[Nonviolenza] Non muoia in carcere Leonard Peltier. 102



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NON MUOIA IN CARCERE LEONARD PELTIER
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Foglio a sostegno dell'appello a scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier
A cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 102 del 22 novembre 2024

Sommario di questo numero:
1. L'Associazione "Respirare" di Viterbo chiede al Presidente Biden di restituire la liberta' a Leonard Peltier, da 48 anni detenuto innocente
2. Che fare adesso per la liberazione di Leonard Peltier
3. Una lettera "ad adiuvandum" alla "United States Parole Commission"
4. Al Presidente degli Stati Uniti d'America: dieci buone ragioni per concedere la grazia a Leonard Peltier

1. REPETITA IUVANT. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" DI VITERBO CHIEDE AL PRESIDENTE BIDEN DI RESTITUIRE LA LIBERTA' A LEONARD PELTIER, DA 48 ANNI DETENUTO INNOCENTE

Aderiamo al rinnovato appello a scrivere al Presidente statunitense Biden per chiedere la grazia per Leonard Peltier.
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Come e' noto, e' prerogativa del Presidente degli Stati Uniti d'America concedere la "executive clemency" (la grazia presidenziale) ai detenuti; e come e' altrettanto noto, e' consuetudine dei presidenti statunitensi esercitare tale prerogativa alla scadenza del loro mandato: il mandato del Presidente Biden scade il 10 gennaio 2025, quando subentrera' nella carica il presidente neoeletto Trump.
Ripetutamente il Presidente Biden ha espresso la convinzione che occorra riconoscere e riparare i tremendi torti commessi dal governo statunitense nei confronti delle popolazioni native americane; ed ancora pochi giorni fa, sul finire dell'ottobre 2024, ha espresso ufficialmente le sue scuse per l'orrore e l'infamia delle "scuole residenziali indiane" in cui lungo 150 anni fu commesso un vero e proprio etnocidio e furono imposte violenze inenarrabili alle bambine e ai bambini nativi rapiti alle loro famiglie e li' reclusi per imporre loro la cancellazione della loro lingua e della loro cultura e costringerli a subire un vero e proprio "lavaggio del cervello" cosicche' introiettassero l'ideologia razzista del potere colonialista bianco dominante, provocando loro terribili ferite psichiche e non di rado brutali lesioni fisiche, finanche commettendo su bambine e bambini indifesi stupri e violenze di ogni sorta.
Le ricostruzioni storiografiche, e da alcuni anni anche i pubblici poteri, hanno riconosciuto che nelle "scuole residenziali indiane" statunitensi e canadesi un gran numero di bambine e bambini trovarono anche la morte, e furono sepolti nell'anonimato in cimiteri segreti senza neppure consentire ai familiari di piangerne la scomparsa.
Anche Leonard Peltier - l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni detenuto per un delitto che non ha commesso - nella sua infanzia e' stato una vittima delle "scuole residenziali indiane".
Se, come crediamo, le scuse presentate dal Presidente Biden sono sincere, ebbene, il Presidente dia seguito ad esse con atti concreti di riparazione: un primo atto e' sicuramente la restituzione della liberta' a Leonard Peltier, un uomo innocente e valoroso la cui liberazione e' stata chiesta da illustri personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama, papa Francesco, da prestigiosi movimenti umanitari come Amnesty International e il Movimento Nonviolento, da istituzioni democratiche rappresentative come il Parlamento Europeo e finanche l'Onu.
Scriviamo quindi al Presidente statunitense Biden per chiedere che conceda la grazia a Leonard Peltier.
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E naturalmente condividiamo e diffondiamo anche l'appello alle persone di volonta' buona, ai movimenti per i diritti umani ed alle istituzioni democratiche a scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedergli di concedere la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Facciamo sentire la voce dell'umanita'.
Con un corale appello nonviolento ai piu' profondi valori e sentimenti umani persuadiamo colui che ne ha il potere a liberare un vero eroe dell'umanita', un autentico testimone della dignita' umana, una persona che lungo quasi mezzo secolo di detenzione ha tenacemente perseverato nell'impegno per la verita' e la giustizia, per la compassione che ogni essere umano riconosce e raggiunge, per il bene comune dell'umanita' intera, per la salvaguardia di quest'unico mondo vivente.
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Di seguito il testo della lettera al Presidente statunitense Biden e il testo dell'appello alle persone di volonta' buona, ai movimenti per i diritti umani ed alle istituzioni democratiche.
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Lettera al Presidente statunitense Biden
Egregio Presidente degli Stati Uniti d'America,
abbiamo apprezzato la sua dichiarazione di scuse ai popoli nativi americani per l'orrore di 150 anni di "scuole residenziali indiane", un abominevole crimine contro l'umanita' commesso dal governo degli Stati Uniti d'America.
Le scriviamo per chiederle di dare un primo concreto seguito a tale dichiarazione concedendo la grazia presidenziale a Leonard Peltier, che delle "scuole residenziali indiane" e' stato una delle vittime.
Come lei sa, Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente che ha gia' subito 48 anni di carcere per un delitto che non ha commesso.
E' vecchio, e' gravemente malato, le sue patologie non possono essere adeguatamente curate in carcere.
La sua liberazione e' stata chiesta da Nelson Mandela, da madre Teresa di Calcutta, dal Dalai Lama, da papa Francesco, da Amnesty International, dal Parlamento Europeo, dall'Onu, da milioni di persone di tutto il mondo.
