[Nonviolenza] Telegrammi. 5343



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5343 del 4 ottobre 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Enrico Peyretti: Lettera a Mattarella
2. Pasquale Pugliese: Dal Parlamento europeo alla guerra nucleare: tra deliri bellicisti e impegno della societa' civile
3. Enrico Peyretti: Chi ci comanda?
4. Movimento Nonviolento: Obiezione alla guerra, scriviamolo su tutti i muri
5. Scriviamo al presidente statunitense Biden per chiedere la grazia per Leonard Peltier
6. Istantanee
7. Omero Dellistorti: La stanza 313
8. Omero Dellistorti: Ma anche due
9. Omero Dellistorti: Queste vuote chiacchiere
10. Omero Dellistorti: Qualcosa di stupido
11. Omero Dellistorti: Che roba
12. Omero Dellistorti: Partita a scacchi
13. Omero Dellistorti: Qualche idea
14. Movimento Nonviolento: La nonviolenza e' piu' forte del decreto. Il Movimento Nonviolento scrive al Senato prima del voto sul decreto anti-Gandhi
15. Segnalazioni librarie
16. La "Carta" del Movimento Nonviolento
17. Per saperne di piu'

1. L'ORA. ENRICO PEYRETTI: LETTERA A MATTARELLA
[Riceviamo e diffondiamo]

E' necessario che i tanti rivoli di volonta' politica di pace confluiscano in un mare politico di pace nella realta' italiana.
Propongo che ogni cittadino per la pace, scriva a Mattarella una lettera come questa, in busta e francobollo e ne dia comunicazione a il manifesto, Avvenire, Il Fatto (lettere at ilmanifesto.it, lettere at avvenire.it, lettere at ilfattoquotidiano.it) e a quanti altri vuole.
Siamo tanti, siamo i piu'. L'Italia ripudi la guerra, per costruire la giusta pace.
*
Caro e stimato Presidente Mattarella, ,custode della Costituzione,
un sapiente illuminato come Kant ha scritto: "La guerra e' male perche' fa piu' malvagi di quanti ne toglie di mezzo". Questa parola deve guidare la politica, la nostra politica. Vogliamo diventare e creare piu' violenti, nelle relazioni tra i popoli?
La massima parte degli italiani ripudia la guerra, che sia per paura, o dolore, o vergogna.
Ripudiano anche il sostegno alla guerra, i profitti di guerra, e l'implicazione dell'Italia in guerre e in alleanze di guerra.
L'Italia "ripudia la guerra" non solo come "offesa ad altri popoli", ma anche "come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali". E' umano il dialogo che cerca un compromesso equilibrato, non e' umana la strage di vite umane.
Le guerre in corso non possono essere ritenute giuste se continuano le tante uccisioni e distruzioni, e non si aprono trattative. Sono chiaramente guerre ingiuste se cercano la vittoria militare, che non premia il giusto diritto ma chi uccide e distrugge di piu'. Ci sono modi piu' ragionevoli e piu' giusti, a cui si deve ricorrere.
L'economia armata avvelena il nostro pane, degrada i servizi sanitari e sociali, le relazioni culturali, riduce la liberta' di pensiero e di parola, aggrava le ingiustizie nel mondo, rovina in massimo grado l'ambiente naturale, minaccia tutta l'umanita'.
Noi vogliamo dare espressione politica democratica alla volonta' e necessita' di pace tra i popoli, chiediamo un ruolo attivo dell'Italia, per il progresso umano che e' liberazione dalla guerra, dai suoi strumenti, dalla bassezza culturale e morale che la fomenta.
Noi confidiamo nella Sua azione di stimato custode della Costituzione, e nel Suo magistero civile.
Nome, cognome, indirizzo
spedire per posta normale, in busta e francobollo
a Presidente Mattarella, Palazzo del Quirinale, Roma
con indicazione del mittente

2. RIFLESSIONE. PASQUALE PUGLIESE: DAL PARLAMENTO EUROPEO ALLA GUERRA NUCLEARE: TRA DELIRI BELLICISTI E IMPEGNO DELLA SOCIETA' CIVILE
[Riceviamo e diffondiamo il seguente articolo pubblicato su I blog del Fatto Quotidiano]

