[Nonviolenza] Telegrammi. 5189



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5189 del 3 maggio 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Insorgere nonviolentemente contro la guerra assassina
2. Alcuni fogli volanti del 2008
3. Cinque distici senza perifrasi
4. Illustrissimo
5. Di questo
6. La voce delle vittime
7. Sinfonietta dei diritti umani
8. Verra' un tempo
9. E poi
10. Il sangue degli afgani
11. Un'epigrafe
12. In un mondo fatto cenere
13. Di un nuovo galateo
14. Frattanto
15. Resurrectio mortuorum
16. Gemelli
17. Piccola ode in memoria di Saban Bajramovic
18. Una canzoncina da incarto di caramella
19. Il silenzio e il suo silenzio
20. Alla deriva e sotto il riflettore
21. Riti pagani alla Torre di settentrione della Citta' vecchia
22. Nei cpt
23. Da Tricastin
24. Eis eauton
25. L'umanita' dopo Hiroshima
26. Dopo Hiroshima l'umanita'
27. Si puo', non si puo'
28. Se dell'orrore
29. Declinando un invito
30. Consigli di saggezza
31. Pane e vino
32. Nulla si dica della guerra afgana
33. Esercizi di ipocrisia
34. Non ti chiede il potere assassino
35. Dieci sonetti a Vicenza
36. Luce Fabbri come educatrice
37. Per Marco Bemporad
38. Un'altra epigrafe
39. Un'epigrafe ancora
40. Da Capitini, a quarant'anni dalla scomparsa
41. Per il 4 novembre giorno di lutto
42. Poiche' le armi
43. Per la giornata del dialogo
44. Lacrime per Miriam Makeba
45. I pacifisti parastatali
46. Le vittime al rogo
47. In cammino
48. Del futuro, se vi sara'
49. La lavatrice
50. Il presidente latra sui cadaveri
51. Sosteniamo Narges Mohammadi e la lotta delle donne in Iran. Chiediamo la liberazione dell'attivista Premio Nobel per la Pace e che siano accolte le sue richieste di rispetto dei diritti umani
52. Perche' occorre scrivere ora a Biden per chiedere la liberazione di Leonard Peltier
53. Ripetiamo ancora una volta...
54. A costo di sembrare il solito grillo parlante... (novembre 2023)
55. Cosa possiamo (e dobbiamo) realmente fare contro la guerra in corso in Europa? (aprile 2023)
56. Segnalazioni librarie
57. La "Carta" del Movimento Nonviolento
58. Per saperne di piu'

1. L'ORA. INSORGERE NONVIOLENTEMENTE CONTRO LA GUERRA ASSASSINA

Salvare le vite e' il primo dovere.

2. MATERIALI. ALCUNI FOGLI VOLANTI DEL 2008

Riproponiamo qui ancora una volta alcuni fogli volanti apparsi nel nostro notiziario nel 2008.

3. CINQUE DISTICI SENZA PERIFRASI

A forza di pensarsi subalterni
si resta complici tutta la vita.
*
Chi alla guerra si e' prostituito
chiama estremista chi seppe resistere.
*
Chi vota gli assassini agli assassini
di assassinare ancora da' il potere.
*
La nonviolenza e' lotta, chi si e' arreso
alle uccisioni e al male, l'ha lasciata.
*
Fare le liste della nonviolenza
a questo serve: contrastare il male.

4. ILLUSTRISSIMO

Illustrissimo signor Presidente,
Quando una guerra si puo' chiamare guerra?
Quando muoiono dieci persone, cento, mille, un milione, un miliardo, un miliardo di miliardi?
*
Quando un omicidio si puo' chiamare omicidio?
Dipende dal colore della pelle?
Dipende dalla lingua che uno parla?
*
Quando i campi di concentramento si possono chiamare campi di concentramento?
Quando governa il centrodestra?
*
Quando la riduzione in schiavitu' sui bordi delle strade si puo' chiamare riduzione in schiavitu'?
Dopo il coito?
Dopo il voto?
*
Quando il femminicidio si puo' chiamare femminicidio?
Quando e' commesso con un'accetta, con una motosega, con un B-52?
A tot metri di distanza dal tetto coniugale?
*
Quando il razzismo si puo' chiamare razzismo?
Se le ruspe hanno il bollo scaduto?
Dopo che il sindaco e' stato eletto in parlamento?
*
Quando il golpe si puo' chiamare golpe?
Solo se parliamo correntemente castigliano?
*
Mi chiedo perche' ve lo chiedo.
Mi chiedo se e' giorno o se e' notte.
In tanto buio che mi assordisce.
In tanto buio che mi toglie il fiato.

5. DI QUESTO

L'oggi che oggi e' oggi
domani sara' ieri.

Per te restera' oggi
ucciso dai bombardieri.

6. LA VOCE DELLE VITTIME

Se tu avessi l'udito piu' acuto
certo la sentiresti la voce delle vittime

e non esiteresti allora a chiamare
assassini gli assassini che le uccidono.

7. SINFONIETTA DEI DIRITTI UMANI

"Oh poverini
che duro lavoro e' il loro
di assassini"
(Nefasio di Panopoli)

I diritti umani
si sa, per tutti valgono
ma non per quei pezzenti degli afgani.

