[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
[Nonviolenza] Telegrammi. 5528
- Subject: [Nonviolenza] Telegrammi. 5528
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Sun, 6 Apr 2025 13:56:27 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5528 del 7 aprile 2025
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Un invito per sabato 12 aprile e qualche notizia. Per il centenario di Alfio Pannega, contro tutte le guerre e le uccisioni
2. Maria G. Di Rienzo (a cura di): Manuale per l'azione diretta nonviolenta (parte prima)
3. Segnalazioni librarie
4. La "Carta" del Movimento Nonviolento
5. Per saperne di piu'
1. INIZIATIVE. UN INVITO PER SABATO 12 APRILE E QUALCHE NOTIZIA. PER IL CENTENARIO DI ALFIO PANNEGA, CONTRO TUTTE LE GUERRE E LE UCCISIONI
Carissime e carissimi,
e' opportuno vederci per preparare al meglio le prossime iniziative in ricordo di Alfio Pannega, in particolare la prima in ordine di tempo: la commemorazione al cimitero di Viterbo il 30 aprile (anniversario della scomparsa).
Vediamoci, se possibile, al "centro sociale occupato autogestito Valle Faul" (attualmente nel capannone ex-Cogema, a Castel d'Asso) sabato 12 aprile dalle ore 13 alle ore 15.
*
Aggiungo in questa lettera anche una serie di notizie e di proposte (alcune nuove, altre ripetute) in guisa di promemoria; le numero per maggior chiarezza e per poterne ragionare piu' agevolmente.
*
Aggiungo anche la cosa per me piu' importante: chi vuole ricordare Alfio deve proseguirne la lotta nonviolenta contro tutte le guerre e le uccisioni, contro tutte le violenze e le oppressioni, contro il razzismo e contro il maschilismo, per l'eguaglianza di dignita' e diritti di tutti gli esseri umani, per la condivisione fra tutte e tutti di tutto il bene e tutti i beni, per la solidarieta' concreta che ogni essere umano riconosce e raggiunge e difende e sostiene, per la difesa di ogni essere vivente e dell'intero mondo vivente, quest'unico mondo vivente di cui tutte e tutti siamo parte e custodi.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio opponiamoci a tutte le guerre, a tutte le stragi, a tutte le uccisioni.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio opponiamoci a tutte le armi e a tutte le organizzazioni armate: le armi sempre e solo servono per uccidere.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio costruiamo fin d'ora la societa' nonviolenta ecoequosolidale che l'intera famiglia umana comprende e nessuno esclude.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio inveriamo nel nostro agire i principi della liberta' e della responsabilita', dell'eguaglianza di diritti nel rispetto delle diversita', della fraternita' e della sorellanza; valga la regola aurea: "agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te".
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
* * *
1. Tre iniziative gia' in programma
1.1. La commemorazione di Alfio il 30 aprile al cimitero di Viterbo
Il 30 aprile si dovrebbe fare la commemorazione di Alfio al cimitero.
Credo che sia opportuno che Pietro Benedetti e Antonello Ricci insieme ad Antonella Litta predispongano un programma di massima, inclusivo dei loro interventi, dell'intervento di apertura di Enrico Mezzetti, dell'intervento di un rappresentante del Comune (se possibile), di interventi di rappresentanti di varie associazioni e di testimonianze delle persone che ad Alfio sono state piu' vicine (particolarmente quelle che con lui nei suoi ultimi vent'anni di vita hanno condiviso l'esperienza del "Centro sociale occupato autogestito Valle Faul").
Una buona notizia che e' anche un incoraggiamento per tutte e tutti: Luciano ha scritto un suo ricordo di Alfio da leggere in quella occasione.
*
1.2. Lo spettacolo di Pietro Benedetti, "Allora ero giovane pure io", il 5 maggio al teatro del Murialdo
Il 5 maggio per iniziativa del "Lyons Club" presso la sala del teatro della parrocchia del Murialdo verra' rappresentato lo spettacolo teatrale di Pietro Benedetti ad Alfio dedicato, "Allora ero giovane pure io".
*
1.3. L'intitolazione ad Alfio dell'emporio solidale l'8 maggio in piazzale Porsenna a Santa Barbara
L'8 maggio per iniziativa di "Viterbo con amore" verra' intitolato ad Alfio l'emporio solidale in piazzale Porsenna nel quartiere di Santa Barbara.
Lunedi' mattina alcune e alcuni di noi si incontreranno per definire gli ultimi dettagli: in linea di massima la mattina dell'8 maggio ci sara' l'intitolazione vera e propria dell'emporio solidale; il pomeriggio dell'8 maggio presso lo "Spazio giovani" (adiacente all'emporio solidale) una piu' ampia ed approfondita iniziativa di commemorazione.
*
1.4. Et coetera
Di altre iniziative non siamo attualmente a conoscenza con certezza, ma sappiamo che altri incontri in memoria di Alfio nel mese di aprile e di maggio e' probabile che ci saranno: preghiamo chi ne e' a conoscenza di far circolare l'informazione.
***
2. Rapporti con le istituzioni e gli enti pubblici locali
2.1. Positivo e fruttuoso incontro con l'Amministrazione comunale di Viterbo
Come ricorderete, si e' gia' svolto un incontro tra una delegazione delle persone amiche di Alfio e l'assessora Katia Scardozzi in rappresentanza dell'Amministrazione comunale di Viterbo.
Successivamente il presidente dell'Anpi di Viterbo, Enrico Mezzetti, ha inviato la richiesta di patrocinio per le prime iniziative.
Si e' avviata una positiva interlocuzione che sicuramente dara' buoni frutti.
Ovviamente serviranno ulteriori incontri.
*
2.2. Organizzare incontri con altre istituzioni locali ed enti pubblici culturali, educativi, di animazione e promozione sociale
Occorre promuovere ulteriori incontri con altri enti pubblici per altre iniziative commemorative:
- sicuramente con la Provincia di Viterbo;
- sicuramente con il Consorzio biblioteche di Viterbo;
- sicuramente con le scuole;
- sicuramente con l'universita';
- ma anche con altri enti culturali, educativi, di animazione e promozione sociale.
Senza fretta, ma e' bene cominciare a pensarci e a lavorarci; c'e' qualcuna o qualcuno tra noi che vorrebbe occuparsene?
***
3. Altre occasioni per ricordare Alfio tra il 25 aprile e il primo maggio
3.1. Verso il 25 aprile
L'Anpi potrebbe inserire il ricordo di Alfio (attraverso lo spettacolo teatrale di Pietro Benedetti, ed in altre forme ancora) all'interno delle varie iniziative che realizzera' nell'intera provincia.
Idem l'Arci.
*
3.2. Verso il primo maggio
Le organizzazioni sindacali dei lavoratori potrebbero inserire il ricordo di Alfio (attraverso lo spettacolo teatrale di Pietro Benedetti, ed in altre forme ancora) all'interno delle varie iniziative che realizzeranno nell'intera provincia.
***
4. Una preghiera ai fini di migliorare ed estendere fin d'ora la comunicazione
Chi manda questa lettera ha l'indirizzo di posta elettronica solo di alcune delle persone effettualmente o potenzialmente interessate; chi e' in contatto con altre persone interessate le informi e - se possibile e se desiderato - mi invii o mi faccia inviare il loro indirizzo di posta elettronica per aggiungerlo a quelli cui invio questa lettera.
***
5. Richiesta di testimonianze e interventi in ricordo di Alfio
5.1. A chi lo ha conosciuto rinnoviamo la richiesta di testimonianze e interventi in ricordo di Alfio.
*
5.2. Particolarmente ad artisti, musicisti, poeti, scrittori, ricercatori, storici locali, docenti, chiediamo di mettere a disposizione eventuali loro interventi o lavori precedenti, ovvero di realizzare opere ex novo ad Alfio dedicate.
***
6. Preghiera di iscriversi al gruppo su WhatsApp
Antonella Litta ha creato un gruppo su WhatsApp cui per il momento sono iscritte le persone che hanno partecipato all'incontro con l'Amministrazione comunale; sarebbe bene che tutte le persone interessate al centenario di Alfio si iscrivessero.
***
7. Proposta di predisporre una o piu' mailing list
7.1. Per chi non usa il telefonino ed e' "tecnologicamente arretrato" come il sottoscritto, la posta elettronica e' forse ancora il mezzo migliore per restare in contatto e far circolare rapidamente le informazioni.
Ergo: predisponiamo una mailing list (cfr. anche il precedente punto 4).
*
7.2. Potrebbe inoltre essere utile fare alcuni account per diversificare e precisare i messaggi e gli interlocutori; ad esempio:
a) fare un account centenariodiAlfio per la mailing list delle persone interessate e per inviare i comunicati stampa ai mezzi d'informazione; c'e' qualcuna o qualcuno tra noi che vorrebbe occuparsene?
b) fare un account Anpiperalfio, da gestire da qualcuno dell'Anpi, che puo' servire per diffondere i comunicati specifici dell'Anpi per commemorare Alfio; c'e' qualcuna o qualcuno tra noi che vorrebbe occuparsene?
c) fare un account csoaperalfio, da gestire da qualcuno che all'esperienza del centro sociale ha preso parte, che puo' servire per i messaggi tra le persone amiche del centro sociale; c'e' qualcuna o qualcuno tra noi che vorrebbe occuparsene?
***
8. Sito web e altre forme di comunicazione "social"
8.1. Realizzare pagine web ospitate in siti amici
Chiediamo a tutti gli amici di Alfio (sia persone che associazioni) che hanno un sito web, se possono e vogliono ospitare una pagina dedicata ad Alfio.
*
8.2. Sito dedicato
Ovviamente e' opportuno realizzare al piu' presto un sito web specificamente ad Alfio dedicato.
*
8.3. Si potrebbe anche realizzare un profilo dedicato su Facebook: c'e' qualcuna o qualcuno tra noi che vorrebbe occuparsene?
*
8.4. Instagram: c'e' qualcuna o qualcuno tra noi che vorrebbe occuparsene?
*
8.5. X (ex-twitter): c'e' qualcuna o qualcuno tra noi che vorrebbe occuparsene?
*
8.6. altri social: c'e' qualcuna o qualcuno tra noi che vorrebbe occuparsene?
***
9. Alcuni punti di riferimento fondamentali e come contattarli
- Antonella Litta e l'Associazione medici per l'ambiente - Isde: antonella.litta at gmail.com, isde.viterbo at gmail.com,
- Antonello Ricci: antonello.ricci.viterbo at gmail.com,
- Davide Ghaleb: info at ghaleb.it,
- Domenico Arruzzolo, Sergio Insogna e "Viterbo con amore": arruzzolo.domenico at libero.it, insergio55 at gmail.com, vtamore.spaziogiovani at gmail.com, info at viterboconamore.it, emporiosolidaleicare at gmail.com,
- Enrico Mezzetti e il comitato provinciale dell'Anpi: mezzettienrico at libero.it, Viterbo.provinciale at anpi.it,
- Francesco Galli: francescogallistudio at gmail.com,
- Paolo Arena: posta.paolo.arena at gmail.com, oloap.anera at gmail.com,
- Peppe Sini: centropacevt at gmail.com, crpviterbo at yahoo.it,
- Pietro Benedetti: benedetti.debenedetti at gmail.com,
***
10. Valorizzare e sostenere lo spettacolo teatrale di Pietro Benedetti "Allora ero giovane pure io", principale risorsa di cui attualmente disponiamo
10.1. La principale risorsa di cui attualmente disponiamo per far conoscere e ricordare Alfio e' lo spettacolo di Pietro Benedetti.
Proponiamo a tutti i nostri interlocutori di promuoverne la rappresentazione ovunque possibile.
10.2. Per il relativo crowdfunding avvieremo una riflessione e un'iniziativa specifica.
***
11. Raccolta della documentazione per l'"Archivio Alfio Pannega"
Per la raccolta e la catalogazione della documentazione (e l'avvio della costituzione dell'"Archivio Alfio Pannega") mettersi in contatto con Paolo Arena, che fa da punto di riferimento.
