[Nonviolenza] Telegrammi. 5534



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5534 del 13 aprile 2025
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Il 12 aprile a Viterbo ricordato Alfio Pannega, di cui ricorre quest'anno il centenario della nascita
2. Sergio Casali: Il pensiero e la critica letteraria femminista (parte quinta)
3. Sergio Casali: Il pensiero e la critica letteraria femminista (parte sesta)
4. Sergio Casali: Il pensiero e la critica letteraria femminista (parte settima)
5. Sergio Casali: Il pensiero e la critica letteraria femminista (parte ottava)
6. Ripetiamo ancora una volta...
7. Segnalazioni librarie
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'

1. INIZIATIVE. IL 12 APRILE A VITERBO RICORDATO ALFIO PANNEGA, DI CUI RICORRE QUEST'ANNO IL CENTENARIO DELLA NASCITA

Sabato 12 aprile 2025 presso il "Centro sociale occupato autogestito Valle Faul" (nell'attuale sede nel capannone ex-Cogema a Castel d'Asso) si e' svolto un incontro commemorativo di Alfio Pannega da parte di alcune delle molte persone che condivisero con lui l'esperienza del centro sociale di cui fu anima e simbolo.
L'incontro e' stato parte delle iniziative in ricordo di Alfio Pannega che si stanno svolgendo quest'anno a Viterbo in occasione del centenario della nascita. Alfio infatti nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, e a Viterbo e' deceduto il 30 aprile 2010.
Di Alfio Pannega sono state ricordate ancora una volta l'opera poetica, l'impegno morale e politico, la solidarieta' concreta, la capacita' di soccorrere e accogliere ogni persona bisognosa di aiuto, l'amore sapiente per l'intero mondo vivente, l'infinita generosita'.
Alfio Pannega e' stato per l'intera sua vita un militante antifascista, un militante del movimento operaio, un militante antirazzista, pacifista, ecologista, un amico della nonviolenza.
Le persone che hanno preso parte all'esperienza del "Centro sociale occupato autogestito Valle Faul" dalla sua testimonianza e dal suo esempio hanno appreso e fatto propri i valori della giustizia e della liberta', della responsabilita' e della misericordia, della fraternita' universale; hanno appreso e fatto proprio il dovere di opporsi ad ogni violenza e ad ogni menzogna, il dovere di rispettare ogni vita, aiutare ogni persona, condividere tutti i beni e tutto il bene; hanno appreso e fatto propria la gioia dell'umana dignita', della bellezza del mondo, l'esercizio virtuoso della memoria e della ragione; hanno appreso e fatto proprio il sentimento di universale benevolenza che di Alfio fu la caratteristica piu' profonda e luminosa.
All'incontro ha preso parte il presidente del comitato provinciale di Viterbo dell'"Associazione nazionale partigiani d'Italia" (Anpi), l'avvocato Enrico Mezzetti.
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Altre iniziative commemorative in programma nei prossimi giorni e nel corso dell'anno
1. Lunedi' 21 aprile presso il "Centro sociale occupato autogestito Valle Faul" (nell'attuale sede nel capannone ex-Cogema a Castel d'Asso) si terra' un incontro conviviale, in cui verra' ricordato Alfio Pannega e si dara' notizia delle prossime iniziative commemorative.
2. Il 25 aprile si terra' a Viterbo la consueta celebrazione della Resistenza e della Liberazione, con il corteo che da Porta Romana giungera' in piazza del Sacrario; dopo la celebrazione ufficiale con la partecipazione delle istituzioni la celebrazione prosegue per iniziativa dell'Anpi, e negli interventi vi sara' occasione di ricordare Alfio Pannega.
3. Domenica 27 aprile (e non piu' mercoledi' 30 aprile: cio' al fine di poter favorire la piu' ampia partecipazione come richiesto da piu' parti) con inizio alle ore 10,30 al cimitero di Viterbo si svolgera' una commemorazione pubblica di Alfio Pannega. Interverranno tra gli altri Pietro Benedetti, Sergio Insogna, Antonella Litta, Enrico Mezzetti, Antonello Ricci, i rappresentanti di varie associazioni culturali e d'impegno civile, amiche ad amici di Alfio che porteranno le loro testimonianze su lui e su sua madre Giovanna detta Caterina. Saranno anche letti messaggi scritti di altre amiche ed altri amici di Alfio Pannega impossibilitati ad essere presenti. Si confida altresi' nella personale partecipazione di rappresentanti delle istituzioni democratiche cittadine e provinciali.
4. Il 5 maggio per iniziativa del "Lyons Club" presso la sala del teatro della parrocchia del Murialdo a Viterbo si svolgera' una rappresentazione dello spettacolo teatrale di Pietro Benedetti, "Allora ero giovane pure io", ad Alfio Pannega dedicato.
5. L'8 maggio in piazzale Porsenna nel quartiere di Santa Barbara a Viterbo per iniziativa di "Viterbo con amore" e con l'attiva partecipazione di varie associazioni e di varie amiche e vari amici di Alfio si terra' l'intitolazione ad Alfio dell'"Emporio solidale" e una successiva commemorazione presso lo "Spazio giovani" adiacente; tra le persone partecipanti: Domenico Arruzzolo, Pietro Benedetti, Mauro Galeotti, Sergio Insogna, Antonella Litta, Enrico Mezzetti, Antonello Ricci.
6. Il 16 maggio per iniziative del "Tavolo per la pace" si svolgera' a Viterbo un convegno nazionale per la pace con la partecipazione di autorevolissime personalita'; nel corso del convegno e' previsto un ricordo di Alfio Pannega a cura di Pietro Benedetti.