La democrazia
a chi somministrarla, e quanto, e come
lo sa la Cia.

La dignita' umana
ha bianca la pelle
maschio il sesso ed e' solo cristiana.

La civilta'
gliela insegnamo noi a staffilate
a quelli la'.

A suon di bombe
i barbari finiscan nelle tombe.

Ah che fatica, e che soddisfazione
essere i grandi del mondo insetticidi
e chi non e' d'accordo: nel bidone.

Per tutti vigono, si sa, i diritti umani
ma non per quei pezzenti degli afgani.

8. VERRA' UN TEMPO

Verra' un tempo penoso, odioso
di piu' cupe, piu' dure menzogne
verra' il tempo degli scalini liquefatti
dello sgretolarsi dei pensieri
delle carni disfatte in sabbia e fumo.

Verra' un tempo furioso, oltraggioso
di piu' nere, piu' atroci oppressioni
nessuna maschera avra' piu' nessun volto
e nessun volto avra' piu' vera carne
nessuna carne avra' piu' soffio vivo.

Verra' un tempo, il tempo del sangue
a rovesci di pioggia, a pallottole
che perforano i sacchi ed i grembi
se le srotoli e gli occhi vi figgi
tu vi leggi bestemmie indicibili.

Verra' il tempo, quel tempo e' venuto
queste bombe queste mine queste raffiche
ne fan semina in questa terra afgana
europei, americani. Figliuolo
tu ricorda e prepara giustizia
tu ricorda e prepara la pace.

9. E POI

E poi c'e' la guerra dei ricchi contro i poveri
che non finisce mai.

Ed ogni giorno uccide.

10. IL SANGUE DEGLI AFGANI

Il sangue degli afgani e' troppo scolorito
perche' si muova un dito
a che le stragi cessino.

Le grida degli afgani, e troppo son lontane
perche' le ascolti un cane
e ne provi pieta'.

Le vite degli afgani non sono nell'agenda
di chi per la prebenda
la madre venderebbe.

Ma il voto agli assassini
lo diano gli assassini.
Noi poveri meschini
piangiamo i nostri morti.

11. UN'EPIGRAFE

"Johnny Platone: Cosi' finisci per restare senza un amico. Ma chi te lo fa fare?
Philip Marlowe: L'orrore e il disgusto che provo per ogni omicidio"
(Cinque minuti a mezzanotte, atto terzo, scena terza)

12. IN UN MONDO FATTO CENERE

E crudelmente il sangue degli afgani
spargeste a piene mani, e speravate
di farvi cosi' accetti cortigiani
dell'ultimo vassallo delle armate

onnivore imperiali, che di brani
di carne umana nutre scatenate
le torme dei suoi lupi e dei suoi cani
e il mondo fa deserto, e le stellate

notti colme dei fuochi delle bombe
e fracassando va le carni tenere
e dove erano case ora son tombe

e tutto ha Marte, e nulla piu' e' di Venere.
Ed ecco del giudizio gia' le trombe
risuonano in un mondo fatto cenere.

13. DI UN NUOVO GALATEO

Chi dice che la guerra e' criminale
e' proprio inelegante
e crepi pur l'afgano, che e' povero e ignorante.

Chi dice assassino all'assassino
e' certo un gran cafone
e crepi pur l'afgano, la barba da caprone.

Chi dice del razzista che e' razzista
e' certo un impudente
e crepi pur l'afgano, che tanto non val niente.

Chi dice che e' golpista chi e' golpista
impenitente e' un veteromarxista
e crepi ognor l'afgano, e quello che l'avvista.

Chi dice la parola veritiera
e' certo un gran villano
e crepi ancor l'afgano, mane e sera.

14. FRATTANTO

Mentre le stragi, le stragi sono in corso
delle stragi i mandanti e i complici delle stragi
si irritano alquanto
con chi dichiara assassini gli assassini
e contro la guerra chiama ancora alla lotta.

15. RESURRECTIO MORTUORUM

Poi viene livida la luce ed e' domani.

E quando li ripesca il pescatore
ormai irrigiditi ormai gonfiati
dall'acqua, immobili, non fanno piu' paura.

Sono tornati ad essere
esseri umani.
Che triste sorte
esser persone solo dopo morte.

16. GEMELLI

La guerra e il razzismo
fratelli gemelli.

17. PICCOLA ODE IN MEMORIA DI SABAN BAJRAMOVIC

Aveva imparato la musica in galera
Saban Bajramovic

Sapeva che gli eserciti e l'amore
insieme non possono andare

Sapeva cantare, inventare, ridire le voci
che fanno crescere le foglie sugli alberi
convincono il sole e la luna a risorgere
salvano la vita dell'umanita'.

18. UNA CANZONCINA DA INCARTO DI CARAMELLA

In un mondo interconnesso
vi e' una sola umanita'

l'altro e' specchio dello stesso
che riceve quel che da'

o pieta' prevale adesso
o ciascuno morira'

in un mondo interconnesso
vi e' una sola umanita'.

19. IL SILENZIO E IL SUO SILENZIO

Quei pacifisti che per ben due anni
hanno applaudito all'empia guerra afgana
e agli assassini reso omaggio e ricevuto
dagli assassini l'obolo previsto
per chi degli assassini si fa complice,
certo che tacciono ora
certo che ora anche se gridassero
sarebbe come se tacessero, la loro
parola ormai per sempre e' solo nulla.