Egregio Presidente degli Stati Uniti d'America,
conceda la grazia a Leonard Peltier.
Restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Distinti saluti,
l'Associazione "Respirare" di Viterbo
Viterbo, 10 novembre 2024
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Appello a scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America
Care amiche e cari amici,
vi proponiamo di scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America chiedendogli che conceda la grazia a Leonard Peltier.
E' prerogativa del Presidente degli Stati Uniti concedere la grazia ad alcuni detenuti, ed e' consuetudine che lo faccia approssimandosi il termine del mandato.
Per scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America e' sufficiente collegarsi al sito della Casa Bianca alla pagina web: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: scrivere un breve testo (di seguito una traccia utilizzabile):
"Egregio Presidente degli Stati Uniti d'America,
abbiamo apprezzato la sua dichiarazione di scuse ai popoli nativi americani per l'orrore di 150 anni di "scuole residenziali indiane", un abominevole crimine contro l'umanita' commesso dal governo degli Stati Uniti d'America.
Le scriviamo per chiederle di dare un primo concreto seguito a tale dichiarazione concedendo la grazia presidenziale a Leonard Peltier, che delle "scuole residenziali indiane" e' stato una delle vittime.
Come lei sa, Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente che ha gia' subito 48 anni di carcere per un delitto che non ha commesso.
E' vecchio, e' gravemente malato, le sue patologie non possono essere adeguatamente curate in carcere.
La sua liberazione e' stata chiesta da Nelson Mandela, da madre Teresa di Calcutta, dal Dalai Lama, da papa Francesco, da Amnesty International, dal Parlamento Europeo, dall'Onu, da milioni di persone di tutto il mondo.
Egregio Presidente degli Stati Uniti d'America,
conceda la grazia a Leonard Peltier.
Restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Distinti saluti".
Care amiche e cari amici,
vi preghiamo di scrivere al piu' presto, e comunque prima del 20 gennaio 2025 (quando l'attuale Presidente Biden lascera' la carica e subentrera' il nuovo Presidente Trump), e vi preghiamo anche di diffondere ulteriormente questo appello.
Free Leonard Peltier.
Mitakuye Oyasin.
L'Associazione "Respirare" di Viterbo
Viterbo, 10 novembre 2024
L'associazione "Respirare" di Viterbo ha sede presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
L'associazione e' stata promossa nel 2009 a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.
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Allegato primo: Per saperne un po' di piu' su Leonard Peltier, da 48 anni prigioniero innocente
Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
Segnaliamo anche alcune pubblicazioni a stampa in italiano e in inglese particolarmente utili:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Segnaliamo inoltre che nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/03/msg00001.html
Sempre nella rete telematica e' disponibile anche una piu' ampia ed approfondita bibliografia ragionata dal titolo "Dieci libri piu' uno che sarebbe bene aver letto per conoscere la vicenda di Leonard Peltier (e qualche altro minimo suggerimento bibliografico)":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/09/msg00064.html
Ancora nella rete telematica segnaliamo una lettera "ad adiuvandum" alla "United States Parole Commission" del 22 giugno 2024:
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2024/06/msg00055.html
Segnaliamo anche che in queste settimane il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo pubblica un notiziario telematico quotidiano con la testata "Non muoia in carcere Leonard Peltier" che propone iniziative e materiali.
Segnaliamo infine l'attuale sito ufficiale del Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier, il "Free Leonard Peltier Ad Hoc Committee": www.freeleonardpeltiernow.org
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Allegato secondo. Alcuni ulteriori contatti utili per informazioni dirette sulle iniziative attualmente in corso in Italia e in Europa per Leonard Peltier
Per informazioni sulle principali iniziative italiane contattare Andrea De Lotto, tel. 3490931155, e-mail: bigoni.gastone at gmail.com
Vi e' anche un gruppo su facebook: Free Leonard Peltier Italy: https://www.facebook.com/groups/1051622359691101
Un sito che fornisce preziose informazioni aggiornate sulle iniziative in Europa (in tedesco e in inglese) e' www.leonardpeltier.de
Un riferimento fondamentale in Italia e' anche l'ottima rivista "Tepee" e la storica associazione Soconas-Incomindios: per contatti scrivere o telefonare alla professoressa Naila Clerici: cell. 3478207381, e-mail: naila.clerici at soconasincomindios.it, facebook: facebook.com/pages/Soconas-Incomindios/,  youtube: https://www.youtube.com/channel/UC1jno1fq2G_HnMd50IG0hww
Ricordiamo infine ancora una volta che il sito ufficiale (in inglese) del Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier, il "Free Leonard Peltier Ad Hoc Committee", e' www.freeleonardpeltiernow.org

2. REPETITA IUVANT. CHE FARE ADESSO PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Come e' noto, la "United States Parole Commission" ha negato la "liberta' sulla parola" a Leonard Peltier, ed ha fissato la prossima udienza al 2026. Gli avvocati di Leonard Peltier hanno gia' annunciato che ovviamente interporranno appello avverso questa decisione.
Come e' noto Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, e' detenuto da 48 anni in un carcere di massima sicurezza per un delitto che non ha commesso; la sua condanna si baso' su "testimonianze" false e su "prove" altrettanto false. E' anziano (ha quasi 80 anni) e gravemente malato, e le sue plurime patologie non possono essere curate adeguatamente in regime carcerario. Numerosissime personalita' benemerite dell'umanita', associazioni benefiche come Amnesty International, istituzioni democratiche di tutto il mondo - in primis l'Onu e il Parlamento Europeo - chiedono la sua liberazione.
