENTE VISSE, "VITERBO CON AMORE" RICORDERA' ALFIO PANNEGA COSTRUTTORE DI PACE E DI SOLIDARIETA'
Domenica 25 maggio 2025 nel corso del festival del volontariato "Viterbo citta' a colori" con inizio alle ore 11 a Valle Faul presso il Bic Lazio (ex-mattatoio, via Faul n. 20-22) "Viterbo con amore" promuove un'iniziative commemorativa di Alfio Pannega: si svolgeranno varie attivita' dedicate al suo ricordo: da una mostra multimediale a un reading di poesia, a un incontro di testimonianza.
Partecipano tra gli altri lo scrittore, ricercatore e docente Antonello Ricci; il gruppo di ricerca-azione ed intervento culturale "La banda del racconto"; il drammaturgo, regista ed attore Pietro Benedetti.
Tutte le persone interessate sono invitate a partecipare.
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Successivo incontro il 31 maggio
Ricordiamo anche la prossima iniziativa pubblica in memoria di Alfio Pannega: sabato 31 maggio nel corso del consueto incontro settimanale dell'Afesopsit ("Associazione familiari e sostenitori sofferenti psichici della Tuscia") presso la "Fattoria di Alice" (strada Tuscanese n. 20, Viterbo) sara' ricordato Alfio Pannega. L'incontro conviviale e di solidarieta' si prolunghera' per l'intera giornata; dalle ore 13 alle ore 15 si terra' una riunione per organizzare le prossime iniziative; e' prevista la partecipazione del regista ed attore Pietro Benedetti che ancora una volta interpretera' drammaturgicamente la figura di Alfio.
Tutte le persone interessate sono invitate a partecipare.
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Un libro in cui rivive la figura e l'opera di Alfio
Ricordiamo anche che la casa editrice Davide Ghaleb ha avviato la raccolta di fondi per pubblicare la nuova edizione (molto ampliata) del libro di e su Alfio Pannega che usci' in prima edizione nel 2010.
Invitiamo tutte le persone interessate a ricordare (o a conoscere) il nostro compagno di riflessioni e di lotte nonviolente ad acquistare una o piu' copie del libro.
Per accedere direttamente alla pagina del sito della casa editrice attraverso cui effettuare l'acquisto il link e' il seguente:
https://www.ghaleb.it/pannega_prevendita.htm
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Ricordare Alfio significa proseguire la sua lotta nonviolenta per la pace, la solidarieta', la difesa dell'intero mondo vivente
Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega proseguiamo nell'azione nonviolenta contro la guerra, contro la militarizzazione, contro il riarmo.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega proseguiamo nell'azione nonviolenta per soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega proseguiamo nell'azione nonviolenta in difesa di ogni essere vivente e dell'intero mondo vivente.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega proseguiamo nell'azione nonviolenta per la salvezza, la liberazione, il bene comune dell'umanita' intera.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Prendersi cura tutte e tutti di quest'unico mondo vivente, casa comune dell'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Le amiche e gli amici di Alfio Pannega impegnati nelle commemorazioni in occasione del centenario della nascita
Viterbo, 24 maggio 2025
4. LETTERE. UNA LETTERA ALLE AMICHE E AGLI AMICI DI "VITERBO CON AMORE" PER RINGRAZIARLI DELL'INIZIATIVA COMMEMORATIVA DI ALFIO PANNEGA CHE SI TERRA' IL 25 MAGGIO A VALLE FAUL
Carissime e carissimi di "Viterbo con amore",
non essendomi possibile partecipare a questa vostra nuova importante iniziativa in memoria di Alfio Pannega che si svolge questa domenica 25 maggio proprio in quella Valle Faul in cui lungamente visse ed in cui fu protagonista dell'esperienza del centro sociale eponimo, con queste righe vorrei esprimervi comunque la mia gratitudine e il mio sostegno.
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Ricordare Alfio significa molte cose, ed innanzitutto proseguirne la lotta nonviolenta per la pace, contro tutte le guerre e le uccisioni; proseguirne la lotta nonviolenta contro il razzismo, per difendere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani e quindi per soccorrere, accogliere ed assistere ogni persona bisognosa di aiuto; proseguirne la lotta nonviolenta in difesa di quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera, quest'unico mondo vivente di cui tutte e tutti siamo insieme parte e custodi.
Ricordare Alfio significa continuarne l'azione solidale, l'opposizione a tutte le violenze, la pratica della generosita' come metodo e come sistema e ragione di vita.
Con un vivo ringraziamento, un forte abbraccio...
5. INIZIATIVE. UN SALUTO E UN RINGRAZIAMENTO ALLE PERSONE CHE PARTECIPERANNO ALLA MANIFESTAZIONE PER CHIEDERE LA CESSAZIONE DELLA STRAGE A GAZA CHE SI SVOLGERA' A VITERBO IL 24 MAGGIO 2025
Carissimo Mario,
e carissime tutte e carissimi tutti del Tavolo per la pace di Viterbo,
mi e' purtroppo impossibile essere presente a questa vostra manifestazione odierna per chiedere la cessazione della strage a Gaza e contro tutte le guerre e tutte le uccisioni.
Vi giunga quindi per iscritto la mia gratitudine e la mia solidarieta'.
Che cessi la strage a Gaza, che cessino tutte le guerre, tutte le stragi, tutte le uccisioni, ovunque.
Ancora una volta occorre affermare che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Ancora una volta occorre affermare che ogni vittima ha il volto di Abele, che siamo una sola umana famiglia in un unico mondo vivente.
Ancora una volta occorre affermare che occorre abolire la guerra prima che la guerra abolisca l'umanita'.
Che l'umanita' scelga finalmente la nonviolenza come concreto e coerente fondamento della democrazia, come concreto e coerente fondamento della legalita' che salva le vite e protegge i diritti di tutte le persone, come concreto e coerente fondamento della civile convivenza che l'intera umanita' riconosce e comprende e rispetta e sostiene, come concreto e coerente fondamento della solidarieta' che nessun essere umano esclude ma tutti abbraccia e affratella e assorella, come concreto e coerente fondamento della necessaria salvaguardia dell'intero mondo vivente, quest'unico mondo vivente di cui tutte e tutti siamo insieme parte e custodi.
Solo la nonviolenza si oppone a tutte le violenze. Solo la nonviolenza salva tutte le vite.
La nonviolenza e' in cammino. La nonviolenza e' il cammino.
Un abbraccio a tutte e tutti dal tuo e vostro...