***
12. Predisposizione della mostra multimediale su Alfio
12.1. Per la predisposizione della mostra multimediale mettersi in contatto con Paolo Arena e con Francesco Galli, che fanno da punto di riferimento.
*
12.2. Per il relativo crowdfunding avvieremo una riflessione e un'iniziativa specifica.
***
13. Realizzazione della nuova edizione ampliata del libro di e su Alfio
13.1. Per la realizzazione della nuova edizione ampliata del libro di e su Alfio il punto di riferimento e' Antonello Pannega
*
13.2. per il relativo crowdfunding ha dato la disponibilita' ad esserne punto di riferimento Davide Ghaleb, il benemerito editore della prima edizione.
***
14. Una minima nota sulla questione del crowdfunding
14.1. Per i costi delle principali iniziative e' bene attrezzarci attraverso il contributo volontario delle persone e delle associazioni interessate. E' anche questa una buona pratica di autogestione, alla scuola di Alfio.
*
14.2. Se poi decideremo di chiedere, e se vi saranno, contributi di istituzioni e fondazioni, allora tanto meglio; ma per ora la cosa migliore e' contare solo sulle nostre forze.
***
15. Segnalazione di altre iniziative, sia da parte di alcune e alcuni di noi, sia da parte di altri soggetti
15.1. per quanto e' a nostra conoscenza:
- Antonella Litta ha parlato di Alfio in alcuni incontri che ha tenuto come "Associazione medici per l'ambiente";
- Paolo Arena e il sottoscritto abbiamo parlato di Alfio in alcuni incontri e conversazioni a Viterbo e a Vetralla.
*
15.2. Sollecitiamo tutte le persone e le associazioni interessate a promuovere autonomamente iniziative di ricordo di Alfio; mettendoci a disposizione se richiesto.
*
15.3. Ed in particolare sollecitiamo anche scuole, universita', biblioteche, circoli culturali e d'impegno culturale, sociale e civile.
***
16. Un'insistenza su alcuni criteri per le commemorazioni
16.1. La memoria di Alfio e' un bene comune; nessuno ne ha l'esclusiva, ma tutti sono tenuti al rispetto della sua persona, dei suoi affetti, delle sue idee e delle sue scelte esistenziali, morali e politiche.
*
16.2. Pertanto apprezziamo e sosteniamo la pluralita' e la diversita' delle iniziative e delle testimonianze. Nella sincerita' degli intenti e nel rispetto della verita'.
***
17. Alcune altre cose che sarebbe utile fare
17.1. cercare nel web testi, foto e testimonianze varie, se possibile farne copia ed inoltrarla a Paolo Arena che cura la raccolta della documentazione; chi effettua questa ricerca potrebbe anche cominciare a catalogare il materiale reperito sul web, con descrizione e link; c'e' qualcuna o qualcuno tra noi che vorrebbe occuparsene?
*
17.2. Contattare fotografi, videomaker e collezionisti che ancora non abbiamo raggiunto per chiedere loro se hanno foto o video di Alfio; c'e' qualcuna o qualcuno tra noi che vorrebbe occuparsene?
*
17.3. Idem contattare poeti, scrittori, artisti, musicisti che hanno avuto rapporti con Alfio; c'e' qualcuna o qualcuno tra noi che vorrebbe occuparsene?
*
17.4. Idem contattare ricercatori, studiosi di storia locale e persone che hanno scritto su Alfio e su sua madre Caterina (Giovanna); c'e' qualcuna o qualcuno tra noi che vorrebbe occuparsene?
Cogliamo l'occasione per ricordare ancora una volta che la madre di Alfio era chiamata Caterina dalle tante persone che la conoscevano, la rispettavano e la stimavano; mentre il nomignolo col peggiorativo ("-accia") era un insulto che le rivolgevano fascisti, ipocriti e oppressori; insulto che offendeva Alfio e offende ancora le persone che di Alfio sono state amiche e compagne di lotte (anche contro la violenza maschilista, di cui l'insulto a Caterina ovvero Giovanna Pannega era una delle espressioni).
*
17.5. Idem contattare persone che hanno fatto spettacoli al centro sociale con la partecipazione di Alfio (ad esempio i poeti a braccio maremmani); c'e' qualcuna o qualcuno tra noi che vorrebbe occuparsene?
*
17.6. Idem verificare in archivi, biblioteche ed emeroteche per fonti a stampa (eventualmente chiedendo ai mezzi d'informazione locali il permesso di consultare preso le loro sedi le annate delle loro pubblicazioni a stampa); c'e' qualcuna o qualcuno tra noi che vorrebbe occuparsene?
***
Ci vediamo al centro sociale sabato 12 aprile.
Un abbraccio a tutte e tutti,
Peppe
Vetralla, 6 aprile 2025
Mittente: e-mail: centropacevt at gmail.com, crpviterbo at yahoo.it
* * *
Allegato. Una minima notizia su Alfio Pannega
Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna a ridosso ed entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010, a cura di Antonello Ricci e Alfonso Prota): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.
Molte fotografie di Alfio scattate da Mario Onofri, artista visivo profondo e generoso compagno di lotte che gli fu amico e che anche lui ci ha lasciato anni fa, sono disperse tra vari amici di entrambi, ed altre ancora restano inedite nell'immenso, prezioso archivio fotografico di Mario, che tuttora attende curatela e pubblicazione.
Negli ultimi anni il regista ed attore Pietro Benedetti, che gli fu amico, ha sovente con forte empatia rappresentato - sulle scene teatrali, ma soprattutto nelle scuole e nelle piazze, nei luoghi di aggregazione sociale e di impegno politico, di memoria resistente all'ingiuria del tempo e alla violenza dei potenti - un monologo dal titolo "Allora ero giovane pure io" dalle memorie di Alfio ricavato, personalmente interpretandone e facendone cosi' rivivere drammaturgicamente la figura.
La proposta di costituire un "Archivio Alfio Pannega" per raccogliere, preservare e mettere a disposizione della collettivita' le tracce della sua vita e delle sue lotte, e' restata fin qui disattesa.
Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", ad esempio negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265 ed ancora i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" nn. 907-909, 1172, 1260, 1261, 1272, 1401, 1622-1624, 1763, 1971, 2108-2113, 2115, 2329, 2331, 2334-2335, 2476-2477, 2479, 2694, 2833, 3049, 3051-3052, 3369-3373, 3448, 3453, 3515-3517, 3725, 4089-4091, 4235-4236, 4452, 4455-4458, 4599-4601, 4819-4821, 4962-4965, 5184-5187, 5328, 5331, 5470, 5477, 5485, 5487, 5489, 5501-5503, 5505, 5507, 5513-5514, 5516-5518, 5523, 5526, i fascicoli di "Coi piedi per terra" n. 546 e 548-552, e "Voci e volti della nonviolenza" nn. 687-691, 754-755, 881, il fascicolo di "Ogni vittima ha il volto di Abele" n. 170, i fascicoli di "Una persona, un voto" nn. 88-90, 206, 209, i fascicoli de "La domenica della nonviolenza" nn. 420 e 511, i fascicoli de "La nonviolenza contro il razzismo" nn. 202-206, 213, 437-438, 445-446, i fascicoli de "La biblioteca di Zorobabele" nn. 430-433.
2. STRUMENTI. MARIA G. DI RIENZO (A CURA DI): MANUALE PER L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA (PARTE PRIMA)
[Riproponiamo questo manuale curato da Maria G. Di Rienzo che ha avuto ampia circolazione nello scorso decennio nei movimenti ecologisti, femministi, nonviolenti.
Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici di questo foglio; prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, narratrice, regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica dell'Universita' di Sydney (Australia); e' impegnata nel movimento delle donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei diritti umani, per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Maria G. Di Rienzo: con Monica Lanfranco (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003; con Monica Lanfranco (a cura di), Senza velo. Donne nell'islam contro l'integralismo, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2005; (a cura di), Voci dalla rete. Come le donne stanno cambiando il mondo, Forum, Udine 2011. Cfr. il suo blog lunanuvola.wordpress.com Un piu' ampio profilo di Maria G. Di Rienzo in forma di intervista e' in "Notizie minime della nonviolenza" n. 81; si veda anche l'intervista in "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 250, e quella nei "Telegrammi" n. 425]
Introduzione
La nonviolenza, come disse Gandhi, e' vecchia come le montagne. Questa parola viene usata in tutto il mondo per tradurre concettualmente il termine "ahimsa", una parola in sanscrito che significa letteralmente "non nuocere". La radice del termine e' "hins", ovvera la "forma desiderante" di "han" che significa ammazzare, uccidere o danneggiare. Percio' "hins" implica il desiderio di uccidere, ferire o distruggere. La "a" iniziale e' una negativa, percio' "ahimsa" ha il piu' vasto significato di non avere alcun desiderio, intenzione o volonta' di uccidere, ferire e distruggere.
*
Fra sottomissione e rappresaglia
Il modo dell'azione nonviolenta si puo' descrivere come una "terza via", un'alternativa fra il sottomettersi alle ingiustizie e la reazione violenta contro di esse. Molta gente non riesce a vedere che le due alternative piu' comuni: o accettano passivamente la situazione ingiusta, o si preparano ad usare la violenza per difendere i loro diritti. Sfortunatamente, chi usa questo secondo modo, spesso non e' in grado di controllarlo o di fare in modo che non opprima altri. La giustizia raramente si ottiene basandosi su chi dei contendenti ha l'esercito piu' forte e capace di uccidere e distruggere gli oppositori. Dall'altro lato, chi si sottomette a cio' che e' forzato ad accettare viene considerato debole e codardo nel mentre soffre l'oppressione della violenza.
La terza via da' modo anche a coloro che sono pochi o hanno scarse risorse materiali di ergersi per i loro diritti, con forza morale e dignita'. Non c'e' bisogno di essere grandi e grossi o forzuti per usare l'azione nonviolenta. I piu' anziani e i giovanissimi, le donne, persino i portatori di handicap sono efficaci nell'uso dell'azione nonviolenta quanto i giovani uomini fisicamente prestanti.
Il potere della nonviolenza viene dalle qualita' spirituali dell'amore, della comprensione, dell'abilita' comunicativa, del coraggio, e della perseveranza.
La sottomissione, l'accettazione, la passivita' non alleviano l'oppressione e l'ingiustizia, la reazione violenta incoraggia il crescere della violenza e della repressione.
Il modo nonviolento e' un'apertura, un ascolto, un considerare l'intero mondo la propria famiglia: considerare i diversi punti di vista significa scoprire che le differenze non sono disarmonie, se ci trattiamo l'un l'altro con amore e rispetto. Noi agiamo in questo modo verso i nostri amici ed alleati, ma anche verso i nostri oppositori o i nostri critici: perche' sono esseri umani come noi e abbiamo la necessita' di capirli ancor piu' di quelli che sono d'accordo con noi.
Apertura significa anche trasparenza. Non tentiamo di tener nulla nascosto, ne' di trarre vantaggio dall'ignoranza altrui. Siamo disponibili alla comunicazione, alla relazione, alla cooperazione; esaminiamo tutti i punti di vista, ma ci atteniamo nella scelta alla nostra visione: non accettiamo tutti i concetti o tutte le attitudini, non cooperiamo con cio' che provoca dolore e ingiustizia, ma siamo sempre disponibili a discutere.