7. Altre iniziative si terranno nei mesi successivi, sia a Viterbo che in altri centri dell'Italia centrale; un'iniziative di particolare rilevanza e' ovviamente prevista per il 21 settembre (dies natalis di Alfio Pannega).
Tra le molte iniziative che ci si ripromette di realizzare nel corso di quest'anno, segnaliamo in particolare le seguenti:
- Rappresentazione, particolarmente nelle scuole, dello spettacolo teatrale "Allora ero giovane pure io", ad Alfio Pannega dedicato.
- Raccolta e catalogazione della documentazione di e su Alfio Pannega (fotografie, registrazioni audio e video, manoscritti e memorabilia, testimonianze e omaggi) attualmente dispersa tra varie persone, associazioni ed istituzioni per costituire un "Archivio Alfio Pannega" di pubblica consultazione.
- Realizzazione di una mostra multimediale da esporre dapprima a Viterbo e poi anche altrove.
- Realizzazione di un concerto e/o di una festa popolare.
- Realizzazione di una pubblicazione che riprenda, consistentemente ampliandolo ed arricchendolo, il volume di e su Alfio Pannega gia' edito nel 2010.
- Realizzazione di iniziative commemorative nelle scuole, all'universita', nelle biblioteche e nei centri culturali, di aggregazione sociale e d'impegno civile.
- Realizzazione di un sito internet ad Alfio Pannega dedicato, e realizzazione altresi' di pagine web ad Alfio Pannega dedicate nei siti di varie associazioni ed istituzioni che siano interessate e disponibili ad ospitarne la memoria.
- Per il 21 settembre (centenario della nascita) realizzazione di una commemorazione pubblica preferenzialmente a Palazzo dei Priori (nella cui Sala Regia Alfio Pannega su invito del Comune tenne una indimenticabile "lectio magistralis" nel 2010).
- Collocazione di una lapide commemorativa sulla facciata della casa a ridosso di Porta Faul in cui Alfio visse a lungo.
- Intitolazione di un luogo pubblico ad Alfio Pannega (ad esempio in uno spazio ancora privo di denominazione specifica nell'area di Valle Faul).
- Realizzazione di una "Casa-museo Alfio Pannega" (in cui eventualmente potrebbe essere conservato anche l'"Archivio Alfio Pannega"), preferenzialmente nella casa a ridosso di Porta Faul in cui Alfio visse a lungo (o in uno degli altri edifici recentemente recuperati e ristrutturati siti in Valle Faul).
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Una minima notizia su Alfio Pannega
Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna a ridosso ed entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010, a cura di Antonello Ricci e Alfonso Prota): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.
Molte fotografie di Alfio scattate da Mario Onofri, artista visivo profondo e generoso compagno di lotte che gli fu amico e che anche lui ci ha lasciato anni fa, sono disperse tra vari amici di entrambi, ed altre ancora restano inedite nell'immenso, prezioso archivio fotografico di Mario, che tuttora attende curatela e pubblicazione.
Negli ultimi anni il regista ed attore Pietro Benedetti, che gli fu amico, ha sovente con forte empatia rappresentato - sulle scene teatrali, ma soprattutto nelle scuole e nelle piazze, nei luoghi di aggregazione sociale e di impegno politico, di memoria resistente all'ingiuria del tempo e alla violenza dei potenti - un monologo dal titolo "Allora ero giovane pure io" dalle memorie di Alfio ricavato, personalmente interpretandone e facendone cosi' rivivere drammaturgicamente la figura.
La proposta di costituire un "Archivio Alfio Pannega" per raccogliere, preservare e mettere a disposizione della collettivita' le tracce della sua vita e delle sue lotte, e' restata fin qui disattesa.
Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", ad esempio negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265 ed ancora i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" nn. 907-909, 1172, 1260, 1261, 1272, 1401, 1622-1624, 1763, 1971, 2108-2113, 2115, 2329, 2331, 2334-2335, 2476-2477, 2479, 2694, 2833, 3049, 3051-3052, 3369-3373, 3448, 3453, 3515-3517, 3725, 4089-4091, 4235-4236, 4452, 4455-4458, 4599-4601, 4819-4821, 4962-4965, 5184-5187, 5328, 5331, 5470, 5477, 5485, 5487, 5489, 5501-5503, 5505, 5507, 5513-5514, 5516-5518, 5523, 5526, 5528, 5530-5531, i fascicoli di "Coi piedi per terra" n. 546 e 548-552, e "Voci e volti della nonviolenza" nn. 687-691, 754-755, 881, il fascicolo di "Ogni vittima ha il volto di Abele" n. 170, i fascicoli di "Una persona, un voto" nn. 88-90, 206, 209, i fascicoli de "La domenica della nonviolenza" nn. 420 e 511, i fascicoli de "La nonviolenza contro il razzismo" nn. 202-206, 213, 437-438, 445-446, i fascicoli de "La biblioteca di Zorobabele" nn. 430-433.
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Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega
Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega proseguiamo nell'azione nonviolenta contro la guerra, contro la militarizzazione, contro il riarmo.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega proseguiamo nell'azione nonviolenta per soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega proseguiamo nell'azione nonviolenta in difesa di ogni essere vivente e dell'intero mondo vivente.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega proseguiamo nell'azione nonviolenta per la salvezza, la liberazione, il bene comune dell'umanita' intera.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Prendersi cura tutte e tutti di quest'unico mondo vivente, casa comune dell'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

