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[Nonviolenza] Telegrammi. 5275
- Subject: [Nonviolenza] Telegrammi. 5275
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Sat, 27 Jul 2024 14:55:16 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5275 del 28 luglio 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Andrea Mulas: Linda Bimbi
2. Vittoria Longoni: Anna Bravo
3. Un appello: scrivere a Biden chiedendo che conceda la grazia a Leonard Peltier
4. "Presidente Biden, liberi Leonard Peltier"
5. "Lo faccia per la sua anima, lo faccia per il bene comune dell'intera umana famiglia". Una lettera al Presidente degli Stati Uniti d'America
6. Che fare adesso per la liberazione di Leonard Peltier
7. Ripetiamo ancora una volta...
8. A costo di sembrare il solito grillo parlante... (novembre 2023)
9. Cosa possiamo (e dobbiamo) realmente fare contro la guerra in corso in Europa? (aprile 2023)
10. Segnalazioni librarie
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'
1. MAESTRE, ANDREA MULAS: LINDA BIMBI
[Dal sito dell'Enciclopedia delle donne (www.enciclopediadelledonne.it) riproponiamo la seguente voce]
Linda Bimbi (Lucca 1925 - Roma 2016)
Missionaria, pedagoga, traduttrice, segretaria generale della Fondazione Internazionale Lelio Basso e' stata impegnata quotidianamente sui fronti piu' caldi dell'emisfero dalla scrivania di via della Dogana Vecchia, perseguendo sempre la ricerca della saldatura tra la coscienza e l'agire, cioe' il "nesso ineludibile tra la trasformazione delle strutture e la liberazione dell'uomo".
Le battaglie a favore dei diritti dei popoli a partire dagli anni Settanta la portarono a incrociare importanti figure che hanno segnato il secondo Novecento come Ernesto Balducci, Davide Maria Turoldo, Lelio Basso, Adolfo Perez Esquivel, Frei Betto, Helder Câmara, Gustavo Gutierrez, Rigoberta Menchu', Luiz Inacio Lula da Silva, Maria Eletta Martini, Luigi Ciotti, Giancarla Codrignani, Estela Barnes de Carlotto, Julio Cortazar, Gabriel García Marquez, Manuel Scorza, Ettore Masina, Eduardo Galeano, Noam Chomsky e tanti altri.
Linda Bimbi nasce a Lucca il 4 luglio 1925, il padre era un commerciante di mobili e la madre una maestrina di campagna. Frequenta il liceo classico Machiavelli dove segue le lezioni del professore Giorgio Colli attorno al quale si forma un gruppo di studenti che in diversi campi incideranno nella storia culturale dell'Italia. Mi riferisco a Mazzino Montinari, storico della filosofia a cui dobbiamo, insieme a Giorgio Colli, la cura dell'ormai leggendaria edizione italiana delle opere di Friedrich Nietzsche, Angelo Pasquinelli, studioso della filosofia presocratica, Gigliola Gianfrancesco, storica della filosofia, Clara Valenziano, giornalista archeologa, Fausto Codino, filologo classico, Luigi Imbasciati, insegnante di storia e filosofia.
Conseguita la laurea in glottologia alla Facolta' di Lettere e Filosofia dell'Universita' degli Studi di Pisa (1949), invece di proseguire la carriera accademica al fianco dell'insigne professore Tristano Bolelli, sceglie di iniziare il noviziato nell'ordine delle Suore oblate dello Spirito Santo di Lucca che la condurra' all'esperienza di missionaria in diverse citta' del Brasile sin dal 1952. Ma sara' a Belo Horizonte che, insieme alle consorelle e superando numerosi ostacoli, dara' vita al collegio scolastico Helena Guerra che arrivera' a contare circa mille alunne di ogni ordine e grado. Nel 1968 decide di lasciare i voti per scegliere la riduzione allo stato laicale, ma – come ha scritto padre Balducci – consacrando "interamente, senza ritorni indietro, la sua vita alla causa del Vangelo".
Anni dopo dalle pagine del volume Lettere a un amico. Cronache di liberazione al femminile plurale, tornera' su questo periodo particolare e intenso della sua esistenza: "E' difficile comunque capire il fervore innovativo del nostro gruppo di allora se non si tiene presente il clima che si respiro' in Brasile tra il Concilio [Vaticano II] e Medellin", oltre al fatto che Bimbi e' convinta che "la chiesa doveva essere un fermento dentro al mondo", e anche per questo motivo sceglie l'"opcion por los pobres", ovvero la causa dei poveri, la loro lotta, la loro dignita': "Il Vangelo e' riletto a partire dal povero, che non ne e' solo il destinatario, ma il portatore privilegiato, colui che annuncia. Quindi solo in alleanza col povero si puo' elaborare una riflessione teologica. Rileggere il Vangelo significa fare una nuova lettura della storia, che e' stata scritta 'da mano bianca'".
Sia a causa dei metodi educativi adottati nel suo Collegio che si richiamavano agli insegnamenti del pedagogo brasiliano Paulo Freire ritenuti rivoluzionari dalla giunta militare, che per il sostegno a un gruppo di giovani democratici universitari, e' costretta a fuggire repentinamente dal Brasile il 13 maggio 1969 poiche' era stato spiccato un mandato di cattura nei suoi confronti. Le sue alunne ancora oggi la ricordano come una persona che ha sparso semi durante tutto l'arco della sua vita.
Giunta a Roma, nel 1971, Bimbi inizia la collaborazione con il Centro di documentazione internazionale Idoc (International documentation on the contemporary church) che produce la rivista quindicinale "Idoc Internazionale" (edita dall'Editrice Queriniana di Brescia) e che rappresenta la prima pubblicazione interconfessionale in Italia, come avanguardia intellettuale europea all'interno del dibattito sulle prospettive del mondo cattolico, e non solo, nel fermento della teologia della liberazione.
A partire dal 1972 inizia a lavorare, insieme al senatore Lelio Basso, all'organizzazione del Tribunale Russell II sull'America latina, raccogliendo in tutta Europa centinaia di storie: "Qui a Colonia l'esperienza e' stata agghiacciante, come del resto quasi tutto questo solitario viaggio attraverso l'Europa alla ricerca dei testimoni per la prima sessione del Tribunale Russell II. Gli ex-torturati vivono come bestie acquattate nelle loro tane".
Le tre sessioni del Tribunale Russell II sui crimini commessi dai regimi militari e dalle multinazionali (Roma 1974, Bruxelles 1975, Roma 1976) rappresentano la prima denuncia a livello internazionale che scuote le coscienze popolari in tutto il mondo e via della Dogana Vecchia 5 diventa un punto di riferimento per gran parte degli esuli latino-americani e i loro familiari.
"Basta rovesciare l'ordito della tela che appare il disegno del diritto dei popoli, che sposta dai governi ai popoli il diritto di essere soggetti della propria storia", suggerisce la segretaria della Fondazione Internazionale Lelio Basso, secondo la quale i "nuovi soggetti" sono i movimenti di liberazione nazionale, i gruppi di pressione per i diritti umani, le Comunidades de base do Brasil, le Madres de Plaza de Mayo e cosi' via: "i popoli devono essere soggetti di storia e non oggetto di cronaca", ripete spesso.
Ed e' nel perseguimento di questo obiettivo che Bimbi conosce la giovane avvocata Marianella García Villas, presidente della Comision de Derechos Humanos de El Salvador e collaboratrice dell'arcivescovo Oscar Arnulfo Romero (assassinato sull'altare nel corso dell'omelia da paramilitari il 24 marzo 1980), che era impegnata da anni a denunciare a livello internazionale le violazioni dei diritti umani commesse nel suo paese (1). Il 14 marzo 1983, ha rammentato Bimbi, "il telefono squillo' di buon mattino alla Fondazione Lelio Basso: la voce femminile, lontana, si identifico'. Poi il messaggio: 'la compagna Marianella e' caduta ieri'" (2).
Linda Bimbi e' stata impegnata a dare una prospettiva e una capacita' interpretativa alla Fondazione Internazionale Lelio Basso nel comprendere i nuovi paradigmi economici, sociali e politici pur preservando il filo conduttore della continuita', che a giudizio della segretaria generale si esprimeva "nella priorita' che da sempre cerchiamo di dare al vero soggetto della storia, che e' il popolo, cosi' difficile da definire in sede teorica, ma sempre emergente, attraverso connotazioni diverse, nella dialettica onnipresente tra movimenti e istituzioni, tra etnie e nazioni, tra minoranze e Stato" (3).
Nel 1976, per il decennale della Dichiarazione universale dei diritti dei popoli (nota come Carta di Algeri), in un intervento ad Assisi, torna ancora una volta sulla prospettiva "rivoluzionaria" della piena affermazione dei diritti umani a livello internazionale: "Oggi e' rivoluzionario sostenere che le comunita' degli uomini, cioe' i popoli e le minoranze sono i veri soggetti della storia. [...] Percio' oggi, se vogliamo aggiornare la comprensione della battaglia per i diritti umani, non e' sufficiente denunciare i fatti: bisogna indagare sulle cause delle violazioni. E la causa e' l'impossibilita' storica, obiettiva dei popoli, cioe' della gente comune, di gestire il proprio destino" (4).
