[Nonviolenza] Telegrammi. 5183



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5183 del 27 aprile 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Pasquale Pugliese: Oggi la Resistenza si chiama nonviolenza e si esercita con l'obiezione alla guerra
2. Renoardo Grangramigni: De la tua terra e l'un l'altro abbracciava
3. Roberto Mancini: Alla corte di un "capo", nel nome del "popolo" (2018)
4. Sosteniamo Narges Mohammadi e la lotta delle donne in Iran. Chiediamo la liberazione dell'attivista Premio Nobel per la Pace e che siano accolte le sue richieste di rispetto dei diritti umani
5. Shea Vassar: Indigenous Leaders Call for Compassionate Release of Leonard Peltier
6. Urgent call to action! Demand medical care for political prisoner Leonard Peltier
7. Perche' occorre scrivere ora a Biden per chiedere la liberazione di Leonard Peltier
8. Ripetiamo ancora una volta...
9. A costo di sembrare il solito grillo parlante... (novembre 2023)
10. Cosa possiamo (e dobbiamo) realmente fare contro la guerra in corso in Europa? (aprile 2023)
11. Segnalazioni librarie
12. La "Carta" del Movimento Nonviolento
13. Per saperne di piu'

1. RIFLESSIONE. PASQUALE PUGLIESE: OGGI LA RESISTENZA SI CHIAMA NONVIOLENZA E SI ESERCITA CON L'OBIEZIONE ALLA GUERRA
[Riceviamo e diffondiamo]

