[Nonviolenza] Telegrammi. 5160



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5160 del 4 aprile 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Marcovaldo Derrieri: Una lista pacifista per il Parlamento Europeo, un candidato da sempre impegnato nella solidarieta' internazionale
2. Raniero La Valle: All'armi, siam polacchi
3. Roberto Mancini: La spirale dei massacri
4. Rocco Altieri: Ci chiediamo...
5. Wikipedia: Enrico Peyretti
6. Sosteniamo Narges Mohammadi e la lotta delle donne in Iran. Chiediamo la liberazione dell'attivista Premio Nobel per la Pace e che siano accolte le sue richieste di rispetto dei diritti umani
7. Kairos per la liberazione di Leonard Peltier
8. Perche' occorre scrivere ora a Biden per chiedere la liberazione di Leonard Peltier
9. Ripetiamo ancora una volta...
10. A costo di sembrare il solito grillo parlante... (novembre 2023)
11. Cosa possiamo (e dobbiamo) realmente fare contro la guerra in corso in Europa? (aprile 2023)
12. Segnalazioni librarie
13. La "Carta" del Movimento Nonviolento
14. Per saperne di piu'

1. LETTERE DALLA MONTAGNA. MARCOVALDO DERRIERI: UNA LISTA PACIFISTA PER IL PARLAMENTO EUROPEO, UN CANDIDATO DA SEMPRE IMPEGNATO NELLA SOLIDARIETA' INTERNAZIONALE
[Dal nostro vecchio amico Marcovaldo Derrieri riceviamo e diffondiamo]

Leggo che si stanno raccogliendo le firme per poter presentare una lista pacifista alle elezioni europee di giugno.
Leggo che animatore della lista e' Raniero La Valle, una delle figure piu' illustri del movimento per la pace nel nostro paese.
Leggo che tra le persone che si candiderebbero con questa lista ve ne sono alcune di grande valore, e tra esse Fabio Alberti, che e' stato tra gli artefici della preziosa esperienza di solidarieta' internazionale "Un ponte per".
Mi sembrerebbe una buona cosa che Fabio Alberti fosse eletto al Parlamento Europeo.
La lista si chiama "Pace Terra Dignita'": credo che ogni persona impegnata per la pace dovrebbe firmare affinche' possa presentarsi alle elezioni.
Si firma presso i Comuni, ed anche presso i tavoli che i sostenitori stanno organizzando in varie citta' d'Italia in queste settimane di aprile.
*
Per la pace, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la solidarieta' che ogni essere umano riconosca e raggiunga, per la difesa dell'intero mondo vivente.
Abolire la guerra, gli eserciti, le armi.
Salvare le vite e' il primo dovere.

2. L'ORA. RANIERO LA VALLE: ALL'ARMI, SIAM POLACCHI
[Ringraziamo di cuore Raniero La Valle per averci messo a disposizione questo intervento.
Raniero La Valle e' uno dei piu' illustri maestri della cultura della pace; ha promosso "Pace Terra Liberta'", l'unica lista pacifista alle elezioni europee di giugno, lista per la quale si stanno raccogliendo le firme in questi giorni]

