[Nonviolenza] Verso la commemorazione del 27 aprile. Tre ricordi di Alfio Pannega: Antonio Capaldi, Linda Natalini e il ricordo dell'allora sindaco Giovanni Arena nell'aprile 2020



VERSO LA COMMEMORAZIONE DEL 27 APRILE. TRE RICORDI DI ALFIO PANNEGA: ANTONIO CAPALDI, LINDA NATALINI E IL RICORDO DELL'ALLORA SINDACO GIOVANNI ARENA NELL'APRILE 2020

Domenica 27 aprile, con inizio alle ore 9,30, al cimitero di Viterbo si svolgera' una commemorazione pubblica di Alfio Pannega.
Interverranno tra gli altri Pietro Benedetti, Sergio Insogna, Antonella Litta, Enrico Mezzetti, Antonello Ricci, i rappresentanti di varie associazioni culturali e d'impegno civile, amiche ad amici di Alfio che porteranno le loro testimonianze su lui e su sua madre Giovanna detta Caterina.
Saranno anche letti messaggi scritti di altre amiche ed altri amici di Alfio Pannega impossibilitati ad essere presenti (tra gli altri, messaggi provenienti dall'Olanda e dalla Scozia).
Si confida altresi' nella personale partecipazione di rappresentanti delle istituzioni democratiche cittadine e provinciali.
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Anticipiamo alcuni dei messaggi pervenuti per l'occasione: quello di Antonio Capaldi e quello di Linda Natalini; e riproponiamo altresi' il commosso ricordo di Alfio diffuso dall'allora sindaco Giovanni Arena nell'aprile 2020 in occasione del decimo anniversario della scomparsa dell'indimenticabile poeta, antifascista nonviolento, costruttore di pace e solidarieta', difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e difensore dell'intero mondo vivente.
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Antonio Capaldi ricorda Alfio Pannega
Oltre quaranta anni fa.
Avevo da poco iniziato a frequentare Viterbo per i miei incarichi istituzionali.
Scendevo da via Saffi verso piazza del Comune.
Andavo a prendere il pullman per Ronciglione.
Alla fine di via Sant'Angelo, a destra, sulla piazza era fermo un carretto con sopra dei cartoni e accanto un uomo che fece cenno di avvicinarmi.
Lo feci con qualche titubanza... iniziò a parlare come se mi conoscesse, con accento viterbese, voce calma ed atteggiamenti riflessivi con brevi pause.
Lo seguivo, ma avevo fretta pensando al pullman...
poi scattò qualcosa che mi rese più attento. Ma chi era quest'uomo?
Parlammo del PCI, della Provincia.
Ascoltavo con curiosità e scoprivo una persona con cui la società non era stata generosa che professava la saggezza degli ultimi ma anche l'orgoglio
dell'autodidatta.
Il pullman ormai era partito e continuammo a parlare; scoprii che leggeva la cronaca locale sui vecchi quotidiani e che era un lettore onnivoro.
Fu per caso che ci incontrammo, come poi avvenne altre volte, ma non rimpiangero' mai di aver perso quel pullman per conoscere Alfio.
Antonio Capaldi
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Linda Natalini ricorda Alfio Pannega
Vorrei ricordare Alfio, riportando un episodio della mia adolescenza: una lezione di virtù civica che ci impartì mio padre attraverso Alfio. Mio padre fu vicepresidente e poi commissario dell'E.C.A., nominato dal P.R.I. di Ugo La Malfa. L'E.C.A. assegnava sussidi a chi ne faceva richiesta, dopo un'istruttoria fatta dalle assistenti sociali (tra parentesi: i servizi sociali del Comune si strutturarono a partire proprio assorbendo le assistenti sociali dell'ex E.C.A.).
Alfio ad un certo punto della sua vita si dovette sottoporre ad un intervento chirurgico, per cui non poteva più svolgere il suo lavoro di raccolta di cartoni, chiese pertanto di poter avere un sussidio. Il sussidio venne erogato regolarmente e rinnovato anche per il mese successivo... ma per poco, perché Alfio, appena uscito dall'ospedale, mandò una lettera in cui rinunciava al sussidio perché: "ora sto meglio, posso ricominciare a lavorare, date questi soldi a chi ha più bisogno".
Questo era Alfio, un cittadino, un uomo, una persona onesta.
Per inciso vorrei dire che mio padre decise di dargli ancora il sussidio, come riconoscimento della sua immacolata onestà e virtù civile.
Avremo sicuramente bisogno di tanti altri Alfio, avremo bisogno di poter educare i nostri figli ed i nostri nipoti nell’esempio di persone dagli occhi azzurri come il cielo.
Linda Natalini
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Nel 2020 il sindaco Giovanni Maria Arena ricorda Alfio Pannega, a dieci anni dalla scomparsa
