[Nonviolenza] Non muoia in carcere Leonard Peltier. 35



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NON MUOIA IN CARCERE LEONARD PELTIER
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Foglio a sostegno dell'appello a scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier
A cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 35 del 16 settembre 2024

Sommario di questo numero:
1. "Restituisca la liberta' a Leonard Peltier". Estremo un appello al Presidente Biden
2. Che fare adesso per la liberazione di Leonard Peltier
3. Peppe Sini: Un genetliaco, in carcere. E ancora un appello per la liberazione di Leonard Peltier
4. Adnkronos: Leonard Peltier, ottantesimo compleanno in carcere negli Usa: la controversa vicenda giudiziaria dell'attivista nativo americano
5. Daniela Bezzi: Eppure mi piace sognare... pensando a Leonard Peltier
6. Marinella Correggia: Leonard Peltier compie 80 anni, di cui 48 passati in cella. Oggi sit-in a Roma, davanti all'ambasciata Usa

1. REPETITA IUVANT. "RESTITUISCA LA LIBERTA' A LEONARD PELTIER". ESTREMO UN APPELLO AL PRESIDENTE BIDEN

Presidente Biden,
prima del termine del suo mandato lei puo' compiere un gesto che tutte le persone di volonta' buona attendono ormai da molti anni da parte della presidenza degli Stati Uniti d'America: la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier, da 48 anni prigioniero innocente.
Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano difensore del suo popolo e di tutti i popoli oppressi, difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani, difensore della Madre Terra.
Leonard Peltier e' gravemente malato e dopo quasi mezzo secolo di ingiusta detenzione non gli resta molto tempo da vivere.
Leonard Peltier e' stato condannato per un delitto che non ha commesso: e' stato definitivamente dimostrato che le testimonianze contro di lui erano false e che le prove contro di lui erano altrettanto false.
Dal carcere Leonard Peltier lungo mezzo secolo ha sostenuto con la parola e con la testimonianza, con l'esempio e con la solidarieta' concreta nella misura in cui gli e' stato possibile esprimerla, innumerevoli iniziative nonviolente in difesa dei popoli e delle persone cui venivano negati i diritti piu' elementari, in difesa del mondo vivente minacciato di irreversibili devastazioni.
Personalita' come Nelson Mandela, come madre Teresa di Calcutta, come Desmond Tutu, come Rigoberta Menchu', come il Dalai Lama, come papa Francesco, hanno chiesto la sua liberazione.
Movimenti umanitari come Amnesty International e il Movimento Nonviolento hanno chiesto la sua liberazione.
Istituzioni rappresentative come l'Onu (che sulla vicenda di Leonard Peltier si e' pronunciata attraverso una commissione giuridica ad hoc) e come il Parlamento Europeo (fin dagli anni Novanta, ed ancora qualche anno fa con il compianto suo Presidente David Sassoli) hanno chiesto la sua liberazione.
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Presidente Biden,
in questo tempo attraversato da orrori indicibili, da guerre e devastazioni inaudite, in cui non solo l'intera umana famiglia ma l'intero mondo vivente - quest'unico mondo vivente che conosciamo nell'intero universo - sono minacciati di distruzione per responsabilita' di poteri folli e scellerati, la liberazione di Leonard Peltier costituirebbe un messaggio di speranza e un'epifania di bene a conforto e sostegno dell'umanita' intera.
La liberazione di Leonard Peltier sarebbe per ogni persona di volonta' buona e per ogni civile consorzio e legittimo istituto fedeli all'umanita' una viva gioia e un impulso potente a continuare ad operare per la pace che salva le vite, per il bene comune che ogni essere umano riconosce e raggiunge e soccorre e preserva, che nessuna persona abbandona al dolore e alla morte.
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Presidente Biden,
conceda la grazia a Leonard Peltier.
Restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 11 agosto 2024
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnato nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
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Allegato primo. Per scrivere al Presidente Biden:
Per scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America e' sufficiente collegarsi al sito della Casa Bianca alla pagina web: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: scrivere un breve testo (di seguito una traccia utilizzabile):
"Egregio Presidente degli Stati Uniti d'America,
le scriviamo per chiederle di concedere la grazia presidenziale a Leonard Peltier.
Come lei sa, Leonard Peltier ha gia' subito 48 anni di carcere per un delitto che non ha commesso.
E' vecchio, e' gravemente malato, le sue patologie non possono essere adeguatamente curate in carcere.
La sua liberazione e' stata chiesta da Nelson Mandela, da madre Teresa di Calcutta, dal Dalai Lama, da papa Francesco, da Amnesty International, dal Parlamento Europeo, dall'Onu, da milioni di persone di tutto il mondo.