Tra i numerosi collaboratori e amici che l'hanno conosciuta, e' significativa la testimonianza di Luciana Castellina: "sebbene coetanea di Linda, Linda e' stata per me quasi una maestra. Da lei ho imparato moltissimo. Provenivamo da una diversa cultura ed esperienza politica – lei dal cattolicesimo impegnato, poi fortemente segnata dalla Teologia della Liberazione; io dal Partito comunista italiano – e pero' il nostro dialogo e' stato subito facile, direi anzi naturale, e di li' e' nata una collaborazione stretta e anche un'amicizia. Fra le tante cose che mi ha insegnato c'e' naturalmente il Brasile, la sua vera patria, ma anche molto di quanto mi era sconosciuto della fede".
Per rammentare il suo impegno, il 13 maggio dello scorso anno il Municipio VIII di Roma ha apposto nel cortile dell'Istituto romano San Michele, dove ha sede la Comunita' di consorelle, una targa sulla quale e' scolpita la seguente frase: "Qui visse con le sorelle Linda Bimbi. Educatrice dei poveri, compagna dei desaparecidos, sorella dei perseguitati, voce dei popoli oppressi", e a settembre l'Instituto Federal de Educaçao, Ciencia e Tecnologia – Campus Avare' dell'Universidad de Sao Paulo le ha dedicato la sua nuova biblioteca.
In Fondazione tutti la chiamavamo Linda, era sempre attenta e curiosa dei punti di vista delle giovani generazioni, e per questo motivo insieme a un gruppo di giornalisti nel 2005 fonda la Scuola di Giornalismo Lelio Basso, che amava definire una "palestra di idee" con l'obiettivo di addestrare i giovani aspiranti giornalisti al senso critico.
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Fonti, risorse bibliografiche, siti
Linda Bimbi, Lettere a un amico. Cronache di liberazione al femminile plurale, Ernesto Balducci (introduzione di), Marietti, Genova 1990.
Mario Mirri, Renzo Sabbatini, et al. (a cura di), L'impegno di una generazione. Il gruppo di Lucca dal Liceo Machiavelli alla Normale nel clima del Dopoguerra, Franco Angeli, Milano 2014.
Andrea Mulas, Linda Bimbi. Tanti piccoli fuochi inestinguibili. Scritti sull'America latina e i diritti dei popoli, Adolfo Perez Esquível (prefazione di), Nova Delphi, Roma 2018.
Raniero La Valle, Linda Bimbi, Marianella e i suoi fratelli: una storia latinoamericana, Feltrinelli, Milano 1983.
Linda Bimbi (a cura di), Religione, oppio o strumento di liberazione?, Arnoldo Mondadori Editore, Verona 1972.
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Note
1. R. La Valle, L. Bimbi, Marianella e i suoi fratelli: una storia latinoamericana, Feltrinelli, Milano 1983.
2. Intervento a Ravenna (luglio 1987), dattiloscritto. Fondo Linda Bimbi.
3. L. Bimbi, La Fondazione come laboratorio collettivo, "I diritti dei popoli", novembre 1985, dattiloscritto. Fondo Linda Bimbi.
4. L. Bimbi, Ma dove abita la speranza?, cit. Fondo Linda Bimbi.
2. MAESTRE. VITTORIA LONGONI: ANNA BRAVO
[Dal sito dell'Enciclopedia delle donne (www.enciclopediadelledonne.it) riproponiamo la seguente voce]
Anna Bravo, Torino 1938 - 2019
"E' resistenza civile quando si tenta di impedire la distruzione di cose e beni ritenuti essenziali per il dopo, o ci si sforza di contenere la violenza intercedendo presso i tedeschi, ammonendo i resistenti perche' "non bisogna ridursi come loro"; quando si da' assistenza in varie forme a partigiani, militanti in clandestinita', popolazioni, o si agisce per isolare moralmente il nemico; quando ci si fa carico del destino di estranei e sconosciuti, sfamando, proteggendo, nascondendo qualcuna delle innumerevoli vite messe a rischio dalla guerra"
(In guerra senza armi, 2015)
Anna Bravo si faceva subito riconoscere da amiche, conoscenti e interlocutori per ampiezza culturale, gentilezza, indipendenza di giudizio, coerenza coi suoi valori di fondo, orientati al femminismo, alla pace e alla nonviolenza.
Nata nel 1938, antifascista da sempre, negli anni Settanta aveva gia' alle spalle significative esperienze di lotta e di militanza nel Pci e nei movimenti sociali e politici della sinistra e delle donne, ma anche studi approfonditi nel campo della storia (soprattutto orale) e contatti col mondo intellettuale e accademico di Torino.
Le sue prime pubblicazioni infatti risalgono agli anni Sessanta, in particolare ricordiamo La Repubblica partigiana dell'Alto Monferrato, Torino, 1964.
In quegli anni si esprimeva come una persona di cultura profonda e raffinata, ma capace di rapporti cordiali e simpatetici con donne e uomini di ogni eta' e condizione sociale, partecipe del clima gioioso e libertario delle lotte della nuova sinistra.
Il suo impegno e' ulteriormente cresciuto nel dibattito degli anni Settanta, soprattutto nell'ambito di Lotta Continua; in particolare ha condiviso con parecchie altre militanti il tentativo (molto combattuto) di portare anche in quell'organizzazione il punto di vista e la presenza delle donne. Istanze femministe e pacifiste (in battaglie interne e spesso di minoranza), si sono espresse e intrecciate negli anni in cui l'esperienza di Lotta Continua ha fatto i conti col proprio esaurimento e con la presenza di contrasti non piu' mediabili, fino allo scioglimento, avvenuto nel 1976.
L'impegno femminista di Anna e' proseguito in sintonia con le esperienze dei collettivi dell'area torinese, rivolti soprattutto alla dimensione sociale (Intercategoriale sindacale, lotte all'Ospedale S. Anna, contrasto alla violenza sulle donne, costruzione di Archivi), ma accogliendo anche gli apporti del femminismo dell'autocoscienza; e ha innervato il proseguimento del suo lavoro di docente presso l'Universita' di Torino. Questo impegno su piu' livelli e' sfociato nei suoi importantissimi saggi dedicati alla storia delle donne, soprattutto mediante l'uso di fonti orali.
Docente di storia sociale all'Universita' di Torino, ha pubblicato anche testi rivolti all'insegnamento nelle scuole superiori: ha curato Donne e uomini nelle guerre mondiali (Laterza, 1991), ha pubblicato con Anna Maria Bruzzone In guerra senza armi (Laterza, 1995) e con Lucetta Scaraffia Storia sociale delle donne (Laterza, 2001) e poi I Nuovi fili della memoria. Uomini e donne nella storia, (Laterza, 2003: manuale per le scuole superiori, curato con Anna Foa e Lucetta Scaraffia). Tra i suoi scritti dedicati al pacifismo e alla riflessione sulle lotte degli anni Settanta ricordiamo La vita offesa (Franco Angeli, 2004); Sopravvissuti (Alinari, 2004, con Liliana Picciotto Fargion); A colpi di cuore. Il Sessantotto (Laterza, 2008); Intervista a Primo Levi, ex deportato (Einaudi, 2010, a quattro mani con Federico Cereja); La conta dei salvati, (Laterza, 2013); Raccontare per la storia, Einaudi, 2014.
L'attenzione che da sempre ha dedicato al tema della resistenza antifascista e' proseguita per tutti questi decenni, in particolare mediante la valorizzazione dell'esperienza della resistenza civile.
Anna Bravo ha assunto l'importante impegno di componente attiva del Comitato Scientifico della Fondazione Alex Langer, che da molti anni promuove settimane di studi e riconoscimenti a donne e uomini che nel mondo operano per la pace, la convivenza, il superamento delle barriere etniche e linguistiche, per la costruzione di "ponti" tra le differenze.
Negli anni Novanta ha lavorato nel campo del pacifismo in molti modi, sia attraverso i suoi scritti sia collaborando con gruppi di studio e interventi nelle scuole. Un impegno che ha ottenuto vari riconoscimenti, tra cui il conferimento nel 2018 del Premio Nazionale "Nonviolenza" da parte dell'Associazione Cultura della Pace e del Comune di Sansepolcro. La motivazione del conferimento del Premio le riconosce questi meriti: "per i suoi studi sulle donne, sull'impegno sociale da loro profuso, sulla resistenza armata e su quella nonviolenta, che hanno contribuito alla comprensione, progettazione, costruzione ed edificazione di una societa' solidale, nonviolenta e pacifica".
Anna Bravo e' stata una voce attiva nel dibattito interno alle varie forme di femminismo e ha tenuto sempre viva l'attenzione al contrasto alla sofferenza e alla violenza, e al rispetto dei diritti umani.
La ricordiamo come un'amica preziosa, una persona di cultura profonda, coerente nei suoi valori, portatrice di un pensiero complesso, lucido e autonomo. E' mancata improvvisamente nel novembre del 2019, ha ancora molto da dirci mediante i suoi testi e la sua vita.
3. REPETITA IUVANT. UN APPELLO: SCRIVERE A BIDEN CHIEDENDO CHE CONCEDA LA GRAZIA A LEONARD PELTIER
Alle persone di volonta' buona cui inviamo questa lettera chiediamo di scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America chiedendogli che conceda la grazia a Leonard Peltier.
E' prerogativa del Presidente degli Stati Uniti concedere la grazia ad alcuni detenuti, ed e' consuetudine che lo faccia approssimandosi il termine del mandato.
