[Nonviolenza] Telegrammi. 5480



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5480 del 18 febbraio 2025
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Opporsi a tutte le guerre, a tutte le stragi, a tutte le uccisioni
2. Il 18 febbraio 2025, dopo 49 anni di carcere subiti da innocente, Leonard Peltier torna alla sua casa, alla sua famiglia, tra il suo popolo
3. Una lettera "ad adiuvandum" alla "United States Parole Commission" (giugno 2024)
4. Kevin Abourezk: Homecoming celebration will greet Leonard Peltier in North Dakota
5. "Positano notizie": Leonard Peltier torna a casa dopo quasi 50 anni di ingiusta prigionia
6. Leno Rose-Avila: You cannot bury Leonard Peltier
7. Ripetiamo ancora una volta...
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'

1. REPETITA IUVANT. OPPORSI A TUTTE LE GUERRE, A TUTTE LE STRAGI, A TUTTE LE UCCISIONI

Opporsi a tutte le guerre, a tutte le stragi, a tutte le uccisioni.
Salvare tutte le vite.
L'unica politica che puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe in corso e' la scelta della nonviolenza.

2. REPETITA IUVANT. IL 18 FEBBRAIO 2025, DOPO 49 ANNI DI CARCERE SUBITI DA INNOCENTE, LEONARD PELTIER TORNA ALLA SUA CASA, ALLA SUA FAMIGLIA, TRA IL SUO POPOLO

Il 18 febbraio 2025, dopo 49 anni di carcere subiti da innocente, Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, torna alla sua casa, alla sua famiglia, tra il suo popolo.
La sua scarcerazione e' una vittoria dell'umanita' intera, una vittoria del bene, della verita', della giustizia.
La sua scarcerazione e' un passo avanti nella lotta comune contro tutte le violenze, per la liberazione e la salvezza dell'umanita' tutta.
In questo momento di profonda commozione esprimiamo ancora una volta la nostra gratitudine a Leonard Peltier per la sua tenace resistenza, per la sua eroica testimonianza, per aver saputo anche dal buio del carcere - lungo meta' di un secolo - essere una voce e una luce per il suo popolo, per tutti i popoli oppressi, per tutte le persone vittime di violenza, per l'umanita' intera.
*
Di seguito riproponiamo ancora una volta alcuni materiali per saperne un po' di piu' su Leonard Peltier.
Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, per 49 anni prigioniero innocente. Tornera' alla sua casa il 18 febbraio 2025 dopo che il Presidente statunitense Biden nell'ultimo giorno del suo mandato presidenziale gli ha concesso la commutazione della pena dal doppio ergastolo agli arresti domiciliari. Leonard Peltier non ha mai commesso il delitto per cui fu ingiustamente condannato sulla base di "testimonianze" rivelatesi false e di "prove" rivelatesi altrettanto false; ha ora ottanta anni ed e' gravemente malato.
Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
Segnaliamo anche alcune pubblicazioni a stampa in italiano e in inglese particolarmente utili:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Segnaliamo inoltre che nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/03/msg00001.html
Sempre nella rete telematica e' disponibile anche una piu' ampia ed approfondita bibliografia ragionata dal titolo "Dieci libri piu' uno che sarebbe bene aver letto per conoscere la vicenda di Leonard Peltier (e qualche altro minimo suggerimento bibliografico)":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/09/msg00064.html
Ancora nella rete telematica segnaliamo una lettera "ad adiuvandum" alla "United States Parole Commission" del 22 giugno 2024:
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2024/06/msg00055.html
Segnaliamo anche che nei mesi scorsi il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo ha pubblicato un notiziario telematico quotidiano con la testata "Non muoia in carcere Leonard Peltier" che proponeva iniziative e materiali.
Segnaliamo infine l'attuale sito ufficiale del Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier, il "Free Leonard Peltier Ad Hoc Committee", ora ridenominato "Leonard Peltier Official Support Group": www.freeleonardpeltiernow.org
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Continuiamo a sostenere Leonard Peltier.
Contribuiamo alle spese mediche per garantirgli le cure necessarie.
Aiutiamolo nelle sue iniziative umanitarie e nel suo sostegno a tutte le lotte nonviolente in difesa dell'umanita' e della Madre Terra.
Siamo una sola umana famiglia in un unico mondo vivente di cui tutte e tutti siamo insieme parte e custodi.
Mitakuye Oyasin.