2. MATERIALI. SERGIO CASALI: IL PENSIERO E LA CRITICA LETTERARIA FEMMINISTA (PARTE QUINTA)
[Riproponiamo ancora una volta la seguente dispensa predisposta dall'autore nell'aprile 2004 per il secondo semestre dell'anno accademico 2003/2004 del corso su "Femminismo, studi di genere e letteratura latina" che abbiamo ripreso dal sito www.uniroma2.it]

5. Temi femministi degli anni Settanta e Ottanta (II): la questione della violenza sessuale e della pornografia
Contenuto del capitolo
Altri due temi molto sentiti dalle femministe sono quelli della violenza sessuale, e quello, ad esso correlato, della pornografia. Vedremo alcune tappe essenziali del dibattito sull'argomento, dal libro di Susan Brownmiller sullo stupro (Contro la nostra volonta', 1975), alle polemiche sulla pornografia negli Stati Uniti e in Canada (Andrea Dworkin e Catherine MacKinnon).
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5. 1. Il problema della violenza sessuale: Susan Brownmiller
Il lavoro che ha dato il via al moderno dibattito sulla violenza sessuale e' il libro della giornalista e pensatrice Susan Brownmiller (1935), Against Our Will: Men, Women, and Rape, New York, Ballantine Books 1975 (trad. it. Contro la nostra volonta'. Uomini, donne e violenza sessuale, Bompiani, Milano 1976). Il libro e' diventato subito un successo internazionale ed e' stato tradotto in sedici lingue.Il senso del libro di Brownmiller e' racchiuso nel suo slogan tipicamente radicale secondo cui "Lo stupro e' un processo cosciente di intimidazione attraverso il quale tutti gli uomini tengono tutte le donne in uno stato di paura". Brownmiller parte dalla considerazione che lo stupro e' sconosciuto nel mondo animale, ed e' una pratica violenta tipica della specie umana. Essa e' nata nella preistoria, quando l'uomo, che per ragioni anatomiche e' una sorta di predatore sessuale per natura, ha scoperto di poter fare violenza alla donna nella sfera sessuale, anche tramite la semplice minaccia della penetrazione violenta. Tipica di una parte della riflessione femminista, ma non condivisa da tutte le femministe, e' l'idea che nello stupro conti piu' la motivazione della violenza "politica" e "morale" rispetto a quella specificamente sessuale.
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5. 2. Il dibattito sulla pornografia: Andrea Dworkin e Catherine MacKinnon
Collegato al tema dello stupro e' il dibattito sulla pornografia, in cui e' stata, ed e', impegnata la stessa Brownmiller.
I nomi piu' famosi nel movimento delle donne contro la pornografia ssono quelli della saggista e romanziera Andrea Dworkin e della giurista Catherine MacKinnon, che, nella convinzione che ogni forma di pornografia costituisca una violazione dei diritti civili delle donne e un'incitamento alla violenza sessuale contro di loro, si sono anche battute perche' la pornografia fosse proibita per legge nello stato del Minnesota (senza riuscirvi). Nel 1992 l'attivita' di lobbying di femministe canadesi ha invece ottenuto un provvedimento legale restrittivo in materia di pornografia in Canada. MacKinnon e' stata anche molto attiva nel campo della lotta contro le molestie sessuali nei luoghi di lavoro, ottenendo che nel 1986 la Corte Suprema degli Stati Uniti accettasse la sua teoria della molestia sessuale come forma di discriminazione sessuale.
La lotta anti-pornografia di Dworkin e MacKinnon, e di altre femministe, che hanno trovato scomodi alleati nei settori piu' conservatori dell'opinione pubblica americana, ha suscitato aspre polemiche negli Stati Uniti, provocando la reazione di altre femministe, contrarie alla limitazione della liberta' di espressione; tra queste, nomi noti come Friedan, Millett, Rich, insieme alla scrittrice Erica Jong, e alla maggioranza delle femministe lesbiche.
(Parte quinta - segue)