Ricordo bene Alfio. Tutti i viterbesi si ricordano di Alfio.
E non solo quelli della mia generazione o di quella precedente. Alfio lo ricordano anche i viterbesi più giovani. Quelli che lo hanno conosciuto direttamente o attraverso i racconti dei genitori.
Un viterbese “viterbese”. Un uomo semplice, umile, buono, generoso. Uno spirito libero e nobile. Che amava la sua città. I viterbesi. Gli animali. I giovani. Amava stare in mezzo ai giovani. E con loro ha scelto di vivere gli ultimi anni della sua vita.
Ha sempre difeso i suoi diritti, il bene comune, l’impegno civile, portando avanti pacifiche battaglie di giustizia sociale, per la difesa del genere umano, degli animali e dell’ambiente.
Alfio era una persona di grande cultura. Un poeta.
Me lo ricordo quella mattina in Comune. Nella sala regia. In mezzo ai giovani. Pochi mesi prima della sua scomparsa. Accanto a lui l’allora sindaco Marini. In rigoroso silenzio abbiamo ascoltato la sua lezione di vita, raccontata dalla sua voce e dai suoi occhi a tutti i presenti. In particolare agli studenti. E sempre in silenzio lo abbiamo ascoltato mentre, a memoria, declamava i versi della Divina Commedia.
Alfio si è portato con sé un pezzo importante della storia della sua e della nostra città. Un pezzo della Viterbo che fu. Ma alcuni suoi insegnamenti, alcuni suoi consigli, qualcuno li ha sicuramente seguiti e coltivati. Magari proprio qualche studente che dieci anni fa era presente a quella cerimonia, e a cui Alfio ha insegnato l’importanza e il valore  della cultura.
Domani, 30 aprile, sono dieci anni che Alfio Pannega se n’è andato. E Viterbo lo vuole ricordare con un pensiero e un sorriso.
Lo stesso sorriso che lui ha donato a tutti quei viterbesi che hanno avuto il privilegio di conoscerlo.
Giovanni Maria Arena, Sindaco di Viterbo
29 aprile 2020
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Una minima notizia su Alfio Pannega
Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna a ridosso ed entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010, a cura di Antonello Ricci e Alfonso Prota): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.
Molte fotografie di Alfio scattate da Mario Onofri, artista visivo profondo e generoso compagno di lotte che gli fu amico e che anche lui ci ha lasciato anni fa, sono disperse tra vari amici di entrambi, ed altre ancora restano inedite nell'immenso, prezioso archivio fotografico di Mario, che tuttora attende curatela e pubblicazione.
Negli ultimi anni il regista ed attore Pietro Benedetti, che gli fu amico, ha sovente con forte empatia rappresentato - sulle scene teatrali, ma soprattutto nelle scuole e nelle piazze, nei luoghi di aggregazione sociale e di impegno politico, di memoria resistente all'ingiuria del tempo e alla violenza dei potenti - un monologo dal titolo "Allora ero giovane pure io" dalle memorie di Alfio ricavato, personalmente interpretandone e facendone cosi' rivivere drammaturgicamente la figura.
La proposta di costituire un "Archivio Alfio Pannega" per raccogliere, preservare e mettere a disposizione della collettivita' le tracce della sua vita e delle sue lotte, e' restata fin qui disattesa.
Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", ad esempio negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265 ed ancora i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" nn. 907-909, 1172, 1260, 1261, 1272, 1401, 1622-1624, 1763, 1971, 2108-2113, 2115, 2329, 2331, 2334-2335, 2476-2477, 2479, 2694, 2833, 3049, 3051-3052, 3369-3373, 3448, 3453, 3515-3517, 3725, 4089-4091, 4235-4236, 4452, 4455-4458, 4599-4601, 4819-4821, 4962-4965, 5184-5187, 5328, 5331, 5470, 5477, 5485, 5487, 5489, 5501-5503, 5505, 5507, 5513-5514, 5516-5518, 5523, 5526, 5528, 5530-5531, 5534, 5538, 5540-5543, 5545-5546, i fascicoli di "Coi piedi per terra" n. 546 e 548-552, e "Voci e volti della nonviolenza" nn. 687-691, 754-755, 881, il fascicolo di "Ogni vittima ha il volto di Abele" n. 170, i fascicoli di "Una persona, un voto" nn. 88-90, 206, 209, i fascicoli de "La domenica della nonviolenza" nn. 420 e 511, i fascicoli de "La nonviolenza contro il razzismo" nn. 202-206, 213, 437-438, 445-446, i fascicoli de "La biblioteca di Zorobabele" nn. 430-433.

Nota per la stampa a cura di alcuni vecchi amici di Alfio

Viterbo, 25 aprile 2025

Mittente: centropacevt at gmail.com

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