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Che fare?
Occorre perseverare lungo tutte e tre le vie che possono portare alla liberazione di Leonard Peltier:
1. la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la "grazia presidenziale";
2. la richiesta al Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America di concedere il "rilascio compassionevole";
3. la richiesta alla "United States Parole Commission" di concedere la "liberta' sulla parola".
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Alcune indicazioni pratiche
a) Per scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America:
aprire la pagina ad hoc nel sito: https://www.whitehouse.gov/contact/ e seguire le indicazioni li' contenute.
Proposta di testo:
Egregio Presidente degli Stati Uniti d'America,
e' consuetudine che avvicinandosi il termine del mandato quadriennale il Presidente degli Stati Uniti d'America conceda la grazia ad alcuni detenuti.
La preghiamo di voler concedere la grazia al signor Leonard Peltier, detenuto da quasi mezzo secolo, ormai quasi ottantenne, affetto da gravissime patologie che non possono essere curate in regime carcerario, la cui liberazione e' stata richiesta da personalita' illustri come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama, papa Francesco e da istituzioni come l'Onu e il Parlamento Europeo.
Voglia gradire distinti saluti.
b) Per scrivere al Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America:
aprire la pagina ad hoc nel sito: https://www.justice.gov/doj/webform/your-message-department-justice e seguire le indicazioni li' contenute.
Proposta di testo:
Egregio Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America,
la preghiamo di voler concedere il "rilascio compassionevole" ("compassionate release") al signor Leonard Peltier, detenuto da quasi mezzo secolo, ormai quasi ottantenne, affetto da gravissime patologie che non possono essere curate in regime carcerario, la cui liberazione e' stata richiesta da personalita' illustri come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama, papa Francesco e da istituzioni come l'Onu e il Parlamento Europeo.
Voglia gradire distinti saluti.
c) Per scrivere alla "United States Parole Commission":
usare l'indirizzo e-mail: USParole.questions at usdoj.gov
Proposta di testo:
Egregie signore ed egregi signori della "United States Parole Commission",
pur consapevoli della vostra recente decisione, ci permettiamo di sollecitare ulteriormente una tempestiva riconsiderazione della situazione del signor Leonard Peltier, detenuto da quasi mezzo secolo, ormai quasi ottantenne, affetto da gravissime patologie che non possono essere curate in regime carcerario, la cui liberazione e' stata richiesta da personalita' illustri come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama, papa Francesco e da istituzioni come l'Onu e il Parlamento Europeo.
Vogliate gradire distinti saluti.
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d) Per informare gli avvocati che assistono Leonard Peltier:
usare gli indirizzi e-mail: ksharp at sanfordheisler.com, jenipherj at forthepeoplelegal.com
Proposta di testo:
Egregia avvocata, egregio avvocato,
vi informiamo che abbiamo scritto al Presidente degli Stati Uniti d'America, al Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America, alla "United States Parole Commission", le lettere il cui testo alleghiamo.
Vogliate gradire distinti saluti.
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Tre consigli a chi vuole esprimere e promuovere la solidarieta'
I. La prima forma di solidarieta' e' la conoscenza
- occorre studiare adeguatamente tanto i fatti quanto il contesto;
- occorre far circolare l'informazione, avendo cura che sia un'informazione precisa ed incontrovertibile;
- occorre promuovere altre adesioni all'impegno, avendo cura che ci si attenga scrupolosamente al fine della liberazione di Leonard Peltier e che la metodologia sia rigorosamente nonviolenta;
- soprattutto: occorre far sentire la propria voce direttamente alle istanze istituzionali concretamente preposte alla decisione sulla liberazione di Leonard Peltier; e farla sentire in modo adeguato: ovvero comprensibile e persuasivo. Non serve, ed e' anzi dannosa, la retorica d'accatto, ignorante e stereotipata, che ovviamente non convince nessuno.
E' semplicemente indispensabile la lettura di tutti i seguenti testi:
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, Agents of Repression: The FBI's Secret Wars Against the Black Panther Party and the American Indian Movement, South End Press, Boulder, Colorado, 1988, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret Wars Against Dissent in the United States, South End Press, Boulder, Colorado, 1990, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press, Boston 2014.
- Steve Hendricks, The Unquiet Grave: The FBI and the Struggle for the Soul of Indian Country, Thunder's Mouth Press, New York 2006.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison Writings: My Life is my Sun Dance, St. Martin's Griffin, New York 1999.
- Michael E. Tigar, Wade H. McCree, Leonard Peltier, Petitioner, v. United States. U.S. Supreme Court transcript of record with supporting pleading, Gale MOML U.S. Supreme Court Records, 1978 e successive ristampe.
- Joseph H. Trimbach e John M. Trimbach, American Indian Mafia: An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009.
II. La prima forma di azione nonviolenta e' la parresia
- occorre prendere la parola e dire la verita' contrastando la violenza del potere;
- occorre prendere la parola e dire la verita' alle istituzioni per ottenere il rispetto del diritto e della morale;
- occorre prendere la parola e dire la verita' come atto politico che invera l'esercizio della democrazia.
Leonard Peltier e' innocente. Leonard Peltier e' in pericolo di morte. Leonard Peltier deve essere liberato.
