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[Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 428
- Subject: [Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 428
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Sun, 3 Mar 2024 06:00:18 +0100
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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 428 del 3 marzo 2024
In questo numero:
1. Otto marzo
2. Sabato 9 marzo a Roma manifestazione nazionale per la pace e i diritti
3. Una lettera a Erinna del 23 febbraio 2023
4. Sosteniamo Narges Mohammadi e la lotta delle donne in Iran. Chiediamo la liberazione dell'attivista Premio Nobel per la Pace e che siano accolte le sue richieste di rispetto dei diritti umani
5. Perche' occorre scrivere ora a Biden per chiedere la liberazione di Leonard Peltier
6. Non muoia in carcere Leonard Peltier, difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra. Alcuni materiali di documentazione
7. Alcuni riferimenti utili
8. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
9. Solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani
10. A costo di sembrare il solito grillo parlante... (novembre 2023)
11. Cosa possiamo (e dobbiamo) realmente fare contro la guerra in corso in Europa? (aprile 2023)
12. Biblioteca italiana delle donne: Bibliografia di Lea Melandri
1. REPETITA IUVANT. OTTO MARZO
L'otto marzo, ripetiamolo ancora una volta, non e' un giorno di festa, ma di memoria e di lotta.
E' il giorno in cui ricordiamo tutte le donne vittime di oppressione, violenza, morte.
E' in giorno in cui ricordiamo che una societa' che spacca l'umanita' in due e pretende di ridurne la meta' a eterna serva dell'altra meta', e' gia' una societa' fascista.
E' il giorno in cui ci diciamo ancora una volta le ragioni per cui solo la lotta di liberazione delle donne libera l'umanita' intera, poiche' il potere patriarcale e maschilista e' la prima radice e il primo paradigma di tutte le violenze che affliggono e discerpano l'umanita'.
Ogni giorno e' l'otto marzo.
Con volto e con voce di donna la nonviolenza e' in cammino.
2. INIZIATIVE. SABATO 9 MARZO A ROMA MANIFESTAZIONE NAZIONALE PER LA PaCE E I DIRITTI
Movimenti, associazioni, coalizioni pacifiste, istituzioni democratiche e persone di volonta' buona il 9 marzo a Roma manifesteranno contro la guerra e per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Ovunque si organizzi l'adesione e la partecipazione.
Solo la pace salva le vite.
*
Abolire la guerra, gli eserciti, le armi.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe in corso.
3. REPETITA IUVANT. UNA LETTERA A ERINNA DEL 23 FEBBRAIO 2023
Carissima Anna, carissima Valentina, carissime tutte di "Erinna",
vorrei ringraziarvi per aver promosso l'iniziativa "Donne contro la guerra" che si svolgera' venerdi' 24 febbraio a Viterbo con inizio alle ore 17 presso il locale Biancovolta in via delle piagge 23.
Non mi sara' possibile essere presente per ascoltare le vostre sempre preziose riflessioni, testimonianze, proposte d'azione nonviolenta.
Con queste righe vorrei comunque esprimervi tutto il mio apprezzamento e tutto il mio sostegno non solo per questa iniziativa di pace, ma per tutta la vostra ultraventennale straordinaria attivita' che a Viterbo costituisce un punto di riferimento per tutte le persone di volonta' buona impegnate contro tutte le violenze.
*
Si', occorre opporsi a tutte le guerre, a tutte le stragi, a tutte le uccisioni.
Si', occorre opporsi a tutte le guerre, a tutti gli eserciti, a tutte le armi.
Si', occorre opporsi alla violenza maschile che e' la prima radice e il primo paradigma di tutte le violenze.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Solo il movimento di liberazione delle donne puo' liberare l'umanita' intera.
*
Grazie ancora di tutto cuore e un forte abbraccio dal vostro vecchio amico, allievo e seguace
Peppe
Viterbo, 23 febbraio 2023
* * *
Allegato: Tre minime descrizioni della nonviolenza e cinque perorazioni per il disarmo
I. Tre minime descrizioni della nonviolenza
1. La nonviolenza non indossa il frac
La nonviolenza non la trovi al ristorante.
Non la incontri al circolo dei nobili.
Non frequenta la scuola di buone maniere.
E' sempre fuori dall'inquadratura delle telecamere delle televisioni.
La nonviolenza non fa spettacolo.
La nonviolenza non vende consolazioni.
La nonviolenza non guarda la partita.
E' nel conflitto che la nonviolenza agisce.
Dove vi e' chi soffre, li' interviene la nonviolenza.
Dove vi e' ingiustizia, li' interviene la nonviolenza.
Non la trovi nei salotti e nelle aule.
Non la trovi tra chi veste buoni panni.
Non la trovi dove e' lustra l'epidermide e non brontola giammai lo stomaco.
La nonviolenza e' dove c'e' la lotta per far cessare tutte le violenze.
La nonviolenza e' l'umanita' in cammino per abolire ogni sopraffazione.
Non siede nel consiglio di amministrazione.
Non si abbuffa coi signori eccellentissimi.
Non ha l'automobile, non ha gli occhiali da sole, non ha il costume da bagno.
Condivide la sorte delle oppresse e degli oppressi.
Quando vince rinuncia a ogni potere.
Non esiste nella solitudine.
Sempre pensa alla liberta' del prossimo, sempre pensa al riscatto del vinto,
sempre pensa ad abbattere i regimi e di poi a riconciliare gli animi.
Sa che il male e' nella ricchezza, sa che il bene e' la condivisione;
sa che si puo' e si deve liberare ogni persona e quindi questo vuole:
la liberta' di tutte, la giustizia, la misericordia.
La nonviolenza e' l'antibarbarie.
La nonviolenza e' il riconoscimento della dignita' di ogni essere vivente.
La nonviolenza e' questa compassione: sentire insieme, voler essere insieme,
dialogo infinito, colloquio corale, miracolo dell'incontro e della nascita;
l'intera umanita' unita contro il male e la morte;
si', se possiamo dirlo in un soffio e in un sorriso: tutti per uno, uno per tutti.
La nonviolenza e' la lotta che salva.
Ha volto e voce di donna, sa mettere al mondo il mondo,
il suo tocco risana le ferite, i suoi gesti sono limpida acqua, i suoi atti recano luce;
sempre lotta per la verita' ed il bene, usa solo mezzi coerenti
con il fine della verita' e del bene.
Sa che il mondo e' gremito di persone, cosi' fragili, smarrite e sofferenti.
Sa che la sua lotta deve esser la piu' ferma; e deve essere la piu' delicata.
Quando la plebe all'opra china si rialza: li' e' la nonviolenza.
Quando lo schiavo dice adesso basta, li' e' la nonviolenza.
Quando le oppresse e gli oppressi cominciano a lottare
per un'umanita' di persone tutte libere ed eguali in diritti,
li', li' e' la nonviolenza.
Quando ti svegli ed entri nella lotta, la nonviolenza gia' ti viene incontro.
La nonviolenza e' una buona cosa.
E' questa buona cosa che fai tu quando fai la cosa giusta e necessaria.
*
2. Breve litania della nonviolenza
La nonviolenza non e' la luna nel pozzo.
La nonviolenza non e' la pappa nel piatto.
La nonviolenza non e' il galateo del pappagallo.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' la ciancia dei rassegnati.
La nonviolenza non e' il bignami degli ignoranti.
La nonviolenza non e' il giocattolo degli intellettuali.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' il cappotto di Gogol.
La nonviolenza non e' il cavallo a dondolo dei generali falliti.
La nonviolenza non e' la Danimarca senza il marcio.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' l'ascensore senza bottoni.
La nonviolenza non e' il colpo di carambola.
La nonviolenza non e' l'applauso alla fine dell'atto terzo.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' il museo dell'esotismo.
La nonviolenza non e' il salotto dei perdigiorno.
La nonviolenza non e' il barbiere di Siviglia.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' la spiritosaggine degli impotenti.
La nonviolenza non e' la sala dei professori.
La nonviolenza non e' il capello senza diavoli.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' il ricettario di Mamma Oca.
La nonviolenza non e' l'albero senza serpente.
La nonviolenza non e' il piagnisteo di chi si e' arreso.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' la quiete dopo la tempesta.
La nonviolenza non e' il bicchiere della staffa.
La nonviolenza non e' il vestito di gala.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' il sapone con gli gnocchi.
La nonviolenza non e' il film al rallentatore.
La nonviolenza non e' il semaforo sempre verde.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' il jolly pescato nel mazzo.
La nonviolenza non e' il buco senza la rete.
La nonviolenza non e' il fiume dove ti bagni due volte.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' l'abracadabra degli stenterelli.
La nonviolenza non e' il cilindro estratto dal coniglio.
La nonviolenza non e' il coro delle mummie del gabinetto.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' niente che si veda in televisione.
La nonviolenza non e' niente che si insegni dalle cattedre.
La nonviolenza non e' niente che si serva al bar.
La nonviolenza e' solo la lotta contro la violenza.
*
3. Della nonviolenza dispiegata al sole ad asciugare
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza la politica necessaria.
Chiamiamo nonviolenza l'occhio che vede e piange.
Chiamiamo nonviolenza la lotta per l'abolizione di tutte le guerre.
Chiamiamo nonviolenza la lotta che abroga ogni servitu'.
Chiamiamo nonviolenza questo accampamento notturno nel deserto.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'amicizia che non tradisce.
Chiamiamo nonviolenza il ponte di corda teso sull'abisso.
Chiamiamo nonviolenza la fine della paura della morte.
Chiamiamo nonviolenza la fine della minaccia della morte.