6. TESTI. ALDO CAPITINI: IL MANUALE DI CHARLES C. WALKER SULL'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA
[Riproponiamo ancora una volta il testo del capitolo dodicesimo, "Il Manuale di Charles C. Walker (1961)", del libro di Aldo Capitini, Le tecniche della nonviolenza, Libreria Feltrinelli, 1967 (poi ristampato da Linea d'ombra, Milano 1989; e successivamente ripreso anche in Aldo Capitini, Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992). L'opuscolo di Walker, Manuale per l'azione diretta nonviolenta, arricchito da ulteriori materiali, e' stato successivamente pubblicato dalle Edizioni del Movimento Nonviolento nei "Quaderni di azione nonviolenta", cui puo' essere richiesto; e' un materiale di lavoro utilissimo (per richieste: tel. 0458009803, e-mail: azionenonviolenta at sis.it); il solo testo dell'opuscolo di Walker abbiamo anche piu' volte riprodotto sul nostro foglio.
Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato, docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Tra le opere di Aldo Capitini: la miglior antologia degli scritti e' ancora quella a cura di Giovanni Cacioppo e vari collaboratori, Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale - ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca - bibliografia degli scritti di Capitini); ma notevole ed oggi imprescindibile e' anche la recente antologia degli scritti a cura di Mario Martini, Le ragioni della nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004, 2007; delle singole opere capitiniane sono state recentemente ripubblicate: Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989, Edizioni dell'asino, Roma 2009; Elementi di un'esperienza religiosa, Cappelli, Bologna 1990; Colloquio corale, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2005; L'atto di educare, Armando Editore, Roma 2010; cfr. inoltre la raccolta di scritti autobiografici Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano 1991, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2003; gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996; La religione dell'educazione, La Meridiana, Molfetta 2008; segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri, Edizioni Associate, Roma 1991. Presso la redazione di "Azione nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Piu' recente e' la pubblicazione di alcuni carteggi particolarmente rilevanti: Aldo Capitini, Walter Binni, Lettere 1931-1968, Carocci, Roma 2007; Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008; Aldo Capitini, Guido Calogero, Lettere 1936-1968, Carocci, Roma 2009. Tra le opere su Aldo Capitini: a) per la bibliografia: Fondazione Centro studi Aldo Capitini, Bibliografia di scritti su Aldo Capitini, a cura di Laura Zazzerini, Volumnia Editrice, Perugia 2007; Caterina Foppa Pedretti, Bibliografia primaria e secondaria di Aldo Capitini, Vita e Pensiero, Milano 2007; segnaliamo anche che la gia' citata bibliografia essenziale degli scritti di Aldo Capitini pubblicati dal 1926 al 1973, a cura di Aldo Stella, pubblicata in Il messaggio di Aldo Capitini, cit., abbiamo recentemente ripubblicato in "Coi piedi per terra" n. 298 del 20 luglio 2010; b) per la critica e la documentazione: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno: Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di), Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999; Mario Martini (a cura di), Aldo Capitini libero religioso rivoluzionario nonviolento. Atti del Convegno, Comune di Perugia - Fondazione Aldo Capitini, Perugia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta 2001; Gian Biagio Furiozzi (a cura di), Aldo Capitini tra socialismo e liberalismo, Franco Angeli, Milano 2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini, Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze 2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze 2005; Maurizio Cavicchi, Aldo Capitini. Un itinerario di vita e di pensiero, Lacaita, Manduria 2005; Marco Catarci, Il pensiero disarmato. La pedagogia della nonviolenza di Aldo Capitini, Ega, Torino 2007; Alarico Mariani Marini, Eligio Resta, Marciare per la pace. Il mondo nonviolento di Aldo Capitini, Plus, Pisa 2007; Maura Caracciolo, Aldo Capitini e Giorgio La Pira. Profeti di pace sul sentiero di Isaia, Milella, Lecce 2008; Mario Martini, Franca Bolotti (a cura di), Capitini incontra i giovani, Morlacchi, Perugia 2009; Giuseppe Moscati (a cura di), Il pensiero e le opere di Aldo Capitini nella coscienza delle giovani generazioni, Levante, Bari 2010; cfr. anche il capitolo dedicato a Capitini in Angelo d'Orsi, Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi, Torino 2001; e Amoreno Martellini, Fiori nei cannoni. Nonviolenza e antimilitarismo nell'Italia del Novecento, Donzelli, Roma 2006; c) per una bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro di Pietro Polito citato ed i volumi bibliografici segnalati sopra]
Nel 1961 e' uscito il Manuale dell'organizzatore dell'azione diretta nonviolenta, redatto da Charles C. Walker, direttore del Laboratorio della nonviolenza (Cheney, Pa, USA). Jean Fremont lo ha tradotto in francese. L'opuscolo e' edito dalla War Resisters' International, 88 Park Avenue, Enfield, Middlesex, Inghilterra. E' un ampio e organico lavoro, e il confronto con il Piano De Ligt mostra quanto l'esperienza dell'azione nonviolenta si sia accresciuta negli anni, specialmente per le grandi campagne gandhiane e per quelle degli Stati Uniti d'America e di altrove. Del resto, il manuale integra spesso i suoi suggerimenti con indicazioni bibliografiche. Metteremo in luce la struttura del lavoro, e i punti piu' rilevanti e utilizzabili.
Il Manuale e' diviso in quindici sezioni.
*
1. Preparazione
Bisogna scegliere e presentare chiaramente gli scopi da raggiungere, dando rilievo ad una situazione ingiusta e cercando di ottenere l'appoggio del pubblico. La volonta' di resistenza viene sviluppata diffondendo continuamente notizie, commentandole e facendo appello all'azione immediata, indicando alle vittime anche una situazione migliore. Inoltre: assicurarsi il nome e l'indirizzo di persone che possono cooperare, e consultare gruppi e associazioni che possono simpatizzare.
Gia' in questa prima sezione si trovano i suggerimenti sempre dati per le azioni nonviolente: cercare le piu' larghe solidarieta', diffondere apertamente notizie sulla situazione e sulle prospettive di mutamento. Se ne deduce: prima di un'azione impiantare un bollettino apposito da diffondere largamente.
*
2. Lancio di un programma costruttivo
Il programma deve colpire un male alla radice, venire in aiuto alle vittime, stimolare gli atteggiamenti nonviolenti. Reagire, quindi, attivamente all'apatia, con pieno altruismo e ispirando fiducia. L'azione puo' essere preparata da un lavoro costruttivo come campi di lavoro, cooperative, assistenza alle vittime di ingiustizie, lavoro caritatevole, lavoro in comunita'. Utile anche un lavoro fisico dopo un'estrema tensione nervosa.
*
3. Apprendimento del metodo
Anzitutto una ricerca sui fatti, sulle forze sociali, politiche, economiche, implicate nella situazione (come abbiamo gia' visto), sull'atteggiamento dei vari gruppi.
Impostare la possibilita' di negoziati (uno stadio molto importante prima di ogni azione nonviolenta).
Appello vastissimo all'opinione pubblica, con tutti i mezzi possibili.
Giorni di digiuno e (oppure) di preghiera, rinuncia a distinzioni onorifiche date dagli autori dell'ingiustizia; dirsi disposti ad una concessione importante, purche' non leda il principio.
Presentare un "ultimatum" che espone le lagnanze, i tentativi fatti per rimediare, le concessioni proposte, e fissare una data limite. Informare tutti gli implicati nella cosa.