Nella vicenda di Leonard Peltier si compendia e si testimonia la condizione imposta dalla violenza etnocida, genocida ed ecocida del potere colonialista, imperialista e razzista a tutti i popoli oppressi, all'umanita' intera e all'intero mondo vivente.
La liberazione di Leonard Peltier significa quindi riconoscere il diritto alla vita non solo di ogni persona innocente e di ogni popolo oppresso, ma di tutti gli esseri umani in quanto tali, dell'umanita' intera, di tutti gli esseri viventi e dell'intero mondo vivente.
III. Il tempo e' poco, agire ora
La vecchiaia e le patologie di Leonard Peltier rendono urgente l'impegno per la sua liberazione.
Occorre scrivere ora ai soggetti istituzionali che hanno il potere di restituirgli la liberta'.
Occorre promuovere ora ogni iniziativa nonviolenta adeguata a far crescere l'impegno per la sua liberazione.
Occorre attivare i mezzi d'informazione per ottenere ora la massima attenzione possibile dell'opinione pubblica.
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Free Leonard Peltier.
Non muoia in prigione un uomo innocente.
Mitakuye Oyasin.
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 7 luglio 2024

3. REPETITA IUVANT. UNA LETTERA "AD ADIUVANDUM" ALLA "UNITED STATES PAROLE COMMISSION"

Alla United States Parole Commission
USParole.questions at usdoj.gov
e per opportuna conoscenza:
al Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America (United States Attorney General)
https://www.justice.gov/doj/webform/your-message-department-justice
al Presidente degli Stati Uniti d'America
https://www.whitehouse.gov/contact/
ai legali che assistono il signor Leonard Peltier
ksharp at sanfordheisler.com
jenipherj at forthepeoplelegal.com
ai mezzi d'informazione
Oggetto: Una lettera "ad adiuvandum" alla "United States Parole Commission", a confutazione delle affermazioni non veritiere contenute in una lettera del 7 giugno 2024 del signor Christopher Wray, direttore dell'FBI, in danno del signor Leonard Peltier.
Gentilissime signore e gentilissimi signori della United States Parole Commission,
avendo letto la lettera inviatavi dal signor Christopher Wray, direttore dell'FBI, in data 7 giugno 2024, che in danno del signor Leonard Peltier contiene affermazioni non veritiere ed omissioni tali da configurare un palese tentativo di indurvi a commettere un sesquipedale errore di valutazione ed una clamorosa ingiustizia, mi sono determinato ad inviarvi questa lettera "pro veritate atque pro bono publico" a confutazione di quella del signor Wray.
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1. La lettera del signor Wray del 7 giugno 2024
il signor Wray, direttore dell'FBI, ha inviato in data 7 giugno 2024 una lettera alla Presidente della "United States Parole Commission".
Il testo di tale lettera e' pubblicato nel sito dell'FBI (ww.fbi.gov).
Scopo della lettera del signor Wray e' esprimere la contrarieta' dell'FBI alla concessione della "liberta' sulla parola" al signor Peltier (come e' noto, la "United States Parole Commission" ha tenuto il 10 giugno 2024 una lungamente attesa udienza in merito, ed il definitivo pronunciamento e' previsto entro il primo luglio 2024).
Il signor Peltier e' un uomo ormai ottantenne, detenuto da 48 anni per un delitto che non ha commesso, gravemente malato, vittima di una conclamata persecuzione e di un clamoroso errore giudiziario, la cui liberazione e' stata richiesta da personalita' illustri come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, da prestigiosi movimenti umanitari come Amnesty International, da istituzioni internazionali come un'apposita Commissione dell'Onu e il Parlamento Europeo, da numerosi membri del Congresso degli Stati Uniti d'America.
La lettera del signor Wray e' cosi' strutturata:
a) un incipit che ne anticipa il contenuto e ne presenta la tesi e lo scopo: la tesi che il signor Peltier sia un omicida senza scrupoli e senza rimorsi, e lo scopo che al signor Peltier sia negata la "liberta' sulla parola";
b) una prima parte intesa a riproporre la tesi della colpevolezza del signor Peltier per la morte dei due agenti dell'Fbi Jack Coler e Ronald Williams il 26 giugno 1975 e a confermare la tesi della colpevolezza e pericolosita' del signor Peltier facendo riferimento alle vicende dei suoi tentativi di fuga nel 1975 e nel 1979;
c) una seconda parte intesa a ribadire la tesi che il signor Peltier sia un omicida senza rimorsi (poiche' ha continuato a dichiararsi innocente);
d) una terza parte intesa a ricordare come parenti e colleghi degli agenti Coler e Williams nutrano ancora un profondo cordoglio per la morte dei loro congiunti, colleghi ed amici, e un risentimento nei confronti del signor Peltier credendolo responsabile della loro morte;
e) un explicit che ne riassume il contenuto e nuovamente ne enuncia la tesi e lo scopo gia' esposti nell'incipit.
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2. Le affermazioni non veritiere del signor Wray e la loro confutazione
Il senso e il fine della lettera del signor Wray sono espressi con assoluta chiarezza nell'incipit e nell'explicit della stessa.