Alla vigilia della Giornata internazionale della pace (21 settembre), voluta dalle Nazioni Unite - il cui tema quest'anno e' stato "coltivare culture di pace", che non significa assenza di conflitti ma capacita' di risolverli senza il mezzo incoerente della guerra – il Parlamento europeo ha votato a maggioranza una risoluzione che cancella i limiti all'utilizzo dei missili forniti all'Ucraina. Ossia la possibilita' di colpire con le armi a lunga gittata dei paesi dell'Unione Europea direttamente il cuore del territorio russo. In sostanza il Parlamento europeo e' passato dal sostegno al governo ucraino, in funzione difensiva, a dichiarare in/direttamente guerra alla Russia. Un delirio bellicista che non solo ribalta il progetto di pace con il quale l'Europa unita era stata pensata gia' a Ventotene durante la seconda guerra mondiale, ma alza il livello di coinvolgimento nell'escalation gettandoci di fatto in una nuova guerra mondiale. Anziche' aprire e condurre il negoziato di pace.
Un dilagare di incoscienza e irresponsabilita', mitigate solo dai voti contrari di alcuni parlamentari, tra i quali diversi italiani. Voto coerente per chi si e' espresso sia contro l'articolo 8 del testo, specifico sulla rimozione delle restrizioni all'uso delle armi europee dentro la Russia, che contro la risoluzione finale che lo ricomprendeva: i parlamentari di Alleanza Verdi e Sinistra, Movimento 5Stelle e Lega (che ha molte altre incoerenze strutturali con i temi della violenza e della nonviolenza). Incoerente per chi ha votato contro quello specifico articolo, ma ha invece approvato la risoluzione completa: FdI, FI, e PD salvo Strada e Tarquinio che si sono astenuti (mentre Picierno e Gualmini hanno votato si' anche all'articolo 8). Questa complessa geografia nel voto dei parlamentari europei italiani rappresenta plasticamente l'imbarazzo crescente nel rappresentare nelle istituzioni l'opinione pubblica italiana che – nonostante anni di martellamento mediatico bellicista – vede chiaramente la follia nell'escalation bellica in Europa e il doppio standard tra la "difesa" dell'Ucraina e quella della Palestina.
Poiche' i decisori europei si muovono ormai come sonnambuli sull'orlo dell'abisso nucleare, tanto piu' probabile quanto piu' la guerra si prolunga come spiegano i ricercatori del Bulletin of the Atomic Scientist – e per evitare che votare diventi davvero sostanzialmente inutile, come paventa Barbara Spinelli (Il Fatto Quotidiano, 21 settembre 2024) – e' necessaria una sempre maggiore pressione dei cittadini affinche' i temi costituzionali del ripudio della guerra e della costruzione di mezzi nonviolenti per risolvere le controversie internazionali siano elementi fondanti e dirimenti in ogni tornata elettorale. Tanto nei programmi politici quanto nella scelta di candidati coerentemente pacifisti, capaci di "dire NO alla guerra ed essere duri come pietre" come scriveva Aldo Capitini. Gia' a partire dalle prossime elezioni regionali, secondo il principio ecologico del "pensare globalmente e agire localmente", perche' ovunque si puo' fare qualcosa: sul piano della cultura, della ricerca, degli appalti, della legislazione, della mobilitazione.
A cominciare dall'impegno antinucleare, perche' si spendono somme folli per le testate nucleari – delle quali diverse decine stoccate anche in Italia, nelle basi statunitensi della pianura padana – invece di destinare queste risorse ai bisogni urgenti dei cittadini e del pianeta. Lo ha sottolineato in questi giorni anche l'azione No Money for Nuclear Weapons, nella settimana di azione globale contro la spesa nucleare, a cura della campagna ICAN e rilanciata da Rete Italiana Pace e Disarmo. Nel 2023 la spese per le sole armi nucleari sono state di oltre 91 miliardi di dollari (dei quali 51,5 dei soli Stati Uniti), ossia 173.884 dollari al minuto, 2.898 dollari al secondo per un totale di 12.121 testate nucleari.
Che cosa significhi questo in termini di risorse sottratte agli investimenti civili e sociali e' presto detto: un secondo di spesa per le armi nucleari potrebbe fornire 16.994 vaccini contro morbillo, parotite e rosolia; un minuto costa quanto piantare 1 milione di alberi; un'ora quanto la conversione di 535 case all'energia solare; un giorno quanto la costruzione di 125 campi da calcio comunitari; una settimana di spesa per le armi nucleari potrebbe fornire a 27 milioni di persone acqua pulita e servizi igienici per un anno; con un anno si potrebbero sfamare 45 milioni di persone che rischiano la carestia per 13 anni.
Ogni dollaro sperperato per le armi nucleari rappresenta dunque un tradimento dell'umanita', sia distogliendo risorse dall'affrontare le sfide urgenti per risolvere le cause della crisi sistemica globale, sia trascinandoci nel baratro dell'apocalisse. Mantenere o eliminare le armi nucleari e' una scelta che i governi possono fare, smantellandole e ratificando il Trattato internazionale che le proibisce, se i gruppi civili di pressione dal basso agiscono efficacemente con continuita', consapevolezza e visione politica. Anziche' lasciare il campo al delirio bellicista.

