[Nonviolenza] Telegrammi. 5196



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5196 del 10 maggio 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. L'associazione "Respirare" di Viterbo invita ad estendere ed intensificare l'impegno per la liberazione di Leonard Peltier di qui al 10 giugno
2. Macrone e Camerone
3. Enrico Peyretti: Dichiarazione di obiezione di coscienza alla guerra
4. Sosteniamo Narges Mohammadi e la lotta delle donne in Iran. Chiediamo la liberazione dell'attivista Premio Nobel per la Pace e che siano accolte le sue richieste di rispetto dei diritti umani
5. "Free Leonard Peltier". Quattro giorni di incontri a Roma
6. Raffaella Milandri: Leonard Peltier: l'appello a Biden per l'attivista nativo americano dell'American Indian Movement dopo 47 anni di prigionia di massima sicurezza
7. A costo di sembrare il solito grillo parlante... (novembre 2023)
8. Cosa possiamo (e dobbiamo) realmente fare contro la guerra in corso in Europa? (aprile 2023)
9. Segnalazioni librarie
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'

1. L'ORA. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRAR£" DI VITERBO INVITA AD ESTENDERE ED INTENSIFICARE L'IMPEGNO PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER DI QUI AL 10 GIUGNO

Il 10 giugno 2024 si terra' un'udienza per la concessione della liberta' vigilata a Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
L'associazione "Respirare" di Viterbo invita ad estendere ed intensificare l'impegno per la liberazione di Leonard Peltier di qui al 10 giugno.
Da tutto il mondo facciamo giungere negli Stati Uniti d'America la richiesta che a Leonard Peltier sia finalmente restituita la liberta'.
*
Sia finalmente restituita la liberta' a Leonard Peltier perche' e' innocente del delitto per cui e' stato ingiustamente condannato sulla base di cosiddette "prove" dimostratesi false e di cosiddette "testimonianze" dimostratesi anch'esse false (lo stesso pubblico ministero che ne ottenne la condanna ha successivamente riconosciuto il tragico errore giudiziario ed ha chiesto che Leonard Peltier venisse liberato).
Sia finalmente restituita la liberta' a Leonard Peltier perche' e' un uomo anziano e malato che ha subito da innocente 48 anni di ingiusta detenzione.
Sia finalmente restituita la liberta' a Leonard Peltier perche' e' un uomo che ha dedicato la sua vita a difendere il suo popolo, tutti i popoli nativi, tutti i popoli oppressi, l'umanita' intera; perche' e' un uomo che ha dedicato la sua vita a difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani; perche' e' un uomo che ha dedicato la sua vita a difendere la Madre Terra, l'intero mondo vivente.
*
Si ascolti finalmente l'appello di Nelson Mandela, di madre Teresa di Calcutta, di numerosi Premi Nobel: sia liberato Leonard Peltier.
Si ascolti finalmente l'appello del Dalai Lama, di papa Francesco, di tante autorevoli personalita' religiose: sia liberato Leonard Peltier.
Si ascolti finalmente l'appello di John Lennon, di Robert Redford, di innumerevoli artisti di tutte le arti: sia liberato Leonard Peltier.
Si ascolti finalmente l'appello di Amnesty International e di innumerevoli associazioni umanitarie: sia liberato Leonard Peltier.
Si ascolti finalmente l'appello dell'Onu, del Parlamento Europeo e di innumerevoli istituzioni democratiche: sia liberato Leonard Peltier.
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Il 10 giugno si restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Il Presidente degli Stati Uniti d'America conceda la grazia a Leonard Peltier.
Free Leonard Peltier.
Mitakuye Oyasin.
L'Associazione "Respirare" di Viterbo
Viterbo, 9 maggio 2024
L'associazione "Respirare" di Viterbo ha sede presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
L'associazione e' stata promossa nel 2009 a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.
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Allegato primo: Per saperne di piu'
Segnaliamo alcuni  materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
Segnaliamo anche alcune pubblicazioni a stampa in italiano e in inglese particolarmente utili:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Segnaliamo che nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier".
Sempre nella rete telematica e' disponibile anche una piu' ampia ed approfondita bibliografia ragionata dal titolo "Dieci libri piu' uno che sarebbe bene aver letto per conoscere la vicenda di Leonard Peltier (e qualche altro minimo suggerimento bibliografico)".
Segnaliamo infine l'attuale sito ufficiale del Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier, il "Free Leonard Peltier Ad Hoc Committee": www.freeleonardpeltiernow.org
* * *
Allegato secondo: Scriviamo alla Commissione per la liberta' vigilata
Il prossimo 10 giugno 2024 si terra' l'udienza per la concessione della liberta' vigilata a Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
Ogni persona di volonta' buona che conosce la vicenda di Leonard Peltier auspica e confida che essa possa avere come esito la liberazione di Leonard Peltier.
E' possibile, ed opportuno, scrivere alla Commissione lettere in favore della concessione della liberta' vigilata.
A tal fine di seguito trascriviamo in sintesi l'appello formulato e diffuso dal Comitato tedesco di solidarieta' con Leonard Peltier "Tokata-LPSG", storica esperienza e punto di riferimento fondamentale in Europa.