3. REPETITA IUVANT. UNA LETTERA "AD ADIUVANDUM" ALLA "UNITED STATES PAROLE COMMISSION" (GIUGNO 2024)

Alla United States Parole Commission
USParole.questions at usdoj.gov
e per opportuna conoscenza:
al Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America (United States Attorney General)
https://www.justice.gov/doj/webform/your-message-department-justice
al Presidente degli Stati Uniti d'America
https://www.whitehouse.gov/contact/
ai legali che assistono il signor Leonard Peltier
ksharp at sanfordheisler.com
jenipherj at forthepeoplelegal.com
ai mezzi d'informazione
Oggetto: Una lettera "ad adiuvandum" alla "United States Parole Commission", a confutazione delle affermazioni non veritiere contenute in una lettera del 7 giugno 2024 del signor Christopher Wray, direttore dell'FBI, in danno del signor Leonard Peltier.
Gentilissime signore e gentilissimi signori della United States Parole Commission,
avendo letto la lettera inviatavi dal signor Christopher Wray, direttore dell'FBI, in data 7 giugno 2024, che in danno del signor Leonard Peltier contiene affermazioni non veritiere ed omissioni tali da configurare un palese tentativo di indurvi a commettere un sesquipedale errore di valutazione ed una clamorosa ingiustizia, mi sono determinato ad inviarvi questa lettera "pro veritate atque pro bono publico" a confutazione di quella del signor Wray.
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1. La lettera del signor Wray del 7 giugno 2024
il signor Wray, direttore dell'FBI, ha inviato in data 7 giugno 2024 una lettera alla Presidente della "United States Parole Commission".
Il testo di tale lettera e' pubblicato nel sito dell'FBI (ww.fbi.gov).
Scopo della lettera del signor Wray e' esprimere la contrarieta' dell'FBI alla concessione della "liberta' sulla parola" al signor Peltier (come e' noto, la "United States Parole Commission" ha tenuto il 10 giugno 2024 una lungamente attesa udienza in merito, ed il definitivo pronunciamento e' previsto entro il primo luglio 2024).
Il signor Peltier e' un uomo ormai ottantenne, detenuto da 48 anni per un delitto che non ha commesso, gravemente malato, vittima di una conclamata persecuzione e di un clamoroso errore giudiziario, la cui liberazione e' stata richiesta da personalita' illustri come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, da prestigiosi movimenti umanitari come Amnesty International, da istituzioni internazionali come un'apposita Commissione dell'Onu e il Parlamento Europeo, da numerosi membri del Congresso degli Stati Uniti d'America.
La lettera del signor Wray e' cosi' strutturata:
a) un incipit che ne anticipa il contenuto e ne presenta la tesi e lo scopo: la tesi che il signor Peltier sia un omicida senza scrupoli e senza rimorsi, e lo scopo che al signor Peltier sia negata la "liberta' sulla parola";
b) una prima parte intesa a riproporre la tesi della colpevolezza del signor Peltier per la morte dei due agenti dell'Fbi Jack Coler e Ronald Williams il 26 giugno 1975 e a confermare la tesi della colpevolezza e pericolosita' del signor Peltier facendo riferimento alle vicende dei suoi tentativi di fuga nel 1975 e nel 1979;
c) una seconda parte intesa a ribadire la tesi che il signor Peltier sia un omicida senza rimorsi (poiche' ha continuato a dichiararsi innocente);
d) una terza parte intesa a ricordare come parenti e colleghi degli agenti Coler e Williams nutrano ancora un profondo cordoglio per la morte dei loro congiunti, colleghi ed amici, e un risentimento nei confronti del signor Peltier credendolo responsabile della loro morte;
e) un explicit che ne riassume il contenuto e nuovamente ne enuncia la tesi e lo scopo gia' esposti nell'incipit.
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2. Le affermazioni non veritiere del signor Wray e la loro confutazione
Il senso e il fine della lettera del signor Wray sono espressi con assoluta chiarezza nell'incipit e nell'explicit della stessa.
La lettera del signor Wry si apre con queste parole: "I write on behalf of the entire FBI family to express our adamant opposition to Leonard Peltier's latest application for parole. Peltier is a remorseless killer who brutally murdered two of our own before embarking on a violent flight from justice. His crimes also include a post-conviction escape from federal custody, during which he and his crew fired shots at prison employees. Throughout the years, Peltier has never accepted responsibility or shown remorse. He is wholly unfit for parole. To release Peltier now would significantly "depreciate the seriousness of his offense" and "promote disrespect for the law"".
E si conclude con queste parole: "Given the overwhelming and unassailable evidence of his guilt, the brutality of his crimes, and his persistent refusal to accept responsibility, I urge you in the strongest terms possible to deny Peltier's application for parole. To afford him release after what he did and how he has conducted himself since would most certainly "depreciate the seriousness of his offense [and] promote disrespect for the law". Peltier is right where he belongs, serving consecutive life sentences for his cold-blooded murder of Jack and Ron".
Orbene, il signor Wray non scrive il vero.
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2.1. Non e' vero che la "colpevolezza" del signor Peltier sia stata provata ("the overwhelming and unassailable evidence of his guilt").
Non vi sono ne' testimonianze ne' prove che dimostrino la sua colpevolezza.
Ci sono state invece cosiddette "testimonianze" dimostratesi false (ed estorte con la manipolazione e la violenza a persona in condizioni di fragilita', disagio e paura) e cosiddette "prove" dimostratesi altrettanto false: e' grazie a queste falsita' che fu ottenuta l'iniqua condanna del signor Peltier.
E' del tutto evidente che se vi fossero state testimonianze vere e prove autentiche a carico del signor Peltier, l'Fbi non avrebbe dovuto "fabbricarne" di false.