*
Una comunicazione onesta
Gandhi uso' il termine "satyagraha" per descrivere le modalita' dell'attivismo nonviolento. La parola "satya" significa "verita'" e deriva da "sat" che ha lo stesso significato nel senso di "essere", "realta'" o "esistenza". La parola "agraha" significa aggrapparsi fermamente a qualcosa. Percio' "satyagraha" vuol dire: attenersi fermamente alla verita'. Al di la' delle convinzioni religiose o dei credo filosofici, ideologici o spirituali che una persona puo' avere o non avere, questo modo implica il dedicarsi alla verita' e all'onesta' nelle relazioni umane. Noi esseri umani abbiamo il grande dono del linguaggio attraverso il quale comunichiamo simbolicamente, oltre a comunicare direttamente con le nostre azioni. Poiche' il linguaggio e' un'astrazione simbolica riferita ad oggetti, relazioni e concetti, le parole possono essere piu' o meno accurate nel tentativo di descrivere la realta'. Il linguaggio puo' essere erroneo e le persone possono mentire. La menzogna e' una sottile forma di violenza, giacche' mostra scarso rispetto per gli altri o paura della realta'. Separarci dalla verita' significa separarci dalla realta'. Per essere onesti con noi stessi dobbiamo esserlo con gli altri. E' veramente gentilezza non dire ad altre persone quel che si pensa e permettere al risentimento e al rancore di crescere nel silenzio, finche' esploderanno in allontanamento o litigio? Il metodo nonviolento ha il coraggio di confrontarsi con la realta', con cio' che accade, di modo da poter lavorare con tutti gli attori sulla scena per risolvere il conflitto. I nostri sentimenti, le nostre sensazioni, sono in grado di dirci molto su come vanno le cose e comunicandoli saremo maggiormente in grado di maneggiare le diverse situazioni nel modo migliore: questo non significa che rovesceremo sugli altri tutti i nostri problemi personali senza alcun discernimento. La comunicazione migliore, quella a cui tendiamo, e' chiara, aperta ed onesta. Anche quando, come gruppo, comunichiamo verso l'esterno, e' necessario che le nostre parole siano accurate e chiare: la credibilita' del nostro movimento, e la buona riuscita dell'azione nonviolenta, dipendono dalla fiducia che le persone a cui ci rivolgiamo possono avere in noi. La fiducia che non stiamo mentendo loro, ad esempio. Questa e' una differenza sostanziale rispetto al metodo "militarizzato" che la comunicazione usa di solito basato sulla segretezza, sulla menzogna, sull'adesione acritica all'ordine dall'alto o al parere del cosiddetto esperto.
Noi siamo anche molto attente e attenti a non implicare nelle nostre comunicazioni un senso di superiorita', ovvero che ci sentiamo "migliori" solo perche' abbiamo delle critiche da fare a situazioni ed azioni. Tutti facciamo errori. Suggeriamo pero' pacificamente a chi riteniamo in errore di considerare la possibilita' di un cambiamento, presentando delle alternative chiare.
*
Una coraggiosa compassione
Si dice che il metodo dell'azione nonviolenta sia debole e passivo, o che rifiuti il conflitto. Al contrario, l'azione nonviolenta nomina ed apre e gestisce i conflitti. Certamente, non e' un metodo per i codardi. Prendere parte ad un'azione diretta nonviolenta richiede coraggio, un coraggio che non ha bisogno ne' desiderio di armi e scudi. Un coraggio che cammina con dignita' e senza timore nel conflitto, che sfida l'ingiustizia e lavora con forza per il cambiamento. Un coraggio disposto ad assumere su di se' dolore o situazioni spiacevoli, ma non disposto ad infliggerli ad altri. Amore e fiducia, non odio e paura, sono cio' che definisce il coraggio. La parola "coraggio" deriva da "cuore": noi abbiamo cuore sufficiente da confrontarci con i nostri oppositori, credendo fermamente in un processo umano e nonviolento di riconcilazione.
E' la compassione a darci cuore. La compassione e' amore empatico, e' "sentire insieme", nella gioia e nel dolore; un sentimento non solo capace di sintonizzarsi con i sentimenti altrui, ma anche saggio e coraggioso abbastanza da tradursi in azione. La compassione nasce da un sentimento di unita' che ha l'effetto di espandere i nostri cuori: qualsiasi sia la campagna, lo scopo, a cui dedicate le vostre energie, la fame nel mondo, la tutela dell'ambiente, il cercare un'economia di giustizia, la scintilla del vostro agire si e' accesa a partire da questo sentimento. Voi vi siete dette che era vostra responsabilita' fare qualcosa per arrestare il dolore altrui. E' stata la compassione, ovvero il sentirvi parte del sentire altrui, a suggerirvi che si potrebbe vivere in armonia maggiore con la terra e fra noi esseri umani.
*
Una persistente pazienza
Un'altra qualita' rivoluzionaria dell'azione nonviolenta e' la pazienza. Una pazienza persistente, la capacita' di non abbandonare la scena in cui abbiamo scelto di agire, e di procedere in maniera calma ed intelligente. Quando siamo coinvolte nell'azione, spesso le nostre emozioni sono in primo piano: dobbiamo fare molta attenzione ad agire in maniera avvertita, dopo aver riflettuto su quanto vogliamo fare e sulle conseguenze delle nostre azioni. La pazienza persistente ci da' il tempo di pensare, di progettare, di proiettare l'azione nel futuro valutandone le conseguenze. E' meglio aspettare e perdere magari una piccola opportunita', piuttosto che muoversi in modo sconnesso e impreparato, rendendo l'azione inefficace. Nuove opportunita' ci si presenteranno comunque. Se abbiamo il tempo di riflettere sulla situazione e sul modo migliore di maneggiarla, saremo pronti poi ad agire nel modo migliore.
A differenza dei metodi militarizzati che corrono nell'azione nel modo piu' veloce e spietato possibile, l'azione nonviolenta e' lenta in modo deliberato, nel senso che da' ampi e frequenti avvisi agli oppositori su cosa sta accadendo, di modo che essi possano decidere in modo avvertito come confrontarsi con noi. Non vogliamo che i nostri oppositori reagiscano in maniera istintiva, in preda al panico o alla rabbia. Vogliamo che conoscano noi e i nostri metodi, in modo da poterci rispondere nel modo piu' calmo e intelligente possibile. Il metodo militarizzato e' veloce e distruttivo come il fuoco, ma l'azione nonviolenta fluisce e nutre come l'acqua. Qualcuno e' sempre pronto a dire: "il fuoco si combatte con il fuoco", ma se ci riflettete sopra vedrete che la metafora e' priva di senso: combattere il fuoco con l'acqua e' molto piu' efficace. L'acqua sceglie il sentiero piu' profondo, ma il suo scorrere persistente e paziente e' in grado di consumare le rocce piu' dure. Percio' piu' saremo persistenti, piu' progressi otterremo nella comunicazione, nell'educazione e nel risveglio di altre persone rispetto alle circostanze che vogliamo veder cambiate. La persistenza significa anche che noi siamo flessibili nelle tecniche che usiamo: se un metodo non funziona, lo abbandoniamo e ne proviamo un altro. E dobbiamo persistere non solo nei nostri sforzi per il cambiamento sociale, ma nel portarci amore l'un l'altro, perche' questa e' la prima risorsa che ci nutre, ci sostiene e ci consente di continuare. Lo scopo finale di ogni azione nonviolenta non e' la cancellazione degli oppositori, ma il trovare un modo armonioso, giusto e pacifico di vivere insieme. Ecco perche' quando questo scopo finale viene raggiunto non ci sono perdenti: coloro che sono stati convinti dalla nostra azione saranno grati del mutamento raggiunto quanto quelli che hanno progettato l'azione stessa.
*
Cos'e' la nonviolenza
La nonviolenza e' uno stile di vita ed un metodo per ottenere positivi cambiamenti sociali. Ovvero, e' essere il cambiamento che si vuole vedere, senza che questo comporti distruzione, umiliazione, punizione di chi vi si oppone. Sebbene, come vedete, questa definizione sia molto semplice, e' resa di difficile comprensione dal fatto che la nostra societa' identifica il potere, la forza e l'efficacia con la violenza, la competizione ed il dominio.
La nonviolenza desidera creare un mondo che sia:
- affermativo della vita: un mondo che valorizza tutto cio' che e' vivo;
- amabile ed empatico: un mondo che si cura della gente che al mondo vive;
- egualitario: un mondo che dia valore ad ogni singolo individuo;
- cooperativo: un mondo che incoraggia la condivisione fra tutte e tutti;
- democratico: un mondo che risponde equamente ai bisogni ed ai desideri di ciascuno, in cui ciascuno assume per se' responsabilita';
- gioioso: un mondo in cui si sia spazio per ridere e amarsi e giocare.
La violenza e' spesso riduttivamente definita come: "ferire qualcuno fisicamente"; in quest'ottica, c'e' chi vede la nonviolenza come "trattenersi/astenersi dal ferire qualcuno fisicamente" e la confonde con la vigliaccheria, la passivita', il limitarsi da se stessi o l'ostilita' sorda e nascosta, e gli attivisti nonviolenti sono visti come "pazzi" o "santi" a seconda dei punti di vista. Cio' che entrambi i punti di vista sottendono, mentendo, e' che la violenza sia inevitabile. Tuttavia, violenza e nonviolenza si esprimono in un vasto raggio di possibilita': cio' che le distingue e' l'attitudine di base.
*
Tipo di comportamento
a) Violento: malizia, ostilita', disprezzo, indifferenza
Assertivo: agire la guerra, usare la forza per ferire o umiliare qualcuno, picchiare o molestare un bambino, distruggere l'ambiente, opprimere o spaventare gli altri, minacciare la rovina fisica o economica di qualcuno; stuprare o abusare sessualmente di qualcuno.
Non assertivo: sostenere (e/o permettere che esistano) la guerra, la fame, la poverta', il razzismo, il sessismo, l'odio, l'abuso. Negare cure ai bambini. Fatalismo: il permettere agli altri di fare di se' ed il sentirsi una vittima impotente. L'usare droghe di qualsiasi tipo per stordirsi.
b) Nonviolento: amore, compassione, cura, gioia, empatia
Assertivo: resistere all'ingiustizia ed alla distruzione, lavorare per un cambiamento positivo, lavorare in modo cooperativo con altri, condividere, crescere con amore i bambini, fare l'amore appassionatamente con qualcuno.
Non assertivo: ammirare chi si impegna in modo nonviolento, boicottare quietamente un prodotto, sostenere organizzazioni/individui che lavorano per il cambiamento sociale, coccolarsi vicendevolmente.
*
Teoria del potere
La continuazione del sistema di dominio dipende dall'obbedienza e dalla cooperazione della popolazione. Il sistema di dominio sfrutta varie risorse di potere:
- risorse umane: gente che sostiene il dominio o provvede servizi per esso;
- abilita' e saperi: le speciali informazioni riservate ad un ristretto numero di persone;
- risorse materiali: naturali, finanziarie, ecc.;
- fattori psicologici e culturali: teorie gerarchiche che permettono di accettare e perpetuare la violenza, di difendere coloro che la praticano;
- sanzioni: legge, polizia, prigioni, esercito, vigilantes, ecc.
Noi abbiamo individuato quattro tipi di potere. Il potere su qualcun altro (dominazione, controllo); il potere con (o potere tramite, quello che appartiene ai cosiddetti "esperti" e che si esprime in termini di influenza e status); il potere da dentro (creativita', autostima); il potere insieme (quello che stiamo esercitando in questo momento).
L'azione nonviolenta e', letteralmente: fare cio' che e' giusto con le tue stesse mani, senza affidarti alle strutture gerarchiche, senza bisogno che da un'autorita' "piu' alta" qualcuno ti chiami ad agire o ti ordini di farlo. L'azione nonviolenta e' prendere su di se' responsabilita' personale per realizzare il cambiamento.
*
A cosa la nonviolenza si oppone
Alla distruzione dei corpi e delle menti; all'odio ed all'indifferenza; all'oppressione e al dominio; all'ingiustizia; alla guerra, al terrorismo, allo stupro, alla violenza domestica, alla poverta', agli "ismi" del dominio: razzismo, sessismo, ecc.
*
Scopi dell'azione nonviolenta
- Minare la struttura di dominio, creare un'alternativa che la sostituisca;
- sfidare l'ingiustizia, difendere l'alternativa, negoziare per risolvere un conflitto;
- porre termine all'oppressione senza ferire fisicamente (o distruggere, umiliare, ecc.) gli oppositori: con/vincere, vincere insieme, non vincere/perdere;
- risolvere un conflitto in modi che rendano la violenza inefficace o controproducente.
*
Come rendere efficace l'azione nonviolenta
Essendo "centrati" sul problema: siamo informati, vediamo con chiarezza la situazione di ingiustizia, abbiamo con altrettanta chiarezza formulato una visione alternativa.