3. MATERIALI. SERGIO CASALI: IL PENSIERO E LA CRITICA LETTERARIA FEMMINISTA (PARTE SESTA)

6. La teoria della differenza nel femminismo francese (dal 1968 a oggi)
Contenuto del capitolo
In questo capitolo ci spostiamo dagli Stati Uniti alla Francia per seguire il movimento femminista francese, molto importante dal punto di vista della produzione teorica, a partire dal 1968. Passeremo in rassegna le tre figure principali del femminismo francese: sono Luce Irigaray (Speculum, 1974), Helene Cixous (teorica della "scrittura femminile"), e Julia Kristeva, psicolinguista e teorica della letteratura.
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6. 1. Il movimento delle donne in Francia
Anche in Francia la "seconda ondata" del femminismo si ha fra il 1968 e il 1970.
Le tre esponenti piu' famose a livello internazionale degli anni Settanta sono Luce Irigaray, Helene Cixous, e Julia Kristeva, tutte provenienti dal gruppo "rivoluzionario" Psyc-et-Po ("Psychanalise et Politique"), guidato da Antoinette Fouque. La caratteristica fondamentale di questa corrente del femminismo francese e' l'attenzione che mostra ai problemi del linguaggio, soprattutto per l'influenza importantissima del filosofo e teorico della decostruzione Jacques Derrida, i cui scritti vengono pubblicati a partire dal 1967. L'interesse per il linguaggio e la testualita' fa si' che questa corrente di pensiero sia particolarmente importante per lo sviluppo della critica letteraria femminista (par. 9. 5). Oltre a Derrida e alla decostruzione, un'altra influenza fondamentale e' quella di Jacques Lacan, i cui Scritti vengono pubblicati per la prima volta, dopo molti decenni di insegnamento, nel 1966, e di cui sia Irigaray che Kristeva sono allieve.
Il contributo teorico piu' importante di questo femminismo francese consiste nella compiuta elaborazione teorica di un concetto che abbiamo gia' visto piu' volte affacciarsi nello sviluppo del pensiero femminista, cioe' l'idea della "differenza" sessuale. L'alterita' della donna non viene piu' vista come luogo di mistificazione e discriminazione, ma come luogo dell'autocoscienza e della possibilita' di definizione di una specificita' femminile.
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6. 2. Luce Irigaray: teoria della differenza e critica del "fallogocentrismo"
La psicoanalista e filosofa Luce Irigaray e' nata in Belgio nei primi anni Trenta, e si e' spostata in Francia negli anni Sessanta. Nel libro Speculum. De l'autre femme (1974), trad. it. Speculum. L'altra donna, Feltrinelli, Milano 1975, che le costo' l'espulsione dall'Universita' di Vincennes, procede a una "fondazione" di una teoria della differenza sessuale attraverso una analisi critica di tipo decostruzionista prima della psicoanalisi (freudiana e lacaniana), e poi dell'intera tradizione filosofica occidentale, da Platone a Hegel. Lo "Speculum" del titolo fa riferimento allo specchio concavo con cui in ginecologia si guarda all'interno del corpo femminile, ed e' contrapposto allo "specchio" di Lacan (il suo famoso saggio sullo "Stadio dello specchio" e' del 1937, viene rivisto nel 1949, e reso noto al grande pubblico nel 1966), e richiama una immagine di Virginia Woolf, che criticava l'idea della donne come "specchio" in cui l'uomo vede riflessa la propria immagine ingrandita.