Chiamiamo nonviolenza aver visto e alba e tramonto con limpido cuore.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il tappeto volante.
Chiamiamo nonviolenza il voto unanime per la salvezza degli assenti.
Chiamiamo nonviolenza il cielo stellato.
Chiamiamo nonviolenza il rispetto della vita altrui.
Chiamiamo nonviolenza il sonno dei giusti e dei giusti la veglia.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il silenzio che non spaventa.
Chiamiamo nonviolenza la telefonata che ferma l'esecuzione.
Chiamiamo nonviolenza il libro che ti fa ridere e piangere.
Chiamiamo nonviolenza il viaggio senza bagagli.
Chiamiamo nonviolenza il suono dell'arcobaleno.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il pasto in comune.
Chiamiamo nonviolenza il miracolo della nascita.
Chiamiamo nonviolenza la voce che risponde.
Chiamiamo nonviolenza la porta che si apre allo straniero.
Chiamiamo nonviolenza la lotta contro la violenza.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il dono e la rinuncia.
Chiamiamo nonviolenza la leggerezza sui corpi.
Chiamiamo nonviolenza la parola che suscita le praterie.
Chiamiamo nonviolenza il soffio che estingue gli incendi.
Chiamiamo nonviolenza l'infinito respiro del mare.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'umanita' come dovrebbe essere.
Chiamiamo nonviolenza la coscienza del limite.
Chiamiamo nonviolenza il ritrovamento dell'anello di Salomone.
Chiamiamo nonviolenza gl'immortali principi dell'Ottantanove.
Chiamiamo nonviolenza l'ironia e la pazienza.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il riconoscimento della pluralita' delle persone e dei mondi.
Chiamiamo nonviolenza la distruzione di tutte le armi assassine.
Chiamiamo nonviolenza non nascondere la nostra ignoranza.
Chiamiamo nonviolenza rifiutarsi di mentire.
Chiamiamo nonviolenza la scelta di fare la cosa che salva le vite.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza una giornata di sole sulla strada.
Chiamiamo nonviolenza la scuola di Spartaco e della Rosa Rossa.
Chiamiamo nonviolenza la certezza morale del figlio della levatrice.
Chiamiamo nonviolenza la legge nuova del figlio del falegname.
Chiamiamo nonviolenza le tre ghinee di Virginia.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza questo atto di riconoscimento e di riconoscenza.
Chiamiamo nonviolenza il giro della borraccia.
Chiamiamo nonviolenza questo colloquio corale.
Chiamiamo nonviolenza la Resistenza antifascista.
Chiamiamo nonviolenza l'uscita dallo stato di minorita'.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza parlare e ascoltare.
Chiamiamo nonviolenza la stazione sempre aperta.
Chiamiamo nonviolenza lo specchio e la sorgente.
Chiamiamo nonviolenza sentire il dolore degli altri.
Chiamiamo nonviolenza prendersi cura del mondo.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
* * *
II. Cinque perorazioni per il disarmo
1. La prima politica e' il disarmo
La prima politica e' il disarmo
sostituire all'arte dell'uccidere
quella severa di salvare le vite
Senza disarmo il mondo tutto muore
senza disarmo le nuvole si ghiacciano
le lacrime diventano veleno
si crepano i marmi ne escono draghi
Senza disarmo ogni parola mente
senza disarmo ogni albero si secca
l'aria non porta piu' i suoni
la polvere colma i polmoni
Senza disarmo piovono scorpioni
senza disarmo in ogni piatto e' vomito
dal rubinetto esce sale e vetro
le scarpe stritolano le ossa dei piedi
Solo il disarmo frena le valanghe
solo il disarmo risana le ferite
solo il disarmo salva le vite
Salvare le vite e' il primo dovere
salvare le vite
il primo dovere
*
2. Piccolo dittico delle armi e del disarmo
I.
Le armi sanno a cosa servono
le armi non sbagliano la mira
le armi odiano le persone
quando le ammazzano poi vanno all'osteria
a ubriacarsi e a cantare fino all'alba
Le armi bevono il sangue
le armi mettono briglie e sella alle persone
poi le cavalcano fino a sfiancarle
affondano gli speroni per godere dei sussulti
della carne che soffre
Le armi non sentono ragione
una sola cosa desiderano: uccidere
e poi ancora uccidere
uccidere le persone
tutte le persone
Le armi la sanno lunga
fanno bella figura in televisione
sorridono sempre
parlano di cose belle
promettono miliardi di posti di lavoro
e latte e miele gratis per tutti
Le armi hanno la loro religione
hanno la scienza esatta degli orologi
hanno l'arte sottile del pennello
e del bulino e la sapienza grande
di trasformare tutto in pietra e vento
e della loro religione l'unico
articolo di fede dice: nulla
e nulla e nulla e nulla e nulla e nulla
e tutto ha da tornare ad esser nulla
Le armi ci guardano dal balcone
mentre ci affaccendiamo per le strade
ci fischiano e poi fanno finta di niente
ci gettano qualche spicciolo qualche caramella
cerini accesi mozziconi scampoli
di tela e schizzi di vernice e polpette
con dentro minuscole schegge di vetro
Sanno il francese hanno tutti i dischi
raccontano di quando in mongolfiera
e delle proprieta' nelle colonie d'oltremare
e delle ville tutte marmi e stucchi
t'invitano nel loro palco all'opera
ti portano al campo dei miracoli
Sanno le armi come farsi amare
e passo dopo passo addurti dove
hanno allestito la sala del banchetto
II.
Senza disarmo i panni stesi non si asciugano
senza disarmo la pizza diventa carbone
senza disarmo hai freddo anche con tre cappotti
Senza disarmo il fazzoletto ti strappa la mano
senza disarmo la maniglia della porta ti da' la scossa
senza disarmo le scarpe ti mangiano i piedi
Senza disarmo l'aria t'avvelena
senza disarmo il caffe' diventa sterco
senza disarmo dallo specchio uno ti spara
Senza disarmo il letto e' tutto spine
senza disarmo scordi tutte le parole
senza disarmo e' buio anche di giorno
Senza disarmo ogni casa brucia
senza disarmo quel che tocchi ghiaccia
senza disarmo tutto e' aceto e grandine
Senza disarmo la guerra non finisce
Senza disarmo finisce l'umanita'
*
3. In quanto le armi
In quanto le armi servono a uccidere
le persone, l'esistenza delle armi
e' gia' una violazione dei diritti umani.
Solo il disarmo salva le vite
solo il disarmo rispetta e difende gli esseri umani
solo il disarmo riconosce e restituisce
umanita' all'umanita'.
Solo con il disarmo
la civilta' rinasce
il sole sorge ancora
fioriscono i meli
tornano umani gli esseri umani.
*
4. Del non uccidere argomento primo
Si assomigliano come due fratelli
Abele e Caino, nessuno dei due
sa chi sara' la vittima, chi l'assassino.
Non c'e' netto un confine
tra bene e male
e l'occhio non distingue
zucchero e sale.
In questo laborioso labirinto
che non ha uscita
non esser tu del novero di quelli
che ad altri strappano la breve vita.
Mantieni l'unica vera sapienza:
come vorresti esser trattato tu
le altre persone tratta.
Da te l'umanita' non sia disfatta.
Sull'orlo dell'abisso scegli sempre
di non uccidere, di opporti a ogni uccisione,
ad ogni guerra, ogni arma, ogni divisa:
ogni plotone e' di esecuzione.
Non c'e' netto un confine
tra bene e male
e l'occhio non distingue
zucchero e sale.
Si assomigliano come due fratelli
Abele e Caino, nessuno dei due
sa chi sara' la vittima, chi l'assassino.
*
5. Poiche' vi e' una sola umanita'
Poiche' vi e' una sola umanita'
noi dichiariamo che ogni essere umano
abbia rispetto e solidarieta'
da chiunque altro sia essere umano.
Nessun confine puo' la dignita'
diminuire umana, o il volto umano
sfregiare, o denegar la qualita'
umana propria di ogni essere umano.
Se l'edificio della civilta'
umana ha un senso, ed esso non e' vano,
nessuno allora osi levar la mano
contro chi chiede ospitalita'.
Se la giustizia e se la liberta'
non ciancia, bensi' pane quotidiano
hanno da essere, cosi' il lontano
come il vicino merita pieta'.
Nel condividere e' la verita'
ogni volto rispecchia il volto umano
nel mutuo aiuto e' la felicita'
ogni diritto e' un diritto umano.
Se vero e' che tutto finira'
non prevarra' la morte sull'umano
soltanto se la generosita'
sara' la legge di ogni essere umano.
La nonviolenza e' questa gaia scienza
che lotta per salvar tutte le vite
la nonviolenza e' questa lotta mite
e intransigente contro ogni violenza.
4. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO NARGES MOHAMMADI E LA LOTTA DELLE DONNE IN IRAN. CHIEDIAMO LA LIBERAZIONE DELL'ATTIVISTA PREMIO NOBEL PER LA PACE E CHE SIANO ACCOLTE LE SUE RICHIESTE DI RISPETTO DEI DIRITTI UMANI
Sosteniamo Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace, detenuta in Iran per la sua lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani e per l'abolizione della pena di morte.
Sosteniamo la lotta nonviolenta delle donne in Iran per la dignita' umana di tutti gli esseri umani.
Sia liberata Narges Mohammadi e tutte le prigioniere e tutti i prigionieri di coscienza, tutte le detenute e tutti i detenuti politici, tutte le persone innocenti perseguitate e sequestrate, in Iran come ovunque.