Non c'e' bisogno di aggiungere cio' che chiunque gia' sa.
*
Per scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America e' sufficiente collegarsi al sito della Casa Bianca alla pagina web: https://www.whitehouse.gov/contact/
*
La lettera deve essere breve, semplice, chiara. Di seguito proponiamo una traccia utilizzabile.
"Egregio Presidente degli Stati Uniti d'America,
le scriviamo per chiederle di concedere la grazia presidenziale a Leonard Peltier.
Come lei sa, Leonard Peltier ha gia' subito 48 anni di carcere per un delitto che non ha commesso.
E' vecchio, e' gravemente malato, le sue patologie non possono essere adeguatamente curate in carcere.
La sua liberazione e' stata chiesta da Nelson Mandela, da madre Teresa di Calcutta, dal Dalai Lama, da papa Francesco, da Amnesty International, dal Parlamento Europeo, dall'Onu, da milioni di persone di tutto il mondo.
Egregio Presidente degli Stati Uniti d'America,
conceda la grazia a Leonard Peltier.
Restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Distinti saluti".
*
Care amiche e cari amici,
vi preghiamo di scrivere al piu' presto, e vi preghiamo anche di diffondere ulteriormente questo appello.
Free Leonard Peltier.
Mitakuye Oyasin.
4. REPETITA IUVANT. "PRESIDENTE BIDEN, LIBERI LEONARD PELTIER"
Al Presidente degli Stati Uniti d'America
https://www.whitehouse.gov/contact/
Egregio Presidente degli Stati Uniti d'America,
uniamo la nostra voce a quelle di innumerevoli personalita' - tra cui papa Francesco -, di innumerevoli associazioni - tra cui Amnesty International -, di innumerevoli istituzioni - tra cui l'Onu e il Parlamento Europeo -, e tra gli altri anche il Comitato Nazionale unanime del suo stesso partito politico, che le chiedono di concedere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni detenuto per un delitto che - come e' ormai universalmente noto - non ha commesso.
Leonard Peltier e' ormai vecchio - a settembre compira' 80 anni -, e' affetto da molte gravi patologie che non possono essere adeguatamente curate in carcere, e non gli resta molto da vivere: restituirgli la liberta' e' un atto di giustizia e di umanita'.
Presidente Biden, liberi Leonard Peltier.
Voglia gradire distinti saluti,
l'Associazione "Respirare" di Viterbo
Viterbo, 20 luglio 2024
L'associazione e' stata promossa nel 2009 a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.
* * *
Per saperne di piu'
Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
Segnaliamo anche alcune pubblicazioni a stampa in italiano e in inglese particolarmente utili:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Segnaliamo inoltre che nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/03/msg00001.html
Sempre nella rete telematica e' disponibile anche una piu' ampia ed approfondita bibliografia ragionata dal titolo "Dieci libri piu' uno che sarebbe bene aver letto per conoscere la vicenda di Leonard Peltier (e qualche altro minimo suggerimento bibliografico)":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/09/msg00064.html
Ancora nella rete telematica segnaliamo una lettera "ad adiuvandum" alla "United States Parole Commission" del 22 giugno 2024:
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2024/06/msg00055.html
Segnaliamo infine l'attuale sito ufficiale del Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier, il "Free Leonard Peltier Ad Hoc Committee": www.freeleonardpeltiernow.org
5. REPETITA IUVANT. "LO FACCIA PER LA SUA ANIMA, LO FACCIA PER IL BENE COMUNE DELL'INTERA UMANA FAMIGLIA". UNA LETTERA AL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI D'AMERICA
Al Presidente degli Stati Uniti d'America
https://www.whitehouse.gov/contact/
Egregio Presidente degli Stati Uniti d'America,
sono perfettamente consapevole che con tutto cio' che di abominevole sta accadendo nel mondo e nel suo paese questa mia lettera potra' sembrarle null'altro che una seccatura, peraltro modestissima.
Ma gliela scrivo ugualmente.
Per chiederle una volta ancora di concedere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' al signor Leonard Peltier.
Non sto qui a scriverle chi Leonard Peltier sia: ritengo che lei lo sappia bene quanto me.
Ne' mi dilungo ad illustrarle le molte ragioni per cui quest'uomo vecchio e gravemente malato, da 48 anni detenuto per un crimine che non ha commesso, dovrebbe essere liberato. Non abusero' del suo tempo per dirle quello che anche lei gia' sa.
Una sola riflessione intendo proporle: lei, egregio Presidente, ha il potere di compiere un'azione buona, di fare una cosa giusta: restituire la liberta' a un uomo che il mondo intero sa essere un coraggioso, generoso, valoroso testimone della dignita' umana.
Compia quest'azione buona, faccia questa cosa giusta: per se' stesso, egregio Presidente, e per l'umanita' intera.
Non perda questa occasione che le si offre di fare cio' che personalita' luminose come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta avevano chiesto ai suoi predecessori - purtroppo invano.
Lo faccia per la sua anima, lo faccia per il bene comune dell'intera umana famiglia. Dimostri che il bene puo' prevalere sul male.
Conceda la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Voglia gradire un cordiale saluto,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 14 luglio 2024
6. REPETITA IUVANT. CHE FARE ADESSO PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
Come e' noto, la "United States Parole Commission" ha negato la "liberta' sulla parola" a Leonard Peltier, ed ha fissato la prossima udienza al 2026. Gli avvocati di Leonard Peltier hanno gia' annunciato che ovviamente interporranno appello avverso questa decisione.
Come e' noto Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, e' detenuto da 48 anni in un carcere di massima sicurezza per un delitto che non ha commesso; la sua condanna si baso' su "testimonianze" false e su "prove" altrettanto false. E' anziano (ha quasi 80 anni) e gravemente malato, e le sue plurime patologie non possono essere curate adeguatamente in regime carcerario. Numerosissime personalita' benemerite dell'umanita', associazioni benefiche come Amnesty International, istituzioni democratiche di tutto il mondo - in primis l'Onu e il Parlamento Europeo - chiedono la sua liberazione.
*
Che fare?
Occorre perseverare lungo tutte e tre le vie che possono portare alla liberazione di Leonard Peltier:
1. la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la "grazia presidenziale";
2. la richiesta al Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America di concedere il "rilascio compassionevole";
3. la richiesta alla "United States Parole Commission" di concedere la "liberta' sulla parola".
*
Alcune indicazioni pratiche
a) Per scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America:
aprire la pagina ad hoc nel sito: https://www.whitehouse.gov/contact/ e seguire le indicazioni li' contenute.
Proposta di testo:
Egregio Presidente degli Stati Uniti d'America,
e' consuetudine che avvicinandosi il termine del mandato quadriennale il Presidente degli Stati Uniti d'America conceda la grazia ad alcuni detenuti.
La preghiamo di voler concedere la grazia al signor Leonard Peltier, detenuto da quasi mezzo secolo, ormai quasi ottantenne, affetto da gravissime patologie che non possono essere curate in regime carcerario, la cui liberazione e' stata richiesta da personalita' illustri come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama, papa Francesco e da istituzioni come l'Onu e il Parlamento Europeo.
Voglia gradire distinti saluti.
b) Per scrivere al Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America:
aprire la pagina ad hoc nel sito: https://www.justice.gov/doj/webform/your-message-department-justice e seguire le indicazioni li' contenute.
Proposta di testo:
Egregio Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America,
la preghiamo di voler concedere il "rilascio compassionevole" ("compassionate release") al signor Leonard Peltier, detenuto da quasi mezzo secolo, ormai quasi ottantenne, affetto da gravissime patologie che non possono essere curate in regime carcerario, la cui liberazione e' stata richiesta da personalita' illustri come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama, papa Francesco e da istituzioni come l'Onu e il Parlamento Europeo.
Voglia gradire distinti saluti.
c) Per scrivere alla "United States Parole Commission":
usare l'indirizzo e-mail: USParole.questions at usdoj.gov
Proposta di testo:
Egregie signore ed egregi signori della "United States Parole Commission",
pur consapevoli della vostra recente decisione, ci permettiamo di sollecitare ulteriormente una tempestiva riconsiderazione della situazione del signor Leonard Peltier, detenuto da quasi mezzo secolo, ormai quasi ottantenne, affetto da gravissime patologie che non possono essere curate in regime carcerario, la cui liberazione e' stata richiesta da personalita' illustri come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama, papa Francesco e da istituzioni come l'Onu e il Parlamento Europeo.
Vogliate gradire distinti saluti.
*
d) Per informare gli avvocati che assistono Leonard Peltier:
usare gli indirizzi e-mail: ksharp at sanfordheisler.com, jenipherj at forthepeoplelegal.com
Proposta di testo:
Egregia avvocata, egregio avvocato,
vi informiamo che abbiamo scritto al Presidente degli Stati Uniti d'America, al Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America, alla "United States Parole Commission", le lettere il cui testo alleghiamo.
Vogliate gradire distinti saluti.