Egregio Presidente degli Stati Uniti d'America,
conceda la grazia a Leonard Peltier.
Restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Distinti saluti".
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Allegato secondo. Per saperne di piu':
Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
Segnaliamo anche alcune pubblicazioni a stampa in italiano e in inglese particolarmente utili:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Segnaliamo inoltre che nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/03/msg00001.html
Sempre nella rete telematica e' disponibile anche una piu' ampia ed approfondita bibliografia ragionata dal titolo "Dieci libri piu' uno che sarebbe bene aver letto per conoscere la vicenda di Leonard Peltier (e qualche altro minimo suggerimento bibliografico)":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/09/msg00064.html
Ancora nella rete telematica segnaliamo una lettera "ad adiuvandum" alla "United States Parole Commission" del 22 giugno 2024:
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2024/06/msg00055.html
Segnaliamo infine l'attuale sito ufficiale del Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier, il "Free Leonard Peltier Ad Hoc Committee": www.freeleonardpeltiernow.org

2. REPETITA IUVANT. CHE FARE ADESSO PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Come e' noto, la "United States Parole Commission" ha negato la "liberta' sulla parola" a Leonard Peltier, ed ha fissato la prossima udienza al 2026. Gli avvocati di Leonard Peltier hanno gia' annunciato che ovviamente interporranno appello avverso questa decisione.
Come e' noto Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, e' detenuto da 48 anni in un carcere di massima sicurezza per un delitto che non ha commesso; la sua condanna si baso' su "testimonianze" false e su "prove" altrettanto false. E' anziano (ha quasi 80 anni) e gravemente malato, e le sue plurime patologie non possono essere curate adeguatamente in regime carcerario. Numerosissime personalita' benemerite dell'umanita', associazioni benefiche come Amnesty International, istituzioni democratiche di tutto il mondo - in primis l'Onu e il Parlamento Europeo - chiedono la sua liberazione.
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Che fare?
Occorre perseverare lungo tutte e tre le vie che possono portare alla liberazione di Leonard Peltier:
1. la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la "grazia presidenziale";
2. la richiesta al Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America di concedere il "rilascio compassionevole";
3. la richiesta alla "United States Parole Commission" di concedere la "liberta' sulla parola".
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Alcune indicazioni pratiche
a) Per scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America:
aprire la pagina ad hoc nel sito: https://www.whitehouse.gov/contact/ e seguire le indicazioni li' contenute.
Proposta di testo:
Egregio Presidente degli Stati Uniti d'America,
e' consuetudine che avvicinandosi il termine del mandato quadriennale il Presidente degli Stati Uniti d'America conceda la grazia ad alcuni detenuti.
La preghiamo di voler concedere la grazia al signor Leonard Peltier, detenuto da quasi mezzo secolo, ormai quasi ottantenne, affetto da gravissime patologie che non possono essere curate in regime carcerario, la cui liberazione e' stata richiesta da personalita' illustri come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama, papa Francesco e da istituzioni come l'Onu e il Parlamento Europeo.
Voglia gradire distinti saluti.
b) Per scrivere al Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America:
aprire la pagina ad hoc nel sito: https://www.justice.gov/doj/webform/your-message-department-justice e seguire le indicazioni li' contenute.
Proposta di testo:
Egregio Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America,
la preghiamo di voler concedere il "rilascio compassionevole" ("compassionate release") al signor Leonard Peltier, detenuto da quasi mezzo secolo, ormai quasi ottantenne, affetto da gravissime patologie che non possono essere curate in regime carcerario, la cui liberazione e' stata richiesta da personalita' illustri come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama, papa Francesco e da istituzioni come l'Onu e il Parlamento Europeo.
Voglia gradire distinti saluti.
c) Per scrivere alla "United States Parole Commission":
usare l'indirizzo e-mail: USParole.questions at usdoj.gov
Proposta di testo:
Egregie signore ed egregi signori della "United States Parole Commission",
pur consapevoli della vostra recente decisione, ci permettiamo di sollecitare ulteriormente una tempestiva riconsiderazione della situazione del signor Leonard Peltier, detenuto da quasi mezzo secolo, ormai quasi ottantenne, affetto da gravissime patologie che non possono essere curate in regime carcerario, la cui liberazione e' stata richiesta da personalita' illustri come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama, papa Francesco e da istituzioni come l'Onu e il Parlamento Europeo.
Vogliate gradire distinti saluti.
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d) Per informare gli avvocati che assistono Leonard Peltier:
usare gli indirizzi e-mail: ksharp at sanfordheisler.com, jenipherj at forthepeoplelegal.com
Proposta di testo:
Egregia avvocata, egregio avvocato,
vi informiamo che abbiamo scritto al Presidente degli Stati Uniti d'America, al Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America, alla "United States Parole Commission", le lettere il cui testo alleghiamo.