La foto vincitrice del World Press Photo Contest del 2024, scattata nella striscia di Gaza dal fotografo dell'agenzia Reuters Mohammed Salem, mostra una donna palestinese che abbraccia una bambina morta - sua nipote, uccisa insieme alla mamma e alla sorella dai bombardamenti israeliani - avvolta in un sudario. Si tratta di una foto che si inserisce nella storia delle immagini di guerra, sulle quali e' necessario farsi ancora le domande fondamentali che si e' posta Susan Santong davanti al dolore degli altri: "Si sarebbe potuto evitare? Abbiamo finora accettato uno stato delle cose che andrebbe invece messo in discussione? Sono queste le domande la porsi, nella piena consapevolezza che lo sdegno morale, al pari della compassione non e' sufficiente a dettare una linea di condotta" (Davanti al dolore degli altri, 2021). Lo stato delle cose, in questo varco stretto della storia, vede il progressivo precipitare dell'umanita' in una guerra mondiale, rispetto alla quale il discorso pubblico ha bandito, a tutte le latitudini, le pratiche e i linguaggi di pace, nel delirio delle ritorsioni reciproche, dell'escalation degli armamenti perfino nucleari, dell'impossibile annientamento del "nemico". Delirio bellicista dentro al quale e' annullata ogni iniziativa politica europea ed italiana.
Eppure proprio nella Costituzione italiana nata dalla Resistenza antifascista ci sono precise, quanto ignorate, indicazioni per andare oltre il solo "sdegno morale" per le morti in guerra, nella loro sostanziale accettazione, per adottare linee di condotta fondate sul solenne ripudio della guerra, proprio come "mezzo di risoluzione delle controversie internazionali". Erano passati poco piu' di tre mesi dal 25 aprile al 6 agosto del 1945, data nella quale la vittoria contro il nazifascismo si trasformo' in una nuova sconfitta, quella dell'umanita' nei confronti dell'arma atomica, "distruttrice di mondi", capace di realizzare la "soluzione finale" dell'umanita'. L'Assemblea costituente fu eletta ad appena dieci mesi di distanza da Hiroshima e Nagasaki e, con grande lungimiranza, ancoro' l'articolo 11 - il piu' antifascista dei Principi fondamentali - all'etica della responsabilita', indicando la ricerca di mezzi e strumenti alternativi all'ormai inutilizzabile ferrovecchio della guerra per gestire e risolvere i conflitti internazionali. Con la consapevolezza che la guerra e la sua preparazione hanno un impatto negativo anche sulla vita civile e democratica.
Ne avrebbe scritto a lungo anche Aldo Capitini - passato per le galere fasciste dopo essere stato cacciato dalla Normale di Pisa, in quanto obiettore alla tessera fascista, dall'oggi osannato direttore Giovanni Gentile - insoddisfatto anche di una democrazia che, nonostante la Costituzione, non riusciva a liberarsi dalla guerra: "si sa che cosa significa, oggi specialmente, la guerra e la sua preparazione: la sottrazione di enormi mezzi allo sviluppo civile, la strage degli innocenti e di estranei, l'involuzione dell'educazione democratica ed aperta, la riduzione della liberta' e il soffocamento di ogni proposta di miglioramento della societa' e delle abitudini civili, la sostituzione totale dell'efficienza distruttiva al controllo dal basso". Per queste ragioni, una democrazia aperta, fondata sul "potere di tutti" - secondo il filosofo della nonviolenza - si manifesta "nella capacita' di impedire dal basso le oppressioni e gli sfruttamenti; ma questa capacita' delle moltitudini ha il suo collaudo nel rifiuto della guerra, intimando un altro corso alla storia del mondo".
Tuttavia, perche' il rifiuto della guerra diventi effettivo e non rimanga mera aspirazione utopica, e' necessario che la resistenza alla guerra si dia un'organizzazione. Quell'organizzazione che e' invece mancata nella fase di avvento del fascismo: i Gobetti, i Matteotti, i Gramsci vedevano chiaro e denunciavano il pericolo, scrive Capitini, ma non poterono organizzare un'ampia "noncollaborazione dal basso" per fermarne l'ascesa, perche' "non avevano intorno quella preparazione e quella maturita' che li assecondasse" (Il potere di tutti, 1969). Ed oggi? Oggi che i poteri costituiti, nazionali ed internazionali, alimentano ancora la guerra fino ad aver portato nel 2023 a 2.443 miliardi di dollari la spesa militare mondiale con un aumento record di 200 miliardi rispetto all'anno precedente (Rapporto SIPRI 2024, appena pubblicato) - anziche' costruirne gli strumenti alternativi - saremmo capaci di contrastarla? Se, di questo passo, si arrivasse alla mobilitazione nazionale per parteciparvi direttamente con uomini e donne sul terreno, i cittadini italiani - pur in grande maggioranza contrari - sarebbero pronti a resistere?
Un mezzo costituzionale, consapevole e responsabile, in questo senso e' fornito dalla campagna di "Obiezione alla guerra" promossa dal Movimento Nonviolento, nella quale ciascuno, aderendovi, dichiara la propria obiezione di coscienza alla guerra e alla sua preparazione, esplicitando l'assoluta indisponibilita' rispetto a qualunque "chiamata alle armi". Non si tratta di sottrarsi al dovere di difendere la comunita' (articolo 52 della Costituzione) ma - come l'esperienza storica dimostra possibile ed efficace - di essere disponibile a farlo senza le armi, nel rispetto del ripudio della guerra, attraverso i metodi della nonviolenza organizzata. Oggi, dunque, piu' che mai, la liberazione si chiama disarmo e la resistenza si chiama nonviolenza, per cui non e' sufficiente farne le sole celebrazioni del 25 aprile ma e' necessario organizzarsi ogni giorno dell'anno. A partire dall'esercizio della personale obiezione alla guerra.

2. LETTERE DALLA MONTAGNA. RENOARDO GRANGRAMIGNI: DE LA TUA TERRA E L'UN L'ALTRO ABBRACCIAVA
[Dal nostro vecchio amico Renoardo Grangramigni riceviamo e diffondiamo]