Cessi l'oppressione delle donne in Iran come ovunque nel mondo, siano rispettati i diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Chiediamo al Parlamento e al governo italiano di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo e alla Commissione Europea di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Segretario Generale e all'Assemblea Generale dell'Onu di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
*
Chiediamo a tutte le persone di volonta' buona, a tutti i movimenti democratici, a tutte le istituzioni sollecite del bene comune e della dignita' umana, a tutti i mezzi d'informazione impegnati per la verita' e la giustizia, d'impegnarsi a sostegno di Narges Mohammadi e delle donne iraniane.
*
Donna, vita, liberta'.
5. REPETITA IUVANT. PERCHE' OCCORRE SCRIVERE ORA A BIDEN PER CHIEDERE LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
Perche' quest'anno negli Stati Uniti d'America ci saranno le elezioni presidenziali.
Ed e' abitudine dei presidenti al termine del mandato di concedere la grazia ad alcune persone detenute.
Quindi e' in questi mesi che Biden decidera' in merito.
E quindi e' adesso che occorre persuaderlo a restituire la liberta' a Leonard Peltier.
*
Di seguito le indicazioni dettagliate per scrivere alla Casa Bianca e una proposta di testo in inglese
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 48 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 48 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.
6. MATERIALI. NON MUOIA IN CARCERE LEONARD PELTIER, DIFENSORE DEI DIRITTI UMANI DI TUTTI GLI ESSERI UMANI E DELLA MADRE TERRA. ALCUNI MATERIALI DI DOCUMENTAZIONE
Non muoia in carcere Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
Si estenda e si intensifichi la mobilitazione nonviolenta internazionale per chiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
*
Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
*
Free Leonard Peltier.
Mitakuye Oyasin.
7. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI
Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com
8. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE
Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it
9. REPETITA IUVANT. SOLIDALI CON LE DONNE IRANIANE NELLA LOTTA NONVIOLENTA PER I DIRITTI UMANI DI TUTTI GLI ESSERI UMANI
Siamo solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessi la repressione del movimento democratico e nonviolento delle donne - e degli uomini postisi alla loro sequela - che si riconosce nel motto "Donna, vita, liberta'", che siano liberate e liberati tutte le prigioniere e tutti i prigionieri politici, che cessi la violenza maschilista di stato, e che siano riconosciuti, rispettati e difesi tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Nessuna autorita' e' legittima se non rispetta la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
10. REPETITA IUVANT. A COSTO DI SEMBRARE IL SOLITO GRILLO PARLANTE... (NOVEMBRE 2023)
Ci sono alcune cose che vanno pur dette, e allora diciamole.
*
Ogni manifestazione a favore dell'esistenza dello stato di Israele che non s'impegni anche per la nascita dello stato di Palestina rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione a sostegno del popolo palestinese che non s'impegni anche a sostegno del popolo ebraico rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da un'organizzazione terrorista e non quelle commesse da uno stato e' peggio che inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da uno stato e non quelle commesse da un'organizzazione terrorista e' peggio che inutile.
*
Sia il popolo palestinese che il popolo ebraico sono realmente minacciati di genocidio.
E' compito dell'umanita' intera impedire questi genocidi, tutti i genocidi.
Per impedire il genocidio del popolo ebraico e' indispensabile l'esistenza dello stato di Israele.
Per immpedire il genocidio del popolo palestinese e' indispensabile l'esistenza dello stato di Palestina.
*
Allo stato di Israele chiediamo:
1. di cessare la guerra a Gaza e il sostegno alle violenze dei coloni in Cisgiordania.
2. di cessare di occupare i territori palestinesi e di riconoscere l'esistenza dello stato di Palestina nei territori della Cisgiordania e di Gaza devolvendo immediatamente tutte le funzioni giurisdizionali ed amministrative e le risorse relative all'Autorita' Nazionale Palestinese - intesa come governo provvisorio dello stato di Palestina fino alle elezioni democratiche -.
3. di sgomberare immediatamente le illegali colonie nei territori occupati, restituendo quelle aree al popolo palestinese.
4. di concordare con l'Autorita' Nazionale Palestinese l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di essere una piena democrazia abrogando ogni misura legislativa ed amministrativa di discriminazione razzista.
*
All'Autorita' Nazionale Palestinese chiediamo:
1. di assumere immediatamente il governo della Striscia di Gaza.
2. di adoperarsi ivi per l'immediata liberazione di tutte le persone rapite da Hamas.
3. di organizzare lo stato di Palestina indipendente e democratico.
4. di concordare con lo stato di Israele l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di adoperarsi affinche' nessuno stato arabo o musulmano possa piu' proseguire in una politica antisraeliana ed antiebraica prendendo abusivamente a pretesto la causa palestinese.
*
All'Onu chiediamo:
1. un piano straordinario di aiuti per la Palestina.
2. una deliberazione dell'Assemblea Generale che riconoscendo i due stati di Israele e di Palestina vincoli tutti gli stati membri delle Nazioni Unite a cessare ogni politica di negazione dello stato di Israele, ogni politica di persecuzione antiebraica.
*
Agli stati ed agli organismi politici sovranazionali d'Europa (l'Europa che e' il continente in cui si sono realizzati la bimillenaria persecuzione antiebraica e l'orrore assoluto della Shoah; l'Europa che e' il continente i cui principali stati hanno oppresso i popoli del resto del mondo con il razzismo, il colonialismo, l'imperialismo fin genocida) chiediamo:
1. di risarcire adeguatamente sia lo stato di Israele che lo stato di Palestina per le sofferenze inflitte ai loro popoli sia direttamente che indirettamente.
2. di contrastare il fascismo e il razzismo, l'antisemitismo e l'islamofobia, tutte le ideologie di odio e le organizzazioni che le praticano e le diffondono, e tutti i crimini conseguenti.
*
Fermare la guerra.
Fermare le stragi.
Restituire la liberta' a tutte le persone che ne sono state private.
Riconoscere e proteggere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.
11. REPETITA IUVANT. COSA POSSIAMO (E DOBBIAMO) REALMENTE FARE CONTRO LA GUERRA IN CORSO IN EUROPA? (APRILE 2023)
Certo, continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime.
Certo, continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre.
Certo, continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente.
Certo, continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani, sempre e solo uccide gli esseri umani, sempre e solo uccide gli esseri umani.
Certo, continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino.
Certo, continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
*
Tutto cio' e' buono e giusto, ma non basta.
Occorre fare anche altre cose che solo noi qui in Europa occidentale possiamo e dobbiamo fare.
E le cose che possiamo e dobbiamo fare sono queste:
1. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale contrastare anche qui la macchina bellica, l'industria armiera, i mercanti di morte, la follia militarista, i governanti stragisti: paralizzare i poteri assassini occorre.
2. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di mettere il veto ad ogni iniziativa della Nato, l'organizzazione terrorista e stragista di cui i nostri paesi tragicamente fanno parte: paralizzare immediatamente i criminali della Nato occorre, e successivamente procedere allo scioglimento della scellerata organizzazione.
3. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di cessare di armare ed alimentare la guerra e sostenere invece l'impegno per l'immediato cessate il fuoco ed immediate trattative di pace.
4. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di restituire all'Onu la funzione e il potere di abolire il flagello della guerra.
5. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
6. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica della sicurezza comune dell'umanita' intera fondata sulla Difesa popolare nonviolenta, sui Corpi civili di pace, sulle concrete pratiche che inverino l'affermazione del diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta' di tutti i popoli e di tutte le persone.
7. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica comune di attiva difesa dell'intero mondo vivente prima che la catastrofe ambientale in corso sia irreversibile.
*
E' questa la nostra opinione fin dall'inizio della tragedia in corso.
Ci sembra che senza queste azioni nonviolente la guerra, le stragi e le devastazioni non saranno fermate.
Troppi esseri umani sono gia' stati uccisi per la criminale follia dei governanti.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi per la salvezza comune dell'umanita' intera.
Sia massima universalmente condivisa la regola aurea che afferma: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
12. MATERIALI. BIBLIOTECA ITALIANA DELLE DONNE: BIBLIOGRAFIA DI LEA MELANDRI
[Dal sito bibliotecadelledonne.women.it riprendiamo e diffondiamo]
In occasione della presenza di Lea Melandri il 17-18 dicembre 2023 alla Biblioteca/Centro delle donne abbiamo redatto questa bibliografia.
Lea Melandri, all'anagrafe Maddalena Melandri (Fusignano, 4 marzo 1941), e' una scrittrice, saggista, giornalista, femminista militante; dagli anni settanta e' stata un'attivista del movimento delle donne italiano, scrivendo vari libri al riguardo. Redattrice, insieme allo psicoanalista Elvio Fachinelli e Luisa Muraro dal 1971 al 1978, della rivista "L'Erba voglio" e dal 1987 al 1997 ha diretto la rivista "Lapis. Percorsi della riflessione femminile", ha curato molte rubriche di vari giornali italiani. Collabora con moltissime testate giornalistiche tra cui: Il Manifesto, L'Unita', Noi donne, L'Internazionale, Il Corriere della Sera, Jacobin Italia, La Repubblica, Ragazzi In, DoppioZero, Gli Asini, Il Fatto Quotidiano, Il Sole 24 Ore, etc.
Questa bibliografia sulle opere scritte da Lea Melandri e saggi, articoli e recensioni sull'autrice, si basa sui documenti posseduti dal Polo di Bologna, molti di questi sono reperibili nella Biblioteca Italiana delle Donne, mentre per i titoli non presenti in Polo abbiamo consultato il catalogo nazionale SBN, la piattaforma AlmaStart e altre piattaforme. Solo testi in lingua italiana (ad eccezione di un ebook). Le opere sono state ordinate per catalogo e inserite in ordine cronologico.