Vogliate gradire distinti saluti.
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Tre consigli a chi vuole esprimere e promuovere la solidarieta'
I. La prima forma di solidarieta' e' la conoscenza
- occorre studiare adeguatamente tanto i fatti quanto il contesto;
- occorre far circolare l'informazione, avendo cura che sia un'informazione precisa ed incontrovertibile;
- occorre promuovere altre adesioni all'impegno, avendo cura che ci si attenga scrupolosamente al fine della liberazione di Leonard Peltier e che la metodologia sia rigorosamente nonviolenta;
- soprattutto: occorre far sentire la propria voce direttamente alle istanze istituzionali concretamente preposte alla decisione sulla liberazione di Leonard Peltier; e farla sentire in modo adeguato: ovvero comprensibile e persuasivo. Non serve, ed e' anzi dannosa, la retorica d'accatto, ignorante e stereotipata, che ovviamente non convince nessuno.
E' semplicemente indispensabile la lettura di tutti i seguenti testi:
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, Agents of Repression: The FBI's Secret Wars Against the Black Panther Party and the American Indian Movement, South End Press, Boulder, Colorado, 1988, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret Wars Against Dissent in the United States, South End Press, Boulder, Colorado, 1990, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press, Boston 2014.
- Steve Hendricks, The Unquiet Grave: The FBI and the Struggle for the Soul of Indian Country, Thunder's Mouth Press, New York 2006.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison Writings: My Life is my Sun Dance, St. Martin's Griffin, New York 1999.
- Michael E. Tigar, Wade H. McCree, Leonard Peltier, Petitioner, v. United States. U.S. Supreme Court transcript of record with supporting pleading, Gale MOML U.S. Supreme Court Records, 1978 e successive ristampe.
- Joseph H. Trimbach e John M. Trimbach, American Indian Mafia: An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009.
II. La prima forma di azione nonviolenta e' la parresia
- occorre prendere la parola e dire la verita' contrastando la violenza del potere;
- occorre prendere la parola e dire la verita' alle istituzioni per ottenere il rispetto del diritto e della morale;
- occorre prendere la parola e dire la verita' come atto politico che invera l'esercizio della democrazia.
Leonard Peltier e' innocente. Leonard Peltier e' in pericolo di morte. Leonard Peltier deve essere liberato.
Nella vicenda di Leonard Peltier si compendia e si testimonia la condizione imposta dalla violenza etnocida, genocida ed ecocida del potere colonialista, imperialista e razzista a tutti i popoli oppressi, all'umanita' intera e all'intero mondo vivente.
La liberazione di Leonard Peltier significa quindi riconoscere il diritto alla vita non solo di ogni persona innocente e di ogni popolo oppresso, ma di tutti gli esseri umani in quanto tali, dell'umanita' intera, di tutti gli esseri viventi e dell'intero mondo vivente.
III. Il tempo e' poco, agire ora
La vecchiaia e le patologie di Leonard Peltier rendono urgente l'impegno per la sua liberazione.
Occorre scrivere ora ai soggetti istituzionali che hanno il potere di restituirgli la liberta'.
Occorre promuovere ora ogni iniziativa nonviolenta adeguata a far crescere l'impegno per la sua liberazione.
Occorre attivare i mezzi d'informazione per ottenere ora la massima attenzione possibile dell'opinione pubblica.
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Free Leonard Peltier.
Non muoia in prigione un uomo innocente.
Mitakuye Oyasin.
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 7 luglio 2024

3. REPETITA IUVANT. PEPPE SINI: UN GENETLIACO, IN CARCERE. E ANCORA UN APPELLO PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Il 12 settembre 2024 Leonard Peltier nella solitudine della sua cella compira' 80 anni, di cui 48 trascorsi in carcere, condannato per un delitto che non ha commesso.
Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano dell'American Indian Movement, difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente.
Vittima di una feroce e infame persecuzione che si protrae ormai da mezzo secolo, Leonard Peltier fu condannato per la morte di due agenti dell'Fbi nello scontro a fuoco che avvenne il 26 giugno 1975 nel ranch della famiglia Jumping Bull, nella riserva di Pine Ridge, scontro a fuoco in cui perse la vita anche un giovane militante dell'American Indian Movement (Aim).