"L'udienza davanti alla Commissione per la liberta' vigilata si terra' il 10 giugno 2024.
La domanda ora e': come possiamo noi in Europa sostenere l'audizione della Commissione per la liberta' vigilata?
Dall'Europa si dovrebbero inviare in massa lettere di sostegno alla Commissione per la liberta' vigilata a favore del rilascio in liberta' vigilata di Peltier.
Queste lettere possono essere scritte sia da organizzazioni che da singoli individui.
- Cosa deve esserci nelle lettere?
Concentratevi sui seguenti aspetti: Situazione sanitaria, eta', diritti umani.
Non fate riferimento agli aspetti politico-giuridici, cioe' alla natura discutibile delle accuse, alla costruzione dell'accusa, all'estradizione dal Canada, allo svolgimento del processo, alla condanna e alla detenzione in corso: queste non sono indicazioni produttive per un rilascio sulla parola e hanno piu' probabilita' di avere un effetto contrario sulla Commissione per la liberta' vigilata, anche se tutto cio' e' vero.
- Come devono essere le lettere?
Scrivete le vostre lettere in uno stile educato e non conflittuale.
Gli argomenti umanitari sono i piu' convincenti in questo momento.
Vi preghiamo di tralasciare tutti gli aspetti legali, poiche' li abbiamo gia' presentati.
Non vi presentiamo una bozza di lettera collettiva.
Le lettere collettive ottengono risultati nettamente inferiori rispetto alle lettere individuali di persone e organizzazioni.
Scrivete quindi brevi lettere alla Commissione per la liberta' vigilata sulla base degli aspetti sopra citati: "situazione sanitaria, eta', diritti umani".
- Cosa devo fare se penso che il mio inglese non sia abbastanza buono per una lettera?
Il nostro consiglio: utilizzate un programma di traduzione per la vostra lettera.
- Dove devo inviare la lettera?
Inviate la lettera il prima possibile a: U.S. Parole Commission, 90 K Street N.E., 3rd Floor, Washington, DC 20530, United States of America.
Importante: vi preghiamo di inviarci le copie delle vostre lettere (scritte a mano o stampate) al nostro indirizzo per posta o, preferibilmente, per e-mail. Le raccoglieremo e le invieremo al piu' presto agli studi legali di Kevin Sharp e Jenipher Jones.
Ecco il nostro indirizzo: indirizzo postale: TOKATA-LPSG RheinMain e. V. c/o il dott. Michael Koch, Via Aschaffenburger 135, D-63500 Seligenstadt, Germania; e-mail: lpsgrheinmain at aol.com
Parole chiave per le vostre lettere:
- Situazione sanitaria:
Leonard Peltier e' stato malato per molti anni, a volte in modo grave, sotto molti aspetti.
Da decenni soffre di problemi alla mascella e attualmente ha anche problemi dentali. Non riceve cure dentistiche adeguate.
Durante un'operazione e' quasi morto dissanguato ed e' entrato in coma.
Peltier ha avuto un ictus e soffre di diabete, pressione alta e problemi cardiaci. I problemi cardiaci hanno reso necessario un intervento al cuore nel 2017.
Dal 2011 Peltier soffre di dolori alla prostata, le cui cause sono sconosciute.
Da 20 anni a Peltier e' stato diagnosticato un aneurisma dell'aorta addominale, che non e' ancora stato operato. Se l'aneurisma scoppia, Peltier rischia di morire dissanguato internamente in pochi minuti.
Leonard Peltier soffre sempre piu' di problemi di movimento e di equilibrio. Cio' e' aggravato dal costante isolamento e dalla conseguente mancanza di possibilita' di movimento. E' sempre piu' dipendente da un ausilio per la deambulazione.
Da qualche tempo la vista di Peltier si sta deteriorando drasticamente. Non vengono fornite cure oftalmologiche adeguate e urgenti.
A Leonard Peltier e' stato diagnosticato il Covid 19 nel 2022.
- Eta':
Leonard Peltier compira' 80 anni il 12 settembre 2024. Cio' significa che dopo il suo arresto, avvenuto il 6 febbraio 1976 all'eta' di 31 anni, Peltier e' ora al suo 49mo anno di prigione.
- Situazione di detenzione e diritti umani:
A fronte dell'eta' avanzata di Peltier e delle sue precarie condizioni di salute, e a causa delle condizioni di detenzione che hanno un significativo impatto negativo su questi due aspetti a causa delle continue chiusure e dell'inadeguata assistenza medica, i diritti civili e umani di Leonard Peltier sono considerati violati, come riassunto dal Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione discriminatoria in un rapporto di 17 pagine del 2021.
Chiediamo quindi a voi, Commissione statunitense per la liberta' vigilata, di rilasciare Leonard Peltier dalla prigione in liberta' vigilata. La Commissione dovrebbe decidere di compiere questo passo solo per ragioni umanitarie. Molte centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo accoglierebbero questa decisione come una decisione di umanita' e giustizia, ma anche come una decisione di riconciliazione con la popolazione indigena degli Stati Uniti.
Non e' necessario elencare tutti i punti sopra citati. Saranno sufficienti riassunti concisi sulla salute e l'eta' di Peltier e sulla sua imminente morte in carcere.
Le lettere non devono essere troppo lunghe e devono avere uno stile educato, non conflittuale ma emotivamente e fattualmente convincente".
Questo, in sintesi, l'appello di Tokata-LPSG, a cui ci associamo.
* * *
Allegato terzo: Scriviamo al Presidente degli Stati Uniti d'America
Di seguito le indicazioni dettagliate per scrivere alla Casa Bianca e una proposta di testo in inglese.
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 48 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 48 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.