3. RIFLESSIONE. ENRICO PEYRETTI: CHI CI COMANDA?
[Riceviamo e diffondiamo]

"Animalita' e individualismo regnano sull'umanita'". Si sa che i titoli dei giornali di larga informazione, non li fa l'autore dell'articolo. Infatti, non credo che questa sia un'affermazione di Vito Mancuso, teologo (su La Stampa, 29 settembre). Se e' vera quell'affermazione, e' falsa la fiducia cristiana che il male passa mentre il bene e' originario ed eterno. E' vero pero' che il male pesa terribilmente sull'umanita'. Allora ci chiediamo: la nostra specie e' nata nel male? abbiamo scelto noi liberamente il male? ognuno che nasce eredita la colpa (teoria del peccato originale), e nasce colpevole? nasciamo buoni e la societa' ci corrompe? Tra le diverse teorie, Mancuso si sofferma su quella di Kant: la nostra natura umana e' come un "legno storto" col quale non si puo' fare niente perfettamente diritto. Ma, in questi giorni neri di guerra, ci ricordiamo che Kant costrui' un accurato "progetto filosofico per la pace perpetua", cioe' permanente, che ancora oggi i politici insensati dovrebbero essere obbligati a studiare. Tra l'altro, chiedeva l'abolizione degli eserciti, causa di guerre. E diceva che "la guerra e' male perche' fa piu' malvagi di quanti ne toglie di mezzo".
Fa malvagi noi, che facciamo stragi per uccidere a domicilio (insieme a chi abita li', senza colpa) i capi terroristi. Chi li ha fatti malvagi? Sono nati cosi' per natura? Abbiamo diritto di condannarli a morte senza corretto giudizio? Non siamo noi i malvagi nel far questo? Tolstoj ricava dal vangelo riscoperto soprattutto questo: "Non opporti al male col male", perche' cosi' gli dai ragione. Vince lui.
A quel progetto di Kant ci fu chi fece un'obiezione (anzi, Kant le obiezioni se le faceva da solo): "Ma tu, con questo bel progetto, supponi una umanita' di angeli!". "No! - rispondeva Kant - basta una umanita' di diavoli, ma che siano diavoli intelligenti". Cioe', con la ragione e' possibile capire che, sotto ogni aspetto, e' meglio la pace che la guerra. La ragione umana e' "un lumicino", diceva Bobbio, ma sarebbe sufficiente per non farci tutto questo grande male. E perche' invece ce lo facciamo, e lo facciamo ai bambini che, o muoiono adesso, o domani si vendicheranno? Non vediamo che la guerra e' una infinita stoltezza, a danno anche di chi la fa e la giustifica, e cosi' la riproduce senza fine? Allora, regna su tutti noi umani "l'animalita' e l'egoismo", o non invece la prepotenza imperiale di qualche mentalita' o categoria, o di ricchi, o di superbi, o di potenti, o di armaioli, che taglia l'umanita' in "noi e loro", con tagli che uccidono, e minacciano tutti noi, e anche i prepotenti stessi? Perche' incolpare tutta l'umanita' maledetta, invece di vedere le responsabilita'? Comodo affermare un regno del male, di cui saremmo tutti sudditi contagiati e impotenti: conviene a chi fa il male.
E' vero che siamo tutti peccatori, e a tutti noi e' detto con autorita': "Chi e' senza peccato scagli la prima pietra". Ma, con un po' di onesto buon senso potremmo vivere in pace sufficiente. Gandhi dice che l'umanita' e' come un lenzuolo, con degli strappi, si', ma intero, non e' uno straccio, puo' ancora vivere nella legge di vita che e' la convivenza, la nonviolenza, "legge della razza umana, della vita e della storia, legge infinitamente piu' grande e piu' potente della forza bruta". Perche' ci facciamo imbottire la testa dal regno della fatale prepotenza omicida, e dell'omicidio come unica disperata opposizione all'omicidio, invece di collaborare, tra tutte le nostre culture e costumi, nelle intelligenti concordate regole di convivenza tra differenti? Vivere e' la prima convenienza e valore, per tutti, e' la possibilita' di ogni altro valore e bellezza, ed aiutare gli altri a vivere e' la maggiore sicurezza per vivere noi. Siamo uomini o caporali?  chiedeva Toto'. Se lo vogliamo tutti, senza obbedire ai bombaroli, possiamo vivere da umani. Possiamo esigerlo, democraticamente. Possiamo costruirlo, nel dialogo planetario.