Leggo che si stanno raccogliendo le firme per poter presentare una lista pacifista alle elezioni europee di giugno.
Leggo che animatore della lista e' Raniero La Valle, una delle figure piu' illustri del movimento per la pace nel nostro paese.
Fra tante liste arruolate nel superpartito della guerra e delle stragi, mi sembra una buona cosa che vi sia anche almeno una lista esplicitamente e decisamente impegnata per la pace.
Fra tante liste gremite di persone che adorano la violenza e la menzogna, che predicano la violenza e la menzogna, che praticano la violenza e la menzogna, mi sembra una buona cosa che vi sia anche almeno una lista in cui sono candidate anche alcune persone che conoscono e studiano la nonviolenza, che sperimentano, propongono e organizzano la nonviolenza, che testimoniano la nonviolenza e educano alla nonviolenza, che effettualmente lottano con metodi nonviolenti per realizzare una societa' nonviolenta, per il bene comune dell'intera umanita' e la salvaguardia dell'intero mondo vivente.
La lista si chiama "Pace Terra Dignita'": credo che ogni persona impegnata per la pace dovrebbe firmare affinche' possa presentarsi alle elezioni.
Si firma presso i Comuni, ed anche presso i tavoli che i sostenitori stanno organizzando in varie citta' d'Italia in questi ultimi giorni di aprile.
Per informazioni si veda il sito: www.paceterradignita.it
*
Per la pace, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la solidarieta' che ogni essere umano riconosca e raggiunga, per la difesa dell'intero mondo vivente.
Abolire la guerra, gli eserciti, le armi.
Salvare le vite e' il primo dovere.

3. RIFLESSIONE. ROBERTO MANCINI: ALLA CORTE DI UN "CAPO", NEL NOME DEL "POPOLO"
[Dal sito di "Altreconomia riprendiamo il seguente editoriale di Roberto Mancini apparso sul n. 208 dell'ottobre 2018.
Roberto Mancini, prestigioso filosofo e docente di filosofia teoretica all'Universita' di Macerata, pensatore della nonviolenza e dell'economia trasformativa, e' candidato alle elezioni per il Parlamento Europeo nella lista "Pace Terra Dignita'"]

Il tempo della coscienza. E' il nostro. Infatti e' il tempo di agire politicamente ispirati da un solo criterio: la dignita' umana - di ognuno e di tutti - e della natura. Ogni altro criterio e' falso. Questo va fatto adesso, mentre nel mondo si moltiplicano guerre, persecuzioni, espulsioni, aggressioni razziste, devastazioni della biosfera; mentre si alzano ondate di paranoia collettiva che portano a urlare "prima noi". Non meno di quanto abbia fatto il neoliberismo in questi decenni, ora sovranismo, populismo, nazionalismo, razzismo e neofascismo stanno oscurando la vita pubblica in tutta Europa.
L'ostilita', piu' che meritata, contro l'Unione europea al servizio dei poteri finanziari globali viene pilotata per una finalita' losca: abbattere ogni possibilita' di Europa unita, facendo di essa una mera espressione geografica. Qui scatta un riflesso condizionato elementare, quindi vincente: se ce l'hai con qualcuno, sposi con entusiasmo le posizioni del suo nemico. Ce l'hai con la finanza globale? Allora sostieni i sovranisti. Sei arrabbiato con la "sinistra" italiana? Allora sostieni il Movimento 5 Stelle. E' come se i nostri occhi potessero vedere un pericolo alla volta e ci portassero a pensare che dalla parte opposta a quel pericolo dev'esserci per forza qualcosa di buono. Nella realta', invece, i pericoli da fronteggiare vengono da molti lati contemporaneamente. Per questo e' necessaria una coscienza sveglia, che non anneghi nell'ideologia del nemico assoluto. Ma perche' proprio l'Europa come tale va tolta di mezzo? Perche', pur nelle sue gravi contraddizioni, l'Europa (soprattutto con la Resistenza e la rinascita del secondo dopoguerra) ha rappresentato nel mondo la terra dei diritti e delle Costituzioni che fondano la societa' sulla dignita', sulla liberta' e sull'eguaglianza. La terra che osa limitare le pretese assolute del capitalismo. Togliere di mezzo ogni rilevanza etica e politica dell'Europa nel mondo significa portare a termine sul versante politico il disegno della globalizzazione, finora attuato per lo piu' sul suo versante economico.
Il progetto della globalizzazione completa vede il mondo come un unico mercato dove tutto e' sottomesso al regime tecnofinanziario e dove a ogni nazione si concede la miserabile "liberta'" di combattere contro le altre per la supremazia. Intanto ogni Paese diventa un regime dove il cosiddetto "popolo" segue ciecamente il capo (gente come Putin, Trump, Erdogan, Orban, Kurz, Al Sisi e, fatte le debite proporzioni, Salvini). Un sogno micidiale che vanta una certa tradizione, da Licio Gelli a Steve Bannon.
"Globalizzazione" e "sovranismo" sono due eufemismi: la prima parola evoca l'unificazione dell'umanita', ma il processo storico che designa e' una dinamica di radicalizzazione dell'iniquita' e di guerra di tutti contro tutti e contro la natura. La parola "sovranismo", a sua volta, abbellisce la politica della chiusura isolazionista e razzista, incompatibile con la democrazia e con i diritti umani. Occorre capire quanto sia falso il piano della contrapposizione tra globalismo e sovranismo, per cui si presuppone che ci sia un contrasto tra l'universale e il particolare, tra il globale e il nazionale, tra il sistema mondiale e la "comunita'" territoriale. Ma anche il sovranismo risponde a una strategia sovranazionale. Chi sinceramente s’impegna per un'altra economia non puo' aderire a una di queste due ideologie, ne' puo' ritirarsi nella propria nicchia. Deve invece contribuire con la forza della sua coscienza a dare vita all'azione democratica collettiva per costruire una societa' accogliente per tutti, ne' finanziarizzata ne' chiusa nel narcisismo nazionalista. Chi si mette su questa strada sperimenta che dove la coscienza e' viva, dove riemerge un sogno corale di umanizzazione della societa', li' l'azione si sprigiona senza che nessuno possa spegnerla. Dinanzi a questo compito urgente la galassia dell'economia alternativa in Italia appare distratta, confusa o persa nelle sue diatribe interne. Speriamo che si svegli.

4. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO NARGES MOHAMMADI E LA LOTTA DELLE DONNE IN IRAN. CHIEDIAMO LA LIBERAZIONE DELL'ATTIVISTA PREMIO NOBEL PER LA PACE E CHE SIANO ACCOLTE LE SUE RICHIESTE DI RISPETTO DEI DIRITTI UMANI

Sosteniamo Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace, detenuta in Iran per la sua lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani e per l'abolizione della pena di morte.
Sosteniamo la lotta nonviolenta delle donne in Iran per la dignita' umana di tutti gli esseri umani.
Sia liberata Narges Mohammadi e tutte le prigioniere e tutti i prigionieri di coscienza, tutte le detenute e tutti i detenuti politici, tutte le persone innocenti perseguitate e sequestrate, in Iran come ovunque.
Cessi l'oppressione delle donne in Iran come ovunque nel mondo, siano rispettati i diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Chiediamo al Parlamento e al governo italiano di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo e alla Commissione Europea di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Segretario Generale e all'Assemblea Generale dell'Onu di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
*
Chiediamo a tutte le persone di volonta' buona, a tutti i movimenti democratici, a tutte le istituzioni sollecite del bene comune e della dignita' umana, a tutti i mezzi d'informazione impegnati per la verita' e la giustizia, d'impegnarsi a sostegno di Narges Mohammadi e delle donne iraniane.
*
Donna, vita, liberta'.

5. DOCUMENTAZIONE. SHEA VASSAR: INDIGENOUS LEADERS CALL FOR COMPASSIONATE RELEASE OF LEONARD PELTIER
[Dal sito www.nativeorganizing.org riprendiamo e diffondiamo]