La fabbricazione di "testimonianze" false e di "prove" false e' dunque essa stessa la dimostrazione ulteriore e definitiva dell'inesistenza di testimonianze e prove contro il signor Peltier.
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2.2. Non e' vero che il signor Peltier abbia dimostrato "brutalita'" commettendo "crimini" ("the brutality of his crimes").
Il signor Peltier semplicemente non ha commesso i crimini a lui falsamente attribuiti per cui e' stato ingiustamente condannato.
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2.3. Non e' vero che il signor Peltier rifiuti di riconoscere le sue responsabilita' ("his persistent refusal to accept responsibility").
Il signor Peltier, essendo innocente, ha anzi rivendicato pienamente le sue autentiche responsabilita' di difensore del suo popolo vittima in quel lasso di tempo dei crimini degli squadroni della morte dei "Goons" e del famigerato programma Cointelpro (che si concretizzo' anche nella realizzazione da parte dell'Fbi di atti illegali e violenti, giungendo fino all'omicidio di difensori dei diritti dei neri e dei nativi).
Per le sue effettive responsabilita' il signor Peltier meritava non di essere perseguitato ed imprigionato, ma di essere encomiato ed onorato.
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2.4. Non e' vero che il signor Peltier "sminuisca la gravita' del suo reato" ("depreciate the seriousness of his offense").
Il signor Peltier semplicemente non ha commesso quel reato per cui e' stato ingiustamente condannato.
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2.5. Non e' vero che il signor Peltier "promuova l'inosservanza della legge" ("promote disrespect for the law").
E' vero piuttosto l'esatto contrario: sono i suoi persecutori che hanno promosso e promuovono il disprezzo e l'infrazione della legge.
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In conclusione: il signor Wray propala asserzioni non veritiere.
E con tali asserzioni non veritiere tenta di indurre la "United States Parole Commission" a commettere una patente ingiustizia in danno del signor Peltier, in danno della verita', in danno del diritto, e quindi altresi' in danno del bene pubblico.
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3. Le omissioni del signor Wray e la loro esplicitazione
Nella sua lettera il signor Wray esprime cordoglio per la morte degli agenti Coler e Williams, ma omette del tutto di ricordare che quel 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge, nel terreno di proprieta' della famiglia Jumping Bull che ospitava i militanti dell'American Indian Movement, fu ucciso nel corso dell'assalto da parte dell'FBI e delle truppe sue fiancheggiatrici anche un giovane militante dell'American Indian Movement, il signor Joe Stuntz: per la morte del signor Stuntz non vi fu alcun processo, ed il suo assassinio e' restato del tutto impunito, come restarono impuniti molti altri omicidi di nativi commessi in quel periodo.
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3.1. L'omissione del ricordo dell'uccisione del signor Stuntz nella lettera del signor Wray ha una funzione precisa: occultare il fatto che quel giorno vi fu un assalto armato dell'FBI nella proprieta' di una famiglia nativa tradizionalista che ospitava i militanti dell'American Indian Movement; che in tale assalto le truppe dell'FBI e fiancheggiatrici spararono innumerevoli colpi di arma da fuoco contro i nativi; e che i nativi si batterono per legittima difesa, per salvare le proprie vite che percepirono essere minacciate di morte, come prova l'uccisione del signor Stuntz.
L'omissione del ricordo dell'uccisione del signor Stuntz peraltro non e' l'unica omissione della lettera del signor Wray.
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3.2. Il signor Wray omette di ricordare che nella riserva di Pine Ridge all'epoca, e da anni, i veri e propri squadroni della morte denominati "Goons" avevano imposto un regime di terrore nei confronti dei nativi tradizionalisti: i "Goons" avevano ripetutamente ed impunemente assassinato molti nativi tradizionalisti.
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3.3. Il signor Wray omette di ricordare che nel 1975 i militanti dell'American Indian Movement erano li' proprio su richiesta della popolazione locale per difenderla dalla ferocia assassina dei "Goons".
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3.4. Il signor Wray omette di ricordare che l'FBI conduceva all'epoca una politica non solo di effettuale favoreggiamento ma anche di esecuzione diretta della violenza contro i nativi che difendevano la loro cultura e rivendicavano i loro diritti: in quel torno di tempo l'FBI era impegnata nel famigerato programma "Cointelpro" che consisteva nel colpire con la massima violenza - e finanche con omicidi mirati - i militanti dei movimenti che difendevano i diritti umani dei neri e dei nativi americani come il Black Panther Party e l'American Indian Movement.
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3.5. Il signor Wray omette di ricordare che gli agenti dell'FBI Coler e Williams il 26 giugno 1975 erano penetrati nella proprieta' della famiglia Jumping Bull armati e alla guida di auto senza segni di identificazione, scatenando il conflitto a fuoco.
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3.6. il signor Wray omette di ricordare che poco dopo l'inizio del conflitto a fuoco penetrarono nell'area innumerevoli altri uomini armati sia dell'FBI, sia di forze fiancheggiatrici, costringendo i nativi tradizionalisti e i militanti dell'American Indian Movement a una disperata resistenza e successivamente a una disperata fuga per poter restare in vita.
