[Nonviolenza] Una lettera personale alle amiche e agli amici di Alfio Pannega, ricorrendo nel 2025 il centenario della nascita



Carissime e carissimi,
ricorre quest'anno, il 21 settembre 2025, il centenario della nascita di Alfio Pannega, e sicuramente tutte e tutti noi che lo abbiamo conosciuto e gli abbiamo voluto bene vorremmo che fosse ricordato nel modo migliore.
Ne abbiamo parlato piu' volte in passato, ora e' il momento di precisare i nostri ragionamenti e successivamente di realizzare le iniziative possibili ed opportune.
Provo a contribuire quindi alla riflessione comune mettendo per iscritto alcune opinioni personali, espresse schematicamente nella forma di un ragionamento e di tre proposte da discutere insieme.
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1. Un breve ragionamento
La memoria di Alfio Pannega e' un bene comune non solo dei suoi amici e compagni di lotte, ma anche di tutta la citta' di Viterbo e dell'umanita' intera.
E' ovvio che le molte persone che lo hanno conosciuto serbano di lui ricordi diversi.
Chi gli e' stato piu' vicino ed ha condiviso con lui una parte della propria vita ne ha una memoria piu' viva e precisa, lo ha conosciuto meglio e ne ha quindi un ricordo piu' adeguato; ma vi e' anche chi, pur non avendo avuto con lui una frequentazione molto intensa e una conoscenza molto approfondita, gli e' stato comunque amico, chi gli e' stato compagno di lotte e di ideali, chi lo ha conosciuto in riferimento al lavoro o in altre circostanze ancora: tutte persone che  ne serbano anch'esse un ricordo significativo; e vi e' anche chi lo ha conosciuto superficialmente, magari solo scambiandoci qualche parola frettolosamente, ma anche queste persone lo ricordano con affetto sincero; e vi e' infine a Viterbo e nell'Alto Lazio chi di Alfio ha solo sentito parlare, e ne ha un'immagine magari un po' mitica, un po' folcloristica, e vorrebbe saperne di piu'.
Sarebbe bene che in occasione del centenario della nascita i tanti diversi ricordi di Alfio venissero condivisi, e la sua personalita' venisse riconosciuta nella sua autenticita' esistenziale, nella sua preziosa complessita', nella sua luminosa dignita', nel suo valore culturale, morale, civile.
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2. Tre proposte di commemorazione
Io credo che in questo centenario sarebbe bene che vi fosse una pluralita' di occasioni di ricordo di Alfio e di valorizzazione e riproposizione del suo lascito esistenziale, intellettuale, morale e politico.
2.1. In primo luogo il ricordo delle persone che gli sono state piu' vicine, e tra loro in particolare le persone che hanno preso parte all'esperienza del Centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" che con Alfio hanno condiviso una parte della propria vita.
Queste persone potrebbero incontrarsi in una o piu' iniziative pubbliche in luoghi significativi della vita di Alfio e ricordarlo portando ciascuna la propria testimonianza.
2.2. In secondo luogo il ricordo delle persone che hanno preso parte alle altre esperienze collettive di impegno morale e civile cui Alfio partecipo' nel corso della sua vita, ed in particolare nella sua militanza antifascista, comunista e libertaria, ecologista e pacifista, nonviolenta.
Credo che delle esperienze collettive democratiche oggi esistenti a Viterbo potrebbe essere l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (Anpi) quella che potrebbe promuovere occasioni di ricordo sia a Viterbo che nei vari centri della provincia, e proporre a enti locali, scuole, associazioni culturali e d'impegno civile di vario genere, di realizzare iniziative commemorative ed educative comprensive ad esempio dell'ottimo spettacolo teatrale di Pietro Benedetti ad Alfio dedicato.
2.3. In terzo luogo il ricordo della cittadinanza viterbese tutta, a rappresentare la quale potrebbe essere il Comune di Viterbo.
Il Comune potrebbe realizzare, promuovere, patrocinare iniziative di vario genere (l'intitolazione di un luogo pubblico; un convegno; una mostra fotografica e di documenti; lo spettacolo teatrale gia' ricordato; iniziative itineranti nei quartieri e nelle frazioni...).
A queste proposte vorrei aggiungere che l'occasione potrebbe essere propizia per costituire finalmente quell'"Archivio Alfio Pannega" di cui parliamo da anni, ovvero la raccolta e catalogazione della documentazione che lo riguarda e la conservazione di essa in un luogo pubblico adeguato affinche' possa essere sia salvaguardata sia liberamente consultata e studiata.
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Invio questa lettera ad alcune persone di cui sono riuscito a ritrovare facilmente l'indirizzo di posta elettronica; vi pregherei di inoltrarla anche alle altre persone che a vostro avviso sarebbe bene informare e coinvolgere.
Grazio fin d'ora per la vostra attenzione e per quanto vorrete e potrete fare per ricordare il nostro vecchio amico e compagno di lotte.
Un forte abbraccio,

Peppe

Viterbo, 13 febbraio 2025

Per contattarmi: centropacevt at gmail.com, crpviterbo at yahoo.it

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Una minima notizia su Alfio Pannega
Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010, a cura di Antonello Ricci e Alfonso Prota): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.
Molte fotografie di Alfio scattate da Mario Onofri, artista visivo profondo e generoso compagno di lotte che gli fu amico e che anche lui ci ha lasciato anni fa, sono disperse tra vari amici di entrambi, ed altre ancora restano inedite nell'immenso, prezioso archivio fotografico di Mario, che tuttora attende curatela e pubblicazione.
Negli ultimi anni il regista ed attore Pietro Benedetti, che gli fu amico, ha sovente con forte empatia rappresentato - sulle scene teatrali, ma soprattutto nelle scuole e nelle piazze, nei luoghi di aggregazione sociale e di impegno politico, di memoria resistente all'ingiuria del tempo e alla violenza dei potenti - un monologo dal titolo "Allora ero giovane pure io" dalle memorie di Alfio ricavato, personalmente interpretandone e facendone cosi' rivivere drammaturgicamente la figura.
La proposta di costituire un "Archivio Alfio Pannega" per raccogliere, preservare e mettere a disposizione della collettivita' le tracce della sua vita e delle sue lotte, e' restata fin qui disattesa.
Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", ad esempio negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265 ed ancora i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" nn. 907-909, 1172, 1260, 1261, 1272, 1401, 1622-1624, 1763, 1971, 2108-2113, 2115, 2329, 2331, 2334-2335, 2476-2477, 2479, 2694, 2833, 3049, 3051-3052, 3369-3373, 3448, 3453, 3515-3517, 3725, 4089-4091, 4235-4236, 4452, 4455-4458, 4599-4601, 4819-4821, 4962-4965, 5184-5187, 5328, 5331, i fascicoli di "Coi piedi per terra" n. 546 e 548-552, e "Voci e volti della nonviolenza" nn. 687-691, 754-755, 881, il fascicolo di "Ogni vittima ha il volto di Abele" n. 170, i fascicoli di "Una persona, un voto" nn. 88-90, 206, 209, i fascicoli de "La domenica della nonviolenza" nn. 420 e 511, i fascicoli de "La nonviolenza contro il razzismo" nn. 202-206, 213, 437-438, 445-446, i fascicoli de "La biblioteca di Zorobabele" nn. 430-433.

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