Essendo attivi: se permettiamo alla violenza di continuare, ne siamo complici, percio' dobbiamo agire contro lo status quo della violenza. Poiche' sappiamo che gli sforzi violenti per il cambiamento sociale non produrranno un cambiamento reale nella struttura di dominio e poiche' essi non ci piacciono, noi siamo responsabili della creazione e dell'attuazione di azioni nonviolente sempre maggiormente efficaci.
Essendo coscienti: la violenza non e' un monolito composto dalle multinazionali; noi dobbiamo smettere di avallarla ovunque, sapendo che essa comprende la guerra e lo stupro; la fame e la molestia sessuale; l'intimidazione e la minaccia; il razzismo e il sessismo, ecc.
Essendo fieri: consci di star lavorando ad un compito grande e urgente, serio, che mettera' in moto energie a lungo termine.
Essendo coerenti: i nostri mezzi sono sempre correlati agli scopi che vogliamo ottenere; noi viviamo cio' che "predichiamo", tentiamo di vivere la "rivoluzione" nelle nostre vite e nelle nostre relazioni, prefigurando quella che sara' una societa' di condivisione.
Essendo responsabili: poiche' i nostri oppositori sono gli emissari di uno status quo violento, essi saranno ovviamente nei nostri confronti irosi, maligni, violenti; poiche' noi siamo gli emissari di un'alternativa nonviolenta, noi saremo disponibili all'ascolto, maturi, gentili e fiduciosi. Dimostreremo che possiamo usare il potere e non abusarne.
Essendo aperti: aperti ad una verita' di tipo multiforme, disposti ad incoraggiare ed apprezzare le differenze; aperti ad accettare anche i fallimenti: possiamo sbagliare, la cosa non ci turba; aperti alla conversione dei nostri oppositori: consideriamo ogni persona un'alleata potenziale; aperti nell'organizzare le nostre azioni: piu' trasparenti siamo, meno i nostri oppositori hanno da guadagnare nell'infiltrarsi.
Essendo capaci di amore: rifiutandoci di fare del male ai nostri oppositori, perche' il nostro scopo non e' la vendetta, non e' di punirli o di tornare loro il male che hanno fatto; il nostro scopo e' creare un mondo migliore, percio' condanneremo le loro azioni ed il loro ruolo distruttivo, pronti ad aiutarli a trasformare quelle azioni e quel ruolo in qualcosa di positivo, pronti a cercare soluzioni che possano soddisfare anche i nostri oppositori e ad accoglierli fra noi quando cambiano idea.
Essendo intelligenti: ci concentriamo sulle sorgenti del problema che affrontiamo, non sulle persone che lo agiscono all'esterno; ci focalizziamo sul cambiamento positivo (e cioe' creare una societa' giusta) non sul disprezzare gli oppositori, esprimere la nostra rabbia, tacitare i nostri sensi di colpa o semplicemente passare il tempo in questo modo sentendoci piu' "buoni" degli altri.
Essendo capaci di pianificazione: scegliendo come, dove e quando le nostre azioni si terranno, non affidandoci a sollevazioni emotive senza linee guida; disegnando accuratamente queste azioni in modo che esse portino sostegno alla nostra visione, e vadano a minare il sostegno al sistema di dominio; scegliendo lotte che possiamo vincere: il nostro scopo e' dimostrare come le cose possono cambiare, non quanto siamo privi di potere; scegliendo azioni che mettano in discussione gruppi di potere importanti, ovvero coloro che hanno la possibilita' di effettuare il cambiamento che noi chiediamo o di resistervi (governi, amministrazioni, ecc.); scegliendo azioni che siano visibili, orgogliose, nuove, eccitanti, tese a raggiungere il maggior numero di persone e non ripetitive e scontate.
Essendo pazienti e tenaci: i cambiamenti significativi e duraturi richiedono campagne a lungo termine.
*
Tipologie dell'azione nonviolenta
Disobbedienza civile (termine coniato da Thoreau): protestare contro le tasse per le spese militari, rifiutandosi di pagarle; per estensione: il rifiuto di obbedire a leggi eticamente ingiuste. Altro esempio: coloro privi del diritto di voto si presentano alle cabine elettorali chiedendo di votare.
Azione diretta: boicottare un prodotto; indire una marcia di protesta; cominciare una campagna di informazione e pressione (invio di lettere, cartoline, ecc.).
Azione simbolica: realisticamente, noi sappiamo che finche' il movimento nonviolento non raggiungera' dimensioni di grande diffusione, tutte le nostre azioni saranno in qualche modo "simboliche" - l'elite al potere continua a determinare le scelte anche quando noi protestiamo contro di essa. Tuttavia, e' importante ricordare che le azioni simboliche rendono visibile il modo in cui vorremmo che le cose andassero, rendono visibile l'altro mondo possibile in cui vogliamo vivere. Inoltre, il simbolismo lavora in modo potente nelle persone: pensate ai riti, matrimoni, festivita', ecc. Azioni simboliche sono ad esempio: il portare addosso un distintivo con scritto "ripudio la guerra", i die-in, le veglie, le fiaccolate, ecc.
*
Come preparare una campagna per il cambiamento sociale
I punti in cui si articola una campagna nonviolenta sono essenzialmente cinque:
- Ricerca. Noi siamo consci di avere un problema: ad esempio, le acque della nostra citta' sono inquinate. La prima fase della campagna consiste nel raccogliere il maggior numero di informazioni possibile al riguardo: quali corsi d'acqua, da che scarichi sono interessati, che tipo di rapporto hanno con la fornitura dell'acqua potabile, ecc. Elaboriamo un'alternativa.
- Educazione. Noi informiamo gli altri attivisti, l'opinione pubblica, i residenti in citta', e i responsabili dell'inquinamento dei risultati della nostra ricerca, e dell'alternativa che proponiamo.
- Negoziazione. Cerchiamo un incontro con i responsabili, i nostri oppositori in questo caso, per arrivare, se possibile, ad un accordo (se i responsabili accettano la nostra alternativa in modo soddisfacente, la cosa si conclude qui).
- Dimostrazione. Protestiamo contro l'oppressione (ed il rifiuto di incontrarci, se cosi' e' stato), mostriamo ed incarniamo la nostra alternativa: con una manifestazione pubblica, un corteo, ecc.
- Resistenza. Continuiamo a protestare nel quotidiano, ad esempio rifiutandoci di pagare le bollette dell'acqua fino a che il problema non sara' risolto.
*
Qualsiasi azione decidiamo di intraprendere per portare alla luce il problema ed ottenere il cambiamento, essa dovra' essere:
- Comprensibile: seguire cioe' in primo luogo ad un'intensa campagna di informazione; deve essere visiva, semplice, diretta; dev'essere il piu' possibile tempestiva e vicina ai luoghi in cui il problema si manifesta; deve presentare un'alternativa, e mostrare che essa e' migliore dello status quo; se si riesce a concentrare la nostra lotta in un'immagine questo ci da' un quid in piu' di visibilita': pensate a come sintetizzare il messaggio in una singola immagine che possa trasmetterlo a chi non sa nulla della vostra campagna per il cambiamento.
- Drammatizzata (ma non scioccante): la gente che vi partecipa e quella che semplicemente osserva devono sentirsi a proprio agio; l'azione dev'essere correlata al fine che ci proponiamo di ottenere; piu' e' partecipata e meglio e' (se riuscite a coinvolgervi persone conosciute in citta', o largamente conosciute come "sagge" va bene); siate preparati a spiegare diffusamente, in profondita', il senso e lo scopo dell'azione a chi vi si avvicinasse per chiederlo; ricordate che le azioni devono sfidare seriamente l'ordine stabilito e forzarlo ad una risposta, percio':
1. la vostra richiesta sia la piu' ragionevole possibile in ordine allo scopo di far vacillare lo status quo;
2. drammatizzate la situazione (teatro di strada, travestimenti, ecc.) e chiedete il cambiamento con fierezza.
- Continuata: legate l'istanza specifica ad una campagna piu' vasta, che chieda il fondamentale cambiamento delle strutture di potere, ovvero:
1. negatevi a proposte di riforma inutili, che continuano a mantenere le stesse strutture (come la cooptazione, le risposte-promessa: faremo, vedremo, ci riuniremo..., le istituzioni di comitati che studieranno la questione - di solito per anni...);
2. premete per riforme strutturali, che permettano la massima partecipazione democratica, che incoraggino decisioni piu' giuste, e che diano potere al maggior numero possibile di persone;
3. dopo aver vinto una piccola riforma riguardo all'istanza che avete deciso di porre in luce, premete per riforme ancor piu' incisive e fondamentali.
- Ispirativa: l'azione deve legittimare, ispirare, incoraggiare la gente a porre domande all'autorita' stabilita, a pensare da se', ad aver fiducia nelle proprie opinioni e ad agire in accordo con la propria coscienza.
Se possibile, e' una benedizione quando l'azione comprende del divertimento.
*
Com'e' fatta un'organizzazione nonviolenta
Un'organizzazione e' nonviolenta quando incorpora nei propri processi interni:
- il pensiero indipendente - domandare, dissentire, esplorare le idee;
- la democrazia - il controllo diretto sulle questioni che interessano la tua vita;
- lo spazio liberato - la protezione da influenze esterne non autorizzate dal gruppo;
- il rispetto per gli altri/le altre - inclusa la loro storia, l'identita' che palesano, ecc.
- l'empatia - il sentire, preoccuparsi degli altri e delle altre intorno a voi;
- l'altruismo - l'amore e la com/passione per gli altri e le altre;
- la responsabilita' - l'assicurarsi che le cose vadano bene per ciascuno e ciascuna;
- la cooperazione - il venirsi incontro, il lavorare insieme;
- la risoluzione nonviolenta dei conflitti.
*
L'accordo sull'azione nonviolenta
Ogni azione nonviolenta di un certo spessore, che coinvolge piu' gruppi, necessita di "linee guida" di modo che ciascuno sappia come deve comportarsi e che comportamento puo' aspettarsi dagli altri. Le "linee guida" possono variare a seconda del tipo di azione che si decide di intraprendere ma generalmente esse sono le seguenti:
- Il nostro atteggiamento, nel modo in cui si mostrera' in parole, simboli e azioni, sara' amichevole, di apertura e rispetto verso chiunque incontriamo;
- Non useremo violenza, ne' fisica ne' verbale, verso alcuno;
- Non danneggeremo o distruggeremo proprieta' (la questione della distruzione delle proprieta' disturba la maggior parte della gente e ci aliena possibili alleati);
- Non useremo alcool o droghe (vogliamo essere in grado di agire con chiarezza, e vogliamo che ognuno sia in grado di farlo);
- Non porteremo con noi armi;
- Non correremo (quest'ultima e' una regola molto flessibile: ci sono situazioni in cui correre puo' avere senso); cio' significa sostanzialmente che non ci metteremo a correre da un posto all'altro incoraggiando il panico di massa, ma che in caso di bisogno ci disperderemo e ci riuniremo di nuovo, con la massima calma possibile.
(parte prima - segue)
3. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Vasilij Grossman, Vita e destino, Adelphi, Milano 2008, 2013, pp. 758.
*
Riedizioni
- Pema Chodron, Vivi nella bellezza, Feltrinelli, Milano, Rcs, Milano 2025, pp. X + 134, euro 9,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
*
Classici
- Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene, Einaudi, Torino 1965, 1994, pp. XL + 682.
- Cesare Beccaria, Opere, Sansoni, Firenze 1971, 2 voll. per pp. CX + 650 (vol. I) e VI + 962 (vol. II).
4. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
5. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5528 del 7 aprile 2025
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
*
Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
Per non ricevere piu' il notiziario e' sufficiente recarsi in questa pagina: https://lists.peacelink.it/sympa/signoff/nonviolenza
Per iscriversi al notiziario, invece, l'indirizzo e' https://lists.peacelink.it/sympa/subscribe/nonviolenza
*
L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e' centropacevt at gmail.com
Numero 5528 del 7 aprile 2025
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Un invito per sabato 12 aprile e qualche notizia. Per il centenario di Alfio Pannega, contro tutte le guerre e le uccisioni
2. Maria G. Di Rienzo (a cura di): Manuale per l'azione diretta nonviolenta (parte prima)
3. Segnalazioni librarie
4. La "Carta" del Movimento Nonviolento
5. Per saperne di piu'
1. INIZIATIVE. UN INVITO PER SABATO 12 APRILE E QUALCHE NOTIZIA. PER IL CENTENARIO DI ALFIO PANNEGA, CONTRO TUTTE LE GUERRE E LE UCCISIONI
Carissime e carissimi,
e' opportuno vederci per preparare al meglio le prossime iniziative in ricordo di Alfio Pannega, in particolare la prima in ordine di tempo: la commemorazione al cimitero di Viterbo il 30 aprile (anniversario della scomparsa).
Vediamoci, se possibile, al "centro sociale occupato autogestito Valle Faul" (attualmente nel capannone ex-Cogema, a Castel d'Asso) sabato 12 aprile dalle ore 13 alle ore 15.
*
Aggiungo in questa lettera anche una serie di notizie e di proposte (alcune nuove, altre ripetute) in guisa di promemoria; le numero per maggior chiarezza e per poterne ragionare piu' agevolmente.
*
Aggiungo anche la cosa per me piu' importante: chi vuole ricordare Alfio deve proseguirne la lotta nonviolenta contro tutte le guerre e le uccisioni, contro tutte le violenze e le oppressioni, contro il razzismo e contro il maschilismo, per l'eguaglianza di dignita' e diritti di tutti gli esseri umani, per la condivisione fra tutte e tutti di tutto il bene e tutti i beni, per la solidarieta' concreta che ogni essere umano riconosce e raggiunge e difende e sostiene, per la difesa di ogni essere vivente e dell'intero mondo vivente, quest'unico mondo vivente di cui tutte e tutti siamo parte e custodi.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio opponiamoci a tutte le guerre, a tutte le stragi, a tutte le uccisioni.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio opponiamoci a tutte le armi e a tutte le organizzazioni armate: le armi sempre e solo servono per uccidere.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio costruiamo fin d'ora la societa' nonviolenta ecoequosolidale che l'intera famiglia umana comprende e nessuno esclude.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio inveriamo nel nostro agire i principi della liberta' e della responsabilita', dell'eguaglianza di diritti nel rispetto delle diversita', della fraternita' e della sorellanza; valga la regola aurea: "agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te".
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
* * *
1. Tre iniziative gia' in programma
1.1. La commemorazione di Alfio il 30 aprile al cimitero di Viterbo
Il 30 aprile si dovrebbe fare la commemorazione di Alfio al cimitero.
Credo che sia opportuno che Pietro Benedetti e Antonello Ricci insieme ad Antonella Litta predispongano un programma di massima, inclusivo dei loro interventi, dell'intervento di apertura di Enrico Mezzetti, dell'intervento di un rappresentante del Comune (se possibile), di interventi di rappresentanti di varie associazioni e di testimonianze delle persone che ad Alfio sono state piu' vicine (particolarmente quelle che con lui nei suoi ultimi vent'anni di vita hanno condiviso l'esperienza del "Centro sociale occupato autogestito Valle Faul").
Una buona notizia che e' anche un incoraggiamento per tutte e tutti: Luciano ha scritto un suo ricordo di Alfio da leggere in quella occasione.
*
1.2. Lo spettacolo di Pietro Benedetti, "Allora ero giovane pure io", il 5 maggio al teatro del Murialdo
Il 5 maggio per iniziativa del "Lyons Club" presso la sala del teatro della parrocchia del Murialdo verra' rappresentato lo spettacolo teatrale di Pietro Benedetti ad Alfio dedicato, "Allora ero giovane pure io".
*
1.3. L'intitolazione ad Alfio dell'emporio solidale l'8 maggio in piazzale Porsenna a Santa Barbara
L'8 maggio per iniziativa di "Viterbo con amore" verra' intitolato ad Alfio l'emporio solidale in piazzale Porsenna nel quartiere di Santa Barbara.
Lunedi' mattina alcune e alcuni di noi si incontreranno per definire gli ultimi dettagli: in linea di massima la mattina dell'8 maggio ci sara' l'intitolazione vera e propria dell'emporio solidale; il pomeriggio dell'8 maggio presso lo "Spazio giovani" (adiacente all'emporio solidale) una piu' ampia ed approfondita iniziativa di commemorazione.
*
1.4. Et coetera
Di altre iniziative non siamo attualmente a conoscenza con certezza, ma sappiamo che altri incontri in memoria di Alfio nel mese di aprile e di maggio e' probabile che ci saranno: preghiamo chi ne e' a conoscenza di far circolare l'informazione.
***
2. Rapporti con le istituzioni e gli enti pubblici locali
2.1. Positivo e fruttuoso incontro con l'Amministrazione comunale di Viterbo
Come ricorderete, si e' gia' svolto un incontro tra una delegazione delle persone amiche di Alfio e l'assessora Katia Scardozzi in rappresentanza dell'Amministrazione comunale di Viterbo.
Successivamente il presidente dell'Anpi di Viterbo, Enrico Mezzetti, ha inviato la richiesta di patrocinio per le prime iniziative.
Si e' avviata una positiva interlocuzione che sicuramente dara' buoni frutti.
Ovviamente serviranno ulteriori incontri.
*
2.2. Organizzare incontri con altre istituzioni locali ed enti pubblici culturali, educativi, di animazione e promozione sociale
Occorre promuovere ulteriori incontri con altri enti pubblici per altre iniziative commemorative:
- sicuramente con la Provincia di Viterbo;
- sicuramente con il Consorzio biblioteche di Viterbo;
- sicuramente con le scuole;
- sicuramente con l'universita';
- ma anche con altri enti culturali, educativi, di animazione e promozione sociale.
Senza fretta, ma e' bene cominciare a pensarci e a lavorarci; c'e' qualcuna o qualcuno tra noi che vorrebbe occuparsene?
***
3. Altre occasioni per ricordare Alfio tra il 25 aprile e il primo maggio
3.1. Verso il 25 aprile
L'Anpi potrebbe inserire il ricordo di Alfio (attraverso lo spettacolo teatrale di Pietro Benedetti, ed in altre forme ancora) all'interno delle varie iniziative che realizzera' nell'intera provincia.
Idem l'Arci.
*
3.2. Verso il primo maggio
Le organizzazioni sindacali dei lavoratori potrebbero inserire il ricordo di Alfio (attraverso lo spettacolo teatrale di Pietro Benedetti, ed in altre forme ancora) all'interno delle varie iniziative che realizzeranno nell'intera provincia.
***
4. Una preghiera ai fini di migliorare ed estendere fin d'ora la comunicazione
Chi manda questa lettera ha l'indirizzo di posta elettronica solo di alcune delle persone effettualmente o potenzialmente interessate; chi e' in contatto con altre persone interessate le informi e - se possibile e se desiderato - mi invii o mi faccia inviare il loro indirizzo di posta elettronica per aggiungerlo a quelli cui invio questa lettera.
***
5. Richiesta di testimonianze e interventi in ricordo di Alfio
5.1. A chi lo ha conosciuto rinnoviamo la richiesta di testimonianze e interventi in ricordo di Alfio.
*
5.2. Particolarmente ad artisti, musicisti, poeti, scrittori, ricercatori, storici locali, docenti, chiediamo di mettere a disposizione eventuali loro interventi o lavori precedenti, ovvero di realizzare opere ex novo ad Alfio dedicate.
***
6. Preghiera di iscriversi al gruppo su WhatsApp
Antonella Litta ha creato un gruppo su WhatsApp cui per il momento sono iscritte le persone che hanno partecipato all'incontro con l'Amministrazione comunale; sarebbe bene che tutte le persone interessate al centenario di Alfio si iscrivessero.
***
7. Proposta di predisporre una o piu' mailing list
7.1. Per chi non usa il telefonino ed e' "tecnologicamente arretrato" come il sottoscritto, la posta elettronica e' forse ancora il mezzo migliore per restare in contatto e far circolare rapidamente le informazioni.
Ergo: predisponiamo una mailing list (cfr. anche il precedente punto 4).
*
7.2. Potrebbe inoltre essere utile fare alcuni account per diversificare e precisare i messaggi e gli interlocutori; ad esempio:
a) fare un account centenariodiAlfio per la mailing list delle persone interessate e per inviare i comunicati stampa ai mezzi d'informazione; c'e' qualcuna o qualcuno tra noi che vorrebbe occuparsene?
b) fare un account Anpiperalfio, da gestire da qualcuno dell'Anpi, che puo' servire per diffondere i comunicati specifici dell'Anpi per commemorare Alfio; c'e' qualcuna o qualcuno tra noi che vorrebbe occuparsene?
c) fare un account csoaperalfio, da gestire da qualcuno che all'esperienza del centro sociale ha preso parte, che puo' servire per i messaggi tra le persone amiche del centro sociale; c'e' qualcuna o qualcuno tra noi che vorrebbe occuparsene?
***
8. Sito web e altre forme di comunicazione "social"
8.1. Realizzare pagine web ospitate in siti amici
Chiediamo a tutti gli amici di Alfio (sia persone che associazioni) che hanno un sito web, se possono e vogliono ospitare una pagina dedicata ad Alfio.
*
8.2. Sito dedicato
Ovviamente e' opportuno realizzare al piu' presto un sito web specificamente ad Alfio dedicato.
*
8.3. Si potrebbe anche realizzare un profilo dedicato su Facebook: c'e' qualcuna o qualcuno tra noi che vorrebbe occuparsene?
*
8.4. Instagram: c'e' qualcuna o qualcuno tra noi che vorrebbe occuparsene?
*
8.5. X (ex-twitter): c'e' qualcuna o qualcuno tra noi che vorrebbe occuparsene?
*
8.6. altri social: c'e' qualcuna o qualcuno tra noi che vorrebbe occuparsene?
***
9. Alcuni punti di riferimento fondamentali e come contattarli
- Antonella Litta e l'Associazione medici per l'ambiente - Isde: antonella.litta at gmail.com, isde.viterbo at gmail.com,
- Antonello Ricci: antonello.ricci.viterbo at gmail.com,
- Davide Ghaleb: info at ghaleb.it,
- Domenico Arruzzolo, Sergio Insogna e "Viterbo con amore": arruzzolo.domenico at libero.it, insergio55 at gmail.com, vtamore.spaziogiovani at gmail.com, info at viterboconamore.it, emporiosolidaleicare at gmail.com,
- Enrico Mezzetti e il comitato provinciale dell'Anpi: mezzettienrico at libero.it, Viterbo.provinciale at anpi.it,
- Francesco Galli: francescogallistudio at gmail.com,
- Paolo Arena: posta.paolo.arena at gmail.com, oloap.anera at gmail.com,
- Peppe Sini: centropacevt at gmail.com, crpviterbo at yahoo.it,
- Pietro Benedetti: benedetti.debenedetti at gmail.com,
***
10. Valorizzare e sostenere lo spettacolo teatrale di Pietro Benedetti "Allora ero giovane pure io", principale risorsa di cui attualmente disponiamo
10.1. La principale risorsa di cui attualmente disponiamo per far conoscere e ricordare Alfio e' lo spettacolo di Pietro Benedetti.
Proponiamo a tutti i nostri interlocutori di promuoverne la rappresentazione ovunque possibile.
10.2. Per il relativo crowdfunding avvieremo una riflessione e un'iniziativa specifica.
***
11. Raccolta della documentazione per l'"Archivio Alfio Pannega"
Per la raccolta e la catalogazione della documentazione (e l'avvio della costituzione dell'"Archivio Alfio Pannega") mettersi in contatto con Paolo Arena, che fa da punto di riferimento.
***
12. Predisposizione della mostra multimediale su Alfio
12.1. Per la predisposizione della mostra multimediale mettersi in contatto con Paolo Arena e con Francesco Galli, che fanno da punto di riferimento.