In quel periodo nella riserva era in corso una vera e propria strage di nativi tradizionalisti e di militanti dell'Aim che li difendevano; strage compiuta dalle milizie terroriste dei "Goons", veri e propri "squadroni della morte" sostenuti anche dall'Fbi che in quel periodo realizzava il famigerato programma "Cointelpro" che prevedeva la distruzione dei movimenti per i diritti civili degli afroamericani e dei nativi americani anche attraverso gli omicidi mirati dei militanti piu' attivi.
Leonard Peltier non uccise i due agenti dell'Fbi: le cosiddette "testimonianze" contro di lui risultarono clamorosamente false; ed altrettanto false si rivelarono le cosiddette "prove".
La sua innocenza e' ormai definitivamente acclarata.
Anche dalla magistratura, come dallo stesso Fbi, molte sono ormai le voci che riconoscono che la sua condanna fu un clamoroso errore giudiziario, e la sua semisecolare prigionia una spietata persecuzione.
Lo stesso magistrato che a suo tempo guido' l'accusa si e' successivamente fatto certo dell'innocenza di Leonard Peltier e da anni chiede che sia liberato.
Perche' allora Leonard Peltier e' ancora detenuto, pur essendo innocente?
Perche' e' un testimone e un simbolo.
Il testimone e il simbolo della resistenza dei popoli nativi americani sopravvissuti a un plurisecolare genocidio e che continuano a lottare per non essere annientati.
Il testimone e il simbolo della resistenza di tutti i popoli oppressi dal colonialismo, dal razzismo, dall'imperialismo, dal fascismo.
Il testimone e il simbolo della resistenza dell'umanita' calpestata contro la violazione della propria dignita' e dei propri diritti.
Il testimone e il simbolo della resistenza dell'umanita' contro l'ecocidio in corso da parte dei rapaci e folli poteri dominanti.
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Lungo 48 anni di durissima detenzione in carceri di massima sicurezza, subendo plurime vessazioni, vittima anche di gravi patologie che in carcere non possono essere adeguatamente curate, Leonard Peltier ha resistito e ha continuato la lotta.
Facendo costantemente sentire la sua voce a sostegno di tutte le lotte nonviolente in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Facendo costantemente sentire la sua voce a sostegno di tutte le lotte nonviolente in difesa della Madre Terra.
Promuovendo e sostenendo iniziative educative, assistenziali, di solidarieta' concreta, di aiuto materiale e morale a chi di aiuto ha estremo bisogno.
Difendendo dal carcere la dignita' e i diritti di tutte e tutti.
Ed ha resistito anche continuando a dipingere quadri, continuando a scrivere poesie, continuando a difendere e praticare la cultura, la religione, le tradizioni sue e del suo popolo.
Ha resistito continuando a testimoniare, ad affermare la dignita' umana, sua e di ogni essere umano.
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Oggi ha ottanta anni, di cui 48 trascorsi in carcere; ha gravi problemi di salute e non riceve le cure adeguate di cui ha bisogno; potrebbe non restargli molto da vivere.
E' tragicamente paradossale, assurdo e sconvolgente che un uomo che milioni di esseri umani in tutto il mondo considerano un eroe, un uomo la cui innocenza e' certa, un uomo la cui generosita' e' indiscutibile, continui ad essere tenuto in prigione per un crimine che non ha mai commesso.
La sua liberazione e' stata chiesta da personalita' come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama e papa Francesco, John Lennon e Robert Redford, Coretta Scott King e Rigoberta Menchu'; da movimenti umanitari come Amnesty International e il Movimento Nonviolento; da istituzioni come il Parlamento Europeo e l'Onu.
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In questi giorni molte iniziative pubbliche per chiedere la liberazione di Leonard Peltier si svolgono in varie parti del mondo, anche in Italia.
Ma la cosa piu' necessaria ed urgente e' scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' (secondo la consuetudine dei presidenti statunitensi che giunti a fine mandato restituiscono la liberta' ad alcune o molte persone detenute) conceda la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Per scrivere personalmente al Presidente degli Stati Uniti occorre collegarsi nella rete telematica alla pagina web https://www.whitehouse.gov/contact/ e seguire le indicazioni li' elencate; il messaggio puo' anche essere molto breve: "Free Leonard Peltier".
Peppe Sini, responsabile del del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 11 settembre 2024
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Post scriptum: per saperne un po' di piu'
Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
Segnaliamo anche alcune pubblicazioni a stampa in italiano e in inglese particolarmente utili:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Segnaliamo inoltre che nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/03/msg00001.html
Sempre nella rete telematica e' disponibile anche una piu' ampia ed approfondita bibliografia ragionata dal titolo "Dieci libri piu' uno che sarebbe bene aver letto per conoscere la vicenda di Leonard Peltier (e qualche altro minimo suggerimento bibliografico)":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/09/msg00064.html
Ancora nella rete telematica segnaliamo una lettera "ad adiuvandum" alla "United States Parole Commission" del 22 giugno 2024:
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2024/06/msg00055.html
Segnaliamo anche che in queste settimane il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo pubblica un notiziario telematico quotidiano con la testata "Non muoia in carcere Leonard Peltier" che propone iniziative e materiali.