20. ALLA DERIVA E SOTTO IL RIFLETTORE

Morivano tra i flutti e sotto l'occhio
gelido ed empio delle telecamere.
Morivano tra i flutti e sotto l'occhio
vacuo e lubrico delle telecamere.

Chi a sopravvivere s'era azzardato
veniva posto in gabbia per la colpa
di essere ancor vivo, di aver volto
e voce e cuore e fiele e carne umana.

Chi poi riusciva tra i piu' crudi stenti
ad arrivare a terra ed a sfuggire
ai mastigofori delle galere
ridotto a fame e a preda, alla paura
ed alla schiavitu' veniva. Questo
in quel paese detto del tramonto
in quegli anni accadeva.

In quel paese in cui l'umanita'
vaniva in cieco carcere, in oscura
selva d'orrore, coro di fantasime.

21. RITI PAGANI ALLA TORRE DI SETTENTRIONE DELLA CITTA' VECCHIA

La lama di ossidiana ostesa al sole
e al popolo in ginocchio, l'officiante
ministro proclamava che gradito
il sacrificio era agli alti dei
degli operai gia' morti nel cantiere
e il sacrificio ancora che verra'
della plebaglia etrusca che il veleno
inalera' negli anni che saranno.

22. NEI CPT

Nei cpt le morti silenziose
nei cpt della paura il morso
nei cpt le voci dolorose
nei cpt ove il sangue e' gia' scorso.

Sono dieci anni che queste obbrobriose
istituzioni hanno nuovo corso
e del fascismo le gesta piu' odiose
rinnovano in un macabro ricorso.

Che sono campi di concentramento
e campi son d'iniqua prigionia
e sono campi di vile tormento

per chi gia' abbandono' la sua natia
terra e subi' persecuzione e stento:
e qui ha accoglienza si' malvagia e ria.

23. DA TRICASTIN

Da Tricastin nessuna voce giunge?
Su Tricastin nessuno vuol parlare?
gli araldi del ritorno al nucleare
insisteranno e alcuna spina punge

i cori loro? E da presso e da lunge
a quali dei si elevan turpi are
e quante vittime sacrificare
ancora occorre? E quale mano unge

questo ingranaggio onnidevastatore
e quale braccio sega questo ramo
su cui ristiamo e sotto vi e' l'abisso?

E tutto e' disquatrato e tutto e' scisso
e tutto putrido e' reso, e gramo.
E tu contrastalo il potere distruttore.

24. EIS EAUTON

La guerra e chi la guerra ha consentito
la guerra e chi la guerra ha sostenuto
la guerra e chi la vita altrui ha venduto
la guerra e chi la vita altrui ha rapito.

La guerra in cui si uccide con un dito
la guerra in cui si uccide stando muto
la guerra e come disfa ogni tessuto
la guerra ed il deserto suo infinito.

E cosa hai fatto tu per contrastarla?
E cosa hai fatto tu per salvar vite?
Eri distratto dalla vacua ciarla?

Eri sedotto dal vile sorite?
Eri ingannato da chi sempre parla?
Degli assassini ormai complice mite.

25. L'UMANITA' DOPO HIROSHIMA

Ora sappiamo che ci basta il cuore
di fare cenere del mondo intero.

Ora sappiamo che l'intelligenza
sa esser piu' feroce di ogni bruto.

Ora sappiamo di avere lo strumento
che eradica ogni seme e tutti i sogni
che dell'intera umanita' sa fare
un unico falo', un silenzio immenso,
l'ultima notte senza piu' respiro:

ed e' questo strumento l'obbedienza.

26. DOPO HIROSHIMA L'UMANITA'

Elenco adesso i compiti dell'ora:
sii vigile, abbiamo un solo mondo.

Sii vigile, da quell'azione astieniti
che toglie altrui la luce e la parola.

Sii vigile, alla guerra sempre opponiti
opponiti agli eserciti e alle armi.

Sii vigile, la dignita' difendi
di ogni essere umano, una e' la carne.

Sii vigile. E misericordioso.

Dopo Hiroshima ogni persona deve
sapersi responsabile di tutto.

27. SI PUO', NON SI PUO'

Si puo' andare in Afghanistan a commettere stragi.
Non si puo' venire in Italia per cercar di salvarsi dalle stragi.
*
Si puo' avvelenare e devastare l'Italia intera.
Non si puo' leggere un libro sdraiati in un parco.
*
Si puo' saccheggiare il pubblico erario.
Non si puo' chiedere la carita' per la via.
*
Si puo' essere ricchi e assassini.
Essere poveri e onesti e' vietato.

28. SE DELL'ORRORE

Se dell'orrore si provasse orrore
e del dolor dolore si sentisse
ogni tuo sforzo e tutte le tue ore
daresti a far cessar queste empie risse.

Ma nulla piu' ti scuote dal torpore
ne' la morale legge ne' le fisse
stelle sai piu', che divorato il core
t'hanno gli inganni dei potenti, e scisse

ormai sono del nosse, il posse, il velle
le facolta', e l'anima e' gia' stanca
gia' al sol sentir si' rie novelle e felle:

cupa un'eclisse tutto involve e abbranca.
Ma tu resister devi alle procelle
e reca aita e di' con voce franca.