La lettera del signor Wry si apre con queste parole: "I write on behalf of the entire FBI family to express our adamant opposition to Leonard Peltier's latest application for parole. Peltier is a remorseless killer who brutally murdered two of our own before embarking on a violent flight from justice. His crimes also include a post-conviction escape from federal custody, during which he and his crew fired shots at prison employees. Throughout the years, Peltier has never accepted responsibility or shown remorse. He is wholly unfit for parole. To release Peltier now would significantly "depreciate the seriousness of his offense" and "promote disrespect for the law"".
E si conclude con queste parole: "Given the overwhelming and unassailable evidence of his guilt, the brutality of his crimes, and his persistent refusal to accept responsibility, I urge you in the strongest terms possible to deny Peltier's application for parole. To afford him release after what he did and how he has conducted himself since would most certainly "depreciate the seriousness of his offense [and] promote disrespect for the law". Peltier is right where he belongs, serving consecutive life sentences for his cold-blooded murder of Jack and Ron".
Orbene, il signor Wray non scrive il vero.
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2.1. Non e' vero che la "colpevolezza" del signor Peltier sia stata provata ("the overwhelming and unassailable evidence of his guilt").
Non vi sono ne' testimonianze ne' prove che dimostrino la sua colpevolezza.
Ci sono state invece cosiddette "testimonianze" dimostratesi false (ed estorte con la manipolazione e la violenza a persona in condizioni di fragilita', disagio e paura) e cosiddette "prove" dimostratesi altrettanto false: e' grazie a queste falsita' che fu ottenuta l'iniqua condanna del signor Peltier.
E' del tutto evidente che se vi fossero state testimonianze vere e prove autentiche a carico del signor Peltier, l'Fbi non avrebbe dovuto "fabbricarne" di false.
La fabbricazione di "testimonianze" false e di "prove" false e' dunque essa stessa la dimostrazione ulteriore e definitiva dell'inesistenza di testimonianze e prove contro il signor Peltier.
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2.2. Non e' vero che il signor Peltier abbia dimostrato "brutalita'" commettendo "crimini" ("the brutality of his crimes").
Il signor Peltier semplicemente non ha commesso i crimini a lui falsamente attribuiti per cui e' stato ingiustamente condannato.
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2.3. Non e' vero che il signor Peltier rifiuti di riconoscere le sue responsabilita' ("his persistent refusal to accept responsibility").
Il signor Peltier, essendo innocente, ha anzi rivendicato pienamente le sue autentiche responsabilita' di difensore del suo popolo vittima in quel lasso di tempo dei crimini degli squadroni della morte dei "Goons" e del famigerato programma Cointelpro (che si concretizzo' anche nella realizzazione da parte dell'Fbi di atti illegali e violenti, giungendo fino all'omicidio di difensori dei diritti dei neri e dei nativi).
Per le sue effettive responsabilita' il signor Peltier meritava non di essere perseguitato ed imprigionato, ma di essere encomiato ed onorato.
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2.4. Non e' vero che il signor Peltier "sminuisca la gravita' del suo reato" ("depreciate the seriousness of his offense").
Il signor Peltier semplicemente non ha commesso quel reato per cui e' stato ingiustamente condannato.
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2.5. Non e' vero che il signor Peltier "promuova l'inosservanza della legge" ("promote disrespect for the law").
E' vero piuttosto l'esatto contrario: sono i suoi persecutori che hanno promosso e promuovono il disprezzo e l'infrazione della legge.
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In conclusione: il signor Wray propala asserzioni non veritiere.
E con tali asserzioni non veritiere tenta di indurre la "United States Parole Commission" a commettere una patente ingiustizia in danno del signor Peltier, in danno della verita', in danno del diritto, e quindi altresi' in danno del bene pubblico.
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3. Le omissioni del signor Wray e la loro esplicitazione
Nella sua lettera il signor Wray esprime cordoglio per la morte degli agenti Coler e Williams, ma omette del tutto di ricordare che quel 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge, nel terreno di proprieta' della famiglia Jumping Bull che ospitava i militanti dell'American Indian Movement, fu ucciso nel corso dell'assalto da parte dell'FBI e delle truppe sue fiancheggiatrici anche un giovane militante dell'American Indian Movement, il signor Joe Stuntz: per la morte del signor Stuntz non vi fu alcun processo, ed il suo assassinio e' restato del tutto impunito, come restarono impuniti molti altri omicidi di nativi commessi in quel periodo.
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3.1. L'omissione del ricordo dell'uccisione del signor Stuntz nella lettera del signor Wray ha una funzione precisa: occultare il fatto che quel giorno vi fu un assalto armato dell'FBI nella proprieta' di una famiglia nativa tradizionalista che ospitava i militanti dell'American Indian Movement; che in tale assalto le truppe dell'FBI e fiancheggiatrici spararono innumerevoli colpi di arma da fuoco contro i nativi; e che i nativi si batterono per legittima difesa, per salvare le proprie vite che percepirono essere minacciate di morte, come prova l'uccisione del signor Stuntz.
L'omissione del ricordo dell'uccisione del signor Stuntz peraltro non e' l'unica omissione della lettera del signor Wray.
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3.2. Il signor Wray omette di ricordare che nella riserva di Pine Ridge all'epoca, e da anni, i veri e propri squadroni della morte denominati "Goons" avevano imposto un regime di terrore nei confronti dei nativi tradizionalisti: i "Goons" avevano ripetutamente ed impunemente assassinato molti nativi tradizionalisti.
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3.3. Il signor Wray omette di ricordare che nel 1975 i militanti dell'American Indian Movement erano li' proprio su richiesta della popolazione locale per difenderla dalla ferocia assassina dei "Goons".
