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[Nonviolenza] Telegrammi. 5446
- Subject: [Nonviolenza] Telegrammi. 5446
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Tue, 14 Jan 2025 15:00:38 +0100
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5446 del 15 gennaio 2025
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Pasquale Pugliese: La follia della guerra rende folli: elogio della ragione e della diserzione
2. Israele, Italia, Palestina: Dichiarazione congiunta di obiezione alla guerra di tre movimenti pacifisti e nonviolenti
3. Movimento Nonviolento: Obiezione alla guerra, scriviamolo su tutti i muri
4. One Billion Rising Italia: Appello alla partecipazione a "One Billion Rising" 2025
5. Un uomo anziano scrive a un uomo anziano affinche' renda giustizia a un uomo anziano
6. Un invito ai mezzi d'informazione italiani: l'esempio del "Guardian"
7. Segnalazioni librarie
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'
1. RIFLESSIONE. PASQUALE PUGLIESE: LA FOLLIA DELLA GUERRA RENDE FOLLI: ELOGIO DELLA RAGIONE E DELLA DISERZIONE
[Riceviamo e diffondiamo il seguente articolo ga' pubblicato su I blog del Fatto Quotidiano]
Sono i governi a decidere le guerre, gli stati maggiori degli eserciti a pianificarle, i media a farne la propaganda, i produttori di armamenti a fornirne gli strumenti e guadagnarne, ma sono ancora - nonostante i droni killer, l'intelligenza artificiale, i killer robot - i soldati ad essere mandati sul terreno a fare il lavoro sporco. Sono ancora gli esseri umani, uomini e donne, coloro a cui e' chiesto di sospendere ogni inibizione morale e trasformarsi repentinamente - ma, pro tempore, s'intende - in spietati assassini e criminali sui campi di battaglia. Lo spiegava gia' Erasmo da Rotterdam: "Se ti ripugna il brigantaggio, e' la guerra che lo insegna; se aborrisci il fratricidio, e' in guerra che lo si impara. (...) Se giudichi peggior condizione per uno stato quella in cui i peggiori prevalgono, la guerra e' il regno dei piu' scellerati" (Il lamento della pace, SE, 2014).
Oltre le tante immagini euforiche di soldati israeliani impegnati nel genocidio di Gaza postate sui social – come quelle del soldato dell'Idf denunciato in Brasile, dove si trovava in vacanza, per crimini di guerra – molte donne e uomini che hanno partecipato alla mattanza dei palestinesi non sono sopravvissuti alla propria coscienza: migliaia di essi sono in cura per sindrome post traumatica da stress (1600 gia' nel gennaio 2024, rivela il Jerusalem post) e 28 si sono suicidati dal 7 ottobre del 2023 (i suicidi tra i soldati erano stati 14 nel 2022 e 11 nel 2021, rivela il Time of Israel). "Lui ha lasciato Gaza, ma Gaza non ha lasciato lui. Ed e' morto per questo, a causa del post-trauma", racconta la madre di uno di loro, Jenny Mizrahi. Tuttavia, nonostante il militarismo ossessivo assorbito fin dai banchi di scuola, la trasformazione delle persone in macchine da guerra, voluta dall'esercito israeliano, non sempre riesce, come dimostrano anche le decine di giovanissimi refusenik, gli obiettori di coscienza che finiscono nelle carceri militari di Netanyahu sostenuti dall'organizzazione Mesarvot (e in Italia dalla Campagna di Obiezione alla guerra del Movimento Nonviolento), oppure Breaking the silence, organizzazione pacifista di ex militari che rompe dall'interno il silenzio sulla realta' dell'occupazione israeliana.
Ma quando la trasformazione raggiunge il suo obiettivo, chi la subisce rischia di non potersene piu' liberare: "Come infatti si asterra' da uccidere una sola persona in un momento d'eccitazione chi per un modesto compenso ne sgozza tante?" Si domandava ancora Erasmo da Rotterdam. Cio' che sicuramente accomuna gli attentatori di capodanno di New Orleans e Las Vegas, per esempio, e' l'essere stati soldati ed aver partecipato entrambi all'aggressione militare all'Afghanistan. E il loro sommarsi alla lunga lista di attentati commessi da veterani di guerra negli USA: sono oltre 480 i veterani di guerra accusati di crimini a carattere estremista solo dal 2017 al 2023, tra cui 230 arrestati per aver partecipato all'insurrezione di Capitol Hill del 6 gennaio 2021. "Il principale fattore predittivo per essere classificati come autori di stragi e' avere un passato militare negli Stati Uniti", dice Michael Jensen direttore del National Consortium for The Study of Terrorism and Responses to Terrorism dell'Universita' del Maryland (il Fatto Quotidiano, 3 gennaio 2025). Mentre Mission Roll Call, organizzazione che fornisce supporto agli ex militari, stima che negli Stati Uniti si suicidino una media di 17,5 veterani al giorno, ma i dati reali potrebbero essere molto piu' alti. Partecipare alla follia della guerra rende folli.
Sono, dunque, anche segno di salute mentale le "diserzioni a valanga" (il manifesto, 4 dicembre 2024) in corso sui fronti russo e ucraino, che dal lato ucraino - senza contare le centinaia di migliaia di uomini fuggiti all'estero e gli arruolamenti forzati con i rapimenti dei renitenti alla leva - conta almeno 200mila disertori dai teatri di guerra. Mentre sul fronte russo si moltiplicano le insubordinazioni individuali e di gruppo contro gli ufficiali, dal lato ucraino si contano a decine di migliaia i processi contro i disertori, come i 1.700 soldati che hanno abbandonato la brigata Anna di Kiev, voluta dal presidente Macron e addestrata in Francia, come simbolo della cooperazione franco-ucraina (vedi approfondimento di Peacelink), e forse anticipo dell'invio diretto sul terreno di truppe dei paesi dell'Unione Europea, vista ormai la scarsita' di ucraini disposti a farsi carne da cannone.
Gli uomini pensano di usare la guerra come mezzo per risolvere i conflitti, ma ne diventano a loro volta mezzi per il suo fine di violenza. Imbracciano il fucile, ma ne sono imbracciati. Per queste ragioni "Se per un principe amorevole nulla dev'essere piu' importante dell'incolumita' dei sudditi, la guerra gli dovra' riuscire odiosa piu' di ogni altra cosa", chiosava Erasmo da Rotterdam. E se cosi' non e' non rimane ai "sudditi" che esercitare la ragione, riprendersi il proprio potere, disobbedire al tiranno - come suggeriva gia' Etienne da la Boetie, contemporaneo di Erasmo - e spezzare il fucile.
2. REPETITA IUVANT. ISRAELE, ITALIA, PALESTINA: DICHIARAZIONE CONGIUNTA DI OBIEZIONE ALLA GUERRA DI TRE MOVIMENTI PACIFISTI E NONVIOLENTI
[Dal Movimento Nonviolento riceviamo e diffondiamo]
Israele, Palestina e Italia, uniti contro la guerra. Mesarvot, Community Peacemaker Teams e Movimento Nonviolento. E' scritta in arabo, ebraico, italiano, la Dichiarazione congiunta dei tre movimenti pacifisti che lavorano come "gruppo misto" di obiezione alla guerra. Il documento, che a livello internazionale viene diffuso in inglese, non e' il solito appello, ma un'assunzione di responsabilita' e impegno a sostenere azioni concrete nei prossimi mesi in Italia, in Israele e Palestina, chiedendo il sostegno (morale, economico, operativo) di tutti coloro che vogliono favorire un processo di pace. Il testo e' uno dei frutti del lavoro di solidarieta' internazionale che un recente tour in Italia di obiettori israeliani e resistenti nonviolenti palestinesi, sostenuto dalla Campagna di Obiezione alla Guerra e promosso dal Movimento Nonviolento con le associazioni israelo-palestinesi Mesarvot e Community Peacemaker Teams, ha generato. L'obiezione di coscienza, con il rifiuto del servizio militare, della violenza terroristica e di stato, e' il cuore della scelta nonviolenta per trovare una via d'uscita dalla guerra.
*
Israele, Italia, Palestina: Dichiarazione congiunta per un comune lavoro di pace a partire dall'obiezione alla guerra
La violenza genera violenza, il sangue chiama altro sangue, e noi siamo determinati a spezzare questo ciclo che altrimenti conduce alla morte e alla distruzione reciproca di tutti. Siamo obiettori di coscienza e resistenti nonviolenti che hanno scelto la nonviolenza, convinti che sia per noi la forma migliore di resistenza al male, a difesa della vita, della giustizia e dei diritti di tutti.
Attraverso l'obiezione di coscienza e la resistenza nonviolenta, lavoriamo per ripristinare la giustizia per tutti, dalla quale puo' sorgere la pace. E la pace, a sua volta, promuovera' la giustizia e il rispetto del diritto. "Giustizia e pace si baceranno", e' scritto nei testi sacri per ebrei, cristiani e musulmani.
