[Nonviolenza] Telegrammi. 5487



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5487 del 25 febbraio 2025
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Opporsi a tutte le guerre, a tutte le stragi, a tutte le uccisioni
2. Movimento Nonviolento: Cinque passi di strategia nonviolenta contro la guerra
3. Una lettera a Enrico Mezzetti, presidente provinciale di Viterbo dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia, affinche' l'Anpi si faccia autorevole promotrice delle iniziative pubbliche di commemorazione di Alfio Pannega nella ricorrenza del centenario della nascita
4. Ripetiamo ancora una volta...
5. Vandana Shiva: Principi costitutivi di una democrazia della comunita' terrena
6. Segnalazioni librarie
7. La "Carta" del Movimento Nonviolento
8. Per saperne di piu'

1. REPETITA IUVANT. OPPORSI A TUTTE LE GUERRE, A TUTTE LE STRAGI, A TUTTE LE UCCISIONI

Opporsi a tutte le guerre, a tutte le stragi, a tutte le uccisioni.
Salvare tutte le vite.
L'unica politica che puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe in corso e' la scelta della nonviolenza.

2. L'ORA. MOVIMENTO NONVIOLENTO: CINQUE PASSI DI STRATEGIA NONVIOLENTA CONTRO LA GUERRA
[Riceviamo e diffondiamo]

Cinque passi di strategia nonviolenta contro la guerra
Una zona smilitarizzata dal Mar Bianco al Mar Nero
Moratoria nucleare e Corpi Civili di Pace Europei
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Cio' che sta avvenendo e' la spartizione territoriale dell'Ucraina tra Russia e Stati Uniti, dopo tre anni di sanguinoso conflitto, un milione di morti, danni materiali ed economici incalcolabili, sofferenze ed impoverimento generale. La Russia otterra' l'espansione regionale in Crimea e Donbass, gli Stati Uniti metteranno le mani sulle "terre rare", mentre l'Europa sta a guardare e l'Ucraina ne esce commissariata.
Questo e' il risultato della scelta militare fatta, che ha trasformato l'intera Europa in una regione ad economia di guerra, a traino della Nato. La retorica del "prima la Vittoria, poi la Pace" si e' rivelata per quello che era davvero: "prima la Guerra, poi la Sconfitta". E a perderci, prima di tutti, e' il popolo ucraino, che vede svanire la propria sovranita', dopo aver sacrificato un'intera generazione di giovani sull'altare del nazionalismo.
L'Europa a 27 velocita', che ha accettato il ruolo di comparsa nell'Alleanza atlantica, e' indebolita e afona. Per "salvare il salvabile" si vorrebbe ancora una volta puntare tutto sulla politica di riarmo, la stessa che ha distrutto il sistema sociale della sanita' e dell'istruzione nei nostri paesi. Errore fatale. L'Europa, per affrontare la questione Ucraina, ha bisogno di una politica comune di sicurezza, pace e cooperazione, non di una politica di potenza e difesa militare, e deve avere una propria visione democratica alternativa a quella oligarchica di Stati Uniti e autoritaria della Federazione Russa.