Segnaliamo infine l'attuale sito ufficiale del Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier, il "Free Leonard Peltier Ad Hoc Committee": www.freeleonardpeltiernow.org

4. DOCUMENTAZIONE. ADNKRONOS: LEONARD PELTIER, OTTANTESIMO COMPLEANNO IN CARCERE NEGLI USA: LA CONTROVERSA VICENDA GIUDIZIARIA DELL'ATTIVISTA NATIVO
[Dal sito dell'Adnkronos riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo dell'11 settembre 2024 a firma Lorenzo Capezzuoli Ranchi]

Sul suo caso i dubbi non mancano, al punto che il giudice che lo ha condannato ha scritto al Presidente americano Joe Biden chiedendone la scarcerazione: compie 80 anni domani, 12 settembre, Leonard Peltier, attivista nativo americano condannato a due ergastoli e detenuto dal 1976. Nato nel 1944 ed esponente dell'Aim, il Movimento per gli indiani americani, Peltier e' accusato di aver ucciso il 26 giugno del 1975, nella riserva indiana di Pine Ridge, gli agenti dell'Fbi Jack Ross Coler e Ronald Arthur Williams, di 28 e 27 anni. Lui pero' si e' sempre dichiarato innocente e sulla vicenda gravano ancora diversi punti mai chiariti, dalle informazioni documentali non verificate fino alle testimonianze non attendibili o ritrattate. Peltier era nella riserva, insieme ad almeno altre 20 persone, e si diede alla fuga: venne arrestato in Canada il 6 febbraio del 1976 ed estradato negli Stati Uniti dove nell'aprile del 1977 fu condannato a due ergastoli. Da quasi 50 anni Leonard Peltier sta scontando la sua pena a vita. L'uomo tento' anche di evadere dal carcere di Lompoc, in California: venne catturato dopo 3 giorni e condannato ad altri 7 anni di reclusione.
Da piu' parti negli anni l'attenzione sul suo caso non si e' mai sopita del tutto: "La storia di Leonard Peltier si trascina da quasi mezzo secolo. Lui si e' sempre dichiarato non colpevole e, nel corso del tempo, sono emerse sempre piu' prove della sua innocenza" dice all'Adnkronos Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International. "Non rimane che inoltrare nuovamente la richiesta di grazia presidenziale a Joe Biden, con la speranza che questa vicenda possa finire bene, lasciando trascorrere a Leonard i suoi ultimi anni con la sua famiglia. Il rischio - secondo Noury - e' che invece la storia di Peltier possa finire male, con la sua morte in carcere".
Fra gli innocentisti anche James H. Reynolds, ex procuratore degli Stati Uniti che ha lavorato al caso Peltier, ha inviato nel 2021 una lettera al presidente americano Joe Biden, chiedendone la grazia: "La condanna e la continua incarcerazione di Leonard Peltier sono la testimonianza di un tempo e di un sistema di giustizia che non ha piu' posto nella nostra societa'. Ho avuto la fortuna di vedere questo paese, e il suo atteggiamento prevalente nei confronti dei nativi americani, progredire notevolmente negli ultimi 46 anni. Il procedimento giudiziario e la continua incarcerazione del signor Peltier erano e sono ingiusti. Non siamo stati in grado - si legge ancora - di provare che il signor Peltier abbia commesso personalmente alcun reato nella riserva di Pine Ridge". Un appello che si conclude con la richiesta del giudice Reynolds affinche', con la grazia di Leonard Peltier, il Presidente Biden possa "fare un passo per curare una ferita che ho contribuito a creare".
Ma non tutti sono dello stesso avviso: "A Leonard Peltier sono stati concessi i suoi diritti e il giusto processo". Lo sottolinea all'Adnkronos l'associazione degli ex agenti dell'Fbi, che prende posizione sul caso dell'attivista nativo americano Leonard Peltier, condannato nel 1976 a due ergastoli per aver ucciso due agenti dell'Fbi. Mike Clark, direttore della Society of Former Agents of the Fbi (che raccoglie oltre 8.500 ex agenti) rende nota la lettera con cui e' stata manifestata contrarieta' alla richiesta di rilascio in liberta' vigilata di Peltier. Richiesta che l'uomo, che compira' 80 anni domani, 12 settembre, ha visto respinta all'inizio del luglio scorso. "Peltier - si legge nella lettera - e' stato legalmente condannato per gli omicidi degli agenti dell'Fbi Jack Ross Coler (di 28 anni) e Ronald Arthur Williams (di 27) da un tribunale federale. La Corte lo ha condannato a due ergastoli consecutivi. Da allora sono stati esaminati piu' di una dozzina di ricorsi. Ma nessuno ha modificato la condanna e la sentenza di Peltier" che, secondo la ricostruzione di Clark, "si e' avvicinato agli agenti feriti e li ha giustiziati a bruciapelo. Un atto vergognoso, l'omicidio premeditato di due agenti federali, compianti dalle loro famiglie e dai loro colleghi: per loro non e' prevista clemenza ne' liberta' condizionale".