Gia' lavoriamo insieme - israeliani, palestinesi, italiani - per difendere il diritto umano fondamentale all'obiezione di coscienza e il diritto di tutti a vivere in pace e liberta'. Le armi e le voci dell'odio devono tacere per lasciare spazio alla verita' e alla riconciliazione. Chiediamo un immediato cessate il fuoco, che noi stessi abbiamo gia' attuato, lavorando insieme come gruppi misti per dimostrare che la collaborazione, anche in mezzo a una radicata oppressione, puo' piantare i semi di un futuro piu' giusto e pacifico.
Conosciamo la forza della nonviolenza come stile di vita e come potenza capace di contrastare l'ingiustizia, la violenza e la guerra. Lavoriamo sia per resistere nonviolentemente alla guerra sia per favorire trasformazioni sociali, promuovendo una cultura di pace. Crediamo nella liberta', nella democrazia e nei diritti umani, e ci impegniamo per un rispetto reciproco tra i nostri popoli.
La coscienza individuale e' una difesa contro la propaganda di guerra e puo' proteggere i civili dal coinvolgimento in guerre di conquista e oppressione. Faremo tutto cio' che e' in nostro potere per proteggere il diritto umano all'obiezione di coscienza al servizio militare nelle nostre comunita'.
L'occupazione militare israeliana della terra destinata al popolo palestinese e' da lungo tempo fonte di oppressione, una violazione del diritto internazionale e dei diritti fondamentali dei palestinesi: il diritto di esistere come persone libere e sovrane. Questa occupazione, che ha causato profonde ingiustizie e sofferenze insostenibili, e' aggravata da altre forme di violenza contro civili inermi, a cui si risponde con la brutalita' delle stragi di civili innocenti a Gaza, alimentando la spirale di odio e vendetta: finche' esiste l'oppressione, la resistenza persistera'. Per interrompere questo ciclo vizioso, e' necessario abolire il sistema di occupazione e apartheid che lo genera.
Tutto questo deve finire. Ci sentiamo uniti e siamo solidali con chi soffre per qualsiasi guerra nel mondo oggi.
Community Peacemaker Teams – Palestine
Mesarvot – Israel
Movimento Nonviolento – Italia
3. REPETITA IUVANT. MOVIMENTO NONVIOLENTO: OBIEZIONE ALLA GUERRA, SCRIVIAMOLO SU TUTTI I MURI
[Riceviamo e diffondiamo]
La Campagna di Obiezione alla guerra presenta un nuovo strumento operativo: un poster diffuso a livello nazionale.
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La Campagna di Obiezione alla guerra presenta un nuovo strumento operativo:
un poster diffuso a livello nazionale con il simbolo del fucile spezzato e la scritta "Con la nonviolenza: per cessare il fuoco bisogna non sparare, per fermare la guerra bisogna non farla".
Il volantone, inviato a tutti gli iscritti e ai Centri del Movimento Nonviolento, agli abbonati alla rivista Azione nonviolenta e a tutti coloro che ne faranno richiesta, rilancia la Dichiarazione di obiezione di coscienza rivolta a chi rifiuta la chiamata alle armi e contiene tutte le informazioni su quanto realizzato finora a sostegno degli obiettori di coscienza di Russia, Ucraina, Bielorussia, Israele e Palestina, e i prossimi obiettivi che la Campagna vuole raggiungere.
Sono ormai centinaia di migliaia gli obiettori, disertori, renitenti alla leva che nei luoghi di guerra, rifiutano le armi e la divisa, negandosi al reclutamento militare, ripudiando il proprio esercito senza passare a quello avverso. Alcuni affrontano processo e carcere, altri espatriano, altri ancora scappano o si nascondono. Il Movimento Nonviolento ha scelto di stare dalla loro parte, di sostenerli concretamente, di difendere il loro diritto umano alla vita e alla pace, e di chiedere all'Unione Europea e al Governo italiano di riconoscere, per loro e per chi firma la Dichiarazione, lo "status" di obiettori di coscienza.
La Campagna si sviluppa su due direttrici:
- la raccolta fondi per sostenere nelle loro attivita' i movimenti nonviolenti di Russia, Bielorussia, Ucraina, Israele e Palestina, le spese legali per i processi che obiettori e nonviolenti di quei paesi subiscono, per aiutare chi espatria per non farsi arruolare, per gli strumenti di informazione necessari a diffondere la scelta dell'obiezione;
- la diffusione della Dichiarazione di Obiezione di coscienza alla guerra e alla sua preparazione, il rifiuto della chiamata alle armi e fin da ora della futura mobilitazione militare. La procedura e' semplice: si compila e si sottoscrive la Dichiarazione (per tutti, giovani o adulti, donne e uomini ) rivolta ai Presidenti della Repubblica e del Consiglio.
Sul sito del Movimento Nonviolento azionenonviolenta.it alla voce Obiezione alla guerra si trovano tutti gli aggiornamenti e la possibilita' di adesione e contribuzione.
Movimento Nonviolento
Settembre 2024
*
Movimento Nonviolento
via Spagna, 8, 37123 Verona
Tel 045 8009803
Cell. 348 2863190
www.nonviolenti.org
www.azionenonviolenta.it
per sostegno e donazioni
Iban IT35 U 07601 11700 0000 18745455
4. INIZIATIVE. ONE BILLION RISING ITALIA: APPELLO ALLA PARTECIPAZIONE A "ONE BILLION RISING" 2025
[Dal Coordinamento OBR Italia (per contatti: e-mail: obritalia at gmail.com, sito: www.onebillionrising.org) riceviamo e diffondiamo]
Cara Amica, Caro Amico, Car* Amic*,
anche quest'anno, forse piu' che in ogni altro anno, ti chiediamo di unirti a noi nell'iniziativa mondiale One Billion Rising: Un miliardo di voci contro la violenza sulle donne.
Da un'idea di Eve Ensler a questa straordinaria campagna, nata 11 anni fa negli Stati Uniti, aderiscono 128 Paesi dei cinque Continenti.
E' senza dubbio la piu' grande mobilitazione planetaria contro la violenza sulle donne e sulle bambine. In Italia OBR e' orgogliosa di confermare il patrocinio di Amnesty International Italia, Amref Italia, Differenza Donna Aps e Assist Associazione Nazionale Atlete APS.
L'adesione all'iniziativa non comporta alcun costo o vincolo. Chiede invece un momento di riflessione e confronto vero su questo tema (lettura di testi, reading, convegni, spazi di riflessione ecc.) e la preparazione di un flashmob (sarete voi attivist* a decidere dove) che consiste in un ballo chiamato "Break The Chain". Questa canzone coinvolgente e piena di vitalita' ha parole di liberta' e riscatto da ogni forma di violenza. Di seguito troverai tutte le informazioni che invieremo a tutti, Associazioni, Scuole, aziende, gruppi organizzati e a chiunque voglia con noi fa sentire la propria voce.
La data mondiale e' il 14 febbraio (trasformare il san Valentino "commerciale" in un vero atto d'amore nei confronti delle donne) ma in realta' gli eventi/flashmob si possono organizzare durante tutto il mese di febbraio e il mese di marzo.
In Italia lo scorso anno stati organizzati oltre 80 eventi, grazie ad associazioni, gruppi informali, scuole e aziende.
In questo link puoi trovare una piccola clip di alcune delle immagini dei flashmob organizzati nella scorsa edizione:
https://www.youtube.com/watch?v=d8ARcFBEZKE&t=52s
Siamo convinte che veicolare un messaggio semplice e universale "No alla violenza sulle donne e sulle bambine" sia l'occasione per una riflessione consapevole e preziosa per le generazioni che abiteranno il mondo dopo di noi.
Per ogni ulteriore informazione:
https://www.onebillionrising.org/
https://www.facebook.com/obritalia
https://www.instagram.com/onebillionrisingitalia?igsh=MXNzYm85dW5ma2toMw==
Di seguito le informazioni pratiche per aderire e le linee guida per la partecipazione.
In attesa di un tuo cortese riscontro, ti saluto con grande affetto e stima.
Coordinamento One Billion Rising Italia
Nicoletta Billi
Luisa Garribba Rizzitelli
Margherita Giuliodori Santicchia
*
ONE BILLION RISING 2025 INSIEME CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
Carissim*,
non solo per i numeri impressionanti della violenza alle donne nel nostro Paese, ma per sentirci ancora e sempre tutte e tutti uniti nella difesa dei diritti delle donne contro ogni estremismo e politica reazionaria sulla liberta' delle donne, ti chiediamo di essere con noi anche quest'anno.
Noi non restiamo indifferenti ai crimini che in ogni parte del mondo le bambine, le ragazze, le donne devono subire. Noi crediamo che la nostra voce non sia inutile e che la mobilitazione di One Billion Rising in 13 anni di impegno abbia contribuito a creare consapevolezza e forza.
In occasione del 25 Novembre 2024, Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Violenza contro le Donne, il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha speso parole ferme ed inequivocabili: "Un'azione efficace per sradicare la violenza contro le donne deve basarsi anzitutto sulla diffusione della prevenzione delle cause strutturali del fenomeno e su una cultura del rispetto che investa sulle generazioni piu' giovani, attraverso l'educazione all'eguaglianza, al rispetto reciproco, al rifiuto di ogni forma di sopraffazione". Parole che tracciano una strada di speranza e impegno da parte di tutti.