Il 29 marzo, che era poi il Venerdi' Santo, sui giornali di tutta Europa dal Die Welt tedesco al Figaro parigino, da Le Soir belga al Pais spagnolo, dal Tag di Zurigo alla Repubblica  italiana, come sulla Tribune de Geneve e la Gazeta Wyborcza di Varsavia, ha risuonato una chiamata alle armi del Primo Ministro polacco Donald Tusk.  Secondo il premier polacco la guerra non e' piu', per l'Europa, una cosa del passato, essa e' gia' reale, dura da piu' di due anni, e ogni scenario e' possibile; e benche' cio' sia "devastante", soprattutto per i piu' giovani, dobbiamo abituarci (e abituare anche loro) a una nuova era che e' cominciata, "una nuova era prebellica", ogni giorno piu' evidente. Pero' a questa guerra ancora non siamo pronti, ha detto, sicche' i prossimi due anni saranno decisivi per riarmarci, e per investire nella "difesa" almeno il 2 per cento del PIL, se non addirittura, come fa la Polonia, il 4 per cento.
Non e' chiaro perche' dovremmo fare questa guerra: Putin parlando a braccio ai suoi piloti, ha detto che "se dopo il crollo dell'Unione Sovietica, come proposto dalla Russia, si fossero costruite relazioni di sicurezza completamente nuove in Europa, non sarebbe successo niente", e che "e' una totale assurdita' la possibilita' di un attacco ad altri Paesi, alla Polonia, agli Stati baltici; stanno spaventando pure i cechi. Sciocchezze".
Dunque Putin, dal quale dovrebbe venire la guerra in Europa, e' il primo a non crederci. Ci crede di piu' la Polonia: e forse tocca a noi ora salvare la Polonia, non indurla in tentazione, impedire che faccia la fine dell'Ucraina.

3. RIFLESSIONE. ROBERTO MANCINI: LA SPIRALE DEI MASSACRI
[Ringraziamo Roberto Mancini per averci messo a disposizione questo suo intervento gia' apparso su "Altreconomia".
Roberto Mancini, prestigioso filosofo e docente di filosofia teoretica all'Universita' di Macerata, pensatore della nonviolenza e dell'economia trasformativa, e' candidato alle elezioni per il Parlamento Europeo nella lista "Pace Terra Dignita'"]

La spirale dei massacri. Si estende nel mondo passando per le molte guerre accuratamente preparate e fatte esplodere in questi anni. In Siria, dal 2011, ci sono stati circa 400.000 morti. Nella guerra seguita all'invasione russa dell'Ucraina si registrano finora circa 300.000 vittime. A seguito del massacro compiuto da Hamas il 7 ottobre in cui si sono avuti 1.200 assassinati, con stupri e torture, il governo di Netanyahu sta procedendo ad attuare una strage sistematica che finora ha causato 23.000 vittime, con la sfrontata pretesa di immunita' morale per cui chiunque critichi il governo di Israele sarebbe colpevole di antisemitismo.
L'elenco potrebbe continuare con molti altri esempi. Il trionfo della distruzione realizzato da politiche psicotiche, economie di rapina e uomini disumanizzati conferma che il mondo e' preso nella morsa di una spirale necrofila. Ormai potere, profitto, supremazia, vendetta sono diventati un pretesto: se si guarda oltre, al di la' delle motivazioni soggettive di chi spara, bombarda, stupra, invade, occupa e rovina la vita degli altri, si intuisce con sgomento che lo scopo ultimo di questo tacito sistema globale e' la distruzione generalizzata. L'amore - la forza fondamentale che genera la vita e fa fiorire le relazioni - viene pervertito, sino a imporsi come amore per il capitale, per il potere, per l'annientamento.
Non e' un caso o un fenomeno solo italiano il fatto che, in questo clima epocale, si stia diffondendo il fascismo come atteggiamento mentale e modo di rapportarsi agli altri. L'ottusa e comoda rassicurazione secondo cui esso sarebbe morto nel 1945 e' una menzogna. Invece si vede facilmente che e' attivo e si sta diffondendo come un contagio. Pero' per accorgersene bisogna capire che il fascismo e' prima di tutto uno spirito di prevaricazione, di esaltazione del potere per il potere. E' la passione di imporsi sugli altri piegando tutta la realta' a questa pretesa. Si tratta di una patologia trasversale, non e' detto che sia concentrata nell'estrema destra: infatti si possono seguire logiche, commettere gesti e attuare comportamenti fascisti in qualsiasi ambito e in qualunque parte politica.
Se e' vero che si esprime come ideologia e semmai come forma di governo variamente configurata (con le modalita' del populismo, del sovranismo, dell'autoritarismo, della dittatura, della democrazia sospesa, del totalitarismo e persino della teocrazia), nella sua essenza il fascismo, come aveva capito Theodor Adorno, e' frutto di un disturbo di personalita', e' una deviazione della mente. E, come aveva colto Pier Paolo Pasolini, ha un'indole necrofila in quanto traduce sempre il potere nel gusto di infliggere morte.
A fronte di questo micidiale vortice in espansione spesso ci troviamo a fare discorsi sulla pace che si incartano parlando in modo che alla fine la logica del ricorso alla violenza sembra inevitabile, cosicche' viene rafforzata, o avviando nient'altro che azioni apparenti, oppure delegando la questione agli specialisti: politici, diplomatici, militari, politologi. Chi ha la fortuna di avere una routine quotidiana incruenta tira a campare sperando che la tempesta non arrivi a travolgerlo. Il dato piu' inquietante e' che non si vedono autorita' o soggetti in grado di fermare questa corsa all'autodistruzione.
Bisogna scuotersi dalla paralisi dell'angoscia e della rassegnazione, partendo dalle due evidenze principali della realta'.
La prima evidenza dice che non possiamo andare avanti perpetuando lo schema bellico, la competizione universale e la logica del potere. L'unica via per il presente e per il futuro e' sviluppare in tutte le relazioni la democrazia nonviolenta, la giustizia riparativa e la riconciliazione, cominciando subito da famiglia, lavoro, impegno sociale, territorio di residenza. Questa e' l'unica transizione. La seconda evidenza mostra che, se non vediamo soggetti in grado di salvare il mondo, questo e' solo perche' ognuno di noi deve farsi carico di fare la propria parte. Non c'e' spazio per delegare altri.