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3.7. Il signor Wray omette di ricordare che l'FBI in un primo momento attribui' l'uccisione degli agenti Coler e Williams a quattro nativi: i signori Dino Butler, Jimmy Eagle, Leonard Peltier e Bob Robideau; i signori Butler e Robideau furono arrestati e processati per primi (a Cedar Rapids, nello Iowa, nel giugno-luglio 1976) e furono assolti per aver agito per legittima difesa (ed e' evidente che il riconoscimento di aver agito per legittima difesa era da intendersi esteso a tutti i nativi che presero parte al conflitto); dopo questa sconfitta in tribunale l'Fbi rinuncio' a perseguire il signor Eagle e concentro' tutte le accuse sul solo signor Peltier, ed ottenutane nel dicembre 1976 l'estradizione dal Canada (dove il signor Peltier si era rifugiato) grazie ad affidavit scandalosamente menzogneri, il signor Peltier fu processato nel 1977 non a Cedar Rapids ma a Fargo, in North Dakota, in una citta' di forti tradizioni razziste, in un'atmosfera di pesante intimidazione e con una giuria di soli bianchi: il signor Peltier fu quindi condannato sulla base di cosiddette "testimonianze" dimostratesi false ed estorte con l'intimidazione, e di cosiddette "prove" dimostratesi altrettanto false.
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3.8. Il signor Wray omette di ricordare che l'estradizione del signor Peltier dal Canada negli USA fu ottenuta con affidavt menzogneri estorti alla signora Myrtle Poor Bear che dichiaro' il falso perche' intimidita dall'FBI.
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3.9. Il signor Wray omette di ricordare che la "prova" del cosiddetto "fucile di Peltier", che fu presentata come decisiva, era falsa.
Soltanto successivamente la difesa del signor Peltier grazie al "Freedom of Information Act" (FOIA) ebbe accesso ai documenti che l'FBI aveva tenuto segreti e scopri' infine la verita': che la "prova" era falsa, e che l'FBI ne era pienamente consapevole.
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3.10. Il signor Wray omette di ricordare che la fuga in Canada del signor Peltier fu determinata dal pericolo che la sua vita correva.
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3.11. Il signor Wray omette di ricordare che in carcere il signor Peltier seppe che vi era un piano per ucciderlo, e che questo motivo' la sua evasione di breve durata nel 1979, evasione che con tutta probabilita' gli salvo' la vita.
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3.12. Il signor Wray omette di ricordare che lungo quasi cinquanta anni di detenzione il signor Peltier non solo ha svolto una intensa attivita' in favore dei diritti dei detenuti - ad esempio quello alla liberta' religiosa -, ma ha anche costantemente espresso un importante sostegno alle lotte nonviolente in difesa dei popoli nativi, dei diritti umani e della natura; ha promosso e sostenuto iniziative educative e di assistenza sociale; e' sempre piu' divenuto una figura di riferimento a livello mondiale nell'impegno per i diritti dei popoli nativi, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la difesa del mondo vivente.
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3.13. Il signor Wray omette di ricordare anche cio' che piu' conta in relazione alla concessione della "liberta' sulla parola": ovvero le gravi condizioni di salute del signor Peltier e il fatto che il regime carcerario non consente cure adeguate per le patologie da cui e' affetto.
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3.14. Ed infine il signor Wray, che scrive nel 2024, omette di ricordare il pronunciamento della Commissione giuridica ad hoc dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) che nel 2022 dopo una ricognizione dell'intera vicenda giudiziaria del signor Peltier ha concluso chiedendone la liberazione.
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In conclusione: perche' tutte queste omissioni?
E' fin troppo ovvio: perche' ricordare questi fatti avrebbe radicalmente smentito la distorta ricostruzione e le non veritiere tesi propugnate dal signor Wray.
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4. Alcuni artifici retorici del signor Wray
Nella sua lettera oltre alle citate affermazioni non veritiere e alle citate omissioni il signor Wray fa uso di alcuni artifici retorici di cui e' evidente la finalita' suggestiva e quindi ingannevole.
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4.1. Alcuni fatti vengono interpretati rovesciandone il significato: la fuga del signor Peltier in Canada per salvare la propria vita e' presentata dal signor Wray come una mera rocambolesca impresa criminale.
Ugualmente come una mera e insensata impresa criminale viene presentata l'evasione (di brevissima durata) nel 1979 del signor Peltier che aveva invece come motivazione la consapevolezza dell'esistenza di un piano per ucciderlo in carcere, e che quindi anch'essa verosimilmente ha salvato la vita del signor Peltier.
Il signor Wray non puo' ignorare che il diritto a salvare la propria vita prevale su ogni altro.
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4.2. Alcune citazioni frammentarie e decontestualizzate sono utilizzate al fine di far sembrare fondate su dati oggettivi tesi che invece in realta' sono state pienamente smentite.
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4.3. il dolore dei familiari e dei colleghi di Coler e Williams e' strumentalizzato a fini di ingiustizia.
Il dolore dei familiari, dei colleghi e degli amici delle vittime merita rispetto e condivisione; utilizzarlo per fomentare il risentimento nei confronti di un innocente non e' invece ammissibile; e peggio ancora strumentalizzarlo per cercare di indurre a commettere un'ingiustizia nei confronti di un innocente.
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5. Il dolore espresso dal signor Peltier per tutte le vittime
Un'ultima malevola illazione suggerita implicitamente dalla lettera del signor Wray occorre smentire: quella che pretende di descrivere il signor Peltier come un uomo insensibile che non prova alcun dolore per le vittime del conflitto a fuoco del 26 giugno 1975.
Ancora una volta e' vero l'esatto contrario.
Il signor Peltier nel suo libro autobiografico (che ha avuto grande diffusione ed e' stato tradotto anche in francese, italiano, spagnolo e tedesco) ha scritto nobili e luminose parole di cordoglio e di vicinanza ai familiari delle vittime.
Mi sia consentita un'integrale citazione.