4. REPETITA IUVANT. MOVIMENTO NONVIOLENTO: OBIEZIONE ALLA GUERRA, SCRIVIAMOLO SU TUTTI I MURI
[Riceviamo e diffondiamo]

La Campagna di Obiezione alla guerra presenta un nuovo strumento operativo: un poster diffuso a livello nazionale.
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La Campagna di Obiezione alla guerra presenta un nuovo strumento operativo:
un poster diffuso a livello nazionale con il simbolo del fucile spezzato e la scritta "Con la nonviolenza: per cessare il fuoco bisogna non sparare, per fermare la guerra bisogna non farla".
Il volantone, inviato a tutti gli iscritti e ai Centri del Movimento Nonviolento, agli abbonati alla rivista Azione nonviolenta e a tutti coloro che ne faranno richiesta, rilancia la Dichiarazione di obiezione di coscienza rivolta a chi rifiuta la chiamata alle armi e contiene tutte le informazioni su quanto realizzato finora a sostegno degli obiettori di coscienza di Russia, Ucraina, Bielorussia, Israele e Palestina, e i prossimi obiettivi che la Campagna vuole raggiungere.
Sono ormai centinaia di migliaia gli obiettori, disertori, renitenti alla leva che nei luoghi di guerra, rifiutano le armi e la divisa, negandosi al reclutamento militare, ripudiando il proprio esercito senza passare a quello avverso. Alcuni affrontano processo e carcere, altri espatriano, altri ancora scappano o si nascondono. Il Movimento Nonviolento ha scelto di stare dalla loro parte, di sostenerli concretamente, di difendere il loro diritto umano alla vita e alla pace, e di chiedere all'Unione Europea e al Governo italiano di riconoscere, per loro e per chi firma la Dichiarazione, lo "status" di obiettori di coscienza.
La Campagna si sviluppa su due direttrici:
- la raccolta fondi per sostenere nelle loro attivita' i movimenti nonviolenti di Russia, Bielorussia, Ucraina, Israele e Palestina, le spese legali per i processi che obiettori e nonviolenti di quei paesi subiscono, per aiutare chi espatria per non farsi arruolare, per gli strumenti di informazione necessari a diffondere la scelta dell'obiezione;
- la diffusione della Dichiarazione di Obiezione di coscienza alla guerra e alla sua preparazione, il rifiuto della chiamata alle armi e fin da ora della futura mobilitazione militare. La procedura e' semplice: si compila e si sottoscrive la Dichiarazione (per tutti, giovani o adulti, donne e uomini ) rivolta ai Presidenti della Repubblica e del Consiglio.
Sul sito del Movimento Nonviolento azionenonviolenta.it alla voce Obiezione alla guerra si trovano tutti gli aggiornamenti e la possibilita' di adesione e contribuzione.
Movimento Nonviolento
Settembre 2024
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Movimento Nonviolento
via Spagna, 8, 37123 Verona
Tel 045 8009803
Cell. 348 2863190
www.nonviolenti.org
www.azionenonviolenta.it
per sostegno e donazioni
Iban IT35 U 07601 11700 0000 18745455

5. REPETITA IUVANT. SCRIVIAMO AL PRESIDENTE STATUNITENSE BIDEN PER CHIEDERE LA GRAZIA PER LEONARD PELTIER

Scriviamo al presidente statunitense Biden per chiedere la grazia per Leonard Peltier.
E' consuetudine dei presidenti statunitensi giunti a fine mandato di concedere la grazia ad alcuni detenuti.
Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano, difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra.
Leonard Peltier, che a settembre compira' 80 anni, da 48 anni e' detenuto per un crimine che non ha commesso.
Leonard Peltier e' gravemente malato, e le sue malattie non possono essere curate adeguatamente in carcere.
Affinche' non muoia in carcere un uomo innocente, affinche' Leonard Peltier possa tornare libero e trascorrere con i suoi familiari questo poco tempo che gli resta da vivere, la cosa piu' importante ed urgente da fare adesso e' scrivere a Biden per chiedere che conceda la grazia a Leonard Peltier.
*
Per scrivere a Biden la procedura e' la seguente.
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: scrivere un breve testo (di seguito una traccia utilizzabile):
Egregio Presidente degli Stati Uniti d'America,
le scriviamo per chiederle di concedere la grazia al signor Leonard Peltier.
Leonard Peltier ha quasi 80 anni ed e' affetto da plurime gravi patologie che non possono essere adeguatamente curate in carcere: gli resta poco da vivere.
Leonard Peltier ha subito gia' 48 anni di carcere per un delitto che non ha commesso: la sua liberazione e' stata chiesta da Nelson Mandela e da madre Teresa di Calcutta, dal Dalai Lama e da papa Francesco, da Amnesty International, dal Parlamento Europeo, dall'Onu, da milioni di esseri umani.
Egregio Presidente degli Stati Uniti d'America,
restituisca la liberta' a Leonard Peltier; non lasci che muoia in carcere un uomo innocente.
Distinti saluti.
*
Sollecitiamo chi legge questo comunicato ad aderire all'iniziativa e a diffondere l'informazione.
Free Leonard Peltier.
Mitakuye Oyasin.