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3.4. Il signor Wray omette di ricordare che l'FBI conduceva all'epoca una politica non solo di effettuale favoreggiamento ma anche di esecuzione diretta della violenza contro i nativi che difendevano la loro cultura e rivendicavano i loro diritti: in quel torno di tempo l'FBI era impegnata nel famigerato programma "Cointelpro" che consisteva nel colpire con la massima violenza - e finanche con omicidi mirati - i militanti dei movimenti che difendevano i diritti umani dei neri e dei nativi americani come il Black Panther Party e l'American Indian Movement.
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3.5. Il signor Wray omette di ricordare che gli agenti dell'FBI Coler e Williams il 26 giugno 1975 erano penetrati nella proprieta' della famiglia Jumping Bull armati e alla guida di auto senza segni di identificazione, scatenando il conflitto a fuoco.
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3.6. il signor Wray omette di ricordare che poco dopo l'inizio del conflitto a fuoco penetrarono nell'area innumerevoli altri uomini armati sia dell'FBI, sia di forze fiancheggiatrici, costringendo i nativi tradizionalisti e i militanti dell'American Indian Movement a una disperata resistenza e successivamente a una disperata fuga per poter restare in vita.
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3.7. Il signor Wray omette di ricordare che l'FBI in un primo momento attribui' l'uccisione degli agenti Coler e Williams a quattro nativi: i signori Dino Butler, Jimmy Eagle, Leonard Peltier e Bob Robideau; i signori Butler e Robideau furono arrestati e processati per primi (a Cedar Rapids, nello Iowa, nel giugno-luglio 1976) e furono assolti per aver agito per legittima difesa (ed e' evidente che il riconoscimento di aver agito per legittima difesa era da intendersi esteso a tutti i nativi che presero parte al conflitto); dopo questa sconfitta in tribunale l'Fbi rinuncio' a perseguire il signor Eagle e concentro' tutte le accuse sul solo signor Peltier, ed ottenutane nel dicembre 1976 l'estradizione dal Canada (dove il signor Peltier si era rifugiato) grazie ad affidavit scandalosamente menzogneri, il signor Peltier fu processato nel 1977 non a Cedar Rapids ma a Fargo, in North Dakota, in una citta' di forti tradizioni razziste, in un'atmosfera di pesante intimidazione e con una giuria di soli bianchi: il signor Peltier fu quindi condannato sulla base di cosiddette "testimonianze" dimostratesi false ed estorte con l'intimidazione, e di cosiddette "prove" dimostratesi altrettanto false.
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3.8. Il signor Wray omette di ricordare che l'estradizione del signor Peltier dal Canada negli USA fu ottenuta con affidavt menzogneri estorti alla signora Myrtle Poor Bear che dichiaro' il falso perche' intimidita dall'FBI.
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3.9. Il signor Wray omette di ricordare che la "prova" del cosiddetto "fucile di Peltier", che fu presentata come decisiva, era falsa.
Soltanto successivamente la difesa del signor Peltier grazie al "Freedom of Information Act" (FOIA) ebbe accesso ai documenti che l'FBI aveva tenuto segreti e scopri' infine la verita': che la "prova" era falsa, e che l'FBI ne era pienamente consapevole.
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3.10. Il signor Wray omette di ricordare che la fuga in Canada del signor Peltier fu determinata dal pericolo che la sua vita correva.
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3.11. Il signor Wray omette di ricordare che in carcere il signor Peltier seppe che vi era un piano per ucciderlo, e che questo motivo' la sua evasione di breve durata nel 1979, evasione che con tutta probabilita' gli salvo' la vita.
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3.12. Il signor Wray omette di ricordare che lungo quasi cinquanta anni di detenzione il signor Peltier non solo ha svolto una intensa attivita' in favore dei diritti dei detenuti - ad esempio quello alla liberta' religiosa -, ma ha anche costantemente espresso un importante sostegno alle lotte nonviolente in difesa dei popoli nativi, dei diritti umani e della natura; ha promosso e sostenuto iniziative educative e di assistenza sociale; e' sempre piu' divenuto una figura di riferimento a livello mondiale nell'impegno per i diritti dei popoli nativi, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la difesa del mondo vivente.
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3.13. Il signor Wray omette di ricordare anche cio' che piu' conta in relazione alla concessione della "liberta' sulla parola": ovvero le gravi condizioni di salute del signor Peltier e il fatto che il regime carcerario non consente cure adeguate per le patologie da cui e' affetto.
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3.14. Ed infine il signor Wray, che scrive nel 2024, omette di ricordare il pronunciamento della Commissione giuridica ad hoc dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) che nel 2022 dopo una ricognizione dell'intera vicenda giudiziaria del signor Peltier ha concluso chiedendone la liberazione.
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In conclusione: perche' tutte queste omissioni?
E' fin troppo ovvio: perche' ricordare questi fatti avrebbe radicalmente smentito la distorta ricostruzione e le non veritiere tesi propugnate dal signor Wray.
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4. Alcuni artifici retorici del signor Wray
Nella sua lettera oltre alle citate affermazioni non veritiere e alle citate omissioni il signor Wray fa uso di alcuni artifici retorici di cui e' evidente la finalita' suggestiva e quindi ingannevole.
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4.1. Alcuni fatti vengono interpretati rovesciandone il significato: la fuga del signor Peltier in Canada per salvare la propria vita e' presentata dal signor Wray come una mera rocambolesca impresa criminale.