Ha scritto il signor Peltier: "Non ho scuse da porgere, solo tristezza. Non posso scusarmi per quello che non ho fatto. Ma posso provare dolore, e lo faccio. Ogni giorno, ogni ora, soffro per quelli che sono morti nello scontro di Oglala del 1975 e per le loro famiglie - per le famiglie degli agenti dell'Fbi Jack Coler e Ronald Williams e, si', per la famiglia di Joe Killsright Stuntz, la cui morte per una pallottola a Oglala quello stesso giorno, cosi' come le morti di centinaia di altri indiani a Pine Ridge in quel terribile periodo, non e' mai stata oggetto di inchiesta. Mi piange il cuore nel ricordare la sofferenza e la paura nella quale molta della mia gente fu costretta a vivere a quel tempo, la stessa sofferenza e paura che quel giorno spinse me e gli altri a Oglala per difendere chi era indifeso.
Provo pena e tristezza anche per la perdita subita dalla mia famiglia perche', in qualche misura, quel giorno sono morto io stesso. Sono morto per la mia famiglia, per i miei bambini, per i miei nipoti, per me stesso. Sopravvivo alla mia morte da oltre due decenni.
Quelli che mi hanno messo qui e che mi tengono qui sapendo della mia innocenza avranno una magra consolazione dalla loro indubbia rivincita, che esprime chi essi sono e cio' che sono. Ed e' la piu' terribile rivincita che potessi immaginare.
Io so chi sono e quello che sono. Sono un indiano, un indiano che ha osato lottare per difendere il suo popolo. Io sono un uomo innocente che non ha mai assassinato nessuno, ne' inteso farlo. E, si', sono uno che pratica la Danza del Sole. Anche questa e' la mia identita'. Se devo soffrire in quanto simbolo del mio popolo, allora soffro con orgoglio.
Non cedero' mai.
Se voi, parenti e amici degli agenti che morirono nella proprieta' degli Jumping Bull, ricaverete qualche tipo di soddisfazione dal mio essere qui, allora posso almeno darvi questo, nonostante non mi sia mai macchiato del loro sangue. Sento la vostra perdita come mia. Come voi soffro per quella perdita ogni giorno, ogni ora. E cosi' la mia famiglia. Anche noi conosciamo quella pena inconsolabile. Noi indiani siamo nati, viviamo, e moriamo con quell'inconsolabile dolore. Sono ventitre' anni oggi che condividiamo, le vostre famiglie e la mia, questo dolore; come possiamo essere nemici? Forse e' con voi e con noi che il processo di guarigione puo' iniziare. Voi, famiglie degli agenti, certamente non avevate colpa quel giorno del 1975, come non l'aveva la mia famiglia, eppure voi avete sofferto tanto quanto, anche piu' di chiunque era li'. Sembra sia sempre l'innocente a pagare il prezzo piu' alto dell'ingiustizia. E' sempre stato cosi' nella mia vita.
Alle famiglie di Coler e Williams che ancora soffrono mando le mie preghiere, se vorrete accettarle. Spero lo farete. Sono le preghiere di un intero popolo, non solo le mie. Abbiamo molti dei nostri morti per cui pregare e uniamo la nostra amarezza alla vostra. Possa il nostro comune dolore essere il nostro legame.
Lasciate che siano quelle preghiere il balsamo per la vostra pena, non la prolungata prigionia di un uomo innocente.
Vi assicuro che se avessi potuto evitare quello che avvenne quel giorno, la vostra gente non sarebbe morta. Avrei preferito morire piuttosto che permettere consapevolmente che accadesse cio' che accadde. E certamente non sono stato io a premere il grilletto che l'ha fatto accadere. Che il Creatore mi fulmini ora se sto mentendo. Io non riesco a vedere come il mio stare qui, separato dai miei nipoti, possa riparare alla vostra perdita.
Vi giuro, sono colpevole solo di essere un indiano. E' questo il motivo per cui sono qui" (Leonard Peltier, Prison Writings: My Life is my Sun Dance, St. Martin's Griffin, New York 1999, pp. 13-15).
*
6. Una minima postilla bibliografica
A sostegno di quanto fin qui esposto e piu' in generale per approfondire la conoscenza e la comprensione della vicenda del signor Peltier segnalo come particolarmente utili (per motivi diversi, ovviamente) le seguenti pubblicazioni:
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, Agents of Repression: The FBI's Secret Wars Against the Black Panther Party and the American Indian Movement, South End Press, Boulder, Colorado, 1988, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret Wars Against Dissent in the United States, South End Press, Boulder, Colorado, 1990, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press, Boston 2014.
- Steve Hendricks, The Unquiet Grave: The FBI and the Struggle for the Soul of Indian Country, Thunder's Mouth Press, New York 2006.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Michael Koch e Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison Writings: My Life is my Sun Dance, St. Martin's Griffin, New York 1999.
- Michael E. Tigar, Wade H. McCree, Leonard Peltier, Petitioner, v. United States. U.S. Supreme Court transcript of record with supporting pleading, Gale MOML U.S. Supreme Court Records, 1978 e successive ristampe.
- Joseph H. Trimbach e John M. Trimbach, American Indian Mafia: An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009.
*
Gentilissime signore e gentilissimi signori della United States Parole Commission,
con questa lettera si e' voluto esplicitare:
a) che la lettera del signor Wray del 7 giugno 2024 contiene gravi affermazioni non veritiere in danno del signor Peltier;
b) che la stessa omette di riferire fatti di decisiva importanza per la corretta intellezione degli accadimenti e l'adeguata ricostruzione della verita' effettuale;
c) che pertanto essa non solo non e' un utile contributo ai vostri lavori, ma anzi un tentativo di indurvi in errore.
Inviandovi questa confutazione della lettera del signor Wray credo di far cosa doverosa e utile; spero che vi pervenga in tempo affinche' possiate e vogliate tenerne conto come di un contributo "ad adiuvandum".
Dixi, et salvavi animam meam.
Vogliate gradire distinti saluti e fervidi auguri di buon lavoro e di una saggia, giusta, benefica decisione,
Peppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo (Italia), 22 giugno 2024