2. L'ORA. MACRONE E CAMERONE

Non vedono l'ora di fare la guerra mondiale
Macrone e Camerone

Pensa Macrone
piu' gente muore e piu' si fa la storia
cosi' si finisce sulle pagine dei libri
bisogna che mi faccio fare una bella fotocolor
vestito da statista e condottiero
con sullo sfondo una bella libreria di libri antichi
e un paio di sciabole incrociate scintillanti
o magari a cavallo perche' no

Pensa Camerone
beata la regina Vittoria
che ci aveva l'impero India compresa
beata la regina Elisabetta
che ci aveva l'impero e pure Scespir
qui se non si fa una bella guerra mondiale
di quelle con tutti i sentimenti
e almeno almeno qualche diecimilioni di pucciotti morti
che figura ci fo come ministro?

Non vedono l'ora di fare la guerra mondiale
Macrone e Camerone

3. INIZIATIVE. ENRICO PEYRETTI: DICHIARAZIONE DI OBIEZIONE DI COSCIENZA ALLA GUERRA
[Ringraziamo Enrico Peyretti per questo intervento.
Enrico Peyretti (1935) e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; e' candidato alle elezioni europee nella lista "Pace Terra Dignita'"]

Al Presidente della Repubblica, capo delle Forze Armate
Al Presidente del Consiglio e al Ministro della Difesa
Al Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano
Per fermare la guerra bisogna non farla. Per cessare il fuoco bisogna non sparare. Sono concretamente solidale con gli obiettori di coscienza, renitenti alla leva, disertori russi e ucraini; chiedo che vengano lasciati espatriare, riconoscendo loro lo status internazionale di rifugiati.
Lo Stato Maggiore dell'Esercito Italiano ha gia' emanato una circolare di preallarme per il personale militare che si deve considerare "pronto all'impiego". Considerando che la leva obbligatoria nel nostro Paese e' solo sospesa e che tale sospensione resta a discrezione del potere esecutivo di Governo, dichiaro fin da questo momento la mia obiezione di coscienza.
Non sono disponibile in alcun modo a nessuna "chiamata alle armi". Con la Costituzione italiana ripudio la guerra e voglio ottemperare al dovere di difesa della Patria con le forme di difesa non militare gia' riconosciute dal nostro ordinamento.
Sollecito il Parlamento all'approvazione urgente della Legge per l'istituzione della Difesa civile non armata e nonviolenta.
Ribadisco pertanto la mia richiesta di essere considerato a tutti gli effetti obiettore di coscienza contro tutte le guerre e la loro preparazione, in qualunque modo vogliate chiamare l'uso di armamenti nelle controversie internazionali.
*
Campagna coordinata dal Movimento Nonviolento E' possibile aderire in uno dei seguenti modi:
1) Compilare il format nel sito azionenonviolenta.it ed inviare direttamente da li'.
2) Copiare il testo in email, con i propri dati, e inviare a obiezioneallaguerra at nonviolenti.org
3) Stampare in cartaceo, compilare e spedire a Movimento Nonviolento, via Spagna 8, 37123 Verona.

4. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO NARGES MOHAMMADI E LA LOTTA DELLE DONNE IN IRAN. CHIEDIAMO LA LIBERAZIONE DELL'ATTIVISTA PREMIO NOBEL PER LA PACE E CHE SIANO ACCOLTE LE SUE RICHIESTE DI RISPETTO DEI DIRITTI UMANI

Sosteniamo Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace, detenuta in Iran per la sua lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani e per l'abolizione della pena di morte.
Sosteniamo la lotta nonviolenta delle donne in Iran per la dignita' umana di tutti gli esseri umani.
Sia liberata Narges Mohammadi e tutte le prigioniere e tutti i prigionieri di coscienza, tutte le detenute e tutti i detenuti politici, tutte le persone innocenti perseguitate e sequestrate, in Iran come ovunque.
Cessi l'oppressione delle donne in Iran come ovunque nel mondo, siano rispettati i diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Chiediamo al Parlamento e al governo italiano di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo e alla Commissione Europea di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Segretario Generale e all'Assemblea Generale dell'Onu di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
*
Chiediamo a tutte le persone di volonta' buona, a tutti i movimenti democratici, a tutte le istituzioni sollecite del bene comune e della dignita' umana, a tutti i mezzi d'informazione impegnati per la verita' e la giustizia, d'impegnarsi a sostegno di Narges Mohammadi e delle donne iraniane.
*
Donna, vita, liberta'.

5. INCONTRI. "FREE LEONARD PELTIER". QUATTRO GIORNI DI INCONTRI A ROMA
[Riceviamo e diffondiamo]

"Free Leonard Peltier". Quattro giorni di incontri a Roma per Leonard Peltier, il Nelson Mandela dei nativi americani in carcere da 48 anni.
Incontri e proiezioni:
- Giovedi' 16 maggio, ore 18, incontro alla Biblioteca "Enzo Tortora" di Testaccio.
- Giovedi' 16 maggio, ore 22, incontro alla Casa del parco delle energie, via Prenestina 173, con proiezione.
- Sabato 18 maggio, ore 12, presidio dinanzi all'ambasciata USA, via Vittorio Veneto 121.
- Sabato 18 maggio, ore 18.30, incontro allo Spin Lab, via Statilia 15, con proiezione.
- Domenica 19 maggio, ore 16.30, incontro al circolo "Che Guevara", via Fontanellato 69.
Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier
Info: bigoni.gastone at gmail.com

6. DOCUMENTAZIONE. RAFFAELLA MILANDRI: LEONARD PELTIER: L'APPELLO A BIDEN PER L'ATTIVISTA NATIVO AMERICANO DELL'AMERICAN INDIAN MOVEMENT DOPO 47 ANNI DI PRIGIONIA DI MASSIMA SICUREZZA
[Dal sito www.lantidiplomatico.it riprendiamo e diffondiamo.
Raffaella Milandri, scrittrice e giornalista, attivista per i diritti umani dei Popoli Indigeni, e' esperta studiosa dei Nativi Americani e laureata in Antropologia. Membro onorario della Four Winds Cherokee Tribe in Louisiana e della tribu' Crow in Montana. Ha pubblicato oltre dieci libri, tutti sui Nativi Americani e sui Popoli Indigeni, con particolare attenzione ai diritti umani, in un contesto sia storico che contemporaneo. Si occupa della divulgazione della cultura e letteratura nativa americana in Italia e attualmente si sta dedicando alla cura e traduzione di opere di autori nativi]