Ugualmente come una mera e insensata impresa criminale viene presentata l'evasione (di brevissima durata) nel 1979 del signor Peltier che aveva invece come motivazione la consapevolezza dell'esistenza di un piano per ucciderlo in carcere, e che quindi anch'essa verosimilmente ha salvato la vita del signor Peltier.
Il signor Wray non puo' ignorare che il diritto a salvare la propria vita prevale su ogni altro.
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4.2. Alcune citazioni frammentarie e decontestualizzate sono utilizzate al fine di far sembrare fondate su dati oggettivi tesi che invece in realta' sono state pienamente smentite.
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4.3. il dolore dei familiari e dei colleghi di Coler e Williams e' strumentalizzato a fini di ingiustizia.
Il dolore dei familiari, dei colleghi e degli amici delle vittime merita rispetto e condivisione; utilizzarlo per fomentare il risentimento nei confronti di un innocente non e' invece ammissibile; e peggio ancora strumentalizzarlo per cercare di indurre a commettere un'ingiustizia nei confronti di un innocente.
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5. Il dolore espresso dal signor Peltier per tutte le vittime
Un'ultima malevola illazione suggerita implicitamente dalla lettera del signor Wray occorre smentire: quella che pretende di descrivere il signor Peltier come un uomo insensibile che non prova alcun dolore per le vittime del conflitto a fuoco del 26 giugno 1975.
Ancora una volta e' vero l'esatto contrario.
Il signor Peltier nel suo libro autobiografico (che ha avuto grande diffusione ed e' stato tradotto anche in francese, italiano, spagnolo e tedesco) ha scritto nobili e luminose parole di cordoglio e di vicinanza ai familiari delle vittime.
Mi sia consentita un'integrale citazione.
Ha scritto il signor Peltier: "Non ho scuse da porgere, solo tristezza. Non posso scusarmi per quello che non ho fatto. Ma posso provare dolore, e lo faccio. Ogni giorno, ogni ora, soffro per quelli che sono morti nello scontro di Oglala del 1975 e per le loro famiglie - per le famiglie degli agenti dell'Fbi Jack Coler e Ronald Williams e, si', per la famiglia di Joe Killsright Stuntz, la cui morte per una pallottola a Oglala quello stesso giorno, cosi' come le morti di centinaia di altri indiani a Pine Ridge in quel terribile periodo, non e' mai stata oggetto di inchiesta. Mi piange il cuore nel ricordare la sofferenza e la paura nella quale molta della mia gente fu costretta a vivere a quel tempo, la stessa sofferenza e paura che quel giorno spinse me e gli altri a Oglala per difendere chi era indifeso.
Provo pena e tristezza anche per la perdita subita dalla mia famiglia perche', in qualche misura, quel giorno sono morto io stesso. Sono morto per la mia famiglia, per i miei bambini, per i miei nipoti, per me stesso. Sopravvivo alla mia morte da oltre due decenni.
Quelli che mi hanno messo qui e che mi tengono qui sapendo della mia innocenza avranno una magra consolazione dalla loro indubbia rivincita, che esprime chi essi sono e cio' che sono. Ed e' la piu' terribile rivincita che potessi immaginare.
Io so chi sono e quello che sono. Sono un indiano, un indiano che ha osato lottare per difendere il suo popolo. Io sono un uomo innocente che non ha mai assassinato nessuno, ne' inteso farlo. E, si', sono uno che pratica la Danza del Sole. Anche questa e' la mia identita'. Se devo soffrire in quanto simbolo del mio popolo, allora soffro con orgoglio.
Non cedero' mai.
Se voi, parenti e amici degli agenti che morirono nella proprieta' degli Jumping Bull, ricaverete qualche tipo di soddisfazione dal mio essere qui, allora posso almeno darvi questo, nonostante non mi sia mai macchiato del loro sangue. Sento la vostra perdita come mia. Come voi soffro per quella perdita ogni giorno, ogni ora. E cosi' la mia famiglia. Anche noi conosciamo quella pena inconsolabile. Noi indiani siamo nati, viviamo, e moriamo con quell'inconsolabile dolore. Sono ventitre' anni oggi che condividiamo, le vostre famiglie e la mia, questo dolore; come possiamo essere nemici? Forse e' con voi e con noi che il processo di guarigione puo' iniziare. Voi, famiglie degli agenti, certamente non avevate colpa quel giorno del 1975, come non l'aveva la mia famiglia, eppure voi avete sofferto tanto quanto, anche piu' di chiunque era li'. Sembra sia sempre l'innocente a pagare il prezzo piu' alto dell'ingiustizia. E' sempre stato cosi' nella mia vita.
Alle famiglie di Coler e Williams che ancora soffrono mando le mie preghiere, se vorrete accettarle. Spero lo farete. Sono le preghiere di un intero popolo, non solo le mie. Abbiamo molti dei nostri morti per cui pregare e uniamo la nostra amarezza alla vostra. Possa il nostro comune dolore essere il nostro legame.
Lasciate che siano quelle preghiere il balsamo per la vostra pena, non la prolungata prigionia di un uomo innocente.
Vi assicuro che se avessi potuto evitare quello che avvenne quel giorno, la vostra gente non sarebbe morta. Avrei preferito morire piuttosto che permettere consapevolmente che accadesse cio' che accadde. E certamente non sono stato io a premere il grilletto che l'ha fatto accadere. Che il Creatore mi fulmini ora se sto mentendo. Io non riesco a vedere come il mio stare qui, separato dai miei nipoti, possa riparare alla vostra perdita.