4. DOCUMENTAZIONE. KEVIN ABOUREZK: HOMECOMING CELEBRATION WILL GREET LEONARD PELTIER IN NORTH DAKOTA
[Dal sito https://ictnews.org/ riprendiamo e diffondiamo]

Homecoming celebration will greet Leonard Peltier in North Dakota
After 49 years in federal prison, the former AIM activist will go home to serve out the rest of his sentence
*
After 49 years of imprisonment, Turtle Mountain Chippewa activist Leonard Peltier will be released in the coming days and will return to his homelands.
On Friday, NDN Collective - a South Dakota-based Native nonprofit organization that has advocated for his release - announced that Peltier would travel home to the Turtle Mountain Reservation in north-central North Dakota on the Canadian border and that the organization will host a celebration Wednesday.
The event, which includes a community feed, will take place from noon-4 p.m. Central time Wednesday at the Sky Dancer Casino Event Center in Belcourt.
NDN Collective said the event likely will be attended by "hundreds of people including family and friends of Leonard Peltier, community members, tribal leaders."
On Jan. 20, as he was leaving office, outgoing President Joe Biden granted the 80-year-old Peltier clemency. Peltier is suffering from several serious health problems, and after he leaves Coleman Federal Corrections Complex in Florida, he will be forced to serve the remainder of his sentence on home confinement.
Peltier - who was not convicted of murder in the deaths of FBI agents Jack Coler and Ronald Williams - has served 49 years after being convicted of aiding and abetting in the murder of the federal officers. He also received a seven-year sentence for an escape attempt.
Until Biden's last-minute action, Peltier had repeatedly been denied parole, pardon, clemency and compassionate release and had seen eight presidents leave office without pardoning him or commuting his sentence.
His commutation comes after decades of grassroots organizing in Indian Country and the presentation of evidence of misconduct and constitutional violations during the prosecution of Peltier's case.
Ivis Long Visitor, who was present at the June 26, 1975, shootout between members of the American Indian Movement and federal authorities, spoke at a Jan. 25 event at the site of the shootout on the Pine Ridge Reservation.
Reached for comment Friday, Long Visitor could be heard telling a room full of his relatives to shouts of joy: "Leonard's going home!"