La societa' civile tutta deve e puo' fare la sua parte, per il presente e per il futuro: per radicare nelle nuove generazioni una cultura di profondo rispetto verso tutte le donne.
One Billion Rising e' una campagna Mondiale fondata nel 2012 dalla scrittrice e attivista americana Eve Ensler con l'obiettivo di fermare la violenza contro le donne. Aderiscono a questa campagna 128 paesi nei cinque continenti, tra cui noi in Italia. Oltre 90 gli eventi che abbiamo visto realizzati nel 2024.
Puoi aderire alla Campagna Mondiale ONE BILLION RISING dando libero sfogo alla tua creativita' oppure seguendo le modalita' che seguono.
1) PRIMA DEL 14 FEBBRAIO 2025
Con l'aiuto di esperte dei centri antiviolenza del vostro territorio, potrete promuovere sensibilizzazione e riflessione e il confronto sul tema della violenza di genere. Incontri, convegni, focus group, lezioni nelle scuole, iniziative nelle gare sportive, attivita' ludico motorie, ma anche di teatro, cinema e reading.
Partendo - a titolo esemplificativo e di suggerimento - da queste domande
Se ad esempio, volete anche proporre il progetto nelle Scuole potreste suggerire queste iniziative:
- Scrivere dei temi o dei racconti brevi
- Realizzare un podcast
- Dare vita ad una mostra fotografica
- Creare un fumetto
- Disegnare dei quadri e raccoglierli in un'esposizione
- Scrivere e realizzare un cortometraggio amatoriale tutti insieme
- Comporre una canzone o un rap
- Realizzare uno spot video di max 30 secondi
- Ideare uno spettacolo teatrale
- Fare un reportage (audio, video o solo testo) documentando esperienze a loro prossime
- Creare una presentazione power point
- Realizzare una serie di interviste per approfondire l'argomento
- Condurre delle ricerche interdisciplinari sul tema coinvolgendo piu' materie
2) 14 FEBBRAIO 2025 (o altra data scelta): FLASH MOB
Il 14 Febbraio 2024 – o in giorni in prossimita' di questa data - insieme ad altre migliaia di persone nel mondo, vi chiediamo di realizzare e documentare il vostro flash mob sulle note della canzone "Break the Chain" della quale la nostra organizzazione internazionale detiene i diritti e che vengono concessi gratuitamente a chi aderisce all'iniziativa. Questa canzone e' una esplosione di energia e forza che unisce uomini e donne, ragazzi e ragazze. Qui il link della canzone e il tutorial per imparare la coreografia:
Video Break The Chain 1 con sottotitoli in italiano
https://www.youtube.com/watch?v=XQgPTA5U86o
Tutorial della coreografia curata da Debbie Allen, lo storico volto di Saranno Famosi:
https://www.youtube.com/watch?v=mRU1xmBwUeA
Chiediamo per questo di:
- organizzare un flashmob ballando la coreografia ufficiale, "Break the Chain" tutti insieme ovunque riteniate sia possibile farlo, coinvolgendo piu' persone possibile, uomini e donne;
- Precedere l'esecuzione della coreografia con brevi letture o testimonianze a tema;
- Documentare e riprendere con i cellulari le attivita' svolte, postarle sui social taggando #OBR #OBRItalia o inviandoci qualche scatto o video amatoriale alla mail obritalia at gmail.com
E' sicuramente gradita, ma non indispensabile, la capacita' di:
- Coinvolgere, la cittadinanza, i genitori, media e ogni soggetto interessato, perche' possa essere divulgato al massimo il significato della vostra iniziativa e partecipazione
- Diffondere sui propri social le informazioni utilizzando gli hashtag dell'iniziativa
Potete se volete produrre magliette o altri gadget da regalare a chi saprete coinvolgere.
OBR Italia promuovera' la vostra iniziativa su tutti i canali social.
Sempre apprezzato e' il patrocinio di Istituzioni che vogliano sostenere le vostre iniziative.
Grazie per l'attenzione preziosa
Coordinamento OBR Italia
Nicoletta Billi 3332432777
Luisa Garribba Rizzitelli 3454767246
Margherita Santicchia 3280199958
Per aderire mandate una mail a obritalia at gmail.com
One Billion Rising Italia - Via Germanico, 171 – 00184 Roma
5. REPETITA IUVANT. UN UOMO ANZIANO SCRIVE A UN UOMO ANZIANO AFFINCHE' RENDA GIUSTIZIA A UN UOMO ANZIANO
Al Presidente degli Stati Uniti d'America Joe Biden: comments at whitehouse.gov
Egregio Presidente degli Stati Uniti d'America Joe Biden,
chi le scrive questa lettera e' un uomo anziano e in non buona salute che da alcuni anni dedica i suoi giorni e le sue notti ad assistere un familiare ancora piu' anziano di lui, non piu' autosufficiente e profondamente sofferente.
Anche lei, egregio Presidente, e' un uomo anziano, e come me non puo' non pensare alle sofferenze della tarda eta' e alla morte che incombe.
Anche lei, egregio Presidente, e' un uomo anziano, e come me non puo' non sentire il dovere di cercar di lenire tanto dolore.
Anche Leonard Peltier e' un uomo anziano, e' gravemente malato, e da 48 anni e' ingiustamente detenuto per un delitto che non ha commesso.
Gli consenta di tornare alla sua famiglia, tra il suo popolo, nella sua casa.
Gli conceda la grazia presidenziale.
Gli restituisca la liberta'.
Voglia gradire distinti saluti,
Annibale Scarpante
Viterbo, 9 gennaio 2025
6. REPETITA IUVANT. UN INVITO AI MEZZI D'INFORMAZIONE ITALIANI: L'ESEMPIO DEL "GUARDIAN"
Il prestigioso quotidiano "The Guardian" ha dedicato pochi giorni fa un ampio articolo a Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente ed ormai vecchio e gravemente malato, la cui restituzione alla liberta' e' nelle mani del presidente statunitense uscente Joe Biden che prima della conclusione del suo mandato puo' concedergli finalmente la grazia presidenziale ("executive clemency").
Come e' noto, la liberazione di Leonard Peltier nel corso di questo mezzo secolo di ingiusta detenzione e' stata chiesta da personalita' indimenticabili come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, da grandi figure della spiritualita' e delle religioni come il Dalai Lama e papa Francesco, da prestigiose associazioni umanitarie come Amnesty International e il Movimento Nonviolento, da istituzioni democratiche come il Parlamento Europeo e l'Onu, da milioni di persone di tutto il mondo.
*
Il "Guardian" ha pubblicato un articolo che ricostruisce sinteticamente la vicenda e invita il Presidente Biden a compiere un gesto di umanita', un atto di verita' e di giustizia.
Riproduciamo in calce l'articolo apparso sul "Guardian" ed invitiamo caldamente tutti i mezzi d'informazione italiani a dare anch'essi notizia della situazione di Leonard Peltier e dell'appello al Presidente Biden a concedergli la grazia affinche' non muoia in carcere un uomo innocente ingiustamente perseguitato, un luminoso testimone della dignita' umana.
*
Grazie fin d'ora a tutte le persone, le associazioni, le istituzioni e i mezzi d'informazione che vorranno contribuire a far conoscere la figura e la vicenda di Leonard Peltier, che vorranno contribuire a sostenere la richiesta al Presidente statunitense di concedergli la grazia.
Non muoia in carcere Leonard Peltier.
Chi salva una vita salva il mondo.
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 11 gennaio 2025
* * *
Allegato primo: Rose Styron and Alex Matthiessen: Joe Biden is Leonard Peltier's last hope
[Dal sito del quotidiano "The Guardian" (www.theguardian.com) riprendiamo il seguente articolo del 7 gennaio 2025]
Joe Biden is Leonard Peltier's last hope
The imprisoned Native American is long overdue for clemency. Joe Biden is probably the last president who can give it to him
*
As Joe Biden prepares to leave office, he has a chance to do something singularly honorable in the name of American justice and basic human rights. With a grant of clemency to Leonard Peltier, Biden could ameliorate a half-century-old injustice not just against Peltier but, in effect, against Native peoples everywhere, many of whom consider Peltier an enduring symbol of racism and state-sponsored oppression in the US.
For those Americans who may not have heard of him, Leonard Peltier is known around the world as the US government's number one political prisoner. A member of the Chippewa and Lakota Nations, Peltier was convicted in 1976 for the deaths, the year before, of two FBI agents killed during a shootout on the Pine Ridge Reservation in South Dakota. While he was in the area at the time of the shootout, Peltier, who maintains his innocence, has served nearly 50 years and counting for a murder he was never proved to have committed - or even to have aided and abetted.
It is widely understood that the federal government railroaded Peltier into prison by withholding and falsifying evidence, coercing witnesses and forcing a change of jurisdiction, among other acts of prosecutorial misconduct and malice. The US attorney James Reynolds, whose office handled the prosecution and appeal of the case, issued a public apology in 2021, acknowledging that the federal government failed to "prove that Mr Peltier personally committed any offense on the Pine Ridge Reservation". Reynolds has since called on Biden to release Peltier.