*
Opere di Lea Melandri
Melandri, Lea, Gli avvolgimenti del tempo: tra pandemie, guerre, sessismo e devastazione ambientale, Edizioni Smasher, Barcellona Pozzo di Gotto 2022.
Melandri, Lea, La mappa del cuore: lettere di adolescenti a una femminista, Enciclopedia delle Donne, Milano 2021.
Melandri, Lea, Love and violence: the vexatious factors of civilization, translation by Antonio Calcagno, State University of New York Press, Albany 2019 (E-BOOK).
Melandri, Lea, Love and violence: the vexatious factors of civilization, translation by Antonio Calcagno, Albany, State University of New York Press 2018.
Melandri, Lea, Alfabeto d'origine: memoria del corpo e scrittura di esperienza, Neri Pozza, Vicenza 2017.
Melandri, Lea, Amore e violenza: il fattore molesto della civilta', Bollati Boringhieri, Torino 2011.
Melandri, Lea, Ciccone Stefano, Il legame insospettabile tra amore e violenza, Effigi, Arcidosso: Accademia Amiata mutamenti, Roma 2008.
Melandri, Lea, Preistorie: di cronaca e d'altro, Filema, Napoli 2004.
Melandri, Lea, Le passioni del corpo: la vicenda dei sessi tra origine e storia, Bollati Boringhieri, Torino 2001.
Melandri, Lea, Una visceralita' indicibile: la pratica dell'inconscio nel movimento delle donne degli anni Settanta, F. Angeli, Milano 2000. Ultima ristampa per Enciclopedia delle Donne (2023).
Melandri, Lea, L'infamia originaria: facciamola finita col cuore e la politica, Manfestolibri, Roma 1997.
Melandri, Lea, L'infamie originaire: pour en finir avec le coeur et la politique, Melandri, Lea, Des femmes, Parigi 1979.
Melandri, Lea, Migliaia di foglietti: mineralogia del mondo interno, Mobydick, Faenza 1996.
Melandri, Lea, Lo strabismo della memoria, La tartaruga, Milano 1991.
Melandri, Lea, Come nasce il sogno d'amore, Rizzoli, Milano 1988. Ultima ristampa per Fernandel, 2023.
*
Studi su Lea Melandri
Il futuro e' aperto: storia e prospettive del femminismo italiano. Lea Melandri, Luisa Muraro, Adriana Cavarero e Rossana Rossanda / Elvira Roncalli, Novate Milanese, Prospero Editore, 2023.
Pironi, Tiziana (a cura di), Autorita' in crisi: scuola, famiglia, societa' prima e dopo il '68, Aracne, Canterano 2020.
Bartoloni, Stefania (a cura di), Attraversando il tempo: centoventi anni dell'Unione femminile nazionale (1899-2019), Viella, Roma 2019.
Pollio, Silvia, La mappa esplosa. Il 'lungo '68' milanese di Lea Melandri, [s.l., s.n.], 2019.
Ciccone, Stefano [et. al.] (a cura di), Silenzi: non detti, reticenze e assenze di (tra) donne e uomini, Ediesse, Roma 2012.
Marchetti, Sabrina [et. al.] (a cura di), Femministe a parole: grovigli da districare, Ediesse, Roma 2012.
Filippini, Nadia Maria (a cura di), Una democrazia incompiuta: donne e politica in Italia dall'Ottocento ai nostri giorni; Societa' italiana delle storiche, F. Angeli, Milano 2007.
Nobili, Piera [et. al.] (a cura di), Le passioni di Lea: storia di un incontro ravennate, Longo, Ravenna 2006.
Mapelli, Paola [et. al.] (a cura di), Una storia imprevista: femminismi del Novecento ed educazione. Antologia, Guerini studio, Milano 2003.
Brigadeci Concetta [et. al.] (a cura di), Corpo, individuo e legame sociale: la vicenda dei sessi tra biologia e storia: corso tenuto da Lea Melandri presso l'Unione femminile di Milano, Associazione per una libera universita' delle donne, [s.d.], Milano 1980-2000.
Attanasio, Maria [et al] (a cura di), La nascita e il processo di individuazione nel maschio e nella femmina: appunti, scritti, notazioni intorno al corso tenuto da Lea Melandri presso il Consiglio di zona 14, via Oglio 18, Milano, s.n., Milano 1992.
Attanasio, Maria [et al] (a cura di), Le scritture di esperienza delle donne tra finzione letteraria e inizio di storia propria: appunti, scritti, notazioni, intorno al seminario tenuto da Lea Melandri nel febbraio - marzo 1991, [s.n.], Milano 1991.
Aldrovandi, Giuliana [et. al.] (a cura di), Le immagini del femminile nella cultura e nella scrittura privata delle donne: appunti, scritti, notazioni in margine al corso tenuto da Lea Melandri presso la Biblioteca civica, via Oglio 18, Milano, Associazione per una libera Universita' delle donne, Milano 1989.
*
Curatele e miscellanee
Melandri, Lea, Postfazione in Di Sabatino Guendalina (a cura di), Chiamatela Venerdi': storie di quotidiana violenza domestica, Barcellona Pozzo di Gotto, Smasher, 2021.
Buonapace, Nicoletta, Nel sale della notte: poesie; con una lettura di Lea Melandri, Smasher, Barcellona Pozzo di Gotto 2019.
Melandri, Lea, Elvio Fachinelli, vita e morte del Sessantotto in Poggio Pier Paolo [et. al.] (a cura di) L'ultima rivoluzione: figure e interpreti del Sessantotto, Fondazione Luigi Micheletti, Brescia 2019.
Melandri, Lea (a cura di), Il desiderio dissidente: antologia della rivista "L'erba voglio"1971-1977, DeriveApprodi, Roma 2018.
Melandri, Lea (a cura di), Rossana Rossanda, Questo corpo che mi abita, Bollati Boringhieri, Torino 2018.
Melandri, Lea, Prefazione in Leclerc Annie, Della paedophilia e altri sentimenti, Malcor D', Catania 2015.
Perroni, Marinella (a cura di), In contropiede: le donne rileggono la Costituzione / Bocchetti, Bongiorno, Comencini, D'Amico, Marzano, Melandri, Murano; presentazione di Lidia Ravera, Ediesse, Roma 2014.
Melandri, Lea, Presentazione in Laura Gambi [et. al.] (a cura di), Partire dal corpo: laboratorio politico di donne e uomini, Ediesse, Roma 2011.
Melandri, Lea (a cura di), Manuela Fraire e Rossana Rossanda, La perdita, Bollati Boringhieri, Torino 2008.
Lea Melandri, Infamia originaria, in Guerra, Elda, Storia e cultura politica delle donne, Archetipolibri, Bologna 2008.
Senaris, Agnese, Smarrirsi in pensieri lunari, con una lettura di Lea Melandri, Graus, Napoli 2007.
Fouque', Friedrich, Ondina / F. de La Motte-Fouque', Ondina se ne va / I. Bachmann; con una lettura di Lea Melandri, nota biografica di Letizia Pelosi Napoli, Filema, 2004.
Redaelli, Paola (a cura di), Lapis : incubi di pace, con Laura Kreyder, Lea Melandri, Maria Nadotti, Manifestolibri, Roma 2000.
Melandri Lea [et. al.] (a cura di), La guerra e il silenzio delle donne, Libera Universita' delle donne, Milano 2000.
Malago', Elia, L'ombra ripresa Tre Lune, Mantova 1999.
Melandri, Lea, Postfazione in Lefervre Francoise, Il piccolo principe cannibale: un bambino affetto da autismo divora l'amore e le parole della madre scrittrice, traduzione di Carmelina Bongiorno, Muzzio, Padova 1993.
Bellosi, Giuseppe, E' paradis; traduzione di Loris Rambelli; con una lettura di Lea Melandri, Moby Dick, Faenza, 1992.
Guerra, Marina, Tempi e momenti: Lugo, immagini degli anni Ottanta; una poesia di Goffredo Guerra; testi di Sante Medri, Lea Melandri, Essegi, Ravenna 1989.
Melandri, Lea (a cura di), Svelamento: Sibilla Aleramo, biografia, frammenti, Alba Morino 1988.
Melandri Lea [et. al.] (a cura di), Sibilla Aleramo: coscienza e scrittura, Feltrinelli, Milano 1986.
Morino, Alba (a cura di), Un amore insolito: diario 1940-1944 / Sibilla Aleramo, con una lettura di Lea Melandri e una cronologia della vita dell'autrice, Feltrinelli, Milano 1979.
Melandri, Lea, Ecstasy, Coldness, and Sadness Which is Freedom (translated by Kate Soper), in Off screen: Women and Film in Italy, by Bruno Giuliana & Nadotti Maria, Routledge, London 2016.
*
Articoli in rivista
Melandri, Lea, Parati, Graziella [a cura di.], West, Rebecca J. [a cura di.], From gender difference to the individuality of male and female, in "Italian feminist theory and practice: equality and sexual difference", Madison, WI, Fairleigh Dickinson University Press, 2002, p. 104 - 116.
Melandri, Lea, Le verita' impresentabili del femminismo di bell hooks, in "Genesis: rivista della Societa' italiana delle storiche", a. 21, n. 2, lug. 2022, p. 200-204.
Melandri, Lea, Alfabeti da scoprire, in "Leggendaria", A. 2018, Volume 22, Fascicolo 127, p. 1-50.
Melandri, Lea, La Parola Contaminata Dei Movimenti Non Autoritari Degli Anni Settanta, in "Philosophy Kitchen", 9 (2018), Philosophy Kitchen, 2018 (9).
