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[Nonviolenza] Telegrammi. 5351
- Subject: [Nonviolenza] Telegrammi. 5351
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Fri, 11 Oct 2024 15:10:02 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5351 del 12 ottobre 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Movimento Nonviolento: Obiezione alla guerra, scriviamolo su tutti i muri
2. Movimento Nonviolento: La nonviolenza e' piu' forte del decreto. Il Movimento Nonviolento scrive al Senato prima del voto sul decreto anti-Gandhi
3. Movimento Nonviolento: 7 ottobre, anno orribile. Una tragedia comune. La speranza nei gruppi misti
4. Scriviamo al presidente statunitense Biden per chiedere la grazia per Leonard Peltier
5. Omero Dellistorti: Bei tempi
6. Omero Dellistorti: L'intrusione
7. A costo di sembrare il solito grillo parlante... (novembre 2023)
8. Cosa possiamo (e dobbiamo) realmente fare contro la guerra in corso in Europa? (aprile 2023)
9. Salvatore Quasimodo: Ed e' subito sera
10. Salvatore Quasimodo: Rifugio d'uccelli notturni
11. Salvatore Quasimodo: Dove morti stanno ad occhi aperti
12. Salvatore Quasimodo: Isola di Ulisse
13. Salvatore Quasimodo: Alle fronde dei salici
14. Salvatore Quasimodo: Giorno dopo giorno
15. Salvatore Quasimodo: Milano, agosto 1943
16. Salvatore Quasimodo: Uomo del mio tempo
17. Salvatore Quasimodo: Anno Domini MCMXLVII
18. Salvatore Quasimodo: Il mio paese e' l'Italia
19. Salvatore Quasimodo: Ai quindici di Piazzale Loreto
20. Salvatore Quasimodo: Auschwitz
21. Salvatore Quasimodo: Ai fratelli Cervi, alla loro Italia
22. Salvatore Quasimodo: Il muro
23. Salvatore Quasimodo: In questa citta'
24. Salvatore Quasimodo: Ancora dell'inferno
25. Salvatore Quasimodo: Epigrafe per i caduti di Marzabotto
26. Salvatore Quasimodo: Epigrafe per i partigiani di Valenza
27. Segnalazioni librarie
28. La "Carta" del Movimento Nonviolento
29. Per saperne di piu'
1. REPETITA IUVANT. MOVIMENTO NONVIOLENTO: OBIEZIONE ALLA GUERRA, SCRIVIAMOLO SU TUTTI I MURI
[Riceviamo e diffondiamo]
La Campagna di Obiezione alla guerra presenta un nuovo strumento operativo: un poster diffuso a livello nazionale.
*
La Campagna di Obiezione alla guerra presenta un nuovo strumento operativo:
un poster diffuso a livello nazionale con il simbolo del fucile spezzato e la scritta "Con la nonviolenza: per cessare il fuoco bisogna non sparare, per fermare la guerra bisogna non farla".
Il volantone, inviato a tutti gli iscritti e ai Centri del Movimento Nonviolento, agli abbonati alla rivista Azione nonviolenta e a tutti coloro che ne faranno richiesta, rilancia la Dichiarazione di obiezione di coscienza rivolta a chi rifiuta la chiamata alle armi e contiene tutte le informazioni su quanto realizzato finora a sostegno degli obiettori di coscienza di Russia, Ucraina, Bielorussia, Israele e Palestina, e i prossimi obiettivi che la Campagna vuole raggiungere.
Sono ormai centinaia di migliaia gli obiettori, disertori, renitenti alla leva che nei luoghi di guerra, rifiutano le armi e la divisa, negandosi al reclutamento militare, ripudiando il proprio esercito senza passare a quello avverso. Alcuni affrontano processo e carcere, altri espatriano, altri ancora scappano o si nascondono. Il Movimento Nonviolento ha scelto di stare dalla loro parte, di sostenerli concretamente, di difendere il loro diritto umano alla vita e alla pace, e di chiedere all'Unione Europea e al Governo italiano di riconoscere, per loro e per chi firma la Dichiarazione, lo "status" di obiettori di coscienza.
La Campagna si sviluppa su due direttrici:
- la raccolta fondi per sostenere nelle loro attivita' i movimenti nonviolenti di Russia, Bielorussia, Ucraina, Israele e Palestina, le spese legali per i processi che obiettori e nonviolenti di quei paesi subiscono, per aiutare chi espatria per non farsi arruolare, per gli strumenti di informazione necessari a diffondere la scelta dell'obiezione;
- la diffusione della Dichiarazione di Obiezione di coscienza alla guerra e alla sua preparazione, il rifiuto della chiamata alle armi e fin da ora della futura mobilitazione militare. La procedura e' semplice: si compila e si sottoscrive la Dichiarazione (per tutti, giovani o adulti, donne e uomini ) rivolta ai Presidenti della Repubblica e del Consiglio.
Sul sito del Movimento Nonviolento azionenonviolenta.it alla voce Obiezione alla guerra si trovano tutti gli aggiornamenti e la possibilita' di adesione e contribuzione.
Movimento Nonviolento
Settembre 2024
*
Movimento Nonviolento
via Spagna, 8, 37123 Verona
Tel 045 8009803
Cell. 348 2863190
www.nonviolenti.org
www.azionenonviolenta.it
per sostegno e donazioni
Iban IT35 U 07601 11700 0000 18745455
2. REPETITA IUVANT. MOVIMENTO NONVIOLENTO: LA NONVIOLENZA E' PIU' FORTE DEL DECRETO. IL MOVIMENTO NONVIOLENTO SCRIVE AL SENATO PRIMA DEL VOTO SUL DECRETO ANTI-GANDHI
[Riceviamo e diffondiamo]
– Al Presidente del Senato
– Ai Senatori e alle Senatrici di tutti i gruppi parlamentari
– Ai Senatori a vita
Egregi membri del Senato della Repubblica,
ci rivolgiamo a Voi che siete chiamati a discutere e votare il Ddl 1660 proveniente dalla Camera, il cosiddetto "Decreto Sicurezza" o peggio "anti-Gandhi".
Noi rappresentiamo il Movimento Nonviolento (fondato nel 1962 dal filosofo Aldo Capitini) che storicamente si ispira, nei valori e nella pratica, alla nonviolenza gandhiana, appunto.
Siamo stati obiettori di coscienza al servizio militare, affrontando processi e carcere per affermare un principio inalienabile di coscienza, riconosciuto poi dalla Legge che ha accolto le nostre ragioni morali, istituendo il servizio civile alternativo.
Abbiamo sostenuto denunce e processi per "istigazione" per aver promosso e attuato la Campagna di obiezione di coscienza alle spese militari, l'obiezione fiscale, per cui abbiamo subito pignoramenti e sanzioni amministrative. Ma non ci siamo fermati, fino ad ottenere il riconoscimento con Sentenze della Corte Costituzionale, perche' abbiamo preferito "pagare per la pace, anziche' per la guerra".
Siamo stati arrestati e processati per aver fermato, con blocchi ferroviari, treni che trasportavano armi nei teatri di guerra. Poi abbiamo ottenuto assoluzioni piene per aver agito per alti valori morali.
Abbiamo praticato la disobbedienza civile per impedire l'installazione dei missili a Comiso, che poi sono stati ritirati. Abbiamo bloccato l'entrata nella basi militari dove erano depositate armi nucleari. Abbiamo manifestato pacificamente davanti a tribunali e carceri militari, anche quando era vietato, salvo poi veder riconosciuto il nostro diritto democratico a farlo.
Abbiamo marciato nei territori militarizzati, violando il divieto di entrare nelle servitu' militari.
Abbiamo bloccato il traffico ferroviario e stradale per protestare contro l'installazione delle centrali nucleari, che poi un referendum popolare ha eliminato, dandoci ragione.
Vi abbiamo raccontato brevemente la nostra storia, che e' anche pratica attuale, per dirVi che nessun decreto fermera' mai la forza della nonviolenza che, come diceva Gandhi, e' la forza piu' potente a disposizione dell'umanita' (piu' potente della bomba atomica, perche' l'atomica ha una forza distruttiva, mentre la nonviolenza ha una forza creatrice).
Il Decreto che Vi accingete a votare ha un carattere solo repressivo, aumentando le pene e introducendo nuovi reati: dimostra che chi l'ha concepito e' mosso dalla paura. I regimi basati sulla paura, la violenza, lo stato di polizia, alla fine sono sempre crollati sotto la spinta dei popoli che si liberano. La storia di Gandhi e della nonviolenza lo sta a dimostrare.
Sappiate che mai nessuna legge, mai nessun carcere, ha fermato la forza attiva e liberatrice della nonviolenza dei forti. La disobbedienza civile, la non collaborazione, l'azione diretta nonviolenta, lo sciopero, il boicottaggio, l'obiezione di coscienza, sono immensamente piu' forti e puri di qualsiasi Decreto.
Vi auguriamo di votare in piena coscienza. Ed ora, buon voto a Voi.
Movimento Nonviolento
Verona, 25 settembre 2024
3. REPETITA IUVANT. MOVIMENTO NONVIOLENTO: 7 OTTOBRE, ANNO ORRIBILE. UNA TRAGEDIA COMUNE. LA SPERANZA NEI GRUPPI MISTI
[Riceviamo e diffondiamo]
Il 7 ottobre e' diventato una data simbolo, come l'11 settembre, di eventi drammatici che non devono essere censurati o dimenticati. Il terrorismo fanatico, l'odio organizzato, hanno colpito barbaramente e scatenato la vendetta, innescando una micidiale spirale di guerra. Un male che ha generato ancora piu' male. Sangue chiama sangue.
Un anno fa, milizie armate si sono accanite contro un raduno per la pace, portando la morte a chi stava celebrando la vita con la musica, hanno saccheggiato gli insediamenti che cercavano il dialogo, hanno massacrato e rapito in base all'odio etnico. Le vittime di quel terrorismo sono stati i civili. La reazione ha seguito la stessa logica, moltiplicata esponenzialmente, spropositata, inaccettabile.
Non occhio per occhio, ma cento morti per ogni morto. Il 7 ottobre fece 1200 morti israeliani, la vendetta un anno dopo conta 42000 palestinesi: la contabilita' dell'orrore!
Il terrorismo ha generato guerra, una guerra che fa strage di civili e che e' una forma di terrorismo su larga scala. Terrorismo e guerra, entrambi al di fuori del diritto internazionale, entrambi contro la giustizia, contro la vita e l'umanita'.
Ora siamo qui a piangere i morti del 7 ottobre e a piangere i morti di Gaza e del Libano. Massacro, strage, genocidio, nemmeno le parole sono adeguate alla tragedia epocale che stiamo vivendo.
Nel buio totale, l'unica fiammella di speranza e' data dai gruppi misti, israelo-palestinesi, che cercano una via di dialogo e riconciliazione. Gli obiettori israeliani e i pacifisti palestinesi, uniti contro l'occupazione, il militarismo e il terrorismo, sono la nostra speranza.
La sola ragione per cui valga la pena di manifestare, prima e dopo il 7 ottobre, e' la pace: l'assunzione di responsabilita' per fare pace e la richiesta di pace, dal basso e dall'alto.
Vietare la libera espressione pacifica del pensiero, non ha senso, e' solo un segno di paura e di debolezza. Noi, amiche e amici della nonviolenza, non impediremo mai a nessuno di esprimere il proprio pensiero, anche se becero e truce. L'unico divieto che concepiamo e' quello all'uso delle armi e della violenza.