Reynolds's statement alone should have been grounds for granting Peltier parole and ultimately clemency. Yet, despite multiple pleas over many decades, Peltier - who just turned 80 and is suffering from multiple health crises including diabetes, kidney disease, heart issues and near blindness - continues to languish in a high-security prison in Florida called Coleman 1.
Starting with the breakout of Covid-19 nearly five years ago, Peltier and his fellow inmates at Coleman 1 have been regularly subjected to lockdowns, the practice of confining inmates in their cells for nearly 24 hours a day without the usual breaks, human contact and access to needed healthcare. This despite the fact that most, including Peltier, committed no in-prison infractions.
During these lockdowns, which can last for months at a time, inmates are often subjected to cold air, non-working toilets (ie raw sewage), and other conditions equivalent to torture, which have led to the deaths of more than a few of them. The lockdowns are tantamount to solitary confinement - which is defined as being imprisoned in isolation for 22 to 24 hours a day - essentially a death sentence for an elderly man with life-threatening ailments.
Five presidents dating back to Bill Clinton have been petitioned to grant Peltier clemency. Some, including Clinton and Barack Obama, apparently have looked at Peltier's case. Yet for whatever reason, each of the five ultimately declined to act. One cannot know for sure what persuaded these powerful men to refuse Peltier his freedom. But one thing is certain: for decades the FBI has waged a high-pressure political campaign on the courts, US Parole Commission and the White House to make sure Peltier never draws another breath as a free man.
The retired FBI agent Coleen Rowley, who worked with prosecutors on the Peltier case, has stated: "The FBI's opposition to the release of Leonard Peltier is driven by vindictiveness and misplaced loyalties." In a recent letter sent to Biden appealing for Peltier's release, Rowley wrote: "Retribution seems to have emerged as the primary if not sole reason for continuing what looks from the outside to have become an emotion-driven 'FBI Family' vendetta."
According to the Department of Justice, Peltier's crime, and the parole board's rationale for keeping him locked up, is that he aided and abetted the murder of two FBI agents. Yet the two people he is accused of aiding and abetting - Dino Butler and Bob Robideau - were acquitted of the murders within months of going to trial in 1976.
In 2022, the UN human rights council's working group on arbitrary detention issued an opinion outlining the violation of Peltier's civil rights and calling for his immediate release. Over the years, the late Nelson Mandela and Archbishop Desmond Tutu, and even Pope Francis, have called on the US government to release Peltier.
In mid-December, Biden granted clemency to 1,500 prisoners. A week later, he commuted the sentences of nearly all the country's death row inmates to life without parole. He may still be considering issuing pre-emptive pardons to those Donald Trump has cast as his enemies to prevent the president-elect from deploying the FBI and Department of Justice to harass or imprison them for purely political reasons.
Joe Biden has shown admirable sensitivity to the plight of Native Americans. He is the first president in history to appoint a Native American to his cabinet. Biden is the only president to have publicly acknowledged the atrocious conditions and abuse of young Native Americans in the US-backed Indian boarding schools - where Leonard Peltier was forcibly sent and mistreated starting when he was just nine years old. Just a few days ago, the president established a pair of national monuments in California honoring two Native American tribes.
Without Biden's intervention, Peltier will die in prison. Given the shameful history of this case, the long sentence he has already served and the extreme jeopardy of his health, it is time to let Leonard Peltier return home to his people and die in peace. Biden has the opportunity to place the US on the side of mercy and justice, not further retribution.
If Biden commutes Peltier's sentence, he will be hailed around the world - by heads of state and advocates alike - for matching America's vaunted adherence to human rights with action at home.
Joe Biden has a chance to take a big step toward healing the wounds of Native Americans. We urge him to seize this opportunity and by doing so distinguish himself as one of modern history's most compassionate and just American presidents.
*
Rose Styron is a poet and longtime human rights activist with Amnesty International. Alex Matthiessen is an environmental advocate and former Clinton administration political appointee. His father, Peter Matthiessen, wrote the definitive account of the Peltier case, In the Spirit of Crazy Horse.
* * *
Allegato secondo. Per saperne un po' di piu' su Leonard Peltier, da 48 anni prigioniero innocente
Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
Segnaliamo anche alcune pubblicazioni a stampa in italiano e in inglese particolarmente utili:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Segnaliamo inoltre che nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/03/msg00001.html
Sempre nella rete telematica e' disponibile anche una piu' ampia ed approfondita bibliografia ragionata dal titolo "Dieci libri piu' uno che sarebbe bene aver letto per conoscere la vicenda di Leonard Peltier (e qualche altro minimo suggerimento bibliografico)":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/09/msg00064.html
Ancora nella rete telematica segnaliamo una lettera "ad adiuvandum" alla "United States Parole Commission" del 22 giugno 2024:
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2024/06/msg00055.html
Segnaliamo anche che in queste settimane il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo pubblica un notiziario telematico quotidiano con la testata "Non muoia in carcere Leonard Peltier" che propone iniziative e materiali.
Segnaliamo infine l'attuale sito ufficiale del Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier, il "Free Leonard Peltier Ad Hoc Committee": www.freeleonardpeltiernow.org
* * *
Allegato terzo. Dieci ragioni per cui il Presidente Biden dovrebbe concedere la grazia a Leonard Peltier
Di seguito elenchiamo ancora una volta alcune buone ragioni a sostegno della concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
1. Leonard Peltier ha ottanta anni ed e' in prigione da 48 anni per un delitto che non ha commesso: non ha mai ucciso nessuno, ed anzi si e' sempre adoperato in difesa della vita delle persone, dei popoli, della natura.
2. Leonard Peltier ha subito un processo viziato da "testimonianze" dimostratesi false e da "prove" dimostratesi anch'esse false; autorevoli magistrati e numerose personalita' delle istituzioni statunitensi hanno riconosciuto che la sua condanna e' stata ingiusta, frutto di una persecuzione, palesemente contraria al diritto.
3. Leonard Peltier e' un uomo anziano gravemente malato: che possa tornare alla sua famiglia in questo poco tempo che gli resta da vivere.
4. La liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da personalita' benemerite dell'umanita' come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta.
5. La liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da alcune delle maggiori autorita' morali e religiose mondiali: come il Dalai Lama e papa Francesco.
6. La liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da prestigiose associazioni umanitarie, come Amnesty International e il Movimento Nonviolento.
7. La liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta dal Parlamento Europeo, dall'Onu (una cui commissione ad hoc ha ricostruito l'intera vicenda giudiziaria concludendo che debba essere liberato), e da innumerevoli altre istituzioni democratiche di tutto il mondo.
8. La liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da innumerevoli istituzioni, associazioni e movimenti rappresentativi dei popoli nativi, dediti alla protezione dei diritti umani, impegnati in difesa della Madre Terra.
9. La liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da milioni di persone di tutto il mondo.
10. Last, but not least, la liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta all'unanimita' anche dal Comitato Nazionale del Partito Democratico degli Stati Uniti d'America, il partito di cui anche il presidente Biden fa parte, e di cui e' il piu' autorevole rappresentante.
* * *
Allegato quarto. Alcuni ulteriori contatti utili per informazioni dirette sulle iniziative attualmente in corso in Italia e in Europa per Leonard Peltier
Per informazioni sulle principali iniziative italiane contattare Andrea De Lotto, tel. 3490931155, e-mail: bigoni.gastone at gmail.com
Vi e' anche un gruppo su facebook: Free Leonard Peltier Italy: https://www.facebook.com/groups/1051622359691101
Un sito che fornisce preziose informazioni aggiornate sulle iniziative in Europa (in tedesco e in inglese) e' www.leonardpeltier.de
Un riferimento fondamentale in Italia e' anche l'ottima rivista "Tepee" e la storica associazione Soconas-Incomindios: per contatti scrivere o telefonare alla professoressa Naila Clerici: cell. 3478207381, e-mail: naila.clerici at soconasincomindios.it, facebook: facebook.com/pages/Soconas-Incomindios/, youtube: https://www.youtube.com/channel/UC1jno1fq2G_HnMd50IG0hww
Ricordiamo infine ancora una volta che il sito ufficiale (in inglese) del Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier, il "Free Leonard Peltier Ad Hoc Committee", e' www.freeleonardpeltiernow.org
7. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Lin Yutang, Importanza di capire, Longanesi, Milano 1984, pp. 480.
- Lin Yutang, Una vedova una monaca una cortigiana e altre famose novelle cinesi, Bompiani, Milano 1955, pp. 632.
*
Maestri e compagni
- Jose' Ramos Regidor, Gesu' e il risveglio degli oppressi. Mondadori, Milano 1981, pp. 516.
- Jose' Ramos Regidor, Natura e giustizia. Per un'etica ecosociale a partire dal Sud del mondo, Emi, Bologna 2000, pp. 192.
*
Maestre
- Edoarda Masi, Breve storia della Cina contemporanea, Laterza, Roma-Bari 1979, pp. IV + 172.
- Edoarda Masi, Il libro da nascondere, Marietti, Casale Monferrato (Al) 1985, pp. VI + 168.
- Edoarda Masi, Cento trame di capolavori della letteratura cinese, Rizzoli, Milano 1991, pp. 480.