4. RIFLESSIONE. ROCCO ALTIERI: CI CHIEDIAMO...
[Ringraziamo Rocco Altieri per questo intervento.
Rocco Altieri e' il principale animatore del Centro Gandhi di Pisa, in questi giorni e' particolarmente impegnato a sostegno della raccolta delle firme affinche' si possa presentare alle elezioni europee la lista "Pace Terra Dignita'" in cui sono candidate autorevoli figure della riflessione nonviolenta come Raniero La Valle, Roberto Mancini, Enrico Peyretti ed altre ancora]

Ci chiediamo come fara' Marco Tarquinio, nei fatti addetto stampa di Papa Francesco, a continuare a dichiarare che "La Guerra e' follia" e "La guerra e' sempre una sconfitta", in un partito che si e' fatto con Guerini e soci sostenitore senza dubbi della scelta armata, e senza che ci sia stata una pubblica revisione di tali posizioni belliciste.
Curioso che i dubbi affacciati da Tarquinio nell'intervista al quotidiano "Il Foglio" del 23 marzo 2024 riguardino solo i principi deontologici della professione di giornalista nell'alternarsi con la funzione politica e non invece il grande macigno del mancato ripudio della guerra da parte di chi vuole candidarlo.
Temo una grande operazione di maquillage elettorale da cui il giornalista ne uscia'à malconcio e cosi' anche, purtroppo, la causa del disarmo e della pace.

5. PROFILI. WIKIPEDIA: ENRICO PEYRETTI
[Da Wikipedia, edizione italiana, riprendiamo e diffondiamo.
Enrico Peyretti e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; e' candidato alle elezioni europee nella lista "Pace Terra Dignita'"]