"Divieto di guerra" e' l'ordine che ci piacerebbe veder imposto dal governo, per vivere il lutto come tragedia comune, onorare i morti israeliani del 7 ottobre e i morti palestinesi dell'anno orribile che ne e' seguito.
Movimento Nonviolento
www.azionenonviolenta.it
4. REPETITA IUVANT. SCRIVIAMO AL PRESIDENTE STATUNITENSE BIDEN PER CHIEDERE LA GRAZIA PER LEONARD PELTIER
Scriviamo al presidente statunitense Biden per chiedere la grazia per Leonard Peltier.
E' consuetudine dei presidenti statunitensi giunti a fine mandato di concedere la grazia ad alcuni detenuti.
Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano, difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra.
Leonard Peltier, che a settembre compira' 80 anni, da 48 anni e' detenuto per un crimine che non ha commesso.
Leonard Peltier e' gravemente malato, e le sue malattie non possono essere curate adeguatamente in carcere.
Affinche' non muoia in carcere un uomo innocente, affinche' Leonard Peltier possa tornare libero e trascorrere con i suoi familiari questo poco tempo che gli resta da vivere, la cosa piu' importante ed urgente da fare adesso e' scrivere a Biden per chiedere che conceda la grazia a Leonard Peltier.
*
Per scrivere a Biden la procedura e' la seguente.
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: scrivere un breve testo (di seguito una traccia utilizzabile):
Egregio Presidente degli Stati Uniti d'America,
le scriviamo per chiederle di concedere la grazia al signor Leonard Peltier.
Leonard Peltier ha quasi 80 anni ed e' affetto da plurime gravi patologie che non possono essere adeguatamente curate in carcere: gli resta poco da vivere.
Leonard Peltier ha subito gia' 48 anni di carcere per un delitto che non ha commesso: la sua liberazione e' stata chiesta da Nelson Mandela e da madre Teresa di Calcutta, dal Dalai Lama e da papa Francesco, da Amnesty International, dal Parlamento Europeo, dall'Onu, da milioni di esseri umani.
Egregio Presidente degli Stati Uniti d'America,
restituisca la liberta' a Leonard Peltier; non lasci che muoia in carcere un uomo innocente.
Distinti saluti.
*
Sollecitiamo chi legge questo comunicato ad aderire all'iniziativa e a diffondere l'informazione.
Free Leonard Peltier.
Mitakuye Oyasin.
5. NUOVE STORIE DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: BEI TEMPI
- Quelli si' che erano bei tempi, eh?
- Scusi?
- Dicevo che quelli erano bei tempi.
- Quelli quali?
- Come quali? Quelli.
- Se lo dice lei.
- Perché, non e' d'accordo?
- Io non ho detto niente.
- Ah, fa pure il beffardo?
- Come dice?
- Insiste?
- Non capisco.
- Ah no?
- No, mi spiace.
- Ah, ti spiace? E che ti spiace, eh?
- Mi spiace di questo evidente equivoco?
- Equivoco? Chi sarebbe equivoco, eh? Misura le parole, bel tomo.
- Senta...
- Io non sento un bel niente, voglio delle scuse, e subito.
- Delle scuse?
- Indefettibilmente.
- E che significa?
- Cosa?
- Indefettibilmente.
- Non faccia lo spiritoso con me, non faccia lo spiritoso.
- Non faccio lo spiritoso.
- Le sembro l'ultimo dei fessi?
- Come?
- Le sembro l'ultimo dei fessi, eh?
- Non l'ho mai detto.
- Pero' lo ha pensato.
- Non l'ho neppure pensato, nemmeno la conosco.
- Ma ti conosco io ti conosco.
- Lei mi conosce?
- Conosco tutti quelli come te.
- Ma a me personalmente mi conosce o no?
- Ohe', e che pensi di farmi un interrogatorio? Lo faccio io a te l'interrogatorio, non tu a me.
- Io non voglio essere interrogato da nessuno.
- No?
- No.
- E staffilato?
- Che dice?
- Staffilato.
- Ma che lingua parla, io non la capisco.
- Lo immaginavo. Clandestino, eh?
- Clandestino?
- Si', cocco di mamma, un clandestino furbetto del quartierino, eh?
- Io non sono un clandestino.
- No?
- No.
- Parli la mia lingua?
- Certo che la parlo.
- Pero' poco fa hai detto che non la parli.
- Non ho capito quella parola.
- Quale parola?
- Non lo so, non l'ho capita.
- Come volevasi dimostrare: non parli la mia lingua. Sei venuto col barcone, eh?
- Quale barcone?
- Quello che ci sei venuto qui.
- No, guardi, io qui ci abito.
- Adesso, ma prima?
- Anche prima. Ci sono nato.
- Bum.
- Ci sono nato.
- Bum.
- Le dico che ci sono nato.
- Lo sai che dare false generalita' e' un reato penale? Si va sul penale, lo sai?
- Ma io non ho fatto niente.
- Dicono tutti cosi'.
- Ma lei chi e', scusi, lei chi e'?
- Chi sono io? No, figliuolo, chi sei tu.
- Io lo so chi sono, ma non so chi sia lei.
- Anch'io lo so chi sono, e so anche cosa sei tu.
- E cosa sarei?
- Un clandestino, un clandestino pirla.
- Pirla?
- Non lo sai che significa pirla, eh, pirla?
- Non lo so no, e allora?
- E allora ecco la prova provata, la prova regina: che sei pirla e un clandestino. Adesso chiamo gli amici.
- Gli amici?
- Gli amici, si', gli mando un messaggio su uozzappa, lo sai che e' uozzappa?
- No che non lo so.
- E certo, perche' sei un selvaggio come tutti i clandestini, non sai neppure che e' uozzappa.
- Va bene, io adesso me ne vado.
- E no che non te ne vai, tu resti qui buono buono e aspetti con me che arrivino gli amici.
- Quali amici?
- Quelli che ho chiamato adesso col messaggio di uozzappa.
- Io non li conosco.
- E' chiaro che non li conosci, mica sono amici tuoi e dei clandestini, sono amici miei dell'Associazione Nazionale Per L'Assolutista Supremazia Degli Italiani Veri: ANPLASDIV.
- Non ho capito.
- Cosa non hai capito? ANPLASDIV?
- Proprio.
- Poco male, perche' tanto poi te la marchiamo sulla fronte col fuoco.
- Lei scherza.
- Per niente affatto. Un patriota non scherza su queste cose, ed io modestamente sono un patriota, iscritto all'ANPLASVID.
- io me ne vado.
- Neanche per sogno, tu resti qui caro il mio clandestino.
- Ma che fa? Mi lasci.
- Buono che e' meglio.
- Mi lasci, le dico.
- Perche', altrimenti che fai?
- Chiedo aiuto.
- E chi lo aiuta un clandestino ladro stupratore e spacciatore?
- Io non sono un clandestino, non sono un ladro, non sono uno stupratore e non sono uno spacciatore.
- Adesso no, perche' ti ho catturato.
- Mi lasci, mi lasci.
- Stai tranquillino stai, lo vedi? Gli amici sono arrivati. Adesso ti carichiamo sul furgone e ti portiamo alla discarica.
- Quale discarica?
- Quella dei cadaveri dei clandestini, no?
- Io non sono un cadavere.
- Ancora no, ancora no, ma dopo che ci siamo divertiti a farti qualche bel lavoretto, vedrai, vedrai.
- Aiuto!
- Non ti sente nessuno, entra nel furgone.
- No. Aiuto! Aiuto!
- Ti devo dare la scossa elettrica? Guarda che ti do la scossa elettrica.
- Aiuto! Aiuto!
- Ecco qua. Sei contento adesso? Lo vedi come ti sei ridotto? Con le convulsioni, la bava alla bocca e che puzzi di piscio. Forza, ragazzi, carichiamo 'sto puzzone e andiamo. Viva la nazione! Padroni a casa nostra! Difesa dei confini! E della razza italica! Frateelli, d'Itaaja, l'Itaaja s'e' deesta...
6. NUOVE STORIE DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: L'INTRUSIONE
- Perche' non la sveglia?
- Prego?
- Dico: perche' non la sveglia.
- Perche' non la sveglio?
- Certo. A quest'ora. Oltretutto qui, in luogo pubblico.
- Il fatto e' che si e' addormentata proprio poco fa, dopo una notte insonne.
- E' sua moglie?
- Si', e' la mia signora.
- E certo che passa le notti insonni. Se lei la fa dormire di giorno, eh.
- Anch'io vorrei che dormisse di notte.
- E allora la svegli, no? Che aspetta?
- Piu' tardi si', si' che la sveglio. Ma adesso preferirei farla riposare un po'.
- Lei sta sbagliando tutto, sa?
- Puo' darsi.
- No, non "puo' darsi", e' sicuro. E' sicuro, creda a me.
- Puo' darsi che abbia ragione lei.
- E allora faccia come le dico, no? Forza, la svegli.
- E' che puo' darsi anche che abbia ragione io.
- No, non credo proprio.
- Chi lo sa.
- Glielo dico io, e adesso la svegli.
- Mi scusi, ma lei chi e'?
- Come?
- Le ho chiesto lei chi e', perche' non mi sembra di conoscerla.
- Ah, la mette cosi'?
- Le ho solo chiesto chi lei sia.
- E insiste anche.
- Guardi, sicuramente e' una mia dimenticanza, mi aiuti a ricordare. Glielo chiedo per favore.
- Una sua dimenticanza? Quale dimenticanza? Quella delle buone maniere?
- Le ho solo chiesto chi e' lei.
- chi sono io, eh?
- Si', magari non l'ho riconosciuta, sa.
- Magari, eh?
- Dico sul serio, senza offesa.
- Senza offesa, dice?
- Senza offesa, certo.
- E lo decide lei cosa e' una offesa e cosa non lo e'?
- Non capisco.
- Adesso fa lo gnorri, vero?
- Sinceramente non capisco, ma se le mie parole l'hanno irritata, come sembra, le chiedo scusa, non era mia intenzione.
- Lei e' proprio un bel tipo, sa? Un tipo proprio divertente.
- Non direi. Ma che c'entra?
- Che c'entra che?
- Il divertente.
- Ha ragione, lei non e' affatto divertente, e' solo indisponente.
- Se lo dice lei...
- E' chiaro che lo dico io, chi dovrebbe dirlo, siamo solo noi due qui, e la signora - che dorme a quest'ora e in questo posto del tutto inappropriato. Sa che le dico? Adesso chiamo le guardie cosi' vediamo.
- E perché dovrebbe chiamare le guardie?
- Per non doverci mettere le mani io. Non che io non sia capace di darle la lezione che si merita, che gliela saprei dare e lei se la ricorderebbe per un pezzo, eccome, altroche', se la ricorderebbe, se la ricorderebbe per un bel pezzo. E le farebbe anche proprio bene, proprio come si merita, caro lei.
- Mi sta minacciando?
- La sto avvertendo, perché sono una persona educata, non come lei.
- Guardi, mi sembra che adesso lei stia proprio esagerando.
- Ma se ancora non ho neppure cominciato, fiorellino. Non ho neppure cominciato, e prega il cielo che non cominci perche' altrimenti...
- Altrimenti cosa, mi scusi.
- Altrimenti cosa?
- Si', altrimenti cosa.
- Altrimenti ne buschi un fracco e una sporta. Ti sta bene cosi'?
- Senta, io non so come lei si permetta...
- Come mi permetto io? Ma come ti permetti tu, buffoncello da quattro soldi.
- Mi scusi, ma lei sta andando veramente troppo oltre.
- Adesso lo vediamo chi sta andando troppo oltre. Che ne pensi di questo?