29. DECLINANDO UN INVITO

Che me ne frega della guerra afgana?
Io sto scrivendo un denso e acuto saggio
su nonviolenza ed etica cristiana:
fermar le stragi e' fuori del mio raggio.

L'Italia e' in guerra? Si', pero' e' lontana,
a un popolo barbarico e selvaggio,
e finira' anche questa di buriana,
la civilta' esige il suo pedaggio.

E poi adesso ho in corso un importante
progetto di ricerca finanziato
dal ministero sulle opere sante

di chi alla salvaguardia del creato
alla giustizia, ed alla pace tante
dedico' cure. Son troppo impegnato.

30. CONSIGLI DI SAGGEZZA

Contro la guerra afgana protestare?
Ma dura da una vita, e' fuori moda,
certo dispiace che ogni giorno esploda
qualche povero fesso, e bombardare

convengo che non sia degno di loda.
Ma se siam li' bisogna pur ballare
e ci son cose dolci e cose amare
e giocoforza e' che chi fa s'imbroda.

Adesso protestar contro la guerra
mi pare - posso dirlo? - da cafone,
e che figura fai in televisione?

il solito strillone zappaterra...
Suvvia, perche' vuoi farti dar la baia?
Stattene zitto e buono in piccionaia.

31. PANE E VINO

Vorrebber l'ex ministro e il caudatario
che discutessimo di pace e guerra
come si fa tra gente del bel mondo
pacati, eleganti e fra i sorrisi.

No. Noi non sediamo
alla mensa degli assassini,
noi non siam complici degli assassini,
noi non chiudiamo gli occhi sulle vittime.

Siam gente vecchia, dalla testa dura,
chiamiamo massacro un massacro
chiamiamo assassino l'assassino, noi
non ci siamo mai prostituiti al carnefice.

Sono una cosa il pane e il vino
un'altra il sangue e la carne.

32. NULLA SI DICA DELLA GUERRA AFGANA

Nulla si dica della guerra afgana.
Quei morti non son morti, quei massacri
non sono stati, quegli orrori mai
si sono dati. E chi se ne preoccupa
certo e' un fellone, e mente per la gola.

Nulla si dica della guerra afgana.
Non ci disturbino nei nostri riti
certe notizie sordide e penose,
dobbiamo concentrarci sui problemi
veri: la forfora, il deodorante.

Nulla si dica della guerra afgana.
Non si faccia l'elenco dei partiti
che hanno votato per le stragi, il ghigno
contratto di chi gode del potere
di togliere la vita, di ammazzare.

Nulla si dica della guerra afgana.
Ne' si faccia l'elenco dei solerti
pretesi pacifisti e nonviolenti
d'un subito arruolatisi giulivi
a fare propaganda allo sterminio.

Nulla si dica della guerra afgana.
Non si disturbino gli assassini
che qui in Italia quegli orrori hanno
voluto, e votato, e sostenuto.
Perche' mai rovinarci le vacanze?

33. ESERCIZI DI IPOCRISIA

Cianciare a vuoto dei massimi sistemi
ed infischiarsene delle stragi in corso.

Pretendersi pacifisti e nonviolenti
ed esser complici della guerra afgana,
aver votato per la guerra afgana,
avere fatto propaganda per la guerra,
e sui cadaveri degli assassinati
sputato sentenze peggiori del catarro.

Non capire che proprio il cedimento
alla guerra assassina ha aperto il varco
alla vittoria anche nel nostro paese
del razzismo piu' cupo e feroce,
del potere fascista e mafioso.

Cianciare a vuoto dei massimi sistemi
ed infischiarsene delle stragi in corso.

34. NON TI CHIEDE IL POTERE ASSASSINO

Non ti chiede il potere assassino
di afferrare libro e moschetto.
Il potere assassino ti chiede
di adagiarti davanti allo schermo
di lasciargli eseguire il lavoro
di non disturbare
il manovratore.

Il potere assassino riduce
a suoi servi a suoi complici a succubi
tanti un tempo - un tempo - avversari
non chiedendo che indossino nera
la camicia marciando sudati
ma imponendo la ciarla infinita
ed a tutti i massacri la resa.

Il potere assassino e' ben lieto
che invochiate la pace e l'amore
e si associa alle vostre preghiere
basta solo che non disturbiate
le manovre del manovratore
il lavoro che esegue sapiente.

Il potere assassino non vuole
il tuo plauso, soltanto la tua
comprensione, la tua rilassata
indulgenza alle stragi che compie.

La sa lunga il potere assassino
lo sa fare il lavoro che estingue.

35. DIECI SONETTI A VICENZA

I.

Si puo', si deve vincere a Vicenza
e con la forza della verita'
fermare li' la guerra e la violenza
li' disarmare chi ammazzando va.

Si puo', si deve con la nonviolenza
far vincere l'umana dignita'
negando agli assassini l'acquiescenza
togliendo ai barbari complicita'.

Si puo', si deve col forte strumento
del voto di coscienza popolare
combattere la guerra e il suo tormento.

Si puo', si deve la guerra fermare
le armi ripudiare, e dal lamento
passare all'atto di vite salvare.