*
12.2. Per il relativo crowdfunding avvieremo una riflessione e un'iniziativa specifica.
***
13. Realizzazione della nuova edizione ampliata del libro di e su Alfio
13.1. Per la realizzazione della nuova edizione ampliata del libro di e su Alfio il punto di riferimento e' Antonello Pannega
*
13.2. per il relativo crowdfunding ha dato la disponibilita' ad esserne punto di riferimento Davide Ghaleb, il benemerito editore della prima edizione.
***
14. Una minima nota sulla questione del crowdfunding
14.1. Per i costi delle principali iniziative e' bene attrezzarci attraverso il contributo volontario delle persone e delle associazioni interessate. E' anche questa una buona pratica di autogestione, alla scuola di Alfio.
*
14.2. Se poi decideremo di chiedere, e se vi saranno, contributi di istituzioni e fondazioni, allora tanto meglio; ma per ora la cosa migliore e' contare solo sulle nostre forze.
***
15. Segnalazione di altre iniziative, sia da parte di alcune e alcuni di noi, sia da parte di altri soggetti
15.1. per quanto e' a nostra conoscenza:
- Antonella Litta ha parlato di Alfio in alcuni incontri che ha tenuto come "Associazione medici per l'ambiente";
- Paolo Arena e il sottoscritto abbiamo parlato di Alfio in alcuni incontri e conversazioni a Viterbo e a Vetralla.
*
15.2. Sollecitiamo tutte le persone e le associazioni interessate a promuovere autonomamente iniziative di ricordo di Alfio; mettendoci a disposizione se richiesto.
*
15.3. Ed in particolare sollecitiamo anche scuole, universita', biblioteche, circoli culturali e d'impegno culturale, sociale e civile.
***
16. Un'insistenza su alcuni criteri per le commemorazioni
16.1. La memoria di Alfio e' un bene comune; nessuno ne ha l'esclusiva, ma tutti sono tenuti al rispetto della sua persona, dei suoi affetti, delle sue idee e delle sue scelte esistenziali, morali e politiche.
*
16.2. Pertanto apprezziamo e sosteniamo la pluralita' e la diversita' delle iniziative e delle testimonianze. Nella sincerita' degli intenti e nel rispetto della verita'.
***
17. Alcune altre cose che sarebbe utile fare
17.1. cercare nel web testi, foto e testimonianze varie, se possibile farne copia ed inoltrarla a Paolo Arena che cura la raccolta della documentazione; chi effettua questa ricerca potrebbe anche cominciare a catalogare il materiale reperito sul web, con descrizione e link; c'e' qualcuna o qualcuno tra noi che vorrebbe occuparsene?
*
17.2. Contattare fotografi, videomaker e collezionisti che ancora non abbiamo raggiunto per chiedere loro se hanno foto o video di Alfio; c'e' qualcuna o qualcuno tra noi che vorrebbe occuparsene?
*
17.3. Idem contattare poeti, scrittori, artisti, musicisti che hanno avuto rapporti con Alfio; c'e' qualcuna o qualcuno tra noi che vorrebbe occuparsene?
*
17.4. Idem contattare ricercatori, studiosi di storia locale e persone che hanno scritto su Alfio e su sua madre Caterina (Giovanna); c'e' qualcuna o qualcuno tra noi che vorrebbe occuparsene?
Cogliamo l'occasione per ricordare ancora una volta che la madre di Alfio era chiamata Caterina dalle tante persone che la conoscevano, la rispettavano e la stimavano; mentre il nomignolo col peggiorativo ("-accia") era un insulto che le rivolgevano fascisti, ipocriti e oppressori; insulto che offendeva Alfio e offende ancora le persone che di Alfio sono state amiche e compagne di lotte (anche contro la violenza maschilista, di cui l'insulto a Caterina ovvero Giovanna Pannega era una delle espressioni).
*
17.5. Idem contattare persone che hanno fatto spettacoli al centro sociale con la partecipazione di Alfio (ad esempio i poeti a braccio maremmani); c'e' qualcuna o qualcuno tra noi che vorrebbe occuparsene?
*
17.6. Idem verificare in archivi, biblioteche ed emeroteche per fonti a stampa (eventualmente chiedendo ai mezzi d'informazione locali il permesso di consultare preso le loro sedi le annate delle loro pubblicazioni a stampa); c'e' qualcuna o qualcuno tra noi che vorrebbe occuparsene?
***
Ci vediamo al centro sociale sabato 12 aprile.
Un abbraccio a tutte e tutti,
Peppe
Vetralla, 6 aprile 2025
Mittente: e-mail: centropacevt at gmail.com, crpviterbo at yahoo.it
* * *
Allegato. Una minima notizia su Alfio Pannega
Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna a ridosso ed entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010, a cura di Antonello Ricci e Alfonso Prota): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.
Molte fotografie di Alfio scattate da Mario Onofri, artista visivo profondo e generoso compagno di lotte che gli fu amico e che anche lui ci ha lasciato anni fa, sono disperse tra vari amici di entrambi, ed altre ancora restano inedite nell'immenso, prezioso archivio fotografico di Mario, che tuttora attende curatela e pubblicazione.
Negli ultimi anni il regista ed attore Pietro Benedetti, che gli fu amico, ha sovente con forte empatia rappresentato - sulle scene teatrali, ma soprattutto nelle scuole e nelle piazze, nei luoghi di aggregazione sociale e di impegno politico, di memoria resistente all'ingiuria del tempo e alla violenza dei potenti - un monologo dal titolo "Allora ero giovane pure io" dalle memorie di Alfio ricavato, personalmente interpretandone e facendone cosi' rivivere drammaturgicamente la figura.
La proposta di costituire un "Archivio Alfio Pannega" per raccogliere, preservare e mettere a disposizione della collettivita' le tracce della sua vita e delle sue lotte, e' restata fin qui disattesa.
Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", ad esempio negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265 ed ancora i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" nn. 907-909, 1172, 1260, 1261, 1272, 1401, 1622-1624, 1763, 1971, 2108-2113, 2115, 2329, 2331, 2334-2335, 2476-2477, 2479, 2694, 2833, 3049, 3051-3052, 3369-3373, 3448, 3453, 3515-3517, 3725, 4089-4091, 4235-4236, 4452, 4455-4458, 4599-4601, 4819-4821, 4962-4965, 5184-5187, 5328, 5331, 5470, 5477, 5485, 5487, 5489, 5501-5503, 5505, 5507, 5513-5514, 5516-5518, 5523, 5526, i fascicoli di "Coi piedi per terra" n. 546 e 548-552, e "Voci e volti della nonviolenza" nn. 687-691, 754-755, 881, il fascicolo di "Ogni vittima ha il volto di Abele" n. 170, i fascicoli di "Una persona, un voto" nn. 88-90, 206, 209, i fascicoli de "La domenica della nonviolenza" nn. 420 e 511, i fascicoli de "La nonviolenza contro il razzismo" nn. 202-206, 213, 437-438, 445-446, i fascicoli de "La biblioteca di Zorobabele" nn. 430-433.
2. STRUMENTI. MARIA G. DI RIENZO (A CURA DI): MANUALE PER L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA (PARTE PRIMA)
[Riproponiamo questo manuale curato da Maria G. Di Rienzo che ha avuto ampia circolazione nello scorso decennio nei movimenti ecologisti, femministi, nonviolenti.
Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici di questo foglio; prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, narratrice, regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica dell'Universita' di Sydney (Australia); e' impegnata nel movimento delle donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei diritti umani, per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Maria G. Di Rienzo: con Monica Lanfranco (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003; con Monica Lanfranco (a cura di), Senza velo. Donne nell'islam contro l'integralismo, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2005; (a cura di), Voci dalla rete. Come le donne stanno cambiando il mondo, Forum, Udine 2011. Cfr. il suo blog lunanuvola.wordpress.com Un piu' ampio profilo di Maria G. Di Rienzo in forma di intervista e' in "Notizie minime della nonviolenza" n. 81; si veda anche l'intervista in "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 250, e quella nei "Telegrammi" n. 425]
Introduzione
La nonviolenza, come disse Gandhi, e' vecchia come le montagne. Questa parola viene usata in tutto il mondo per tradurre concettualmente il termine "ahimsa", una parola in sanscrito che significa letteralmente "non nuocere". La radice del termine e' "hins", ovvera la "forma desiderante" di "han" che significa ammazzare, uccidere o danneggiare. Percio' "hins" implica il desiderio di uccidere, ferire o distruggere. La "a" iniziale e' una negativa, percio' "ahimsa" ha il piu' vasto significato di non avere alcun desiderio, intenzione o volonta' di uccidere, ferire e distruggere.
*
Fra sottomissione e rappresaglia
Il modo dell'azione nonviolenta si puo' descrivere come una "terza via", un'alternativa fra il sottomettersi alle ingiustizie e la reazione violenta contro di esse. Molta gente non riesce a vedere che le due alternative piu' comuni: o accettano passivamente la situazione ingiusta, o si preparano ad usare la violenza per difendere i loro diritti. Sfortunatamente, chi usa questo secondo modo, spesso non e' in grado di controllarlo o di fare in modo che non opprima altri. La giustizia raramente si ottiene basandosi su chi dei contendenti ha l'esercito piu' forte e capace di uccidere e distruggere gli oppositori. Dall'altro lato, chi si sottomette a cio' che e' forzato ad accettare viene considerato debole e codardo nel mentre soffre l'oppressione della violenza.
La terza via da' modo anche a coloro che sono pochi o hanno scarse risorse materiali di ergersi per i loro diritti, con forza morale e dignita'. Non c'e' bisogno di essere grandi e grossi o forzuti per usare l'azione nonviolenta. I piu' anziani e i giovanissimi, le donne, persino i portatori di handicap sono efficaci nell'uso dell'azione nonviolenta quanto i giovani uomini fisicamente prestanti.
Il potere della nonviolenza viene dalle qualita' spirituali dell'amore, della comprensione, dell'abilita' comunicativa, del coraggio, e della perseveranza.
La sottomissione, l'accettazione, la passivita' non alleviano l'oppressione e l'ingiustizia, la reazione violenta incoraggia il crescere della violenza e della repressione.
Il modo nonviolento e' un'apertura, un ascolto, un considerare l'intero mondo la propria famiglia: considerare i diversi punti di vista significa scoprire che le differenze non sono disarmonie, se ci trattiamo l'un l'altro con amore e rispetto. Noi agiamo in questo modo verso i nostri amici ed alleati, ma anche verso i nostri oppositori o i nostri critici: perche' sono esseri umani come noi e abbiamo la necessita' di capirli ancor piu' di quelli che sono d'accordo con noi.
Apertura significa anche trasparenza. Non tentiamo di tener nulla nascosto, ne' di trarre vantaggio dall'ignoranza altrui. Siamo disponibili alla comunicazione, alla relazione, alla cooperazione; esaminiamo tutti i punti di vista, ma ci atteniamo nella scelta alla nostra visione: non accettiamo tutti i concetti o tutte le attitudini, non cooperiamo con cio' che provoca dolore e ingiustizia, ma siamo sempre disponibili a discutere.