- Ah. Ahi. Ma cosa fa?
- Ti do una ripassata, cicciobello. Cosi' capisci l'antifona e impari ad essere rispettoso.
- Ah. Oh. Ah. Ahia. Si fermi. Si fermi, le dico.
- Ecco, stattene sdraiato giu' per terra, a cuccia, e non ti muovere senno' ricomincio. E adesso svegliamo la signora.
- Non credo proprio.
- Ah no? Signora, signora si svegli. Si svegli, ho detto.
- No che non si sveglia.
- Zitto tu, a cuccia. Signora, signora! Maccheccavolo, ma questo e' sangue, un lago di sangue. Guarda che tagli, ci credo. Maccheccavolo, ma e' morta.
- Gia'.
- L'hai ammazzata tu?
- Gia' gia'.
- Allora io, caro signore, l'avevo proprio sottovalutata, si alzi, si alzi pure, e mi scusi, eh, mi scusi se mi sono permesso, sono veramente spiacente di aver trasceso cosi', voglia scusarmi. Non immaginavo che anche lei fosse un vero uomo, un uomo come si deve, un uomo perbene. Anzi, permetta che le stringa la mano. C'e' un bar qui vicino, posso offrirle un caffe'?
7. REPETITA IUVANT. A COSTO DI SEMBRARE IL SOLITO GRILLO PARLANTE... (NOVEMBRE 2023)
Ci sono alcune cose che vanno pur dette, e allora diciamole.
*
Ogni manifestazione a favore dell'esistenza dello stato di Israele che non s'impegni anche per la nascita dello stato di Palestina rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione a sostegno del popolo palestinese che non s'impegni anche a sostegno del popolo ebraico rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da un'organizzazione terrorista e non quelle commesse da uno stato e' peggio che inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da uno stato e non quelle commesse da un'organizzazione terrorista e' peggio che inutile.
*
Sia il popolo palestinese che il popolo ebraico sono realmente minacciati di genocidio.
E' compito dell'umanita' intera impedire questi genocidi, tutti i genocidi.
Per impedire il genocidio del popolo ebraico e' indispensabile l'esistenza dello stato di Israele.
Per immpedire il genocidio del popolo palestinese e' indispensabile l'esistenza dello stato di Palestina.
*
Allo stato di Israele chiediamo:
1. di cessare la guerra a Gaza e il sostegno alle violenze dei coloni in Cisgiordania.
2. di cessare di occupare i territori palestinesi e di riconoscere l'esistenza dello stato di Palestina nei territori della Cisgiordania e di Gaza devolvendo immediatamente tutte le funzioni giurisdizionali ed amministrative e le risorse relative all'Autorita' Nazionale Palestinese - intesa come governo provvisorio dello stato di Palestina fino alle elezioni democratiche -.
3. di sgomberare immediatamente le illegali colonie nei territori occupati, restituendo quelle aree al popolo palestinese.
4. di concordare con l'Autorita' Nazionale Palestinese l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di essere una piena democrazia abrogando ogni misura legislativa ed amministrativa di discriminazione razzista.
*
All'Autorita' Nazionale Palestinese chiediamo:
1. di assumere immediatamente il governo della Striscia di Gaza.
2. di adoperarsi ivi per l'immediata liberazione di tutte le persone rapite da Hamas.
3. di organizzare lo stato di Palestina indipendente e democratico.
4. di concordare con lo stato di Israele l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di adoperarsi affinche' nessuno stato arabo o musulmano possa piu' proseguire in una politica antisraeliana ed antiebraica prendendo abusivamente a pretesto la causa palestinese.
*
All'Onu chiediamo:
1. un piano straordinario di aiuti per la Palestina.
2. una deliberazione dell'Assemblea Generale che riconoscendo i due stati di Israele e di Palestina vincoli tutti gli stati membri delle Nazioni Unite a cessare ogni politica di negazione dello stato di Israele, ogni politica di persecuzione antiebraica.
*
Agli stati ed agli organismi politici sovranazionali d'Europa (l'Europa che e' il continente in cui si sono realizzati la bimillenaria persecuzione antiebraica e l'orrore assoluto della Shoah; l'Europa che e' il continente i cui principali stati hanno oppresso i popoli del resto del mondo con il razzismo, il colonialismo, l'imperialismo fin genocida) chiediamo:
1. di risarcire adeguatamente sia lo stato di Israele che lo stato di Palestina per le sofferenze inflitte ai loro popoli sia direttamente che indirettamente.
2. di contrastare il fascismo e il razzismo, l'antisemitismo e l'islamofobia, tutte le ideologie di odio e le organizzazioni che le praticano e le diffondono, e tutti i crimini conseguenti.
*
Fermare la guerra.
Fermare le stragi.
Restituire la liberta' a tutte le persone che ne sono state private.
Riconoscere e proteggere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.
8. REPETITA IUVANT. COSA POSSIAMO (E DOBBIAMO) REALMENTE FARE CONTRO LA GUERRA IN CORSO IN EUROPA? (APRILE 2023)
Certo, continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime.
Certo, continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre.
Certo, continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente.
Certo, continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani, sempre e solo uccide gli esseri umani, sempre e solo uccide gli esseri umani.
Certo, continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino.
Certo, continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
*
Tutto cio' e' buono e giusto, ma non basta.
Occorre fare anche altre cose che solo noi qui in Europa occidentale possiamo e dobbiamo fare.
E le cose che possiamo e dobbiamo fare sono queste:
1. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale contrastare anche qui la macchina bellica, l'industria armiera, i mercanti di morte, la follia militarista, i governanti stragisti: paralizzare i poteri assassini occorre.
2. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di mettere il veto ad ogni iniziativa della Nato, l'organizzazione terrorista e stragista di cui i nostri paesi tragicamente fanno parte: paralizzare immediatamente i criminali della Nato occorre, e successivamente procedere allo scioglimento della scellerata organizzazione.
3. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di cessare di armare ed alimentare la guerra e sostenere invece l'impegno per l'immediato cessate il fuoco ed immediate trattative di pace.
4. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di restituire all'Onu la funzione e il potere di abolire il flagello della guerra.
5. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
6. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica della sicurezza comune dell'umanita' intera fondata sulla Difesa popolare nonviolenta, sui Corpi civili di pace, sulle concrete pratiche che inverino l'affermazione del diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta' di tutti i popoli e di tutte le persone.
7. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica comune di attiva difesa dell'intero mondo vivente prima che la catastrofe ambientale in corso sia irreversibile.
*
E' questa la nostra opinione fin dall'inizio della tragedia in corso.
Ci sembra che senza queste azioni nonviolente la guerra, le stragi e le devastazioni non saranno fermate.
Troppi esseri umani sono gia' stati uccisi per la criminale follia dei governanti.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi per la salvezza comune dell'umanita' intera.
Sia massima universalmente condivisa la regola aurea che afferma: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
9. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: ED E' SUBITO SERA
[Riproponiamo ancora una volta i seguenti versi di Salvatore Quasimodo.
Salvatore Quasimodo (Modica, 20 agosto 1901 - Napoli, 14 giugno 1968) e' tra i maggiori poeti del Novecento; lo ricordiamo con gratitudine per la sua opera di poeta, di testimone e di lottatore per la dignita' umana e la liberazione di tutte le oppresse e tutti gli oppressi. Tra le opere di Salvatore Quasimodo: Poesie e discorsi sulla poesia, Mondadori, Milano 1971, 2012; oltre l'opera in versi si legga almeno anche Il poeta e il politico e altri saggi, Mondadori, Milano 1967. Tra le opere su Salvatore Quasimodo, per una prima introduzione: Giuseppe Zagarrio, Salvatore Quasimodo, La Nuova Italia, Firenze 1969, 1974; Gilberto Finzi, Invito alla lettura di Salvatore Quasimodo, Mursia, Milano 1972, 1976; Mirko Bevilacqua (a cura di), La critica e Quasimodo, Cappelli, Bologna 1976]
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed e' subito sera.
10. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: RIFUGIO D'UCCELLI NOTTURNI
In alto c'e' un pino distorto;
sta intento ed ascolta l'abisso
col fusto piegato a balestra.
Rifugio d'uccelli notturni,
nell'ora piu' alta risuona
d'un battere d'ali veloce.
Ha pure un suo nido il mio cuore
sospeso nel buio, una voce;
sta pure in ascolto, la notte.
11. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: DOVE MORTI STANNO AD OCCHI APERTI
Seguiremo case silenziose
dove morti stanno ad occhi aperti
e bambini gia' adulti
nel riso che li attrista,
e fronde battono a vetri taciti
a mezzo delle notti.
Avremo voci di morti anche noi,
se pure fummo vivi talvolta
o il cuore delle selve e la montagna,
che ci sospinse ai fiumi,
non ci volle altro che sogni.
12. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: ISOLA DI ULISSE
Ferma e' l'antica voce.
Odo risonanze effimere,
oblio di piena notte
nell'acqua stellata.
Dal fuoco celeste
nasce l'isola di Ulisse.
Fiumi lenti portano alberi e cieli
nel rombo di rive lunari.
Le api, amata, ci recano l'oro:
tempo delle mutazioni, segreto.
13. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: ALLE FRONDE DEI SALICI
E come potevano noi cantare
Con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull'erba dura di ghiaccio, al lamento
d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
14. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: GIORNO DOPO GIORNO
Giorno dopo giorno: parole maledette e il sangue
e l'oro. Vi riconosco, miei simili, mostri
della terra. Al vostro morso e' caduta la pieta'
e la croce gentile ci ha lasciati.
E piu' non posso tornare nel mio eliso.
Alzeremo tombe in riva al mare, sui campi dilaniati,
ma non uno dei sarcofaghi che segnano gli eroi.
Con noi la morte ha piu' volte giocato:
s'udiva nell'aria un battere monotono di foglie
come nella brughiera se al vento di scirocco
la folaga palustre sale sulla nube.
15. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: MILANO, AGOSTO 1943
Invano cerchi tra la polvere,
povera mano, la citta' e' morta.
E' morta: s'e' udito l'ultimo rombo
sul cuore del Naviglio. E l'usignolo
e' caduto dall'antenna, alta sul convento,
dove cantava prima del tramonto.
Non scavate pozzi nei cortili:
i vivi non hanno piu' sete.
Non toccate i morti, cosi' rossi, cosi' gonfi:
lasciateli nella terra delle loro case:
la citta' e' morta, e' morta.
16. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: UOMO DEL MIO TEMPO
Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
- t'ho visto - dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T'ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
quando il fratello disse all'altro fratello:
"Andiamo ai campi". E quell'eco fredda, tenace,
e' giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.
17. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: ANNO DOMINI MCMXLVII
Avete finito di battere i tamburi
a cadenza di morte su tutti gli orizzonti
dietro le bare strette alle bandiere,
di rendere piaghe e lacrime a pieta'
nelle citta' distrutte, rovina su rovina.
E piu' nessuno grida: "Mio Dio
perche' m'hai lasciato?". E non scorre piu' latte
ne' sangue dal petto forato. E ora
che avete nascosto i cannoni fra le magnolie,
lasciateci un giorno senz'armi sopra l'erba
al rumore dell'acqua in movimento,
delle foglie di canna fresche tra i capelli
mentre abbracciamo la donna che ci ama.
Che non suoni di colpo avanti notte
l'ora del coprifuoco. Un giorno, un solo
giorno per noi, padroni della terra,
prima che rulli ancora l'aria e il ferro
e una scheggia ci bruci in piena fronte.
18. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: IL MIO PAESE E' L'ITALIA
Piu' i giorni s'allontanano dispersi
e piu' ritornano nel cuore dei poeti.
La' i campi di Polonia, la piana di Kutno
con le colline di cadaveri che bruciano
in nuvole di nafta, la' i reticolati
per la quarantena d'Israele,
il sangue tra i rifiuti, l'esantema torrido,
le catene di poveri gia' morti da gran tempo
e fulminati sulle fosse aperte dalle loro mani,
la' Buchenwald, la mite selva di faggi,
i suoi forni maledetti; la' Stalingrado,
e Minsk sugli acquitrini e la neve putrefatta.
I poeti non dimenticano. Oh la folla dei vili,
dei vinti, dei perdonati dalla misericordia!
Tutto si travolge, ma i morti non si vendono.
Il mio paese e' l'Italia, o nemico piu' straniero,
e io canto il suo popolo e anche il pianto
coperto dal rumore del suo mare,
il limpido lutto delle madri, canto la sua vita.
19. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: AI QUINDICI DI PIAZZALE LORETO
Esposito, Fiorani, Fogagnolo,
Casiraghi, chi siete? Voi nomi, ombre?
Soncini, Principato, spente epigrafi,
voi, Del Riccio, Temolo, Vertemati,
Gasparini? Foglie d'un albero
di sangue, Galimberti, Ragni, voi,
Bravin, Mastrodomenico, Poletti?
O caro sangue nostro che non sporca
la terra, sangue che inizia la terra
nell'ora dei moschetti. Sulle spalle
le vostre piaghe di piombo ci umiliano:
troppo tempo passo'. Ricade morte
da bocche funebri, chiedono morte
le bandiere straniere sulle porte
ancora delle vostre case. Temono
da voi la morte, credendosi vivi.
La nostra non e' guardia di tristezza,
non e' veglia di lacrime alle tombe;
la morte non da' ombra quando e' vita.
20. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: AUSCHWITZ
Laggiu', ad Auschwitz, lontano dalla Vistola,
amore, lungo la pianura nordica,
in un campo di morte: fredda, funebre,
la pioggia sulla ruggine dei pali
e i grovigli di ferro dei recinti:
e non albero o uccelli nell'aria grigia
o su dal nostro pensiero, ma inerzia
e dolore che la memoria lascia
al suo silenzio senza ironia o ira.
Tu non vuoi elegie, idilli: solo
ragioni della nostra sorte, qui,
tu, tenera ai contrasti della mente,
incerta a una presenza
chiara della vita. E la vita e' qui,
in ogni no che pare una certezza:
qui udremo piangere l'angelo il mostro
le nostre ore future
battere l'al di la', che e' qui, in eterno
e in movimento, non in un'immagine
di sogni, di possibile pieta'.
E qui le metamorfosi, qui i miti.
Senza nome di simboli o d'un dio,
sono cronaca, luoghi della terra,
sono Auschwitz, amore. Come subito
si muto' in fumo d'ombra
il caro corpo d'Alfeo e d'Aretusa!
Da quell'inferno aperto da una scritta
bianca: "Il lavoro vi rendera' liberi"
usci' continuo il fumo
di migliaia di donne spinte fuori
all'alba dai canili contro il muro
del tiro a segno o soffocate urlando
misericordia all'acqua con la bocca
di scheletro sotto le docce a gas.
Le troverai tu, soldato, nella tua
storia in forme di fiumi, d'animali,
o sei tu pure cenere d'Auschwitz,
medaglia di silenzio?
Restano lunghe trecce chiuse in urne
di vetro ancora strette da amuleti
e ombre infinite di piccole scarpe
e di sciarpe d'ebrei: sono reliquie
d'un tempo di saggezza, di sapienza
dell'uomo che si fa misura d'armi,
sono i miti, le nostre metamorfosi.
Sulle distese dove amore e pianto
marcirono e pieta', sotto la pioggia,
laggiu', batteva un no dentro di noi,
un no alla morte, morta ad Auschwitz,
per non ripetere, da quella buca
di cenere, la morte.
21. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: AI FRATELLI CERVI, ALLA LORO ITALIA
In tutta la terra ridono uomini vili,
principi, poeti, che ripetono il mondo
in sogni, saggi di malizia e ladri
di sapienza. Anche nella mia patria ridono
sulla pieta', sul cuore paziente, la solitaria
malinconia dei poveri. E la mia terra e' bella
d'uomini e d'alberi, di martirio, di figure
di pietra e di colore, d'antiche meditazioni.
Gli stranieri vi battono con dita di mercanti
il petto dei santi, le reliquie d'amore,
bevono vino e incenso alla forte luna
delle rive, su chitarre di re accordano
canti di vulcani. Da anni e anni
vi entrano in armi, scivolano dalle valli
lungo le pianure con gli animali e i fiumi.
Nella notte dolcissima Polifemo piange
qui ancora il suo occhio spento dal navigante
dell'isola lontana. E il ramo d'ulivo e' sempre ardente.
Anche qui dividono in sogni la natura,
vestono la morte e ridono i nemici
familiari. Alcuni erano con me nel tempo
dei versi d'amore e solitudine, nei confusi
dolori di lente macine e di lacrime.
Nel mio cuore fini' la loro storia
quando caddero gli alberi e le mura
tra furie e lamenti fraterni nella citta' lombarda.
Ma io scrivo ancora parole d'amore,
e anche questa e' una lettera d'amore
alla mia terra. Scrivo ai fratelli Cervi
non alle sette stelle dell'Orsa: ai sette emiliani
dei campi. Avevano nel cuore pochi libri,
morirono tirando dadi d'amore nel silenzio.
Non sapevano soldati filosofi poeti
di questo umanesimo di razza contadina.
L'amore, la morte, in una fossa di nebbia appena fonda.
Ogni terra vorrebbe i vostri nomi di forza, di pudore,
non per memoria, ma per i giorni che strisciano
tardi di storia, rapidi di macchine di sangue.
22. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: IL MURO
Contro di te alzano un muro
in silenzio, pietra e calce pietra e odio,
ogni giorno da zone piu' elevate
calano il filo a piombo. I muratori
sono tutti uguali, piccoli, scuri
in faccia, maliziosi. Sopra il muro
segnano giudizi sui doveri
del mondo, e se la pioggia li cancella
li riscrivono, ancora con geometrie
piu' ampie. Ogni tanto qualcuno precipita
dall'impalcatura e subito un altro
corre al suo posto. Non vestono tute
azzurre e parlano un gergo allusivo.
Alto e' il muro di roccia,
nei buchi delle travi ora s'infilano
gechi e scorpioni, pendono erbe nere.
L'oscura difesa verticale evita
da un orizzonte solo i meridiani
della terra, e il cielo non lo copre.
Di la' da questo schermo
tu non chiedi grazia ne' confusione.
23. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: IN QUESTA CITTA'
In questa citta' c'e' pure la macchina
che stritola i sogni: con un gettone
vivo, un piccolo disco di dolore
sei subito di la', su questa terra,
ignoto in mezzo ad ombre deliranti
su alghe di fosforo funghi di fumo:
una giostra di mostri
che gira su conchiglie
che si spezzano putride sonando.
E' in un bar d'angolo laggiu' alla svolta
dei platani, qui nella metropoli
o altrove. Su, gia' scatta la manopola.
24. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: ANCORA DELL'INFERNO
Non ci direte una notte gridando
dai megafoni, una notte
di zagare, di nascite, d'amori
appena cominciati, che l'idrogeno
in nome del diritto brucia
la terra. Gli animali i boschi fondono
nell'Arca della distruzione, il fuoco
e' un vischio sui crani dei cavalli,
negli occhi umani. Poi a noi morti
voi morti direte nuove tavole
della legge. Nell'antico linguaggio
altri segni, profili di pugnali.
Balbettera' qualcuno sulle scorie,
inventera' tutto ancora
o nulla nella sorte uniforme,
il mormorio delle correnti, il crepitare
della luce. Non la speranza
direte voi morti alla nostra morte
negli imbuti di fanghiglia bollente,
qui nell'inferno.
25. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: EPIGRAFE PER I CADUTI DI MARZABOTTO
Questa e' memoria di sangue
di fuoco, di martirio,
del piu' vile sterminio di popolo
voluto dai nazisti di von Kesserling
e dai loro soldati di ventura
dell'ultima servitu' di Salo'
per ritorcere azioni di guerra partigiana.
I milleottocentotrenta dell'altipiano
fucilati e arsi
da oscura cronaca contadina e operaia
entrano nella storia del mondo
col nome di Marzabotto.
Terribile e giusta la loro gloria:
indica ai potenti le leggi del diritto
il civile consenso
per governare anche il cuore dell'uomo,
non chiede compianto o ira
onore invece di libere armi
davanti alle montagne e alle selve
dove il Lupo e la sua brigata
piegarono piu' volte
i nemici della liberta'.
La loro morte copre uno spazio immenso,
in esso uomini d'ogni terra
non dimenticano Marzabotto
il suo feroce evo
di barbarie contemporanea.
26. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: EPIGRAFE PER I PARTIGIANI DI VALENZA
Questa pietra
ricorda i Partigiani di Valenza
e quelli che lottarono nella sua terra,
caduti in combattimento, fucilati, assassinati
da tedeschi e gregari di provvisorie milizie italiane.
Il loro numero e' grande.
Qui li contiamo uno per uno teneramente
chiamandoli con nomi giovani
per ogni tempo.
Non maledire, eterno straniero nella tua patria,
e tu saluta, amico della liberta'.
Il loro sangue e' ancora fresco, silenzioso
il suo frutto.
Gli eroi sono diventati uomini: fortuna
per la civilta'. Di questi uomini
non resti mai povera l'Italia.
27. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- Felice Casson, La "cellula veneta" di Ordine Nuovo, Rcs, Milano 2024, pp. 160, euro 5,99.
- Daniela Chironi, Delle Chiaie: da Valle Giulia ad AN, Rcs, Milano 2024, pp. 160, euro 5,99.
- Ambrogio Colombo, Adinolfi, Dimitri, Fiore. Da Lotta studentesca a Terza posizione, Rcs, Milano 2024, pp. 160, euro 5,99.
- Elisa Ghidini, Il golpe Borghese e il Fronte Nazionale, Rcs, Milano 2024, pp. 160, euro 5,99.
*
Riletture
- Andrea Camilleri, Le ali della sfinge, Sellerio, Palermo 2006, pp. 288.
- Andrea Camilleri, Maruzza Musumeci, Sellerio, Palermo 2007, pp. 176.
*
Riedizioni
- Eleonora Mazzoni, Il cuore e' un guazzabuglio. Vita e capolavoro del rivoluzionario Manzoni, Einaudi, Torino 2023, Rcs, Milano 2024, pp. II + 172, euro 8,99.
- Daniela Raimondi, La casa sull'argine, Nord, 2020, Rcs, Milano 2024, pp. 400, euro 8,90.
*
Gialli
- Loriano Macchiavelli, Delitti senza castigo, Einaudi, Torino 2019, Gedi, Torino 2024, pp. 270, euro 8,90 (in supplemento ai quotidiani "La Repubblica" e "La Stampa").
- Valerio Varesi, A mani vuote, Mondadori, Milano 2024, Gedi, Torino 2024, pp. 238, euro 8,90 (in supplemento ai quotidiani "La Repubblica" e "La Stampa").
*
Manuali
- Luigi Alfonsi, Letteratura latina, Sansoni, Firenze 1957, 1968, pp. IV + 516.