Rapid City, SD - In light of the severe health conditions and medical needs of longtime Indigenous political prisoner Leonard Peltier, NDN Collective and Native Organizers Alliance are asking Attorney General Merrick Garland to free Peltier through compassionate release.
"At the 2022 White House Tribal Nations Summit, Attorney General Merrick Garland stood in front of hundreds of Tribal leaders and committed to make Native American civil rights a priority to the Biden administration," said Nick Tilsen, President and CEO of NDN Collective. "Supporting the compassionate release of Leonard Peltier after nearly five decades of imprisonment would be a clear signal that he intends to make good on that promise.
"Peltier's civil rights were violated repeatedly throughout his prosecution and imprisonment. His continued incarceration should be considered cruel and unusual punishment," continued Tilsen. "Will Attorney General Garland be known for being humane and releasing Leonard Peltier, or for letting him die behind bars on his watch? One of these choices will absolutely be a part of Garland's legacy. Given the recognition of the many prosecutorial and constitutional violations from every level of those involved in his prosecution, the only morally and legally sound action is to release Leonard Peltier now. Every single moment matters."
"We are asking the Department of Justice to support the compassionate release of Leonard Peltier," said Judith LeBlanc, Executive Director of Native Organizers Alliance. "As the longest-serving political prisoner in the United States, Leonard has become a symbol of resilience. At a time when democratic values are being questioned, the DOJ should take action as he nears the end of his life and allow him to return to his family and his ancestral homeland. We implore the DOJ to grant Peltier compassionate release."
NDN Collective has been actively organizing for the release of Leonard Peltier for years, including leading a caravan from Rapid City, SD to Washington, DC last year where they rallied outside the White House.
*
NDN Collective is an Indigenous-led organization dedicated to building Indigenous power. Through organizing, activism, philanthropy, grantmaking, capacity-building, and narrative change, we are creating sustainable solutions on Indigenous terms.
To Request an Interview Contact: press at ndncollective.org

6. DOCUMENTAZIONE. URGENT CALL TO ACTION! DEMAND MEDICAL CARE FOR POLITICAL PRISONER LEONARD PELTIER
[Dal sito www.workers.org riprendiamo e diffondiamo]

The following appeal was issued by the Leonard Peltier Official Ad Hoc Committee on March 8, 2024.
Dear supporters,
Leonard Peltier is still in need of urgent medical care. Your efforts, along with the strong advocacy of Leonard's legal team and the Ad Hoc Committee, got the attention of the Federal Bureau of Prisons (BOP). However, BOP personnel informed Leonard that he will need to wait at least 8-10 months to see an eye specialist.
This is unacceptable.
The BOP has deprived Leonard of necessary medical care for decades and in doing so has sentenced Leonard to Death By Incarceration. Locked down for 22 hours a day in high security prison USP Coleman I, Leonard, who is almost 80 years old, suffers from multiple severe health conditions.
Leonard’s current conditions include kidney disease, heart condition, diabetes, high blood pressure, bone spurs, a degenerative joint disease, and painful injuries to his jaw - all of which require immediate and ongoing medical care.
Leonard is in constant pain from arthritis in his hip and shoulder, has an enlarged prostate, and an aortic aneurysm. Leonard uses a walker and is having a hard time eating due to a lack of any dental care, having lost most of his teeth as a result.
This dangerous cocktail of neglect puts Leonard in serious risk of harm and amounts to Death By Incarceration.
Our physician expert believes that not only is the BOP failing to properly address Leonard's medical care but cannot meet Leonard's medical needs at USP Coleman I. Leonard's lawyers are working to ensure Leonard receives health care as required by the 8th Amendment and is transferred to an appropriate facility pending his release.
We do not want our vulnerable elder to be in pain and go without proper care, and we don't want him to die in prison! We need you to stand united with us for Leonard. Act now. Enough is enough. Not one more year in prison for Leonard Peltier. Enough is enough.
Please call and email the following officials and tell them Leonard Peltier needs immediate medical treatment, transfer to a medical facility, and RELEASE.
Below is a sample script: "Hello, I'm calling about immediate medical care needed for Leonard Peltier, a 79 year-old federal prisoner. His prisoner number is 89637-132, and he's in USP Coleman 1.
We need [name of Senator or Representative]'s assistance.
1) First, Leonard must see an eye specialist without further delay. His loss of vision poses serious risk of him falling, and he depends on other prisoners to perform basic life activities.
2) Second, Leonard is in constant pain and has multiple severe health conditions requiring immediate and ongoing medical care.
I am asking (Sen./Rep.) to request an immediate transfer for Leonard Peltier to the Federal Medical Prison Facility in Rochester, Minnesota (FCI Rochester), where he can get treatment for all of his medical conditions.
I also urge the Sen./Rep. to advocate for elder Leonard Peltier's release so he can receive healthcare outside of prison and be with loved ones and community. Aside from Leonard Peltier being innocent of any crime, immediate release is proper and humane given his advanced age and medical conditions. Thank You."
Senator Cory Booker
D.C. Office: (202) 224-3224
Newark, NJ: (973) 639-8700
https://www.booker.senate.gov/contact/write-to-cory
Sen. Dick Durbin
DC Office: 202-224-2152
Chicago Office: 312-353-4952
https://www.durbin.senate.gov/contact/email
Sen. Alex Padilla
DC Office: 202-224-3553
Los Angeles Office: 310-231-4494
https://www.padilla.senate.gov/contact/contact-form/
US Rep. Maxwell Frost
DC Office: 202-225-2176
Orlando Office: 321-388-9808
https://frost.house.gov/address_authentication?form=/contact
(Please reach out to any other congressional contacts you may have.)
Signed,
Miigwech,
Leonard Peltier Official Ad Hoc Committee
freeleonardpeltiernow.org