*
Tre consigli a chi vuole esprimere e promuovere la solidarieta'
I. La prima forma di solidarieta' e' la conoscenza
- occorre studiare adeguatamente tanto i fatti quanto il contesto;
- occorre far circolare l'informazione, avendo cura che sia un'informazione precisa ed incontrovertibile;
- occorre promuovere altre adesioni all'impegno, avendo cura che ci si attenga scrupolosamente al fine della liberazione di Leonard Peltier e che la metodologia sia rigorosamente nonviolenta;
- soprattutto: occorre far sentire la propria voce direttamente alle istanze istituzionali concretamente preposte alla decisione sulla liberazione di Leonard Peltier; e farla sentire in modo adeguato: ovvero comprensibile e persuasivo. Non serve, ed e' anzi dannosa, la retorica d'accatto, ignorante e stereotipata, che ovviamente non convince nessuno.
E' semplicemente indispensabile la lettura di tutti i seguenti testi:
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, Agents of Repression: The FBI's Secret Wars Against the Black Panther Party and the American Indian Movement, South End Press, Boulder, Colorado, 1988, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret Wars Against Dissent in the United States, South End Press, Boulder, Colorado, 1990, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press, Boston 2014.
- Steve Hendricks, The Unquiet Grave: The FBI and the Struggle for the Soul of Indian Country, Thunder's Mouth Press, New York 2006.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison Writings: My Life is my Sun Dance, St. Martin's Griffin, New York 1999.
- Michael E. Tigar, Wade H. McCree, Leonard Peltier, Petitioner, v. United States. U.S. Supreme Court transcript of record with supporting pleading, Gale MOML U.S. Supreme Court Records, 1978 e successive ristampe.
- Joseph H. Trimbach e John M. Trimbach, American Indian Mafia: An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009.
II. La prima forma di azione nonviolenta e' la parresia
- occorre prendere la parola e dire la verita' contrastando la violenza del potere;
- occorre prendere la parola e dire la verita' alle istituzioni per ottenere il rispetto del diritto e della morale;
- occorre prendere la parola e dire la verita' come atto politico che invera l'esercizio della democrazia.
Leonard Peltier e' innocente. Leonard Peltier e' in pericolo di morte. Leonard Peltier deve essere liberato.
Nella vicenda di Leonard Peltier si compendia e si testimonia la condizione imposta dalla violenza etnocida, genocida ed ecocida del potere colonialista, imperialista e razzista a tutti i popoli oppressi, all'umanita' intera e all'intero mondo vivente.
La liberazione di Leonard Peltier significa quindi riconoscere il diritto alla vita non solo di ogni persona innocente e di ogni popolo oppresso, ma di tutti gli esseri umani in quanto tali, dell'umanita' intera, di tutti gli esseri viventi e dell'intero mondo vivente.
III. Il tempo e' poco, agire ora
La vecchiaia e le patologie di Leonard Peltier rendono urgente l'impegno per la sua liberazione.
Occorre scrivere ora ai soggetti istituzionali che hanno il potere di restituirgli la liberta'.
Occorre promuovere ora ogni iniziativa nonviolenta adeguata a far crescere l'impegno per la sua liberazione.
Occorre attivare i mezzi d'informazione per ottenere ora la massima attenzione possibile dell'opinione pubblica.
*
Free Leonard Peltier.
Non muoia in prigione un uomo innocente.
Mitakuye Oyasin.
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 7 luglio 2024
7. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
8. REPETITA IUVANT. A COSTO DI SEMBRARE IL SOLITO GRILLO PARLANTE... (NOVEMBRE 2023)
Ci sono alcune cose che vanno pur dette, e allora diciamole.
*
Ogni manifestazione a favore dell'esistenza dello stato di Israele che non s'impegni anche per la nascita dello stato di Palestina rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione a sostegno del popolo palestinese che non s'impegni anche a sostegno del popolo ebraico rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da un'organizzazione terrorista e non quelle commesse da uno stato e' peggio che inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da uno stato e non quelle commesse da un'organizzazione terrorista e' peggio che inutile.
*
Sia il popolo palestinese che il popolo ebraico sono realmente minacciati di genocidio.
E' compito dell'umanita' intera impedire questi genocidi, tutti i genocidi.
Per impedire il genocidio del popolo ebraico e' indispensabile l'esistenza dello stato di Israele.
Per immpedire il genocidio del popolo palestinese e' indispensabile l'esistenza dello stato di Palestina.
*
Allo stato di Israele chiediamo:
1. di cessare la guerra a Gaza e il sostegno alle violenze dei coloni in Cisgiordania.
2. di cessare di occupare i territori palestinesi e di riconoscere l'esistenza dello stato di Palestina nei territori della Cisgiordania e di Gaza devolvendo immediatamente tutte le funzioni giurisdizionali ed amministrative e le risorse relative all'Autorita' Nazionale Palestinese - intesa come governo provvisorio dello stato di Palestina fino alle elezioni democratiche -.
3. di sgomberare immediatamente le illegali colonie nei territori occupati, restituendo quelle aree al popolo palestinese.
4. di concordare con l'Autorita' Nazionale Palestinese l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di essere una piena democrazia abrogando ogni misura legislativa ed amministrativa di discriminazione razzista.
*
All'Autorita' Nazionale Palestinese chiediamo:
1. di assumere immediatamente il governo della Striscia di Gaza.
2. di adoperarsi ivi per l'immediata liberazione di tutte le persone rapite da Hamas.
3. di organizzare lo stato di Palestina indipendente e democratico.
4. di concordare con lo stato di Israele l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di adoperarsi affinche' nessuno stato arabo o musulmano possa piu' proseguire in una politica antisraeliana ed antiebraica prendendo abusivamente a pretesto la causa palestinese.
*
All'Onu chiediamo:
1. un piano straordinario di aiuti per la Palestina.
2. una deliberazione dell'Assemblea Generale che riconoscendo i due stati di Israele e di Palestina vincoli tutti gli stati membri delle Nazioni Unite a cessare ogni politica di negazione dello stato di Israele, ogni politica di persecuzione antiebraica.
*
Agli stati ed agli organismi politici sovranazionali d'Europa (l'Europa che e' il continente in cui si sono realizzati la bimillenaria persecuzione antiebraica e l'orrore assoluto della Shoah; l'Europa che e' il continente i cui principali stati hanno oppresso i popoli del resto del mondo con il razzismo, il colonialismo, l'imperialismo fin genocida) chiediamo:
1. di risarcire adeguatamente sia lo stato di Israele che lo stato di Palestina per le sofferenze inflitte ai loro popoli sia direttamente che indirettamente.
2. di contrastare il fascismo e il razzismo, l'antisemitismo e l'islamofobia, tutte le ideologie di odio e le organizzazioni che le praticano e le diffondono, e tutti i crimini conseguenti.
*
Fermare la guerra.
Fermare le stragi.
Restituire la liberta' a tutte le persone che ne sono state private.
Riconoscere e proteggere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.
9. REPETITA IUVANT. COSA POSSIAMO (E DOBBIAMO) REALMENTE FARE CONTRO LA GUERRA IN CORSO IN EUROPA? (APRILE 2023)
Certo, continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime.
Certo, continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre.
Certo, continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente.
Certo, continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani, sempre e solo uccide gli esseri umani, sempre e solo uccide gli esseri umani.
Certo, continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino.
Certo, continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
*
Tutto cio' e' buono e giusto, ma non basta.
Occorre fare anche altre cose che solo noi qui in Europa occidentale possiamo e dobbiamo fare.
E le cose che possiamo e dobbiamo fare sono queste:
1. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale contrastare anche qui la macchina bellica, l'industria armiera, i mercanti di morte, la follia militarista, i governanti stragisti: paralizzare i poteri assassini occorre.
2. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di mettere il veto ad ogni iniziativa della Nato, l'organizzazione terrorista e stragista di cui i nostri paesi tragicamente fanno parte: paralizzare immediatamente i criminali della Nato occorre, e successivamente procedere allo scioglimento della scellerata organizzazione.
3. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di cessare di armare ed alimentare la guerra e sostenere invece l'impegno per l'immediato cessate il fuoco ed immediate trattative di pace.
4. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di restituire all'Onu la funzione e il potere di abolire il flagello della guerra.
5. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
6. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica della sicurezza comune dell'umanita' intera fondata sulla Difesa popolare nonviolenta, sui Corpi civili di pace, sulle concrete pratiche che inverino l'affermazione del diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta' di tutti i popoli e di tutte le persone.
7. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica comune di attiva difesa dell'intero mondo vivente prima che la catastrofe ambientale in corso sia irreversibile.
*
E' questa la nostra opinione fin dall'inizio della tragedia in corso.
Ci sembra che senza queste azioni nonviolente la guerra, le stragi e le devastazioni non saranno fermate.
Troppi esseri umani sono gia' stati uccisi per la criminale follia dei governanti.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi per la salvezza comune dell'umanita' intera.
Sia massima universalmente condivisa la regola aurea che afferma: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
10. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- AA. VV., La notte dell'Occidente, volume monografico di "Domino. Rivista sul mondo che cambia", n. 7, luglio 2024, G.O.L., Milano 2024, pp. 144, euro 10.
- AA. VV., Mujo. Impermanenza, Gedi, Torino 2024, pp. 144, euro 8,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
*
Riedizioni
- Piero Angela, Dieci cose che ho imparato, Mondadori, Milano 2022, Gedi, Torino 2024, pp. 414, euro 8,90 (in supplemento ai quotidiani "La Repubblica" e "La Stampa").