6. MEMENTO. ISTANTANEE

Di tutte le forme della disperazione
la peggiore mi pare essere questa:

aver cercato di fare il bene
e sempre aver fallito.

*

Torno' cosi' il tempo della guerra
senza che nessuno se ne accorgesse
poi strage dopo strage ci si abitua
finche' la gente muore in un altro paese
in un'altra citta' in un altro quartiere
in un altro condominio

Poi le bombe arrivano qui
i vicini di casa sparano dal terrazzo
con i mitra comprati su internet
dallo spioncino vedi sul pianerottolo
i bravi ragazzi col machete insanguinato
ti chiedi che cosa sia accaduto
perché non ti sei accorto di niente
e se non sia troppo tardi

*

Chi non vorrebbe avere un fucile?
Chi non vorrebbe guidare un carro armato?
Chi non vorrebbe pilotare il drone
che con un colpo solo fa fuori cento tizi?
Chi non vorrebbe avere la bomba atomica?
Chi non ha mai desiderato
di farla finita con il mondo
tramite la conflagrazione universale degli stoici
o almeno con qualche megatone
togliere di mezzo una regione o una citta'?

Perché essere ipocriti? Diciamoci
la nuda e cruda vera verita'.
Niente e' piu' bello che spaccare tutto
niente soddisfa piu' che far morire.

Mo' si' che mi presento alle elezioni.

*

Solo tignola e ruggine
solo notte e pioggia di spade
solo paura e stridore di denti

Non ci sono ne' olivi ne' trifoglio
urla una donna legata a una sedia
neanche i cani subiscono tanto

Lanciare in eterno la stessa moneta
credendo che qualcosa accadra'
mentre anche le ombre si sono fatte pietra

Tutte le lacrime ormai avvelenate
tutte le luci soltanto accecanti
di rompere le catene nessuno ha piu' la forza

Ma non ti corrompa la tua disperazione
non ti distolga dai doveri tuoi
sia anzi strumento di piena intellezione
e senza illusioni e senza rancori
ti guidi alla lotta nonviolenta
contro tutti i poteri assassini
per salvare tutte le vite
sapendo che tutto un giorno finira'
ma fino a quel giorno tu ama la giustizia
la verita' e la misericordia
fino a quel giorno tu prenditi cura
- per quanto e' in tuo potere - dell'umanita' intera

*

Penoso e' lo spettacolo dell'umanita':
per questo essa non merita di vivere?
La gente, se ne puo' fare ogni cosa:
per questo ogni cosa puo' esserle fatta?
E' facile uccidere le persone:
questo lo rende cosa buona e giusta?

*

Al cambio turno nella sala caffe'
dell'ospedale che svetta nel bosco
voci su voci e tutte quante dicono
la stessa cosa: il non voler pensare
agli artigli del dolore delle ore qui passate

*

Ogni lavoro e' penoso e il piu' penoso
e' quello di chi tenta di salvare le vite
o di alleviare le altrui sofferenze
e gia' lo sa che non ci riuscira'

Ma ancora piu' penoso e' il tristo lavoro
di quello che uccide
di quello che ordina di uccidere
di quello che legittima ed esalta le uccisioni

Se l'umanita' non riuscira' a decidere
di abolire tutte le uccisioni
si estinguera' assai prima di arrivare
ad essere umana

*

La cerva alla fonte
il sapore del pane
il ramo d'olivo
la carne del mondo
le colonne del tempio
le persone abbandonate nel deserto
le persone annegate nel Mediterraneo

*

L'ultimo ritrovato
questa macchina a motore
che tutto impasta e disgrega
e di tutto fa nulla

*

L'uomo che tra mille spasmi
la giovane donna che prega furiosa
cantando canti che solo lei capisce
il disperato che si mangia una mano
tu che scrivi queste righe d'orrore
e non riesci piu' a soccorrere nessuno