Una parola-chiave usata da Irigaray e' "fallogocentrismo", con cui viene chiamato il discorso dell'uomo, rivolto a se stesso, ed espressione del suo fallocentrismo.
Nei libri successivi, tutti tradotti in italiano (Irigaray intrattiene rapporti stretti con le femministe italiane, vedi par. 8. 3), Irigaray pone come compito della critica femminista quello di decostruire derridianamente il linguaggio di tutti i saperi umani, svelandone il fallocentrismo. Le donne devono costruire un "altro" linguaggio, portatore di valori femminili, devono parler femme, "parlare donna", come si dice "parlare francese".
Tutti i libri di Irigaray sono tradotti in italiano (molti ad opera di Luisa Muraro - par. 8. 3) presso vari editori, soprattutto Feltrinelli e Bollati Boringhieri.
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6. 3. Helene Cixous: la "scrittura femminile"
L'idea di un linguaggio specificamente femminile e' propria anche della saggista e poetessa Helene Cixous (1938), che produce ella stessa esempi creativi di ecriture feminine ("scrittura femminile"), che dovrebbe mostrare la "differenza linguistica" delle donne rispetto agli uomini. I due principali saggi in cui Cixous espone le sue idee sono Sorties e Le rire de la Meduse, entrambi del 1975 (del secondo vi e' una traduzione parziale in Baccolini et al. (1997) pp. 221-46). La tesi della necessita' di costruire un linguaggio "sessuato" al femminile non incontrera' consenso unanime tra le femministe (contraria e' per esempio Julia Kristeva).
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6. 4. Julia Kristeva
Julia Kristeva (1941), linguista, critica e teorica della letteratura, psicoanalista, romanziera, e' nata in Bulgaria nel 1941 e si e' trasferita a Parigi nel 1966, dove si lega al gruppo di intellettuali di estrema sinistra raccolto intorno alla rivista "Tel Quel", animato dal suo futuro marito Philippe Sollers. E' famosa nella storia delle teorie letterarie del Novecento anche per avere coniato il termine "intertestualita'" (in Semeiotike'. Recherches pour une semanalyse, Seuil, Paris 1969; trad. it. Semeiotike'. Ricerche per una semanalisi, Feltrinelli, Milano 1978), con cui intendeva il modo in cui tutti i "testi", intesi come sistemi di significazione, sono in interrelazione gli uni con gli altri (in seguito Kristeva ha abbandonato l'uso del termine quando si e' resa conto che gli altri lo stavano ormai usando in un senso diverso da quello in cui lei lo intendeva, "le sens banal de 'critique des sources' d'un texte"). La sua teorizzazione riguardo al soggetto femminile muove dalla distinzione lacaniana tra lo stadio materno dei segni e dell'immagine, e quello paterno dei simboli e del linguaggio. Kristeva intende rivalutare e privilegiare quello che chiama l'"ordine semiotico" della madre, che sarebbe proprio della fase pre-edipica, contro l'"ordine simbolico" del padre, proprio della fase successiva, in cui al figlio e alla figlia vengono imposti il linguaggio e le parole del padre (la Legge del Padre), che indicano loro i "ruoli" cui sono destinati per la loro "natura".
(Parte sesta - segue)