Un caso che fa discutere l'America. Incarcerato dal 1977 con la dubbia accusa di aver ucciso due agenti dell'FBI, il 10 giugno si terra', dopo 15 anni, la nuova udienza per la liberta' condizionata di Peltier. Negli anni la causa per la sua liberta' e' stata supportata da grandi simboli per i diritti umani, come Nelson Mandela, John Lennon, Il Dalai Lama e Madre Teresa di Calcutta. Il suo caso e' sempre stato ritenuto ingiusto, tranne dalla giustizia governativa americana. Nel 2017 Obama gli ha negato la clemenza.
*
Gli anni Settanta
Occorre inquadrare il contesto storico degli anni che precedettero i fatti di Leonard Peltier. Era un periodo carico di tensioni. Erano i primi anni Settanta, e gli Stati Uniti erano una polveriera: da un lato la amministrazione Nixon promuoveva come parola d'ordine "Law and Order", legge e ordine, dall'altro fervevano le proteste contro la guerra in Vietnam, insorgevano le prime contestazioni contro l'energia nucleare e si diffondevano le lotte a favore dei diritti umani e della uguaglianza. J. Edgar Hoover era in carica dal 1924 (vi resto' fino alla sua morte, nel 1972) come direttore dell'FBI: aveva conquistato un potere senza precedenti, che gli permise di influenzare personalmente i presidenti e la politica e gli assicuro' la sua posizione per 48 anni.
Nell'America razzista e puritana, le azioni e le proteste di due movimenti come il Black Panther Party per i diritti degli Afroamericani e l'American Indian Movement (AIM, parte del Red Power Movement) per i diritti dei Nativi Americani scuotevano le fondamenta del sistema governativo e le coscienze delle classi medie statunitensi. Gli eventi portati avanti in quegli anni dall'American Indian Movement includono l'Occupazione di Alcatraz, il Sentiero dei Trattati infranti, l'Occupazione di Wounded Knee, oltre a proteste e occupazioni intermittenti nel corso degli anni. Il movimento Red Power porto' alla resurrezione dell'orgoglio, dell'azione e della consapevolezza degli Indiani d'America.  
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L'Occupazione di Alcatraz
L'Occupazione di Alcatraz (20 novembre 1969 - 11 giugno 1971) e' stata una protesta durata 19 mesi in cui 89 nativi americani e i loro sostenitori hanno occupato l'isola di Alcatraz. La protesta fu guidata da Richard Oakes, LaNada Means e altri, mentre John Trudell fungeva da portavoce. Il gruppo visse insieme sull'isola fino a quando la protesta fu interrotta con la forza dal Governo degli Stati Uniti. Il gruppo di protesta scelse il nome di Indians of All Tribes (IAT). L'IAT sosteneva che, in base al Trattato di Fort Laramie tra gli Stati Uniti e la tribu' Lakota, tutte le terre federali dismesse o abbandonate dovevano essere restituite alle popolazioni indigene che le occupavano. Poiche' il penitenziario di Alcatraz era stato chiuso il 21 marzo 1963 e l'isola era stata dichiarata proprieta' federale in disuso nel 1964, gli attivisti del Potere Rosso ritenevano che l'isola si qualificasse per una rivendicazione da parte degli Indiani. L'occupazione di Alcatraz ebbe un breve effetto sulle politiche federali ma stabili' un precedente per l'attivismo indiano. Oakes fu ucciso nel 1972 e l'American Indian Movement fu in seguito preso di mira dal Governo federale e dall'FBI nelle operazioni COINTELPRO (su cui non mi soffermo in questo articolo).
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Il Sentiero dei Trattati infranti
Il Trail of Broken Treaties e' stata una carovana di associazioni di Indiani d'America e First Nations che nel 1972 parti' dalla costa occidentale degli Stati Uniti e si concluse presso la sede del Dipartimento degli Interni nella capitale degli Stati Uniti, Washington D.C. I partecipanti chiesero il ripristino dell'autorita' delle tribu' nella stipula dei trattati, l'abolizione dell'Ufficio degli Affari Indiani (BIA) e investimenti federali in posti di lavoro, alloggi e istruzione. Le otto organizzazioni della carovana comprendevano l'American Indian Movement (AIM), la Canadian National Indian Brotherhood (in seguito ribattezzata Assembly of First Nations), il Native American Rights Fund, il National Indian Youth Council, il National American Indian Council, il National Council on Indian Work, la National Indian Leadership Training e l'American Indian Committee on Alcohol and Drug Abuse. A Minneapolis, sede dell'AIM, gli attivisti svilupparono un documento di posizione in venti punti per definire le loro richieste.
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L'Occupazione di Wounded Knee