- James Lovelock, Gaia, Bollati Boringhieri, Torino 1981, 2021, Gedi, Torino 2024, pp. 190, euro 8,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
12. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5275 del 28 luglio 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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Numero 5275 del 28 luglio 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Andrea Mulas: Linda Bimbi
2. Vittoria Longoni: Anna Bravo
3. Un appello: scrivere a Biden chiedendo che conceda la grazia a Leonard Peltier
4. "Presidente Biden, liberi Leonard Peltier"
5. "Lo faccia per la sua anima, lo faccia per il bene comune dell'intera umana famiglia". Una lettera al Presidente degli Stati Uniti d'America
6. Che fare adesso per la liberazione di Leonard Peltier
7. Ripetiamo ancora una volta...
8. A costo di sembrare il solito grillo parlante... (novembre 2023)
9. Cosa possiamo (e dobbiamo) realmente fare contro la guerra in corso in Europa? (aprile 2023)
10. Segnalazioni librarie
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'
1. MAESTRE, ANDREA MULAS: LINDA BIMBI
[Dal sito dell'Enciclopedia delle donne (www.enciclopediadelledonne.it) riproponiamo la seguente voce]
Linda Bimbi (Lucca 1925 - Roma 2016)
Missionaria, pedagoga, traduttrice, segretaria generale della Fondazione Internazionale Lelio Basso e' stata impegnata quotidianamente sui fronti piu' caldi dell'emisfero dalla scrivania di via della Dogana Vecchia, perseguendo sempre la ricerca della saldatura tra la coscienza e l'agire, cioe' il "nesso ineludibile tra la trasformazione delle strutture e la liberazione dell'uomo".
Le battaglie a favore dei diritti dei popoli a partire dagli anni Settanta la portarono a incrociare importanti figure che hanno segnato il secondo Novecento come Ernesto Balducci, Davide Maria Turoldo, Lelio Basso, Adolfo Perez Esquivel, Frei Betto, Helder Câmara, Gustavo Gutierrez, Rigoberta Menchu', Luiz Inacio Lula da Silva, Maria Eletta Martini, Luigi Ciotti, Giancarla Codrignani, Estela Barnes de Carlotto, Julio Cortazar, Gabriel García Marquez, Manuel Scorza, Ettore Masina, Eduardo Galeano, Noam Chomsky e tanti altri.
Linda Bimbi nasce a Lucca il 4 luglio 1925, il padre era un commerciante di mobili e la madre una maestrina di campagna. Frequenta il liceo classico Machiavelli dove segue le lezioni del professore Giorgio Colli attorno al quale si forma un gruppo di studenti che in diversi campi incideranno nella storia culturale dell'Italia. Mi riferisco a Mazzino Montinari, storico della filosofia a cui dobbiamo, insieme a Giorgio Colli, la cura dell'ormai leggendaria edizione italiana delle opere di Friedrich Nietzsche, Angelo Pasquinelli, studioso della filosofia presocratica, Gigliola Gianfrancesco, storica della filosofia, Clara Valenziano, giornalista archeologa, Fausto Codino, filologo classico, Luigi Imbasciati, insegnante di storia e filosofia.
Conseguita la laurea in glottologia alla Facolta' di Lettere e Filosofia dell'Universita' degli Studi di Pisa (1949), invece di proseguire la carriera accademica al fianco dell'insigne professore Tristano Bolelli, sceglie di iniziare il noviziato nell'ordine delle Suore oblate dello Spirito Santo di Lucca che la condurra' all'esperienza di missionaria in diverse citta' del Brasile sin dal 1952. Ma sara' a Belo Horizonte che, insieme alle consorelle e superando numerosi ostacoli, dara' vita al collegio scolastico Helena Guerra che arrivera' a contare circa mille alunne di ogni ordine e grado. Nel 1968 decide di lasciare i voti per scegliere la riduzione allo stato laicale, ma – come ha scritto padre Balducci – consacrando "interamente, senza ritorni indietro, la sua vita alla causa del Vangelo".
Anni dopo dalle pagine del volume Lettere a un amico. Cronache di liberazione al femminile plurale, tornera' su questo periodo particolare e intenso della sua esistenza: "E' difficile comunque capire il fervore innovativo del nostro gruppo di allora se non si tiene presente il clima che si respiro' in Brasile tra il Concilio [Vaticano II] e Medellin", oltre al fatto che Bimbi e' convinta che "la chiesa doveva essere un fermento dentro al mondo", e anche per questo motivo sceglie l'"opcion por los pobres", ovvero la causa dei poveri, la loro lotta, la loro dignita': "Il Vangelo e' riletto a partire dal povero, che non ne e' solo il destinatario, ma il portatore privilegiato, colui che annuncia. Quindi solo in alleanza col povero si puo' elaborare una riflessione teologica. Rileggere il Vangelo significa fare una nuova lettura della storia, che e' stata scritta 'da mano bianca'".
Sia a causa dei metodi educativi adottati nel suo Collegio che si richiamavano agli insegnamenti del pedagogo brasiliano Paulo Freire ritenuti rivoluzionari dalla giunta militare, che per il sostegno a un gruppo di giovani democratici universitari, e' costretta a fuggire repentinamente dal Brasile il 13 maggio 1969 poiche' era stato spiccato un mandato di cattura nei suoi confronti. Le sue alunne ancora oggi la ricordano come una persona che ha sparso semi durante tutto l'arco della sua vita.
Giunta a Roma, nel 1971, Bimbi inizia la collaborazione con il Centro di documentazione internazionale Idoc (International documentation on the contemporary church) che produce la rivista quindicinale "Idoc Internazionale" (edita dall'Editrice Queriniana di Brescia) e che rappresenta la prima pubblicazione interconfessionale in Italia, come avanguardia intellettuale europea all'interno del dibattito sulle prospettive del mondo cattolico, e non solo, nel fermento della teologia della liberazione.
A partire dal 1972 inizia a lavorare, insieme al senatore Lelio Basso, all'organizzazione del Tribunale Russell II sull'America latina, raccogliendo in tutta Europa centinaia di storie: "Qui a Colonia l'esperienza e' stata agghiacciante, come del resto quasi tutto questo solitario viaggio attraverso l'Europa alla ricerca dei testimoni per la prima sessione del Tribunale Russell II. Gli ex-torturati vivono come bestie acquattate nelle loro tane".
Le tre sessioni del Tribunale Russell II sui crimini commessi dai regimi militari e dalle multinazionali (Roma 1974, Bruxelles 1975, Roma 1976) rappresentano la prima denuncia a livello internazionale che scuote le coscienze popolari in tutto il mondo e via della Dogana Vecchia 5 diventa un punto di riferimento per gran parte degli esuli latino-americani e i loro familiari.
"Basta rovesciare l'ordito della tela che appare il disegno del diritto dei popoli, che sposta dai governi ai popoli il diritto di essere soggetti della propria storia", suggerisce la segretaria della Fondazione Internazionale Lelio Basso, secondo la quale i "nuovi soggetti" sono i movimenti di liberazione nazionale, i gruppi di pressione per i diritti umani, le Comunidades de base do Brasil, le Madres de Plaza de Mayo e cosi' via: "i popoli devono essere soggetti di storia e non oggetto di cronaca", ripete spesso.
Ed e' nel perseguimento di questo obiettivo che Bimbi conosce la giovane avvocata Marianella García Villas, presidente della Comision de Derechos Humanos de El Salvador e collaboratrice dell'arcivescovo Oscar Arnulfo Romero (assassinato sull'altare nel corso dell'omelia da paramilitari il 24 marzo 1980), che era impegnata da anni a denunciare a livello internazionale le violazioni dei diritti umani commesse nel suo paese (1). Il 14 marzo 1983, ha rammentato Bimbi, "il telefono squillo' di buon mattino alla Fondazione Lelio Basso: la voce femminile, lontana, si identifico'. Poi il messaggio: 'la compagna Marianella e' caduta ieri'" (2).
Linda Bimbi e' stata impegnata a dare una prospettiva e una capacita' interpretativa alla Fondazione Internazionale Lelio Basso nel comprendere i nuovi paradigmi economici, sociali e politici pur preservando il filo conduttore della continuita', che a giudizio della segretaria generale si esprimeva "nella priorita' che da sempre cerchiamo di dare al vero soggetto della storia, che e' il popolo, cosi' difficile da definire in sede teorica, ma sempre emergente, attraverso connotazioni diverse, nella dialettica onnipresente tra movimenti e istituzioni, tra etnie e nazioni, tra minoranze e Stato" (3).
Nel 1976, per il decennale della Dichiarazione universale dei diritti dei popoli (nota come Carta di Algeri), in un intervento ad Assisi, torna ancora una volta sulla prospettiva "rivoluzionaria" della piena affermazione dei diritti umani a livello internazionale: "Oggi e' rivoluzionario sostenere che le comunita' degli uomini, cioe' i popoli e le minoranze sono i veri soggetti della storia. [...] Percio' oggi, se vogliamo aggiornare la comprensione della battaglia per i diritti umani, non e' sufficiente denunciare i fatti: bisogna indagare sulle cause delle violazioni. E la causa e' l'impossibilita' storica, obiettiva dei popoli, cioe' della gente comune, di gestire il proprio destino" (4).