Una misura che, prosegue la lettera della Society of Former Agents of the Fbi, "dovrebbe essere riservata agli autori di reati non violenti che abbiano dimostrato di essere stati riabilitati e di aver osservato le regole delle istituzioni". Peltier, al contrario, "sta ancora una volta cercando considerazione e pieta', che non ha mostrato verso gli agenti Coler e Williams". Per questo, secondo Clark, l'80enne "non merita alcuna compassione", tenendo in considerazione inoltre che, "nell'attuale contesto di tensione contro le forze dell'ordine, la liberta' condizionale per questo assassino a sangue freddo inviera' il messaggio sbagliato per potenziali futuri atti di violenza".

5. DOCUMENTAZIONE. DANIELA BEZZI: EPPURE MI PIACE SOGNARE... PENSANDO A LEONARD PELTIER
[Dal sito del Centro studi "Sereno Regis" di Torino riprendiamo e diffondiamo il seguente intervento dell'11 settembre 2024]

Eppure mi piace sognare... pensando a Leonard Peltier
Domani sera a Presidio Sole & Baleno, Piana di Susa
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"Io vivo in val di Susa dove da piu' di trent'anni lotto contro l'alta velocita', il TAV. Sono ritenuta colpevole di essere parte di quel grande movimento di donne e uomini che lottano per la loro terra: il mvimento No Tav...".
"Io sono nato nel Dakota del Nord, ma nel 1977 mi arrestarono e condannarono a due ergastoli per l'omicidio di due agenti dell'FBI...".
"Ma tu ti sei sempre dichiarato innocente..."
"Innocente! ma non e' detto che se non ci sono prove che attestino la colpevolezza si sia innocenti...".
Lei e' Nicoletta Dosio, dal primo di giugno di quest'anno di nuovo in detenzione domiciliare per essersi opposta al piu' insensato, implacabile, persino irrealizzabile progetto di devastazione della sua bella Val di Susa - e con le sole "armi", ricordiamolo, della disobbedienza civile, considerato il modestissimo danno che le venne contestato, prontamente ripagato a coloro che dovrebbero essere condannati per disastro ambientale e invece hanno sempre ragione.
Lui si chiama invece Leonard Peltier, militante dell'American Indian Movement, da 48 anni detenuto in vari carceri di sicurezza americani per un delitto che non ha commesso: l'uccisione di due agenti FBI durante una tragica sparatoria il 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge, sud Dakota, territorio da tempo teatro di un vero e proprio "regno del terrore", con i servizi (il famigerato programma Cointelpro) che foraggiavano la guerra per bande all'interno di comunita' locali ripetutamente attaccate dai vigilantes al servizio di interessi considerati "strategici" e percio' al di sopra di qualsiasi trattato.
E poi c'e' la terza voce, quella che regolarmente si impone sulle altre due, ed e' la voce della legge, dei tribunali, dello stato "che deve occupare con la sua presenza poliziesca, se necessario, e carceraria" distribuendo condanne per soffocare ogni forma di dissenso.
E' l'originalissimo spettacolo che andra' in scena domani sera nella cornice del Presidio Sole e Baleno, nella piana di Susa. Niente palco, niente luci di scena, niente effetti speciali, solo le voci di Elena Garberi, Renato Sibille e Barbara Canova Ferrari (rispettivamente nei ruoli di Nicoletta Dosio, Leonard Peltier e Signora Magistratura) che si intrecciano a pochi metri da chi sara' li' ad assistere, nella cornice assolutamente naturale di un prato che a un certo punto diventa buio di bosco, sotto un cielo che sara' appena entrato in fase di luna crescente, in una situazione che (ahime' lo sappiamo) ha i giorni contati, perche' anche quel fazzoletto di terra , anni fa acquistato da oltre 1000 attivisti NoTav come forma di militante comproprieta', ha i giorni contati, causa espropri necessitati dalla Grande Opera Che Mai Sara'...