II.

Si', a Vicenza il cinque ottobre il voto
dei cittadini puo' dir si' alla pace
si' alla civile convivenza, al moto
di umanita' piu' semplice e verace.

Si', a Vicenza il giusto, il vero, il noto
prevalga sull'iniquo e sul rapace,
prevalga sul fallace e sull'ignoto;
e vinca il bene che salva e che piace.

Si', a Vicenza vinca la difesa
della natura e della civilta',
e sia respinta l'oltraggiosa offesa

delle armi e della loro crudelta',
dell'empia guerra che non lascia illesa
la nostra gia' dolente umanita'.

III.

Vicenza oggi e' per tutti una speranza
di opporre pace e bene a guerre e stragi.
Se il 5 ottobre fermera' la danza
macabra del riarmo, e dei malvagi

seminator di morte la baldanza,
sara' quel voto il miglior dei presagi
di una civile convivenza, usanza
dono piu' grande di quei dei re magi.

Vicenza che resistere ha saputo
a chi voleva farne un arsenale
e la spelonca da cui esce il bruto

a far scempio del mondo e sparger male,
Vicenza al male opponga il suo rifiuto
e salvi col suo voto cio' che vale.

IV.

Se a Vicenza vinceranno i si'
i si' alla pace, i si' alla giustizia
il 5 ottobre iniziera' da li'
piu' forte lotta ad ogni ria nequizia.

Se a Vicenza prevarra' cosi'
la fedelta' all'amore e all'amicizia
il 5 ottobre sara' dunque un di'
per l'umanita' intera di letizia.

Si' ardua prova in cosi' picciol spazio
si' grave compito in cosi' breve ora:
opporsi agli arsenali dello strazio,

difendere la civilta' che onora,
respingere di guerra il giammai sazio
mostro. E dal buio far sorger l'aurora.

V.

Il cinque ottobre il voto vicentino
non tratta solo di un lembo di terra
riguarda invece se di pace o guerra
vogliamo sia il comun nostro destino.

Alla crudele man dell'assassino,
al riarmo stritolante cio' che afferra,
al riarmo che tutto atterrisce e atterra,
si opponga del diritto il buon cammino.

Si opponga al male la volonta' buona
si opponga alla barbarie il civil lume
si opponga alla violenza la saggezza

prevalga sulle tenebre chiarezza
ceda il pessimo all'ottimo costume:
tutti i diritti umani a ogni persona.

VI.

Che da Vicenza giunga una parola
che opponga alla violenza la ragione,
che possa essere la buona scuola
che insegni a contrastare ogni uccisione,

che dica quella verita' che sola
smaschera ogni empia mistificazione:
e' assassina ogni arma, ogni pistola
puntata e' contro tutte le persone.

E quindi ogni base militare
ogni arsenale, ogni fabbrica d'armi
son luoghi di nequizia e malaffare.

L'umanita' chiede che si disarmi,
per sempre la guerra e' da ripudiare:
troppi giaccion nel fango o sotto i marmi.

VII.

Come a Vicenza il senno dei votanti
il 5 ottobre dara' buoni frutti
quel si' alla pace sara' un passo avanti
non solo per Vicenza ma per tutti.

Un si' al diritto ad impedir che tanti
ancora dalla guerra sian distrutti,
un si' ad evitare nuovi pianti
e strazi, e orrori, ed infiniti lutti.

Un si' alla civile convivenza
un si' al disarmo che salva le vite
un si' alla ragione e alla coscienza

che vieti eccidi e sani le ferite
considerando la comun semenza
dell'umanita' intera, una e mite.

VIII.

"E altro e' da veder che tu non vedi"
(Dante, Inf., XXIX, 12)

Chi teme che la gente di Vicenza
faccia valere verita' ed amore,
chi teme che virtu' d'intelligenza
esprima la pieta' che nutre il cuore,

chi teme che vinca la nonviolenza
e fermi il seme di nuovo dolore,
vorrebbe or cancellare la presenza
di una viva citta', strappare il fiore

del vivere civile e solidale,
negando liberta' e democrazia
vorrebbe che ci si arrendesse al male.

Ma non sara' cosi', lunga e' la via
ma vincera' la scelta naturale
di chi vuol pace e bene. E cosi' sia.

IX.

Vicenza dunque il 5 ottobre vota
e se i potenti dicon che non vale
Vicenza ancora il 5 ottobre vota
che la democrazia non fa mai male

e il 5 ottobre si' Vicenza vota
poiche' questa e' la regola legale
e il 5 ottobre ecco Vicenza vota
perche' e' logico, e' giusto, ed e' normale.

Per dire si' alla pace e si' al diritto
il 5 ottobre si vota a Vicenza
per impedire un sordido delitto

il 5 ottobre il popolo a Vicenza
dira' la sua, e non restera' zitto
il 5 ottobre ogni cuore a Vicenza.

X.

In un giorno di festa i vicentini
potranno dire una parola vera.
Oggi e' quel giorno e prima che sia sera
quella parola oltre quei confini

giunta sara' ed orientera' i cammini
di quante e quanti alla signora nera
non vogliono di vite un'altra schiera
siano immolate e appese poi agli uncini

dei macellai in divisa e dei signori
che dalla guerra traggono profitti.
Si opponga il voto ai lutti ed ai dolori

sia il voto voce di tutti gli afflitti
che anelano la pace e i suoi splendori.
Sia il voto si' alla vita e si' ai diritti.