Enrico Peyretti (Torino, 1935) e' un attivista italiano, intellettuale, impegnato nella ricerca per la pace e nel movimento per la nonviolenza.
*
Biografia
E' stato presidente centrale della Federazione Universitaria Cattolica Italiana (FUCI) dal 1959 al 1961 avendo come vice-presidente Pier Cesare Bori e assistente ecclesiastico mons. Franco Costa. Laureato in Giurisprudenza all'Universita' di Torino, licenziato in teologia all'Universita' Gregoriana di Roma. Ordinato presbitero nel 1964 e ritornato laico nel 1974. Nel periodo del post-Concilio Vaticano II animo' a Torino alcune realta' ecclesiali di base, e collaboro' con l'arcivescovo Michele Pellegrino. Fondo' nel 1971 (e diresse fino al 2001), assieme ad "alcuni cristiani di Torino", la rivista mensile il foglio (www.ilfoglio.info e anche in facebook: il foglio-mensile), che ancora oggi rappresenta un vivace luogo di riflessione su tematiche religiose e politiche da parte del Cristianesimo di base. Abilitato all'insegnamento di Scienze Umane, ha insegnato storia e filosofia nei licei statali. Svolge attivita' come ricercatore per la pace nel Centro Studi Domenico Sereno Regis di Torino, sede dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); e' stato membro del comitato scientifico del CISP, Centro Interatenei Studi per la Pace delle Universita' piemontesi. E' membro della rete internazionale Rete Transcend per la Pace, Sviluppo e Ambiente. E' un riferimento all'interno del Movimento nonviolento e del Movimento Internazionale di Riconciliazione.
*
Opere
Ha pubblicato:
"Glorie del pedale", vol. I e vol. II. Quaderni autoprodotti in copia unica con ritagli e commenti sullo sport del ciclismo, 1947 e 1948.
"Alcuni elementi per una filosofia della pace", Scuola di pace, Citta' di Boves, Anno accademico 1993-94.
Dall'albero dei giorni, Soste quotidiane su fatti e segni, Servitium, Sotto il Monte (BG) (1998).
La politica e' pace, Prefazione di Raniero La Valle, Cittadella, Assisi (PG) (1998).
Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino (1999).
Fratello che vai, Malattia e morte del fratello Pier Giorgio, edizione privata (2003-2006).
Dov'e' la vittoria?, Piccola antologia aperta sulla miseria e la fallacia del vincere, Il segno dei Gabrielli, San Pietro in Cariano (VR) (2005).
Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (RM) (2005).
Il diritto di non uccidere. Schegge di speranza, Il Margine, Trento (2009).
Dialoghi con Norberto Bobbio su politica, fede, nonviolenza , con trentanove lettere inedite del filosofo, Claudiana, Torino (2011).
Il bene della pace. La via della nonviolenza , Collana L'etica e i giorni, Cittadella Editrice, Assisi (2012).
Elogio della gratitudine, Prefazione di Giannino Piana, Collana L'etica e i giorni. Cittadella Editrice, Assisi (2015).
Non ho scoperto nuove terre. Con saggio introduttivo di Raniero La Valle, Ed. Mille, Torino 2021.
Ha curato, inoltre,
Autori Vari, Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate (1989)(ora Servitium).
Jean-Marie Muller, Il principio nonviolenza. Una filosofia della pace, Plus, Pisa University Press, Pisa (2004).
In quest'ultimo testo, di cui e' il traduttore, e' presente anche la ricerca bibliografica Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente, disponibile anche, con aggiornamenti successivi, nella rete telematica (1), e in suo blog (2).
Collabora regolarmente a riviste italiane come il foglio (mensile), Rocca, Servitium, Azione Nonviolenta. Ha collaborato alle riviste di cultura: Bozze, Sisifo, Quaderni Satyagraha, Il Tetto, Segno, Giano, Annuario di Filosofia 2006, L'ospite ingrato, Eupolis, Confronti, Lo Straniero, Mosaico di pace, Incontri, Parolechiave, Politica e Societa', Spaziofilosofico, Madrugada, Viottoli, MicroMega, Esodo, e al giornale telematico La nonviolenza e' in cammino. Ha pubblicato contributi in vari volumi collettivi.
Ha collaborato alle attivita' culturali, a Torino, del Centro Studi Piero Gobetti e del Centro Evangelico di Cultura. Ha presentato contributi a vari convegni nazionali di ricerca sulla pace, sulla Difesa Popolare Nonviolenta; ha tenuto lezioni in varie Scuole di pace, in seminari universitari (Bologna, Macerata, Torino, Padova, Roma, Udine), in corsi di aggiornamento per insegnanti ed ha collaborato con vari enti nella formazione degli obiettori di coscienza.
Ha donato la sua biblioteca (circa 8.000 volumi) al Comune di Collegno (Torino) per il costituendo Museo-Laboratorio della Pace. Ha destinato il proprio archivio (circa 120 faldoni) all'Archivio di Stato di Torino, nel fondo del mensile il foglio di Torino, dal 1971.
*
Note
1. Sito di Peacelink
2. enricopeyretti.blogspot.com

6. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO NARGES MOHAMMADI E LA LOTTA DELLE DONNE IN IRAN. CHIEDIAMO LA LIBERAZIONE DELL'ATTIVISTA PREMIO NOBEL PER LA PACE E CHE SIANO ACCOLTE LE SUE RICHIESTE DI RISPETTO DEI DIRITTI UMANI

Sosteniamo Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace, detenuta in Iran per la sua lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani e per l'abolizione della pena di morte.
Sosteniamo la lotta nonviolenta delle donne in Iran per la dignita' umana di tutti gli esseri umani.
Sia liberata Narges Mohammadi e tutte le prigioniere e tutti i prigionieri di coscienza, tutte le detenute e tutti i detenuti politici, tutte le persone innocenti perseguitate e sequestrate, in Iran come ovunque.
Cessi l'oppressione delle donne in Iran come ovunque nel mondo, siano rispettati i diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Chiediamo al Parlamento e al governo italiano di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo e alla Commissione Europea di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Segretario Generale e all'Assemblea Generale dell'Onu di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
*
Chiediamo a tutte le persone di volonta' buona, a tutti i movimenti democratici, a tutte le istituzioni sollecite del bene comune e della dignita' umana, a tutti i mezzi d'informazione impegnati per la verita' e la giustizia, d'impegnarsi a sostegno di Narges Mohammadi e delle donne iraniane.
*
Donna, vita, liberta'.

