[Nonviolenza] Telegrammi. 5363



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5363 del 24 ottobre 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Rete pace e disarmo: Fermiamo le guerre, il tempo della pace e' ora. 26 ottobre, giornata di mobilitazione nazionale
2. Tre minime descrizioni della nonviolenza e cinque perorazioni per il disarmo
3. Movimento Nonviolento: Obiezione alla guerra. Testimoni di nonviolenza da Israele e Palestina
4. Movimento Nonviolento: Obiezione alla guerra, scriviamolo su tutti i muri
5. Scriviamo al presidente statunitense Biden per chiedere la grazia per Leonard Peltier
6. Contro tutte le guerre e le uccisioni. Un appello per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"
7. Omero Dellistorti: Un ritorno
8. Omero Dellistorti: L'articolo
9. Omero Dellistorti: Carissimo
10. Segnalazioni librarie
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'

1. INIZIATIVE. RETE PACE E DISARMO: FERMIAMO LE GUERRE, IL TEMPO DELLA PACE E' ORA. 26 OTTOBRE, GIORNATA DI MOBILITAZIONE NAZIONALE
[Dal sito https://retepacedisarmo.org/ riprendiamo e diffondiamo]

Fermiamo le guerre, il tempo della pace e' ora!
26 ottobre, giornata di mobilitazione nazionale
FERMIAMO LE GUERRE
Basta con l'impunità, la complicita', l'inazione
Cessate il fuoco a Gaza, in Medio Oriente, in Ucraina e in tutti i conflitti armati nel mondo
Per una conferenza di pace ONU, per il rispetto e l'attuazione del diritto internazionale, dei diritti umani, del diritto dei popoli all'autodeterminazione, per il riconoscimento dello stato di Palestina, per risolvere le guerre con il diritto e la giustizia
Per la risoluzione nonviolenta delle guerre, per una politica estera italiana ed europea di pace, di cooperazione e di sicurezza comune
Per il disarmo, per vivere in pace, per la giustizia sociale e climatica, per il lavoro, per i diritti e la democrazia
Insieme per buttare fuori dalla storia tutte le guerre, le invasioni, le occupazioni, i crimini di guerra, i crimini contro l'umanita', i genocidi, i terrorismi
No al riarmo, no all'aumento delle spese militari, no alla produzione e diffusione delle armi nucleari, no all'invio di armi ai paesi in guerra
Per il diritto a manifestare, contro il Ddl 1660
IL TEMPO DELLA PACE E' ORA
Bari – Cagliari – Firenze – Milano – Palermo – Roma – Torino

2. REPETITA IUVANT. TRE MINIME DESCRIZIONI DELLA NONVIOLENZA E CINQUE PERORAZIONI PER IL DISARMO

I. Tre minime descrizioni della nonviolenza

1. La nonviolenza non indossa il frac

La nonviolenza non la trovi al ristorante.
Non la incontri al circolo dei nobili.
Non frequenta la scuola di buone maniere.
E' sempre fuori dall'inquadratura delle telecamere delle televisioni.
La nonviolenza non fa spettacolo.
La nonviolenza non vende consolazioni.
La nonviolenza non guarda la partita.

E' nel conflitto che la nonviolenza agisce.
Dove vi e' chi soffre, li' interviene la nonviolenza.
Dove vi e' ingiustizia, li' interviene la nonviolenza.
Non la trovi nei salotti e nelle aule.
Non la trovi tra chi veste buoni panni.
Non la trovi dove e' lustra l'epidermide e non brontola giammai lo stomaco.
La nonviolenza e' dove c'e' la lotta per far cessare tutte le violenze.
La nonviolenza e' l'umanita' in cammino per abolire ogni sopraffazione.

Non siede nel consiglio di amministrazione.
Non si abbuffa coi signori eccellentissimi.
Non ha l'automobile, non ha gli occhiali da sole, non ha il costume da bagno.
Condivide la sorte delle oppresse e degli oppressi.
Quando vince rinuncia a ogni potere.
Non esiste nella solitudine.
Sempre pensa alla liberta' del prossimo, sempre pensa al riscatto del vinto,
sempre pensa ad abbattere i regimi e di poi a riconciliare gli animi.
Sa che il male e' nella ricchezza, sa che il bene e' la condivisione;
sa che si puo' e si deve liberare ogni persona e quindi questo vuole:
la liberta' di tutte, la giustizia, la misericordia.

La nonviolenza e' l'antibarbarie.
La nonviolenza e' il riconoscimento della dignita' di ogni essere vivente.
La nonviolenza e' questa compassione: sentire insieme, voler essere insieme,
dialogo infinito, colloquio corale, miracolo dell'incontro e della nascita;
l'intera umanita' unita contro il male e la morte;
si', se possiamo dirlo in un soffio e in un sorriso: tutti per uno, uno per tutti.
La nonviolenza e' la lotta che salva.

Ha volto e voce di donna, sa mettere al mondo il mondo,
il suo tocco risana le ferite, i suoi gesti sono limpida acqua, i suoi atti recano luce;
sempre lotta per la verita' ed il bene, usa solo mezzi coerenti
con il fine della verita' e del bene.
Sa che il mondo e' gremito di persone, cosi' fragili, smarrite e sofferenti.
Sa che la sua lotta deve esser la piu' ferma; e deve essere la piu' delicata.