Violi, Stefania (a cura di), Declinare le differenze: intervista a Lea Melandri, in "DWF", n. 103/104 (lug.-dic. 2014), p. 87-100.
Melandri, Lea, Un socialismo da caserma, una psicoanalisi impotente: l'altra sinistra, in "Rivista di psicologia analitica", 81 (2010), p. 245-249.
Melandri, Lea, La protesta Extrema del Femminismo, in "Debate Feminista", 40 (2009), Debate Feminista, 2009, Vol. 40.
Melandri, Lea, Una Radice, Tante Case, in "Quaderni Di Didattica Della Scrittura", (2008), 13-20.
Melandri, Lea, (a cura di), Lo Chopin partiva: storie di donne, in "Una Citta'", Forli' 2007.
Melandri, Lea, La spudoratezza: vita e opere di Sibilla Aleramo, in "Memoria" (Torino), 8, 1983, p. 5-23.
Melandri, Lea, La teoria ha i piedi freddi, in "DWF", n. 1 (1986), p. 91-98.
*
Articoli nella rivista "Lapis"
Melandri, Lea, Percorsi del femminismo milanese a confronto, in "Lapis", n. 32. 1996, p. 110-118.
Melandri, Lea, L'occhio degli altri. Il femminismo secondo i giornali (1974-76), in "Lapis", n. 30, 1996, p. 100-112.
Melandri, Lea, Autobiografia e soggettivita' politica, in "Lapis", n. 31, 1996, p. 45-53.
Melandri, Lea, Il linguaggio della dea, in "Lapis", n. 26, 1995, p. 46-65.
Melandri, Lea, La maternita' fa strani giri, in "Lapis", n. 27, 1995, p. 21.
Melandri, Lea, L'enigma di Freud, in "Lapis", n. 28, 1995, p. 10-24.
Melandri, Lea, Storie di genere, in "Lapis", n. 22, 1994, p. 6-16.
Melandri, Lea, L'agire politico e la ricerca, in "Lapis", n. 23, 1994, p. 11-17.
Melandri, Lea, Il corpo, una terra d'altri, in "Lapis", n. 19, 1993, p. 15-26.
Melandri, Lea, Segnali di sottobanco, in "Lapis", n. 20, 1993, p. 62-72.
Melandri, Lea, Freud e le frontiere del narcisismo, in "Lapis", n. 17, 1993, p. 20-26.
Melandri, Lea, Quel raccontare femminile, in "Lapis", n. 15, 1992, p. 9-15.
Melandri, Lea, L'eredita' contesa, in "Lapis", n. 16, 1992, p. 10-26.
Melandri, Lea, La mappa del cuore, in "Lapis", n. 7. 1990. p. 39-46.
Melandri, Lea, Il sogno e le storie, in "Lapis", n. 9, 1990, p. 40-51.
Melandri, Lea, Parentele insospettabili, in "Lapis", n. 5., 1989, p. 111-115
Melandri, Lea, Gli avvolgimenti del tempo, in "Lapis", n. 6, 1989, p. 20-25.
Melandri, Lea, Quasi una realta', in "Lapis", 1989, n. 4, p. 65-69.
Melandri, Lea, Papa Weininger, in "Lapis", 1989, n. 3, p. 39-45.
Melandri, Lea, Racconti in filigrana, in "Lapis", 1989, n. 3, p. 39-45.
Melandri, Lea, Alfabeto d'infanzia, in "Lapis", 1988, n. 2, p. 59-61.
Melandri, Lea, Le semplificazioni della politica, in "Lapis", 1987, n. 1, p. 7-16.
*
Segnaliamo in particolare l'archivio di Lea Melandri: https://archiviodilea.it/
Inoltre segnaliamo https://it.wikipedia.org/wiki/Lea_Melandri
https://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/lea-melandri/
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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 428 del 3 marzo 2024
*
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 428 del 3 marzo 2024
In questo numero:
1. Otto marzo
2. Sabato 9 marzo a Roma manifestazione nazionale per la pace e i diritti
3. Una lettera a Erinna del 23 febbraio 2023
4. Sosteniamo Narges Mohammadi e la lotta delle donne in Iran. Chiediamo la liberazione dell'attivista Premio Nobel per la Pace e che siano accolte le sue richieste di rispetto dei diritti umani
5. Perche' occorre scrivere ora a Biden per chiedere la liberazione di Leonard Peltier
6. Non muoia in carcere Leonard Peltier, difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra. Alcuni materiali di documentazione
7. Alcuni riferimenti utili
8. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
9. Solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani
10. A costo di sembrare il solito grillo parlante... (novembre 2023)
11. Cosa possiamo (e dobbiamo) realmente fare contro la guerra in corso in Europa? (aprile 2023)
12. Biblioteca italiana delle donne: Bibliografia di Lea Melandri
1. REPETITA IUVANT. OTTO MARZO
L'otto marzo, ripetiamolo ancora una volta, non e' un giorno di festa, ma di memoria e di lotta.
E' il giorno in cui ricordiamo tutte le donne vittime di oppressione, violenza, morte.
E' in giorno in cui ricordiamo che una societa' che spacca l'umanita' in due e pretende di ridurne la meta' a eterna serva dell'altra meta', e' gia' una societa' fascista.
E' il giorno in cui ci diciamo ancora una volta le ragioni per cui solo la lotta di liberazione delle donne libera l'umanita' intera, poiche' il potere patriarcale e maschilista e' la prima radice e il primo paradigma di tutte le violenze che affliggono e discerpano l'umanita'.
Ogni giorno e' l'otto marzo.
Con volto e con voce di donna la nonviolenza e' in cammino.
2. INIZIATIVE. SABATO 9 MARZO A ROMA MANIFESTAZIONE NAZIONALE PER LA PaCE E I DIRITTI
Movimenti, associazioni, coalizioni pacifiste, istituzioni democratiche e persone di volonta' buona il 9 marzo a Roma manifesteranno contro la guerra e per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Ovunque si organizzi l'adesione e la partecipazione.
Solo la pace salva le vite.
*
Abolire la guerra, gli eserciti, le armi.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe in corso.
3. REPETITA IUVANT. UNA LETTERA A ERINNA DEL 23 FEBBRAIO 2023
Carissima Anna, carissima Valentina, carissime tutte di "Erinna",
vorrei ringraziarvi per aver promosso l'iniziativa "Donne contro la guerra" che si svolgera' venerdi' 24 febbraio a Viterbo con inizio alle ore 17 presso il locale Biancovolta in via delle piagge 23.
Non mi sara' possibile essere presente per ascoltare le vostre sempre preziose riflessioni, testimonianze, proposte d'azione nonviolenta.
Con queste righe vorrei comunque esprimervi tutto il mio apprezzamento e tutto il mio sostegno non solo per questa iniziativa di pace, ma per tutta la vostra ultraventennale straordinaria attivita' che a Viterbo costituisce un punto di riferimento per tutte le persone di volonta' buona impegnate contro tutte le violenze.
*
Si', occorre opporsi a tutte le guerre, a tutte le stragi, a tutte le uccisioni.
Si', occorre opporsi a tutte le guerre, a tutti gli eserciti, a tutte le armi.
Si', occorre opporsi alla violenza maschile che e' la prima radice e il primo paradigma di tutte le violenze.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Solo il movimento di liberazione delle donne puo' liberare l'umanita' intera.
*
Grazie ancora di tutto cuore e un forte abbraccio dal vostro vecchio amico, allievo e seguace
Peppe
Viterbo, 23 febbraio 2023
* * *
Allegato: Tre minime descrizioni della nonviolenza e cinque perorazioni per il disarmo
I. Tre minime descrizioni della nonviolenza
1. La nonviolenza non indossa il frac
La nonviolenza non la trovi al ristorante.
Non la incontri al circolo dei nobili.
Non frequenta la scuola di buone maniere.
E' sempre fuori dall'inquadratura delle telecamere delle televisioni.
La nonviolenza non fa spettacolo.
La nonviolenza non vende consolazioni.
La nonviolenza non guarda la partita.
E' nel conflitto che la nonviolenza agisce.
Dove vi e' chi soffre, li' interviene la nonviolenza.
Dove vi e' ingiustizia, li' interviene la nonviolenza.
Non la trovi nei salotti e nelle aule.
Non la trovi tra chi veste buoni panni.
Non la trovi dove e' lustra l'epidermide e non brontola giammai lo stomaco.
La nonviolenza e' dove c'e' la lotta per far cessare tutte le violenze.
La nonviolenza e' l'umanita' in cammino per abolire ogni sopraffazione.
Non siede nel consiglio di amministrazione.
Non si abbuffa coi signori eccellentissimi.
Non ha l'automobile, non ha gli occhiali da sole, non ha il costume da bagno.
Condivide la sorte delle oppresse e degli oppressi.
Quando vince rinuncia a ogni potere.
Non esiste nella solitudine.
Sempre pensa alla liberta' del prossimo, sempre pensa al riscatto del vinto,
sempre pensa ad abbattere i regimi e di poi a riconciliare gli animi.
Sa che il male e' nella ricchezza, sa che il bene e' la condivisione;
sa che si puo' e si deve liberare ogni persona e quindi questo vuole:
la liberta' di tutte, la giustizia, la misericordia.
La nonviolenza e' l'antibarbarie.
La nonviolenza e' il riconoscimento della dignita' di ogni essere vivente.
La nonviolenza e' questa compassione: sentire insieme, voler essere insieme,
dialogo infinito, colloquio corale, miracolo dell'incontro e della nascita;
l'intera umanita' unita contro il male e la morte;
si', se possiamo dirlo in un soffio e in un sorriso: tutti per uno, uno per tutti.