7. REPETITA IUVANT. PERCHE' OCCORRE SCRIVERE ORA A BIDEN PER CHIEDERE LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Perche' quest'anno negli Stati Uniti d'America ci saranno le elezioni presidenziali.
Ed e' abitudine dei presidenti al termine del mandato di concedere la grazia ad alcune persone detenute.
Quindi e' in questi mesi che Biden decidera' in merito.
E quindi e' adesso che occorre persuaderlo a restituire la liberta' a Leonard Peltier.
*
Di seguito le indicazioni dettagliate per scrivere alla Casa Bianca e una proposta di testo in inglese
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 48 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 48 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.

8. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

9. REPETITA IUVANT. A COSTO DI SEMBRARE IL SOLITO GRILLO PARLANTE... (NOVEMBRE 2023)

Ci sono alcune cose che vanno pur dette, e allora diciamole.
*
Ogni manifestazione a favore dell'esistenza dello stato di Israele che non s'impegni anche per la nascita dello stato di Palestina rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione a sostegno del popolo palestinese che non s'impegni anche a sostegno del popolo ebraico rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da un'organizzazione terrorista e non quelle commesse da uno stato e' peggio che inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da uno stato e non quelle commesse da un'organizzazione terrorista e' peggio che inutile.
*
Sia il popolo palestinese che il popolo ebraico sono realmente minacciati di genocidio.
E' compito dell'umanita' intera impedire questi genocidi, tutti i genocidi.
Per impedire il genocidio del popolo ebraico e' indispensabile l'esistenza dello stato di Israele.
Per immpedire il genocidio del popolo palestinese e' indispensabile l'esistenza dello stato di Palestina.
*
Allo stato di Israele chiediamo:
1. di cessare la guerra a Gaza e il sostegno alle violenze dei coloni in Cisgiordania.
2. di cessare di occupare i territori palestinesi e di riconoscere l'esistenza dello stato di Palestina nei territori della Cisgiordania e di Gaza devolvendo immediatamente tutte le funzioni giurisdizionali ed amministrative e le risorse relative all'Autorita' Nazionale Palestinese - intesa come governo provvisorio dello stato di Palestina fino alle elezioni democratiche -.
3. di sgomberare immediatamente le illegali colonie nei territori occupati, restituendo quelle aree al popolo palestinese.
4. di concordare con l'Autorita' Nazionale Palestinese l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di essere una piena democrazia abrogando ogni misura legislativa ed amministrativa di discriminazione razzista.
*
All'Autorita' Nazionale Palestinese chiediamo:
1. di assumere immediatamente il governo della Striscia di Gaza.
2. di adoperarsi ivi per l'immediata liberazione di tutte le persone rapite da Hamas.
3. di organizzare lo stato di Palestina indipendente e democratico.
4. di concordare con lo stato di Israele l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di adoperarsi affinche' nessuno stato arabo o musulmano possa piu' proseguire in una politica antisraeliana ed antiebraica prendendo abusivamente a pretesto la causa palestinese.
*
All'Onu chiediamo:
1. un piano straordinario di aiuti per la Palestina.
2. una deliberazione dell'Assemblea Generale che riconoscendo i due stati di Israele e di Palestina vincoli tutti gli stati membri delle Nazioni Unite a cessare ogni politica di negazione dello stato di Israele, ogni politica di persecuzione antiebraica.
*
Agli stati ed agli organismi politici sovranazionali d'Europa (l'Europa che e' il continente in cui si sono realizzati la bimillenaria persecuzione antiebraica e l'orrore assoluto della Shoah; l'Europa che e' il continente i cui principali stati hanno oppresso i popoli del resto del mondo con il razzismo, il colonialismo, l'imperialismo fin genocida) chiediamo:
1. di risarcire adeguatamente sia lo stato di Israele che lo stato di Palestina per le sofferenze inflitte ai loro popoli sia direttamente che indirettamente.
2. di contrastare il fascismo e il razzismo, l'antisemitismo e l'islamofobia, tutte le ideologie di odio e le organizzazioni che le praticano e le diffondono, e tutti i crimini conseguenti.
*
Fermare la guerra.
Fermare le stragi.
Restituire la liberta' a tutte le persone che ne sono state private.
Riconoscere e proteggere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.