Quando la plebe all'opra china si rialza: li' e' la nonviolenza.
Quando lo schiavo dice adesso basta, li' e' la nonviolenza.
Quando le oppresse e gli oppressi cominciano a lottare
per un'umanita' di persone tutte libere ed eguali in diritti,
li', li' e' la nonviolenza.
Quando ti svegli ed entri nella lotta, la nonviolenza gia' ti viene incontro.

La nonviolenza e' una buona cosa.
E' questa buona cosa che fai tu quando fai la cosa giusta e necessaria.

*

2. Breve litania della nonviolenza

La nonviolenza non e' la luna nel pozzo.
La nonviolenza non e' la pappa nel piatto.
La nonviolenza non e' il galateo del pappagallo.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' la ciancia dei rassegnati.
La nonviolenza non e' il bignami degli ignoranti.
La nonviolenza non e' il giocattolo degli intellettuali.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il cappotto di Gogol.
La nonviolenza non e' il cavallo a dondolo dei generali falliti.
La nonviolenza non e' la Danimarca senza il marcio.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' l'ascensore senza bottoni.
La nonviolenza non e' il colpo di carambola.
La nonviolenza non e' l'applauso alla fine dell'atto terzo.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il museo dell'esotismo.
La nonviolenza non e' il salotto dei perdigiorno.
La nonviolenza non e' il barbiere di Siviglia.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' la spiritosaggine degli impotenti.
La nonviolenza non e' la sala dei professori.
La nonviolenza non e' il capello senza diavoli.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il ricettario di Mamma Oca.
La nonviolenza non e' l'albero senza serpente.
La nonviolenza non e' il piagnisteo di chi si e' arreso.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' la quiete dopo la tempesta.
La nonviolenza non e' il bicchiere della staffa.
La nonviolenza non e' il vestito di gala.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il sapone con gli gnocchi.
La nonviolenza non e' il film al rallentatore.
La nonviolenza non e' il semaforo sempre verde.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il jolly pescato nel mazzo.
La nonviolenza non e' il buco senza la rete.
La nonviolenza non e' il fiume dove ti bagni due volte.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' l'abracadabra degli stenterelli.
La nonviolenza non e' il cilindro estratto dal coniglio.
La nonviolenza non e' il coro delle mummie del gabinetto.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' niente che si veda in televisione.
La nonviolenza non e' niente che si insegni dalle cattedre.
La nonviolenza non e' niente che si serva al bar.
La nonviolenza e' solo la lotta contro la violenza.

*

3. Della nonviolenza dispiegata al sole ad asciugare

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza la politica necessaria.
Chiamiamo nonviolenza l'occhio che vede e piange.
Chiamiamo nonviolenza la lotta per l'abolizione di tutte le guerre.
Chiamiamo nonviolenza la lotta che abroga ogni servitu'.
Chiamiamo nonviolenza questo accampamento notturno nel deserto.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'amicizia che non tradisce.
Chiamiamo nonviolenza il ponte di corda teso sull'abisso.
Chiamiamo nonviolenza la fine della paura della morte.
Chiamiamo nonviolenza la fine della minaccia della morte.
Chiamiamo nonviolenza aver visto e alba e tramonto con limpido cuore.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il tappeto volante.
Chiamiamo nonviolenza il voto unanime per la salvezza degli assenti.
Chiamiamo nonviolenza il cielo stellato.
Chiamiamo nonviolenza il rispetto della vita altrui.
Chiamiamo nonviolenza il sonno dei giusti e dei giusti la veglia.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il silenzio che non spaventa.
Chiamiamo nonviolenza la telefonata che ferma l'esecuzione.
Chiamiamo nonviolenza il libro che ti fa ridere e piangere.
Chiamiamo nonviolenza il viaggio senza bagagli.
Chiamiamo nonviolenza il suono dell'arcobaleno.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il pasto in comune.
Chiamiamo nonviolenza il miracolo della nascita.
Chiamiamo nonviolenza la voce che risponde.
Chiamiamo nonviolenza la porta che si apre allo straniero.
Chiamiamo nonviolenza la lotta contro la violenza.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il dono e la rinuncia.
Chiamiamo nonviolenza la leggerezza sui corpi.
Chiamiamo nonviolenza la parola che suscita le praterie.
Chiamiamo nonviolenza il soffio che estingue gli incendi.
Chiamiamo nonviolenza l'infinito respiro del mare.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'umanita' come dovrebbe essere.
Chiamiamo nonviolenza la coscienza del limite.
Chiamiamo nonviolenza il ritrovamento dell'anello di Salomone.
Chiamiamo nonviolenza gl'immortali principi dell'Ottantanove.
Chiamiamo nonviolenza l'ironia e la pazienza.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il riconoscimento della pluralita' delle persone e dei mondi.
Chiamiamo nonviolenza la distruzione di tutte le armi assassine.
Chiamiamo nonviolenza non nascondere la nostra ignoranza.
Chiamiamo nonviolenza rifiutarsi di mentire.
Chiamiamo nonviolenza la scelta di fare la cosa che salva le vite.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza una giornata di sole sulla strada.
Chiamiamo nonviolenza la scuola di Spartaco e della Rosa Rossa.
Chiamiamo nonviolenza la certezza morale del figlio della levatrice.
Chiamiamo nonviolenza la legge nuova del figlio del falegname.
Chiamiamo nonviolenza le tre ghinee di Virginia.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza questo atto di riconoscimento e di riconoscenza.
Chiamiamo nonviolenza il giro della borraccia.
Chiamiamo nonviolenza questo colloquio corale.
Chiamiamo nonviolenza la Resistenza antifascista.
Chiamiamo nonviolenza l'uscita dallo stato di minorita'.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza parlare e ascoltare.
Chiamiamo nonviolenza la stazione sempre aperta.
Chiamiamo nonviolenza lo specchio e la sorgente.
Chiamiamo nonviolenza sentire il dolore degli altri.
Chiamiamo nonviolenza prendersi cura del mondo.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.