7. APPELLI. KAIROS PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Come tutti sanno, quest'anno si vota per le elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America.
E come tutti sanno il presidente uscente in scadenza di mandato e' solito concedere la grazia ad alcuni detenuti.
Ci sono molte ragioni per ritenere che Biden potrebbe finalmente decidere la liberazione di Leonard Peltier.
Viceversa, se le elezioni fossero vinte dalla destra suprematista di cui Trump e' palese espressione, per i prossimi quattro anni ben difficilmente si potrebbe sperare in un provvedimento di grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
E' quindi questo il momento di esercitare la massima pressione nonviolenta per contribuire a persuadere l'attuale presidente statunitense a concedere la grazia all'illustre attivista nativo americano da 48 anni detenuto innocente.
*
Segnaliamo alcune circostanze favorevoli.
La prima: il Comitato nazionale del partito democratico statunitense all'unanimita' ha deliberato una risoluzione che chiede la liberazione di Leonard Peltier: il che significa che l'intero partito democratico, di cui Biden e' espressione, chiede al Presidente la grazia per Leonard Peltier.
La seconda: alcuni mesi fa decine di parlamentari statunitensi, sia democratici che repubblicani, hanno chiesto la liberazione di Leonard Peltier, segnalando cosi' che anche nel Congresso vi e' una crescente convinzione che Leonard Peltier debba essere liberato e che quindi il Presidente dovrebbe concedere la grazia.
La terza: a livello internazionale va poi ricordato che la Commissione giuridica costituita ad hoc dall'Onu per riesaminare l'intera vicenda giudiziaria di Leonard Peltier ha concluso i suoi lavori chiedendone la liberazione.
Ne' c'e' bisogno di ricordare che nel corso di cinque decadi milioni di persone hanno chiesto di liberare Peltier (e tra loro figure prestigiose come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama e papa Francesco), cosi' come numerose istituzioni di tutto il mondo (e tra esse, reiteratamente fin dagli anni '90, il Parlamento Europeo), ed innumerevoli associazioni democratiche, umanitarie, in difesa dei diritti umani (prima fra tutte Amnesty International).
Vi sono insomma tutte le condizioni affinche' il Presidente degli Stati Uniti prenda la storica decisione di liberare Leonard Peltier.
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Certo, i presidenti che in passato sembrava avessero preso in seria considerazione l'ipotesi - Clinton prima, Obama poi - rinunciarono infine, verosimilmente perche' intimiditi dai settori piu' oltranzisti e razzisti (ed usi al ricatto) dell'Fbi; ma ormai, come e' noto, anche dall'interno dell'Fbi si sono levate voci che richiedono la liberazione di Leonard Peltier denunciandone la persecuzione ed attestando che fin dall'inizio era perfettamente noto che le cosiddette "testimonianze" e le cosiddette "prove" contro di lui erano del tutto false e fabbricate ad hoc mentendo e sapendo di mentire.
Biden potrebbe quindi risolversi a un atto di verita' e di giustizia atteso ormai da decenni. E non solo per ragioni ideali ma anche per motivi meramente utilitari: e' ovvio che la liberazione di Peltier potrebbe persuadere al voto per il presidente uscente quell'ampia parte dell'opinione pubblica americana che nel corso di quasi mezzo secolo ha preso coscienza della sesquipedale ingiustizia e colossale assurdita' della detenzione di Leonard Peltier, e che quindi apprezzerebbe il provvedimento di grazia come una sia pur parziale, e certo assai tardiva, riparazione dovuta.
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A tutto cio' si aggiunga che con l'avanzare dell'eta' le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono fatte sempre piu' precarie, come e' stato recentemente evidenziato da un drammatico appello promosso dal comitato di solidarieta' che direttamente lo sostiene.
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Stando cosi' le cose occorre in questi mesi estendere ed intensificare l'impegno per la liberazione del nostro fratello e compagno di lotte in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia della Madre Terra.
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Cosa si puo' dunque fare?
Suggeriremmo le seguenti iniziative:
1. scrivere direttamente a Biden, attraverso lo spazio dedicato nel sito della Casa Bianca: https://www.whitehouse.gov/contact/
2. scrivere al comitato che direttamente sostiene Leonard Peltier (attraverso il sito: https://www.freeleonardpeltiernow.org/) e, avendone la possibilita', effettuare una donazione;
3. diffondere l'informazione sulla figura e la vicenda di Leonard Peltier: scrivendo ai mezzi d'informazione, utilizzando le risorse di internet, promuovendo iniziative locali e non solo;
4. sollecitare prese di posizione pubbliche da parte di associazioni ed istituzioni;
5. in particolare promuovere presso gli enti locali la presentazione ed approvazione di mozioni o ordini del giorno di solidarieta' con Leonard Peltier;
6. costruire una rete solidale che si colleghi ai comitati gia' esistenti (benemeriti, pur con tutti i loro limiti) ma che si estenda molto oltre coinvolgendo il maggior numero possibile di persone, associazioni, movimenti, istituzioni.
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Facciamo sentire alla Casa Bianca la corale richiesta di ogni persona di volonta' buona, di ogni associazione democratica, di ogni istituto orientato al bene comune.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato un uomo innocente.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato un generoso difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato un nativo americano che continua la lotta di Toro Seduto e di Cavallo Pazzo per la liberta' del suo popolo e di tutti i popoli oppressi.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato un uomo coraggioso che continua la lotta di Mohandas Gandhi e di Nelson Mandela per la verita' e la giustizia, per la dignita' umana, per il bene comune dell'umanita'.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato il nostro fratello Leonard Peltier.
Contro tutte le stragi e le uccisioni.
Per la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano.
Per il rispetto e la difesa dell'intero mondo vivente.
Free Leonard Peltier.
Mitakuye Oyasin.
*
Il comitato viterbese per la liberazione di Leonard Peltier
Viterbo, 17 marzo 2024
Segnaliamo alcuni  materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page