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Cinque possibili passi necessari di strategia nonviolenta, per prevenire un'ulteriore escalation e per costruire una vera pace:
- creazione di una "linea di pace" sui confini tra Europa e Russia (Norvegia, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Bielorussia, Ucraina) con l'istituzione di una zona smilitarizzata, un corridoio (500 chilometri di larghezza) per tutto il confine (3000 chilometri di lunghezza). Questo lungo fronte di terra smilitarizzata, da una parte e dall'altra, non potrebbe essere attraversato da truppe militari della Russia o della Nato, o di altri eserciti europei: cosi' si favorirebbe la distensione. La definizione e poi il controllo di questa zona russo/europea smilitarizzata (dal Mar Bianco al Mar Nero) prevede il negoziato e lo sviluppo di meccanismi di verifica efficaci; anziche' concentrarsi sulla militarizzazione nazionale, ci si concentra su una zona di demilitarizzazione internazionale, pan-europea, affidata a tutti i paesi coinvolti;
- avviare immediatamente una "moratoria nucleare" che coinvolga i paesi detentori di armi nucleari presenti sul continente europeo (Francia, Regno Unito, Russia, e Stati Uniti con ordigni presenti anche in Germania, Italia, Belgio, Paesi Bassi): impegno al non utilizzo, e apertura di negoziati per l'adesione concordata e multilaterale al TPNW (Trattato per la messa al bando delle armi nucleari);
- avviare un progetto esecutivo per la costituzione di un Corpo Civile di Pace Europeo, per la gestione non militare della crisi. Tra non fare nulla e mandare truppe armate, c'e' lo spazio per fare subito qualcosa di utile, nell'ambito della politica di sicurezza per intervenire a livello civile nei conflitti prima che questi sfocino in guerra vera e propria, come avvenuto il 24 febbraio 2022. I Corpi di Pace vanno costituiti e finanziati come una brigata permanente dell'Unione Europea: la loro costituzione deve rientrare nelle competenze della Commissione Europea;
- dare la parola ai movimenti civili e democratici che in Russia, Ucraina e Bielorussia si sono opposti da subito alla guerra e hanno avanzato proposte di pace, a partire dal sostegno agli obiettori di coscienza, disertori, renitenti alla leva delle parti in conflitto. Convocare con loro, veri portatori di interessi comuni, un "tavolo delle trattative" in zona neutrale e simbolica (Citta' del Vaticano);
- convocare una Conferenza internazionale di pace (sotto egida ONU, con tutti gli attori internazionali coinvolti e disponibili) basata sul rispetto del Diritto internazionale vigente e sul concetto di sicurezza condivisa, che metta al sicuro la pace anche per il futuro.
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La Campagna di Obiezione alla guerra offre uno strumento concreto per attuare il diritto umano fondamentale alla pace, che sul piano politico significa per gli Stati: obbligo di disarmare, obbligo di riformare in senso democratico e far funzionare i legittimi organismi internazionali di sicurezza collettiva a cominciare dalle Nazioni Unite, obbligo di conferire parte delle forze armate all'ONU come previsto dall'articolo 43 della Carta delle Nazioni Unite, obbligo di riconvertire e formare tali forze per l'esercizio di funzioni di polizia internazionale sotto comando sopranazionale, obbligo di sottoporsi alla giurisdizione della Corte Penale Internazionale.
Aderendo concretamente alla Campagna ognuno ha la possibilita' personale di dichiarare formalmente la propria obiezione di coscienza e nel contempo sostenere concretamente i nonviolenti russi e ucraini che sono le uniche voci delle due parti che stanno gia' dialogando realmente tra di loro, che creano un ponte su cui puo' transitare la pace,  grazie al coraggio e all'impegno di chi a Kyiv e Mosca, rischiando di persona, lavora per la crescita della nonviolenza organizzata (info sulla Campagna di Obiezione alla Guerra: https://www.azionenonviolenta.it/obiezione-alla-guerra-2/ ).

3. ANNIVERSARI. UNA LETTERA A ENRICO MEZZETTI, PRESIDENTE PROVINCIALE DI VITERBO DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D'ITALIA, AFFINCHE' L'ANPI SI FACCIA AUTOREVOLE PROMOTRICE DELLE INIZIATIVE PUBBLICHE DI COMMEMORAZIONE DI ALFIO PANNEGA NELLA RICORRENZA DEL CENTENARIO DELLA NASCITA

Carissimo Enrico,
credo che Pietro Benedetti e Antonella Litta ti abbiano gia' detto che in occasione del centenario della nascita di Alfio Pannega (21 settembre 1925 - 30 aprile 2010) sarebbe auspicabile che l'Anpi si facesse promotrice di una serie di iniziative pubbliche in suo ricordo sia a Viterbo che negli altri comuni della provincia.
Ne abbiamo parlato sia qualche settimana fa con Pietro e Antonella, sia in piu' occasioni con altri amici di Alfio, e mi sembra che vi sia un ampio e persuaso consenso sul fatto che l'Anpi potrebbe essere il soggetto piu' adeguato per promuovere e realizzare le principali iniziative pubbliche, sia in proprio che in collaborazione con altre associazioni ed istituzioni.