* * *

II. Cinque perorazioni per il disarmo

1. La prima politica e' il disarmo

La prima politica e' il disarmo
sostituire all'arte dell'uccidere
quella severa di salvare le vite

Senza disarmo il mondo tutto muore
senza disarmo le nuvole si ghiacciano
le lacrime diventano veleno
si crepano i marmi ne escono draghi

Senza disarmo ogni parola mente
senza disarmo ogni albero si secca
l'aria non porta piu' i suoni
la polvere colma i polmoni

Senza disarmo piovono scorpioni
senza disarmo in ogni piatto e' vomito
dal rubinetto esce sale e vetro
le scarpe stritolano le ossa dei piedi

Solo il disarmo frena le valanghe
solo il disarmo risana le ferite
solo il disarmo salva le vite

Salvare le vite e' il primo dovere
salvare le vite
il primo dovere

*

2. Piccolo dittico delle armi e del disarmo

I.

Le armi sanno a cosa servono
le armi non sbagliano la mira
le armi odiano le persone
quando le ammazzano poi vanno all'osteria
a ubriacarsi e a cantare fino all'alba

Le armi bevono il sangue
le armi mettono briglie e sella alle persone
poi le cavalcano fino a sfiancarle
affondano gli speroni per godere dei sussulti
della carne che soffre

Le armi non sentono ragione
una sola cosa desiderano: uccidere
e poi ancora uccidere
uccidere le persone
tutte le persone

Le armi la sanno lunga
fanno bella figura in televisione
sorridono sempre
parlano di cose belle
promettono miliardi di posti di lavoro
e latte e miele gratis per tutti

Le armi hanno la loro religione
hanno la scienza esatta degli orologi
hanno l'arte sottile del pennello
e del bulino e la sapienza grande
di trasformare tutto in pietra e vento
e della loro religione l'unico
articolo di fede dice: nulla
e nulla e nulla e nulla e nulla e nulla
e tutto ha da tornare ad esser nulla

Le armi ci guardano dal balcone
mentre ci affaccendiamo per le strade
ci fischiano e poi fanno finta di niente
ci gettano qualche spicciolo qualche caramella
cerini accesi mozziconi scampoli
di tela e schizzi di vernice e polpette
con dentro minuscole schegge di vetro

Sanno il francese hanno tutti i dischi
raccontano di quando in mongolfiera
e delle proprieta' nelle colonie d'oltremare
e delle ville tutte marmi e stucchi
t'invitano nel loro palco all'opera
ti portano al campo dei miracoli

Sanno le armi come farsi amare
e passo dopo passo addurti dove
hanno allestito la sala del banchetto

II.

Senza disarmo i panni stesi non si asciugano
senza disarmo la pizza diventa carbone
senza disarmo hai freddo anche con tre cappotti

Senza disarmo il fazzoletto ti strappa la mano
senza disarmo la maniglia della porta ti da' la scossa
senza disarmo le scarpe ti mangiano i piedi

Senza disarmo l'aria t'avvelena
senza disarmo il caffe' diventa sterco
senza disarmo dallo specchio uno ti spara

Senza disarmo il letto e' tutto spine
senza disarmo scordi tutte le parole
senza disarmo e' buio anche di giorno

Senza disarmo ogni casa brucia
senza disarmo quel che tocchi ghiaccia
senza disarmo tutto e' aceto e grandine

Senza disarmo la guerra non finisce

Senza disarmo finisce l'umanita'

*

3. In quanto le armi

In quanto le armi servono a uccidere
le persone, l'esistenza delle armi
e' gia' una violazione dei diritti umani.

Solo il disarmo salva le vite
solo il disarmo rispetta e difende gli esseri umani
solo il disarmo riconosce e restituisce
umanita' all'umanita'.

Solo con il disarmo
la civilta' rinasce
il sole sorge ancora
fioriscono i meli
tornano umani gli esseri umani.

*

4. Del non uccidere argomento primo

Si assomigliano come due fratelli
Abele e Caino, nessuno dei due
sa chi sara' la vittima, chi l'assassino.

Non c'e' netto un confine
tra bene e male
e l'occhio non distingue
zucchero e sale.

In questo laborioso labirinto
che non ha uscita
non esser tu del novero di quelli
che ad altri strappano la breve vita.

Mantieni l'unica vera sapienza:
come vorresti esser trattato tu
le altre persone tratta.
Da te l'umanita' non sia disfatta.

Sull'orlo dell'abisso scegli sempre
di non uccidere, di opporti a ogni uccisione,
ad ogni guerra, ogni arma, ogni divisa:
ogni plotone e' di esecuzione.