*

Attieniti al vero
attieniti al bene
non essere complice di quest'orgia di eccidi

*

Tutti i libri che ho letto li ho dimenticati
tutte le cose che amavo ormai sono morte
cammino attraverso questo vasto deserto
so che non incontrero' anima viva

*

Sempre si teme di essere diventati
senza accorgersene l'ennesimo Tartufo

*

Nessuno uscira' vivo di qui
nessuno sapra' dove si trova
nessuno incontrera' nessuno mai

Continua a camminare - la via e' lunga
continua a camminare - non c'e' altro

7. NUOVE STORIE DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: LA STANZA 313

- Mi scusi.
- Dica.
- E' la stanza 313, vero?
- Certo, c'e' scritto sulla porta.
- Mi hanno detto di venire qui.
- Ha un documento?
- Ho la patente.
- No, non un documento d'identita', un documento che attesti che doveva venire qui.
- Veramente no.
- No?
- No.
- E allora come ci e' venuto?
- Me l'hanno detto.
- No, non le ho chiesto perche', le ho chiesto come.
- Come cosa?
- Come ci e' venuto.
- Qui?
- Qui.
- Con l'autobus.
- No, non le ho chiesto come e' arrivato nel nostro edificio: e' sulla piazza principale, che ci vuole? Io voglio sapere come e' arrivato qui, alla stanza 313.
- In che senso?
- Non lo so, me lo dica lei.
- Ho salito e sceso le scale, ho chiesto agli uscieri, ho percorso un sacco di corridoi, e insomma eccomi qui. C'e' qualcosa che non va?
- Le pare che ci sia qualcosa che non va?
- No. Ma mi ha stupito la sua domanda.
- Stupito?
- Sorpreso.
- Sorpreso?
- Si', sorpreso.
- E perche'?
- Non lo so, non me l'aspettavo.
- E cosa si aspettava?
- Non lo so.
- Non lo sa?
- No.
- E allora che ci e' venuto a fare qui?
- Non ci sono venuto di mia iniziativa, mi ci hanno mandato.
- Ma a fare che?
- Non lo so, pensavo lo sapeste voi.
- Noi lo sappiamo, eccome se lo sappiamo quello che si fa qui. Ma lei lo sa?
- No.
- Pero' c'e' venuto.
- Mi hanno detto di venirci.
- E lei c'e' venuto.
- Si'.
- Gia'. E' proprio da ridere.
- Cosa?
- Niente, niente.
- Comunque sono qui.
- E' qui si'. E' qui si'.
- E adesso?
- Adesso? Adesso lo vedi, povero fesso.

8. NUOVE STORIE DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: MA ANCHE DUE

- Permette una parola?
- Ma anche due.
- Grazie.
- Di niente. Posso offrirle anche un caffe'?
- No, grazie. Come avessi gradito.
- Guardi questa cintura in vera pelle. Se vuole gliene faccio dono.
- No, no. E poi neppure ci conosciamo.
- E che bisogno c'e' di conoscersi per essere gentili? La cortesia e' un bene universale. Ma lei voleva chiedermi qualcosa.
- Si', le volevo chiedere se sa dove vendono i biglietti.
- Quali biglietti?
- Quello per andare all'inferno.
- Intende dire?
- Era sono una battuta, che adesso mi sembra pure stupida.
- Non capisco.
- Mi hanno pagato per ucciderla.
- A me.
- A lei e a tutti quelli come lei.
- Ah.
- Eh.
- L'hanno gia' pagata?
- E si'.
- Ebbene, allora deve portare a termine il suo incarico.
- Direi di si', pero' mi dispiace.
- E di che si dispiace? Un lavoro e' un lavoro: va fatto, e va fatto bene. Ha un'arma?
- Certo.
- Ah, bene. Perche' altrimenti le avrei prestato - anzi: donato - la mia.
- Ha un'arma anche lei?
- Certamente, guardi.
- Vedo. E' un modello simile alla mia, vede?
- Si'. Io mi ci trovo bene con la mia.
- Anch'io con la mia.
- Bene.
- Bene.
- Molto bene.
- E, se posso chiedere, la usa?
- Si', certo. Per onorare i contratti, come lei.
- Ah. E a chi spara?
- A lei e a quelli come lei, no?
- Certo.
- Certo.
- Bene.
- Bene.
- E adesso?
- E adesso cosa?
- E adesso che si fa?