10. REPETITA IUVANT. COSA POSSIAMO (E DOBBIAMO) REALMENTE FARE CONTRO LA GUERRA IN CORSO IN EUROPA? (APRILE 2023)

Certo, continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime.
Certo, continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre.
Certo, continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente.
Certo, continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani,  sempre e solo uccide gli esseri umani,  sempre e solo uccide gli esseri umani.
Certo, continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino.
Certo, continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
*
Tutto cio' e' buono e giusto, ma non basta.
Occorre fare anche altre cose che solo noi qui in Europa occidentale possiamo e dobbiamo fare.
E le cose che possiamo e dobbiamo fare sono queste:
1. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale contrastare anche qui la macchina bellica, l'industria armiera, i mercanti di morte, la follia militarista, i governanti stragisti: paralizzare i poteri assassini occorre.
2. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di mettere il veto ad ogni iniziativa della Nato, l'organizzazione terrorista e stragista di cui i nostri paesi tragicamente fanno parte: paralizzare immediatamente i criminali della Nato occorre, e successivamente procedere allo scioglimento della scellerata organizzazione.
3. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di cessare di armare ed alimentare la guerra e sostenere invece l'impegno per l'immediato cessate il fuoco ed immediate trattative di pace.
4. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di restituire all'Onu la funzione e il potere di abolire il flagello della guerra.
5. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
6. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica della sicurezza comune dell'umanita' intera fondata sulla Difesa popolare nonviolenta, sui Corpi civili di pace, sulle concrete pratiche che inverino l'affermazione del diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta' di tutti i popoli e di tutte le persone.
7. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica comune di attiva difesa dell'intero mondo vivente prima che la catastrofe ambientale in corso sia irreversibile.
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E' questa la nostra opinione fin dall'inizio della tragedia in corso.
Ci sembra che senza queste azioni nonviolente la guerra, le stragi e le devastazioni non saranno fermate.
Troppi esseri umani sono gia' stati uccisi per la criminale follia dei governanti.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi per la salvezza comune dell'umanita' intera.
Sia massima universalmente condivisa la regola aurea che afferma: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

11. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- In viaggio con Philippe Daverio, Archiscultura: storia di un'arte ambigua, Rcs, Milano 2024, pp. 64, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
- In viaggio con Philippe Daverio, Attraverso lo schermo: il fascino della settima arte, Rcs, Milano 2024, pp. 64, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
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Riletture
- Paolo Spriano, Gramsci e Gobetti, Einaudi, Torino 1977, pp. X + 198.
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Riedizioni
- Primo Levi, Dialogo con Tullio Regge, Einaudi, Torino 1987, 2018, Gedi, Torino 2024, pp. VIII + 94, euro 9,90.
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Classici
- Marivaux, Theatre complet, Gallimard, Paris 1949, 1984, pp. LXII + 1570.

12. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

13. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5183 del 27 aprile 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
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