36. LUCE FABBRI COME EDUCATRICE

Illuminava tutto quella luce
e quella luce era Luce Fabbri
dell'anarchia memoria, storia, volto
e della nonviolenza.

Contrasto' sempre il male e sempre volle
giustizia e liberta'. Insegno' sempre
la scienza e la coscienza, e degli oppressi
sempre fu voce, e braccio, e intelligenza.

Illuminava tutto quella luce
e quella luce era Luce Fabbri.

37. PER MARCO BEMPORAD

Un messaggero giunge al contrafforte:
Compagni, reco adesso due notizie.
E' triste l'una, e' quella della morte
di Marco Bemporad che alle ingiustizie

sempre si oppose, e tra i forti il piu' forte
combatter volle tutte le nequizie
e tutte raddrizzar le cose storte
e contrastare tutte le malizie.

L'altra notizia che vi reco ancora
e' lieta questa, e fatevi coraggio:
che Marco fino all'ultima sua ora

e' stato un uomo buono, e il suo viaggio
servi' l'umanita', e ognor l'onora.
Gli renda ogni persona buona omaggio.

38. UN'ALTRA EPIGRAFE

"Non possono piu' chiedere pieta' gli assassinati
e muto e' d'essi il coro.
Furenti la pretendono invece gli assassini
mentre continuano ghignanti l'opra loro.
Chi gli assassini serve le lor vittime ancide
e nulla giova poi tardivo ploro"
(Persio Malestri)

39. UN'EPIGRAFE ANCORA

"- Geronte: Solo restasti?
- Tetragono: Con il vero solo.
E con le vittime di tanta strage.
- Geronte: Non solo dunque..."
(Eufemio Cecidi, Torneamento di vanitati)

40. DA CAPITINI, A QUARANT'ANNI DALLA SCOMPARSA

Da Capitini ho imparato questo:
che adesso e' l'ora che devi resistere,
non aspettare che comincino altri
sii tu a dare inizio a cio' che e' giusto.

Da Capitini ho imparato questo:
che vince chi non cessa di persistere
nel vero, il giusto, il buono e non dimentica
che la misericordia salva il mondo.

Da Capitini ho imparato questo:
che tutto e' da salvare e che mai nulla
di cio' che e' buono e' inutile o va perso
il bene resta bene eternamente.

Da Capitini ho imparato questo:
che quel che conta e' mettersi in cammino
e la buona battaglia ovunque attende
te, proprio te; non perdere altro tempo.

Da Capitini ho imparato questo:
le molte vie, le molte lingue, i molti
diversi volti ad una stessa cosa
convocan tutti: al dono della pace.

41. PER IL 4 NOVEMBRE GIORNO DI LUTTO

Fini' quell'inutile strage
giurarono i superstiti: mai piu'.

Altre ne vennero poi
ed oggi ancora.

Non vi sara' salvezza per l'umanita'
se non si aboliscono le armi
se non si aboliscono gli eserciti
se non si ripudia per sempre la guerra.

42. POICHE' LE ARMI

Poiche' le armi servono a uccidere
tu a tutte le armi opponiti sempre.

Poiche' gli eserciti servono a uccidere
tu a tutti gli eserciti opponiti sempre.

A tutte le guerre, a tutte le stragi
tu opponiti sempre. Opponiti sempre.

43. PER LA GIORNATA DEL DIALOGO

Da questo si potrebbe cominciare:
cessar le guerre, smettere di uccidere.

44. LACRIME PER MIRIAM MAKEBA

Stava sul palco come su una barricata
la nostra sorella Miriam Makeba
con la sua voce combatteva il fascismo.

Contro il fascismo aveva combattuto
in Sud Africa, aveva combattuto
in America, aveva combattuto
ovunque nel mondo il fascismo assassino.
La nostra compagna Miriam Makeba
con la sua voce che resuscitava i morti.

Venne infine qui tra noi dove il fascismo
col nome di camorra col nome di governo
perseguita e assassina.
La nostra sorella Miriam Makeba
la nostra compagna Miriam Makeba.

Contro i poteri criminali tutti
lottava Miriam Makeba
per l'umanita' che e' una soltanto
lottava Miriam Makeba.

Stava sul palco come su una barricata
la nostra sorella Miriam Makeba
con la sua voce combatteva il fascismo.

E la sua lotta tu portala avanti.

45. I PACIFISTI PARASTATALI

I pacifisti parastatali
quando lo stato ha in corso una guerra
stanno buonini, garbati, curiali
ne' fan pipi' ne' sputan per terra.

I pacifisti parastatali
mentre lo stato massacra la gente
son servizievoli e fin serviziali
non si scompongono manco per niente.

I pacifisti parastatali
basta a tenerli tranquilli ed inerti
qualche soldino e due cerimoniali
modico e' il prezzo con cui li perverti.

I pacifisti parastatali
sono una gioia, sono un giulebbe:
ciechi alle gesta ferine e ferali
quale governo non li apprezzerebbe?