9. NUOVE STORIE DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: QUESTE VUOTE CHIACCHIERE

- Pensa davvero che queste vuote chiacchiere possano fermare una cosa seria e complicata come la guerra?
- Lei dice di no?
- Certo che dico di no. E dovrebbe dire di no anche lei. Non era marxista?
- Lo sono ancora.
- Infatti mi pareva di ricordare bene. E in quanto marxista lei certo sapra' che le guerre hanno cause economiche - e quindi sociali e quindi politiche - profonde. E che se non si rimuovono quelle cause la guerra non finisce.
- Io invece penso che far finire la guerra aiutera' a rimuovere anche ogni altra oppressione.
- Ma questo e' idealismo.
- No. E' materialismo. Storico.
- E dialettico?
- Dialettico non so. Alla dialettica sono state attribuite tante di quelle catastrofi che e' meglio non farne menzione.
- Sta di fatto che la guerra continua. E non la fermeranno certo le cicalate sue e dei suoi amici.
- Ma queste, come amabilmente ha voluto definirle, cicalate vogliono solo chiamare all'azione. E' l'azione diretta nonviolenta dei popoli che puo' fermare la guerra.
- Le chiacchiere restano chiacchiere.
- Ma senza il linguaggio gli esseri umani cessano di essere tali.
- Ecco, la butta in metafisica.
- No, no. Pongo un'esigenza concreta. far cessare le uccisioni. E per far cessare le uccisioni occorre abolire le guerre e le dittature, occorre abolire le armi e le organizzazioni armate.
- Si', trullallero e trullalla'.
- Cosa vuole che le dica, occorre almeno tentare.
- Ma lei non tenta un bel niente, lei non fa altro - mi perdoni - che cianciare a vuoto.
- Non altro posso fare che dire quello che penso e chiamare altri ad agire. Lei sa bene quale sia la mia attuale condizione.
- Cero che lo so. E penso che farebbe meglio a starsene zitto.
- Capisco il suo punto di vista.
- Pero' insiste.
- Pero' insisto.
- Tanto non l'ascolta nessuno, non la legge nessuno, e fa una figura barbina.
- Sia pure.
- E vabbe', allora la saluto. Quel che dovevo dirle gliel'ho detto.

10. NUOVE STORIE DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: QUALCOSA DI STUPIDO

- C'e' qualcosa di piu' stupido che starsene qui a scrivere queste scempiaggini?
- Non lo so, me lo dica lei.
- Non c'e' niente di piu' stupido.
- Neanche bombardare i bambini?

11. NUOVE STORIE DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: CHE ROBA

- Ha visto che roba?
- No, veramente non ho visto niente.
- Come, non ha visto niente.
- Mi dispiace. Che e' successo?
- Tutto. E' successo tutto.
- Tutto?
- Tutto.
- Cioe'?
- Ma insomma, davvero non si e' accorto di niente?
- Sono desolato.
- Mi stara' mica prendendo per i fondelli?
- No, proprio no.
- Non si e' accorto di niente?
- No.
- Sa che le dico? Beato lei.
- Grazie.
- Non era un complimento.
- Lo so.
- Lo sa?
- Certo.
- Pero' non si e' accorto di niente.
- No.
- O invece e' che non gliene frega niente, eh? Mi dica la verita'. Non gliene frega niente?
- No, no. Proprio non so cosa sia accaduto. Anzi, se volesse essere cosi' gentile da dirmelo lei, gliene sarei senz'altro grato.
- Ah, vorrebbe che glielo dicessi io?
- Si'.
- E no. E no. Mi prende per l'ultimo dei fessi?
- Ma no, no. E poi perche'?
- Lo sa perche'. Lo sa fin troppo bene.
- Non la capisco.
- Meglio, meglio. Io non le ho detto niente. Niente le ho detto. E adesso me ne vo.
- Ma si fermi un attimo.
- Manco per sogno, signor spione, manco per sogno.

12. NUOVE STORIE DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: PARTITA A SCACCHI

- E' una complicata partita a scacchi.
- Pero' voi ammazzate le persone.

13. NUOVE STORIE DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: QUALCHE IDEA

- Fatti venire ancora qualche idea.
- Per farne cosa?
- Non lo so.
- Infatti.

14. REPETITA IUVANT. MOVIMENTO NONVIOLENTO: LA NONVIOLENZA E' PIU' FORTE DEL DECRETO. IL MOVIMENTO NONVIOLENTO SCRIVE AL SENATO PRIMA DEL VOTO SUL DECRETO ANTI-GANDHI
[Riceviamo e diffondiamo]

– Al Presidente del Senato
– Ai Senatori e alle Senatrici di tutti i gruppi parlamentari
– Ai Senatori a vita
Egregi membri del Senato della Repubblica,
ci rivolgiamo a Voi che siete chiamati a discutere e votare il Ddl 1660 proveniente dalla Camera, il cosiddetto "Decreto Sicurezza" o peggio "anti-Gandhi".
Noi rappresentiamo il Movimento Nonviolento (fondato nel 1962 dal filosofo Aldo Capitini) che storicamente si ispira, nei valori e nella pratica, alla nonviolenza gandhiana, appunto.
Siamo stati obiettori di coscienza al servizio militare, affrontando processi e carcere per affermare un principio inalienabile di coscienza, riconosciuto poi dalla Legge che ha accolto le nostre ragioni morali, istituendo il servizio civile alternativo.
Abbiamo sostenuto denunce e processi per "istigazione" per aver promosso e attuato la Campagna di obiezione di coscienza alle spese militari, l'obiezione fiscale, per cui abbiamo subito pignoramenti e sanzioni amministrative. Ma non ci siamo fermati, fino ad ottenere il riconoscimento con Sentenze della Corte Costituzionale, perche' abbiamo preferito "pagare per la pace, anziche' per la guerra".
Siamo stati arrestati e processati per aver fermato, con blocchi ferroviari, treni che trasportavano armi nei teatri di guerra. Poi abbiamo ottenuto assoluzioni piene per aver agito per alti valori morali.
Abbiamo praticato la disobbedienza civile per impedire l'installazione dei missili a Comiso, che poi sono stati ritirati. Abbiamo bloccato l'entrata nella basi militari dove erano depositate armi nucleari. Abbiamo manifestato pacificamente davanti a tribunali e carceri militari, anche quando era vietato, salvo poi veder riconosciuto il nostro diritto democratico a farlo.
Abbiamo marciato nei territori militarizzati, violando il divieto di entrare nelle servitu' militari.
Abbiamo bloccato il traffico ferroviario e stradale per protestare contro l'installazione delle centrali nucleari, che poi un referendum popolare ha eliminato, dandoci ragione.
Vi abbiamo raccontato brevemente la nostra storia, che e' anche pratica attuale, per dirVi che nessun decreto fermera' mai la forza della nonviolenza che, come diceva Gandhi, e' la forza piu' potente a disposizione dell'umanita' (piu' potente della bomba atomica, perche' l'atomica ha una forza distruttiva, mentre la nonviolenza ha una forza creatrice).
Il Decreto che Vi accingete a votare ha un carattere solo repressivo, aumentando le pene e introducendo nuovi reati: dimostra che chi l'ha concepito e' mosso dalla paura. I regimi basati sulla paura, la violenza, lo stato di polizia, alla fine sono sempre crollati sotto la spinta dei popoli che si liberano. La storia di Gandhi e della nonviolenza lo sta a dimostrare.
Sappiate che mai nessuna legge, mai nessun carcere, ha fermato la forza attiva e liberatrice della nonviolenza dei forti. La disobbedienza civile, la non collaborazione, l'azione diretta nonviolenta, lo sciopero, il boicottaggio, l'obiezione di coscienza, sono immensamente piu' forti e puri di qualsiasi Decreto.
Vi auguriamo di votare in piena coscienza. Ed ora, buon voto a Voi.
Movimento Nonviolento
Verona, 25 settembre 2024

15. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- AA. VV., La storia eravamo noi, volume monografico di "Domino. Rivista sul mondo che cambia", n. 8, agosto 2024, G.O.L., Milano 2024, pp. 144, euro 10.
- AA. VV., Rischiatutto, volume monografico di "Domino. Rivista sul mondo che cambia", n. 9, settembre 2024, G.O.L., Milano 2023, pp. 144, euro 10.
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Riletture
- Gad Lerner e Laura Gnocchi (a cura di), Noi, Partigiani, Feltrinelli, Milano 2020, 2022, pp. 334.
- Mimmo Lucano, Il fuorilegge, Feltrinelli, Milano 2020, 2023, pp. 208.
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Riedizioni
- John Burroughs, L'arte di vedere le cose. Leggere il libro della natura, Piano B, 2021, Gedi, Torino 2024, pp. 144, euro 8,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
- John Reid, Thomas Lovejoy, Sempre verdi, Einaudi, Torino 2022, Gedi, Torino 2024, pp. VIII + 296, euro 8,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
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Gialli
- Alessia Gazzola, La ragazza del collegio, Longanesi, Milano 2021, Gedi, Torino 2024, pp. 254, euro 8,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
- Gabriella Genisi, Gioco pericoloso, Sonzogno-Marsilio, Venezia 2014, Gedi, Torino 2024, pp. 208, euro 8,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").

16. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

17. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5343 del 4 ottobre 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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