4. MATERIALI. SERGIO CASALI: IL PENSIERO E LA CRITICA LETTERARIA FEMMINISTA (PARTE SETTIMA)

7. Il femminismo nell'universita': la questione del soggetto e dell'identita' (dalla meta' degli anni Ottanta a oggi)
Contenuto del capitolo
Con gli anni Ottanta, la vitalita' del movimento femminista si affievolisce dal punto di vista dell'azione politica, ma resta forte dal punto di vista dell'elaborazione teorica. In area angloamericana il femminismo entra nelle universita', con la creazione di dipartimenti di "studi delle donne" e di "studi di genere". La riflessione femminista, molto influenzata anche negli Stati Uniti dalla "teoria francese" di ispirazione decostruzionista, si concentra sul problema del soggetto e dell'identita'. Tra le personalita' importanti vedremo Donna Haraway (teorica del cyberfemminismo), Teresa de Lauretis, Rosi Braidotti, Judith Butler. Il femminismo della differenza, con il suo incentrarsi sul concetto di un punto di vista straniato e marginale, stimola lo sviluppo di settori di studio che risentono fortemente dell'influsso femminista: studi condotti dal punto di vista di varie "minoranze", di genere sessuale (studi gay, lesbici, "queer") ed etniche (femminismo afromericano).
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7. 1. L'"accademizzazione" del femminismo
A partire dagli anni Ottanta, il femminismo entra in crisi come movimento di donne organizzate politicamente, come del resto accade a tutti i "movimenti" politici degli anni Sessanta e Settanta. L'elaborazione del pensiero e della teoria femminista, pero', non conosce crisi, e anzi si sviluppa e si diffonde sempre di piu' in molteplici campi del sapere (filosofia, storia, critica letteraria, sociologia), e in tutti i paesi avanzati (vedremo nella prossima unita' didattica il caso degli studi sulle letterature classiche). Nel mondo angloamericano il femminismo si "accademizza" rapidamente. Le femministe degli ultimi venti anni sono per lo piu' docenti universitarie, impegnate prevalentemente in un lavoro di ricerca di tipo accademico; nell'universita' entrano anche la maggior parte delle femministe radicali che abbiamo visto sopra (par. 3). In area angloamericana si diffondono, a livello universitario, gli "Women's Studies" e i "Gender Studies", cosi' come i campi correlati (in quanto ispirati sempre al valorizzamento delle potenzialita' conoscitive insite in una "differenza", sia etnica che di genere) dei "Gay" e "Lesbian Studies", dei "Queer Studies", dei "Cultural Studies", dei "Postcolonial Studies", del femminismo nero ed etnico. Le femministe piu' recenti non si dedicano piu' all'elaborazione di strumenti concettuali destinati ad essere usati nelle lotte politiche del movimento, come negli anni Settanta, ma si propongono di studiare e analizzare concetti filosofici fondamentali come quelli di "identita'", "soggettivita'", "sessualita'", "corporeita'". Le loro opere si fanno sempre piu' "difficili" e specialistiche, anche a causa dell'influenza crescente sia negli Stati Uniti che in Italia del pensiero decostruzionista (solitamente di non facile accesso), delle pensatrici francesi, a loro volta decostruzioniste, cui abbiano accennato sopra (Irigaray, Kristeva, Cixous), e dei filosofi, sempre francesi, del "postmoderno" (Deleuze, Lyotard, Baudrillard). L'opera di Michel Foucault, in particolare, e specialmente la sua Storia della sessualita' in tre volumi, avra' grande influenza sugli studi femministi e di genere rivolti all'antichita' classica, come vedremo nella prossima unita' didattica.
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7. 2. Donna Haraway e il cyber-femminismo
Un nome significativo delle tendenze recenti del femminismo e' quello di Donna Haraway. Biologa, e storica della biologia, insegna attualmente "History of Consciousness" ("Storia della coscienza") nel Dipartimento omonimo dell'University of California, Santa Cruz, dove e' collega di altre due femministe celebri, Angela Davis e Teresa de Lauretis (vedi sotto). E' diventata famosa con il saggio intitolato "Manifesto for Cyborgs: Science, Technology, and Socialist Feminism in the 1980's", in "Socialist Review" 80 (1985) pp. 65-108, ristampato in Simians, Cyborgs and Women: The Reinvention of Nature, New York, Routledge 1991, pp. 149-181. Il "cyborg" e' un individuo meta' macchina (cyb-), meta' organismo (-org), come il "Terminator" dei film di James Cameron. Partendo dall'idea di cyborg, creature presenti (per ora) molto piu' nella fantascienza che non nella realta', Haraway propone e prevede una ironica e giocosa utopia socialista-femminista, dove verranno a cadere, nella mescolanza di tecnologia e umanita', tutte le distinzioni di genere e di razza, e anche i confini tra umano e animale, tra mondo fisico e mondo informatico.
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7. 3. Teresa de Lauretis
Teresa de Lauretis, una delle pensatrici femministe piu' influenti sulla scena mondiale, e' nata e cresciuta in Italia. Dopo il dottorato in Lingue e letterature moderne alla Bocconi di Milano, si e' trasferita negli Usa, dove ha insegnato italiano, letterature comparate, "women's studies" e critica del cinema in varie universita'. Attualmente, come si e' detto sopra, insegna nel Dipartimento di Storia della coscienza all'University of California, Santa Cruz.