Infine, dopo aver tutto tentato, intraprendere l'azione diretta, senza rompere definitivamente la possibilita' di riprendere i negoziati.
L'azione diretta ha questi aspetti:
- Veglia in un luogo simbolico;
- Picchetti di militanti;
- Digiuno o sciopero della fame;
- Noncooperazione;
- Boicottaggio;
- Arresto del lavoro per un certo periodo;
- Sciopero;
- Sciopero a rovescio (lavorando dove e quando non permesso);
- Intervento p. es. in un luogo proibito;
- Disobbedienza civile;
- Migrazione;
- Manifestazioni: riunioni, sfilate, proteste.
*
4. L'addestramento
Studiare la teoria e la messa in pratica della nonviolenza, le campagne nonviolente; organizzare un laboratorio della nonviolenza, proiettare film, fare riunioni e discussioni pubbliche e anche "scene drammatiche" di realizzazione di iniziative nonviolente; meditare, cantare in coro, raccontare fatti eroici, prendere pasti in comune, formare bene gli individui per i compiti che saranno a loro affidati; distinguere tra l'addestramento generale e quello per determinate azioni.
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5. Il piano di campagna dell'azione diretta nonviolenta
L'organizzazione realizzatrice deve avere delle infrastrutture con un comitato d'insieme e un comitato amministrativo, un direttore del progetto e comitati speciali (per la pubblicita', per i mezzi di trasporto, per stampare, per l'alloggio, il cibo ecc.), e deve fare un bilancio preliminare.
Mettere a punto il piano di esecuzione (utilizzando anche un consiglio giuridico).
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6. La preparazione dell'azione
Scegliere un quartiere generale delle operazioni, esponendo materiale pubblicitario, inaugurandolo con una conferenza stampa. Lettere e visite ai funzionari interessati; avvisi ai giornali. Raccogliere fondi. Fare riunioni pubbliche. Tener pronto materiale indispensabile: macchina da scrivere, anche per fare molte copie, letti e sacchi per dormire, materiale per affissioni, automobili ecc. (e vedere quali servizi di trasporto sono nella zona). Stabilire un indirizzo postale. Sviluppare i mezzi di comunicazione: telefono, altoparlanti, bollettini giornalieri. Preparare istruzioni appropriate per i capi di gruppi, fare l'elenco dei partecipanti, preparare manifesti e volantini (da apprestare molto per tempo).
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7. Studio preliminare della situazione dal punto di vista legale
Conoscere le disposizioni legali del luogo e cercar di avere assistenza legale.
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8. Messa a punto di una disciplina collettiva
Il comitato d'azione deve concretare i termini di questa disciplina.
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9. Sviluppo di una campagna di propaganda
Esporre con grande chiarezza. Fare un "memorandum" generale, e brevi biografie dei capi e dei partecipanti importanti, frequenti comunicati alla stampa e alla radio, registrare sul nastro magnetico importanti discorsi, visitare (o scrivere a) persone influenti della stampa, raccogliere ritagli di giornali.
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10. La riunione dei partecipanti all'azione
Farne l'elenco; tenere una riunione degli aderenti, esponendo il piano dell'azione e discutendolo; scegliere un presidente adatto per le riunioni (alcune questioni possono esser trattate non dalle riunioni generali, ma dai comitati).
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11. L'avvio dell'azione
Scegliere il gruppo che comincera' l'azione; e formare anche il secondo gruppo d'urto. Recarsi sul luogo (sfilare o star seduti, sempre a testa alta e tranquillamente). Esser pronti a rispondere ai giornalisti, alle guardie. Seguire le istruzioni dei capi e non lasciare il proprio posto senza averli avvisati. Distribuire i fogli (non disturbare mai il passaggio dei pedoni), e se piove, tenere i fogli in un sacco di materia plastica. Conservare, in quanto possibile, un silenzio assoluto.
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12. Fronteggiare le rappresaglie
L'avversario puo' provocare a condursi in modo agitato, a farsi prendere dal disordine, a lanciare insulti, a fare recriminazioni di un capo verso l'altro, a far sorgere defezioni nelle file dei nonviolenti, a reagire con la violenza. Percio' bisogna restare calmi e affabili, stare al proprio posto disciplinati. Se ci sono urti, il capo fa allontanare i feriti.
In caso di arresto, non opporre resistenza, e accettare i regolamenti della prigione in cio' che non siano contro la propria coscienza.
Le rappresaglie possono essere molto gravi (colpi, tortura, presa di ostaggi, linciaggio, cacciata dal posto, proibizioni di assemblee ecc.), e in tale caso insistere presso i responsabili della societa' perche' agiscano e reprimano la violenza, chiedere un'inchiesta, aiutare le vittime (le sofferenze redentrici possono liberare dal veleno della violenza accumulatosi da tanto tempo).
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13. Mantenere la vitalita' del movimento
Valersi di nuovi simboli (azioni eroiche, gli eroi di esse, le vittime delle rappresaglie, gl'imprigionati, anniversari, saluti, vesti, insegne, ecc.).
Sforzi costanti di persuasione anche presso gli avversari, tenere al corrente gli aderenti.
Incoraggiare e organizzare azioni di sostegno (dichiarazioni di personalita' eminenti, di gruppi di simpatizzanti ecc.).
Trattare i dissidenti in modo paziente e leale; educare e allenare gli aderenti, formare nuovi capi, incoraggiare il lavoro teorico e pratico; far agire il maggior numero di volontari che sia possibile.
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14. I capi
Sono dei primi tra eguali, sono dei coordinatori, abituati a lavorare in gruppo.
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15. Quando la lotta si fa lunga
Secondo Gandhi una campagna nonviolenta provoca cinque reazioni: l'indifferenza, il ridicolo, l'insulto, la repressione, il rispetto. Per arrivare al quinto punto talvolta ci vuole molto tempo.
Non si deve tendere alla "sconfitta" dell'avversario, ma ad una trasformazione dei rapporti tra le parti interessate (una vittoria della giustizia e dell'onesta' umana).
7. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
8. L'ORA. VOTIAMO "SI'" AI REFERENDUM DELL'8-9 GIUGNO
Per i diritti dei lavoratori.
Per il diritto alla cittadinanza.
Votiamo "si'" ai referendum dell'8-9 giugno.
9. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Pieranna Garavaso, Nicla Vassallo, Filosofia delle donne, Laterza, Roma-Bari 2007, pp. VIII + 170.
- Nicla Vassallo, Teoria della conoscenza, Laterza, Roma-Bari 2003, pp. IV + 168.
*
Classici
- Hannah Arendt, Le origini del totalitarismo, Edizioni di Comunita', Milano 1967, 1996, pp. LVI + 712.
- Tzvetan Todorov, Memoria del male, tentazione del bene, Garzanti, Milano 2001, pp. 406.