*
Una comunicazione onesta
Gandhi uso' il termine "satyagraha" per descrivere le modalita' dell'attivismo nonviolento. La parola "satya" significa "verita'" e deriva da "sat" che ha lo stesso significato nel senso di "essere", "realta'" o "esistenza". La parola "agraha" significa aggrapparsi fermamente a qualcosa. Percio' "satyagraha" vuol dire: attenersi fermamente alla verita'. Al di la' delle convinzioni religiose o dei credo filosofici, ideologici o spirituali che una persona puo' avere o non avere, questo modo implica il dedicarsi alla verita' e all'onesta' nelle relazioni umane. Noi esseri umani abbiamo il grande dono del linguaggio attraverso il quale comunichiamo simbolicamente, oltre a comunicare direttamente con le nostre azioni. Poiche' il linguaggio e' un'astrazione simbolica riferita ad oggetti, relazioni e concetti, le parole possono essere piu' o meno accurate nel tentativo di descrivere la realta'. Il linguaggio puo' essere erroneo e le persone possono mentire. La menzogna e' una sottile forma di violenza, giacche' mostra scarso rispetto per gli altri o paura della realta'. Separarci dalla verita' significa separarci dalla realta'. Per essere onesti con noi stessi dobbiamo esserlo con gli altri. E' veramente gentilezza non dire ad altre persone quel che si pensa e permettere al risentimento e al rancore di crescere nel silenzio, finche' esploderanno in allontanamento o litigio? Il metodo nonviolento ha il coraggio di confrontarsi con la realta', con cio' che accade, di modo da poter lavorare con tutti gli attori sulla scena per risolvere il conflitto. I nostri sentimenti, le nostre sensazioni, sono in grado di dirci molto su come vanno le cose e comunicandoli saremo maggiormente in grado di maneggiare le diverse situazioni nel modo migliore: questo non significa che rovesceremo sugli altri tutti i nostri problemi personali senza alcun discernimento. La comunicazione migliore, quella a cui tendiamo, e' chiara, aperta ed onesta. Anche quando, come gruppo, comunichiamo verso l'esterno, e' necessario che le nostre parole siano accurate e chiare: la credibilita' del nostro movimento, e la buona riuscita dell'azione nonviolenta, dipendono dalla fiducia che le persone a cui ci rivolgiamo possono avere in noi. La fiducia che non stiamo mentendo loro, ad esempio. Questa e' una differenza sostanziale rispetto al metodo "militarizzato" che la comunicazione usa di solito basato sulla segretezza, sulla menzogna, sull'adesione acritica all'ordine dall'alto o al parere del cosiddetto esperto.
Noi siamo anche molto attente e attenti a non implicare nelle nostre comunicazioni un senso di superiorita', ovvero che ci sentiamo "migliori" solo perche' abbiamo delle critiche da fare a situazioni ed azioni. Tutti facciamo errori. Suggeriamo pero' pacificamente a chi riteniamo in errore di considerare la possibilita' di un cambiamento, presentando delle alternative chiare.
*
Una coraggiosa compassione
Si dice che il metodo dell'azione nonviolenta sia debole e passivo, o che rifiuti il conflitto. Al contrario, l'azione nonviolenta nomina ed apre e gestisce i conflitti. Certamente, non e' un metodo per i codardi. Prendere parte ad un'azione diretta nonviolenta richiede coraggio, un coraggio che non ha bisogno ne' desiderio di armi e scudi. Un coraggio che cammina con dignita' e senza timore nel conflitto, che sfida l'ingiustizia e lavora con forza per il cambiamento. Un coraggio disposto ad assumere su di se' dolore o situazioni spiacevoli, ma non disposto ad infliggerli ad altri. Amore e fiducia, non odio e paura, sono cio' che definisce il coraggio. La parola "coraggio" deriva da "cuore": noi abbiamo cuore sufficiente da confrontarci con i nostri oppositori, credendo fermamente in un processo umano e nonviolento di riconcilazione.
E' la compassione a darci cuore. La compassione e' amore empatico, e' "sentire insieme", nella gioia e nel dolore; un sentimento non solo capace di sintonizzarsi con i sentimenti altrui, ma anche saggio e coraggioso abbastanza da tradursi in azione. La compassione nasce da un sentimento di unita' che ha l'effetto di espandere i nostri cuori: qualsiasi sia la campagna, lo scopo, a cui dedicate le vostre energie, la fame nel mondo, la tutela dell'ambiente, il cercare un'economia di giustizia, la scintilla del vostro agire si e' accesa a partire da questo sentimento. Voi vi siete dette che era vostra responsabilita' fare qualcosa per arrestare il dolore altrui. E' stata la compassione, ovvero il sentirvi parte del sentire altrui, a suggerirvi che si potrebbe vivere in armonia maggiore con la terra e fra noi esseri umani.
*
Una persistente pazienza
Un'altra qualita' rivoluzionaria dell'azione nonviolenta e' la pazienza. Una pazienza persistente, la capacita' di non abbandonare la scena in cui abbiamo scelto di agire, e di procedere in maniera calma ed intelligente. Quando siamo coinvolte nell'azione, spesso le nostre emozioni sono in primo piano: dobbiamo fare molta attenzione ad agire in maniera avvertita, dopo aver riflettuto su quanto vogliamo fare e sulle conseguenze delle nostre azioni. La pazienza persistente ci da' il tempo di pensare, di progettare, di proiettare l'azione nel futuro valutandone le conseguenze. E' meglio aspettare e perdere magari una piccola opportunita', piuttosto che muoversi in modo sconnesso e impreparato, rendendo l'azione inefficace. Nuove opportunita' ci si presenteranno comunque. Se abbiamo il tempo di riflettere sulla situazione e sul modo migliore di maneggiarla, saremo pronti poi ad agire nel modo migliore.
A differenza dei metodi militarizzati che corrono nell'azione nel modo piu' veloce e spietato possibile, l'azione nonviolenta e' lenta in modo deliberato, nel senso che da' ampi e frequenti avvisi agli oppositori su cosa sta accadendo, di modo che essi possano decidere in modo avvertito come confrontarsi con noi. Non vogliamo che i nostri oppositori reagiscano in maniera istintiva, in preda al panico o alla rabbia. Vogliamo che conoscano noi e i nostri metodi, in modo da poterci rispondere nel modo piu' calmo e intelligente possibile. Il metodo militarizzato e' veloce e distruttivo come il fuoco, ma l'azione nonviolenta fluisce e nutre come l'acqua. Qualcuno e' sempre pronto a dire: "il fuoco si combatte con il fuoco", ma se ci riflettete sopra vedrete che la metafora e' priva di senso: combattere il fuoco con l'acqua e' molto piu' efficace. L'acqua sceglie il sentiero piu' profondo, ma il suo scorrere persistente e paziente e' in grado di consumare le rocce piu' dure. Percio' piu' saremo persistenti, piu' progressi otterremo nella comunicazione, nell'educazione e nel risveglio di altre persone rispetto alle circostanze che vogliamo veder cambiate. La persistenza significa anche che noi siamo flessibili nelle tecniche che usiamo: se un metodo non funziona, lo abbandoniamo e ne proviamo un altro. E dobbiamo persistere non solo nei nostri sforzi per il cambiamento sociale, ma nel portarci amore l'un l'altro, perche' questa e' la prima risorsa che ci nutre, ci sostiene e ci consente di continuare. Lo scopo finale di ogni azione nonviolenta non e' la cancellazione degli oppositori, ma il trovare un modo armonioso, giusto e pacifico di vivere insieme. Ecco perche' quando questo scopo finale viene raggiunto non ci sono perdenti: coloro che sono stati convinti dalla nostra azione saranno grati del mutamento raggiunto quanto quelli che hanno progettato l'azione stessa.
*
Cos'e' la nonviolenza
La nonviolenza e' uno stile di vita ed un metodo per ottenere positivi cambiamenti sociali. Ovvero, e' essere il cambiamento che si vuole vedere, senza che questo comporti distruzione, umiliazione, punizione di chi vi si oppone. Sebbene, come vedete, questa definizione sia molto semplice, e' resa di difficile comprensione dal fatto che la nostra societa' identifica il potere, la forza e l'efficacia con la violenza, la competizione ed il dominio.
La nonviolenza desidera creare un mondo che sia:
- affermativo della vita: un mondo che valorizza tutto cio' che e' vivo;
- amabile ed empatico: un mondo che si cura della gente che al mondo vive;
- egualitario: un mondo che dia valore ad ogni singolo individuo;
- cooperativo: un mondo che incoraggia la condivisione fra tutte e tutti;
- democratico: un mondo che risponde equamente ai bisogni ed ai desideri di ciascuno, in cui ciascuno assume per se' responsabilita';
- gioioso: un mondo in cui si sia spazio per ridere e amarsi e giocare.
La violenza e' spesso riduttivamente definita come: "ferire qualcuno fisicamente"; in quest'ottica, c'e' chi vede la nonviolenza come "trattenersi/astenersi dal ferire qualcuno fisicamente" e la confonde con la vigliaccheria, la passivita', il limitarsi da se stessi o l'ostilita' sorda e nascosta, e gli attivisti nonviolenti sono visti come "pazzi" o "santi" a seconda dei punti di vista. Cio' che entrambi i punti di vista sottendono, mentendo, e' che la violenza sia inevitabile. Tuttavia, violenza e nonviolenza si esprimono in un vasto raggio di possibilita': cio' che le distingue e' l'attitudine di base.
*
Tipo di comportamento
a) Violento: malizia, ostilita', disprezzo, indifferenza
Assertivo: agire la guerra, usare la forza per ferire o umiliare qualcuno, picchiare o molestare un bambino, distruggere l'ambiente, opprimere o spaventare gli altri, minacciare la rovina fisica o economica di qualcuno; stuprare o abusare sessualmente di qualcuno.
Non assertivo: sostenere (e/o permettere che esistano) la guerra, la fame, la poverta', il razzismo, il sessismo, l'odio, l'abuso. Negare cure ai bambini. Fatalismo: il permettere agli altri di fare di se' ed il sentirsi una vittima impotente. L'usare droghe di qualsiasi tipo per stordirsi.
b) Nonviolento: amore, compassione, cura, gioia, empatia
Assertivo: resistere all'ingiustizia ed alla distruzione, lavorare per un cambiamento positivo, lavorare in modo cooperativo con altri, condividere, crescere con amore i bambini, fare l'amore appassionatamente con qualcuno.
Non assertivo: ammirare chi si impegna in modo nonviolento, boicottare quietamente un prodotto, sostenere organizzazioni/individui che lavorano per il cambiamento sociale, coccolarsi vicendevolmente.
*
Teoria del potere
La continuazione del sistema di dominio dipende dall'obbedienza e dalla cooperazione della popolazione. Il sistema di dominio sfrutta varie risorse di potere:
- risorse umane: gente che sostiene il dominio o provvede servizi per esso;
- abilita' e saperi: le speciali informazioni riservate ad un ristretto numero di persone;
- risorse materiali: naturali, finanziarie, ecc.;
- fattori psicologici e culturali: teorie gerarchiche che permettono di accettare e perpetuare la violenza, di difendere coloro che la praticano;
- sanzioni: legge, polizia, prigioni, esercito, vigilantes, ecc.
Noi abbiamo individuato quattro tipi di potere. Il potere su qualcun altro (dominazione, controllo); il potere con (o potere tramite, quello che appartiene ai cosiddetti "esperti" e che si esprime in termini di influenza e status); il potere da dentro (creativita', autostima); il potere insieme (quello che stiamo esercitando in questo momento).
L'azione nonviolenta e', letteralmente: fare cio' che e' giusto con le tue stesse mani, senza affidarti alle strutture gerarchiche, senza bisogno che da un'autorita' "piu' alta" qualcuno ti chiami ad agire o ti ordini di farlo. L'azione nonviolenta e' prendere su di se' responsabilita' personale per realizzare il cambiamento.
*
A cosa la nonviolenza si oppone
Alla distruzione dei corpi e delle menti; all'odio ed all'indifferenza; all'oppressione e al dominio; all'ingiustizia; alla guerra, al terrorismo, allo stupro, alla violenza domestica, alla poverta', agli "ismi" del dominio: razzismo, sessismo, ecc.
*
Scopi dell'azione nonviolenta
- Minare la struttura di dominio, creare un'alternativa che la sostituisca;
- sfidare l'ingiustizia, difendere l'alternativa, negoziare per risolvere un conflitto;
- porre termine all'oppressione senza ferire fisicamente (o distruggere, umiliare, ecc.) gli oppositori: con/vincere, vincere insieme, non vincere/perdere;
- risolvere un conflitto in modi che rendano la violenza inefficace o controproducente.
*
Come rendere efficace l'azione nonviolenta
Essendo "centrati" sul problema: siamo informati, vediamo con chiarezza la situazione di ingiustizia, abbiamo con altrettanta chiarezza formulato una visione alternativa.