8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
9. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5446 del 15 gennaio 2025
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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Numero 5446 del 15 gennaio 2025
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Pasquale Pugliese: La follia della guerra rende folli: elogio della ragione e della diserzione
2. Israele, Italia, Palestina: Dichiarazione congiunta di obiezione alla guerra di tre movimenti pacifisti e nonviolenti
3. Movimento Nonviolento: Obiezione alla guerra, scriviamolo su tutti i muri
4. One Billion Rising Italia: Appello alla partecipazione a "One Billion Rising" 2025
5. Un uomo anziano scrive a un uomo anziano affinche' renda giustizia a un uomo anziano
6. Un invito ai mezzi d'informazione italiani: l'esempio del "Guardian"
7. Segnalazioni librarie
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'
1. RIFLESSIONE. PASQUALE PUGLIESE: LA FOLLIA DELLA GUERRA RENDE FOLLI: ELOGIO DELLA RAGIONE E DELLA DISERZIONE
[Riceviamo e diffondiamo il seguente articolo ga' pubblicato su I blog del Fatto Quotidiano]
Sono i governi a decidere le guerre, gli stati maggiori degli eserciti a pianificarle, i media a farne la propaganda, i produttori di armamenti a fornirne gli strumenti e guadagnarne, ma sono ancora - nonostante i droni killer, l'intelligenza artificiale, i killer robot - i soldati ad essere mandati sul terreno a fare il lavoro sporco. Sono ancora gli esseri umani, uomini e donne, coloro a cui e' chiesto di sospendere ogni inibizione morale e trasformarsi repentinamente - ma, pro tempore, s'intende - in spietati assassini e criminali sui campi di battaglia. Lo spiegava gia' Erasmo da Rotterdam: "Se ti ripugna il brigantaggio, e' la guerra che lo insegna; se aborrisci il fratricidio, e' in guerra che lo si impara. (...) Se giudichi peggior condizione per uno stato quella in cui i peggiori prevalgono, la guerra e' il regno dei piu' scellerati" (Il lamento della pace, SE, 2014).
Oltre le tante immagini euforiche di soldati israeliani impegnati nel genocidio di Gaza postate sui social – come quelle del soldato dell'Idf denunciato in Brasile, dove si trovava in vacanza, per crimini di guerra – molte donne e uomini che hanno partecipato alla mattanza dei palestinesi non sono sopravvissuti alla propria coscienza: migliaia di essi sono in cura per sindrome post traumatica da stress (1600 gia' nel gennaio 2024, rivela il Jerusalem post) e 28 si sono suicidati dal 7 ottobre del 2023 (i suicidi tra i soldati erano stati 14 nel 2022 e 11 nel 2021, rivela il Time of Israel). "Lui ha lasciato Gaza, ma Gaza non ha lasciato lui. Ed e' morto per questo, a causa del post-trauma", racconta la madre di uno di loro, Jenny Mizrahi. Tuttavia, nonostante il militarismo ossessivo assorbito fin dai banchi di scuola, la trasformazione delle persone in macchine da guerra, voluta dall'esercito israeliano, non sempre riesce, come dimostrano anche le decine di giovanissimi refusenik, gli obiettori di coscienza che finiscono nelle carceri militari di Netanyahu sostenuti dall'organizzazione Mesarvot (e in Italia dalla Campagna di Obiezione alla guerra del Movimento Nonviolento), oppure Breaking the silence, organizzazione pacifista di ex militari che rompe dall'interno il silenzio sulla realta' dell'occupazione israeliana.
Ma quando la trasformazione raggiunge il suo obiettivo, chi la subisce rischia di non potersene piu' liberare: "Come infatti si asterra' da uccidere una sola persona in un momento d'eccitazione chi per un modesto compenso ne sgozza tante?" Si domandava ancora Erasmo da Rotterdam. Cio' che sicuramente accomuna gli attentatori di capodanno di New Orleans e Las Vegas, per esempio, e' l'essere stati soldati ed aver partecipato entrambi all'aggressione militare all'Afghanistan. E il loro sommarsi alla lunga lista di attentati commessi da veterani di guerra negli USA: sono oltre 480 i veterani di guerra accusati di crimini a carattere estremista solo dal 2017 al 2023, tra cui 230 arrestati per aver partecipato all'insurrezione di Capitol Hill del 6 gennaio 2021. "Il principale fattore predittivo per essere classificati come autori di stragi e' avere un passato militare negli Stati Uniti", dice Michael Jensen direttore del National Consortium for The Study of Terrorism and Responses to Terrorism dell'Universita' del Maryland (il Fatto Quotidiano, 3 gennaio 2025). Mentre Mission Roll Call, organizzazione che fornisce supporto agli ex militari, stima che negli Stati Uniti si suicidino una media di 17,5 veterani al giorno, ma i dati reali potrebbero essere molto piu' alti. Partecipare alla follia della guerra rende folli.
Sono, dunque, anche segno di salute mentale le "diserzioni a valanga" (il manifesto, 4 dicembre 2024) in corso sui fronti russo e ucraino, che dal lato ucraino - senza contare le centinaia di migliaia di uomini fuggiti all'estero e gli arruolamenti forzati con i rapimenti dei renitenti alla leva - conta almeno 200mila disertori dai teatri di guerra. Mentre sul fronte russo si moltiplicano le insubordinazioni individuali e di gruppo contro gli ufficiali, dal lato ucraino si contano a decine di migliaia i processi contro i disertori, come i 1.700 soldati che hanno abbandonato la brigata Anna di Kiev, voluta dal presidente Macron e addestrata in Francia, come simbolo della cooperazione franco-ucraina (vedi approfondimento di Peacelink), e forse anticipo dell'invio diretto sul terreno di truppe dei paesi dell'Unione Europea, vista ormai la scarsita' di ucraini disposti a farsi carne da cannone.
Gli uomini pensano di usare la guerra come mezzo per risolvere i conflitti, ma ne diventano a loro volta mezzi per il suo fine di violenza. Imbracciano il fucile, ma ne sono imbracciati. Per queste ragioni "Se per un principe amorevole nulla dev'essere piu' importante dell'incolumita' dei sudditi, la guerra gli dovra' riuscire odiosa piu' di ogni altra cosa", chiosava Erasmo da Rotterdam. E se cosi' non e' non rimane ai "sudditi" che esercitare la ragione, riprendersi il proprio potere, disobbedire al tiranno - come suggeriva gia' Etienne da la Boetie, contemporaneo di Erasmo - e spezzare il fucile.
2. REPETITA IUVANT. ISRAELE, ITALIA, PALESTINA: DICHIARAZIONE CONGIUNTA DI OBIEZIONE ALLA GUERRA DI TRE MOVIMENTI PACIFISTI E NONVIOLENTI
[Dal Movimento Nonviolento riceviamo e diffondiamo]
Israele, Palestina e Italia, uniti contro la guerra. Mesarvot, Community Peacemaker Teams e Movimento Nonviolento. E' scritta in arabo, ebraico, italiano, la Dichiarazione congiunta dei tre movimenti pacifisti che lavorano come "gruppo misto" di obiezione alla guerra. Il documento, che a livello internazionale viene diffuso in inglese, non e' il solito appello, ma un'assunzione di responsabilita' e impegno a sostenere azioni concrete nei prossimi mesi in Italia, in Israele e Palestina, chiedendo il sostegno (morale, economico, operativo) di tutti coloro che vogliono favorire un processo di pace. Il testo e' uno dei frutti del lavoro di solidarieta' internazionale che un recente tour in Italia di obiettori israeliani e resistenti nonviolenti palestinesi, sostenuto dalla Campagna di Obiezione alla Guerra e promosso dal Movimento Nonviolento con le associazioni israelo-palestinesi Mesarvot e Community Peacemaker Teams, ha generato. L'obiezione di coscienza, con il rifiuto del servizio militare, della violenza terroristica e di stato, e' il cuore della scelta nonviolenta per trovare una via d'uscita dalla guerra.
*
Israele, Italia, Palestina: Dichiarazione congiunta per un comune lavoro di pace a partire dall'obiezione alla guerra
La violenza genera violenza, il sangue chiama altro sangue, e noi siamo determinati a spezzare questo ciclo che altrimenti conduce alla morte e alla distruzione reciproca di tutti. Siamo obiettori di coscienza e resistenti nonviolenti che hanno scelto la nonviolenza, convinti che sia per noi la forma migliore di resistenza al male, a difesa della vita, della giustizia e dei diritti di tutti.
Attraverso l'obiezione di coscienza e la resistenza nonviolenta, lavoriamo per ripristinare la giustizia per tutti, dalla quale puo' sorgere la pace. E la pace, a sua volta, promuovera' la giustizia e il rispetto del diritto. "Giustizia e pace si baceranno", e' scritto nei testi sacri per ebrei, cristiani e musulmani.
Gia' lavoriamo insieme - israeliani, palestinesi, italiani - per difendere il diritto umano fondamentale all'obiezione di coscienza e il diritto di tutti a vivere in pace e liberta'. Le armi e le voci dell'odio devono tacere per lasciare spazio alla verita' e alla riconciliazione. Chiediamo un immediato cessate il fuoco, che noi stessi abbiamo gia' attuato, lavorando insieme come gruppi misti per dimostrare che la collaborazione, anche in mezzo a una radicata oppressione, puo' piantare i semi di un futuro piu' giusto e pacifico.