Non c'e' netto un confine
tra bene e male
e l'occhio non distingue
zucchero e sale.

Si assomigliano come due fratelli
Abele e Caino, nessuno dei due
sa chi sara' la vittima, chi l'assassino.

*

5. Poiche' vi e' una sola umanita'

Poiche' vi e' una sola umanita'
noi dichiariamo che ogni essere umano
abbia rispetto e solidarieta'
da chiunque altro sia essere umano.

Nessun confine puo' la dignita'
diminuire umana, o il volto umano
sfregiare, o denegar la qualita'
umana propria di ogni essere umano.

Se l'edificio della civilta'
umana ha un senso, ed esso non e' vano,
nessuno allora osi levar la mano
contro chi chiede ospitalita'.

Se la giustizia e se la liberta'
non ciancia, bensi' pane quotidiano
hanno da essere, cosi' il lontano
come il vicino merita pieta'.

Nel condividere e' la verita'
ogni volto rispecchia il volto umano
nel mutuo aiuto e' la felicita'
ogni diritto e' un diritto umano.

Se vero e' che tutto finira'
non prevarra' la morte sull'umano
soltanto se la generosita'
sara' la legge di ogni essere umano.

La nonviolenza e' questa gaia scienza
che lotta per salvar tutte le vite
la nonviolenza e' questa lotta mite
e intransigente contro ogni violenza.

3. INIZIATIVE. MOVIMENTO NONVIOLENTO: OBIEZIONE ALLA GUERRA. TESTIMONI DI NONVIOLENZA DA ISRAELE E PALESTINA
[Riceviamo e diffondiamo]

Obiezione alla guerra
Testimoni di nonviolenza da Israele e Palestina
insieme per dare voce a chi rifiuta la violenza e progetta la pace
Un tour in Italia dal 16 al 26 ottobre
*
Vengono da Israele e Palestina, dove il diritto internazionale viene calpestato, per rivendicare il diritto all'obiezione di coscienza! Lavorano insieme e rifiutano la guerra, l'esercito, le armi, l'odio.
Sofia Orr e Daniel Mizrahi (israeliani, hanno rifiutato armi e divisa, sono obiettori di coscienza e per questo reduci dal carcere), Tarteel Yasser Al Junaidi e Aisha Amer (palestinesi, sono attiviste nonviolente e difendono i diritti umani, contro l'occupazione) sono quattro testimoni di pace che credono nel dialogo e lavorano insieme, come "gruppo misto" israelo-palestinese, e rappresentano due importanti movimenti: Mesarvot (una rete di giovani attivisti israeliani che rifiutano di prestare il servizio militare obbligatorio), e Community Peacemaker Teams - Palestina (CPT) (sostiene la resistenza di base nonviolenta guidata dai palestinesi contro l'occupazione israeliana).
Invitati in Italia dalla Campagna di Obiezione alla guerra, su iniziativa del Movimento Nonviolento, saranno ospiti, con conferenze stampa e iniziative pubbliche, dal 16 al 26 ottobre: un tour di 10 giorni, da Milano a Bari, per far conoscere all'opinione pubblica italiana i volti e la voce di chi, dentro alla follia della guerra, gia' realizza progetti di pace, a partire dal rifiuto della violenza e delle armi. Lo scopo del tour e' di sostenere concretamente e politicamente i movimenti nonviolenti, gli obiettori di coscienza, i pacifisti che lavorano per la convivenza dei due popoli. La richiesta di pace che si alza dalle popolazioni civili, e' l'unica alternativa alla violenza cieca dell'esercito e dei gruppi armati che a Gaza, in Cisgiordania, in Libano e in Israele stanno seminando odio e vendetta. La spirale che ci sta portando al terzo conflitto mondiale puo' essere spezzata: l'obiezione alla guerra e' il primo passo. Per questo chiediamo alle istituzioni, all'Unione Europea, al nostro governo, di riconoscere lo status di rifugiati politici a tutti gli obiettori di coscienza, disertori, renitenti alla leva, che fuggono dalle guerre e chiedono asilo e protezione.
*
Questo il programma del tour:
martedi' 15, arrivo a Milano Malpensa
mercoledi' 16, a Milano, conferenza stampa (ore 11, Cascina nascosta di Parco Sempione) e un incontro pubblico (ore 17:30 sede Acli, via della Signora 3);
giovedi' 17, Verona: conferenza stampa (ore 12:40, Palazzo Barbieri, Sala Arazzi), incontri istituzionali con Sindaco e Vescovo, e proiezione del docu-film "Light" (ore 21, Teatro Modus);
venerdi' 18, Verona: incontro con gli studenti (ore 8:30, Liceo Classico Maffei), partecipazione al Festival "Poeti Sociali" della Diocesi di Verona (ore 15, Piazza dei Signori);
sabato 19, Bologna: incontro con gli studenti e proiezione docu-film (ore 10:30, Cinema Perla) e incontro pubblico (ore 15 al Parco storico di Monte Sole, Marzabotto);
domenica 20, Parma: incontro istituzionale con il Sindaco e con le realta' giovanili (ore 11, Il Punto Parma in Piazza Garibaldi);
domenica 20, Reggio Emilia: incontro pubblico (ore 15:30, Casa di quartiere Orti-Spallanzani);
lunedi' 21, Firenze: incontro con gli studenti (ore 9, Auditorium Istituto Comprensivo Rosai, via dell'Arcovata 4/6); incontro con le associazioni e proiezione docu-film (ore 21, circolo Arci le Vie Nuove, via Giannotti 13);
martedi' 22, Firenze: incontri istituzionali, incontro pubblico (ore 21, Circolo Arci 25 aprile, via Bronzino);
mercoledi' 23, Roma: incontro con gli studenti universitari (ore 10, Aula Blu 5, Universita' Sapienza), incontro con il Servizio Civile (ore 15, sede Engim via Etruschi 7, San Lorenzo);
giovedi' 24, Roma: Audizione Commissione permanente per i Diritti Umani (ore 8:30, Camera dei Deputati), incontro pubblico (ore 11, Europa Experience – David Sassoli, piazza Venezia 6, in dialogo con Donatella Di Cesare e Luigi Manconi), conferenza stampa a Montecitorio (ore 16, Sala stampa, con on. Laura Boldrini, on. Nicola Fratoianni, on. Stefania Ascari e rappresentanti Rete Pace Disarmo);
venerdi' 25, Roma: giornata libera;
sabato 26, Bari: partecipazione alla Giornata di mobilitazione "Fermiamo le guerre. Il tempo della pace e' ora";
domenica 27: partenza da Bari Palese.
Durante tutto il tour, i quattro testimoni saranno accompagnati e tradotti da Daniele Taurino, presidente di EBCO/BEOC (Ufficio Europeo Obiezione di Coscienza).
Molte le associazioni, nazionali e locali, che hanno aderito e collaborato attivamente per la migliore riuscita del tour: Rete italiana Pace e Disarmo, Un Ponte Per, Europe for Peace, Acli Milanesi, Legambiente Lombardia, Caritas Ambrosiana, Fondazione Toniolo, Festival Poeti Sociali della Chiesa di Verona, Portico della Pace di Bologna, Spi Cgil di Bologna, Scuola di Pace di Monte Sole, Parma candidate European Youth Capital 2027, Il Punto hub creativo, Giro del Cielo di Reggio Emilia, Cgil Firenze, Donne insieme per la pace, Arci Firenze, Anpi Firenze, Cospe, Cristiani insieme per la Pace, Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale Universita' Sapienza di Roma, RuniPace, Le vie della Nonviolenza, Servizio Civile, Cnesc (Conferenza nazionale Enti Servizio Civile), Comitato per la Pace di Terra di Bari.
*
Movimento Nonviolento
Mao Valpiana Presidente
Caterina Del Torto Segreteria
Info aggiornate su: azionenonviolenta.it
Segreteria nazionale: via Spagna, 8 - Verona
per info stampa: cell. 3482863190
per info logistiche: tel. 0458009803