Essendo attivi: se permettiamo alla violenza di continuare, ne siamo complici, percio' dobbiamo agire contro lo status quo della violenza. Poiche' sappiamo che gli sforzi violenti per il cambiamento sociale non produrranno un cambiamento reale nella struttura di dominio e poiche' essi non ci piacciono, noi siamo responsabili della creazione e dell'attuazione di azioni nonviolente sempre maggiormente efficaci.
Essendo coscienti: la violenza non e' un monolito composto dalle multinazionali; noi dobbiamo smettere di avallarla ovunque, sapendo che essa comprende la guerra e lo stupro; la fame e la molestia sessuale; l'intimidazione e la minaccia; il razzismo e il sessismo, ecc.
Essendo fieri: consci di star lavorando ad un compito grande e urgente, serio, che mettera' in moto energie a lungo termine.
Essendo coerenti: i nostri mezzi sono sempre correlati agli scopi che vogliamo ottenere; noi viviamo cio' che "predichiamo", tentiamo di vivere la "rivoluzione" nelle nostre vite e nelle nostre relazioni, prefigurando quella che sara' una societa' di condivisione.
Essendo responsabili: poiche' i nostri oppositori sono gli emissari di uno status quo violento, essi saranno ovviamente nei nostri confronti irosi, maligni, violenti; poiche' noi siamo gli emissari di un'alternativa nonviolenta, noi saremo disponibili all'ascolto, maturi, gentili e fiduciosi. Dimostreremo che possiamo usare il potere e non abusarne.
Essendo aperti: aperti ad una verita' di tipo multiforme, disposti ad incoraggiare ed apprezzare le differenze; aperti ad accettare anche i fallimenti: possiamo sbagliare, la cosa non ci turba; aperti alla conversione dei nostri oppositori: consideriamo ogni persona un'alleata potenziale; aperti nell'organizzare le nostre azioni: piu' trasparenti siamo, meno i nostri oppositori hanno da guadagnare nell'infiltrarsi.
Essendo capaci di amore: rifiutandoci di fare del male ai nostri oppositori, perche' il nostro scopo non e' la vendetta, non e' di punirli o di tornare loro il male che hanno fatto; il nostro scopo e' creare un mondo migliore, percio' condanneremo le loro azioni ed il loro ruolo distruttivo, pronti ad aiutarli a trasformare quelle azioni e quel ruolo in qualcosa di positivo, pronti a cercare soluzioni che possano soddisfare anche i nostri oppositori e ad accoglierli fra noi quando cambiano idea.
Essendo intelligenti: ci concentriamo sulle sorgenti del problema che affrontiamo, non sulle persone che lo agiscono all'esterno; ci focalizziamo sul cambiamento positivo (e cioe' creare una societa' giusta) non sul disprezzare gli oppositori, esprimere la nostra rabbia, tacitare i nostri sensi di colpa o semplicemente passare il tempo in questo modo sentendoci piu' "buoni" degli altri.
Essendo capaci di pianificazione: scegliendo come, dove e quando le nostre azioni si terranno, non affidandoci a sollevazioni emotive senza linee guida; disegnando accuratamente queste azioni in modo che esse portino sostegno alla nostra visione, e vadano a minare il sostegno al sistema di dominio; scegliendo lotte che possiamo vincere: il nostro scopo e' dimostrare come le cose possono cambiare, non quanto siamo privi di potere; scegliendo azioni che mettano in discussione gruppi di potere importanti, ovvero coloro che hanno la possibilita' di effettuare il cambiamento che noi chiediamo o di resistervi (governi, amministrazioni, ecc.); scegliendo azioni che siano visibili, orgogliose, nuove, eccitanti, tese a raggiungere il maggior numero di persone e non ripetitive e scontate.
Essendo pazienti e tenaci: i cambiamenti significativi e duraturi richiedono campagne a lungo termine.
*
Tipologie dell'azione nonviolenta
Disobbedienza civile (termine coniato da Thoreau): protestare contro le tasse per le spese militari, rifiutandosi di pagarle; per estensione: il rifiuto di obbedire a leggi eticamente ingiuste. Altro esempio: coloro privi del diritto di voto si presentano alle cabine elettorali chiedendo di votare.
Azione diretta: boicottare un prodotto; indire una marcia di protesta; cominciare una campagna di informazione e pressione (invio di lettere, cartoline, ecc.).
Azione simbolica: realisticamente, noi sappiamo che finche' il movimento nonviolento non raggiungera' dimensioni di grande diffusione, tutte le nostre azioni saranno in qualche modo "simboliche" - l'elite al potere continua a determinare le scelte anche quando noi protestiamo contro di essa. Tuttavia, e' importante ricordare che le azioni simboliche rendono visibile il modo in cui vorremmo che le cose andassero, rendono visibile l'altro mondo possibile in cui vogliamo vivere. Inoltre, il simbolismo lavora in modo potente nelle persone: pensate ai riti, matrimoni, festivita', ecc. Azioni simboliche sono ad esempio: il portare addosso un distintivo con scritto "ripudio la guerra", i die-in, le veglie, le fiaccolate, ecc.
*
Come preparare una campagna per il cambiamento sociale
I punti in cui si articola una campagna nonviolenta sono essenzialmente cinque:
- Ricerca. Noi siamo consci di avere un problema: ad esempio, le acque della nostra citta' sono inquinate. La prima fase della campagna consiste nel raccogliere il maggior numero di informazioni possibile al riguardo: quali corsi d'acqua, da che scarichi sono interessati, che tipo di rapporto hanno con la fornitura dell'acqua potabile, ecc. Elaboriamo un'alternativa.
- Educazione. Noi informiamo gli altri attivisti, l'opinione pubblica, i residenti in citta', e i responsabili dell'inquinamento dei risultati della nostra ricerca, e dell'alternativa che proponiamo.
- Negoziazione. Cerchiamo un incontro con i responsabili, i nostri oppositori in questo caso, per arrivare, se possibile, ad un accordo (se i responsabili accettano la nostra alternativa in modo soddisfacente, la cosa si conclude qui).
- Dimostrazione. Protestiamo contro l'oppressione (ed il rifiuto di incontrarci, se cosi' e' stato), mostriamo ed incarniamo la nostra alternativa: con una manifestazione pubblica, un corteo, ecc.
- Resistenza. Continuiamo a protestare nel quotidiano, ad esempio rifiutandoci di pagare le bollette dell'acqua fino a che il problema non sara' risolto.
*
Qualsiasi azione decidiamo di intraprendere per portare alla luce il problema ed ottenere il cambiamento, essa dovra' essere:
- Comprensibile: seguire cioe' in primo luogo ad un'intensa campagna di informazione; deve essere visiva, semplice, diretta; dev'essere il piu' possibile tempestiva e vicina ai luoghi in cui il problema si manifesta; deve presentare un'alternativa, e mostrare che essa e' migliore dello status quo; se si riesce a concentrare la nostra lotta in un'immagine questo ci da' un quid in piu' di visibilita': pensate a come sintetizzare il messaggio in una singola immagine che possa trasmetterlo a chi non sa nulla della vostra campagna per il cambiamento.
- Drammatizzata (ma non scioccante): la gente che vi partecipa e quella che semplicemente osserva devono sentirsi a proprio agio; l'azione dev'essere correlata al fine che ci proponiamo di ottenere; piu' e' partecipata e meglio e' (se riuscite a coinvolgervi persone conosciute in citta', o largamente conosciute come "sagge" va bene); siate preparati a spiegare diffusamente, in profondita', il senso e lo scopo dell'azione a chi vi si avvicinasse per chiederlo; ricordate che le azioni devono sfidare seriamente l'ordine stabilito e forzarlo ad una risposta, percio':
1. la vostra richiesta sia la piu' ragionevole possibile in ordine allo scopo di far vacillare lo status quo;
2. drammatizzate la situazione (teatro di strada, travestimenti, ecc.) e chiedete il cambiamento con fierezza.
- Continuata: legate l'istanza specifica ad una campagna piu' vasta, che chieda il fondamentale cambiamento delle strutture di potere, ovvero:
1. negatevi a proposte di riforma inutili, che continuano a mantenere le stesse strutture (come la cooptazione, le risposte-promessa: faremo, vedremo, ci riuniremo..., le istituzioni di comitati che studieranno la questione - di solito per anni...);
2. premete per riforme strutturali, che permettano la massima partecipazione democratica, che incoraggino decisioni piu' giuste, e che diano potere al maggior numero possibile di persone;
3. dopo aver vinto una piccola riforma riguardo all'istanza che avete deciso di porre in luce, premete per riforme ancor piu' incisive e fondamentali.
- Ispirativa: l'azione deve legittimare, ispirare, incoraggiare la gente a porre domande all'autorita' stabilita, a pensare da se', ad aver fiducia nelle proprie opinioni e ad agire in accordo con la propria coscienza.
Se possibile, e' una benedizione quando l'azione comprende del divertimento.
*
Com'e' fatta un'organizzazione nonviolenta
Un'organizzazione e' nonviolenta quando incorpora nei propri processi interni:
- il pensiero indipendente - domandare, dissentire, esplorare le idee;
- la democrazia - il controllo diretto sulle questioni che interessano la tua vita;
- lo spazio liberato - la protezione da influenze esterne non autorizzate dal gruppo;
- il rispetto per gli altri/le altre - inclusa la loro storia, l'identita' che palesano, ecc.
- l'empatia - il sentire, preoccuparsi degli altri e delle altre intorno a voi;
- l'altruismo - l'amore e la com/passione per gli altri e le altre;
- la responsabilita' - l'assicurarsi che le cose vadano bene per ciascuno e ciascuna;
- la cooperazione - il venirsi incontro, il lavorare insieme;
- la risoluzione nonviolenta dei conflitti.
*
L'accordo sull'azione nonviolenta
Ogni azione nonviolenta di un certo spessore, che coinvolge piu' gruppi, necessita di "linee guida" di modo che ciascuno sappia come deve comportarsi e che comportamento puo' aspettarsi dagli altri. Le "linee guida" possono variare a seconda del tipo di azione che si decide di intraprendere ma generalmente esse sono le seguenti:
- Il nostro atteggiamento, nel modo in cui si mostrera' in parole, simboli e azioni, sara' amichevole, di apertura e rispetto verso chiunque incontriamo;
- Non useremo violenza, ne' fisica ne' verbale, verso alcuno;
- Non danneggeremo o distruggeremo proprieta' (la questione della distruzione delle proprieta' disturba la maggior parte della gente e ci aliena possibili alleati);
- Non useremo alcool o droghe (vogliamo essere in grado di agire con chiarezza, e vogliamo che ognuno sia in grado di farlo);
- Non porteremo con noi armi;
- Non correremo (quest'ultima e' una regola molto flessibile: ci sono situazioni in cui correre puo' avere senso); cio' significa sostanzialmente che non ci metteremo a correre da un posto all'altro incoraggiando il panico di massa, ma che in caso di bisogno ci disperderemo e ci riuniremo di nuovo, con la massima calma possibile.
(parte prima - segue)
3. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Vasilij Grossman, Vita e destino, Adelphi, Milano 2008, 2013, pp. 758.
*
Riedizioni
- Pema Chodron, Vivi nella bellezza, Feltrinelli, Milano, Rcs, Milano 2025, pp. X + 134, euro 9,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
*
Classici
- Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene, Einaudi, Torino 1965, 1994, pp. XL + 682.
- Cesare Beccaria, Opere, Sansoni, Firenze 1971, 2 voll. per pp. CX + 650 (vol. I) e VI + 962 (vol. II).
4. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
5. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5528 del 7 aprile 2025
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
*
Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
Per non ricevere piu' il notiziario e' sufficiente recarsi in questa pagina: https://lists.peacelink.it/sympa/signoff/nonviolenza
Per iscriversi al notiziario, invece, l'indirizzo e' https://lists.peacelink.it/sympa/subscribe/nonviolenza
*
L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e' centropacevt at gmail.com
- Prev by Date: [Nonviolenza] Telegrammi. 5527
- Next by Date: [Nonviolenza] Telegrammi. 5529
- Previous by thread: [Nonviolenza] Telegrammi. 5527
- Next by thread: [Nonviolenza] Telegrammi. 5529
- Indice: