[Nonviolenza] Telegrammi. 5341



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5341 del 2 ottobre 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Per la Giornata internazionale della nonviolenza
2. L'ennesimo "decreto sicurezza"
3. Movimento Nonviolento: La nonviolenza e' piu' forte del decreto. Il Movimento Nonviolento scrive al Senato prima del voto sul decreto anti-Gandhi
4. Movimento Nonviolento: Obiezione alla guerra, scriviamolo su tutti i muri
5. Scriviamo al presidente statunitense Biden per chiedere la grazia per Leonard Peltier
6. Istantanee
7. Omero Dellistorti: Le porte
8. Omero Dellistorti: Affari
9. Omero Dellistorti: La lettura della mano
10. Omero Dellistorti: Il futuro
11. Omero Dellistorti: Questo
12. Omero Dellistorti: Un incontro
13. Piero Calamandrei: Epigrafi per donne, uomini e citta' della Resistenza
14. Segnalazioni librarie
15. La "Carta" del Movimento Nonviolento
16. Per saperne di piu'

1. L'ORA. PER LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA

Ricorre il 2 ottobre, anniversario della nascita di Gandhi, la "Giornata internazionale della nonviolenza" indetta dall'Onu, e convoca ogni persona di  volonta' buona, ogni associazione democratica, ogni istituzione fedele all'umanita', a un impegno corale per la pace che salva le vite.
Solo la scelta morale e politica della nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe bellica ed ambientale in corso.
La nonviolenza e' la politica necessaria per la salvezza dell'intera umana famiglia e dell'intero mondo vivente.
Gandhi lo capi' prima di Hiroshima. Dopo Hiroshima lo sa ogni persona senziente e pensante.
E il primo impegno di una politica nonviolenta, della politica necessaria alla salvezza dell'umanita', e' abolire le guerre, gli eserciti e le armi.
Questo e' il compito dell'ora per l'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Sii tu, qui e adesso, l'umanita' come dovrebbe essere.

2. L'ORA. L'ENNESIMO "DECRETO SICUREZZA"

L'ennesimo "decreto sicurezza" (dopo le abominevoli infamie razziste dei precedenti) e' stato chiamato giornalisticamente "anti-Gandhi". Ed e' definizione impropria ma efficace.
Tutta l'attivita' del governo neofascista e' non solo anti-Gandhi, ma antidemocratica, anticostituzionale, anticivile.
Il decreto in questione intende colpire in primo luogo chi lotta contro le piu' flagranti follie, le piu' palesi ingiustizie, le piu' evidenti imprese criminali dei potenti; e parimenti colpire chi e' gia' piu' oppresso ed ha piu' bisogno di aiuto.
E' un decreto tanto anti-Gandhi quanto anti-Mazzini, anti-Parri, anti-Pertini. E' un decreto contro la Costituzione repubblicana e lo stato di diritto.
Opporsi e' un dovere di ogni persona decente.
Cosi' come e' un dovere di ogni persona decente opporsi alla guerra e alle armi che ogni giorno uccidono gli esseri umani nostri fratelli e nostre sorelle.
Siamo una sola umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.

3. REPETITA IUVANT. MOVIMENTO NONVIOLENTO: LA NONVIOLENZA E' PIU' FORTE DEL DECRETO. IL MOVIMENTO NONVIOLENTO SCRIVE AL SENATO PRIMA DEL VOTO SUL DECRETO ANTI-GANDHI
[Riceviamo e diffondiamo]

– Al Presidente del Senato
– Ai Senatori e alle Senatrici di tutti i gruppi parlamentari
– Ai Senatori a vita
Egregi membri del Senato della Repubblica,
ci rivolgiamo a Voi che siete chiamati a discutere e votare il Ddl 1660 proveniente dalla Camera, il cosiddetto "Decreto Sicurezza" o peggio "anti-Gandhi".
Noi rappresentiamo il Movimento Nonviolento (fondato nel 1962 dal filosofo Aldo Capitini) che storicamente si ispira, nei valori e nella pratica, alla nonviolenza gandhiana, appunto.
Siamo stati obiettori di coscienza al servizio militare, affrontando processi e carcere per affermare un principio inalienabile di coscienza, riconosciuto poi dalla Legge che ha accolto le nostre ragioni morali, istituendo il servizio civile alternativo.
Abbiamo sostenuto denunce e processi per "istigazione" per aver promosso e attuato la Campagna di obiezione di coscienza alle spese militari, l'obiezione fiscale, per cui abbiamo subito pignoramenti e sanzioni amministrative. Ma non ci siamo fermati, fino ad ottenere il riconoscimento con Sentenze della Corte Costituzionale, perche' abbiamo preferito "pagare per la pace, anziche' per la guerra".
Siamo stati arrestati e processati per aver fermato, con blocchi ferroviari, treni che trasportavano armi nei teatri di guerra. Poi abbiamo ottenuto assoluzioni piene per aver agito per alti valori morali.
Abbiamo praticato la disobbedienza civile per impedire l'installazione dei missili a Comiso, che poi sono stati ritirati. Abbiamo bloccato l'entrata nella basi militari dove erano depositate armi nucleari. Abbiamo manifestato pacificamente davanti a tribunali e carceri militari, anche quando era vietato, salvo poi veder riconosciuto il nostro diritto democratico a farlo.
Abbiamo marciato nei territori militarizzati, violando il divieto di entrare nelle servitu' militari.
Abbiamo bloccato il traffico ferroviario e stradale per protestare contro l'installazione delle centrali nucleari, che poi un referendum popolare ha eliminato, dandoci ragione.
Vi abbiamo raccontato brevemente la nostra storia, che e' anche pratica attuale, per dirVi che nessun decreto fermera' mai la forza della nonviolenza che, come diceva Gandhi, e' la forza piu' potente a disposizione dell'umanita' (piu' potente della bomba atomica, perche' l'atomica ha una forza distruttiva, mentre la nonviolenza ha una forza creatrice).
Il Decreto che Vi accingete a votare ha un carattere solo repressivo, aumentando le pene e introducendo nuovi reati: dimostra che chi l'ha concepito e' mosso dalla paura. I regimi basati sulla paura, la violenza, lo stato di polizia, alla fine sono sempre crollati sotto la spinta dei popoli che si liberano. La storia di Gandhi e della nonviolenza lo sta a dimostrare.
Sappiate che mai nessuna legge, mai nessun carcere, ha fermato la forza attiva e liberatrice della nonviolenza dei forti. La disobbedienza civile, la non collaborazione, l'azione diretta nonviolenta, lo sciopero, il boicottaggio, l'obiezione di coscienza, sono immensamente piu' forti e puri di qualsiasi Decreto.
Vi auguriamo di votare in piena coscienza. Ed ora, buon voto a Voi.
Movimento Nonviolento
Verona, 25 settembre 2024

4. REPETITA IUVANT. MOVIMENTO NONVIOLENTO: OBIEZIONE ALLA GUERRA, SCRIVIAMOLO SU TUTTI I MURI
[Riceviamo e diffondiamo]

La Campagna di Obiezione alla guerra presenta un nuovo strumento operativo: un poster diffuso a livello nazionale.
*
La Campagna di Obiezione alla guerra presenta un nuovo strumento operativo:
un poster diffuso a livello nazionale con il simbolo del fucile spezzato e la scritta "Con la nonviolenza: per cessare il fuoco bisogna non sparare, per fermare la guerra bisogna non farla".
Il volantone, inviato a tutti gli iscritti e ai Centri del Movimento Nonviolento, agli abbonati alla rivista Azione nonviolenta e a tutti coloro che ne faranno richiesta, rilancia la Dichiarazione di obiezione di coscienza rivolta a chi rifiuta la chiamata alle armi e contiene tutte le informazioni su quanto realizzato finora a sostegno degli obiettori di coscienza di Russia, Ucraina, Bielorussia, Israele e Palestina, e i prossimi obiettivi che la Campagna vuole raggiungere.
Sono ormai centinaia di migliaia gli obiettori, disertori, renitenti alla leva che nei luoghi di guerra, rifiutano le armi e la divisa, negandosi al reclutamento militare, ripudiando il proprio esercito senza passare a quello avverso. Alcuni affrontano processo e carcere, altri espatriano, altri ancora scappano o si nascondono. Il Movimento Nonviolento ha scelto di stare dalla loro parte, di sostenerli concretamente, di difendere il loro diritto umano alla vita e alla pace, e di chiedere all'Unione Europea e al Governo italiano di riconoscere, per loro e per chi firma la Dichiarazione, lo "status" di obiettori di coscienza.
La Campagna si sviluppa su due direttrici:
- la raccolta fondi per sostenere nelle loro attivita' i movimenti nonviolenti di Russia, Bielorussia, Ucraina, Israele e Palestina, le spese legali per i processi che obiettori e nonviolenti di quei paesi subiscono, per aiutare chi espatria per non farsi arruolare, per gli strumenti di informazione necessari a diffondere la scelta dell'obiezione;
- la diffusione della Dichiarazione di Obiezione di coscienza alla guerra e alla sua preparazione, il rifiuto della chiamata alle armi e fin da ora della futura mobilitazione militare. La procedura e' semplice: si compila e si sottoscrive la Dichiarazione (per tutti, giovani o adulti, donne e uomini ) rivolta ai Presidenti della Repubblica e del Consiglio.
Sul sito del Movimento Nonviolento azionenonviolenta.it alla voce Obiezione alla guerra si trovano tutti gli aggiornamenti e la possibilita' di adesione e contribuzione.
Movimento Nonviolento
Settembre 2024
*
Movimento Nonviolento
via Spagna, 8, 37123 Verona
Tel 045 8009803
Cell. 348 2863190
www.nonviolenti.org
www.azionenonviolenta.it
per sostegno e donazioni
Iban IT35 U 07601 11700 0000 18745455

5. REPETITA IUVANT. SCRIVIAMO AL PRESIDENTE STATUNITENSE BIDEN PER CHIEDERE LA GRAZIA PER LEONARD PELTIER

Scriviamo al presidente statunitense Biden per chiedere la grazia per Leonard Peltier.
E' consuetudine dei presidenti statunitensi giunti a fine mandato di concedere la grazia ad alcuni detenuti.
Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano, difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra.
Leonard Peltier, che a settembre compira' 80 anni, da 48 anni e' detenuto per un crimine che non ha commesso.
Leonard Peltier e' gravemente malato, e le sue malattie non possono essere curate adeguatamente in carcere.
Affinche' non muoia in carcere un uomo innocente, affinche' Leonard Peltier possa tornare libero e trascorrere con i suoi familiari questo poco tempo che gli resta da vivere, la cosa piu' importante ed urgente da fare adesso e' scrivere a Biden per chiedere che conceda la grazia a Leonard Peltier.
*
Per scrivere a Biden la procedura e' la seguente.
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: scrivere un breve testo (di seguito una traccia utilizzabile):
Egregio Presidente degli Stati Uniti d'America,
le scriviamo per chiederle di concedere la grazia al signor Leonard Peltier.
Leonard Peltier ha quasi 80 anni ed e' affetto da plurime gravi patologie che non possono essere adeguatamente curate in carcere: gli resta poco da vivere.
Leonard Peltier ha subito gia' 48 anni di carcere per un delitto che non ha commesso: la sua liberazione e' stata chiesta da Nelson Mandela e da madre Teresa di Calcutta, dal Dalai Lama e da papa Francesco, da Amnesty International, dal Parlamento Europeo, dall'Onu, da milioni di esseri umani.
Egregio Presidente degli Stati Uniti d'America,
restituisca la liberta' a Leonard Peltier; non lasci che muoia in carcere un uomo innocente.
Distinti saluti.
*
Sollecitiamo chi legge questo comunicato ad aderire all'iniziativa e a diffondere l'informazione.
Free Leonard Peltier.
Mitakuye Oyasin.

6. MEMENTO. ISTANTANEE

Sono tornato da fronte
e sono ancora vivo.

Ho perso le gambe
ma sono ancora vivo.

Non posso piu' muovere le braccia
ma sono ancora vivo.

Parlare non riesco piu' a parlare
ma sono ancora vivo.

Il presidente mi ha dato una medaglia
e' fortunato che non posso piu' far nulla.

*

Sono uno qualunque
facevo una vita qualunque
ero sempre furioso per delle fesserie

Adesso la guerra mi ha strappato
una gamba il sesso e qualche costola
quanto mi sembra stupido com'ero prima

Adesso penso solo a vendicarmi
di tutti quelli che la guerra hanno deciso
di tutti quelli che la guerra appoggiano
ma ridotto come sono non posso piu' far nulla.

Secondo me loro lo sapevano fin dal principio.

*

Chi dice "vogliamo la pace, ma una pace giusta"
e' il primo e il principe degli assassini.

*

In un altro tempo
in un altro luogo
avremo potuto essere amici
invece t'ho bruciato le cervella.

Per la patria, si sa, questo e altro.

*

La persona che fa il lavoro piu' umile
in questo ospedale nel bosco
e' quella piu' pietosa e piu' gentile.

E' nera e vestita di verde
trascina un cassone con gli attrezzi per pulire
ricorda che nel paese da cui e' dovuta fuggire
aveva una cattedra di economia politica.

Io so di cosa parlano queste righe
mi chiedo se lo sai anche tu che leggi.

7. NUOVE STORIE DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: LE PORTE

- E lei chi sarebbe?
- Nessuno.
- E che ci fa qui?
- Niente.
- Guardi che l'ingresso e' vietato.
- Non lo sapevo. Adesso esco.
- E no, ormai le porte sono chiuse e e non puo' piu' uscire nessuno.

8. NUOVE STORIE DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: AFFARI

- Lo vorrebbe un salotto completo in comode rate?
- No, grazie.
- E una cucina con tutti gli accessori?
- No, grazie.
- Un'automobile, eh? Con in omaggio un coltello da sub.
- No, grazie. Non ho bisogno di niente.
- Un bastone animato? Guardi che meraviglia. Come quello di Arancia meccanica.
- No, non insista per favore.
- Una bella figliola, anzi due, facciamo anche tre. Ne abbiamo caucasiche, nere, asiaiche, scelga lei. Di tutte le eta'.
- Guardi, non sono proprio interessato. Mi scusi.
- Un giovanotto? Un giovanotto che avrebbe fatto la gioia di Oscar Wilde e di Andre' Gide?
- No, la prego. Non sono interessato.
- Una muta di lupi, eh? Una bella muta di lupi famelici.
- Senta, non mi costringa ad essere scortese. Non mi occorre niente, mi creda.
- E una o due bombette atomiche? Con tanto di rampe di lancio e tutto il resto, soddisfatti o rimborsati.
- Oh, adesso si'. E quanto verrebbe?

9. NUOVE STORIE DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: LA LETTURA DELLA MANO

- Permette che le legga la mano?
- Come dice?
- Vorrei leggerle la mano, sono chiromante diplomato.
- Non sapevo che ci fossero diplomi per questo genere di cose.
- Ho pure una laurea e un master.
- Ma pensa, in che?
- Ingegneria civile e militare.
- E che c'entra con la chiromanzia?
- Niente, e' un hobby.
- La chiromanzia?
- No, quello e' il lavoro; l'ingegneria civile e militare e' l'hobby.
- Ah.
- Gia'. E allora, posso leggerle la mano?
- Ma guardi, io non credo a queste cose.
- Neppure io, ma devo pur lavorare, no?
- Capisco.
- Si vede che lei e' una persona sensibile, sa.
- Grazie. E quanto mi costerebbe?
- Una lettura semplice, cioe' su lavoro, amore e fortuna, viene venti euro.
- Insomma, e' un po' caro.
- Che vuole che le dica, sempre meglio che subire una rapina, no?
- In effetti.
- E allora?
- Ma si', vediamo.
- Ecco, mi dia la mano.
- Quale?
- Una delle due, e' uguale.
- Allora la sinistra.
- Meglio la destra.
- Ecco la destra. Che ci vede?
- Ahime', ahime', ahime'.
- Che c'e'?
- Niente, niente. Senta: lasciamo stare, come non detto, eh? Tanto sono tutte stupidaggini.
- Non capisco.
- Non si preoccupi, faccia conto che sia stato tutto uno scherzo.
- Ma lei cosa ha visto?
- Non insista, la prego.
- Se le dessi 50 euro?
- Lei vuole offendermi.
- No, no, per carita', mi scusi, non intendevo proprio. Solo che vorrei sapere.
- E' meglio non sapere, mi creda.
- Ma insomma, cosa ha visto di tanto brutto?
- Non le ho detto che ho visto qualcosa di brutto. Non le ho detto niente. Anzi, adesso la lascio e le auguro tanta fortuna.
- Aspetti, aspetti.
- Non posso, non posso.

10. NUOVE STORIE DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: IL FUTURO

- Mi scusi, sta facendo un solitario?
- Non proprio.
- Sono tarocchi, vero?
- Si'.
- Cerca di leggere il futuro?
- Sono qui in questo ospedale con un male incurabile, le sembra che possa desiderare di leggere il futuro?

11. NUOVE STORIE DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: QUESTO

- Perche' lo fa?
- Cosa?
- Questo.
- Questo cosa?
- Questo che sta facendo.
. Ah, questo.
- Si', questo.
- Cosi', per fare qualcosa.
- E non ha niente di meglio da fare?
- Non so, intanto faccio questo.
- Ma non lo vede che e' morta?
- Lo vedo si', l'ho uccisa io.
- E le pare una cosa da farsi?
- Era mia moglie.
- E che c'entra?
- C'entra, c'entra.
- No che non c'entra.
- Perche', secondo lei se era un'estranea allora andava bene?
- Non ho detto questo.
- Pero' lo pensava.
- No, non l'ho detto e non lo pensavo.
- Sara'.
- E comunque e' lei che lo ha fatto, non io.
- Perche' non le si e' ancora presentata l'occasione.
- Lei e' proprio indisponente, sa?
- Mi scusi, certe volte mi lascio trascinare dalla vis polemica.
- Ah, se era solo vis polemica, allora scuse accettate. Posso offrirle un caffe'? C'e' un bar qui vicino.
- Volentieri. Grazie.
- Prego, non c'e' di che.

12. NUOVE STORIE DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: UN INCONTRO

- E lei cosa pensa di fare?
- In verita' ho smesso di pensare.
- Come dice?
- Non vede che sono morto?
- Ah, si'. E come le e' accaduto?
- E me lo chiede proprio lei che mi ha sparato?
- Non c'era nulla di personale. Quando la patria chiama...
- Certo, certo. Pero' intanto io sono morto. E avevo solo vent'anni.
- Ho vent'anni anch'io, se puo' consolarla.
- E perche' dovrebbe consolarmi? Piuttosto mi amareggia di piu'.
- Non era mia intenzione.
- Lo so, lo so.
- Certo che e' strano.
- Cosa?
- Non pensavo che i vivi potessero parlare con i morti.
- Infatti.
- E allora?
- E allora cosa?
- Com'e' che parliamo.
- Forse e' un sogno, o forse e' morto anche lei.
- E' possibile.
- E' possibile si'.
- Adesso la lascio.
- Vada, vada.
- Non so quale formula di saluto usare.
- Non si preoccupi, vada pure.

13. TESTI. PIERO CALAMANDREI: EPIGRAFI PER DONNE, UOMINI E CITTA' DELLA RESISTENZA
[I testi che qui ancora una volta riproponiamo sono estratti dal libro di discorsi, scritti ed epigrafi di Piero Calamandrei, Uomini e citta' della Resistenza, edito nel 1955 e successivamente piu' volte ristampato dalla casa editrice Laterza.
Piero Calamandrei, nato a Firenze il 21 aprile 1889 ed ivi deceduto il 27 settembre 1956, avvocato, giurista, docente universitario, antifascista limpido ed intransigente, dopo la Liberazione fu costituente e parlamentare, fondatore ed animatore della rivista "Il Ponte", impegnato nelle grandi lotte civili. Dal sito dell'Anpi di Roma (www.romacivica.net/anpiroma) riprendiamo la seguente notizia biografica su Piero Calamandrei: "Nato a Firenze nel 1889. Si laureo' in legge a Pisa nel 1912; nel 1915 fu nominato per concorso professore di procedura civile all'Universita' di Messina; nel 1918 fu chiamato all'Universita' di Modena, nel 1920 a quella di Siena e nel 1924 alla nuova Facolta' giuridica di Firenze, dove ha tenuto fino alla morte la cattedra di diritto processuale civile. Partecipo' alla Grande Guerra come ufficiale volontario combattente nel 218mo reggimento di fanteria; ne usci' col grado di capitano e fu successivamente promosso tenente colonnello. Subito dopo l'avvento del fascismo fece parte del consiglio direttivo dell'"Unione Nazionale" fondata da Giovanni Amendola. Durante il ventennio fascista fu uno dei pochi professori che non ebbe ne' chiese la tessera continuando sempre a far parte di movimenti clandestini. Collaboro' al "Non mollare", nel 1941 aderi' a "Giustizia e Liberta'" e nel 1942 fu tra i fondatori del Partito d'Azione. Assieme a Francesco Carnelutti e a Enrico Redenti fu uno dei principali ispiratori dei Codice di procedura civile del 1940, dove trovarono formulazione legislativa gli insegnamenti fondamentali della scuola di Chiovenda. Si dimise da professore universitario per non sottoscrivere una lettera di sottomissione al duce che gli veniva richiesta dal Rettore del tempo. Nominato Rettore dell'Universita' di Firenze il 26 luglio 1943, dopo l'8 settembre fu colpito da mandato di cattura, cosicche' esercito' effettivamente il suo mandato dal settembre 1944, cioe' dalla liberazione di Firenze, all'ottobre 1947. Presidente del Consiglio nazionale forense dal 1946 alla morte, fece parte della Consulta Nazionale e della Costituente in rappresentanza del Partito d'Azione. Partecipo' attivamente ai lavori parlamentari come componente della Giunta delle elezioni della commissione d'inchiesta e della Commissione per la Costituzione. I suoi interventi nei dibattiti dell'assemblea ebbero larga risonanza: specialmente i suoi discorsi sul piano generale della Costituzione, sugli accordi lateranensi, sulla indissolubilita' del matrimonio, sul potere giudiziario. Nel 1948 fu deputato per "Unita' socialista". Nel 1953 prese parte alla fondazione del movimento di "Unita' popolare" assieme a Ferruccio Parri, Tristano Codignola e altri. Accademico nazionale dei Lincei, direttore dell'Istituto di diritto processuale comparato dell'Universita' di Firenze, direttore con Carnelutti della "Rivista di diritto processuale", con Finzi, Lessona e Paoli della rivista "Il Foro toscano" e con Alessandro Levi del "Commentario sistematico della Costituzione italiana", nell'aprile del 1945 fondo' la rivista politico-letteraria "Il Ponte". Mori' a Firenze nel 1956". Tra le opere di Piero Calamandrei segnaliamo particolarmente Uomini e citta' della Resistenza, edito nel 1955 e successivamente ristampato da Laterza, Roma-Bari 1977, poi riproposto da Linea d'ombra, Milano 1994, e nuovamente ripubblicato da Laterza nel 2006]

VIVI E PRESENTI CON NOI
FINCHE' IN LORO
CI RITROVEREMO UNITI

MORTI PER SEMPRE
PER NOSTRA VILTA'
QUANDO FOSSE VERO
CHE SONO MORTI INVANO

(In limine al libro Uomini e citta' della Resistenza)

*

DA QUESTA CASA
OVE NEL 1925
IL PRIMO FOGLIO CLANDESTINO ANTIFASCISTA
DETTE ALLA RESISTENZA LA PAROLA D'ORDINE
NON MOLLARE
FEDELI A QUESTA CONSEGNA
COL PENSIERO E COLL'AZIONE
CARLO E NELLO ROSSELLI
SOFFRENDO CONFINI CARCERI ESILII
IN ITALIA IN FRANCIA IN SPAGNA
MOSSERO CONSAPEVOLI PER DIVERSE VIE
INCONTRO ALL'AGGUATO FASCISTA
CHE LI RICONGIUNSE NEL SACRIFICIO
IL 9 GIUGNO 1937
A BAGNOLES DE L'ORNE
MA INVANO SI ILLUSERO GLI OPRESSORI
DI AVER FATTO LA NOTTE SU QUELLE DUE FRONTI
QUANDO SPUNTO' L'ALBA
SI VIDERO IN ARMI
SU OGNI VETTA D'ITALIA
MILLE E MILLE COL LORO STESSO VOLTO
VOLONTARI DELLE BRIGATE ROSSELLI
CHE SULLA FIAMMA RECAVANO IMPRESSO
GRIDO LANCIATO DA UN POPOLO ALL'AVVENIRE
GIUSTIZIA E LIBERTA'

(Epigrafe sulla casa dei fratelli Rosselli, in Firenze, via Giusti n. 38)

*

GIUSTIZIA E LIBERTA'

PER QUESTO MORIRONO
PER QUESTO VIVONO

(Epigrafe sulla tomba dei fratelli Rosselli, nel cimitero di Trespiano - Firenze)

*

NON PIU' VILLA TRISTE
SE IN QUESTE MURA
SPIRITI INNOCENTI E FRATERNI
ARMATI SOL DI COSCIENZA
IN FACCIA A SPIE TORTURATORI CARNEFICI
VOLLERO
PER RISCATTARE VERGOGNA
PER RESTITUIR DIGNITA'
PER NON RIVELARE IL COMPAGNO
LANGUIRE SOFFRIRE MORIRE
NON TRADIRE

(Epigrafe sulla villa di via Bolognese, a Firenze - dove fu la sede della banda Carita' - nella quale Enrico Bocci fu torturato: e che fu chiamata in quei mesi "Villa triste")

*

GIANFRANCO MATTEI
DOCENTE UNIVERSITARIO DI CHIMICA
NELL'ORA DELL'AZIONE CLANDESTINA
FECE DELLA SUA SCIENZA
ARMA PER LA LIBERTA'
COMUNIONE COL SUO POPOLO
SILENZIOSA SCELTA DEL MARTIRIO

SU QUESTA CASA OVE NACQUE
RIMANGANO INCISE
LE ULTIME PAROLE SCRITTE NEL CARCERE
QUANDO SOTTRASSE AL CARNEFICE
E INVITTA CONSEGNO' ALL'AVVENIRE
LA CERTEZZA DELLA SUA FEDE
"SIATE FORTI - COME IO LO FUI"

Milano 11 dicembre 1916 - Roma febbraio 1944

(Epigrafe sulla casa di Milano, ove nacque l'11 dicembre 1916 Gianfranco Mattei)

*

LA MADRE

QUANDO LA SERA TORNAVANO DAI CAMPI
SETTE FIGLI ED OTTO COL PADRE
IL SUO SORRISO ATTENDEVA SULL'USCIO
PER ANNUNCIARE CHE IL DESCO ERA PRONTO
MA QUANDO IN UN UNICO SPARO
CADDERO IN SETTE DINANZI A QUEL MURO
LA MADRE DISSE
NON VI RIMPROVERO O FIGLI
D'AVERMI DATO TANTO DOLORE
L'AVETE FATTO PER UN'IDEA
PERCHE' MAI PIU' NEL MONDO ALTRE MADRI
DEBBAN SOFFRIRE LA STESSA MIA PENA
MA CHE CI FACCIO QUI SULLA SOGLIA
SE PIU' LA SERA NON TORNERETE
IL PADRE E' FORTE E RINCUORA I NIPOTI
DOPO UN RACCOLTO NE VIENE UN ALTRO
MA IO SONO SOLTANTO UNA MAMMA
O FIGLI CARI
VENGO CON VOI

(Epigrafe dettata per il busto, collocato nella sala del consiglio del Comune di Campegine, di Genoveffa Cocconi, madre dei sette fratelli Cervi, morta di dolore poco dopo la loro fucilazione)

*

A POCHI METRI DALL'ULTIMA CIMA
AVVOLTA NEL NEMBO
QUALCUNO PIU' SAGGIO DISSE SCENDIAMO
MA LIVIO COMANDA
QUANDO UN'IMPRESA SI E' COMINCIATA
NON VALE SAGGEZZA
A TUTTI I COSTI BISOGNA SALIRE

DALLA MONTAGNA NERA
DOPO DIECI ANNI DAL PRIMO CONVEGNO
S'AFFACCIANO LE OMBRE IN VEDETTA
L'HANNO RICONOSCIUTO
SVENTOLANO I VERDI FAZZOLETTI
RICANTAN LE VECCHIE CANZONI
E' LIVIO CHE SALE
E' IL LORO CAPO
CHE PER NON RINUNCIARE ALLA VETTA
TRA I MORTI GIOVANI
GIOVANE ANCH'EGLI
E' VOLUTO RESTARE

ASCIUGHIAMO IL PIANTO
GUARDIAMO SU IN ALTO
IN CERCA DI TE
COME TI VIDERO I TEDESCHI FUGGENTI
FERMO SULLA RUPE
LE SPALLE QUADRATE MONTANARE
LA MASCHIA FRONTE OSTINATA
L'OCCHIO ACCESO DI DOLCE FIEREZZA
FACCI UN CENNO LIVIO
SE VACILLEREMO
A TUTTI I COSTI BISOGNA SALIRE
ANCHE SE QUESTO
E'
MORIRE

(Epigrafe per la morte di Livio Bianco avvenuta nel luglio del 1953, per una sciagura di montagna)

*

DALL'XI AGOSTO MCMXLIV
NON DONATA MA RICONQUISTATA
A PREZZO DI ROVINE DI TORTURE DI SANGUE
LA LIBERTA'
SOLA MINISTRA DI GIUSTIZIA SOCIALE
PER INSURREZIONE DI POPOLO
PER VITTORIA DEGLI ESERCITI ALLEATI
IN QUESTO PALAZZO DEI PADRI
PIU' ALTO SULLE MACERIE DEI PONTI
HA RIPRESO STANZA
NEI SECOLI

(Epigrafe apposta dopo la liberazione sulla parete di Palazzo Vecchio che guarda Via dei Gondi, a Firenze)

*

SULLE FOSSE DEL VOSTRO MARTIRIO
NEGLI STESSI CAMPI DI BATTAGLIA
O SUPPLIZIATI DI BELFIORE
O VOLONTARI DI CURTATONE E MONTANARA
DOPO UN SECOLO
MANTOVA VI AFFIDA
QUESTI SUOI CADUTI DELLA GUERRA PARTIGIANA

COME VOI SONO ANDATI INCONTRO ALLA MORTE
A FRONTE ALTA CON PASSO SICURO
SENZA VOLTARSI INDIETRO
ACCOGLIETELI OMBRE FRATERNE
SONO DELLA VOSTRA FAMIGLIA

MUTANO I VOLTI DEI CARNEFICI
RADETZKY O KESSELRING
VARIANO I NOMI DELLE LIBERAZIONI
RISORGIMENTO O RESISTENZA
MA L'ANELITO DEI POPOLI E' UNO
NELLA STORIA DOVE I SECOLI SONO ATTIMI
LE GENERAZIONI SI TRASMETTONO
QUESTA FIAMMA RIBELLE
PATIBOLI E TORTURE NON LA SPENGONO
DOPO CENT'ANNI
QUANDO L'ORA SPUNTA
I CIMITERI CHIAMANO LIBERTA'
DA OGNI TOMBA BALZA UNA GIOVANE SCHIERA
L'AVANZATA RIPRENDE
FINO A CHE OGNI SCHIAVITU' SARA' BANDITA
DAL MONDO PACIFICATO

(Epigrafe murata nella sala del Palazzo Provinciale di Mantova nel primo decennale della Resistenza, giugno 1954)

*

RITORNO DI KESSELRING

NON E' PIU' VERO NON E' PIU' VERO
O FUCILATI DELLA RESISTENZA
O INNOCENTI ARSI VIVI
DI SANT'ANNA E DI MARZABOTTO
NON E' PIU' VERO
CHE NEL ROGO DEI CASALI
DIETRO LE PORTE INCHIODATE
MADRI E CREATURE
TORCENDOSI TRA LE FIAMME
URLAVANO DISPERATAMENTE PIETA'

AI CAMERATI GUASTATORI
CHE SI GLORIARONO DI QUELLE GRIDA
SIA RESA ALFINE GIUSTIZIA
RIPRENDANO TORCE ED ELMETTI
SI SCHIERINO IN PARATA
ALTRI ROGHI DOVRANNO ESSERE ACCESI
PER LA FELICITA' DEL MONDO

NON PIU' FIORI PER LE VOSTRE TOMBE
SONO STATI TUTTI REQUISITI
PER FARE LA FIORITA
SULLE VIE DEL LORO RITORNO
LI COMANDERA' ANCORA
COLL'ONORE MILITARE
CUCITO IN ORO SUL PETTO
IL CAMERATA KESSELRING
IL VOSTRO ASSASSINO

*

IL MONUMENTO A KESSELRING

LO AVRAI
CAMERATA KESSELRING
IL MONUMENTO CHE PRETENDI DA NOI ITALIANI
MA CON CHE PIETRA SI COSTRUIRA'
A DECIDERLO TOCCA A NOI

NON COI SASSI AFFUMICATI
DEI BORGHI INERMI STRAZIATI DAL TUO STERMINIO
NON COLLA TERRA DEI CIMITERI
DOVE I NOSTRI COMPAGNI GIOVINETTI
RIPOSANO IN SERENITA'
NON COLLA NEVE INVIOLATA DELLE MONTAGNE
CHE PER DUE INVERNI TI SFIDARONO
NON COLLA PRIMAVERA DI QUESTE VALLI
CHE TI VIDE FUGGIRE

MA SOLTANTO COL SILENZIO DEI TORTURATI
PIU' DURO D'OGNI MACIGNO
SOLTANTO CON LA ROCCIA DI QUESTO PATTO
GIURATO FRA UOMINI LIBERI
CHE VOLONTARI SI ADUNARONO
PER DIGNITA' NON PER ODIO
DECISI A RISCATTARE
LA VERGOGNA E IL TERRORE DEL MONDO

SU QUESTE STRADE SE VORRAI TORNARE
AI NOSTRI POSTI CI RITROVERAI
MORTI E VIVI COLLO STESSO IMPEGNO
CHE SI CHIAMA
ORA E SEMPRE
RESISTENZA

(Lapide murata nel Palazzo Comunale di Cuneo il 21 dicembre 1952)

*

ALL'OMBRA DI QUESTE MONTAGNE
IL 12 SETTEMBRE 1943
POCHI RIBELLI QUI CONVENUTI
ARMATI DI FEDE E NON DI GALLONI
FURONO LA PRIMA PATTUGLIA
DELLA RESISTENZA PIEMONTESE
CHE DOPO DUE INVERNI
CON DUCCIO E LIVIO AL COMANDO
PER OGNI CADUTO CENTO SOPRAGGIUNTI
DIVENTO'
L'ESERCITO DI GIUSTIZIA E LIBERTA'
DILAGANTE VITTORIOSO IN PIANURA

NEL PRIMO DECENNALE
I VIVI SALUTANO I MORTI
DORMITE IN PACE COMPAGNI
L'IMPEGNO DI MARCIARE INSIEME
VERSO L'AVVENIRE
NON E' CADUTO

(Epigrafe murata sulla Chiesa di Madonna del Colletto, inaugurata il 27 settembre 1953 con un discorso di Ferruccio Parri)

*

CONTRO OGNI RITORNO

INERMI BORGATE DELL'ALPE
ASILO DI RIFUGIATI
PRESE D'ASSALTO COI LANCIAFIAMME
ARSI VIVI NEL ROGO DEI CASALI
I BAMBINI AVVINGHIATI ALLE MADRI
FOSSE NOTTURNE SCAVATE
DAGLI ASSASSINI IN FUGA
PER NASCONDERVI STRAGI DI TRUCIDATI INNOCENTI
QUESTO VI RIUSCI'

S. TERENZIO BERGIOLA ZERI VINCA
FORNO MOMMIO TRAVERDE S. ANNA S. LEONARDO
SCRIVETE QUESTI NOMI
SON LE VOSTRE VITTORIE
MA ESPUGNARE QUESTE TRINCEE DI MARMO
DI DOVE IL POPOLO APUANO
CAVATORI E PASTORI
E LE LORO DONNE STAFFETTE
TUTTI ARMATI DI FAME E DI LIBERTA'
VI SFIDAVA BEFFARDO DA OGNI CIMA
QUESTO NON VI RIUSCI'
ORA SUL MARE SON TORNATI AL CARICO I VELIERI

E NELLE CAVE I BOATI DELLE MINE
CHIAMAN LAVORO E NON GUERRA
MA QUESTA PACE NON E' OBLIO
STANNO IN VEDETTA
QUESTE MONTAGNE DECORATE DI MEDAGLIE D'ORO
AL VALORE PARTIGIANO
TAGLIENTI COME LAME
IMMACOLATO BALUARDO SEMPRE ALL'ERTA
CONTRO OGNI RITORNO

(Epigrafe scolpita sul marmo della stele commemorativa delle Fosse del Frigido, inaugurata il 21 ottobre 1954)

*

FANTASMI

NON RAMMARICATEVI
DAI VOSTRI CIMITERI DI MONTAGNA
SE GIU' AL PIANO
NELL'AULA OVE FU GIURATA LA COSTITUZIONE
MURATA COL VOSTRO SANGUE
SONO TORNATI
DA REMOTE CALIGINI
I FANTASMI DELLA VERGOGNA
TROPPO PRESTO LI AVEVAMO DIMENTICATI
E' BENE CHE SIANO ESPOSTI
IN VISTA SU QUESTO PALCO
PERCHE' TUTTO IL POPOLO
RICONOSCA I LORO VOLTI
E SI RICORDI
CHE TUTTO QUESTO FU VERO
CHIEDERANNO LA PAROLA
AVREMO TANTO DA IMPARARE
MANGANELLI PUGNALI PATIBOLI
VENT'ANNI DI RAPINE DUE ANNI DI CARNEFICINE
I BRIGANTI SUGLI SCANNI I GIUSTI ALLA TORTURA
TRIESTE VENDUTA AL TEDESCO
L'ITALIA RIDOTTA UN ROGO
QUESTO SI CHIAMA GOVERNARE
PER FAR GRANDE LA PATRIA
APPRENDEREMO DA FONTE DIRETTA
LA STORIA VISTA DALLA PARTE DEI CARNEFICI
PARLERANNO I DIPLOMATICI DELL'ASSE
I FIERI MINISTRI DI SALO'
APRIRANNO
I LORO ARCHIVI SEGRETI
DI OGNI IMPICCATO SAPREMO LA SEPOLTURA
DI OGNI INCENDIO SI RITROVERA' IL PROTOCOLLO
CIVITELLA SANT'ANNA BOVES MARZABOTTO
TUTTE IN REGOLA
SAPREMO FINALMENTE
QUANTO COSTO' L'ASSASSINIO
DI CARLO E NELLO ROSSELLI
MA FORSE A QUESTO PUNTO
PREFERIRANNO RINUNCIARE ALLA PAROLA
PECCATO
QUESTI GRANDI UOMINI DI STATO
AVREBBERO TANTO DA RACCONTARE

(Epigrafe pubblicata sul "Ponte" dopo le elezioni politiche del 7 giugno 1953)

14. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Primo Levi, Opere, Einaudi, Torino 1997, 2 voll. rispettivamente di pp. CXXVI + 1474 e di pp. XVI + 1606.
- Varlan Salamov, I racconti di Kolyma, Einaudi, Torino 1999, 2009, 2 voll. per complessive pp. XLIV + 1322, euro 21. E' l'edizione integrale a cura di Irina Sirotinskaja nella traduzione di Sergio Rapetti.
- Ignazio Silone, Romanzi e saggi, Mondadori, Milano 1998-1999, 2 voll. rispettivamente di pp. CX + 1578 e di pp. LXXXIV + 1692.
- Aleksandr Solzenicyn, Arcipelago Gulag, Mondadori, Milano 1974, 1975, 1978, 1995, 3 voll. per complessive pp. XXII + 1958.

15. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

16. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5341 del 2 ottobre 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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