4. REPETITA IUVANT. MOVIMENTO NONVIOLENTO: OBIEZIONE ALLA GUERRA, SCRIVIAMOLO SU TUTTI I MURI
[Riceviamo e diffondiamo]

La Campagna di Obiezione alla guerra presenta un nuovo strumento operativo: un poster diffuso a livello nazionale.
*
La Campagna di Obiezione alla guerra presenta un nuovo strumento operativo:
un poster diffuso a livello nazionale con il simbolo del fucile spezzato e la scritta "Con la nonviolenza: per cessare il fuoco bisogna non sparare, per fermare la guerra bisogna non farla".
Il volantone, inviato a tutti gli iscritti e ai Centri del Movimento Nonviolento, agli abbonati alla rivista Azione nonviolenta e a tutti coloro che ne faranno richiesta, rilancia la Dichiarazione di obiezione di coscienza rivolta a chi rifiuta la chiamata alle armi e contiene tutte le informazioni su quanto realizzato finora a sostegno degli obiettori di coscienza di Russia, Ucraina, Bielorussia, Israele e Palestina, e i prossimi obiettivi che la Campagna vuole raggiungere.
Sono ormai centinaia di migliaia gli obiettori, disertori, renitenti alla leva che nei luoghi di guerra, rifiutano le armi e la divisa, negandosi al reclutamento militare, ripudiando il proprio esercito senza passare a quello avverso. Alcuni affrontano processo e carcere, altri espatriano, altri ancora scappano o si nascondono. Il Movimento Nonviolento ha scelto di stare dalla loro parte, di sostenerli concretamente, di difendere il loro diritto umano alla vita e alla pace, e di chiedere all'Unione Europea e al Governo italiano di riconoscere, per loro e per chi firma la Dichiarazione, lo "status" di obiettori di coscienza.
La Campagna si sviluppa su due direttrici:
- la raccolta fondi per sostenere nelle loro attivita' i movimenti nonviolenti di Russia, Bielorussia, Ucraina, Israele e Palestina, le spese legali per i processi che obiettori e nonviolenti di quei paesi subiscono, per aiutare chi espatria per non farsi arruolare, per gli strumenti di informazione necessari a diffondere la scelta dell'obiezione;
- la diffusione della Dichiarazione di Obiezione di coscienza alla guerra e alla sua preparazione, il rifiuto della chiamata alle armi e fin da ora della futura mobilitazione militare. La procedura e' semplice: si compila e si sottoscrive la Dichiarazione (per tutti, giovani o adulti, donne e uomini ) rivolta ai Presidenti della Repubblica e del Consiglio.
Sul sito del Movimento Nonviolento azionenonviolenta.it alla voce Obiezione alla guerra si trovano tutti gli aggiornamenti e la possibilita' di adesione e contribuzione.
Movimento Nonviolento
Settembre 2024
*
Movimento Nonviolento
via Spagna, 8, 37123 Verona
Tel 045 8009803
Cell. 348 2863190
www.nonviolenti.org
www.azionenonviolenta.it
per sostegno e donazioni
Iban IT35 U 07601 11700 0000 18745455