Tra i numerosi collaboratori e amici che l'hanno conosciuta, e' significativa la testimonianza di Luciana Castellina: "sebbene coetanea di Linda, Linda e' stata per me quasi una maestra. Da lei ho imparato moltissimo. Provenivamo da una diversa cultura ed esperienza politica – lei dal cattolicesimo impegnato, poi fortemente segnata dalla Teologia della Liberazione; io dal Partito comunista italiano – e pero' il nostro dialogo e' stato subito facile, direi anzi naturale, e di li' e' nata una collaborazione stretta e anche un'amicizia. Fra le tante cose che mi ha insegnato c'e' naturalmente il Brasile, la sua vera patria, ma anche molto di quanto mi era sconosciuto della fede".
Per rammentare il suo impegno, il 13 maggio dello scorso anno il Municipio VIII di Roma ha apposto nel cortile dell'Istituto romano San Michele, dove ha sede la Comunita' di consorelle, una targa sulla quale e' scolpita la seguente frase: "Qui visse con le sorelle Linda Bimbi. Educatrice dei poveri, compagna dei desaparecidos, sorella dei perseguitati, voce dei popoli oppressi", e a settembre l'Instituto Federal de Educaçao, Ciencia e Tecnologia – Campus Avare' dell'Universidad de Sao Paulo le ha dedicato la sua nuova biblioteca.
In Fondazione tutti la chiamavamo Linda, era sempre attenta e curiosa dei punti di vista delle giovani generazioni, e per questo motivo insieme a un gruppo di giornalisti nel 2005 fonda la Scuola di Giornalismo Lelio Basso, che amava definire una "palestra di idee" con l'obiettivo di addestrare i giovani aspiranti giornalisti al senso critico.
*
Fonti, risorse bibliografiche, siti
Linda Bimbi, Lettere a un amico. Cronache di liberazione al femminile plurale, Ernesto Balducci (introduzione di), Marietti, Genova 1990.
Mario Mirri, Renzo Sabbatini, et al. (a cura di), L'impegno di una generazione. Il gruppo di Lucca dal Liceo Machiavelli alla Normale nel clima del Dopoguerra, Franco Angeli, Milano 2014.
Andrea Mulas, Linda Bimbi. Tanti piccoli fuochi inestinguibili. Scritti sull'America latina e i diritti dei popoli, Adolfo Perez Esquível (prefazione di), Nova Delphi, Roma 2018.
Raniero La Valle, Linda Bimbi, Marianella e i suoi fratelli: una storia latinoamericana, Feltrinelli, Milano 1983.
Linda Bimbi (a cura di), Religione, oppio o strumento di liberazione?, Arnoldo Mondadori Editore, Verona 1972.
*
Note
1. R. La Valle, L. Bimbi, Marianella e i suoi fratelli: una storia latinoamericana, Feltrinelli, Milano 1983.
2. Intervento a Ravenna (luglio 1987), dattiloscritto. Fondo Linda Bimbi.
3. L. Bimbi, La Fondazione come laboratorio collettivo, "I diritti dei popoli", novembre 1985, dattiloscritto. Fondo Linda Bimbi.
4. L. Bimbi, Ma dove abita la speranza?, cit. Fondo Linda Bimbi.
2. MAESTRE. VITTORIA LONGONI: ANNA BRAVO
[Dal sito dell'Enciclopedia delle donne (www.enciclopediadelledonne.it) riproponiamo la seguente voce]
Anna Bravo, Torino 1938 - 2019
"E' resistenza civile quando si tenta di impedire la distruzione di cose e beni ritenuti essenziali per il dopo, o ci si sforza di contenere la violenza intercedendo presso i tedeschi, ammonendo i resistenti perche' "non bisogna ridursi come loro"; quando si da' assistenza in varie forme a partigiani, militanti in clandestinita', popolazioni, o si agisce per isolare moralmente il nemico; quando ci si fa carico del destino di estranei e sconosciuti, sfamando, proteggendo, nascondendo qualcuna delle innumerevoli vite messe a rischio dalla guerra"
(In guerra senza armi, 2015)
Anna Bravo si faceva subito riconoscere da amiche, conoscenti e interlocutori per ampiezza culturale, gentilezza, indipendenza di giudizio, coerenza coi suoi valori di fondo, orientati al femminismo, alla pace e alla nonviolenza.
Nata nel 1938, antifascista da sempre, negli anni Settanta aveva gia' alle spalle significative esperienze di lotta e di militanza nel Pci e nei movimenti sociali e politici della sinistra e delle donne, ma anche studi approfonditi nel campo della storia (soprattutto orale) e contatti col mondo intellettuale e accademico di Torino.
Le sue prime pubblicazioni infatti risalgono agli anni Sessanta, in particolare ricordiamo La Repubblica partigiana dell'Alto Monferrato, Torino, 1964.
In quegli anni si esprimeva come una persona di cultura profonda e raffinata, ma capace di rapporti cordiali e simpatetici con donne e uomini di ogni eta' e condizione sociale, partecipe del clima gioioso e libertario delle lotte della nuova sinistra.
Il suo impegno e' ulteriormente cresciuto nel dibattito degli anni Settanta, soprattutto nell'ambito di Lotta Continua; in particolare ha condiviso con parecchie altre militanti il tentativo (molto combattuto) di portare anche in quell'organizzazione il punto di vista e la presenza delle donne. Istanze femministe e pacifiste (in battaglie interne e spesso di minoranza), si sono espresse e intrecciate negli anni in cui l'esperienza di Lotta Continua ha fatto i conti col proprio esaurimento e con la presenza di contrasti non piu' mediabili, fino allo scioglimento, avvenuto nel 1976.
L'impegno femminista di Anna e' proseguito in sintonia con le esperienze dei collettivi dell'area torinese, rivolti soprattutto alla dimensione sociale (Intercategoriale sindacale, lotte all'Ospedale S. Anna, contrasto alla violenza sulle donne, costruzione di Archivi), ma accogliendo anche gli apporti del femminismo dell'autocoscienza; e ha innervato il proseguimento del suo lavoro di docente presso l'Universita' di Torino. Questo impegno su piu' livelli e' sfociato nei suoi importantissimi saggi dedicati alla storia delle donne, soprattutto mediante l'uso di fonti orali.
Docente di storia sociale all'Universita' di Torino, ha pubblicato anche testi rivolti all'insegnamento nelle scuole superiori: ha curato Donne e uomini nelle guerre mondiali (Laterza, 1991), ha pubblicato con Anna Maria Bruzzone In guerra senza armi (Laterza, 1995) e con Lucetta Scaraffia Storia sociale delle donne (Laterza, 2001) e poi I Nuovi fili della memoria. Uomini e donne nella storia, (Laterza, 2003: manuale per le scuole superiori, curato con Anna Foa e Lucetta Scaraffia). Tra i suoi scritti dedicati al pacifismo e alla riflessione sulle lotte degli anni Settanta ricordiamo La vita offesa (Franco Angeli, 2004); Sopravvissuti (Alinari, 2004, con Liliana Picciotto Fargion); A colpi di cuore. Il Sessantotto (Laterza, 2008); Intervista a Primo Levi, ex deportato (Einaudi, 2010, a quattro mani con Federico Cereja); La conta dei salvati, (Laterza, 2013); Raccontare per la storia, Einaudi, 2014.
L'attenzione che da sempre ha dedicato al tema della resistenza antifascista e' proseguita per tutti questi decenni, in particolare mediante la valorizzazione dell'esperienza della resistenza civile.
Anna Bravo ha assunto l'importante impegno di componente attiva del Comitato Scientifico della Fondazione Alex Langer, che da molti anni promuove settimane di studi e riconoscimenti a donne e uomini che nel mondo operano per la pace, la convivenza, il superamento delle barriere etniche e linguistiche, per la costruzione di "ponti" tra le differenze.
Negli anni Novanta ha lavorato nel campo del pacifismo in molti modi, sia attraverso i suoi scritti sia collaborando con gruppi di studio e interventi nelle scuole. Un impegno che ha ottenuto vari riconoscimenti, tra cui il conferimento nel 2018 del Premio Nazionale "Nonviolenza" da parte dell'Associazione Cultura della Pace e del Comune di Sansepolcro. La motivazione del conferimento del Premio le riconosce questi meriti: "per i suoi studi sulle donne, sull'impegno sociale da loro profuso, sulla resistenza armata e su quella nonviolenta, che hanno contribuito alla comprensione, progettazione, costruzione ed edificazione di una societa' solidale, nonviolenta e pacifica".
Anna Bravo e' stata una voce attiva nel dibattito interno alle varie forme di femminismo e ha tenuto sempre viva l'attenzione al contrasto alla sofferenza e alla violenza, e al rispetto dei diritti umani.
La ricordiamo come un'amica preziosa, una persona di cultura profonda, coerente nei suoi valori, portatrice di un pensiero complesso, lucido e autonomo. E' mancata improvvisamente nel novembre del 2019, ha ancora molto da dirci mediante i suoi testi e la sua vita.
3. REPETITA IUVANT. UN APPELLO: SCRIVERE A BIDEN CHIEDENDO CHE CONCEDA LA GRAZIA A LEONARD PELTIER
Alle persone di volonta' buona cui inviamo questa lettera chiediamo di scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America chiedendogli che conceda la grazia a Leonard Peltier.
E' prerogativa del Presidente degli Stati Uniti concedere la grazia ad alcuni detenuti, ed e' consuetudine che lo faccia approssimandosi il termine del mandato.