- Italo Lana, Letteratura latina. Disegno storico della civilta' letteraria di Roma e del mondo romano, Casa Editrice G. D'Anna, Messina-Firenze 1970, 1971, pp. 536.
28. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
29. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5351 del 12 ottobre 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e' centropacevt at gmail.com
Numero 5351 del 12 ottobre 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Movimento Nonviolento: Obiezione alla guerra, scriviamolo su tutti i muri
2. Movimento Nonviolento: La nonviolenza e' piu' forte del decreto. Il Movimento Nonviolento scrive al Senato prima del voto sul decreto anti-Gandhi
3. Movimento Nonviolento: 7 ottobre, anno orribile. Una tragedia comune. La speranza nei gruppi misti
4. Scriviamo al presidente statunitense Biden per chiedere la grazia per Leonard Peltier
5. Omero Dellistorti: Bei tempi
6. Omero Dellistorti: L'intrusione
7. A costo di sembrare il solito grillo parlante... (novembre 2023)
8. Cosa possiamo (e dobbiamo) realmente fare contro la guerra in corso in Europa? (aprile 2023)
9. Salvatore Quasimodo: Ed e' subito sera
10. Salvatore Quasimodo: Rifugio d'uccelli notturni
11. Salvatore Quasimodo: Dove morti stanno ad occhi aperti
12. Salvatore Quasimodo: Isola di Ulisse
13. Salvatore Quasimodo: Alle fronde dei salici
14. Salvatore Quasimodo: Giorno dopo giorno
15. Salvatore Quasimodo: Milano, agosto 1943
16. Salvatore Quasimodo: Uomo del mio tempo
17. Salvatore Quasimodo: Anno Domini MCMXLVII
18. Salvatore Quasimodo: Il mio paese e' l'Italia
19. Salvatore Quasimodo: Ai quindici di Piazzale Loreto
20. Salvatore Quasimodo: Auschwitz
21. Salvatore Quasimodo: Ai fratelli Cervi, alla loro Italia
22. Salvatore Quasimodo: Il muro
23. Salvatore Quasimodo: In questa citta'
24. Salvatore Quasimodo: Ancora dell'inferno
25. Salvatore Quasimodo: Epigrafe per i caduti di Marzabotto
26. Salvatore Quasimodo: Epigrafe per i partigiani di Valenza
27. Segnalazioni librarie
28. La "Carta" del Movimento Nonviolento
29. Per saperne di piu'
1. REPETITA IUVANT. MOVIMENTO NONVIOLENTO: OBIEZIONE ALLA GUERRA, SCRIVIAMOLO SU TUTTI I MURI
[Riceviamo e diffondiamo]
La Campagna di Obiezione alla guerra presenta un nuovo strumento operativo: un poster diffuso a livello nazionale.
*
La Campagna di Obiezione alla guerra presenta un nuovo strumento operativo:
un poster diffuso a livello nazionale con il simbolo del fucile spezzato e la scritta "Con la nonviolenza: per cessare il fuoco bisogna non sparare, per fermare la guerra bisogna non farla".
Il volantone, inviato a tutti gli iscritti e ai Centri del Movimento Nonviolento, agli abbonati alla rivista Azione nonviolenta e a tutti coloro che ne faranno richiesta, rilancia la Dichiarazione di obiezione di coscienza rivolta a chi rifiuta la chiamata alle armi e contiene tutte le informazioni su quanto realizzato finora a sostegno degli obiettori di coscienza di Russia, Ucraina, Bielorussia, Israele e Palestina, e i prossimi obiettivi che la Campagna vuole raggiungere.
Sono ormai centinaia di migliaia gli obiettori, disertori, renitenti alla leva che nei luoghi di guerra, rifiutano le armi e la divisa, negandosi al reclutamento militare, ripudiando il proprio esercito senza passare a quello avverso. Alcuni affrontano processo e carcere, altri espatriano, altri ancora scappano o si nascondono. Il Movimento Nonviolento ha scelto di stare dalla loro parte, di sostenerli concretamente, di difendere il loro diritto umano alla vita e alla pace, e di chiedere all'Unione Europea e al Governo italiano di riconoscere, per loro e per chi firma la Dichiarazione, lo "status" di obiettori di coscienza.
La Campagna si sviluppa su due direttrici:
- la raccolta fondi per sostenere nelle loro attivita' i movimenti nonviolenti di Russia, Bielorussia, Ucraina, Israele e Palestina, le spese legali per i processi che obiettori e nonviolenti di quei paesi subiscono, per aiutare chi espatria per non farsi arruolare, per gli strumenti di informazione necessari a diffondere la scelta dell'obiezione;
- la diffusione della Dichiarazione di Obiezione di coscienza alla guerra e alla sua preparazione, il rifiuto della chiamata alle armi e fin da ora della futura mobilitazione militare. La procedura e' semplice: si compila e si sottoscrive la Dichiarazione (per tutti, giovani o adulti, donne e uomini ) rivolta ai Presidenti della Repubblica e del Consiglio.
Sul sito del Movimento Nonviolento azionenonviolenta.it alla voce Obiezione alla guerra si trovano tutti gli aggiornamenti e la possibilita' di adesione e contribuzione.
Movimento Nonviolento
Settembre 2024
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Movimento Nonviolento
via Spagna, 8, 37123 Verona
Tel 045 8009803
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2. REPETITA IUVANT. MOVIMENTO NONVIOLENTO: LA NONVIOLENZA E' PIU' FORTE DEL DECRETO. IL MOVIMENTO NONVIOLENTO SCRIVE AL SENATO PRIMA DEL VOTO SUL DECRETO ANTI-GANDHI
[Riceviamo e diffondiamo]
– Al Presidente del Senato
– Ai Senatori e alle Senatrici di tutti i gruppi parlamentari
– Ai Senatori a vita
Egregi membri del Senato della Repubblica,
ci rivolgiamo a Voi che siete chiamati a discutere e votare il Ddl 1660 proveniente dalla Camera, il cosiddetto "Decreto Sicurezza" o peggio "anti-Gandhi".
Noi rappresentiamo il Movimento Nonviolento (fondato nel 1962 dal filosofo Aldo Capitini) che storicamente si ispira, nei valori e nella pratica, alla nonviolenza gandhiana, appunto.
Siamo stati obiettori di coscienza al servizio militare, affrontando processi e carcere per affermare un principio inalienabile di coscienza, riconosciuto poi dalla Legge che ha accolto le nostre ragioni morali, istituendo il servizio civile alternativo.
Abbiamo sostenuto denunce e processi per "istigazione" per aver promosso e attuato la Campagna di obiezione di coscienza alle spese militari, l'obiezione fiscale, per cui abbiamo subito pignoramenti e sanzioni amministrative. Ma non ci siamo fermati, fino ad ottenere il riconoscimento con Sentenze della Corte Costituzionale, perche' abbiamo preferito "pagare per la pace, anziche' per la guerra".
Siamo stati arrestati e processati per aver fermato, con blocchi ferroviari, treni che trasportavano armi nei teatri di guerra. Poi abbiamo ottenuto assoluzioni piene per aver agito per alti valori morali.
Abbiamo praticato la disobbedienza civile per impedire l'installazione dei missili a Comiso, che poi sono stati ritirati. Abbiamo bloccato l'entrata nella basi militari dove erano depositate armi nucleari. Abbiamo manifestato pacificamente davanti a tribunali e carceri militari, anche quando era vietato, salvo poi veder riconosciuto il nostro diritto democratico a farlo.
Abbiamo marciato nei territori militarizzati, violando il divieto di entrare nelle servitu' militari.
Abbiamo bloccato il traffico ferroviario e stradale per protestare contro l'installazione delle centrali nucleari, che poi un referendum popolare ha eliminato, dandoci ragione.
Vi abbiamo raccontato brevemente la nostra storia, che e' anche pratica attuale, per dirVi che nessun decreto fermera' mai la forza della nonviolenza che, come diceva Gandhi, e' la forza piu' potente a disposizione dell'umanita' (piu' potente della bomba atomica, perche' l'atomica ha una forza distruttiva, mentre la nonviolenza ha una forza creatrice).
Il Decreto che Vi accingete a votare ha un carattere solo repressivo, aumentando le pene e introducendo nuovi reati: dimostra che chi l'ha concepito e' mosso dalla paura. I regimi basati sulla paura, la violenza, lo stato di polizia, alla fine sono sempre crollati sotto la spinta dei popoli che si liberano. La storia di Gandhi e della nonviolenza lo sta a dimostrare.
Sappiate che mai nessuna legge, mai nessun carcere, ha fermato la forza attiva e liberatrice della nonviolenza dei forti. La disobbedienza civile, la non collaborazione, l'azione diretta nonviolenta, lo sciopero, il boicottaggio, l'obiezione di coscienza, sono immensamente piu' forti e puri di qualsiasi Decreto.
Vi auguriamo di votare in piena coscienza. Ed ora, buon voto a Voi.
Movimento Nonviolento
Verona, 25 settembre 2024
3. REPETITA IUVANT. MOVIMENTO NONVIOLENTO: 7 OTTOBRE, ANNO ORRIBILE. UNA TRAGEDIA COMUNE. LA SPERANZA NEI GRUPPI MISTI
[Riceviamo e diffondiamo]
Il 7 ottobre e' diventato una data simbolo, come l'11 settembre, di eventi drammatici che non devono essere censurati o dimenticati. Il terrorismo fanatico, l'odio organizzato, hanno colpito barbaramente e scatenato la vendetta, innescando una micidiale spirale di guerra. Un male che ha generato ancora piu' male. Sangue chiama sangue.
Un anno fa, milizie armate si sono accanite contro un raduno per la pace, portando la morte a chi stava celebrando la vita con la musica, hanno saccheggiato gli insediamenti che cercavano il dialogo, hanno massacrato e rapito in base all'odio etnico. Le vittime di quel terrorismo sono stati i civili. La reazione ha seguito la stessa logica, moltiplicata esponenzialmente, spropositata, inaccettabile.
Non occhio per occhio, ma cento morti per ogni morto. Il 7 ottobre fece 1200 morti israeliani, la vendetta un anno dopo conta 42000 palestinesi: la contabilita' dell'orrore!
Il terrorismo ha generato guerra, una guerra che fa strage di civili e che e' una forma di terrorismo su larga scala. Terrorismo e guerra, entrambi al di fuori del diritto internazionale, entrambi contro la giustizia, contro la vita e l'umanita'.
Ora siamo qui a piangere i morti del 7 ottobre e a piangere i morti di Gaza e del Libano. Massacro, strage, genocidio, nemmeno le parole sono adeguate alla tragedia epocale che stiamo vivendo.
Nel buio totale, l'unica fiammella di speranza e' data dai gruppi misti, israelo-palestinesi, che cercano una via di dialogo e riconciliazione. Gli obiettori israeliani e i pacifisti palestinesi, uniti contro l'occupazione, il militarismo e il terrorismo, sono la nostra speranza.
La sola ragione per cui valga la pena di manifestare, prima e dopo il 7 ottobre, e' la pace: l'assunzione di responsabilita' per fare pace e la richiesta di pace, dal basso e dall'alto.
Vietare la libera espressione pacifica del pensiero, non ha senso, e' solo un segno di paura e di debolezza. Noi, amiche e amici della nonviolenza, non impediremo mai a nessuno di esprimere il proprio pensiero, anche se becero e truce. L'unico divieto che concepiamo e' quello all'uso delle armi e della violenza.