Nota anche come Seconda Wounded Knee, inizio' il 27 febbraio 1973, quando circa 200 Oglala Lakota e seguaci dell'American Indian Movement (AIM) sequestrarono e occuparono la localita' di Wounded Knee, nel Sud Dakota, Stati Uniti, nella Riserva Indiana di Pine Ridge. La protesta fece seguito al fallimento di un tentativo dell'Organizzazione per i Diritti Civili degli Oglala Sioux (OSCRO) di ricorrere all'impeachment per rimuovere il Presidente tribale Richard Wilson, accusato di corruzione e di abuso. Inoltre, i manifestanti protestarono il mancato rispetto dei trattati da parte del Governo degli Stati Uniti chiedendo la riapertura dei negoziati per arrivare a un trattamento giusto ed equo dei Nativi Americani. Gli attivisti Oglala e AIM occuparono la cittadina per 71 giorni, mentre gli United States Marshals Service, gli agenti dell'FBI e altre forze dell'ordine avevano isolato l'area. Gli attivisti scelsero il luogo del Massacro di Wounded Knee del 1890 per il suo valore simbolico. L'occupazione attiro' un'ampia copertura mediatica e molti sostenitori dei Nativi si recarono a Wounded Knee per unirsi alla protesta. In seguito, i leader dell'AIM Dennis Banks e Russell Means furono incriminati per accuse legate agli eventi, ma il loro caso del 1974 fu archiviato dal tribunale federale per cattiva condotta dell'accusa.
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Leonard Peltier
Leonard Peltier (nato il 12 settembre 1944) ha origini Lakota, Dakota e Anishinaabe ed e' cresciuto tra le riserve Turtle Mountain Chippewa e Fort Totten Sioux Nations in North Dakota. Ha frequentato una delle tristemente famose scuole residenziali indiane, la Wahpeton Indian School a Wahpeton, North Dakota, gestita dal Bureau of Indian Affairs (BIA). Attivista nativo americano e membro dell'American Indian Movement dal 1972, a seguito di un processo controverso, e' stato condannato per due capi d'accusa di concorso in omicidio nella morte di due agenti del Federal Bureau of Investigation (FBI) in una sparatoria avvenuta il 26 giugno 1975 nella Riserva Indiana di Pine Ridge, nel South Dakota. E' stato condannato a due ergastoli consecutivi ed e' in carcere dal 1977 (attualmente 47 anni). Peltier ha ottenuto la possibilita' di chiedere la liberta' vigilata nel 1993. A partire dal 2022, Peltier e' detenuto presso il Penitenziario degli Stati Uniti, Coleman, in Florida. Nel suo libro di memorie "La mia vita e' la mia danza del sole", Peltier ha ammesso di aver partecipato alla sparatoria, ma di non aver ucciso gli agenti dell'FBI. Gli organismi di controllo dei diritti umani, come Amnesty International, e personalita' politiche, tra cui Nelson Mandela, Madre Teresa e il 14mo Dalai Lama, si sono battuti per la clemenza per Peltier. Il 18 gennaio 2017 l'allora Presidente Barack Obama ha negato la richiesta di clemenza di Peltier.
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La sparatoria
Il 26 giugno 1975, gli agenti speciali Ronald Arthur Williams e Jack Ross Coler del Federal Bureau of Investigation (FBI) andarono nella Riserva Indiana di Pine Ridge per cercare un giovane di nome Jimmy Eagle, ricercato per essere interrogato per aggressione e furto di un paio di stivali da cowboy. Poco dopo le 11:00, Williams e Coler avvistarono e seguirono una Chevy Suburban Carryall bianca e arancione con a bordo Leonard Peltier, Norman Charles e Joe Stuntz. Peltier aveva un mandato federale pendente per tentato omicidio di un agente di polizia di Milwaukee - anche se Williams e Coler non ne erano a conoscenza. Pare che gli occupanti del Suburban si siano fermati, siano usciti dal veicolo sparando a Williams e Coler. Ma non e' chiaro se gli occupanti del veicolo abbiano iniziato a sparare per primi o se siano stati Williams o Coler. Tra le 11:45 e le 11:50 Williams comunico' via radio di essere stati colpiti dagli occupanti del veicolo e che sarebbero stati uccisi se non fossero arrivati i rinforzi. L'agente speciale dell'FBI Gary Adams fu il primo a rispondere alla richiesta di assistenza di Williams da dodici miglia di distanza. Ma anche lui e gli altri agenti della BIA che hanno risposto furono colpiti da armi da fuoco. Non riuscirono a raggiungere Coler e Williams in tempo: entrambi gli agenti morirono nei primi dieci minuti di spari. Solo verso le 16:25 le autorita' riuscirono a recuperare i corpi di Williams e Coler dal veicolo di Coler. I due agenti avevano sparato un totale di cinque colpi. In totale, nei veicoli degli agenti furono trovati 125 fori di proiettile.
*
Processo
Il 22 dicembre 1975, Peltier fu inserito nell'elenco dei Dieci fuggitivi piu' ricercati dell'FBI. Il 6 febbraio 1976, Peltier fu arrestato dalla Royal Canadian Mounted Police a Hinton, Alberta, Canada. Nel dicembre 1976, Peltier fu estradato dal Canada. Il processo di Peltier si tenne a Fargo, nel Nord Dakota, dove una giuria lo condanno' per gli omicidi di Coler e Williams. Nell'aprile 1977, Peltier fu condannato a due ergastoli consecutivi.
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Incoerenze nel caso dell'accusa