Vi giuro, sono colpevole solo di essere un indiano. E' questo il motivo per cui sono qui" (Leonard Peltier, Prison Writings: My Life is my Sun Dance, St. Martin's Griffin, New York 1999, pp. 13-15).
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6. Una minima postilla bibliografica
A sostegno di quanto fin qui esposto e piu' in generale per approfondire la conoscenza e la comprensione della vicenda del signor Peltier segnalo come particolarmente utili (per motivi diversi, ovviamente) le seguenti pubblicazioni:
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, Agents of Repression: The FBI's Secret Wars Against the Black Panther Party and the American Indian Movement, South End Press, Boulder, Colorado, 1988, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret Wars Against Dissent in the United States, South End Press, Boulder, Colorado, 1990, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press, Boston 2014.
- Steve Hendricks, The Unquiet Grave: The FBI and the Struggle for the Soul of Indian Country, Thunder's Mouth Press, New York 2006.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Michael Koch e Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison Writings: My Life is my Sun Dance, St. Martin's Griffin, New York 1999.
- Michael E. Tigar, Wade H. McCree, Leonard Peltier, Petitioner, v. United States. U.S. Supreme Court transcript of record with supporting pleading, Gale MOML U.S. Supreme Court Records, 1978 e successive ristampe.
- Joseph H. Trimbach e John M. Trimbach, American Indian Mafia: An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009.
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Gentilissime signore e gentilissimi signori della United States Parole Commission,
con questa lettera si e' voluto esplicitare:
a) che la lettera del signor Wray del 7 giugno 2024 contiene gravi affermazioni non veritiere in danno del signor Peltier;
b) che la stessa omette di riferire fatti di decisiva importanza per la corretta intellezione degli accadimenti e l'adeguata ricostruzione della verita' effettuale;
c) che pertanto essa non solo non e' un utile contributo ai vostri lavori, ma anzi un tentativo di indurvi in errore.
Inviandovi questa confutazione della lettera del signor Wray credo di far cosa doverosa e utile; spero che vi pervenga in tempo affinche' possiate e vogliate tenerne conto come di un contributo "ad adiuvandum".
Dixi, et salvavi animam meam.
Vogliate gradire distinti saluti e fervidi auguri di buon lavoro e di una saggia, giusta, benefica decisione,
Peppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo (Italia), 22 giugno 2024

4. LETTERE. AL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI D'AMERICA: DIECI BUONE RAGIONI PER CONCEDERE LA GRAZIA A LEONARD PELTIER

Egregio Presidente,
mancano meno di due mesi al termine del suo mandato presidenziale.
In queste settimane lei decidera', come e' consuetudine, di concedere la grazia ad alcuni detenuti.
Le scriviamo per chiederle di concedere la grazia a Leonard Peltier e ci permetta di elencarle alcune buone ragioni a sostegno di questo suo atto non solo di umanita', ma di verita' e di giustizia.
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1. Leonard Peltier ha ottanta anni ed e' in prigione da 48 anni per un delitto che non ha commesso: non ha mai ucciso nessuno, ed anzi si e' sempre adoperato in difesa della vita delle persone, dei popoli, della natura.
2. Leonard Peltier ha subito un processo viziato da "testimonianze" dimostratesi false e da "prove" dimostratesi anch'esse false; autorevoli magistrati e numerose personalita' delle istituzioni del suo paese hanno riconosciuto che la sua condanna e' stata ingiusta, frutto di una persecuzione, palesemente contraria al diritto.
3. Leonard Peltier e' un uomo anziano gravemente malato: che possa tornare alla sua famiglia in questo poco tempo che gli resta da vivere.
4. La liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da personalita' benemerite dell'umanita' come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta.
5. La liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da alcune delle maggiori autorita' morali e religiose mondiali: come il Dalai Lama e papa Francesco.
6. La liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da prestigiose associazioni umanitarie, come Amnesty International e il Movimento Nonviolento.
7. La liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta dal Parlamento Europeo, dall'Onu (una cui commissione ad hoc ha ricostruito l'intera vicenda giudiziaria concludendo che debba essere liberato), e da innumerevoli altre istituzioni democratiche di tutto il mondo.
8. La liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da innumerevoli istituzioni, associazioni e movimenti rappresentativi dei popoli nativi, dediti alla protezione dei diritti umani, impegnati in difesa della Madre Terra.
9. La liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da milioni di persone di tutto il mondo.
10. Last, but not least, la liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta all'unanimita' anche dal Comitato Nazionale del Partito Democratico degli Stati Uniti d'America, il partito di cui anche lei fa parte, ed anzi e' il piu' autorevole rappresentante.
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Egregio Presidente,
siamo consapevoli che lei non puo' leggere tutta la corrispondenza che le perviene, e tuttavia sentiamo il dovere di scriverle per sollecitare la sua attenzione, il suo giudizio, la sua umanita'.
Restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Le persone partecipanti all'incontro di solidarieta' con Leonard Peltier svoltosi a Viterbo (Italia) il 20 novembre 2024

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NON MUOIA IN CARCERE LEONARD PELTIER
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Foglio a sostegno dell'appello a scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier
A cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 102 del 22 novembre 2024
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