"Divieto di guerra" e' l'ordine che ci piacerebbe veder imposto dal governo, per vivere il lutto come tragedia comune, onorare i morti israeliani del 7 ottobre e i morti palestinesi dell'anno orribile che ne e' seguito.
Movimento Nonviolento
www.azionenonviolenta.it
4. REPETITA IUVANT. SCRIVIAMO AL PRESIDENTE STATUNITENSE BIDEN PER CHIEDERE LA GRAZIA PER LEONARD PELTIER
Scriviamo al presidente statunitense Biden per chiedere la grazia per Leonard Peltier.
E' consuetudine dei presidenti statunitensi giunti a fine mandato di concedere la grazia ad alcuni detenuti.
Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano, difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra.
Leonard Peltier, che a settembre compira' 80 anni, da 48 anni e' detenuto per un crimine che non ha commesso.
Leonard Peltier e' gravemente malato, e le sue malattie non possono essere curate adeguatamente in carcere.
Affinche' non muoia in carcere un uomo innocente, affinche' Leonard Peltier possa tornare libero e trascorrere con i suoi familiari questo poco tempo che gli resta da vivere, la cosa piu' importante ed urgente da fare adesso e' scrivere a Biden per chiedere che conceda la grazia a Leonard Peltier.
*
Per scrivere a Biden la procedura e' la seguente.
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: scrivere un breve testo (di seguito una traccia utilizzabile):
Egregio Presidente degli Stati Uniti d'America,
le scriviamo per chiederle di concedere la grazia al signor Leonard Peltier.
Leonard Peltier ha quasi 80 anni ed e' affetto da plurime gravi patologie che non possono essere adeguatamente curate in carcere: gli resta poco da vivere.
Leonard Peltier ha subito gia' 48 anni di carcere per un delitto che non ha commesso: la sua liberazione e' stata chiesta da Nelson Mandela e da madre Teresa di Calcutta, dal Dalai Lama e da papa Francesco, da Amnesty International, dal Parlamento Europeo, dall'Onu, da milioni di esseri umani.
Egregio Presidente degli Stati Uniti d'America,
restituisca la liberta' a Leonard Peltier; non lasci che muoia in carcere un uomo innocente.
Distinti saluti.
*
Sollecitiamo chi legge questo comunicato ad aderire all'iniziativa e a diffondere l'informazione.
Free Leonard Peltier.
Mitakuye Oyasin.
5. NUOVE STORIE DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: BEI TEMPI
- Quelli si' che erano bei tempi, eh?
- Scusi?
- Dicevo che quelli erano bei tempi.
- Quelli quali?
- Come quali? Quelli.
- Se lo dice lei.
- Perché, non e' d'accordo?
- Io non ho detto niente.
- Ah, fa pure il beffardo?
- Come dice?
- Insiste?
- Non capisco.
- Ah no?
- No, mi spiace.
- Ah, ti spiace? E che ti spiace, eh?
- Mi spiace di questo evidente equivoco?
- Equivoco? Chi sarebbe equivoco, eh? Misura le parole, bel tomo.
- Senta...
- Io non sento un bel niente, voglio delle scuse, e subito.
- Delle scuse?
- Indefettibilmente.
- E che significa?
- Cosa?
- Indefettibilmente.
- Non faccia lo spiritoso con me, non faccia lo spiritoso.
- Non faccio lo spiritoso.
- Le sembro l'ultimo dei fessi?
- Come?
- Le sembro l'ultimo dei fessi, eh?
- Non l'ho mai detto.
- Pero' lo ha pensato.
- Non l'ho neppure pensato, nemmeno la conosco.
- Ma ti conosco io ti conosco.
- Lei mi conosce?
- Conosco tutti quelli come te.
- Ma a me personalmente mi conosce o no?
- Ohe', e che pensi di farmi un interrogatorio? Lo faccio io a te l'interrogatorio, non tu a me.
- Io non voglio essere interrogato da nessuno.
- No?
- No.
- E staffilato?
- Che dice?
- Staffilato.
- Ma che lingua parla, io non la capisco.
- Lo immaginavo. Clandestino, eh?
- Clandestino?
- Si', cocco di mamma, un clandestino furbetto del quartierino, eh?
- Io non sono un clandestino.
- No?
- No.
- Parli la mia lingua?
- Certo che la parlo.
- Pero' poco fa hai detto che non la parli.
- Non ho capito quella parola.
- Quale parola?
- Non lo so, non l'ho capita.
- Come volevasi dimostrare: non parli la mia lingua. Sei venuto col barcone, eh?
- Quale barcone?
- Quello che ci sei venuto qui.
- No, guardi, io qui ci abito.
- Adesso, ma prima?
- Anche prima. Ci sono nato.
- Bum.
- Ci sono nato.
- Bum.
- Le dico che ci sono nato.
- Lo sai che dare false generalita' e' un reato penale? Si va sul penale, lo sai?
- Ma io non ho fatto niente.
- Dicono tutti cosi'.
- Ma lei chi e', scusi, lei chi e'?
- Chi sono io? No, figliuolo, chi sei tu.
- Io lo so chi sono, ma non so chi sia lei.
- Anch'io lo so chi sono, e so anche cosa sei tu.
- E cosa sarei?
- Un clandestino, un clandestino pirla.
- Pirla?
- Non lo sai che significa pirla, eh, pirla?
- Non lo so no, e allora?
- E allora ecco la prova provata, la prova regina: che sei pirla e un clandestino. Adesso chiamo gli amici.
- Gli amici?
- Gli amici, si', gli mando un messaggio su uozzappa, lo sai che e' uozzappa?
- No che non lo so.
- E certo, perche' sei un selvaggio come tutti i clandestini, non sai neppure che e' uozzappa.
- Va bene, io adesso me ne vado.
- E no che non te ne vai, tu resti qui buono buono e aspetti con me che arrivino gli amici.
- Quali amici?
- Quelli che ho chiamato adesso col messaggio di uozzappa.
- Io non li conosco.
- E' chiaro che non li conosci, mica sono amici tuoi e dei clandestini, sono amici miei dell'Associazione Nazionale Per L'Assolutista Supremazia Degli Italiani Veri: ANPLASDIV.
- Non ho capito.
- Cosa non hai capito? ANPLASDIV?
- Proprio.
- Poco male, perche' tanto poi te la marchiamo sulla fronte col fuoco.
- Lei scherza.
- Per niente affatto. Un patriota non scherza su queste cose, ed io modestamente sono un patriota, iscritto all'ANPLASVID.
- io me ne vado.
- Neanche per sogno, tu resti qui caro il mio clandestino.
- Ma che fa? Mi lasci.
- Buono che e' meglio.
- Mi lasci, le dico.
- Perche', altrimenti che fai?
- Chiedo aiuto.
- E chi lo aiuta un clandestino ladro stupratore e spacciatore?
- Io non sono un clandestino, non sono un ladro, non sono uno stupratore e non sono uno spacciatore.
- Adesso no, perche' ti ho catturato.
- Mi lasci, mi lasci.
- Stai tranquillino stai, lo vedi? Gli amici sono arrivati. Adesso ti carichiamo sul furgone e ti portiamo alla discarica.
- Quale discarica?
- Quella dei cadaveri dei clandestini, no?
- Io non sono un cadavere.
- Ancora no, ancora no, ma dopo che ci siamo divertiti a farti qualche bel lavoretto, vedrai, vedrai.
- Aiuto!
- Non ti sente nessuno, entra nel furgone.
- No. Aiuto! Aiuto!
- Ti devo dare la scossa elettrica? Guarda che ti do la scossa elettrica.
- Aiuto! Aiuto!
- Ecco qua. Sei contento adesso? Lo vedi come ti sei ridotto? Con le convulsioni, la bava alla bocca e che puzzi di piscio. Forza, ragazzi, carichiamo 'sto puzzone e andiamo. Viva la nazione! Padroni a casa nostra! Difesa dei confini! E della razza italica! Frateelli, d'Itaaja, l'Itaaja s'e' deesta...
6. NUOVE STORIE DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: L'INTRUSIONE
- Perche' non la sveglia?
- Prego?
- Dico: perche' non la sveglia.
- Perche' non la sveglio?
- Certo. A quest'ora. Oltretutto qui, in luogo pubblico.
- Il fatto e' che si e' addormentata proprio poco fa, dopo una notte insonne.
- E' sua moglie?
- Si', e' la mia signora.
- E certo che passa le notti insonni. Se lei la fa dormire di giorno, eh.
- Anch'io vorrei che dormisse di notte.
- E allora la svegli, no? Che aspetta?
- Piu' tardi si', si' che la sveglio. Ma adesso preferirei farla riposare un po'.
- Lei sta sbagliando tutto, sa?
- Puo' darsi.
- No, non "puo' darsi", e' sicuro. E' sicuro, creda a me.
- Puo' darsi che abbia ragione lei.
- E allora faccia come le dico, no? Forza, la svegli.
- E' che puo' darsi anche che abbia ragione io.
- No, non credo proprio.
- Chi lo sa.
- Glielo dico io, e adesso la svegli.
- Mi scusi, ma lei chi e'?
- Come?
- Le ho chiesto lei chi e', perche' non mi sembra di conoscerla.
- Ah, la mette cosi'?
- Le ho solo chiesto chi lei sia.
- E insiste anche.
- Guardi, sicuramente e' una mia dimenticanza, mi aiuti a ricordare. Glielo chiedo per favore.
- Una sua dimenticanza? Quale dimenticanza? Quella delle buone maniere?
- Le ho solo chiesto chi e' lei.
- chi sono io, eh?
- Si', magari non l'ho riconosciuta, sa.
- Magari, eh?
- Dico sul serio, senza offesa.
- Senza offesa, dice?
- Senza offesa, certo.
- E lo decide lei cosa e' una offesa e cosa non lo e'?
- Non capisco.
- Adesso fa lo gnorri, vero?
- Sinceramente non capisco, ma se le mie parole l'hanno irritata, come sembra, le chiedo scusa, non era mia intenzione.
- Lei e' proprio un bel tipo, sa? Un tipo proprio divertente.
- Non direi. Ma che c'entra?
- Che c'entra che?
- Il divertente.
- Ha ragione, lei non e' affatto divertente, e' solo indisponente.
- Se lo dice lei...
- E' chiaro che lo dico io, chi dovrebbe dirlo, siamo solo noi due qui, e la signora - che dorme a quest'ora e in questo posto del tutto inappropriato. Sa che le dico? Adesso chiamo le guardie cosi' vediamo.
- E perché dovrebbe chiamare le guardie?
- Per non doverci mettere le mani io. Non che io non sia capace di darle la lezione che si merita, che gliela saprei dare e lei se la ricorderebbe per un pezzo, eccome, altroche', se la ricorderebbe, se la ricorderebbe per un bel pezzo. E le farebbe anche proprio bene, proprio come si merita, caro lei.
- Mi sta minacciando?
- La sto avvertendo, perché sono una persona educata, non come lei.
- Guardi, mi sembra che adesso lei stia proprio esagerando.
- Ma se ancora non ho neppure cominciato, fiorellino. Non ho neppure cominciato, e prega il cielo che non cominci perche' altrimenti...
- Altrimenti cosa, mi scusi.
- Altrimenti cosa?
- Si', altrimenti cosa.
- Altrimenti ne buschi un fracco e una sporta. Ti sta bene cosi'?
- Senta, io non so come lei si permetta...
- Come mi permetto io? Ma come ti permetti tu, buffoncello da quattro soldi.
- Mi scusi, ma lei sta andando veramente troppo oltre.
- Adesso lo vediamo chi sta andando troppo oltre. Che ne pensi di questo?