46. LE VITTIME AL ROGO

Dei morti del rogo non dire parole
che oltraggio suonino o beffa.
Vittime sono dell'oppressione di classe.

Mai cosi' forte, mai cosi' violenta
mai cosi' totalitaria, mai
cosi' introiettata da tutti coloro
che non sono tra i reietti
e tra i reietti anche.

La lotta di classe dei ricchi contro i poveri,
dei rapinatori contro i rapinati,
degli sfruttatori contro gli sfruttati,
degli avidi contro gli affamati,
non si e' mai interrotta.

Che riprenda
anche la lotta delle oppresse e degli oppressi.

47. IN CAMMINO

In cammino e' la nonviolenza.
Speriamo che arrivi in tempo.

48. DEL FUTURO, SE VI SARA'

Altre ed altri verranno, migliori di noi,
dei nostri sordidi segreti rideranno.
Non ruberanno il pane all'affamato
non calcheranno il piede sopra i volti.
Sapranno dire le parole vere
sapranno dire le parole buone.
Ci guarderanno come statue di sale
forse di noi avranno compassione.

49. LA LAVATRICE

Eravamo cosi' poveri che guardavamo
la televisione nelle lavatrici
dietro la vetrina della lavanderia.
Le matte risate ricordo
ricordo lo sguardo sgomento
dei passanti che ci condannavano:
Sono poveri, si sa, sono stupidi.

Poi al bar dello sport una sera guardando
la televisione mi accorsi che anch'essa
altro non era che una lavatrice
in cui i panni degli assassinati
del sangue venivano lavati
e quelli che li avevano indossati
dimenticati erano per sempre.

50. IL PRESIDENTE LATRA SUI CADAVERI

Proclama il presidente che il paese
e' unito nel sostegno ai militari
che nella guerra afgana a tante imprese
d'arme e di gloria s'appalesan pari.

Ahilui che le sonanti, alate, accese
parole di discorsi si' preclari
e della propaganda il lustro arnese
non bastano a nascondere gli amari

frutti del crimine: le genti uccise,
le stragi infami, il mare di dolore
l'umanita' straziata e resa niente

e sul deserto altro deserto e intrise
di sangue spoglie ovunque, e ovunque orrore.
E sulle spoglie latra il presidente.

51. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO NARGES MOHAMMADI E LA LOTTA DELLE DONNE IN IRAN. CHIEDIAMO LA LIBERAZIONE DELL'ATTIVISTA PREMIO NOBEL PER LA PACE E CHE SIANO ACCOLTE LE SUE RICHIESTE DI RISPETTO DEI DIRITTI UMANI

Sosteniamo Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace, detenuta in Iran per la sua lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani e per l'abolizione della pena di morte.
Sosteniamo la lotta nonviolenta delle donne in Iran per la dignita' umana di tutti gli esseri umani.
Sia liberata Narges Mohammadi e tutte le prigioniere e tutti i prigionieri di coscienza, tutte le detenute e tutti i detenuti politici, tutte le persone innocenti perseguitate e sequestrate, in Iran come ovunque.
Cessi l'oppressione delle donne in Iran come ovunque nel mondo, siano rispettati i diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Chiediamo al Parlamento e al governo italiano di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo e alla Commissione Europea di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Segretario Generale e all'Assemblea Generale dell'Onu di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
*
Chiediamo a tutte le persone di volonta' buona, a tutti i movimenti democratici, a tutte le istituzioni sollecite del bene comune e della dignita' umana, a tutti i mezzi d'informazione impegnati per la verita' e la giustizia, d'impegnarsi a sostegno di Narges Mohammadi e delle donne iraniane.
*
Donna, vita, liberta'.

52. REPETITA IUVANT. PERCHE' OCCORRE SCRIVERE ORA A BIDEN PER CHIEDERE LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Perche' quest'anno negli Stati Uniti d'America ci saranno le elezioni presidenziali.
Ed e' abitudine dei presidenti al termine del mandato di concedere la grazia ad alcune persone detenute.
Quindi e' in questi mesi che Biden decidera' in merito.
E quindi e' adesso che occorre persuaderlo a restituire la liberta' a Leonard Peltier.
*
Di seguito le indicazioni dettagliate per scrivere alla Casa Bianca e una proposta di testo in inglese
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 48 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 48 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.

53. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

54. REPETITA IUVANT. A COSTO DI SEMBRARE IL SOLITO GRILLO PARLANTE... (NOVEMBRE 2023)

Ci sono alcune cose che vanno pur dette, e allora diciamole.
*
Ogni manifestazione a favore dell'esistenza dello stato di Israele che non s'impegni anche per la nascita dello stato di Palestina rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione a sostegno del popolo palestinese che non s'impegni anche a sostegno del popolo ebraico rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da un'organizzazione terrorista e non quelle commesse da uno stato e' peggio che inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da uno stato e non quelle commesse da un'organizzazione terrorista e' peggio che inutile.
*
Sia il popolo palestinese che il popolo ebraico sono realmente minacciati di genocidio.
E' compito dell'umanita' intera impedire questi genocidi, tutti i genocidi.
Per impedire il genocidio del popolo ebraico e' indispensabile l'esistenza dello stato di Israele.
Per immpedire il genocidio del popolo palestinese e' indispensabile l'esistenza dello stato di Palestina.
*
Allo stato di Israele chiediamo:
1. di cessare la guerra a Gaza e il sostegno alle violenze dei coloni in Cisgiordania.
2. di cessare di occupare i territori palestinesi e di riconoscere l'esistenza dello stato di Palestina nei territori della Cisgiordania e di Gaza devolvendo immediatamente tutte le funzioni giurisdizionali ed amministrative e le risorse relative all'Autorita' Nazionale Palestinese - intesa come governo provvisorio dello stato di Palestina fino alle elezioni democratiche -.
3. di sgomberare immediatamente le illegali colonie nei territori occupati, restituendo quelle aree al popolo palestinese.
4. di concordare con l'Autorita' Nazionale Palestinese l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di essere una piena democrazia abrogando ogni misura legislativa ed amministrativa di discriminazione razzista.
*
All'Autorita' Nazionale Palestinese chiediamo:
1. di assumere immediatamente il governo della Striscia di Gaza.
2. di adoperarsi ivi per l'immediata liberazione di tutte le persone rapite da Hamas.
3. di organizzare lo stato di Palestina indipendente e democratico.
4. di concordare con lo stato di Israele l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di adoperarsi affinche' nessuno stato arabo o musulmano possa piu' proseguire in una politica antisraeliana ed antiebraica prendendo abusivamente a pretesto la causa palestinese.
*
All'Onu chiediamo:
1. un piano straordinario di aiuti per la Palestina.
2. una deliberazione dell'Assemblea Generale che riconoscendo i due stati di Israele e di Palestina vincoli tutti gli stati membri delle Nazioni Unite a cessare ogni politica di negazione dello stato di Israele, ogni politica di persecuzione antiebraica.
*
Agli stati ed agli organismi politici sovranazionali d'Europa (l'Europa che e' il continente in cui si sono realizzati la bimillenaria persecuzione antiebraica e l'orrore assoluto della Shoah; l'Europa che e' il continente i cui principali stati hanno oppresso i popoli del resto del mondo con il razzismo, il colonialismo, l'imperialismo fin genocida) chiediamo:
1. di risarcire adeguatamente sia lo stato di Israele che lo stato di Palestina per le sofferenze inflitte ai loro popoli sia direttamente che indirettamente.
2. di contrastare il fascismo e il razzismo, l'antisemitismo e l'islamofobia, tutte le ideologie di odio e le organizzazioni che le praticano e le diffondono, e tutti i crimini conseguenti.
*
Fermare la guerra.
Fermare le stragi.
Restituire la liberta' a tutte le persone che ne sono state private.
Riconoscere e proteggere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.

55. REPETITA IUVANT. COSA POSSIAMO (E DOBBIAMO) REALMENTE FARE CONTRO LA GUERRA IN CORSO IN EUROPA? (APRILE 2023)

Certo, continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime.
Certo, continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre.
Certo, continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente.
Certo, continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani,  sempre e solo uccide gli esseri umani,  sempre e solo uccide gli esseri umani.
Certo, continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino.
Certo, continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
*
Tutto cio' e' buono e giusto, ma non basta.
Occorre fare anche altre cose che solo noi qui in Europa occidentale possiamo e dobbiamo fare.
E le cose che possiamo e dobbiamo fare sono queste:
1. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale contrastare anche qui la macchina bellica, l'industria armiera, i mercanti di morte, la follia militarista, i governanti stragisti: paralizzare i poteri assassini occorre.
2. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di mettere il veto ad ogni iniziativa della Nato, l'organizzazione terrorista e stragista di cui i nostri paesi tragicamente fanno parte: paralizzare immediatamente i criminali della Nato occorre, e successivamente procedere allo scioglimento della scellerata organizzazione.
3. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di cessare di armare ed alimentare la guerra e sostenere invece l'impegno per l'immediato cessate il fuoco ed immediate trattative di pace.
4. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di restituire all'Onu la funzione e il potere di abolire il flagello della guerra.
5. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
6. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica della sicurezza comune dell'umanita' intera fondata sulla Difesa popolare nonviolenta, sui Corpi civili di pace, sulle concrete pratiche che inverino l'affermazione del diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta' di tutti i popoli e di tutte le persone.
7. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica comune di attiva difesa dell'intero mondo vivente prima che la catastrofe ambientale in corso sia irreversibile.
*
E' questa la nostra opinione fin dall'inizio della tragedia in corso.
Ci sembra che senza queste azioni nonviolente la guerra, le stragi e le devastazioni non saranno fermate.
Troppi esseri umani sono gia' stati uccisi per la criminale follia dei governanti.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi per la salvezza comune dell'umanita' intera.
Sia massima universalmente condivisa la regola aurea che afferma: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

56. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Nicola Ciccoli, Teorema di Perel'man-Poincare', Le Scienze, Roma 2023, pp. 142, in supplemento a "Le Scienze".
*
Riletture
- Aldo Visalberghi, Pedagogia e scienze dell'educazione, Mondadori, Milano 1978, 1985, pp. 336.
*
Classici
- Mario Luzi, L'opera poetica, Mondadori, Milano 1998, 2013, 3 voll. per complessive pp. CXIV + 1932.

57. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

58. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5189 del 3 maggio 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei  dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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