Conosciamo la forza della nonviolenza come stile di vita e come potenza capace di contrastare l'ingiustizia, la violenza e la guerra. Lavoriamo sia per resistere nonviolentemente alla guerra sia per favorire trasformazioni sociali, promuovendo una cultura di pace. Crediamo nella liberta', nella democrazia e nei diritti umani, e ci impegniamo per un rispetto reciproco tra i nostri popoli.
La coscienza individuale e' una difesa contro la propaganda di guerra e puo' proteggere i civili dal coinvolgimento in guerre di conquista e oppressione. Faremo tutto cio' che e' in nostro potere per proteggere il diritto umano all'obiezione di coscienza al servizio militare nelle nostre comunita'.
L'occupazione militare israeliana della terra destinata al popolo palestinese e' da lungo tempo fonte di oppressione, una violazione del diritto internazionale e dei diritti fondamentali dei palestinesi: il diritto di esistere come persone libere e sovrane. Questa occupazione, che ha causato profonde ingiustizie e sofferenze insostenibili, e' aggravata da altre forme di violenza contro civili inermi, a cui si risponde con la brutalita' delle stragi di civili innocenti a Gaza, alimentando la spirale di odio e vendetta: finche' esiste l'oppressione, la resistenza persistera'. Per interrompere questo ciclo vizioso, e' necessario abolire il sistema di occupazione e apartheid che lo genera.
Tutto questo deve finire. Ci sentiamo uniti e siamo solidali con chi soffre per qualsiasi guerra nel mondo oggi.
Community Peacemaker Teams – Palestine
Mesarvot – Israel
Movimento Nonviolento – Italia
3. REPETITA IUVANT. MOVIMENTO NONVIOLENTO: OBIEZIONE ALLA GUERRA, SCRIVIAMOLO SU TUTTI I MURI
[Riceviamo e diffondiamo]
La Campagna di Obiezione alla guerra presenta un nuovo strumento operativo: un poster diffuso a livello nazionale.
*
La Campagna di Obiezione alla guerra presenta un nuovo strumento operativo:
un poster diffuso a livello nazionale con il simbolo del fucile spezzato e la scritta "Con la nonviolenza: per cessare il fuoco bisogna non sparare, per fermare la guerra bisogna non farla".
Il volantone, inviato a tutti gli iscritti e ai Centri del Movimento Nonviolento, agli abbonati alla rivista Azione nonviolenta e a tutti coloro che ne faranno richiesta, rilancia la Dichiarazione di obiezione di coscienza rivolta a chi rifiuta la chiamata alle armi e contiene tutte le informazioni su quanto realizzato finora a sostegno degli obiettori di coscienza di Russia, Ucraina, Bielorussia, Israele e Palestina, e i prossimi obiettivi che la Campagna vuole raggiungere.
Sono ormai centinaia di migliaia gli obiettori, disertori, renitenti alla leva che nei luoghi di guerra, rifiutano le armi e la divisa, negandosi al reclutamento militare, ripudiando il proprio esercito senza passare a quello avverso. Alcuni affrontano processo e carcere, altri espatriano, altri ancora scappano o si nascondono. Il Movimento Nonviolento ha scelto di stare dalla loro parte, di sostenerli concretamente, di difendere il loro diritto umano alla vita e alla pace, e di chiedere all'Unione Europea e al Governo italiano di riconoscere, per loro e per chi firma la Dichiarazione, lo "status" di obiettori di coscienza.
La Campagna si sviluppa su due direttrici:
- la raccolta fondi per sostenere nelle loro attivita' i movimenti nonviolenti di Russia, Bielorussia, Ucraina, Israele e Palestina, le spese legali per i processi che obiettori e nonviolenti di quei paesi subiscono, per aiutare chi espatria per non farsi arruolare, per gli strumenti di informazione necessari a diffondere la scelta dell'obiezione;
- la diffusione della Dichiarazione di Obiezione di coscienza alla guerra e alla sua preparazione, il rifiuto della chiamata alle armi e fin da ora della futura mobilitazione militare. La procedura e' semplice: si compila e si sottoscrive la Dichiarazione (per tutti, giovani o adulti, donne e uomini ) rivolta ai Presidenti della Repubblica e del Consiglio.
Sul sito del Movimento Nonviolento azionenonviolenta.it alla voce Obiezione alla guerra si trovano tutti gli aggiornamenti e la possibilita' di adesione e contribuzione.
Movimento Nonviolento
Settembre 2024
*
Movimento Nonviolento
via Spagna, 8, 37123 Verona
Tel 045 8009803
Cell. 348 2863190
www.nonviolenti.org
www.azionenonviolenta.it
per sostegno e donazioni
Iban IT35 U 07601 11700 0000 18745455
4. INIZIATIVE. ONE BILLION RISING ITALIA: APPELLO ALLA PARTECIPAZIONE A "ONE BILLION RISING" 2025
[Dal Coordinamento OBR Italia (per contatti: e-mail: obritalia at gmail.com, sito: www.onebillionrising.org) riceviamo e diffondiamo]
Cara Amica, Caro Amico, Car* Amic*,
anche quest'anno, forse piu' che in ogni altro anno, ti chiediamo di unirti a noi nell'iniziativa mondiale One Billion Rising: Un miliardo di voci contro la violenza sulle donne.
Da un'idea di Eve Ensler a questa straordinaria campagna, nata 11 anni fa negli Stati Uniti, aderiscono 128 Paesi dei cinque Continenti.
E' senza dubbio la piu' grande mobilitazione planetaria contro la violenza sulle donne e sulle bambine. In Italia OBR e' orgogliosa di confermare il patrocinio di Amnesty International Italia, Amref Italia, Differenza Donna Aps e Assist Associazione Nazionale Atlete APS.
L'adesione all'iniziativa non comporta alcun costo o vincolo. Chiede invece un momento di riflessione e confronto vero su questo tema (lettura di testi, reading, convegni, spazi di riflessione ecc.) e la preparazione di un flashmob (sarete voi attivist* a decidere dove) che consiste in un ballo chiamato "Break The Chain". Questa canzone coinvolgente e piena di vitalita' ha parole di liberta' e riscatto da ogni forma di violenza. Di seguito troverai tutte le informazioni che invieremo a tutti, Associazioni, Scuole, aziende, gruppi organizzati e a chiunque voglia con noi fa sentire la propria voce.
La data mondiale e' il 14 febbraio (trasformare il san Valentino "commerciale" in un vero atto d'amore nei confronti delle donne) ma in realta' gli eventi/flashmob si possono organizzare durante tutto il mese di febbraio e il mese di marzo.
In Italia lo scorso anno stati organizzati oltre 80 eventi, grazie ad associazioni, gruppi informali, scuole e aziende.
In questo link puoi trovare una piccola clip di alcune delle immagini dei flashmob organizzati nella scorsa edizione:
https://www.youtube.com/watch?v=d8ARcFBEZKE&t=52s
Siamo convinte che veicolare un messaggio semplice e universale "No alla violenza sulle donne e sulle bambine" sia l'occasione per una riflessione consapevole e preziosa per le generazioni che abiteranno il mondo dopo di noi.
Per ogni ulteriore informazione:
https://www.onebillionrising.org/
https://www.facebook.com/obritalia
https://www.instagram.com/onebillionrisingitalia?igsh=MXNzYm85dW5ma2toMw==
Di seguito le informazioni pratiche per aderire e le linee guida per la partecipazione.
In attesa di un tuo cortese riscontro, ti saluto con grande affetto e stima.
Coordinamento One Billion Rising Italia
Nicoletta Billi
Luisa Garribba Rizzitelli
Margherita Giuliodori Santicchia
*
ONE BILLION RISING 2025 INSIEME CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
Carissim*,
non solo per i numeri impressionanti della violenza alle donne nel nostro Paese, ma per sentirci ancora e sempre tutte e tutti uniti nella difesa dei diritti delle donne contro ogni estremismo e politica reazionaria sulla liberta' delle donne, ti chiediamo di essere con noi anche quest'anno.
Noi non restiamo indifferenti ai crimini che in ogni parte del mondo le bambine, le ragazze, le donne devono subire. Noi crediamo che la nostra voce non sia inutile e che la mobilitazione di One Billion Rising in 13 anni di impegno abbia contribuito a creare consapevolezza e forza.
In occasione del 25 Novembre 2024, Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Violenza contro le Donne, il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha speso parole ferme ed inequivocabili: "Un'azione efficace per sradicare la violenza contro le donne deve basarsi anzitutto sulla diffusione della prevenzione delle cause strutturali del fenomeno e su una cultura del rispetto che investa sulle generazioni piu' giovani, attraverso l'educazione all'eguaglianza, al rispetto reciproco, al rifiuto di ogni forma di sopraffazione". Parole che tracciano una strada di speranza e impegno da parte di tutti.