5. REPETITA IUVANT. SCRIVIAMO AL PRESIDENTE STATUNITENSE BIDEN PER CHIEDERE LA GRAZIA PER LEONARD PELTIER

Scriviamo al presidente statunitense Biden per chiedere la grazia per Leonard Peltier.
E' consuetudine dei presidenti statunitensi giunti a fine mandato di concedere la grazia ad alcuni detenuti.
Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano, difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra.
Leonard Peltier, che a settembre compira' 80 anni, da 48 anni e' detenuto per un crimine che non ha commesso.
Leonard Peltier e' gravemente malato, e le sue malattie non possono essere curate adeguatamente in carcere.
Affinche' non muoia in carcere un uomo innocente, affinche' Leonard Peltier possa tornare libero e trascorrere con i suoi familiari questo poco tempo che gli resta da vivere, la cosa piu' importante ed urgente da fare adesso e' scrivere a Biden per chiedere che conceda la grazia a Leonard Peltier.
*
Per scrivere a Biden la procedura e' la seguente.
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: scrivere un breve testo (di seguito una traccia utilizzabile):
Egregio Presidente degli Stati Uniti d'America,
le scriviamo per chiederle di concedere la grazia al signor Leonard Peltier.
Leonard Peltier ha quasi 80 anni ed e' affetto da plurime gravi patologie che non possono essere adeguatamente curate in carcere: gli resta poco da vivere.
Leonard Peltier ha subito gia' 48 anni di carcere per un delitto che non ha commesso: la sua liberazione e' stata chiesta da Nelson Mandela e da madre Teresa di Calcutta, dal Dalai Lama e da papa Francesco, da Amnesty International, dal Parlamento Europeo, dall'Onu, da milioni di esseri umani.
Egregio Presidente degli Stati Uniti d'America,
restituisca la liberta' a Leonard Peltier; non lasci che muoia in carcere un uomo innocente.
Distinti saluti.
*
Sollecitiamo chi legge questo comunicato ad aderire all'iniziativa e a diffondere l'informazione.
Free Leonard Peltier.
Mitakuye Oyasin.

6. INIZIATIVE. CONTRO TUTTE LE GUERRE E LE UCCISIONI. UN APPELLO PER IL 4 NOVEMBRE: "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE"

Mentre la guerra fa strage di esseri umani in tante parti del mondo e nuovamente minaccia di travolgere e annientare l'intera umana famiglia, sempre piu' necessario e' che tutte le persone di volonta' buona, tutte le associazioni democratiche, tutte le istituzioni fedeli all'umanita' e tutti i popoli della Terra minacciati dalla violenza dei poteri dominanti insorgano nonviolentemente per salvare tutte le vite che e' possibile salvare; insorgano nonviolentemente per abolire la guerra, gli eserciti, le armi; insorgano nonviolentemente per far prevalere la pace, la cooperazione tra i popoli, il bene comune, la giustizia e la misericordia, la fraternita' e sororita' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e soccorre e conforta e sostiene, la responsabilita' verso l'intero mondo vivente.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Come occasione d'incontro e d'espressione della comune volonta' di pace e come contributo alla necessaria riflessione ed azione nonviolenta contro tutte le uccisioni, intendiamo riproporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele".
Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.
Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.
Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.
Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.
Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.
Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.
A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.
Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.
Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