10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
11. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5576 del 25 maggio 2025
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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Numero 5576 del 25 maggio 2025
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Sebastiao Salgado
2. Sara Grimaldi e Carlo Mascioli ricordano Alfio Pannega. Il 25 e il 31 maggio due nuove iniziative di commemorazione mentre prosegue la raccolta di fondi per la pubblicazione del libro. In appendice due ricordi anonimi del 2017 e del 2024
3. Il 25 maggio in quella Valle Faul dove lungamente visse, "Viterbo con amore" ricordera' Alfio Pannega costruttore di pace e di solidarieta'
4. Una lettera alle amiche e agli amici di "Viterbo con amore" per ringraziarli dell'iniziativa commemorativa di Alfio Pannega che si terra' il 25 maggio a Valle Faul
5. Un saluto e un ringraziamento alle persone che parteciperanno alla manifestazione per chiedere la cessazione della strage a Gaza che si svolgera' a Viterbo il 24 maggio 2025
6. Aldo Capitini: Il manuale di Charles C. Walker sull'azione diretta nonviolenta
7. Ripetiamo ancora una volta...
8. Votiamo "si'" ai referendum dell'8-9 giugno
9. Segnalazioni librarie
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'
1. LUTTI. SEBASTIAO SALGADO
E' deceduto Sebastiao Salgado, fotografo e difensore della dignita' umana.
Con gratitudine lo ricordiamo.
2. AMICIZIE. SARA GRIMALDI E CARLO MASCIOLI RICORDANO ALFIO PANNEGA. IL 25 E IL 31 MAGGIO DUE NUOVE INIZIATIVE DI COMMEMORAZIONE MENTRE PROSEGUE LA RACCOLTA DI FONDI PER LA PUBBLICAZIONE DEL LIBRO. IN APPENDICE DUE RICORDI ANONIMI DEL 2017 E DEL 2024
Proponiamo i ricordi di Alfio Pannega, il poeta e militante antifascista nonviolento di cui ricorre quest'anno il centenario della nascita, scritti da Sara Grimaldi e da Carlo Mascioli, due dei suoi molti amici e compagni di lotte nell'impegno per la pace, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la difesa dell'intero mondo vivente.
*
Ricordiamo anche le prossime iniziative pubbliche in memoria di Alfio: il 25 e il 31 maggio.
- Domenica 25 maggio nel corso del festival del volontariato "Viterbo citta' a colori" per iniziativa di "Viterbo con amore" sara' allestito uno stand dedicato, esposta una mostra fotografica e realizzata un'iniziativa in memoria di Alfio Pannega.
Diamo il dettaglio dell'iniziativa: Domenica 25 maggio, nell'ambito del festival del volontariato "Viterbo citta' a colori" con inizio alle ore 11 a Valle Faul presso il Bic Lazio (ex-mattatoio, via Faul n. 20-22) "Viterbo con amore" propone varie attivita' dedicate al ricordo di Alfio: da una mostra multimediale a un reading di poesia, a un incontro di testimonianza.
- Sabato 31 maggio nel corso del consueto incontro settimanale dell'Afesopsit ("Associazione familiari e sostenitori sofferenti psichici della Tuscia") presso la "Fattoria di Alice" (strada Tuscanese n. 20, Viterbo) sara' ricordato Alfio Pannega.
Diamo il dettaglio dell'iniziativa: Dalle ore 13 alle ore 15 si terra' una riunione per organizzare le prossime iniziative promossa dalle amiche e dagli amici di Alfio Pannega impegnati nelle commemorazioni in occasione del centenario della nascita. L'incontro conviviale e di solidarieta' si prolunghera' per l'intera giornata.
A tutti gli incontri ogni persona interessata e' invitata a partecipare.
*
Ricordiamo anche che la casa editrice Davide Ghaleb ha avviato la raccolta di fondi per pubblicare la nuova edizione (molto ampliata) del libro di e su Alfio Pannega che usci' in prima edizione nel 2010.
Invitiamo tutte le persone interessate a ricordare (o a conoscere) il nostro compagno di riflessioni e di lotte nonviolente ad acquistare una o piu' copie del libro.
Per accedere direttamente alla pagina del sito della casa editrice attraverso cui effettuare l'acquisto il link e' il seguente:
https://www.ghaleb.it/pannega_prevendita.htm
*
Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega proseguiamo nell'azione nonviolenta contro la guerra, contro la militarizzazione, contro il riarmo.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega proseguiamo nell'azione nonviolenta per soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega proseguiamo nell'azione nonviolenta in difesa di ogni essere vivente e dell'intero mondo vivente.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega proseguiamo nell'azione nonviolenta per la salvezza, la liberazione, il bene comune dell'umanita' intera.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Prendersi cura tutte e tutti di quest'unico mondo vivente, casa comune dell'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Le amiche e gli amici di Alfio Pannega impegnati nelle commemorazioni in occasione del centenario della nascita
Viterbo, 23 maggio 2025
* * *
Sara Grimaldi ricorda Alfio Pannega
Quando voglio raccontare Alfio a chi non ha avuto il privilegio di conoscerlo non so mai da dove cominciare.
Difficile distinguere i mille piani che si sovrappongono, la profondità del suo pensiero e la semplicità del suo agire, la concretezza delle sue mani e la delicatezza della sua poesia.
Se penso ad Alfio, prima ancora dei miei ricordi personali, ho in mente il rispetto che mi ha trasmesso mio padre nei suoi riguardi, quando ancora con lo sguardo di bambina non avevo gli strumenti per capire chi fosse quell'uomo che si aggirava per la città con i suoi cani ed i suoi cartoni.
Un rispetto che si deve alle persone più anziane, più sagge, di grande esperienza di vita.
Quando poi intorno ai 18 anni Alfio l'ho ritrovato al mio fianco al centro sociale non sono riuscita subito a scrollarmi di dosso quel riguardo, quel "timore" di dire qualcosa di sbagliato di fronte ad un uomo così mitologico.
Mi ha aperto la sua casa nel giorno del mio compleanno e in quel pranzo improvvisato con amore dai compagni del centro sociale ho trovato una famiglia.
E subito, nel suo sguardo così intenso, nel suo sorriso così accogliente, ogni timore è scomparso.
Chiudo gli occhi e lo rivedo: un uomo che sa accogliere, che conosce e sa insegnare il significato di condividere... un piatto, un tetto, una esperienza, una competenza.
Un uomo che è la dignità incarnata, che non chiede nulla di più di quello che è nel suo diritto, compresa la felicità.
Chiudo gli occhi e mi manca e sento che manca al mondo di oggi l'esperienza di una umanità così reale e concreta e tangibile, dell'amore verso la terra, gli esseri viventi e la vita stessa che in quel sorriso sdentato, in quella luce negli occhi e quella risata roca scintillava come luccichio del mare sotto il sole estivo.
Sono fortunata perché nel pezzetto di strada fatta insieme un seme di questa bellezza l'ha piantato nel mio cuore.