Perche' l'Anpi? Perché dell'associazionismo democratico oggi esistente a Viterbo credo che non vi sia dubbio che l'Anpi e' l'esperienza che rappresenta nel modo piu' ampio e profondo i valori e le scelte che Alfio ha sostenuto e compiuto nel corso della sua intera vita di proletario, di antifascista, di poeta e di militante del movimento operaio per la giustizia sociale, per la democrazia progressiva che nella Costituzione repubblicana trova una sua enunciazione fondamentale, per l'eguaglianza di dignita' e diritti di tutti gli esseri umani, per la salvaguardia dell'intero mondo vivente, per la pace e la solidarieta' che nessuna persona abbandona al dolore e alla morte, per il diritto e la liberazione dei popoli, per la cooperazione internazionale e il bene comune dell'umanita'; in breve: il programma antifascista di cui l'Anpi e' autorevole testimone e portatrice.
Da Antonella e da Pietro ho saputo anche che nel comitato provinciale dell'Anpi ne avete gia' ragionato informalmente e che sarebbe gia' emersa una corale disponibilita'; cosicche' questa mia lettera altro non si propone di essere che un ulteriore invito a concretizzare quell'intenzione.
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Naturalmente e' bene che per commemorare Alfio in questo centenario vi sia una pluralita', una varieta' di iniziative:
a) alcune per cosi' dire piu' intime, piu' raccolte: come potrebbero essere uno o piu' incontri di ricordo con la partecipazione delle persone che con Alfio hanno vissuto nell'esperienza del centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" e che hanno costituito negli ultimi due decenni della sua vita anche la sua vera e propria famiglia;
b) una serie di incontri pubblici promossi dall'Anpi a Viterbo e nei centri della provincia, coinvolgendo ove possibile enti locali, istituzioni scolastiche e culturali, l'associazionismo democratico (ma ovviamente altri incontri pubblici possono essere autonomamente promossi anche da altri soggetti, ed ogni iniziativa di sincero ricordo merita apprezzamento e sostegno);
c) altre iniziative ancora, precipuamente caratterizzate dalla rilevanza istituzionale: a Viterbo in particolare una o piu' iniziative potrebbero essere promosse direttamente (e non solo patrocinate) dal Comune, a dare piena testimonianza dell'omaggio che l'intera citta' e quindi l'istituzione che la rappresenta rendono a una delle figure piu' amate della storia e della cultura popolare cittadina.
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Credo che l'Anpi potrebbe contattare in tutti e sessanta i Comuni del viterbese
- gli enti locali,
- le scuole (e a Viterbo anche l'Universita'),
- le biblioteche,
- le altre istituzioni culturali,
- varie associazioni culturali e d'impegno civile,
proponendo loro la realizzazione di una serie di iniziative, comprensive ad esempio:
I. di una conferenza o convegno di presentazione della figura di Alfio e della cultura e delle vicende di cui e' rappresentativa;
II. della rappresentazione dello spettacolo teatrale alla figura di Alfio dedicato;
III. dell'esposizione di una mostra di fotografie e di lavori grafici che hanno Alfio e le sue poesie come soggetto.
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Io riterrei che le iniziative nei vari centri della provincia potrebbero svolgersi nel corso dell'intero anno, ma in particolare potrebbero concentrarsi nei seguenti periodi:
a) 25 aprile - primo maggio (Alfio e' deceduto il 30 aprile 2010, e sia la festa della Liberazione che quella dei Lavoratori erano per lui ricorrenze importanti e fortemente, profondamente sentite);
b) 4 settembre - 21 settembre (tra la festa patronale viterbese di Santa Rosa e il genetliaco di Alfio - che e' nato il 21 settembre 1925).
Se si vuole realizzare qualcosa gia' nel periodo tra il 25 aprile e il primo maggio, e' opportuno avviarne la proposta e l'organizzazione al piu' presto.
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Non so se ti siano arrivate (credo di avertele inviate, ma con la posta elettronica non si e' mai sicuri dell'esito) le due lettere che nei giorni scorsi ho mandato a varie persone amiche e al Comune di Viterbo; ad ogni buon conto le allego in calce a queste righe.