E dunque spettacolo in tutti i sensi unico, mai piu' replicabile nelle stesse condizioni e contesto, imperdibile. Puo' darsi (ce lo auguriamo) che possa trovare accoglienza in qualche teatro, o anche salone di centro sociale, o altra sede che vorra' accoglierlo. Ma la premiere di domani sera sara' proprio speciale.
Abbiamo chiesto alla regista, ideatrice e produttrice Monica Molinari di raccontarci la genesi di questo bell'intreccio...
"Premetto che io sono una persona molto empatica, tutto quello che faccio lo faccio proprio con il cuore... E se una storia mi tocca, la prima cosa che mi chiedo e' 'che cosa posso fare io', con i mezzi che ho, con le capacita' che ho maturato... E questa storia di Leonard Peltier mi ha proprio toccata. Mi ci sono imbattuta per caso esattamente due anni fa, quando Andrea De Lotto (che da anni sta portando avanti questa campagna in favore di Peltier - ndr) venne in Val Susa, ospite del Presidio di San Didero che nel frattempo era stato ribattezzato in onore di Leonard Peltier... Mi ha colpita per l'evidente ingiustizia. Per l'innocenza che non importa quanto comprovata e ammessa persino dagli ex accusatori, non ha alcuna possibilita' di prevalere sul desiderio anzi esigenza di vendetta, che e' l'unica ragione che tiene quest'uomo in carcere da 48 anni.
E per la totale assenza di umana pieta'. Per la crudelta' di un ordinamento giudiziario che ha decretato questa pena che equivale a una condanna a morte, per umiliare un'intera comunita'. Tutto questo mi ha profondamente colpita, soprattutto dopo aver letto i diari dal carcere di Leonard Peltier, che in Italia sono usciti con il titolo La mia danza del sole, libro ormai introvabile, che Andrea De Lotto distribuisce in fotocopia ogni volta che puo'... E poi eccomi a leggere i Fogli dal Carcere di Nicoletta Dosio, che conosco personalmente. E ritrovare nelle sue parole la stessa esperienza di programmata mortificazione che e' il carcere, dal momento stesso in cui le porte si chiudono dietro di te e non sei piu' una persona, ma una cosa nelle mani dei carcerieri, soggetta a ogni genere di vessazioni...
L'idea di far intrecciare queste due storie anzi voci mi e' venuta quasi subito, ma e' solo quest'estate che mi sono decisa a selezionare frammenti di testi in una specie di dialogo, cui si e' aggiunta poi la Voce del Magistrato e vari interventi del coro, sparsi tra il pubblico. Le prove si sono svolte presso quello spazio bellissimo che e' il Barocchio Squat di Grugliasco, edificio occupato da oltre 32 anni. Renato Sibille si e' immediatamente calato nella voce di Leonard Peltier grazie a Emilio Scalzo, da sempre vicinissimo a entrambe le storie...".
Come finira' questa vicenda, ulteriormente penalizzata dal silenzio - ce lo stiamo chiedendo in tanti, da tempo... In questi giorni che coincidono con l'80mo compleanno di Leonard Peltier, sono tantissimi gli appuntamenti, le iniziative, i presidi in programma anche in Italia, per sensibilizzare l'opinione pubblica circa l'eccezionalita' di questa condanna che evidemente reclama giustizia: Peltier e' un uomo gravemente malato, particolarmente durante il Covid il suo quadro clinico si e' molto deteriorato, ha bisogno di cure. E l'unica possibilita' di liberazione prevista, dopo l'insuccesso della commissione che prima dell'estate avrebbe potuto deliberare la liberta' "sulla parola" ovvero "vigilata", sarebbe la concessione di clemenza da parte del presidente uscente Joe Biden. Cosi' sara'? Ce lo auguriamo in tanti...
Nel frattempo, segnamoci date e luoghi dei prossimi appuntamenti della campagna Free Leonard Peltier in Italia, oltre a quelli gia' avvenuti a Milano, Genova e Massa Carrara:
- 12 settembre, oltre allo spettacolo di cui sopra, presidio h 18 di fronte all'Ambasciata USA a Roma, Via Vittorio Veneto;
- 13 settembre serata fitta di appuntamenti da nord a sud:
- a Torino, proiezione del film "Mitakuye Oyasin, Tutto e' connesso" di Andrea Galafassi, al Polo del '900, h 18,00, e saranno presenti anche Nicoletta Dosio e Naila Clerici;
- a Massa Carrara dalle ore 19.30 al Bar Ecuador di Via Polario, incontro con Lance Henson, poeta e scrittore cheyenne, amico personale di Peltier e inoltre musiche di Dome La Muerte;
- a Napoli, presidio di fronte al Consolato USA, h. 18.30 e dalle 20.30 tutti all'Ex Asilo Filangeri, Vico Maffei 4, per la proiezione del documentario "Mitakuye Oyasin, Tutto e' connesso" di Andrea Galafassi (serata in collaborazione con il Festival del Cinema dei Diritti Umani e ci sara' anche Andrea De Lotto insieme ad Alex Zanotelli che gia' l'anno scorso aveva lanciato un accorato appello per Peltier su You Tube);
- 14 settembre, sabato: il presidio di fronte al consolato USA si sposta a Firenze, ore 18,30;
- 15 settembre, h 10.30 di mattina, lo spettacolo che vi abbiamo raccontato si replica sulla Via San Lorenzo di Bussoleno di fronte alla casa di Nicoletta Dosio, che non avendo avuto il permesso di assistere alla premiere di cui sopra si trovera' ancor piu' protagonista di questa produzione. Il magico potere del teatro...