* * *
Carlo Mascioli ricorda Alfio Pannega
Quando andavo al liceo Alfio era una specie di mito e così, anni dopo, nel giorno dell'occupazione del centro sociale, avevo una certa apprensione, temevo che quest'uomo solitario non avrebbe gradito la nostra "invasione" del suo spazio domestico. La sorpresa fu grande quando ci venne incontro e, ascoltate le nostre ragioni, esclamò "era ora!".
Da quel momento fu sempre con noi. Lo ricordo in mille occasioni: quando fronteggiò un gruppo di teppistelli di destra roteando il suo bastone da passeggio, quando ballava claudicante sotto il palco durante i concerti punk, quando prorompeva in improperi surreali ed espressionisti.
Mi legava ad Alfio la passione per le piante e infatti mi portava con piacere a vedere il suo orto, mi mostrava i fiori di tiglio o i capperi che raccoglieva abitualmente, stavamo spesso a parlare di piante. In particolare gli chiedevo di raccontarmi di quando, da giovane, andava per macchie e prati a raccogliere frutti selvatici, asparagi o legna di ginepro, per guadagnarsi da vivere.
Una giornata mitica fu il 2 settembre del '94 (mi pare), data in cui si svolge a Viterbo un corteo storico, con banda e sbandieratori in onore di Santa Rosa. Organizzammo un "contro-corteo" e portammo in giro Alfio su un carretto in cui fu saldato un sedile di automobile, con al seguito noi riuniti in corteo con tanto di striscione "non vogliamo nulla e lo vogliamo subito"!
Dopo la pubblicazione del suo libro, che fece tornare Alfio alla ribalta, il Comune di Viterbo volle conferirgli una targa come poeta della città e per l'occasione fu organizzata una giornata nel palazzo comunale. La sala regia era piena di studenti, che Alfio intrattenne con un lungo discorso sull'importanza della cultura e che rivolsero ad Alfio molte domande sulla sua vita. Fu un vero successo, ma ci fu il colpo di scena: al momento di aprire la scatola contenente la targa, Alfio disse che non sapeva dove appenderla, la targa, visto che il Comune non aveva mantenuto la promessa di donargli una casetta prefabbricata da montare presso la nuova sede del centro sociale... restituì quindi la scatola ancora chiusa, si alzò e se ne andò, scortato da Luciano, colui che più di tutti lo accudì amorevolmente negli ultimi anni della sua vita. Fu una grande manifestazione di dignità e fu un ultimo atto di impegno politico, la sua personale battaglia contro l'emergenza abitativa.
* * *
Appendice prima: Per Alfio, sette anni dopo (2017)
Sette anni sono passati da quando Alfio Pannega, il 30 aprile del 2010, ci ha lasciato.
Sette anni nei quali il ricordo della sua persona, della sua testimonianza di militante comunista e libertario, di amico della nonviolenza, ci ha accompagnato e illuminato la via.
Io che scrivo queste righe non credo che vi sia altra vita che questa, cosa che la rende piu' preziosa e vieppiu' ci impegna a non dissiparla ma valorizzarla per acquisire conoscenza e praticare virtu', giacche' fatti non fummo a viver come bruti. Alfio lo sapeva, ed ha vissuto una vita di enorme fatica e grandi sofferenze, ma anche di incontenibile felicita' nel bene operare, nel donare, e nello studio e nella poesia, nella lotta politica contro tutte le ingiustizie e le menzogne.
Non credo di aver conosciuto una persona piu' generosa di lui, ed insieme piu' lucidamente consapevole del dovere di tenere insieme l'agire benigno nella vita quotidiana e l'orizzonte della lotta politica per la liberazione dell'umanita' e la difesa della biosfera. Aveva fortissima coscienza del nesso che lega personale e politico, dell'esigenza di vivere in coerenza coi propri principii, del fatto che ogni tuo gesto e' un esempio. Era incapace di odiare, e preferiva soffrire anziche' far soffrire.
Sembrava un personaggio uscito da Omero o dalla Bibbia, da Dostoevskij e Tolstoj. Era insieme cosi' trasparente e cosi' profondo che tutte le persone che lo incontravano stabilivano con lui un'immediata empatia, ma cosi' vaste erano la sua sapienza e la sua saggezza che ogni volta che ne rammemori i gesti e le parole, i pensieri e le azioni, ne cogli ulteriori significati e valori ed appelli, ne ricevi nuovi doni iridescenti, idee preziose e nutrienti, ad un tempo scintille di luce e particole di pane e sorsate di acqua ed aulente e impetuoso respiro di vento. Era una grande anima. Il dolore e le sopraffazioni subite non lo avevano peggiorato, ma vieppiu' illimpidito e confermato nella sua resistenza all'inumano, nella sua solidarieta' con l'umanita' intera e con gli altri animali che molto amava. Era un militante politico del movimento delle oppresse e degli oppressi, che significa sentir continuamente nella propria carne il dolore patito da ogni altra persona, e significa anche dinanzi a ogni nodo che strozza, ad ogni iniquita' dispiegata o segreta, porsi il problema del che fare, mai rinunciando alla lotta e sempre pensando che deve esserci un'alternativa al disordine costituito, un'azione buona e giusta da compiere, una via alla liberazione comune.
Sapeva quali e quanto grandi siano i nostri limiti di esseri fragili e perituri, e questo non lo abbatteva ma anzi lo spingeva a un impegno piu' intenso, piu' rigoroso, piu' generoso.
Sono passati sette anni dalla sua morte, e' ancora vivo.
* * *
Appendice seconda: Alfio Pannega era un uomo buono come il pane (2024)
Alfio Pannega era un uomo buono come il pane.
Visse una vita di estrema poverta' e di duro lavoro manuale.
Sapeva a memoria la Divina Commedia e sempre era stato antifascista.
Non conosceva limiti la sua generosita'.
Condivideva tutto cio' che aveva con chiunque un aiuto gli chiedesse.
Conosceva tutti i segreti della natura e sapeva parlare con le piante e gli animali.
Con l'esempio educo' alla nonviolenza i giovani che nei suoi tardi anni si posero alla sua scuola.
Li educo' alla lotta contro tutte le ingiustizie e le violenze contro tutte le oppressioni e le menzogne.
Fu il migliore dei militanti comunisti, fu il migliore dei compagni libertari.
Non gli vidi mai fare del male ad alcuno.
Non lo vidi mai arrendersi al male.
sempre lotto' per la giustizia la liberta' la misericordia.
Sempre si oppose alla guerra e alle armi.
Sempre si oppose al razzismo e al fascismo.
Sempre si oppose al potere che sfrutta e rapina e devasta ed uccide.
Amo' l'intera umanita' e l'intero mondo vivente.
Volle essere un giusto e lo fu.
Averlo conosciuto significa sapere che l'umanita' puo' essere umana.