Ringraziandoti e ringraziandovi fin d'ora per quanto come Anpi della provincia di Viterbo potrete fare per ricordare il nostro indimenticabile amico e compagno di lotte, un fraterno saluto
Peppe
Viterbo, 23 febbraio 2025
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ALLEGATO PRIMO: UNA LETTERA A VARIE PERSONE AMICHE DEL 13 FEBBRAIO 2025
Una lettera personale alle amiche e agli amici di Alfio Pannega, ricorrendo nel 2025 il centenario della nascita
Carissime e carissimi,
ricorre quest'anno, il 21 settembre 2025, il centenario della nascita di Alfio Pannega, e sicuramente tutte e tutti noi che lo abbiamo conosciuto e gli abbiamo voluto bene vorremmo che fosse ricordato nel modo migliore.
Ne abbiamo parlato piu' volte in passato, ora e' il momento di precisare i nostri ragionamenti e successivamente di realizzare le iniziative possibili ed opportune.
Provo a contribuire quindi alla riflessione comune mettendo per iscritto alcune opinioni personali, espresse schematicamente nella forma di un ragionamento e di tre proposte da discutere insieme.
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1. Un breve ragionamento
La memoria di Alfio Pannega e' un bene comune non solo dei suoi amici e compagni di lotte, ma anche di tutta la citta' di Viterbo e dell'umanita' intera.
E' ovvio che le molte persone che lo hanno conosciuto serbano di lui ricordi diversi.
Chi gli e' stato piu' vicino ed ha condiviso con lui una parte della propria vita ne ha una memoria piu' viva e precisa, lo ha conosciuto meglio e ne ha quindi un ricordo piu' adeguato; ma vi e' anche chi, pur non avendo avuto con lui una frequentazione molto intensa e una conoscenza molto approfondita, gli e' stato comunque amico, chi gli e' stato compagno di lotte e di ideali, chi lo ha conosciuto in riferimento al lavoro o in altre circostanze ancora: tutte persone che  ne serbano anch'esse un ricordo significativo; e vi e' anche chi lo ha conosciuto superficialmente, magari solo scambiandoci qualche parola frettolosamente, ma anche queste persone lo ricordano con affetto sincero; e vi e' infine a Viterbo e nell'Alto Lazio chi di Alfio ha solo sentito parlare, e ne ha un'immagine magari un po' mitica, un po' folcloristica, e vorrebbe saperne di piu'.
Sarebbe bene che in occasione del centenario della nascita i tanti diversi ricordi di Alfio venissero condivisi, e la sua personalita' venisse riconosciuta nella sua autenticita' esistenziale, nella sua preziosa complessita', nella sua luminosa dignita', nel suo valore culturale, morale, civile.
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2. Tre proposte di commemorazione
Io credo che in questo centenario sarebbe bene che vi fosse una pluralita' di occasioni di ricordo di Alfio e di valorizzazione e riproposizione del suo lascito esistenziale, intellettuale, morale e politico.
2.1. In primo luogo il ricordo delle persone che gli sono state piu' vicine, e tra loro in particolare le persone che hanno preso parte all'esperienza del Centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" che con Alfio hanno condiviso una parte della propria vita.
Queste persone potrebbero incontrarsi in una o piu' iniziative pubbliche in luoghi significativi della vita di Alfio e ricordarlo portando ciascuna la propria testimonianza.
2.2. In secondo luogo il ricordo delle persone che hanno preso parte alle altre esperienze collettive di impegno morale e civile cui Alfio partecipo' nel corso della sua vita, ed in particolare nella sua militanza antifascista, comunista e libertaria, ecologista e pacifista, nonviolenta.
Credo che delle esperienze collettive democratiche oggi esistenti a Viterbo potrebbe essere l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (Anpi) quella che potrebbe promuovere occasioni di ricordo sia a Viterbo che nei vari centri della provincia, e proporre a enti locali, scuole, associazioni culturali e d'impegno civile di vario genere, di realizzare iniziative commemorative ed educative comprensive ad esempio dell'ottimo spettacolo teatrale di Pietro Benedetti ad Alfio dedicato.
2.3. In terzo luogo il ricordo della cittadinanza viterbese tutta, a rappresentare la quale potrebbe essere il Comune di Viterbo.