Altre iniziative sono in  programma nelle settimane successive e verranno annunciate sul Gruppo Facebook Free Leonard Peltier Italy.

6. DOCUMENTAZIONE. MARINELLA CORREGGIA: LEONARD PELTIER COMPIE 80 ANNI, DI CUI 48 PASSATI IN CELLA. OGGI SIT-IN A ROMA, DAVANTI ALL'AMBASCIATA USA
[Dal quotidiano "Il manifesto del 12 settembre 2024 riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo dal titolo "Leonard Peltier compie 80 anni, di cui 48 passati in cella. Oggi sit-in a Roma, davanti all'ambasciata Usa" e il sommario "Nessuna giustizia per l'attivista dell'American Indian Movement. Tornano le mobilitazioni internazionali per chiederne la liberazione. Ultima speranza, un atto di "executive clemency" da parte di Biden]

Leonard Peltier compie 80 anni oggi, 12 settembre, ma il 6 febbraio ne ha gia' compiuti 48 di permanenza in un carcere di massima sicurezza, a Coleman in Florida. Per decenni, al militante dell'American Indian Movement, malato e stanco, e' stata negata la scarcerazione, la possibilita' di tornare fra i suoi compagni, nella sua famiglia, nei boschi.
Tutto ebbe inizio con i "fatti di Oglala", il 26 giugno 1975. A Pine Ridge, territorio degli Oglala Lakota, nel corso di una sparatoria morirono due agenti dell'Fbi e un nativo. Peltier, scomodo attivista, divento' un perfetto capro espiatorio. Venne condannato nel 1976 a due ergastoli, dopo un processo (giuria di soli bianchi) segnato da discriminazione e pregiudizi.
Si e' sempre proclamato innocente e molte volte ha chiesto un nuovo processo. Arriva il 2003 e i giudici del 10mo circuito dichiararono che sulla vicenda sono state falsate prove, rese testimonianze fallaci e nascoste perizie balistiche (quando furono scoperte dopo il processo, i pubblici ministeri dovettero ammettere che non era possibile determinare quale arma avesse ucciso i due agenti). Di fatto, la colpa di Peltier era di trovarsi sul posto.
Nel 2017 perfino James Reynolds, che nel processo era stato pubblico ministero, scrisse al presidente Barack Obama chiedendo (invano) un atto di clemenza.
Nei decenni, per la sua liberazione sono stati lanciati appelli da numerose personalita' da tutto il mondo (fra gli altri papa Francesco, Nelson Mandela, Madre Teresa, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu'); organizzazioni internazionali per i diritti umani hanno raccolto decine di migliaia di firme. Nel 2022, un rapporto del Gruppo di lavoro dell'Onu sulla detenzione arbitraria ha chiesto il rilascio immediato. Eppure, lo scorso luglio il Parole Board (Commissione per la liberta' condizionale) ha detto di nuovo no.
In questi giorni, in vari paesi tornano le mobilitazioni. Il Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier organizza, con altre sigle, incontri, proiezione di un documentario e diversi sit-in: a Milano, Genova, Napoli, Firenze davanti ai consolati Usa, a Roma davanti all'ambasciata (oggi alle 18,30).
Informazioni sul gruppo Fb: Free Leonard Peltier Italy.
Che fare? Forse l'ultima speranza per Leonard e' un atto di executive clemency da parte del presidente uscente Biden. Al quale si stanno mandando petizioni individuali e collettive, via posta o sul sito della Casa Bianca.
https://www.freeleonardpeltiernow.org/
https://www.amnestyusa.org/campaigns/free-leonard-peltier/

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NON MUOIA IN CARCERE LEONARD PELTIER
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Foglio a sostegno dell'appello a scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier
A cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 35 del 16 settembre 2024
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