3. INIZIATIVE. IL 25 MAGGIO IN QUELLA VALLE FAUL DOVE LUNGAMENTE VISSE, "VITERBO CON AMORE" RICORDERA' ALFIO PANNEGA COSTRUTTORE DI PACE E DI SOLIDARIETA'
Domenica 25 maggio 2025 nel corso del festival del volontariato "Viterbo citta' a colori" con inizio alle ore 11 a Valle Faul presso il Bic Lazio (ex-mattatoio, via Faul n. 20-22) "Viterbo con amore" promuove un'iniziative commemorativa di Alfio Pannega: si svolgeranno varie attivita' dedicate al suo ricordo: da una mostra multimediale a un reading di poesia, a un incontro di testimonianza.
Partecipano tra gli altri lo scrittore, ricercatore e docente Antonello Ricci; il gruppo di ricerca-azione ed intervento culturale "La banda del racconto"; il drammaturgo, regista ed attore Pietro Benedetti.
Tutte le persone interessate sono invitate a partecipare.
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Successivo incontro il 31 maggio
Ricordiamo anche la prossima iniziativa pubblica in memoria di Alfio Pannega: sabato 31 maggio nel corso del consueto incontro settimanale dell'Afesopsit ("Associazione familiari e sostenitori sofferenti psichici della Tuscia") presso la "Fattoria di Alice" (strada Tuscanese n. 20, Viterbo) sara' ricordato Alfio Pannega. L'incontro conviviale e di solidarieta' si prolunghera' per l'intera giornata; dalle ore 13 alle ore 15 si terra' una riunione per organizzare le prossime iniziative; e' prevista la partecipazione del regista ed attore Pietro Benedetti che ancora una volta interpretera' drammaturgicamente la figura di Alfio.
Tutte le persone interessate sono invitate a partecipare.
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Un libro in cui rivive la figura e l'opera di Alfio
Ricordiamo anche che la casa editrice Davide Ghaleb ha avviato la raccolta di fondi per pubblicare la nuova edizione (molto ampliata) del libro di e su Alfio Pannega che usci' in prima edizione nel 2010.
Invitiamo tutte le persone interessate a ricordare (o a conoscere) il nostro compagno di riflessioni e di lotte nonviolente ad acquistare una o piu' copie del libro.
Per accedere direttamente alla pagina del sito della casa editrice attraverso cui effettuare l'acquisto il link e' il seguente:
https://www.ghaleb.it/pannega_prevendita.htm
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Ricordare Alfio significa proseguire la sua lotta nonviolenta per la pace, la solidarieta', la difesa dell'intero mondo vivente
Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega proseguiamo nell'azione nonviolenta contro la guerra, contro la militarizzazione, contro il riarmo.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega proseguiamo nell'azione nonviolenta per soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega proseguiamo nell'azione nonviolenta in difesa di ogni essere vivente e dell'intero mondo vivente.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega proseguiamo nell'azione nonviolenta per la salvezza, la liberazione, il bene comune dell'umanita' intera.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Prendersi cura tutte e tutti di quest'unico mondo vivente, casa comune dell'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Le amiche e gli amici di Alfio Pannega impegnati nelle commemorazioni in occasione del centenario della nascita
Viterbo, 24 maggio 2025
4. LETTERE. UNA LETTERA ALLE AMICHE E AGLI AMICI DI "VITERBO CON AMORE" PER RINGRAZIARLI DELL'INIZIATIVA COMMEMORATIVA DI ALFIO PANNEGA CHE SI TERRA' IL 25 MAGGIO A VALLE FAUL
Carissime e carissimi di "Viterbo con amore",
non essendomi possibile partecipare a questa vostra nuova importante iniziativa in memoria di Alfio Pannega che si svolge questa domenica 25 maggio proprio in quella Valle Faul in cui lungamente visse ed in cui fu protagonista dell'esperienza del centro sociale eponimo, con queste righe vorrei esprimervi comunque la mia gratitudine e il mio sostegno.
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Ricordare Alfio significa molte cose, ed innanzitutto proseguirne la lotta nonviolenta per la pace, contro tutte le guerre e le uccisioni; proseguirne la lotta nonviolenta contro il razzismo, per difendere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani e quindi per soccorrere, accogliere ed assistere ogni persona bisognosa di aiuto; proseguirne la lotta nonviolenta in difesa di quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera, quest'unico mondo vivente di cui tutte e tutti siamo insieme parte e custodi.
Ricordare Alfio significa continuarne l'azione solidale, l'opposizione a tutte le violenze, la pratica della generosita' come metodo e come sistema e ragione di vita.
Con un vivo ringraziamento, un forte abbraccio...
5. INIZIATIVE. UN SALUTO E UN RINGRAZIAMENTO ALLE PERSONE CHE PARTECIPERANNO ALLA MANIFESTAZIONE PER CHIEDERE LA CESSAZIONE DELLA STRAGE A GAZA CHE SI SVOLGERA' A VITERBO IL 24 MAGGIO 2025
Carissimo Mario,
e carissime tutte e carissimi tutti del Tavolo per la pace di Viterbo,
mi e' purtroppo impossibile essere presente a questa vostra manifestazione odierna per chiedere la cessazione della strage a Gaza e contro tutte le guerre e tutte le uccisioni.
Vi giunga quindi per iscritto la mia gratitudine e la mia solidarieta'.
Che cessi la strage a Gaza, che cessino tutte le guerre, tutte le stragi, tutte le uccisioni, ovunque.
Ancora una volta occorre affermare che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Ancora una volta occorre affermare che ogni vittima ha il volto di Abele, che siamo una sola umana famiglia in un unico mondo vivente.
Ancora una volta occorre affermare che occorre abolire la guerra prima che la guerra abolisca l'umanita'.
Che l'umanita' scelga finalmente la nonviolenza come concreto e coerente fondamento della democrazia, come concreto e coerente fondamento della legalita' che salva le vite e protegge i diritti di tutte le persone, come concreto e coerente fondamento della civile convivenza che l'intera umanita' riconosce e comprende e rispetta e sostiene, come concreto e coerente fondamento della solidarieta' che nessun essere umano esclude ma tutti abbraccia e affratella e assorella, come concreto e coerente fondamento della necessaria salvaguardia dell'intero mondo vivente, quest'unico mondo vivente di cui tutte e tutti siamo insieme parte e custodi.
Solo la nonviolenza si oppone a tutte le violenze. Solo la nonviolenza salva tutte le vite.
La nonviolenza e' in cammino. La nonviolenza e' il cammino.
Un abbraccio a tutte e tutti dal tuo e vostro...