Il Comune potrebbe realizzare, promuovere, patrocinare iniziative di vario genere (l'intitolazione di un luogo pubblico; un convegno; una mostra fotografica e di documenti; lo spettacolo teatrale gia' ricordato; iniziative itineranti nei quartieri e nelle frazioni...).
A queste proposte vorrei aggiungere che l'occasione potrebbe essere propizia per costituire finalmente quell'"Archivio Alfio Pannega" di cui parliamo da anni, ovvero la raccolta e catalogazione della documentazione che lo riguarda e la conservazione di essa in un luogo pubblico adeguato affinche' possa essere sia salvaguardata sia liberamente consultata e studiata.
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Invio questa lettera ad alcune persone di cui sono riuscito a ritrovare facilmente l'indirizzo di posta elettronica; vi pregherei di inoltrarla anche alle altre persone che a vostro avviso sarebbe bene informare e coinvolgere.
Grazio fin d'ora per la vostra attenzione e per quanto vorrete e potrete fare per ricordare il nostro vecchio amico e compagno di lotte.
Un forte abbraccio,
Peppe
Viterbo, 13 febbraio 2025
Per contattarmi: centropacevt at gmail.com, crpviterbo at yahoo.it
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Una minima notizia su Alfio Pannega
(...)
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ALLEGATO SECONDO: UNA LETTERA AL COMUNE DI VITERBO DEL 21 FEBBRAIO 2025
Alla sindaca di Viterbo
all'assessore alla cultura
e per opportuna conoscenza:
- alle assessore e agli assessori
- alle consigliere e ai consiglieri
Oggetto: invito a realizzare una serie di iniziative commemorative di Alfio Pannega nella ricorrenza del centenario della nascita.
Gentile sindaca,
gentile assessore,
gentili signore e signori tutti,
ricorre quest'anno il centenario della nascita di Alfio Pannega (21 settembre 1925 - 30 aprile 2010), persona assai amata da quanti lo conobbero (pressoche' tutti i viterbesi suoi contemporanei) e figura assai rilevante nella cultura popolare della citta'.
Sarebbe bene che il Comune di Viterbo, che gia' gli rese omaggio ripetutamente e solennemente sia nei mesi precedenti l'improvvisa scomparsa sia in occasione delle esequie, promuovesse una serie di iniziative per onorarne la memoria, ricordandolo a quanti lo conobbero e proponendone la figura ai piu' giovani come luminoso testimone della dignita' umana ed adamantino esempio di impegno culturale, morale e civile in difesa della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani cosi' come in difesa dell'intero mondo vivente.
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Mi permetto di segnalare alcune delle molteplici risorse umane e materiali disponibili e valorizzabili per realizzare varie possibili iniziative, come convegni, spettacoli teatrali, mostre ed altro ancora.
a) la testimonianza, le ricerche e i lavori di Antonello Ricci, intellettuale viterbese benemerito quant'altri mai, che con Alfonso Prota fu curatore dell'unico libro fin qui edito di e su Alfio Pannega;
b) lo spettacolo teatrale ad Alfio Pannega dedicato (gia' molte volte rappresentato in varie parti d'Italia con viva commozione di ogni sorta di pubblico che vi ha assistito) realizzato con straordinaria empatia e potenza evocativa dal valoroso regista e finissimo interprete Pietro Benedetti;
c) per una eventuale mostra fotografica il prestigioso fotografo viterbese Francesco Galli ha un prezioso portfolio di fotografie di Alfio Pannega da lui realizzate, ed e' altresi' conservatore di altre fotografie di Alfio Pannega scattate dal compianto Mario Onofri, altro prestigioso fotografo viterbese scomparso alcuni anni fa;
d) sempre per una eventuale mostra potrebbero essere utilizzate le opere grafiche dedicate ad illustrare alcune poesie di Alfio Pannega, realizzate dalla giovane artista Giselle Dian;
e) altri materiali utili verosimilmente potrebbero essere messi a disposizione dall'editore Davide Ghaleb, che ha pubblicato il libro sopra citato ed ha ospitato nel suo sito un ampio reportage fotografico della sua presentazione.