- Ah. Ahi. Ma cosa fa?
- Ti do una ripassata, cicciobello. Cosi' capisci l'antifona e impari ad essere rispettoso.
- Ah. Oh. Ah. Ahia. Si fermi. Si fermi, le dico.
- Ecco, stattene sdraiato giu' per terra, a cuccia, e non ti muovere senno' ricomincio. E adesso svegliamo la signora.
- Non credo proprio.
- Ah no? Signora, signora si svegli. Si svegli, ho detto.
- No che non si sveglia.
- Zitto tu, a cuccia. Signora, signora! Maccheccavolo, ma questo e' sangue, un lago di sangue. Guarda che tagli, ci credo. Maccheccavolo, ma e' morta.
- Gia'.
- L'hai ammazzata tu?
- Gia' gia'.
- Allora io, caro signore, l'avevo proprio sottovalutata, si alzi, si alzi pure, e mi scusi, eh, mi scusi se mi sono permesso, sono veramente spiacente di aver trasceso cosi', voglia scusarmi. Non immaginavo che anche lei fosse un vero uomo, un uomo come si deve, un uomo perbene. Anzi, permetta che le stringa la mano. C'e' un bar qui vicino, posso offrirle un caffe'?
7. REPETITA IUVANT. A COSTO DI SEMBRARE IL SOLITO GRILLO PARLANTE... (NOVEMBRE 2023)
Ci sono alcune cose che vanno pur dette, e allora diciamole.
*
Ogni manifestazione a favore dell'esistenza dello stato di Israele che non s'impegni anche per la nascita dello stato di Palestina rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione a sostegno del popolo palestinese che non s'impegni anche a sostegno del popolo ebraico rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da un'organizzazione terrorista e non quelle commesse da uno stato e' peggio che inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da uno stato e non quelle commesse da un'organizzazione terrorista e' peggio che inutile.
*
Sia il popolo palestinese che il popolo ebraico sono realmente minacciati di genocidio.
E' compito dell'umanita' intera impedire questi genocidi, tutti i genocidi.
Per impedire il genocidio del popolo ebraico e' indispensabile l'esistenza dello stato di Israele.
Per immpedire il genocidio del popolo palestinese e' indispensabile l'esistenza dello stato di Palestina.
*
Allo stato di Israele chiediamo:
1. di cessare la guerra a Gaza e il sostegno alle violenze dei coloni in Cisgiordania.
2. di cessare di occupare i territori palestinesi e di riconoscere l'esistenza dello stato di Palestina nei territori della Cisgiordania e di Gaza devolvendo immediatamente tutte le funzioni giurisdizionali ed amministrative e le risorse relative all'Autorita' Nazionale Palestinese - intesa come governo provvisorio dello stato di Palestina fino alle elezioni democratiche -.
3. di sgomberare immediatamente le illegali colonie nei territori occupati, restituendo quelle aree al popolo palestinese.
4. di concordare con l'Autorita' Nazionale Palestinese l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di essere una piena democrazia abrogando ogni misura legislativa ed amministrativa di discriminazione razzista.
*
All'Autorita' Nazionale Palestinese chiediamo:
1. di assumere immediatamente il governo della Striscia di Gaza.
2. di adoperarsi ivi per l'immediata liberazione di tutte le persone rapite da Hamas.
3. di organizzare lo stato di Palestina indipendente e democratico.
4. di concordare con lo stato di Israele l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di adoperarsi affinche' nessuno stato arabo o musulmano possa piu' proseguire in una politica antisraeliana ed antiebraica prendendo abusivamente a pretesto la causa palestinese.
*
All'Onu chiediamo:
1. un piano straordinario di aiuti per la Palestina.
2. una deliberazione dell'Assemblea Generale che riconoscendo i due stati di Israele e di Palestina vincoli tutti gli stati membri delle Nazioni Unite a cessare ogni politica di negazione dello stato di Israele, ogni politica di persecuzione antiebraica.
*
Agli stati ed agli organismi politici sovranazionali d'Europa (l'Europa che e' il continente in cui si sono realizzati la bimillenaria persecuzione antiebraica e l'orrore assoluto della Shoah; l'Europa che e' il continente i cui principali stati hanno oppresso i popoli del resto del mondo con il razzismo, il colonialismo, l'imperialismo fin genocida) chiediamo:
1. di risarcire adeguatamente sia lo stato di Israele che lo stato di Palestina per le sofferenze inflitte ai loro popoli sia direttamente che indirettamente.
2. di contrastare il fascismo e il razzismo, l'antisemitismo e l'islamofobia, tutte le ideologie di odio e le organizzazioni che le praticano e le diffondono, e tutti i crimini conseguenti.
*
Fermare la guerra.
Fermare le stragi.
Restituire la liberta' a tutte le persone che ne sono state private.
Riconoscere e proteggere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.
8. REPETITA IUVANT. COSA POSSIAMO (E DOBBIAMO) REALMENTE FARE CONTRO LA GUERRA IN CORSO IN EUROPA? (APRILE 2023)
Certo, continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime.
Certo, continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre.
Certo, continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente.
Certo, continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani, sempre e solo uccide gli esseri umani, sempre e solo uccide gli esseri umani.
Certo, continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino.
Certo, continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
*
Tutto cio' e' buono e giusto, ma non basta.
Occorre fare anche altre cose che solo noi qui in Europa occidentale possiamo e dobbiamo fare.
E le cose che possiamo e dobbiamo fare sono queste:
1. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale contrastare anche qui la macchina bellica, l'industria armiera, i mercanti di morte, la follia militarista, i governanti stragisti: paralizzare i poteri assassini occorre.
2. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di mettere il veto ad ogni iniziativa della Nato, l'organizzazione terrorista e stragista di cui i nostri paesi tragicamente fanno parte: paralizzare immediatamente i criminali della Nato occorre, e successivamente procedere allo scioglimento della scellerata organizzazione.
3. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di cessare di armare ed alimentare la guerra e sostenere invece l'impegno per l'immediato cessate il fuoco ed immediate trattative di pace.
4. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di restituire all'Onu la funzione e il potere di abolire il flagello della guerra.
5. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
6. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica della sicurezza comune dell'umanita' intera fondata sulla Difesa popolare nonviolenta, sui Corpi civili di pace, sulle concrete pratiche che inverino l'affermazione del diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta' di tutti i popoli e di tutte le persone.
7. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica comune di attiva difesa dell'intero mondo vivente prima che la catastrofe ambientale in corso sia irreversibile.
*
E' questa la nostra opinione fin dall'inizio della tragedia in corso.
Ci sembra che senza queste azioni nonviolente la guerra, le stragi e le devastazioni non saranno fermate.
Troppi esseri umani sono gia' stati uccisi per la criminale follia dei governanti.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi per la salvezza comune dell'umanita' intera.
Sia massima universalmente condivisa la regola aurea che afferma: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
9. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: ED E' SUBITO SERA
[Riproponiamo ancora una volta i seguenti versi di Salvatore Quasimodo.
Salvatore Quasimodo (Modica, 20 agosto 1901 - Napoli, 14 giugno 1968) e' tra i maggiori poeti del Novecento; lo ricordiamo con gratitudine per la sua opera di poeta, di testimone e di lottatore per la dignita' umana e la liberazione di tutte le oppresse e tutti gli oppressi. Tra le opere di Salvatore Quasimodo: Poesie e discorsi sulla poesia, Mondadori, Milano 1971, 2012; oltre l'opera in versi si legga almeno anche Il poeta e il politico e altri saggi, Mondadori, Milano 1967. Tra le opere su Salvatore Quasimodo, per una prima introduzione: Giuseppe Zagarrio, Salvatore Quasimodo, La Nuova Italia, Firenze 1969, 1974; Gilberto Finzi, Invito alla lettura di Salvatore Quasimodo, Mursia, Milano 1972, 1976; Mirko Bevilacqua (a cura di), La critica e Quasimodo, Cappelli, Bologna 1976]
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed e' subito sera.
10. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: RIFUGIO D'UCCELLI NOTTURNI
In alto c'e' un pino distorto;
sta intento ed ascolta l'abisso
col fusto piegato a balestra.
Rifugio d'uccelli notturni,
nell'ora piu' alta risuona
d'un battere d'ali veloce.
Ha pure un suo nido il mio cuore
sospeso nel buio, una voce;
sta pure in ascolto, la notte.
11. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: DOVE MORTI STANNO AD OCCHI APERTI
Seguiremo case silenziose
dove morti stanno ad occhi aperti
e bambini gia' adulti
nel riso che li attrista,
e fronde battono a vetri taciti
a mezzo delle notti.
Avremo voci di morti anche noi,
se pure fummo vivi talvolta
o il cuore delle selve e la montagna,
che ci sospinse ai fiumi,
non ci volle altro che sogni.
12. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: ISOLA DI ULISSE
Ferma e' l'antica voce.
Odo risonanze effimere,
oblio di piena notte
nell'acqua stellata.
Dal fuoco celeste
nasce l'isola di Ulisse.
Fiumi lenti portano alberi e cieli
nel rombo di rive lunari.
Le api, amata, ci recano l'oro:
tempo delle mutazioni, segreto.
13. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: ALLE FRONDE DEI SALICI
E come potevano noi cantare
Con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull'erba dura di ghiaccio, al lamento
d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
14. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: GIORNO DOPO GIORNO
Giorno dopo giorno: parole maledette e il sangue
e l'oro. Vi riconosco, miei simili, mostri
della terra. Al vostro morso e' caduta la pieta'
e la croce gentile ci ha lasciati.
E piu' non posso tornare nel mio eliso.
Alzeremo tombe in riva al mare, sui campi dilaniati,
ma non uno dei sarcofaghi che segnano gli eroi.
Con noi la morte ha piu' volte giocato:
s'udiva nell'aria un battere monotono di foglie
come nella brughiera se al vento di scirocco
la folaga palustre sale sulla nube.
15. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: MILANO, AGOSTO 1943
Invano cerchi tra la polvere,
povera mano, la citta' e' morta.
E' morta: s'e' udito l'ultimo rombo
sul cuore del Naviglio. E l'usignolo
e' caduto dall'antenna, alta sul convento,
dove cantava prima del tramonto.
Non scavate pozzi nei cortili:
i vivi non hanno piu' sete.
Non toccate i morti, cosi' rossi, cosi' gonfi:
lasciateli nella terra delle loro case:
la citta' e' morta, e' morta.
16. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: UOMO DEL MIO TEMPO
Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
- t'ho visto - dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T'ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
quando il fratello disse all'altro fratello:
"Andiamo ai campi". E quell'eco fredda, tenace,
e' giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.
17. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: ANNO DOMINI MCMXLVII
Avete finito di battere i tamburi
a cadenza di morte su tutti gli orizzonti
dietro le bare strette alle bandiere,
di rendere piaghe e lacrime a pieta'
nelle citta' distrutte, rovina su rovina.
E piu' nessuno grida: "Mio Dio
perche' m'hai lasciato?". E non scorre piu' latte
ne' sangue dal petto forato. E ora
che avete nascosto i cannoni fra le magnolie,
lasciateci un giorno senz'armi sopra l'erba
al rumore dell'acqua in movimento,
delle foglie di canna fresche tra i capelli
mentre abbracciamo la donna che ci ama.
Che non suoni di colpo avanti notte
l'ora del coprifuoco. Un giorno, un solo
giorno per noi, padroni della terra,
prima che rulli ancora l'aria e il ferro
e una scheggia ci bruci in piena fronte.
18. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: IL MIO PAESE E' L'ITALIA
Piu' i giorni s'allontanano dispersi
e piu' ritornano nel cuore dei poeti.
La' i campi di Polonia, la piana di Kutno
con le colline di cadaveri che bruciano
in nuvole di nafta, la' i reticolati
per la quarantena d'Israele,
il sangue tra i rifiuti, l'esantema torrido,
le catene di poveri gia' morti da gran tempo
e fulminati sulle fosse aperte dalle loro mani,
la' Buchenwald, la mite selva di faggi,
i suoi forni maledetti; la' Stalingrado,
e Minsk sugli acquitrini e la neve putrefatta.
I poeti non dimenticano. Oh la folla dei vili,
dei vinti, dei perdonati dalla misericordia!
Tutto si travolge, ma i morti non si vendono.
Il mio paese e' l'Italia, o nemico piu' straniero,
e io canto il suo popolo e anche il pianto
coperto dal rumore del suo mare,
il limpido lutto delle madri, canto la sua vita.
19. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: AI QUINDICI DI PIAZZALE LORETO
Esposito, Fiorani, Fogagnolo,
Casiraghi, chi siete? Voi nomi, ombre?
Soncini, Principato, spente epigrafi,
voi, Del Riccio, Temolo, Vertemati,
Gasparini? Foglie d'un albero
di sangue, Galimberti, Ragni, voi,
Bravin, Mastrodomenico, Poletti?
O caro sangue nostro che non sporca
la terra, sangue che inizia la terra
nell'ora dei moschetti. Sulle spalle
le vostre piaghe di piombo ci umiliano:
troppo tempo passo'. Ricade morte
da bocche funebri, chiedono morte
le bandiere straniere sulle porte
ancora delle vostre case. Temono
da voi la morte, credendosi vivi.
La nostra non e' guardia di tristezza,
non e' veglia di lacrime alle tombe;
la morte non da' ombra quando e' vita.
20. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: AUSCHWITZ
Laggiu', ad Auschwitz, lontano dalla Vistola,
amore, lungo la pianura nordica,
in un campo di morte: fredda, funebre,
la pioggia sulla ruggine dei pali
e i grovigli di ferro dei recinti:
e non albero o uccelli nell'aria grigia
o su dal nostro pensiero, ma inerzia
e dolore che la memoria lascia
al suo silenzio senza ironia o ira.
Tu non vuoi elegie, idilli: solo
ragioni della nostra sorte, qui,
tu, tenera ai contrasti della mente,
incerta a una presenza
chiara della vita. E la vita e' qui,
in ogni no che pare una certezza:
qui udremo piangere l'angelo il mostro
le nostre ore future
battere l'al di la', che e' qui, in eterno
e in movimento, non in un'immagine
di sogni, di possibile pieta'.
E qui le metamorfosi, qui i miti.
Senza nome di simboli o d'un dio,
sono cronaca, luoghi della terra,
sono Auschwitz, amore. Come subito
si muto' in fumo d'ombra
il caro corpo d'Alfeo e d'Aretusa!
Da quell'inferno aperto da una scritta
bianca: "Il lavoro vi rendera' liberi"
usci' continuo il fumo
di migliaia di donne spinte fuori
all'alba dai canili contro il muro
del tiro a segno o soffocate urlando
misericordia all'acqua con la bocca
di scheletro sotto le docce a gas.
Le troverai tu, soldato, nella tua
storia in forme di fiumi, d'animali,
o sei tu pure cenere d'Auschwitz,
medaglia di silenzio?
Restano lunghe trecce chiuse in urne
di vetro ancora strette da amuleti
e ombre infinite di piccole scarpe
e di sciarpe d'ebrei: sono reliquie
d'un tempo di saggezza, di sapienza
dell'uomo che si fa misura d'armi,
sono i miti, le nostre metamorfosi.
Sulle distese dove amore e pianto
marcirono e pieta', sotto la pioggia,
laggiu', batteva un no dentro di noi,
un no alla morte, morta ad Auschwitz,
per non ripetere, da quella buca
di cenere, la morte.
21. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: AI FRATELLI CERVI, ALLA LORO ITALIA
In tutta la terra ridono uomini vili,
principi, poeti, che ripetono il mondo
in sogni, saggi di malizia e ladri
di sapienza. Anche nella mia patria ridono
sulla pieta', sul cuore paziente, la solitaria
malinconia dei poveri. E la mia terra e' bella
d'uomini e d'alberi, di martirio, di figure
di pietra e di colore, d'antiche meditazioni.
Gli stranieri vi battono con dita di mercanti
il petto dei santi, le reliquie d'amore,
bevono vino e incenso alla forte luna
delle rive, su chitarre di re accordano
canti di vulcani. Da anni e anni
vi entrano in armi, scivolano dalle valli
lungo le pianure con gli animali e i fiumi.
Nella notte dolcissima Polifemo piange
qui ancora il suo occhio spento dal navigante
dell'isola lontana. E il ramo d'ulivo e' sempre ardente.
Anche qui dividono in sogni la natura,
vestono la morte e ridono i nemici
familiari. Alcuni erano con me nel tempo
dei versi d'amore e solitudine, nei confusi
dolori di lente macine e di lacrime.
Nel mio cuore fini' la loro storia
quando caddero gli alberi e le mura
tra furie e lamenti fraterni nella citta' lombarda.
Ma io scrivo ancora parole d'amore,
e anche questa e' una lettera d'amore
alla mia terra. Scrivo ai fratelli Cervi
non alle sette stelle dell'Orsa: ai sette emiliani
dei campi. Avevano nel cuore pochi libri,
morirono tirando dadi d'amore nel silenzio.
Non sapevano soldati filosofi poeti
di questo umanesimo di razza contadina.
L'amore, la morte, in una fossa di nebbia appena fonda.
Ogni terra vorrebbe i vostri nomi di forza, di pudore,
non per memoria, ma per i giorni che strisciano
tardi di storia, rapidi di macchine di sangue.
22. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: IL MURO
Contro di te alzano un muro
in silenzio, pietra e calce pietra e odio,
ogni giorno da zone piu' elevate
calano il filo a piombo. I muratori
sono tutti uguali, piccoli, scuri
in faccia, maliziosi. Sopra il muro
segnano giudizi sui doveri
del mondo, e se la pioggia li cancella
li riscrivono, ancora con geometrie
piu' ampie. Ogni tanto qualcuno precipita
dall'impalcatura e subito un altro
corre al suo posto. Non vestono tute
azzurre e parlano un gergo allusivo.
Alto e' il muro di roccia,
nei buchi delle travi ora s'infilano
gechi e scorpioni, pendono erbe nere.
L'oscura difesa verticale evita
da un orizzonte solo i meridiani
della terra, e il cielo non lo copre.
Di la' da questo schermo
tu non chiedi grazia ne' confusione.
23. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: IN QUESTA CITTA'
In questa citta' c'e' pure la macchina
che stritola i sogni: con un gettone
vivo, un piccolo disco di dolore
sei subito di la', su questa terra,
ignoto in mezzo ad ombre deliranti
su alghe di fosforo funghi di fumo:
una giostra di mostri
che gira su conchiglie
che si spezzano putride sonando.
E' in un bar d'angolo laggiu' alla svolta
dei platani, qui nella metropoli
o altrove. Su, gia' scatta la manopola.
24. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: ANCORA DELL'INFERNO
Non ci direte una notte gridando
dai megafoni, una notte
di zagare, di nascite, d'amori
appena cominciati, che l'idrogeno
in nome del diritto brucia
la terra. Gli animali i boschi fondono
nell'Arca della distruzione, il fuoco
e' un vischio sui crani dei cavalli,
negli occhi umani. Poi a noi morti
voi morti direte nuove tavole
della legge. Nell'antico linguaggio
altri segni, profili di pugnali.
Balbettera' qualcuno sulle scorie,
inventera' tutto ancora
o nulla nella sorte uniforme,
il mormorio delle correnti, il crepitare
della luce. Non la speranza
direte voi morti alla nostra morte
negli imbuti di fanghiglia bollente,
qui nell'inferno.
25. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: EPIGRAFE PER I CADUTI DI MARZABOTTO
Questa e' memoria di sangue
di fuoco, di martirio,
del piu' vile sterminio di popolo
voluto dai nazisti di von Kesserling
e dai loro soldati di ventura
dell'ultima servitu' di Salo'
per ritorcere azioni di guerra partigiana.
I milleottocentotrenta dell'altipiano
fucilati e arsi
da oscura cronaca contadina e operaia
entrano nella storia del mondo
col nome di Marzabotto.
Terribile e giusta la loro gloria:
indica ai potenti le leggi del diritto
il civile consenso
per governare anche il cuore dell'uomo,
non chiede compianto o ira
onore invece di libere armi
davanti alle montagne e alle selve
dove il Lupo e la sua brigata
piegarono piu' volte
i nemici della liberta'.
La loro morte copre uno spazio immenso,
in esso uomini d'ogni terra
non dimenticano Marzabotto
il suo feroce evo
di barbarie contemporanea.
26. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: EPIGRAFE PER I PARTIGIANI DI VALENZA
Questa pietra
ricorda i Partigiani di Valenza
e quelli che lottarono nella sua terra,
caduti in combattimento, fucilati, assassinati
da tedeschi e gregari di provvisorie milizie italiane.
Il loro numero e' grande.
Qui li contiamo uno per uno teneramente
chiamandoli con nomi giovani
per ogni tempo.
Non maledire, eterno straniero nella tua patria,
e tu saluta, amico della liberta'.
Il loro sangue e' ancora fresco, silenzioso
il suo frutto.
Gli eroi sono diventati uomini: fortuna
per la civilta'. Di questi uomini
non resti mai povera l'Italia.
27. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- Felice Casson, La "cellula veneta" di Ordine Nuovo, Rcs, Milano 2024, pp. 160, euro 5,99.
- Daniela Chironi, Delle Chiaie: da Valle Giulia ad AN, Rcs, Milano 2024, pp. 160, euro 5,99.
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- Elisa Ghidini, Il golpe Borghese e il Fronte Nazionale, Rcs, Milano 2024, pp. 160, euro 5,99.
*
Riletture
- Andrea Camilleri, Le ali della sfinge, Sellerio, Palermo 2006, pp. 288.
- Andrea Camilleri, Maruzza Musumeci, Sellerio, Palermo 2007, pp. 176.
*
Riedizioni
- Eleonora Mazzoni, Il cuore e' un guazzabuglio. Vita e capolavoro del rivoluzionario Manzoni, Einaudi, Torino 2023, Rcs, Milano 2024, pp. II + 172, euro 8,99.
- Daniela Raimondi, La casa sull'argine, Nord, 2020, Rcs, Milano 2024, pp. 400, euro 8,90.
*
Gialli
- Loriano Macchiavelli, Delitti senza castigo, Einaudi, Torino 2019, Gedi, Torino 2024, pp. 270, euro 8,90 (in supplemento ai quotidiani "La Repubblica" e "La Stampa").
- Valerio Varesi, A mani vuote, Mondadori, Milano 2024, Gedi, Torino 2024, pp. 238, euro 8,90 (in supplemento ai quotidiani "La Repubblica" e "La Stampa").
*
Manuali
- Luigi Alfonsi, Letteratura latina, Sansoni, Firenze 1957, 1968, pp. IV + 516.
- Italo Lana, Letteratura latina. Disegno storico della civilta' letteraria di Roma e del mondo romano, Casa Editrice G. D'Anna, Messina-Firenze 1970, 1971, pp. 536.
28. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
29. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5351 del 12 ottobre 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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