8. REPETITA IUVANT. PERCHE' OCCORRE SCRIVERE ORA A BIDEN PER CHIEDERE LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Perche' tra meno di un anno negli Stati Uniti d'America ci saranno le elezioni presidenziali.
Ed e' abitudine dei presidenti al termine del mandato di concedere la grazia ad alcune persone detenute.
Quindi e' in questi mesi che Biden decidera' in merito.
E quindi e' adesso che occorre persuaderlo a restituire la liberta' a Leonard Peltier.
*
Di seguito le indicazioni dettagliate per scrivere alla Casa Bianca e una proposta di testo in inglese
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 48 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 48 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.

9. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

10. REPETITA IUVANT. A COSTO DI SEMBRARE IL SOLITO GRILLO PARLANTE... (NOVEMBRE 2023)

Ci sono alcune cose che vanno pur dette, e allora diciamole.
*
Ogni manifestazione a favore dell'esistenza dello stato di Israele che non s'impegni anche per la nascita dello stato di Palestina rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione a sostegno del popolo palestinese che non s'impegni anche a sostegno del popolo ebraico rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da un'organizzazione terrorista e non quelle commesse da uno stato e' peggio che inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da uno stato e non quelle commesse da un'organizzazione terrorista e' peggio che inutile.
*
Sia il popolo palestinese che il popolo ebraico sono realmente minacciati di genocidio.
E' compito dell'umanita' intera impedire questi genocidi, tutti i genocidi.
Per impedire il genocidio del popolo ebraico e' indispensabile l'esistenza dello stato di Israele.
Per immpedire il genocidio del popolo palestinese e' indispensabile l'esistenza dello stato di Palestina.
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Allo stato di Israele chiediamo:
1. di cessare la guerra a Gaza e il sostegno alle violenze dei coloni in Cisgiordania.
2. di cessare di occupare i territori palestinesi e di riconoscere l'esistenza dello stato di Palestina nei territori della Cisgiordania e di Gaza devolvendo immediatamente tutte le funzioni giurisdizionali ed amministrative e le risorse relative all'Autorita' Nazionale Palestinese - intesa come governo provvisorio dello stato di Palestina fino alle elezioni democratiche -.
3. di sgomberare immediatamente le illegali colonie nei territori occupati, restituendo quelle aree al popolo palestinese.
4. di concordare con l'Autorita' Nazionale Palestinese l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di essere una piena democrazia abrogando ogni misura legislativa ed amministrativa di discriminazione razzista.
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All'Autorita' Nazionale Palestinese chiediamo:
1. di assumere immediatamente il governo della Striscia di Gaza.
2. di adoperarsi ivi per l'immediata liberazione di tutte le persone rapite da Hamas.
3. di organizzare lo stato di Palestina indipendente e democratico.
4. di concordare con lo stato di Israele l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di adoperarsi affinche' nessuno stato arabo o musulmano possa piu' proseguire in una politica antisraeliana ed antiebraica prendendo abusivamente a pretesto la causa palestinese.
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All'Onu chiediamo:
1. un piano straordinario di aiuti per la Palestina.
2. una deliberazione dell'Assemblea Generale che riconoscendo i due stati di Israele e di Palestina vincoli tutti gli stati membri delle Nazioni Unite a cessare ogni politica di negazione dello stato di Israele, ogni politica di persecuzione antiebraica.
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Agli stati ed agli organismi politici sovranazionali d'Europa (l'Europa che e' il continente in cui si sono realizzati la bimillenaria persecuzione antiebraica e l'orrore assoluto della Shoah; l'Europa che e' il continente i cui principali stati hanno oppresso i popoli del resto del mondo con il razzismo, il colonialismo, l'imperialismo fin genocida) chiediamo:
1. di risarcire adeguatamente sia lo stato di Israele che lo stato di Palestina per le sofferenze inflitte ai loro popoli sia direttamente che indirettamente.
2. di contrastare il fascismo e il razzismo, l'antisemitismo e l'islamofobia, tutte le ideologie di odio e le organizzazioni che le praticano e le diffondono, e tutti i crimini conseguenti.
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Fermare la guerra.
Fermare le stragi.
Restituire la liberta' a tutte le persone che ne sono state private.
Riconoscere e proteggere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.