Non c'e' bisogno di aggiungere cio' che chiunque gia' sa.
*
Per scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America e' sufficiente collegarsi al sito della Casa Bianca alla pagina web: https://www.whitehouse.gov/contact/
*
La lettera deve essere breve, semplice, chiara. Di seguito proponiamo una traccia utilizzabile.
"Egregio Presidente degli Stati Uniti d'America,
le scriviamo per chiederle di concedere la grazia presidenziale a Leonard Peltier.
Come lei sa, Leonard Peltier ha gia' subito 48 anni di carcere per un delitto che non ha commesso.
E' vecchio, e' gravemente malato, le sue patologie non possono essere adeguatamente curate in carcere.
La sua liberazione e' stata chiesta da Nelson Mandela, da madre Teresa di Calcutta, dal Dalai Lama, da papa Francesco, da Amnesty International, dal Parlamento Europeo, dall'Onu, da milioni di persone di tutto il mondo.
Egregio Presidente degli Stati Uniti d'America,
conceda la grazia a Leonard Peltier.
Restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Distinti saluti".
*
Care amiche e cari amici,
vi preghiamo di scrivere al piu' presto, e vi preghiamo anche di diffondere ulteriormente questo appello.
Free Leonard Peltier.
Mitakuye Oyasin.
4. REPETITA IUVANT. "PRESIDENTE BIDEN, LIBERI LEONARD PELTIER"
Al Presidente degli Stati Uniti d'America
https://www.whitehouse.gov/contact/
Egregio Presidente degli Stati Uniti d'America,
uniamo la nostra voce a quelle di innumerevoli personalita' - tra cui papa Francesco -, di innumerevoli associazioni - tra cui Amnesty International -, di innumerevoli istituzioni - tra cui l'Onu e il Parlamento Europeo -, e tra gli altri anche il Comitato Nazionale unanime del suo stesso partito politico, che le chiedono di concedere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni detenuto per un delitto che - come e' ormai universalmente noto - non ha commesso.
Leonard Peltier e' ormai vecchio - a settembre compira' 80 anni -, e' affetto da molte gravi patologie che non possono essere adeguatamente curate in carcere, e non gli resta molto da vivere: restituirgli la liberta' e' un atto di giustizia e di umanita'.
Presidente Biden, liberi Leonard Peltier.
Voglia gradire distinti saluti,
l'Associazione "Respirare" di Viterbo
Viterbo, 20 luglio 2024
L'associazione e' stata promossa nel 2009 a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.
* * *
Per saperne di piu'
Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
Segnaliamo anche alcune pubblicazioni a stampa in italiano e in inglese particolarmente utili:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Segnaliamo inoltre che nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/03/msg00001.html
Sempre nella rete telematica e' disponibile anche una piu' ampia ed approfondita bibliografia ragionata dal titolo "Dieci libri piu' uno che sarebbe bene aver letto per conoscere la vicenda di Leonard Peltier (e qualche altro minimo suggerimento bibliografico)":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/09/msg00064.html
Ancora nella rete telematica segnaliamo una lettera "ad adiuvandum" alla "United States Parole Commission" del 22 giugno 2024:
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2024/06/msg00055.html
Segnaliamo infine l'attuale sito ufficiale del Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier, il "Free Leonard Peltier Ad Hoc Committee": www.freeleonardpeltiernow.org
5. REPETITA IUVANT. "LO FACCIA PER LA SUA ANIMA, LO FACCIA PER IL BENE COMUNE DELL'INTERA UMANA FAMIGLIA". UNA LETTERA AL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI D'AMERICA
Al Presidente degli Stati Uniti d'America
https://www.whitehouse.gov/contact/
Egregio Presidente degli Stati Uniti d'America,
sono perfettamente consapevole che con tutto cio' che di abominevole sta accadendo nel mondo e nel suo paese questa mia lettera potra' sembrarle null'altro che una seccatura, peraltro modestissima.
Ma gliela scrivo ugualmente.
Per chiederle una volta ancora di concedere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' al signor Leonard Peltier.
Non sto qui a scriverle chi Leonard Peltier sia: ritengo che lei lo sappia bene quanto me.
Ne' mi dilungo ad illustrarle le molte ragioni per cui quest'uomo vecchio e gravemente malato, da 48 anni detenuto per un crimine che non ha commesso, dovrebbe essere liberato. Non abusero' del suo tempo per dirle quello che anche lei gia' sa.
Una sola riflessione intendo proporle: lei, egregio Presidente, ha il potere di compiere un'azione buona, di fare una cosa giusta: restituire la liberta' a un uomo che il mondo intero sa essere un coraggioso, generoso, valoroso testimone della dignita' umana.
Compia quest'azione buona, faccia questa cosa giusta: per se' stesso, egregio Presidente, e per l'umanita' intera.
Non perda questa occasione che le si offre di fare cio' che personalita' luminose come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta avevano chiesto ai suoi predecessori - purtroppo invano.
Lo faccia per la sua anima, lo faccia per il bene comune dell'intera umana famiglia. Dimostri che il bene puo' prevalere sul male.
Conceda la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Voglia gradire un cordiale saluto,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 14 luglio 2024
6. REPETITA IUVANT. CHE FARE ADESSO PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
Come e' noto, la "United States Parole Commission" ha negato la "liberta' sulla parola" a Leonard Peltier, ed ha fissato la prossima udienza al 2026. Gli avvocati di Leonard Peltier hanno gia' annunciato che ovviamente interporranno appello avverso questa decisione.
Come e' noto Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, e' detenuto da 48 anni in un carcere di massima sicurezza per un delitto che non ha commesso; la sua condanna si baso' su "testimonianze" false e su "prove" altrettanto false. E' anziano (ha quasi 80 anni) e gravemente malato, e le sue plurime patologie non possono essere curate adeguatamente in regime carcerario. Numerosissime personalita' benemerite dell'umanita', associazioni benefiche come Amnesty International, istituzioni democratiche di tutto il mondo - in primis l'Onu e il Parlamento Europeo - chiedono la sua liberazione.
*
Che fare?
Occorre perseverare lungo tutte e tre le vie che possono portare alla liberazione di Leonard Peltier:
1. la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la "grazia presidenziale";
2. la richiesta al Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America di concedere il "rilascio compassionevole";
3. la richiesta alla "United States Parole Commission" di concedere la "liberta' sulla parola".
*
Alcune indicazioni pratiche
a) Per scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America:
aprire la pagina ad hoc nel sito: https://www.whitehouse.gov/contact/ e seguire le indicazioni li' contenute.
Proposta di testo:
Egregio Presidente degli Stati Uniti d'America,
e' consuetudine che avvicinandosi il termine del mandato quadriennale il Presidente degli Stati Uniti d'America conceda la grazia ad alcuni detenuti.
La preghiamo di voler concedere la grazia al signor Leonard Peltier, detenuto da quasi mezzo secolo, ormai quasi ottantenne, affetto da gravissime patologie che non possono essere curate in regime carcerario, la cui liberazione e' stata richiesta da personalita' illustri come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama, papa Francesco e da istituzioni come l'Onu e il Parlamento Europeo.
Voglia gradire distinti saluti.
b) Per scrivere al Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America:
aprire la pagina ad hoc nel sito: https://www.justice.gov/doj/webform/your-message-department-justice e seguire le indicazioni li' contenute.
Proposta di testo:
Egregio Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America,
la preghiamo di voler concedere il "rilascio compassionevole" ("compassionate release") al signor Leonard Peltier, detenuto da quasi mezzo secolo, ormai quasi ottantenne, affetto da gravissime patologie che non possono essere curate in regime carcerario, la cui liberazione e' stata richiesta da personalita' illustri come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama, papa Francesco e da istituzioni come l'Onu e il Parlamento Europeo.
Voglia gradire distinti saluti.
c) Per scrivere alla "United States Parole Commission":
usare l'indirizzo e-mail: USParole.questions at usdoj.gov
Proposta di testo:
Egregie signore ed egregi signori della "United States Parole Commission",
pur consapevoli della vostra recente decisione, ci permettiamo di sollecitare ulteriormente una tempestiva riconsiderazione della situazione del signor Leonard Peltier, detenuto da quasi mezzo secolo, ormai quasi ottantenne, affetto da gravissime patologie che non possono essere curate in regime carcerario, la cui liberazione e' stata richiesta da personalita' illustri come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama, papa Francesco e da istituzioni come l'Onu e il Parlamento Europeo.
Vogliate gradire distinti saluti.
*
d) Per informare gli avvocati che assistono Leonard Peltier:
usare gli indirizzi e-mail: ksharp at sanfordheisler.com, jenipherj at forthepeoplelegal.com
Proposta di testo:
Egregia avvocata, egregio avvocato,
vi informiamo che abbiamo scritto al Presidente degli Stati Uniti d'America, al Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America, alla "United States Parole Commission", le lettere il cui testo alleghiamo.
Vogliate gradire distinti saluti.
*
Tre consigli a chi vuole esprimere e promuovere la solidarieta'
I. La prima forma di solidarieta' e' la conoscenza
- occorre studiare adeguatamente tanto i fatti quanto il contesto;
- occorre far circolare l'informazione, avendo cura che sia un'informazione precisa ed incontrovertibile;
- occorre promuovere altre adesioni all'impegno, avendo cura che ci si attenga scrupolosamente al fine della liberazione di Leonard Peltier e che la metodologia sia rigorosamente nonviolenta;
- soprattutto: occorre far sentire la propria voce direttamente alle istanze istituzionali concretamente preposte alla decisione sulla liberazione di Leonard Peltier; e farla sentire in modo adeguato: ovvero comprensibile e persuasivo. Non serve, ed e' anzi dannosa, la retorica d'accatto, ignorante e stereotipata, che ovviamente non convince nessuno.