6. TESTI. ALDO CAPITINI: IL MANUALE DI CHARLES C. WALKER SULL'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA
[Riproponiamo ancora una volta il testo del capitolo dodicesimo, "Il Manuale di Charles C. Walker (1961)", del libro di Aldo Capitini, Le tecniche della nonviolenza, Libreria Feltrinelli, 1967 (poi ristampato da Linea d'ombra, Milano 1989; e successivamente ripreso anche in Aldo Capitini, Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992). L'opuscolo di Walker, Manuale per l'azione diretta nonviolenta, arricchito da ulteriori materiali, e' stato successivamente pubblicato dalle Edizioni del Movimento Nonviolento nei "Quaderni di azione nonviolenta", cui puo' essere richiesto; e' un materiale di lavoro utilissimo (per richieste: tel. 0458009803, e-mail: azionenonviolenta at sis.it); il solo testo dell'opuscolo di Walker abbiamo anche piu' volte riprodotto sul nostro foglio.
Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato, docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Tra le opere di Aldo Capitini: la miglior antologia degli scritti e' ancora quella a cura di Giovanni Cacioppo e vari collaboratori, Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale - ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca - bibliografia degli scritti di Capitini); ma notevole ed oggi imprescindibile e' anche la recente antologia degli scritti a cura di Mario Martini, Le ragioni della nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004, 2007; delle singole opere capitiniane sono state recentemente ripubblicate: Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989, Edizioni dell'asino, Roma 2009; Elementi di un'esperienza religiosa, Cappelli, Bologna 1990; Colloquio corale, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2005; L'atto di educare, Armando Editore, Roma 2010; cfr. inoltre la raccolta di scritti autobiografici Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano 1991, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2003; gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996; La religione dell'educazione, La Meridiana, Molfetta 2008; segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri, Edizioni Associate, Roma 1991. Presso la redazione di "Azione nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Piu' recente e' la pubblicazione di alcuni carteggi particolarmente rilevanti: Aldo Capitini, Walter Binni, Lettere 1931-1968, Carocci, Roma 2007; Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008; Aldo Capitini, Guido Calogero, Lettere 1936-1968, Carocci, Roma 2009. Tra le opere su Aldo Capitini: a) per la bibliografia: Fondazione Centro studi Aldo Capitini, Bibliografia di scritti su Aldo Capitini, a cura di Laura Zazzerini, Volumnia Editrice, Perugia 2007; Caterina Foppa Pedretti, Bibliografia primaria e secondaria di Aldo Capitini, Vita e Pensiero, Milano 2007; segnaliamo anche che la gia' citata bibliografia essenziale degli scritti di Aldo Capitini pubblicati dal 1926 al 1973, a cura di Aldo Stella, pubblicata in Il messaggio di Aldo Capitini, cit., abbiamo recentemente ripubblicato in "Coi piedi per terra" n. 298 del 20 luglio 2010; b) per la critica e la documentazione: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno: Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di), Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999; Mario Martini (a cura di), Aldo Capitini libero religioso rivoluzionario nonviolento. Atti del Convegno, Comune di Perugia - Fondazione Aldo Capitini, Perugia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta 2001; Gian Biagio Furiozzi (a cura di), Aldo Capitini tra socialismo e liberalismo, Franco Angeli, Milano 2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini, Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze 2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze 2005; Maurizio Cavicchi, Aldo Capitini. Un itinerario di vita e di pensiero, Lacaita, Manduria 2005; Marco Catarci, Il pensiero disarmato. La pedagogia della nonviolenza di Aldo Capitini, Ega, Torino 2007; Alarico Mariani Marini, Eligio Resta, Marciare per la pace. Il mondo nonviolento di Aldo Capitini, Plus, Pisa 2007; Maura Caracciolo, Aldo Capitini e Giorgio La Pira. Profeti di pace sul sentiero di Isaia, Milella, Lecce 2008; Mario Martini, Franca Bolotti (a cura di), Capitini incontra i giovani, Morlacchi, Perugia 2009; Giuseppe Moscati (a cura di), Il pensiero e le opere di Aldo Capitini nella coscienza delle giovani generazioni, Levante, Bari 2010; cfr. anche il capitolo dedicato a Capitini in Angelo d'Orsi, Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi, Torino 2001; e Amoreno Martellini, Fiori nei cannoni. Nonviolenza e antimilitarismo nell'Italia del Novecento, Donzelli, Roma 2006; c) per una bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro di Pietro Polito citato ed i volumi bibliografici segnalati sopra]
Nel 1961 e' uscito il Manuale dell'organizzatore dell'azione diretta nonviolenta, redatto da Charles C. Walker, direttore del Laboratorio della nonviolenza (Cheney, Pa, USA). Jean Fremont lo ha tradotto in francese. L'opuscolo e' edito dalla War Resisters' International, 88 Park Avenue, Enfield, Middlesex, Inghilterra. E' un ampio e organico lavoro, e il confronto con il Piano De Ligt mostra quanto l'esperienza dell'azione nonviolenta si sia accresciuta negli anni, specialmente per le grandi campagne gandhiane e per quelle degli Stati Uniti d'America e di altrove. Del resto, il manuale integra spesso i suoi suggerimenti con indicazioni bibliografiche. Metteremo in luce la struttura del lavoro, e i punti piu' rilevanti e utilizzabili.
Il Manuale e' diviso in quindici sezioni.
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1. Preparazione
Bisogna scegliere e presentare chiaramente gli scopi da raggiungere, dando rilievo ad una situazione ingiusta e cercando di ottenere l'appoggio del pubblico. La volonta' di resistenza viene sviluppata diffondendo continuamente notizie, commentandole e facendo appello all'azione immediata, indicando alle vittime anche una situazione migliore. Inoltre: assicurarsi il nome e l'indirizzo di persone che possono cooperare, e consultare gruppi e associazioni che possono simpatizzare.
Gia' in questa prima sezione si trovano i suggerimenti sempre dati per le azioni nonviolente: cercare le piu' larghe solidarieta', diffondere apertamente notizie sulla situazione e sulle prospettive di mutamento. Se ne deduce: prima di un'azione impiantare un bollettino apposito da diffondere largamente.
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2. Lancio di un programma costruttivo
Il programma deve colpire un male alla radice, venire in aiuto alle vittime, stimolare gli atteggiamenti nonviolenti. Reagire, quindi, attivamente all'apatia, con pieno altruismo e ispirando fiducia. L'azione puo' essere preparata da un lavoro costruttivo come campi di lavoro, cooperative, assistenza alle vittime di ingiustizie, lavoro caritatevole, lavoro in comunita'. Utile anche un lavoro fisico dopo un'estrema tensione nervosa.
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3. Apprendimento del metodo
Anzitutto una ricerca sui fatti, sulle forze sociali, politiche, economiche, implicate nella situazione (come abbiamo gia' visto), sull'atteggiamento dei vari gruppi.
Impostare la possibilita' di negoziati (uno stadio molto importante prima di ogni azione nonviolenta).
Appello vastissimo all'opinione pubblica, con tutti i mezzi possibili.
Giorni di digiuno e (oppure) di preghiera, rinuncia a distinzioni onorifiche date dagli autori dell'ingiustizia; dirsi disposti ad una concessione importante, purche' non leda il principio.
Presentare un "ultimatum" che espone le lagnanze, i tentativi fatti per rimediare, le concessioni proposte, e fissare una data limite. Informare tutti gli implicati nella cosa.