La societa' civile tutta deve e puo' fare la sua parte, per il presente e per il futuro: per radicare nelle nuove generazioni una cultura di profondo rispetto verso tutte le donne.
One Billion Rising e' una campagna Mondiale fondata nel 2012 dalla scrittrice e attivista americana Eve Ensler con l'obiettivo di fermare la violenza contro le donne. Aderiscono a questa campagna 128 paesi nei cinque continenti, tra cui noi in Italia. Oltre 90 gli eventi che abbiamo visto realizzati nel 2024.
Puoi aderire alla Campagna Mondiale ONE BILLION RISING dando libero sfogo alla tua creativita' oppure seguendo le modalita' che seguono.
1) PRIMA DEL 14 FEBBRAIO 2025
Con l'aiuto di esperte dei centri antiviolenza del vostro territorio, potrete promuovere sensibilizzazione e riflessione e il confronto sul tema della violenza di genere. Incontri, convegni, focus group, lezioni nelle scuole, iniziative nelle gare sportive, attivita' ludico motorie, ma anche di teatro, cinema e reading.
Partendo - a titolo esemplificativo e di suggerimento - da queste domande
Se ad esempio, volete anche proporre il progetto nelle Scuole potreste suggerire queste iniziative:
- Scrivere dei temi o dei racconti brevi
- Realizzare un podcast
- Dare vita ad una mostra fotografica
- Creare un fumetto
- Disegnare dei quadri e raccoglierli in un'esposizione
- Scrivere e realizzare un cortometraggio amatoriale tutti insieme
- Comporre una canzone o un rap
- Realizzare uno spot video di max 30 secondi
- Ideare uno spettacolo teatrale
- Fare un reportage (audio, video o solo testo) documentando esperienze a loro prossime
- Creare una presentazione power point
- Realizzare una serie di interviste per approfondire l'argomento
- Condurre delle ricerche interdisciplinari sul tema coinvolgendo piu' materie
2) 14 FEBBRAIO 2025 (o altra data scelta): FLASH MOB
Il 14 Febbraio 2024 – o in giorni in prossimita' di questa data - insieme ad altre migliaia di persone nel mondo, vi chiediamo di realizzare e documentare il vostro flash mob sulle note della canzone "Break the Chain" della quale la nostra organizzazione internazionale detiene i diritti e che vengono concessi gratuitamente a chi aderisce all'iniziativa. Questa canzone e' una esplosione di energia e forza che unisce uomini e donne, ragazzi e ragazze. Qui il link della canzone e il tutorial per imparare la coreografia:
Video Break The Chain 1 con sottotitoli in italiano
https://www.youtube.com/watch?v=XQgPTA5U86o
Tutorial della coreografia curata da Debbie Allen, lo storico volto di Saranno Famosi:
https://www.youtube.com/watch?v=mRU1xmBwUeA
Chiediamo per questo di:
- organizzare un flashmob ballando la coreografia ufficiale, "Break the Chain" tutti insieme ovunque riteniate sia possibile farlo, coinvolgendo piu' persone possibile, uomini e donne;
- Precedere l'esecuzione della coreografia con brevi letture o testimonianze a tema;
- Documentare e riprendere con i cellulari le attivita' svolte, postarle sui social taggando #OBR #OBRItalia o inviandoci qualche scatto o video amatoriale alla mail obritalia at gmail.com
E' sicuramente gradita, ma non indispensabile, la capacita' di:
- Coinvolgere, la cittadinanza, i genitori, media e ogni soggetto interessato, perche' possa essere divulgato al massimo il significato della vostra iniziativa e partecipazione
- Diffondere sui propri social le informazioni utilizzando gli hashtag dell'iniziativa
Potete se volete produrre magliette o altri gadget da regalare a chi saprete coinvolgere.
OBR Italia promuovera' la vostra iniziativa su tutti i canali social.
Sempre apprezzato e' il patrocinio di Istituzioni che vogliano sostenere le vostre iniziative.
Grazie per l'attenzione preziosa
Coordinamento OBR Italia
Nicoletta Billi 3332432777
Luisa Garribba Rizzitelli 3454767246
Margherita Santicchia 3280199958
Per aderire mandate una mail a obritalia at gmail.com
One Billion Rising Italia - Via Germanico, 171 – 00184 Roma
5. REPETITA IUVANT. UN UOMO ANZIANO SCRIVE A UN UOMO ANZIANO AFFINCHE' RENDA GIUSTIZIA A UN UOMO ANZIANO
Al Presidente degli Stati Uniti d'America Joe Biden: comments at whitehouse.gov
Egregio Presidente degli Stati Uniti d'America Joe Biden,
chi le scrive questa lettera e' un uomo anziano e in non buona salute che da alcuni anni dedica i suoi giorni e le sue notti ad assistere un familiare ancora piu' anziano di lui, non piu' autosufficiente e profondamente sofferente.
Anche lei, egregio Presidente, e' un uomo anziano, e come me non puo' non pensare alle sofferenze della tarda eta' e alla morte che incombe.
Anche lei, egregio Presidente, e' un uomo anziano, e come me non puo' non sentire il dovere di cercar di lenire tanto dolore.
Anche Leonard Peltier e' un uomo anziano, e' gravemente malato, e da 48 anni e' ingiustamente detenuto per un delitto che non ha commesso.
Gli consenta di tornare alla sua famiglia, tra il suo popolo, nella sua casa.
Gli conceda la grazia presidenziale.
Gli restituisca la liberta'.
Voglia gradire distinti saluti,
Annibale Scarpante
Viterbo, 9 gennaio 2025
6. REPETITA IUVANT. UN INVITO AI MEZZI D'INFORMAZIONE ITALIANI: L'ESEMPIO DEL "GUARDIAN"
Il prestigioso quotidiano "The Guardian" ha dedicato pochi giorni fa un ampio articolo a Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente ed ormai vecchio e gravemente malato, la cui restituzione alla liberta' e' nelle mani del presidente statunitense uscente Joe Biden che prima della conclusione del suo mandato puo' concedergli finalmente la grazia presidenziale ("executive clemency").
Come e' noto, la liberazione di Leonard Peltier nel corso di questo mezzo secolo di ingiusta detenzione e' stata chiesta da personalita' indimenticabili come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, da grandi figure della spiritualita' e delle religioni come il Dalai Lama e papa Francesco, da prestigiose associazioni umanitarie come Amnesty International e il Movimento Nonviolento, da istituzioni democratiche come il Parlamento Europeo e l'Onu, da milioni di persone di tutto il mondo.
*
Il "Guardian" ha pubblicato un articolo che ricostruisce sinteticamente la vicenda e invita il Presidente Biden a compiere un gesto di umanita', un atto di verita' e di giustizia.
Riproduciamo in calce l'articolo apparso sul "Guardian" ed invitiamo caldamente tutti i mezzi d'informazione italiani a dare anch'essi notizia della situazione di Leonard Peltier e dell'appello al Presidente Biden a concedergli la grazia affinche' non muoia in carcere un uomo innocente ingiustamente perseguitato, un luminoso testimone della dignita' umana.
*
Grazie fin d'ora a tutte le persone, le associazioni, le istituzioni e i mezzi d'informazione che vorranno contribuire a far conoscere la figura e la vicenda di Leonard Peltier, che vorranno contribuire a sostenere la richiesta al Presidente statunitense di concedergli la grazia.
Non muoia in carcere Leonard Peltier.
Chi salva una vita salva il mondo.
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 11 gennaio 2025
* * *
Allegato primo: Rose Styron and Alex Matthiessen: Joe Biden is Leonard Peltier's last hope
[Dal sito del quotidiano "The Guardian" (www.theguardian.com) riprendiamo il seguente articolo del 7 gennaio 2025]
Joe Biden is Leonard Peltier's last hope
The imprisoned Native American is long overdue for clemency. Joe Biden is probably the last president who can give it to him
*
As Joe Biden prepares to leave office, he has a chance to do something singularly honorable in the name of American justice and basic human rights. With a grant of clemency to Leonard Peltier, Biden could ameliorate a half-century-old injustice not just against Peltier but, in effect, against Native peoples everywhere, many of whom consider Peltier an enduring symbol of racism and state-sponsored oppression in the US.
For those Americans who may not have heard of him, Leonard Peltier is known around the world as the US government's number one political prisoner. A member of the Chippewa and Lakota Nations, Peltier was convicted in 1976 for the deaths, the year before, of two FBI agents killed during a shootout on the Pine Ridge Reservation in South Dakota. While he was in the area at the time of the shootout, Peltier, who maintains his innocence, has served nearly 50 years and counting for a murder he was never proved to have committed - or even to have aided and abetted.
It is widely understood that the federal government railroaded Peltier into prison by withholding and falsifying evidence, coercing witnesses and forcing a change of jurisdiction, among other acts of prosecutorial misconduct and malice. The US attorney James Reynolds, whose office handled the prosecution and appeal of the case, issued a public apology in 2021, acknowledging that the federal government failed to "prove that Mr Peltier personally committed any offense on the Pine Ridge Reservation". Reynolds has since called on Biden to release Peltier.