La nonviolenza e' la lotta che salva.
Ha volto e voce di donna, sa mettere al mondo il mondo,
il suo tocco risana le ferite, i suoi gesti sono limpida acqua, i suoi atti recano luce;
sempre lotta per la verita' ed il bene, usa solo mezzi coerenti
con il fine della verita' e del bene.
Sa che il mondo e' gremito di persone, cosi' fragili, smarrite e sofferenti.
Sa che la sua lotta deve esser la piu' ferma; e deve essere la piu' delicata.
Quando la plebe all'opra china si rialza: li' e' la nonviolenza.
Quando lo schiavo dice adesso basta, li' e' la nonviolenza.
Quando le oppresse e gli oppressi cominciano a lottare
per un'umanita' di persone tutte libere ed eguali in diritti,
li', li' e' la nonviolenza.
Quando ti svegli ed entri nella lotta, la nonviolenza gia' ti viene incontro.
La nonviolenza e' una buona cosa.
E' questa buona cosa che fai tu quando fai la cosa giusta e necessaria.
*
2. Breve litania della nonviolenza
La nonviolenza non e' la luna nel pozzo.
La nonviolenza non e' la pappa nel piatto.
La nonviolenza non e' il galateo del pappagallo.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' la ciancia dei rassegnati.
La nonviolenza non e' il bignami degli ignoranti.
La nonviolenza non e' il giocattolo degli intellettuali.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' il cappotto di Gogol.
La nonviolenza non e' il cavallo a dondolo dei generali falliti.
La nonviolenza non e' la Danimarca senza il marcio.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' l'ascensore senza bottoni.
La nonviolenza non e' il colpo di carambola.
La nonviolenza non e' l'applauso alla fine dell'atto terzo.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' il museo dell'esotismo.
La nonviolenza non e' il salotto dei perdigiorno.
La nonviolenza non e' il barbiere di Siviglia.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' la spiritosaggine degli impotenti.
La nonviolenza non e' la sala dei professori.
La nonviolenza non e' il capello senza diavoli.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' il ricettario di Mamma Oca.
La nonviolenza non e' l'albero senza serpente.
La nonviolenza non e' il piagnisteo di chi si e' arreso.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' la quiete dopo la tempesta.
La nonviolenza non e' il bicchiere della staffa.
La nonviolenza non e' il vestito di gala.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' il sapone con gli gnocchi.
La nonviolenza non e' il film al rallentatore.
La nonviolenza non e' il semaforo sempre verde.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' il jolly pescato nel mazzo.
La nonviolenza non e' il buco senza la rete.
La nonviolenza non e' il fiume dove ti bagni due volte.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' l'abracadabra degli stenterelli.
La nonviolenza non e' il cilindro estratto dal coniglio.
La nonviolenza non e' il coro delle mummie del gabinetto.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' niente che si veda in televisione.
La nonviolenza non e' niente che si insegni dalle cattedre.
La nonviolenza non e' niente che si serva al bar.
La nonviolenza e' solo la lotta contro la violenza.
*
3. Della nonviolenza dispiegata al sole ad asciugare
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza la politica necessaria.
Chiamiamo nonviolenza l'occhio che vede e piange.
Chiamiamo nonviolenza la lotta per l'abolizione di tutte le guerre.
Chiamiamo nonviolenza la lotta che abroga ogni servitu'.
Chiamiamo nonviolenza questo accampamento notturno nel deserto.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'amicizia che non tradisce.
Chiamiamo nonviolenza il ponte di corda teso sull'abisso.
Chiamiamo nonviolenza la fine della paura della morte.
Chiamiamo nonviolenza la fine della minaccia della morte.
Chiamiamo nonviolenza aver visto e alba e tramonto con limpido cuore.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il tappeto volante.
Chiamiamo nonviolenza il voto unanime per la salvezza degli assenti.
Chiamiamo nonviolenza il cielo stellato.
Chiamiamo nonviolenza il rispetto della vita altrui.
Chiamiamo nonviolenza il sonno dei giusti e dei giusti la veglia.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il silenzio che non spaventa.
Chiamiamo nonviolenza la telefonata che ferma l'esecuzione.
Chiamiamo nonviolenza il libro che ti fa ridere e piangere.
Chiamiamo nonviolenza il viaggio senza bagagli.
Chiamiamo nonviolenza il suono dell'arcobaleno.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il pasto in comune.
Chiamiamo nonviolenza il miracolo della nascita.
Chiamiamo nonviolenza la voce che risponde.
Chiamiamo nonviolenza la porta che si apre allo straniero.
Chiamiamo nonviolenza la lotta contro la violenza.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il dono e la rinuncia.
Chiamiamo nonviolenza la leggerezza sui corpi.
Chiamiamo nonviolenza la parola che suscita le praterie.
Chiamiamo nonviolenza il soffio che estingue gli incendi.
Chiamiamo nonviolenza l'infinito respiro del mare.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'umanita' come dovrebbe essere.
Chiamiamo nonviolenza la coscienza del limite.
Chiamiamo nonviolenza il ritrovamento dell'anello di Salomone.
Chiamiamo nonviolenza gl'immortali principi dell'Ottantanove.
Chiamiamo nonviolenza l'ironia e la pazienza.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il riconoscimento della pluralita' delle persone e dei mondi.
Chiamiamo nonviolenza la distruzione di tutte le armi assassine.
Chiamiamo nonviolenza non nascondere la nostra ignoranza.
Chiamiamo nonviolenza rifiutarsi di mentire.
Chiamiamo nonviolenza la scelta di fare la cosa che salva le vite.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza una giornata di sole sulla strada.
Chiamiamo nonviolenza la scuola di Spartaco e della Rosa Rossa.
Chiamiamo nonviolenza la certezza morale del figlio della levatrice.
Chiamiamo nonviolenza la legge nuova del figlio del falegname.
Chiamiamo nonviolenza le tre ghinee di Virginia.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza questo atto di riconoscimento e di riconoscenza.
Chiamiamo nonviolenza il giro della borraccia.
Chiamiamo nonviolenza questo colloquio corale.
Chiamiamo nonviolenza la Resistenza antifascista.
Chiamiamo nonviolenza l'uscita dallo stato di minorita'.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza parlare e ascoltare.
Chiamiamo nonviolenza la stazione sempre aperta.
Chiamiamo nonviolenza lo specchio e la sorgente.
Chiamiamo nonviolenza sentire il dolore degli altri.
Chiamiamo nonviolenza prendersi cura del mondo.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
* * *
II. Cinque perorazioni per il disarmo
1. La prima politica e' il disarmo
La prima politica e' il disarmo
sostituire all'arte dell'uccidere
quella severa di salvare le vite
Senza disarmo il mondo tutto muore
senza disarmo le nuvole si ghiacciano
le lacrime diventano veleno
si crepano i marmi ne escono draghi
Senza disarmo ogni parola mente
senza disarmo ogni albero si secca
l'aria non porta piu' i suoni
la polvere colma i polmoni
Senza disarmo piovono scorpioni
senza disarmo in ogni piatto e' vomito
dal rubinetto esce sale e vetro
le scarpe stritolano le ossa dei piedi
Solo il disarmo frena le valanghe
solo il disarmo risana le ferite
solo il disarmo salva le vite
Salvare le vite e' il primo dovere
salvare le vite
il primo dovere
*
2. Piccolo dittico delle armi e del disarmo
I.
Le armi sanno a cosa servono
le armi non sbagliano la mira
le armi odiano le persone
quando le ammazzano poi vanno all'osteria
a ubriacarsi e a cantare fino all'alba
Le armi bevono il sangue
le armi mettono briglie e sella alle persone
poi le cavalcano fino a sfiancarle
affondano gli speroni per godere dei sussulti
della carne che soffre
Le armi non sentono ragione
una sola cosa desiderano: uccidere
e poi ancora uccidere
uccidere le persone
tutte le persone
Le armi la sanno lunga
fanno bella figura in televisione
sorridono sempre
parlano di cose belle
promettono miliardi di posti di lavoro
e latte e miele gratis per tutti
Le armi hanno la loro religione
hanno la scienza esatta degli orologi
hanno l'arte sottile del pennello
e del bulino e la sapienza grande
di trasformare tutto in pietra e vento
e della loro religione l'unico
articolo di fede dice: nulla
e nulla e nulla e nulla e nulla e nulla
e tutto ha da tornare ad esser nulla
Le armi ci guardano dal balcone
mentre ci affaccendiamo per le strade
ci fischiano e poi fanno finta di niente
ci gettano qualche spicciolo qualche caramella
cerini accesi mozziconi scampoli
di tela e schizzi di vernice e polpette
con dentro minuscole schegge di vetro
Sanno il francese hanno tutti i dischi
raccontano di quando in mongolfiera
e delle proprieta' nelle colonie d'oltremare
e delle ville tutte marmi e stucchi
t'invitano nel loro palco all'opera
ti portano al campo dei miracoli
Sanno le armi come farsi amare
e passo dopo passo addurti dove
hanno allestito la sala del banchetto
II.
Senza disarmo i panni stesi non si asciugano
senza disarmo la pizza diventa carbone
senza disarmo hai freddo anche con tre cappotti
Senza disarmo il fazzoletto ti strappa la mano
senza disarmo la maniglia della porta ti da' la scossa
senza disarmo le scarpe ti mangiano i piedi
Senza disarmo l'aria t'avvelena
senza disarmo il caffe' diventa sterco
senza disarmo dallo specchio uno ti spara
Senza disarmo il letto e' tutto spine
senza disarmo scordi tutte le parole
senza disarmo e' buio anche di giorno
Senza disarmo ogni casa brucia
senza disarmo quel che tocchi ghiaccia
senza disarmo tutto e' aceto e grandine
Senza disarmo la guerra non finisce
Senza disarmo finisce l'umanita'
*
3. In quanto le armi
In quanto le armi servono a uccidere
le persone, l'esistenza delle armi
e' gia' una violazione dei diritti umani.