Altro vari materiale testimoniale e documentario - cartaceo, pittorico, video, audio e di memorabilia - e' disperso tra varie altre persone ancora: la realizzazione di una serie di iniziative di commemorazione potrebbe anche essere occasione per raccoglierlo finalmente in un "Archivio Alfio Pannega" che ne tenga viva la memoria oltre la circostanza del centenario.
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Senza alcun altro titolo che quello di cittadino viterbese e di vecchio amico e compagno di lotte di Alfio Pannega, auspicherei vivamente che il Comune di Viterbo, in nome e per conto dell'intera cittadinanza ed ovviamente con l'unanime persuasa partecipazione dell'intera Giunta e dell'intero Consiglio Comunale, realizzasse nel corso di quest'anno una o piu' iniziative di ricordo da parte della citta' di Viterbo di uno dei suoi figli piu' generosi e piu' amati da ogni persona di volonta' buona e di retto sentire.
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So - e confido - che anche altri soggetti, istituzionali e non, ed in primo luogo i suoi vecchi amici e compagni di vita e di lotte, l'associazionismo democratico piu' strenuamente impegnato in difesa della Costituzione della Repubblica italiana e dei suoi principi fondamentali di pace e di solidarieta' in questi tempi terribili di guerre ed orrori in tante parti del mondo, si predispongono a realizzare iniziative commemorative, e tutte queste iniziative meritano il piu' ampio e profondo apprezzamento e sostegno; ma mi sembra evidente che naturalmente incomba innanzitutto all'Amministrazione Comunale rendere l'omaggio della citta' e del popolo viterbese al sensibile poeta e al generoso militante per la causa della preservazione della natura e della cultura, della giustizia e della liberta', della liberazione di tutti i popoli e di tutte le persone oppresse, della solidarieta' che ogni persona riconosca e raggiunga e difenda e sostenga, della pace e del bene comune dell'umanita' intera, che Alfio Pannega e' stato lungo l'intero corso della sua vita.
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Allego in calce una minima notizia biobibliografica.
Vogliate gradire distinti saluti,
Peppe Sini, cittadino viterbese
Viterbo, 21 febbraio 2025
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Una minima notizia su Alfio Pannega
Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna a ridosso ed entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010, a cura di Antonello Ricci e Alfonso Prota): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.
Molte fotografie di Alfio scattate da Mario Onofri, artista visivo profondo e generoso compagno di lotte che gli fu amico e che anche lui ci ha lasciato anni fa, sono disperse tra vari amici di entrambi, ed altre ancora restano inedite nell'immenso, prezioso archivio fotografico di Mario, che tuttora attende curatela e pubblicazione.
Negli ultimi anni il regista ed attore Pietro Benedetti, che gli fu amico, ha sovente con forte empatia rappresentato - sulle scene teatrali, ma soprattutto nelle scuole e nelle piazze, nei luoghi di aggregazione sociale e di impegno politico, di memoria resistente all'ingiuria del tempo e alla violenza dei potenti - un monologo dal titolo "Allora ero giovane pure io" dalle memorie di Alfio ricavato, personalmente interpretandone e facendone cosi' rivivere drammaturgicamente la figura.
La proposta di costituire un "Archivio Alfio Pannega" per raccogliere, preservare e mettere a disposizione della collettivita' le tracce della sua vita e delle sue lotte, e' restata fin qui disattesa.
Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", ad esempio negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265 ed ancora i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" nn. 907-909, 1172, 1260, 1261, 1272, 1401, 1622-1624, 1763, 1971, 2108-2113, 2115, 2329, 2331, 2334-2335, 2476-2477, 2479, 2694, 2833, 3049, 3051-3052, 3369-3373, 3448, 3453, 3515-3517, 3725, 4089-4091, 4235-4236, 4452, 4455-4458, 4599-4601, 4819-4821, 4962-4965, 5184-5187, 5328, 5331, 5477, i fascicoli di "Coi piedi per terra" n. 546 e 548-552, e "Voci e volti della nonviolenza" nn. 687-691, 754-755, 881, il fascicolo di "Ogni vittima ha il volto di Abele" n. 170, i fascicoli di "Una persona, un voto" nn. 88-90, 206, 209, i fascicoli de "La domenica della nonviolenza" nn. 420 e 511, i fascicoli de "La nonviolenza contro il razzismo" nn. 202-206, 213, 437-438, 445-446, i fascicoli de "La biblioteca di Zorobabele" nn. 430-433.

4. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

5. REPETITA IUVANT. VANDANA SHIVA: PRINCIPI COSTITUTIVI DI UNA DEMOCRAZIA DELLA COMUNITA' TERRENA
[Riproponiamo ancora una volta il seguente testo estratto dall'introduzione del libro di Vandana Shiva, Il bene comune della Terra, Feltrinelli, Milano 2006, alle pp. 16-19]

1. Tutte le specie, tutti gli esseri umani e tutte le culture possiedono un valore intrinseco.
Tutti gli esseri viventi sono soggetti dotati di intelligenza, integrita' e di un'identita' individuale. Non possono essere ridotti al ruolo di proprieta' privata, di oggetti manipolabili, di materie prime da sfruttare o di rifiuti eliminabili. Nessun essere umano ha il diritto di possedere altre specie, altri individui, o di impadronirsi dei saperi di altre culture attraverso brevetti o altri diritti sulla proprieta' intellettuale.
2. La comunita' terrena promuove la convivenza democratica di tutte le forme di vita.
Siamo membri di un'unica famiglia terrena, uniti gli uni agli altri dalla fragile ragnatela della vita del pianeta. Pertanto e' nostro dovere assumere dei comportamenti che non compromettano l'equilibrio ecologico della Terra, nonche' i diritti fondamentali e la sopravvivenza delle altre specie e di tutta l'umanita'. Nessun essere umano ha il diritto di invadere lo spazio ecologico di altre specie o di altri individui, ne' di trattarli con crudelta' e violenza.
3. Le diversita' biologiche e culturali devono essere difese.
Le diversita' biologiche e culturali hanno un valore intrinseco che deve essere riconosciuto. Le diversita' biologiche sono fonti di ricchezza materiale e culturale che pongono le basi per la sostenibilita'. Le differenze culturali sono portatrici di pace. Tutti gli esseri umani hanno il dovere di difendere tali diversita'.
4. Tutti gli esseri viventi hanno il diritto naturale di provvedere al loro sostentamento.
Tutti i membri della comunita' terrena, inclusi gli esseri umani, hanno il diritto di provvedere al loro sostentamento: hanno diritto al cibo e all'acqua, a un ambiente sicuro e pulito, alla conservazione del loro spazio ecologico. Le risorse vitali necessarie per il sostentamento non possono essere privatizzate. Il diritto al sostentamento e' un diritto naturale perche' equivale al diritto alla vita. E' un diritto che non puo' essere accordato o negato da una nazione o da una multinazionale. Nessun paese e nessuna multinazionale ha il diritto di vanificare o compromettere questo genere di diritto, o di privatizzare le risorse comuni necessarie alla vita.
5. La democrazia della comunita' terrena si fonda su economie che apportano la vita e su modelli di sviluppo democratici.
La realizzazione di una democrazia della comunita' terrena presuppone una gestione democratica dell'economia, dei piani di sviluppo che proteggano gli ecosistemi e la loro integrita', provvedano alle esigenze di base di tutti gli esseri umani e assicurino loro un ambiente di vita sostenibile. Una concezione democratica dell'economia non prevede l'esistenza di individui, specie o culture eliminabili. L'economia della comunita' terrena e' un'economia che apporta nutrimento alla vita. I suoi modelli sono sempre sostenibili, differenziati, pluralistici, elaborati dai membri della comunita' stessa al fine di proteggere la natura e gli esseri umani e operare per il bene comune.
6. Le economie che apportano la vita si fondano sulle economie locali.
Il miglior modo di provvedere con efficienza, attenzione e creativita' alla conservazione delle risorse terrene e alla creazione di condizioni di vita soddisfacenti e sostenibili e' quello di operare all'interno delle realta' locali. Localizzare l'economia deve diventare un imperativo ecologico e sociale. Si dovrebbero importare ed esportare soltanto i beni e i servizi che non possono essere prodotti localmente, adoperando le risorse e le conoscenze del luogo. Una democrazia della comunita' terrena si fonda su delle economie locali estremamente vitali, che sostengono le economie nazionali e globali. Un'economia globale democratica non distrugge e non danneggia le economie locali, non trasforma le persone in rifiuti eliminabili. Le economie che sostengono la vita rispettano la creativita' di tutti gli esseri umani e producono contesti in grado di valorizzare al massimo le diverse competenze e capacita'. Le economie che apportano la vita sono differenziate e decentralizzate.