5. DOCUMENTAZIONE. "POSITANO NOTIZIE": LEONARD PELTIER TORNA A CASA DOPO QUASI 50 ANNI DI INGIUSTA DETENZIONE
[Dal sito di "Positano notizie" riprendiamo e diffondiamo]

Dopo 49 anni di ingiusta detenzione, l'attivista nativo americano torna finalmente libero
Leonard Peltier torna a casa dopo quasi 50 anni di ingiusta prigionia
Il 18 febbraio 2025 segna la fine di un'ingiusta prigionia durata 49 anni per Leonard Peltier, l'attivista nativo americano condannato senza prove certe. Grazie alla commutazione della pena concessa dal Presidente Biden, Peltier torna finalmente tra il suo popolo, sollevando una speranza per tutti coloro che lottano per la verita' e la giustizia
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Dopo quasi mezzo secolo di detenzione, Leonard Peltier, simbolo della lotta per i diritti dei nativi americani e della resistenza contro le ingiustizie, torna finalmente a casa. Il 18 febbraio 2025, all'eta' di 80 anni e gravemente malato, Peltier potra' riabbracciare la sua famiglia e il suo popolo, ponendo fine a un'ingiusta incarcerazione durata 49 anni.
La sua scarcerazione e' stata possibile grazie alla decisione del Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che nell'ultimo giorno del suo mandato ha concesso la commutazione della pena dal doppio ergastolo agli arresti domiciliari. Si tratta di una vittoria non solo per Peltier, ma per tutte le organizzazioni per i diritti umani che per decenni hanno sostenuto la sua innocenza, denunciando il processo irregolare e le false testimonianze su cui si basava la sua condanna.
Arrestato nel 1976 con l'accusa di aver ucciso due agenti dell'FBI nella riserva di Pine Ridge, Peltier e' sempre stato considerato un prigioniero politico. Il suo caso e' diventato un simbolo di ingiustizia giudiziaria, con numerosi appelli per la sua liberazione provenienti da organizzazioni internazionali, attivisti e persino governi stranieri. La sua prigionia e' stata caratterizzata da una lunga serie di battaglie legali e appelli alla clemenza presidenziale, fino alla svolta decisiva di febbraio 2025.
"Leonard Peltier non ha mai smesso di lottare per il suo popolo e per tutte le persone vittime di oppressione", hanno dichiarato i suoi sostenitori. "Anche dal buio del carcere, ha continuato a essere una voce per la giustizia, i diritti umani e la difesa dell'ambiente".
La sua liberazione rappresenta un passo importante nella lotta contro le violenze e le ingiustizie subite dalle comunita' indigene negli Stati Uniti. Ora, mentre torna nella sua terra natale, l'attenzione si sposta sulla necessita' di garantirgli le cure mediche di cui ha urgente bisogno e di supportare le sue future iniziative per la giustizia sociale.
Il caso di Leonard Peltier continua a essere una ferita aperta nella storia della giustizia americana, ma la sua scarcerazione segna un'importante vittoria morale e un monito affinche' simili ingiustizie non si ripetano.
Per approfondire la vicenda di Peltier e il suo impegno, sono disponibili diversi materiali e pubblicazioni, tra cui:
- "Il coraggio d'essere indiano" di Edda Scozza;
- "In the Spirit of Crazy Horse" di Peter Matthiessen;
- "Prison Writings: My Life is My Sun Dance" di Leonard Peltier.
Inoltre, e' possibile consultare una serie di siti dedicati alla sua storia e alla mobilitazione per la sua liberazione.
Il cammino verso la giustizia non finisce qui: il sostegno a Leonard Peltier deve continuare per garantire che riceva le cure necessarie e possa proseguire la sua missione di difesa dei diritti umani e della cultura indigena. Mitakuye Oyasin - siamo tutti collegati.