11. REPETITA IUVANT. COSA POSSIAMO (E DOBBIAMO) REALMENTE FARE CONTRO LA GUERRA IN CORSO IN EUROPA? (APRILE 2023)

Certo, continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime.
Certo, continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre.
Certo, continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente.
Certo, continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani,  sempre e solo uccide gli esseri umani,  sempre e solo uccide gli esseri umani.
Certo, continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino.
Certo, continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
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Tutto cio' e' buono e giusto, ma non basta.
Occorre fare anche altre cose che solo noi qui in Europa occidentale possiamo e dobbiamo fare.
E le cose che possiamo e dobbiamo fare sono queste:
1. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale contrastare anche qui la macchina bellica, l'industria armiera, i mercanti di morte, la follia militarista, i governanti stragisti: paralizzare i poteri assassini occorre.
2. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di mettere il veto ad ogni iniziativa della Nato, l'organizzazione terrorista e stragista di cui i nostri paesi tragicamente fanno parte: paralizzare immediatamente i criminali della Nato occorre, e successivamente procedere allo scioglimento della scellerata organizzazione.
3. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di cessare di armare ed alimentare la guerra e sostenere invece l'impegno per l'immediato cessate il fuoco ed immediate trattative di pace.
4. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di restituire all'Onu la funzione e il potere di abolire il flagello della guerra.
5. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
6. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica della sicurezza comune dell'umanita' intera fondata sulla Difesa popolare nonviolenta, sui Corpi civili di pace, sulle concrete pratiche che inverino l'affermazione del diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta' di tutti i popoli e di tutte le persone.
7. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica comune di attiva difesa dell'intero mondo vivente prima che la catastrofe ambientale in corso sia irreversibile.
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E' questa la nostra opinione fin dall'inizio della tragedia in corso.
Ci sembra che senza queste azioni nonviolente la guerra, le stragi e le devastazioni non saranno fermate.
Troppi esseri umani sono gia' stati uccisi per la criminale follia dei governanti.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi per la salvezza comune dell'umanita' intera.
Sia massima universalmente condivisa la regola aurea che afferma: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

12. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Alisia Signorile, Marina Torta, La scena del crimine e le ricostruzioni 3D, Le scienze - La Repubblica, Roma 2024, pp. 142, euro 9,90.
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Riletture
- Edith Stein, L'empatia, Franco Angeli, Milano 1986, 2002, pp. 208.
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Maestri
- Sebastiano Timpanaro, Antileopardiani e neomoderati nella sinistra italiana, Ets, Pisa 1982, pp. 348.
- Sebastiano Timpanaro, Aspetti e figure della cultura ottocentesca, Nistri-Lischi, Pisa 1980, pp. XVI + 480.
- Sebastiano Timpanaro, Classicismo e illuminismo nell'Ottocento italiano, Nistri-Lischi, Pisa 1965, 1969, 1988, pp. XL + 440.
- Sebastiano Timpanaro, La filologia di Giacomo Leopardi, Le Monnier, Firenze 1955, Laterza, Roma-Bari 1978, 1997, pp. XVI + 272.
- Sebastiano Timpanaro, Nuovi studi sul nostro Ottocento, Nistri-Lischi, Pisa 1995, pp. XXII + 248.

13. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

14. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5160 del 4 aprile 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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