Solo il disarmo salva le vite
solo il disarmo rispetta e difende gli esseri umani
solo il disarmo riconosce e restituisce
umanita' all'umanita'.
Solo con il disarmo
la civilta' rinasce
il sole sorge ancora
fioriscono i meli
tornano umani gli esseri umani.
*
4. Del non uccidere argomento primo
Si assomigliano come due fratelli
Abele e Caino, nessuno dei due
sa chi sara' la vittima, chi l'assassino.
Non c'e' netto un confine
tra bene e male
e l'occhio non distingue
zucchero e sale.
In questo laborioso labirinto
che non ha uscita
non esser tu del novero di quelli
che ad altri strappano la breve vita.
Mantieni l'unica vera sapienza:
come vorresti esser trattato tu
le altre persone tratta.
Da te l'umanita' non sia disfatta.
Sull'orlo dell'abisso scegli sempre
di non uccidere, di opporti a ogni uccisione,
ad ogni guerra, ogni arma, ogni divisa:
ogni plotone e' di esecuzione.
Non c'e' netto un confine
tra bene e male
e l'occhio non distingue
zucchero e sale.
Si assomigliano come due fratelli
Abele e Caino, nessuno dei due
sa chi sara' la vittima, chi l'assassino.
*
5. Poiche' vi e' una sola umanita'
Poiche' vi e' una sola umanita'
noi dichiariamo che ogni essere umano
abbia rispetto e solidarieta'
da chiunque altro sia essere umano.
Nessun confine puo' la dignita'
diminuire umana, o il volto umano
sfregiare, o denegar la qualita'
umana propria di ogni essere umano.
Se l'edificio della civilta'
umana ha un senso, ed esso non e' vano,
nessuno allora osi levar la mano
contro chi chiede ospitalita'.
Se la giustizia e se la liberta'
non ciancia, bensi' pane quotidiano
hanno da essere, cosi' il lontano
come il vicino merita pieta'.
Nel condividere e' la verita'
ogni volto rispecchia il volto umano
nel mutuo aiuto e' la felicita'
ogni diritto e' un diritto umano.
Se vero e' che tutto finira'
non prevarra' la morte sull'umano
soltanto se la generosita'
sara' la legge di ogni essere umano.
La nonviolenza e' questa gaia scienza
che lotta per salvar tutte le vite
la nonviolenza e' questa lotta mite
e intransigente contro ogni violenza.
4. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO NARGES MOHAMMADI E LA LOTTA DELLE DONNE IN IRAN. CHIEDIAMO LA LIBERAZIONE DELL'ATTIVISTA PREMIO NOBEL PER LA PACE E CHE SIANO ACCOLTE LE SUE RICHIESTE DI RISPETTO DEI DIRITTI UMANI
Sosteniamo Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace, detenuta in Iran per la sua lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani e per l'abolizione della pena di morte.
Sosteniamo la lotta nonviolenta delle donne in Iran per la dignita' umana di tutti gli esseri umani.
Sia liberata Narges Mohammadi e tutte le prigioniere e tutti i prigionieri di coscienza, tutte le detenute e tutti i detenuti politici, tutte le persone innocenti perseguitate e sequestrate, in Iran come ovunque.
Cessi l'oppressione delle donne in Iran come ovunque nel mondo, siano rispettati i diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Chiediamo al Parlamento e al governo italiano di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo e alla Commissione Europea di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Segretario Generale e all'Assemblea Generale dell'Onu di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
*
Chiediamo a tutte le persone di volonta' buona, a tutti i movimenti democratici, a tutte le istituzioni sollecite del bene comune e della dignita' umana, a tutti i mezzi d'informazione impegnati per la verita' e la giustizia, d'impegnarsi a sostegno di Narges Mohammadi e delle donne iraniane.
*
Donna, vita, liberta'.
5. REPETITA IUVANT. PERCHE' OCCORRE SCRIVERE ORA A BIDEN PER CHIEDERE LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
Perche' quest'anno negli Stati Uniti d'America ci saranno le elezioni presidenziali.
Ed e' abitudine dei presidenti al termine del mandato di concedere la grazia ad alcune persone detenute.
Quindi e' in questi mesi che Biden decidera' in merito.
E quindi e' adesso che occorre persuaderlo a restituire la liberta' a Leonard Peltier.
*
Di seguito le indicazioni dettagliate per scrivere alla Casa Bianca e una proposta di testo in inglese
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 48 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 48 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.
6. MATERIALI. NON MUOIA IN CARCERE LEONARD PELTIER, DIFENSORE DEI DIRITTI UMANI DI TUTTI GLI ESSERI UMANI E DELLA MADRE TERRA. ALCUNI MATERIALI DI DOCUMENTAZIONE
Non muoia in carcere Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
Si estenda e si intensifichi la mobilitazione nonviolenta internazionale per chiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
*
Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
*
Free Leonard Peltier.
Mitakuye Oyasin.
7. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI
Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com
8. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE
Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it
9. REPETITA IUVANT. SOLIDALI CON LE DONNE IRANIANE NELLA LOTTA NONVIOLENTA PER I DIRITTI UMANI DI TUTTI GLI ESSERI UMANI
Siamo solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessi la repressione del movimento democratico e nonviolento delle donne - e degli uomini postisi alla loro sequela - che si riconosce nel motto "Donna, vita, liberta'", che siano liberate e liberati tutte le prigioniere e tutti i prigionieri politici, che cessi la violenza maschilista di stato, e che siano riconosciuti, rispettati e difesi tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Nessuna autorita' e' legittima se non rispetta la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
10. REPETITA IUVANT. A COSTO DI SEMBRARE IL SOLITO GRILLO PARLANTE... (NOVEMBRE 2023)
Ci sono alcune cose che vanno pur dette, e allora diciamole.
*
Ogni manifestazione a favore dell'esistenza dello stato di Israele che non s'impegni anche per la nascita dello stato di Palestina rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione a sostegno del popolo palestinese che non s'impegni anche a sostegno del popolo ebraico rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da un'organizzazione terrorista e non quelle commesse da uno stato e' peggio che inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da uno stato e non quelle commesse da un'organizzazione terrorista e' peggio che inutile.
*
Sia il popolo palestinese che il popolo ebraico sono realmente minacciati di genocidio.
E' compito dell'umanita' intera impedire questi genocidi, tutti i genocidi.
Per impedire il genocidio del popolo ebraico e' indispensabile l'esistenza dello stato di Israele.
Per immpedire il genocidio del popolo palestinese e' indispensabile l'esistenza dello stato di Palestina.
*
Allo stato di Israele chiediamo:
1. di cessare la guerra a Gaza e il sostegno alle violenze dei coloni in Cisgiordania.
2. di cessare di occupare i territori palestinesi e di riconoscere l'esistenza dello stato di Palestina nei territori della Cisgiordania e di Gaza devolvendo immediatamente tutte le funzioni giurisdizionali ed amministrative e le risorse relative all'Autorita' Nazionale Palestinese - intesa come governo provvisorio dello stato di Palestina fino alle elezioni democratiche -.
3. di sgomberare immediatamente le illegali colonie nei territori occupati, restituendo quelle aree al popolo palestinese.
4. di concordare con l'Autorita' Nazionale Palestinese l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di essere una piena democrazia abrogando ogni misura legislativa ed amministrativa di discriminazione razzista.
*
All'Autorita' Nazionale Palestinese chiediamo:
1. di assumere immediatamente il governo della Striscia di Gaza.
2. di adoperarsi ivi per l'immediata liberazione di tutte le persone rapite da Hamas.
3. di organizzare lo stato di Palestina indipendente e democratico.
4. di concordare con lo stato di Israele l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di adoperarsi affinche' nessuno stato arabo o musulmano possa piu' proseguire in una politica antisraeliana ed antiebraica prendendo abusivamente a pretesto la causa palestinese.
*
All'Onu chiediamo:
1. un piano straordinario di aiuti per la Palestina.
2. una deliberazione dell'Assemblea Generale che riconoscendo i due stati di Israele e di Palestina vincoli tutti gli stati membri delle Nazioni Unite a cessare ogni politica di negazione dello stato di Israele, ogni politica di persecuzione antiebraica.
*
Agli stati ed agli organismi politici sovranazionali d'Europa (l'Europa che e' il continente in cui si sono realizzati la bimillenaria persecuzione antiebraica e l'orrore assoluto della Shoah; l'Europa che e' il continente i cui principali stati hanno oppresso i popoli del resto del mondo con il razzismo, il colonialismo, l'imperialismo fin genocida) chiediamo:
1. di risarcire adeguatamente sia lo stato di Israele che lo stato di Palestina per le sofferenze inflitte ai loro popoli sia direttamente che indirettamente.
2. di contrastare il fascismo e il razzismo, l'antisemitismo e l'islamofobia, tutte le ideologie di odio e le organizzazioni che le praticano e le diffondono, e tutti i crimini conseguenti.
*
Fermare la guerra.
Fermare le stragi.
Restituire la liberta' a tutte le persone che ne sono state private.
Riconoscere e proteggere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.
11. REPETITA IUVANT. COSA POSSIAMO (E DOBBIAMO) REALMENTE FARE CONTRO LA GUERRA IN CORSO IN EUROPA? (APRILE 2023)
Certo, continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime.