Reynolds's statement alone should have been grounds for granting Peltier parole and ultimately clemency. Yet, despite multiple pleas over many decades, Peltier - who just turned 80 and is suffering from multiple health crises including diabetes, kidney disease, heart issues and near blindness - continues to languish in a high-security prison in Florida called Coleman 1.
Starting with the breakout of Covid-19 nearly five years ago, Peltier and his fellow inmates at Coleman 1 have been regularly subjected to lockdowns, the practice of confining inmates in their cells for nearly 24 hours a day without the usual breaks, human contact and access to needed healthcare. This despite the fact that most, including Peltier, committed no in-prison infractions.
During these lockdowns, which can last for months at a time, inmates are often subjected to cold air, non-working toilets (ie raw sewage), and other conditions equivalent to torture, which have led to the deaths of more than a few of them. The lockdowns are tantamount to solitary confinement - which is defined as being imprisoned in isolation for 22 to 24 hours a day - essentially a death sentence for an elderly man with life-threatening ailments.
Five presidents dating back to Bill Clinton have been petitioned to grant Peltier clemency. Some, including Clinton and Barack Obama, apparently have looked at Peltier's case. Yet for whatever reason, each of the five ultimately declined to act. One cannot know for sure what persuaded these powerful men to refuse Peltier his freedom. But one thing is certain: for decades the FBI has waged a high-pressure political campaign on the courts, US Parole Commission and the White House to make sure Peltier never draws another breath as a free man.
The retired FBI agent Coleen Rowley, who worked with prosecutors on the Peltier case, has stated: "The FBI's opposition to the release of Leonard Peltier is driven by vindictiveness and misplaced loyalties." In a recent letter sent to Biden appealing for Peltier's release, Rowley wrote: "Retribution seems to have emerged as the primary if not sole reason for continuing what looks from the outside to have become an emotion-driven 'FBI Family' vendetta."
According to the Department of Justice, Peltier's crime, and the parole board's rationale for keeping him locked up, is that he aided and abetted the murder of two FBI agents. Yet the two people he is accused of aiding and abetting - Dino Butler and Bob Robideau - were acquitted of the murders within months of going to trial in 1976.
In 2022, the UN human rights council's working group on arbitrary detention issued an opinion outlining the violation of Peltier's civil rights and calling for his immediate release. Over the years, the late Nelson Mandela and Archbishop Desmond Tutu, and even Pope Francis, have called on the US government to release Peltier.
In mid-December, Biden granted clemency to 1,500 prisoners. A week later, he commuted the sentences of nearly all the country's death row inmates to life without parole. He may still be considering issuing pre-emptive pardons to those Donald Trump has cast as his enemies to prevent the president-elect from deploying the FBI and Department of Justice to harass or imprison them for purely political reasons.
Joe Biden has shown admirable sensitivity to the plight of Native Americans. He is the first president in history to appoint a Native American to his cabinet. Biden is the only president to have publicly acknowledged the atrocious conditions and abuse of young Native Americans in the US-backed Indian boarding schools - where Leonard Peltier was forcibly sent and mistreated starting when he was just nine years old. Just a few days ago, the president established a pair of national monuments in California honoring two Native American tribes.
Without Biden's intervention, Peltier will die in prison. Given the shameful history of this case, the long sentence he has already served and the extreme jeopardy of his health, it is time to let Leonard Peltier return home to his people and die in peace. Biden has the opportunity to place the US on the side of mercy and justice, not further retribution.
If Biden commutes Peltier's sentence, he will be hailed around the world - by heads of state and advocates alike - for matching America's vaunted adherence to human rights with action at home.
Joe Biden has a chance to take a big step toward healing the wounds of Native Americans. We urge him to seize this opportunity and by doing so distinguish himself as one of modern history's most compassionate and just American presidents.
*
Rose Styron is a poet and longtime human rights activist with Amnesty International. Alex Matthiessen is an environmental advocate and former Clinton administration political appointee. His father, Peter Matthiessen, wrote the definitive account of the Peltier case, In the Spirit of Crazy Horse.
* * *
Allegato secondo. Per saperne un po' di piu' su Leonard Peltier, da 48 anni prigioniero innocente
Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
Segnaliamo anche alcune pubblicazioni a stampa in italiano e in inglese particolarmente utili:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Segnaliamo inoltre che nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/03/msg00001.html
Sempre nella rete telematica e' disponibile anche una piu' ampia ed approfondita bibliografia ragionata dal titolo "Dieci libri piu' uno che sarebbe bene aver letto per conoscere la vicenda di Leonard Peltier (e qualche altro minimo suggerimento bibliografico)":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/09/msg00064.html
Ancora nella rete telematica segnaliamo una lettera "ad adiuvandum" alla "United States Parole Commission" del 22 giugno 2024:
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2024/06/msg00055.html
Segnaliamo anche che in queste settimane il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo pubblica un notiziario telematico quotidiano con la testata "Non muoia in carcere Leonard Peltier" che propone iniziative e materiali.
Segnaliamo infine l'attuale sito ufficiale del Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier, il "Free Leonard Peltier Ad Hoc Committee": www.freeleonardpeltiernow.org
* * *
Allegato terzo. Dieci ragioni per cui il Presidente Biden dovrebbe concedere la grazia a Leonard Peltier
Di seguito elenchiamo ancora una volta alcune buone ragioni a sostegno della concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
1. Leonard Peltier ha ottanta anni ed e' in prigione da 48 anni per un delitto che non ha commesso: non ha mai ucciso nessuno, ed anzi si e' sempre adoperato in difesa della vita delle persone, dei popoli, della natura.
2. Leonard Peltier ha subito un processo viziato da "testimonianze" dimostratesi false e da "prove" dimostratesi anch'esse false; autorevoli magistrati e numerose personalita' delle istituzioni statunitensi hanno riconosciuto che la sua condanna e' stata ingiusta, frutto di una persecuzione, palesemente contraria al diritto.
3. Leonard Peltier e' un uomo anziano gravemente malato: che possa tornare alla sua famiglia in questo poco tempo che gli resta da vivere.
4. La liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da personalita' benemerite dell'umanita' come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta.
5. La liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da alcune delle maggiori autorita' morali e religiose mondiali: come il Dalai Lama e papa Francesco.
6. La liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da prestigiose associazioni umanitarie, come Amnesty International e il Movimento Nonviolento.
7. La liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta dal Parlamento Europeo, dall'Onu (una cui commissione ad hoc ha ricostruito l'intera vicenda giudiziaria concludendo che debba essere liberato), e da innumerevoli altre istituzioni democratiche di tutto il mondo.
8. La liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da innumerevoli istituzioni, associazioni e movimenti rappresentativi dei popoli nativi, dediti alla protezione dei diritti umani, impegnati in difesa della Madre Terra.
9. La liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da milioni di persone di tutto il mondo.
10. Last, but not least, la liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta all'unanimita' anche dal Comitato Nazionale del Partito Democratico degli Stati Uniti d'America, il partito di cui anche il presidente Biden fa parte, e di cui e' il piu' autorevole rappresentante.
* * *
Allegato quarto. Alcuni ulteriori contatti utili per informazioni dirette sulle iniziative attualmente in corso in Italia e in Europa per Leonard Peltier
Per informazioni sulle principali iniziative italiane contattare Andrea De Lotto, tel. 3490931155, e-mail: bigoni.gastone at gmail.com
Vi e' anche un gruppo su facebook: Free Leonard Peltier Italy: https://www.facebook.com/groups/1051622359691101
Un sito che fornisce preziose informazioni aggiornate sulle iniziative in Europa (in tedesco e in inglese) e' www.leonardpeltier.de
Un riferimento fondamentale in Italia e' anche l'ottima rivista "Tepee" e la storica associazione Soconas-Incomindios: per contatti scrivere o telefonare alla professoressa Naila Clerici: cell. 3478207381, e-mail: naila.clerici at soconasincomindios.it, facebook: facebook.com/pages/Soconas-Incomindios/, youtube: https://www.youtube.com/channel/UC1jno1fq2G_HnMd50IG0hww
Ricordiamo infine ancora una volta che il sito ufficiale (in inglese) del Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier, il "Free Leonard Peltier Ad Hoc Committee", e' www.freeleonardpeltiernow.org
7. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Lin Yutang, Importanza di capire, Longanesi, Milano 1984, pp. 480.
- Lin Yutang, Una vedova una monaca una cortigiana e altre famose novelle cinesi, Bompiani, Milano 1955, pp. 632.
*
Maestri e compagni
- Jose' Ramos Regidor, Gesu' e il risveglio degli oppressi. Mondadori, Milano 1981, pp. 516.
- Jose' Ramos Regidor, Natura e giustizia. Per un'etica ecosociale a partire dal Sud del mondo, Emi, Bologna 2000, pp. 192.
*
Maestre
- Edoarda Masi, Breve storia della Cina contemporanea, Laterza, Roma-Bari 1979, pp. IV + 172.
- Edoarda Masi, Il libro da nascondere, Marietti, Casale Monferrato (Al) 1985, pp. VI + 168.
- Edoarda Masi, Cento trame di capolavori della letteratura cinese, Rizzoli, Milano 1991, pp. 480.
8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
9. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5446 del 15 gennaio 2025
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
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