De Lauretis, esponente del femminismo lesbico, si propone, seguendo le idee delle lesbiche radicali francesi (come Helene Cixous), e sviluppando concetti di Irigaray, una demolizione teorica dei concetti di genere e di identita' sessuale. Importante nella sua elaborazione il concetto di "parodia", e del continuo cambiamento di ruolo che la parodia comporta. Nessuna identita' e' fissa e immutabile, ogni identita' e' parodia di un'altra, un "simulacro" di qualcosa che non esiste come dato di natura.
Un concetto di de Lauretis spesso citato e' quello delle "tecnologie di genere": il genere viene visto come un prodotto delle "tecnologie di genere", cioe' dei discorsi, delle istituzioni, delle narrazioni culturali, delle pratiche di rappresentazione visiva e verbale che ingenerano il soggetto donna.
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7. 4. "Queer Theory"
E' lei a coniare, nel 1990, l'espressione "queer theory". In inglese queer significa "strano, bizzarro, eccentrico", ed e' in origine un termine volgare e spregiativo per indicare l'omosessuale. Il termine, nel senso "positivo" attuale, era originariamente associato con i politici radical gay di ActUp, Outrage, e altri gruppi che si appropriarono della parola "queer" come di un marchio d'identita' che puntava in direzione di una politica separatista, non-assimilazionista. Nella teoria culturale, tuttavia, la "queer theory" si propone di sfidare le nozioni essenzialiste sia di eterosessualita' che di omosessualita', per mirare a una comprensione della sessualita' che metta in primo piano l'oltrepassare i confini, le ambivalenze, e le costruzioni culturali il cui cambiamento dipende dal contesto storico e sociale. "To queer" significa allora rendere strana e dissestata anche la sessualita' "normale", mettere in discussione l'eterossesualita' come norma socio-sessuale "naturale", e promuovere la nozione di "non-straightness" ("non-eterosessualita'").
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7. 5. Rosi Braidotti
Anche Rosi Braidotti, come Teresa de Lauretis, e' un'italiana che da molto tempo si e' trasferita all'estero, in Olanda, dove insegna all'Universita' di Utrecht.
Le sue due opere piu' importanti sono Patterns of Dissonance (1991), trad. it. Dissonanze. Le donne e la filosofia contemporanea, La Tartaruga, Milano 1994, in cui Braidotti compie una rivisitazione critica del pensiero poststrutturalista francese (Lacan, Derrida, Deleuze, Foucault), e The Nomadic Subject (1994), trad. it. Soggetto nomade. Femminismo e crisi della modernita', Donzelli, Roma 1995, in cui propone il concetto di filosofia femminista "nomadica". Braidotti elabora uno schema a tre livelli per capire la differenza sessuale.
Il primo livello e' quello delle differenze tra uomini e donne, e implica la critica alla falsa universalita' del sistema simbolico maschile, e, dal punto di vista politico, il rifiuto dell'emancipazionismo, in quanto a rischio di omologazione. Il secondo livello e' quello delle differenze tra donne, e implica la critica alla falsa unita' della categoria "donne", che e' invece incrinata da una molteplicita' di variabili sociali (la classe, l'etnia, l'orientamento sessuale). Il terzo livello, infine, e' quello delle differenze all'interno di ogni donna, per esempio tra il piano della soggettivita' conscia e quello delle identificazioni inconsce. L'invito di Braidotti e' a transitare, "nomadicamente", da un livello all'altro.
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7. 6. Judith Butler e la riflessione sul concetto di "corpo"
Centrale nelle opere di Braidotti e' la riflessione sul "corpo" della donna. Questo accento sul corpo e' condiviso anche da Judith Butler, una femminista lesbica che insegna all'University of California, Berkeley.
Le sue due opere principale sono Gender Trouble: Feminism and the Subversion of Identity, Routledge, New York-London 1990, e Bodies that matter (1993), trad. it. Corpi che contano. I limiti discorsivi del "sesso", Feltrinelli, Milano 1997. In questa seconda opera, Butler adotta una prospettiva tipicamente "queer". "Corpi che contano" sono quelli che "rispettano" i "codici" o "discorsi" di provenienza maschilista che prescrivono di "recitare" dei ruoli fissati. Chi non rispetta quei codici e' l'"abietto", il diverso, il "queer". Per Butler occorre provare a mettere in discussione quei codici, prendendo coscienza del loro carattere di "costruzioni" culturali, e adottando pratiche "drag", da travestiti, da attori teatrali che cambiano continuamente ruoli e abiti.
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7. 7. Il femminismo nero ed etnico
Nell'ambito del femminismo un ruolo importante di critica "interna" e' stato svolto non solo dalle lesbiche, ma anche dalle donne nere e di altre minoranze etniche, inizialmente marginalizzate da un movimento femminista che, oltre che eterosessuale, era anche decisamente bianco e medio-borghese. Tra le numerose voci di dissonanza rispetto al femminismo bianco ed eurocentrico ricordiamo Gayatri Spivak (indiana di nascita, trasferitasi negli Stati Uniti, traduttrice di Derrida in inglese, e importante critica letteraria di ispirazione marxista), le afroamericane bell hooks ("bell" come la madre, Rosa Bell Watkins, "hooks" come la nonna materna, Bell Blair Hooks; di lei si puo' leggere in italiano la raccolta di saggi Elogio del margine. Razza, sesso e mercato culturale, Feltrinelli, Milano 1998), Angela Davis (nota esponente della lotta antirazzista della fine degli anni Sessanta), e Barbara Smith; le latinoamericane Gloria Anzaldua e Rosario Morales.
(Parte settima - segue)