Infine, dopo aver tutto tentato, intraprendere l'azione diretta, senza rompere definitivamente la possibilita' di riprendere i negoziati.
L'azione diretta ha questi aspetti:
- Veglia in un luogo simbolico;
- Picchetti di militanti;
- Digiuno o sciopero della fame;
- Noncooperazione;
- Boicottaggio;
- Arresto del lavoro per un certo periodo;
- Sciopero;
- Sciopero a rovescio (lavorando dove e quando non permesso);
- Intervento p. es. in un luogo proibito;
- Disobbedienza civile;
- Migrazione;
- Manifestazioni: riunioni, sfilate, proteste.
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4. L'addestramento
Studiare la teoria e la messa in pratica della nonviolenza, le campagne nonviolente; organizzare un laboratorio della nonviolenza, proiettare film, fare riunioni e discussioni pubbliche e anche "scene drammatiche" di realizzazione di iniziative nonviolente; meditare, cantare in coro, raccontare fatti eroici, prendere pasti in comune, formare bene gli individui per i compiti che saranno a loro affidati; distinguere tra l'addestramento generale e quello per determinate azioni.
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5. Il piano di campagna dell'azione diretta nonviolenta
L'organizzazione realizzatrice deve avere delle infrastrutture con un comitato d'insieme e un comitato amministrativo, un direttore del progetto e comitati speciali (per la pubblicita', per i mezzi di trasporto, per stampare, per l'alloggio, il cibo ecc.), e deve fare un bilancio preliminare.
Mettere a punto il piano di esecuzione (utilizzando anche un consiglio giuridico).
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6. La preparazione dell'azione
Scegliere un quartiere generale delle operazioni, esponendo materiale pubblicitario, inaugurandolo con una conferenza stampa. Lettere e visite ai funzionari interessati; avvisi ai giornali. Raccogliere fondi. Fare riunioni pubbliche. Tener pronto materiale indispensabile: macchina da scrivere, anche per fare molte copie, letti e sacchi per dormire, materiale per affissioni, automobili ecc. (e vedere quali servizi di trasporto sono nella zona). Stabilire un indirizzo postale. Sviluppare i mezzi di comunicazione: telefono, altoparlanti, bollettini giornalieri. Preparare istruzioni appropriate per i capi di gruppi, fare l'elenco dei partecipanti, preparare manifesti e volantini (da apprestare molto per tempo).
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7. Studio preliminare della situazione dal punto di vista legale
Conoscere le disposizioni legali del luogo e cercar di avere assistenza legale.
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8. Messa a punto di una disciplina collettiva
Il comitato d'azione deve concretare i termini di questa disciplina.
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9. Sviluppo di una campagna di propaganda
Esporre con grande chiarezza. Fare un "memorandum" generale, e brevi biografie dei capi e dei partecipanti importanti, frequenti comunicati alla stampa e alla radio, registrare sul nastro magnetico importanti discorsi, visitare (o scrivere a) persone influenti della stampa, raccogliere ritagli di giornali.
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10. La riunione dei partecipanti all'azione
Farne l'elenco; tenere una riunione degli aderenti, esponendo il piano dell'azione e discutendolo; scegliere un presidente adatto per le riunioni (alcune questioni possono esser trattate non dalle riunioni generali, ma dai comitati).
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11. L'avvio dell'azione
Scegliere il gruppo che comincera' l'azione; e formare anche il secondo gruppo d'urto. Recarsi sul luogo (sfilare o star seduti, sempre a testa alta e tranquillamente). Esser pronti a rispondere ai giornalisti, alle guardie. Seguire le istruzioni dei capi e non lasciare il proprio posto senza averli avvisati. Distribuire i fogli (non disturbare mai il passaggio dei pedoni), e se piove, tenere i fogli in un sacco di materia plastica. Conservare, in quanto possibile, un silenzio assoluto.
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12. Fronteggiare le rappresaglie
L'avversario puo' provocare a condursi in modo agitato, a farsi prendere dal disordine, a lanciare insulti, a fare recriminazioni di un capo verso l'altro, a far sorgere defezioni nelle file dei nonviolenti, a reagire con la violenza. Percio' bisogna restare calmi e affabili, stare al proprio posto disciplinati. Se ci sono urti, il capo fa allontanare i feriti.
In caso di arresto, non opporre resistenza, e accettare i regolamenti della prigione in cio' che non siano contro la propria coscienza.
Le rappresaglie possono essere molto gravi (colpi, tortura, presa di ostaggi, linciaggio, cacciata dal posto, proibizioni di assemblee ecc.), e in tale caso insistere presso i responsabili della societa' perche' agiscano e reprimano la violenza, chiedere un'inchiesta, aiutare le vittime (le sofferenze redentrici possono liberare dal veleno della violenza accumulatosi da tanto tempo).
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13. Mantenere la vitalita' del movimento
Valersi di nuovi simboli (azioni eroiche, gli eroi di esse, le vittime delle rappresaglie, gl'imprigionati, anniversari, saluti, vesti, insegne, ecc.).
Sforzi costanti di persuasione anche presso gli avversari, tenere al corrente gli aderenti.
Incoraggiare e organizzare azioni di sostegno (dichiarazioni di personalita' eminenti, di gruppi di simpatizzanti ecc.).
Trattare i dissidenti in modo paziente e leale; educare e allenare gli aderenti, formare nuovi capi, incoraggiare il lavoro teorico e pratico; far agire il maggior numero di volontari che sia possibile.
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14. I capi
Sono dei primi tra eguali, sono dei coordinatori, abituati a lavorare in gruppo.
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15. Quando la lotta si fa lunga
Secondo Gandhi una campagna nonviolenta provoca cinque reazioni: l'indifferenza, il ridicolo, l'insulto, la repressione, il rispetto. Per arrivare al quinto punto talvolta ci vuole molto tempo.
Non si deve tendere alla "sconfitta" dell'avversario, ma ad una trasformazione dei rapporti tra le parti interessate (una vittoria della giustizia e dell'onesta' umana).
7. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
8. L'ORA. VOTIAMO "SI'" AI REFERENDUM DELL'8-9 GIUGNO
Per i diritti dei lavoratori.
Per il diritto alla cittadinanza.
Votiamo "si'" ai referendum dell'8-9 giugno.
9. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Pieranna Garavaso, Nicla Vassallo, Filosofia delle donne, Laterza, Roma-Bari 2007, pp. VIII + 170.
- Nicla Vassallo, Teoria della conoscenza, Laterza, Roma-Bari 2003, pp. IV + 168.
*
Classici
- Hannah Arendt, Le origini del totalitarismo, Edizioni di Comunita', Milano 1967, 1996, pp. LVI + 712.
- Tzvetan Todorov, Memoria del male, tentazione del bene, Garzanti, Milano 2001, pp. 406.
10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
11. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5576 del 25 maggio 2025
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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