7. NUOVE STORIE DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: UN RITORNO

- Buonasera.
- Buonasera.
- Aspetta il pullman delle 19,30?
- Si'.
- Anch'io.
- Passera' in orario?
- Speriamo di si'.
- Speriamo.
- Lei non e' un pendolare, vero?
- No.
- Infatti. Io prendo questo autobus tutte le sere ed e' la prima volta che la vedo.
- Gia'.
- E come mai da queste parti? Turismo?
- No, no. Torno al paese per una circostanza triste, un funerale. E' morto un mio parente.
- Ah, mi dispiace, condoglianze.
- Grazie.
- Torna al paese, quindi e' del paese.
- Si'.
- Emigrato?
- Non direi emigrato, ma vivo a Milano da parecchi anni.
- Ah, a Milano. La capitale morale, eh?
- La chiamano cosi', si'.
- E ci torna spesso al paese?
- No, non direi. Anzi, quasi mai. Ma in questo caso...
- Certo, certo. Un parente stretto?
- Mio padre.
- Ah.
- Si'.
- Dev'essere un grande dolore.
- Si'.
- La capisco, sa. Anche mio padre e' deceduto. Molti anni fa.
- Mi dispiace.
- E' la vita, che ci vuole fare?
- Gia', e' la vita.
- Gli anni passano, s'invecchia e si muore.
- Gia'.
- Gia'.
- Gia'.
- E, se posso chiedere, quale sarebbe il paese?
- Come?
- Il paese cui e' diretto.
- Ah, Gorgoglione.
- Gorgoglione?
- Gorgoglione, si'. Lo conosce?
- Certo che lo conosco, ci sono nato.
- Ma non mi dica. Allora puo' darsi che ci conosciamo. Cosi' a prima vista mi sembra che abbiamo all'incirca la stessa eta'.
- 72 primavere.
- Anch'io.
- Ma guarda la coincidenza.
- Gia'.
- A questo punto presentiamoci, no? Sono Marcaurelio Castracani.
- Castracani?
- Si'.
- Parente di Filodemo Castracani?
- Esatto, mio padre.
- Ah.
- Eh.
- Gia'.
- Si'.
- Ho capito.
- E lei?
- Io cosa?
- Chi e' lei, come si chiama.
- Giangiacomo Strozzalupi.
- Il figlio di Calandruccio?
- Proprio.
- Ah.
- Eh.
- E adesso?
- E adesso cosa?
- Ha capito.
- Certo che ho capito.
- E allora?
- E allora niente.
- Niente?
- Niente.
- Niente non e' possibile.
- Sono morti tutti e due. Per me finisce li'.
- No che non finisce li'.
- Me ne sono andato tanti anni fa proprio perché non volevo continuasse.
- Non lo decide ne' lei ne' io. Purtroppo.
- Cosa intende dire?
- Lo sa cosa intendo dire.
- Lo so, certo che lo so.
- E' cosi' che vanno le cose. Non possiamo sottrarci.
- Si' che possiamo.
- No, non possiamo.

8. NUOVE STORIE DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: L'ARTICOLO

- Le interessa l'articolo?
- Come dice, scusi?
- Se le interessa l'articolo.
- Quale articolo?
- Andiamo che lo vede bene.
- Quello?
- Questo, si'.
- Ma come si permette?
- Suvvia, saltiamo la manfrina e veniamo al sodo.
- E quanto verrebbe?
- Faccia un'offerta, no?
- No, mi dica lei quanto chiede.
- L'ha vista? Roba di prima scelta. Tocchi, tocchi pure.
- Vedo, vedo. E verrebbe?
- Guardi, lo scrivo su questo foglietto. Eh? Che ne pensa?
- No, e' troppo. Facciamo la meta'.
- Lei vuole scherzare, le faccio gia' un prezzo di favore.
- Mi venga incontro allora.
- Allora cancello e scrivo di nuovo. Che ne dice?
- Un piccolo sforzo ancora e ci siamo.
- Cosi'?
- Mi dia il lapis.
- Prego.
- Cosi'.
- No, guardi, facciamo cosi': a meta' strada.
- Tra questo e questo.
- Precisamente.
- E' andata. Assegno o carta di credito?
- Preferirei contanti.
- Non vado in giro con tutti questi soldi.
- C'e' li' una banca, lei va, io attendo, e in due minuti chiudiamo la partita.
- Non e' che la merce ha qualche malattia, eh?
- Sana come un pesce e pronta per l'uso. Le lascio anche le catene in omaggio.