5. MATERIALI. SERGIO CASALI: IL PENSIERO E LA CRITICA LETTERARIA FEMMINISTA (PARTE OTTAVA)

8. La teoria della differenza nel femminismo italiano (dal 1968 a oggi)
Contenuto del capitolo
In questo capitolo ci rivolgeremo al movimento femminista in Italia, che fin dall'inizio degli anni Settanta fornisce importanti contributi allo sviluppo della riflessione teorica delle donne. Vedremo come il femminismo italiano si sviluppi intorno ad alcuni centri importanti, come la Libreria delle Donne di Milano e il gruppo Diotima di Verona. Vedremo, tra le personalita' piu' rappresentative, Carla Lonzi (Sputiamo su Hegel, 1971), e le teoriche della differenza Luisa Muraro e Adriana Cavarero.
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8. 1. Il movimento delle donne in Italia
In Italia il movimento femminista nasce e si sviluppa in parallelo ai movimenti nelle altre nazioni avanzate. Intorno al 1970, soprattuto a Roma e a Milano, nascono organizzazioni femministe, basate sui gruppi di autocoscienza, che saranno impegnate per un decennio nelle lotte per i diritti sociali, per l'aborto legalizzato e assistito, per il divorzio, per i servizi sociali garantiti, per le pari opportunita' nei luoghi di lavoro e in quelli istituzionali. Le donne fondano loro librerie, case editrici, archivi e centri di documentazione, riviste. Una ricca documentazione sul periodo degli anni Settanta-Ottanta e' raccolta nel volume Libreria delle Donne di Milano, Non credere di avere dei diritti, Rosenberg & Sellier, Milano 1987. Paola Bono (curatrice anche di Questioni di teoria femminista, La Tartaruga, Milano 1993) ha curato due raccolte sul femminismo italiano uscite in inglese: con Sandra Kemp, Italian Feminist Thought: A Reader (1991), e The Lonely Mirror: Italian Perspectives on Feminist Theory (1993).
L'elaborazione del pensiero femminista italiano si svolge soprattutto intorno alla "Libreria delle Donne" di Milano e al gruppo di pensatrici di Verona "Diotima" (dal nome della donna che nel Simposio platonico ispira a Socrate la teoria dell'amore come filosofia).
Tra le riviste del femminismo italiano ricordiamo "dwf donnawomanfemme" (dal 1975) fondata e diretta per i primi 4 fascicoli da Ida Magli; "Memoria" (1981-1988); "Sophia" (dal 1996).
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8. 2. Carla Lonzi
Carla Lonzi (1931-1982) e' una figura chiave del primo femminismo italiano, la prima a insistere sulla differenza sessuale e sull'affermazione delle potenzialita' positive della sessualita' e dei valori della donna in contrapposizione a quegli dell'uomo. E' autrice di due saggi: "Sputiamo su Hegel" (1970), e "La donna clitoridea e la donna vaginale" (1971), quest'ultimo consonante con il famoso saggio di Anne Koedt su "Il mito dell'orgasmo vaginale" (1970). I due articoli sono poi usciti in Sputiamo su Hegel, La donna clitoridea e la donna vaginale, e altri scritti, Scritti di Rivolta Femminile, Milano 1977.
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8. 3. Il gruppo "Diotima": Luisa Muraro e Adriana Cavarero
"Diotima" e' una comunita' filosofica di donne con sede a Verona. Tra i suoi membri si segnalano in particolare Luisa Muraro (1940) e Adriana Cavarero (1947).
Luisa Muraro, anche animatrice della Libreria delle Donne di Milano, e' stata tra le prime a introdurre in Italia la filosofia francese della differenza. La sua opera e' particolarmente vicina al pensiero di Julia Kristeva, e in particolare di Luce Irigaray, la cui opera fa conoscere in Italia. Tra i suoi contributi si segnala il libro L'ordine simbolico della madre, Editori Riuniti, Roma 1991, che gia' nel titolo suggerisce un'impostazione analoga a quella di Kristeva (par. 6. 4). Una proposta di Muraro che ha sollevato discussioni e critiche e' la pratica dell'"affidamento", in cui una donna "debole" si affida a una donna "forte" per essere avviata e sostenuta nel suo itinerario di liberazione e affermazione della differenza sessuale.
Adriana Cavarero (che si e' distaccata da Diotima nel 1991) si e' occupata della differenza nel linguaggio ("Per una teoria della differenza sessuale", nel volume collettivo Diotima. Il pensiero della differenza sessuale, La Tartaruga, Milano 1987), e in seguito ha esplorato dal punto di vista delle differenza varie opere della tradizione filosofica e letteraria (Nonostante Platone, Editori Riuniti, Roma 1990; Tu che mi guardi, tu che mi racconti, Feltrinelli, Milano 1997).
(Parte ottava - segue)

6. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

7. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Raoul Vaneigem, Ai viventi, Nautilus, Torino 1998, pp. 174.
- Raoul Vaneigem, La scuola e' vostra, Marco Tropea Editore, Milano 1996, pp. 96.
- Raoul Vaneigem, Trattato di saper vivere, Vallecchi, Firenze 1973, Massari Editore, Bolsena (Vt) 2004, pp. 336.

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

9. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5534 del 13 aprile 2025
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
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