Sono stati sollevati numerosi dubbi sulla colpevolezza di Peltier e sull'equita' del suo processo, sulla base di accuse e incongruenze nella gestione del caso da parte dell'FBI e dell'accusa. Diversi testimoni chiave del processo iniziale hanno ritrattato le loro dichiarazioni e hanno dichiarato di essere stati costretti dall'FBI. Almeno un testimone ha ottenuto l'immunita' dall'accusa in cambio della testimonianza contro Peltier.
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Dichiarazioni testimoniali ritrattate
Peltier fu condannato nel 1977 in gran parte sulla base delle prove presentate da una unica testimone, nota per essere mentalmente instabile, che lo collocavano sulla scena della sparatoria e sostenevano che Peltier avesse pianificato i suoi crimini. Questo e' stato confermato quando l'FBI ha ritenuto la testimone inadatta a testimoniare in tribunale. Ma la sua testimonianza e' rimasta una parte fondamentale del caso dell'accusa contro Peltier. Anche altri due testimoni, la cui testimonianza e' stata utilizzata per collocare Peltier sulla scena del crimine, hanno ritrattato in seguito. Hanno affermato che l'FBI li aveva costretti e minacciati, legandoli alle sedie, negando loro il diritto di parlare con il proprio avvocato e intimidendoli in altro modo.
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Discrepanze nelle prove materiali
Le intercettazioni radio dell'FBI indicavano che i due agenti dell'FBI Williams e Coler erano entrati nella Riserva di Pine Ridge per inseguire un sospetto ladro a bordo di un pick-up rosso. Ma fu dimostrato che Peltier stava guidando una Chevrolet Suburban, arancione con un tetto bianco. Al processo di Peltier, l'FBI ha cambiato le sue precedenti dichiarazioni secondo cui era alla ricerca di un pick-up rosso e ha invece affermato che stava cercando un furgone arancione e bianco, simile a quello guidato da Peltier. Questa dichiarazione contraddittoria dell'FBI e' stata una questione di prove molto controversa nei processi. Il tribunale non ha permesso alla difesa di presentare alla giuria di Fargo informazioni su altri casi in cui l'FBI era stata rimproverata per aver manomesso prove e testimoni.
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Evasione dal carcere nel 1979
Peltier inizio' a scontare la sua pena nel 1977. Il 20 luglio 1979, lui e altri due detenuti evasero dall'Istituto Correzionale Federale di Lompoc. Un detenuto fu ucciso da una guardia fuori dal carcere e l'altro fu catturato 90 minuti dopo, a circa 2 km di distanza. Peltier fu catturato da una squadra di ricerca tre giorni dopo vicino a Santa Maria, in California. Dopo un processo di sei settimane tenutosi a Los Angeles, Peltier e' stato condannato a scontare una ulteriore pena di cinque anni per evasione e una di due anni per possesso di un'arma da fuoco rubata mentre era in fuga, oltre alle due condanne all'ergastolo precedenti.
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L'udienza per la liberta' vigilata del 10 giugno 2024 e le previsioni
Leonard Peltier, a distanza di quasi 50 anni dai fatti che lo hanno visto condannato, resta il simbolo piu' controverso e potente della violenta lotta per i diritti civili condotta negli Stati Uniti. Negli ultimi mesi le sue condizioni di salute - gia' difficili da diversi anni - sono peggiorate, tanto che i suoi avvocati dicono di temere che non riuscira' ad arrivare all'udienza di giugno per la liberta' vigilata. "In un momento in cui i valori democratici vengono messi in discussione, il Dipartimento di Giustizia dovrebbe agire in prossimita' della fine della sua vita e permettergli di tornare dalla sua famiglia nella sua patria ancestrale", ha detto Judith LeBlanc, direttrice della Native Organizers Alliance, in un comunicato. "Imploriamo il Dipartimento di Giustizia di concedere il rilascio compassionevole di Peltier".
Le richieste per il rilascio di Peltier sono molto pressanti sulla amministrazione Biden, in particolare perche' essa ha sempre affermato che i diritti dei Nativi Americani sono una priorita'. Amnesty International sta portando avanti una campagna a tambur battente. Molte associazioni in tutto il mondo, anche in Italia, promuovono la sua liberta'. E invito tutti a promuoverla. La sua condanna con molte ombre giudiziarie, dopo 47 anni, puo' ritenersi piu' che scontata. Cosa succedera'?
La questione del Law and Order e' sempre in prima linea negli Stati Uniti, lo vediamo con la repressione delle manifestazioni pro-Palestina di questi giorni. Dopo aver fatto un breve riepilogo degli antefatti, guardo al quotidiano e purtroppo nutro poche speranze. Il problema di Leonard Peltier - come quello di Assange - e' di essere un simbolo di cui i poteri forti hanno paura. Troppa paura per lasciarlo andare. Ma spero vivamente di sbagliarmi. Che Leonard Peltier possa festeggiare il suo ottantesimo compleanno in famiglia, tra la sua gente e le sue tradizioni.