7. La democrazia della comunita' terrena e' una democrazia che tutela la vita.
Una democrazia che tutela la vita si fonda sul rispetto democratico di ogni forma vivente e su un comportamento democratico da adottare gia' a partire dalla quotidianita'. Ogni soggetto coinvolto ha il diritto di partecipare alle decisioni da prendere in merito al cibo, all'acqua, alla sanita' e all'istruzione. Una democrazia che tutela la vita cresce dal basso verso l'alto, al pari di un albero. La democrazia della comunita' terrena si fonda sulle democrazie locali, lasciando che le singole comunita' costituite nel rispetto delle differenze e delle responsabilita' ecologiche e sociali abbiano pieni poteri decisionali riguardo all'ambiente, alle risorse naturali, al sostentamento e al benessere dei loro membri. Il potere viene delegato ai livelli esecutivi piu' alti applicando il principio della sussidiarieta'. La democrazia della comunita' terrena si fonda sull'autoregolamentazione e sull'autogoverno.
8. La democrazia della comunita' terrena si fonda su culture che valorizzano la vita.
Le culture che valorizzano la vita promuovono la pace e creano degli spazi di liberta' per consentire il culto di religioni diverse e l'espressione di diverse fedi e identita'. Tali culture lasciano che le differenze culturali si sviluppino proprio a partire dalla nostra umanita' e dai nostri comuni diritti in quanto membri della comunita' terrena.
9. Le culture che valorizzano la vita promuovono lo sviluppo della vita stessa.
Le culture che valorizzano la vita si fondano sul riconoscimento della dignita' e sul rispetto di ogni forma di vita, degli uomini e delle donne di ogni provenienza e cultura, delle generazioni presenti e di quelle future.
Sono culture ecologiche che non producono stili di vita distruttivi o improntati al consumismo, basati sulla sovrapproduzione, sullo spreco o sullo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali. Le culture che valorizzano la vita sono molteplici, ma ispirate da un comune rispetto per il vivente. Riconoscono la compresenza di identita' diverse che condividono lo spazio comune della comunita' locale e danno voce a un sentimento di appartenenza che correla i singoli individui alla terra e a tutte le forme di vita.
10. La democrazia della comunita' terrena promuove un sentimento di pace e solidarieta' universale.
La democrazia della comunita' terrena unisce tutti i popoli e i singoli individui sostenendo valori quali la cooperazione e l'impegno disinteressato, anziche' separarli attraverso la competizione, il conflitto, l'odio e il terrore. In alternativa a un mondo fondato sull'avidita', sulla diseguaglianza e sul consumismo sfrenato, questa democrazia si propone di globalizzare la solidarieta', la giustizia e la sostenibilita'.

6. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- AA. VV., I Balcani senza noi, volume monografico di "Domino. Rivista sul mondo che cambia", n. 2, febbraio 2025, G.O.L., Milano 2025, pp. 144, euro 10.
- Enrica Crispino, Van Gogh, Giunti-Rcs, Firenze-Milano 2025, pp. 128, euro 9,90.
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Riletture
- Michael Oren Fitzgerald, Judith Fitzgerald (a cura di), Il Grande Spirito, Terra Nuova Edizioni, Firenze 2020, pp. 160.
- Giorgio Stern, Tribu' indiane, capitale e proletari nella storia del Nord America, Zambon, 2014, 2019, pp. 176.
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Maestre
- Simone de Beauvoir, La femminilita', una trappola. Scritti inediti 1927-1982, L'Orma, Roma 2021, 2023, pp. 160.
- Simone de Beauvoir, Per una morale dell'ambiguita', SE, Milano 2001, 2017, pp. 140.

7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

8. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5487 del 25 febbraio 2025
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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