6. DOCUMENTAZIONE. LENO ROSE-AVILA: YOU CANNOT BURY LEONARD PELTIER
[Dal sito www.impactomedia.com riprendiamo e diffondiamo per ampi stralci]

Since 1975, the FBI has waged a vicious campaign to pin the murder of two of its agents at the Pine Ridge Indian Reservation on grassroots Indian leaders -- to destroy AIM, the American Indian Movement, and one of its spiritual and charismatic leaders. Thus, the FBI targeted Leonard Peltier and fought to keep him falsely imprisoned.
However, they should have known you cannot forever imprison the truth. On February 18th, Leonard will walk out of prison, greeted by the sound of drums and the burning of sage before boarding a private plane to go home.
Many long-term supporters of Peltier have worked tirelessly to educate the public about the horrific persecution and prosecution he endured. Jack Healy, Director of the Human Rights Action Center, pursued every avenue - even moving up through the ranks of the Catholic Church to the Pope. Many of my Amnesty International friends also did everything they could to keep the spotlight on Leonard and his failing health.
International organizations and celebrities like Nelson Mandela pleaded for Peltier's freedom for years. Legal scholars, human rights activists, and many others have argued that the charges, extradition, and subsequent conviction were not supported by solid evidence—but this did not stop the FBI.
Many have forgotten how the FBI and police despised activists and broke laws and basic human decency in their attempts to destroy movements such as the Black Panther Movement, the Chicano Movement, the Young Lords, and the Peace Movement. These groups were infiltrated by the FBI and state police networks, such as Colorado's Bureau of Investigation (CBI). Guns and drugs were planted on many activists, and even direct assassinations took place during this time.
Eventually, the establishment found itself facing a strong and organized Indian movement. Moreover, there have always been jailhouse informants and others who repeated false police statements to secure convictions and reduce their sentences—even when cash exchanged hands.
(...)
AIM shocked many by having its leaders and members courageously speak the truth about the Trail of Tears, General Custer, the Sand Creek Massacre, and many other events and broken treaties. The standoff at Pine Ridge attracted significant media attention, and Chicano activists and others risked their lives to join the protest, often delivering much-needed supplies.
It seemed that the white establishment could not tolerate the truth coming to light about America's genocide of its First Nation peoples. Consequently, the situation escalated into an armed standoff during which many were injured and two FBI agents were killed.
Now, after 50 years, Leonard can finally go home. On President Joe Biden's last day in office, he commuted Leonard's sentence to house arrest, and thousands are expected to visit and meet him.
Leonard Peltier, like Nelson Mandela, is a hero of our human rights movement.

7. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

8. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Emilia Ferreiro, Vigencia de Jean Piaget, Siglo Veintiuno Editores, Mexico-Madrid 1999, pp. 136.
- Carlos Fuentes, La morte di Artemio Cruz, Mondadori, Milano 1978, pp. 302.
- Enzo Santarelli, Storia critica della repubblica. L'Italia dal 1945 al 1994, Feltrinelli, Milano 1996, pp. XX + 372.

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

10. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5480 del 18 febbraio 2025
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
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