9. NUOVE STORIE DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: CARISSIMO

- Carissimo, ma sei proprio tu?
- Proprio io, si'.
- Dopo tutti questi anni?
- Gia', dopo tutti questi anni.
- E come mai qui?
- Per lavoro.
- Che gioia vederti, non sei invecchiato per niente. Pero' ti vedo stanco.
- Lo sono, infatti.
- Dovresti riposare un po' di piu'.
- Col lavoro che faccio, il riposo te lo scordi.
- Non fai piu' l'usciere?
- No, ho cambiato lavoro gia' da qualche anno. Non dico che il lavoro che avevo prima non fosse buono, ma si guadagnava poco. Con quello che costa la vita oggi.
- A chi lo dici. E che lavoro fai adesso?
- Un lavoro di questi che vanno oggi, multitasking come si dice.
- Ah, l'ho sentito in televisione, ma di preciso che e'?
- Niente, fai un po' questo un po' quello, a seconda delle esigenze.
- Insomma una specie di tuttofare.
- Una specie, si'.
- E lavori in proprio o per qualche ditta?
- Un po' e un po'. Secondo come capita. Il mercato e' quello che e'.
- Certo. Bisogna darsi da fare e cogliere l'occasione.
- Bravo, proprio cosi'.
- E si guadagna bene?
- Dipende. Qualche volta si', qualche volta no. Dipende dal lavoro, dal cliente, da un sacco di cose.
- Comunque si fa di piu' che a fare l'usciere.
- Si fatica di piu' e si guadagna di piu', e' naturale.
- Chiaro.
- Chiaro.
- Vabbe', sono proprio contento di averti incontrato. Saranno vent'anni che non ci si vede, no?
- Piu' o meno.
- E' stato proprio un caso fortunato.
- Non e' stato un caso.
- No?
- No.
- Cioe'?
- Cioe' ti sono venuto a cercare.
- Veramente?
- Veramente.
- E come mai dopo tutti questi anni mi sei venuto a cercare? Nostalgia dei vecchi tempi?
- No, lavoro.
- Lavoro?
- Si', lavoro.
- Che lavoro?
- Quello per cui mi pagano.
- Sarebbe a dire?
- Faccio il killer.
- Il killer.
- Il sicario.
- E io che c'entro?
- Tu sei il bersaglio.
- Vorresti dire...
- Si'.
- No.
- Invece si'.
- Non e' vero.
- Si' che e' vero.
- Scusa, ma io che c'entro?
- E che ne so.
- Come sarebbe che non lo sai.
- Io faccio solo il lavoro, mi pagano e faccio il lavoro.
- Ma ci sara' un motivo, no?
- Il motivo?
- Il motivo, si', la causa, la ragione per cui.
- Il motivo e' che mi pagano, con lo stipendio da usciere non ci pagavo piu' neppure l'affitto e le bollette.
- Ma, te lo chiedo solo per capire, vorresti dire che qualcuno ti paga per fare fuori me?
- Questa volta si', altre volte altri. Uno lo fai fuori una volta sola.
- Quindi ho capito bene.
. Non lo so, dipende da cosa hai capito.
- Ho capito che sei qui per ammazzarmi.
- Si'.
- E la nostra vecchia amicizia?
- L'amicizia e' una cosa, il lavoro un'altra.
- E, tanto per dire, quanto ti danno?
- Se me lo chiedi per offrimi di piu', lascia perdere, non funziona cosi'. Non posso farlo.
- Cosa non puoi fare?
- Salvarti la pelle.
- E perche' no?
- Perche' in questa attivita' una volta che accetti un incarico lo esegui, non puoi fare altrimenti. Fidati.
- Io mi fido, pero' si puo' anche dare il caso, no?
- No che non si da' il caso.
- Non l'ho neppure detto il caso; almeno lasciamelo dire.
- E allora dillo.
- Che per un caso fortuito la cosa non riesce.
- Nei film, forse. Nella vita reale riesce.
- Per esempio, io mi sono trasferito in un altro paese e tu non mi hai trovato.
- Invece ti ho trovato.
- Dico per fare un esempio, un esempio teorico.
- Un conto e' la teoria, un altro la pratica. E nella pratica io lo trovo sempre il bersaglio. Tutti lo trovano sempre.
- Ma, tanto per fare due chiacchiere tra vecchi amici, se invece succedesse che io sparisco e tu non sei riuscito a trovarmi, non dico gratis, dico che comunque ti rimborso, eh.
- Lascia stare, non e' possibile.
- Ma qualcosa devo pure tentare, no?
- Lo capisco. Ma non serve a niente, credimi.
- E se adesso mi mettessi a fuggire?
- Puoi provare.
- E tu che faresti?
- Lo sai.
- No che non lo so.
- Si' che lo sai.
- Va bene. Va bene. Pero' almeno dammi un consiglio.
- Che consiglio?
- Tu che faresti al posto mio?
- Non farei niente, non c'e' niente da fare.
- Una proroga e' possibile?
- Non credo.
- Ma insomma almeno una speranza, una possibilita' su un milione, almeno quella lasciamela, no?
- Una possibilita'?
- Una via di scampo.
- Te l'ho data.
- Me l'hai data?
- Si', ma tu non te ne sei accorto, hai continuato a cianciare e hai sprecato tutto il tempo che ti restava.
- Ma allora potevo fare qualche cosa?
- Che vuoi che ti dica? Dovevi pensarci tu. Adesso e' troppo tardi.
- Spiegami solo cosa dovevo fare, e poi fa quel che devi. Pero' prima spiegami che dovevo fare.
- E a che ti servirebbe? A niente.
- Per la soddisfazione di saperlo. E' il mio ultimo desiderio. Si esaudisce sempre l'ultimo desiderio.
- No, non si esaudisce mai l'ultimo desiderio. Il penultimo forse, ma l'ultimo no, mai. E adesso preparati.
- Ma sono tuo fratello.
. Anch'io sono tuo fratello, bella scoperta.
- E non conta niente?
- No, non conta niente, perche' niente conta. E adesso facciamola finita. Ti sparo al cuore cosi' soffri di meno.

10. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Marco Antonelli, Mafie e porti, Rcs, Milano 2024, pp. 160, euro 5,99.
- Francesco Donnici, La 'ndrina De Stefano e il processo Gotha, Rcs, Milano 2024, pp. 160, euro 5,99.
- Giuseppe Legato, Torino sotto inchiesta: da "Minotauro" a "San Michele", Rcs, Milano 2024, pp. 160, euro 5,99.
- Marcello Ravveduto, Camorra e immaginario mediatico, Rcs, Milano 2024, pp. 160, euro 5,99.
- Pantaleone Sergi, I sequestri di 'ndrangheta, Rcs, Milano 2024, pp. 160, euro 5,99.
- Annachiara Valle, Mafia e Chiesa, Rcs, Milano 2024, pp. 160, euro 5,99.
*
Riedizioni
- Michiko Aoyama, Finche' non aprirai quel libro, Garzanti, Milano 2022, Mondadori, Milano 2024, pp. 234, euro 8,90.
- Etsu Inagaki Sugimoto, Come un fiore di ciliegio nel vento, Giunti, Firenze-Milano 2024, Mondadori, Milano 2024, pp. 298, euro 8,90.

11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

12. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5363 del 24 ottobre 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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