E' semplicemente indispensabile la lettura di tutti i seguenti testi:
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, Agents of Repression: The FBI's Secret Wars Against the Black Panther Party and the American Indian Movement, South End Press, Boulder, Colorado, 1988, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret Wars Against Dissent in the United States, South End Press, Boulder, Colorado, 1990, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press, Boston 2014.
- Steve Hendricks, The Unquiet Grave: The FBI and the Struggle for the Soul of Indian Country, Thunder's Mouth Press, New York 2006.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison Writings: My Life is my Sun Dance, St. Martin's Griffin, New York 1999.
- Michael E. Tigar, Wade H. McCree, Leonard Peltier, Petitioner, v. United States. U.S. Supreme Court transcript of record with supporting pleading, Gale MOML U.S. Supreme Court Records, 1978 e successive ristampe.
- Joseph H. Trimbach e John M. Trimbach, American Indian Mafia: An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009.
II. La prima forma di azione nonviolenta e' la parresia
- occorre prendere la parola e dire la verita' contrastando la violenza del potere;
- occorre prendere la parola e dire la verita' alle istituzioni per ottenere il rispetto del diritto e della morale;
- occorre prendere la parola e dire la verita' come atto politico che invera l'esercizio della democrazia.
Leonard Peltier e' innocente. Leonard Peltier e' in pericolo di morte. Leonard Peltier deve essere liberato.
Nella vicenda di Leonard Peltier si compendia e si testimonia la condizione imposta dalla violenza etnocida, genocida ed ecocida del potere colonialista, imperialista e razzista a tutti i popoli oppressi, all'umanita' intera e all'intero mondo vivente.
La liberazione di Leonard Peltier significa quindi riconoscere il diritto alla vita non solo di ogni persona innocente e di ogni popolo oppresso, ma di tutti gli esseri umani in quanto tali, dell'umanita' intera, di tutti gli esseri viventi e dell'intero mondo vivente.
III. Il tempo e' poco, agire ora
La vecchiaia e le patologie di Leonard Peltier rendono urgente l'impegno per la sua liberazione.
Occorre scrivere ora ai soggetti istituzionali che hanno il potere di restituirgli la liberta'.
Occorre promuovere ora ogni iniziativa nonviolenta adeguata a far crescere l'impegno per la sua liberazione.
Occorre attivare i mezzi d'informazione per ottenere ora la massima attenzione possibile dell'opinione pubblica.
*
Free Leonard Peltier.
Non muoia in prigione un uomo innocente.
Mitakuye Oyasin.
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 7 luglio 2024
7. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
8. REPETITA IUVANT. A COSTO DI SEMBRARE IL SOLITO GRILLO PARLANTE... (NOVEMBRE 2023)
Ci sono alcune cose che vanno pur dette, e allora diciamole.
*
Ogni manifestazione a favore dell'esistenza dello stato di Israele che non s'impegni anche per la nascita dello stato di Palestina rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione a sostegno del popolo palestinese che non s'impegni anche a sostegno del popolo ebraico rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da un'organizzazione terrorista e non quelle commesse da uno stato e' peggio che inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da uno stato e non quelle commesse da un'organizzazione terrorista e' peggio che inutile.
*
Sia il popolo palestinese che il popolo ebraico sono realmente minacciati di genocidio.
E' compito dell'umanita' intera impedire questi genocidi, tutti i genocidi.
Per impedire il genocidio del popolo ebraico e' indispensabile l'esistenza dello stato di Israele.
Per immpedire il genocidio del popolo palestinese e' indispensabile l'esistenza dello stato di Palestina.
*
Allo stato di Israele chiediamo:
1. di cessare la guerra a Gaza e il sostegno alle violenze dei coloni in Cisgiordania.
2. di cessare di occupare i territori palestinesi e di riconoscere l'esistenza dello stato di Palestina nei territori della Cisgiordania e di Gaza devolvendo immediatamente tutte le funzioni giurisdizionali ed amministrative e le risorse relative all'Autorita' Nazionale Palestinese - intesa come governo provvisorio dello stato di Palestina fino alle elezioni democratiche -.
3. di sgomberare immediatamente le illegali colonie nei territori occupati, restituendo quelle aree al popolo palestinese.
4. di concordare con l'Autorita' Nazionale Palestinese l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di essere una piena democrazia abrogando ogni misura legislativa ed amministrativa di discriminazione razzista.
*
All'Autorita' Nazionale Palestinese chiediamo:
1. di assumere immediatamente il governo della Striscia di Gaza.
2. di adoperarsi ivi per l'immediata liberazione di tutte le persone rapite da Hamas.
3. di organizzare lo stato di Palestina indipendente e democratico.
4. di concordare con lo stato di Israele l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di adoperarsi affinche' nessuno stato arabo o musulmano possa piu' proseguire in una politica antisraeliana ed antiebraica prendendo abusivamente a pretesto la causa palestinese.
*
All'Onu chiediamo:
1. un piano straordinario di aiuti per la Palestina.
2. una deliberazione dell'Assemblea Generale che riconoscendo i due stati di Israele e di Palestina vincoli tutti gli stati membri delle Nazioni Unite a cessare ogni politica di negazione dello stato di Israele, ogni politica di persecuzione antiebraica.
*
Agli stati ed agli organismi politici sovranazionali d'Europa (l'Europa che e' il continente in cui si sono realizzati la bimillenaria persecuzione antiebraica e l'orrore assoluto della Shoah; l'Europa che e' il continente i cui principali stati hanno oppresso i popoli del resto del mondo con il razzismo, il colonialismo, l'imperialismo fin genocida) chiediamo:
1. di risarcire adeguatamente sia lo stato di Israele che lo stato di Palestina per le sofferenze inflitte ai loro popoli sia direttamente che indirettamente.
2. di contrastare il fascismo e il razzismo, l'antisemitismo e l'islamofobia, tutte le ideologie di odio e le organizzazioni che le praticano e le diffondono, e tutti i crimini conseguenti.
*
Fermare la guerra.
Fermare le stragi.
Restituire la liberta' a tutte le persone che ne sono state private.
Riconoscere e proteggere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.
9. REPETITA IUVANT. COSA POSSIAMO (E DOBBIAMO) REALMENTE FARE CONTRO LA GUERRA IN CORSO IN EUROPA? (APRILE 2023)
Certo, continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime.
Certo, continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre.
Certo, continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente.
Certo, continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani, sempre e solo uccide gli esseri umani, sempre e solo uccide gli esseri umani.
Certo, continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino.
Certo, continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
*
Tutto cio' e' buono e giusto, ma non basta.
Occorre fare anche altre cose che solo noi qui in Europa occidentale possiamo e dobbiamo fare.
E le cose che possiamo e dobbiamo fare sono queste:
1. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale contrastare anche qui la macchina bellica, l'industria armiera, i mercanti di morte, la follia militarista, i governanti stragisti: paralizzare i poteri assassini occorre.
2. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di mettere il veto ad ogni iniziativa della Nato, l'organizzazione terrorista e stragista di cui i nostri paesi tragicamente fanno parte: paralizzare immediatamente i criminali della Nato occorre, e successivamente procedere allo scioglimento della scellerata organizzazione.
3. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di cessare di armare ed alimentare la guerra e sostenere invece l'impegno per l'immediato cessate il fuoco ed immediate trattative di pace.
4. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di restituire all'Onu la funzione e il potere di abolire il flagello della guerra.
5. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
6. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica della sicurezza comune dell'umanita' intera fondata sulla Difesa popolare nonviolenta, sui Corpi civili di pace, sulle concrete pratiche che inverino l'affermazione del diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta' di tutti i popoli e di tutte le persone.
7. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica comune di attiva difesa dell'intero mondo vivente prima che la catastrofe ambientale in corso sia irreversibile.
*
E' questa la nostra opinione fin dall'inizio della tragedia in corso.
Ci sembra che senza queste azioni nonviolente la guerra, le stragi e le devastazioni non saranno fermate.
Troppi esseri umani sono gia' stati uccisi per la criminale follia dei governanti.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi per la salvezza comune dell'umanita' intera.
Sia massima universalmente condivisa la regola aurea che afferma: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
10. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- AA. VV., La notte dell'Occidente, volume monografico di "Domino. Rivista sul mondo che cambia", n. 7, luglio 2024, G.O.L., Milano 2024, pp. 144, euro 10.
- AA. VV., Mujo. Impermanenza, Gedi, Torino 2024, pp. 144, euro 8,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
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Riedizioni
- Piero Angela, Dieci cose che ho imparato, Mondadori, Milano 2022, Gedi, Torino 2024, pp. 414, euro 8,90 (in supplemento ai quotidiani "La Repubblica" e "La Stampa").
- James Lovelock, Gaia, Bollati Boringhieri, Torino 1981, 2021, Gedi, Torino 2024, pp. 190, euro 8,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
12. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5275 del 28 luglio 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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