7. REPETITA IUVANT. A COSTO DI SEMBRARE IL SOLITO GRILLO PARLANTE... (NOVEMBRE 2023)

Ci sono alcune cose che vanno pur dette, e allora diciamole.
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Ogni manifestazione a favore dell'esistenza dello stato di Israele che non s'impegni anche per la nascita dello stato di Palestina rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione a sostegno del popolo palestinese che non s'impegni anche a sostegno del popolo ebraico rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da un'organizzazione terrorista e non quelle commesse da uno stato e' peggio che inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da uno stato e non quelle commesse da un'organizzazione terrorista e' peggio che inutile.
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Sia il popolo palestinese che il popolo ebraico sono realmente minacciati di genocidio.
E' compito dell'umanita' intera impedire questi genocidi, tutti i genocidi.
Per impedire il genocidio del popolo ebraico e' indispensabile l'esistenza dello stato di Israele.
Per immpedire il genocidio del popolo palestinese e' indispensabile l'esistenza dello stato di Palestina.
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Allo stato di Israele chiediamo:
1. di cessare la guerra a Gaza e il sostegno alle violenze dei coloni in Cisgiordania.
2. di cessare di occupare i territori palestinesi e di riconoscere l'esistenza dello stato di Palestina nei territori della Cisgiordania e di Gaza devolvendo immediatamente tutte le funzioni giurisdizionali ed amministrative e le risorse relative all'Autorita' Nazionale Palestinese - intesa come governo provvisorio dello stato di Palestina fino alle elezioni democratiche -.
3. di sgomberare immediatamente le illegali colonie nei territori occupati, restituendo quelle aree al popolo palestinese.
4. di concordare con l'Autorita' Nazionale Palestinese l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di essere una piena democrazia abrogando ogni misura legislativa ed amministrativa di discriminazione razzista.
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All'Autorita' Nazionale Palestinese chiediamo:
1. di assumere immediatamente il governo della Striscia di Gaza.
2. di adoperarsi ivi per l'immediata liberazione di tutte le persone rapite da Hamas.
3. di organizzare lo stato di Palestina indipendente e democratico.
4. di concordare con lo stato di Israele l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di adoperarsi affinche' nessuno stato arabo o musulmano possa piu' proseguire in una politica antisraeliana ed antiebraica prendendo abusivamente a pretesto la causa palestinese.
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All'Onu chiediamo:
1. un piano straordinario di aiuti per la Palestina.
2. una deliberazione dell'Assemblea Generale che riconoscendo i due stati di Israele e di Palestina vincoli tutti gli stati membri delle Nazioni Unite a cessare ogni politica di negazione dello stato di Israele, ogni politica di persecuzione antiebraica.
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Agli stati ed agli organismi politici sovranazionali d'Europa (l'Europa che e' il continente in cui si sono realizzati la bimillenaria persecuzione antiebraica e l'orrore assoluto della Shoah; l'Europa che e' il continente i cui principali stati hanno oppresso i popoli del resto del mondo con il razzismo, il colonialismo, l'imperialismo fin genocida) chiediamo:
1. di risarcire adeguatamente sia lo stato di Israele che lo stato di Palestina per le sofferenze inflitte ai loro popoli sia direttamente che indirettamente.
2. di contrastare il fascismo e il razzismo, l'antisemitismo e l'islamofobia, tutte le ideologie di odio e le organizzazioni che le praticano e le diffondono, e tutti i crimini conseguenti.
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Fermare la guerra.
Fermare le stragi.
Restituire la liberta' a tutte le persone che ne sono state private.
Riconoscere e proteggere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.

8. REPETITA IUVANT. COSA POSSIAMO (E DOBBIAMO) REALMENTE FARE CONTRO LA GUERRA IN CORSO IN EUROPA? (APRILE 2023)

Certo, continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime.
Certo, continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre.
Certo, continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente.
Certo, continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani,  sempre e solo uccide gli esseri umani,  sempre e solo uccide gli esseri umani.
Certo, continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino.
Certo, continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
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Tutto cio' e' buono e giusto, ma non basta.
Occorre fare anche altre cose che solo noi qui in Europa occidentale possiamo e dobbiamo fare.
E le cose che possiamo e dobbiamo fare sono queste:
1. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale contrastare anche qui la macchina bellica, l'industria armiera, i mercanti di morte, la follia militarista, i governanti stragisti: paralizzare i poteri assassini occorre.
2. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di mettere il veto ad ogni iniziativa della Nato, l'organizzazione terrorista e stragista di cui i nostri paesi tragicamente fanno parte: paralizzare immediatamente i criminali della Nato occorre, e successivamente procedere allo scioglimento della scellerata organizzazione.
3. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di cessare di armare ed alimentare la guerra e sostenere invece l'impegno per l'immediato cessate il fuoco ed immediate trattative di pace.
4. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di restituire all'Onu la funzione e il potere di abolire il flagello della guerra.
5. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
6. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica della sicurezza comune dell'umanita' intera fondata sulla Difesa popolare nonviolenta, sui Corpi civili di pace, sulle concrete pratiche che inverino l'affermazione del diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta' di tutti i popoli e di tutte le persone.
7. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica comune di attiva difesa dell'intero mondo vivente prima che la catastrofe ambientale in corso sia irreversibile.
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E' questa la nostra opinione fin dall'inizio della tragedia in corso.
Ci sembra che senza queste azioni nonviolente la guerra, le stragi e le devastazioni non saranno fermate.
Troppi esseri umani sono gia' stati uccisi per la criminale follia dei governanti.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi per la salvezza comune dell'umanita' intera.
Sia massima universalmente condivisa la regola aurea che afferma: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

9. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Umberto Eco (a cura di), Storia della bellezza, Bompiani-Rcs, Milano 2004, 2014, pp. 442.
- Umberto Eco (a cura di), Storia della bruttezza, Bompiani-Rcs, Milano 2007, 2015, pp. 462.
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Classici
- Parmenide di Elea, Poema sulla natura, Rcs, Milano 1999, pp. 304.
- Sebastiano Timpanaro, Sul materialismo, Nistri-Lischi, Pisa 1970, 1975, Unicopli, Milano 1997, pp. XXXVIII + 234.

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

11. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5196 del 10 maggio 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
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