Certo, continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre.
Certo, continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente.
Certo, continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani, sempre e solo uccide gli esseri umani, sempre e solo uccide gli esseri umani.
Certo, continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino.
Certo, continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
*
Tutto cio' e' buono e giusto, ma non basta.
Occorre fare anche altre cose che solo noi qui in Europa occidentale possiamo e dobbiamo fare.
E le cose che possiamo e dobbiamo fare sono queste:
1. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale contrastare anche qui la macchina bellica, l'industria armiera, i mercanti di morte, la follia militarista, i governanti stragisti: paralizzare i poteri assassini occorre.
2. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di mettere il veto ad ogni iniziativa della Nato, l'organizzazione terrorista e stragista di cui i nostri paesi tragicamente fanno parte: paralizzare immediatamente i criminali della Nato occorre, e successivamente procedere allo scioglimento della scellerata organizzazione.
3. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di cessare di armare ed alimentare la guerra e sostenere invece l'impegno per l'immediato cessate il fuoco ed immediate trattative di pace.
4. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di restituire all'Onu la funzione e il potere di abolire il flagello della guerra.
5. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
6. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica della sicurezza comune dell'umanita' intera fondata sulla Difesa popolare nonviolenta, sui Corpi civili di pace, sulle concrete pratiche che inverino l'affermazione del diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta' di tutti i popoli e di tutte le persone.
7. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica comune di attiva difesa dell'intero mondo vivente prima che la catastrofe ambientale in corso sia irreversibile.
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E' questa la nostra opinione fin dall'inizio della tragedia in corso.
Ci sembra che senza queste azioni nonviolente la guerra, le stragi e le devastazioni non saranno fermate.
Troppi esseri umani sono gia' stati uccisi per la criminale follia dei governanti.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi per la salvezza comune dell'umanita' intera.
Sia massima universalmente condivisa la regola aurea che afferma: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
12. MATERIALI. BIBLIOTECA ITALIANA DELLE DONNE: BIBLIOGRAFIA DI LEA MELANDRI
[Dal sito bibliotecadelledonne.women.it riprendiamo e diffondiamo]
In occasione della presenza di Lea Melandri il 17-18 dicembre 2023 alla Biblioteca/Centro delle donne abbiamo redatto questa bibliografia.
Lea Melandri, all'anagrafe Maddalena Melandri (Fusignano, 4 marzo 1941), e' una scrittrice, saggista, giornalista, femminista militante; dagli anni settanta e' stata un'attivista del movimento delle donne italiano, scrivendo vari libri al riguardo. Redattrice, insieme allo psicoanalista Elvio Fachinelli e Luisa Muraro dal 1971 al 1978, della rivista "L'Erba voglio" e dal 1987 al 1997 ha diretto la rivista "Lapis. Percorsi della riflessione femminile", ha curato molte rubriche di vari giornali italiani. Collabora con moltissime testate giornalistiche tra cui: Il Manifesto, L'Unita', Noi donne, L'Internazionale, Il Corriere della Sera, Jacobin Italia, La Repubblica, Ragazzi In, DoppioZero, Gli Asini, Il Fatto Quotidiano, Il Sole 24 Ore, etc.
Questa bibliografia sulle opere scritte da Lea Melandri e saggi, articoli e recensioni sull'autrice, si basa sui documenti posseduti dal Polo di Bologna, molti di questi sono reperibili nella Biblioteca Italiana delle Donne, mentre per i titoli non presenti in Polo abbiamo consultato il catalogo nazionale SBN, la piattaforma AlmaStart e altre piattaforme. Solo testi in lingua italiana (ad eccezione di un ebook). Le opere sono state ordinate per catalogo e inserite in ordine cronologico.
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Opere di Lea Melandri
Melandri, Lea, Gli avvolgimenti del tempo: tra pandemie, guerre, sessismo e devastazione ambientale, Edizioni Smasher, Barcellona Pozzo di Gotto 2022.
Melandri, Lea, La mappa del cuore: lettere di adolescenti a una femminista, Enciclopedia delle Donne, Milano 2021.
Melandri, Lea, Love and violence: the vexatious factors of civilization, translation by Antonio Calcagno, State University of New York Press, Albany 2019 (E-BOOK).
Melandri, Lea, Love and violence: the vexatious factors of civilization, translation by Antonio Calcagno, Albany, State University of New York Press 2018.
Melandri, Lea, Alfabeto d'origine: memoria del corpo e scrittura di esperienza, Neri Pozza, Vicenza 2017.
Melandri, Lea, Amore e violenza: il fattore molesto della civilta', Bollati Boringhieri, Torino 2011.
Melandri, Lea, Ciccone Stefano, Il legame insospettabile tra amore e violenza, Effigi, Arcidosso: Accademia Amiata mutamenti, Roma 2008.
Melandri, Lea, Preistorie: di cronaca e d'altro, Filema, Napoli 2004.
Melandri, Lea, Le passioni del corpo: la vicenda dei sessi tra origine e storia, Bollati Boringhieri, Torino 2001.
Melandri, Lea, Una visceralita' indicibile: la pratica dell'inconscio nel movimento delle donne degli anni Settanta, F. Angeli, Milano 2000. Ultima ristampa per Enciclopedia delle Donne (2023).
Melandri, Lea, L'infamia originaria: facciamola finita col cuore e la politica, Manfestolibri, Roma 1997.
Melandri, Lea, L'infamie originaire: pour en finir avec le coeur et la politique, Melandri, Lea, Des femmes, Parigi 1979.
Melandri, Lea, Migliaia di foglietti: mineralogia del mondo interno, Mobydick, Faenza 1996.
Melandri, Lea, Lo strabismo della memoria, La tartaruga, Milano 1991.
Melandri, Lea, Come nasce il sogno d'amore, Rizzoli, Milano 1988. Ultima ristampa per Fernandel, 2023.
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Studi su Lea Melandri
Il futuro e' aperto: storia e prospettive del femminismo italiano. Lea Melandri, Luisa Muraro, Adriana Cavarero e Rossana Rossanda / Elvira Roncalli, Novate Milanese, Prospero Editore, 2023.
Pironi, Tiziana (a cura di), Autorita' in crisi: scuola, famiglia, societa' prima e dopo il '68, Aracne, Canterano 2020.
Bartoloni, Stefania (a cura di), Attraversando il tempo: centoventi anni dell'Unione femminile nazionale (1899-2019), Viella, Roma 2019.
Pollio, Silvia, La mappa esplosa. Il 'lungo '68' milanese di Lea Melandri, [s.l., s.n.], 2019.
Ciccone, Stefano [et. al.] (a cura di), Silenzi: non detti, reticenze e assenze di (tra) donne e uomini, Ediesse, Roma 2012.
Marchetti, Sabrina [et. al.] (a cura di), Femministe a parole: grovigli da districare, Ediesse, Roma 2012.
Filippini, Nadia Maria (a cura di), Una democrazia incompiuta: donne e politica in Italia dall'Ottocento ai nostri giorni; Societa' italiana delle storiche, F. Angeli, Milano 2007.
Nobili, Piera [et. al.] (a cura di), Le passioni di Lea: storia di un incontro ravennate, Longo, Ravenna 2006.
Mapelli, Paola [et. al.] (a cura di), Una storia imprevista: femminismi del Novecento ed educazione. Antologia, Guerini studio, Milano 2003.
Brigadeci Concetta [et. al.] (a cura di), Corpo, individuo e legame sociale: la vicenda dei sessi tra biologia e storia: corso tenuto da Lea Melandri presso l'Unione femminile di Milano, Associazione per una libera universita' delle donne, [s.d.], Milano 1980-2000.
Attanasio, Maria [et al] (a cura di), La nascita e il processo di individuazione nel maschio e nella femmina: appunti, scritti, notazioni intorno al corso tenuto da Lea Melandri presso il Consiglio di zona 14, via Oglio 18, Milano, s.n., Milano 1992.
Attanasio, Maria [et al] (a cura di), Le scritture di esperienza delle donne tra finzione letteraria e inizio di storia propria: appunti, scritti, notazioni, intorno al seminario tenuto da Lea Melandri nel febbraio - marzo 1991, [s.n.], Milano 1991.
Aldrovandi, Giuliana [et. al.] (a cura di), Le immagini del femminile nella cultura e nella scrittura privata delle donne: appunti, scritti, notazioni in margine al corso tenuto da Lea Melandri presso la Biblioteca civica, via Oglio 18, Milano, Associazione per una libera Universita' delle donne, Milano 1989.
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Curatele e miscellanee
Melandri, Lea, Postfazione in Di Sabatino Guendalina (a cura di), Chiamatela Venerdi': storie di quotidiana violenza domestica, Barcellona Pozzo di Gotto, Smasher, 2021.
Buonapace, Nicoletta, Nel sale della notte: poesie; con una lettura di Lea Melandri, Smasher, Barcellona Pozzo di Gotto 2019.
Melandri, Lea, Elvio Fachinelli, vita e morte del Sessantotto in Poggio Pier Paolo [et. al.] (a cura di) L'ultima rivoluzione: figure e interpreti del Sessantotto, Fondazione Luigi Micheletti, Brescia 2019.
Melandri, Lea (a cura di), Il desiderio dissidente: antologia della rivista "L'erba voglio"1971-1977, DeriveApprodi, Roma 2018.
Melandri, Lea (a cura di), Rossana Rossanda, Questo corpo che mi abita, Bollati Boringhieri, Torino 2018.
Melandri, Lea, Prefazione in Leclerc Annie, Della paedophilia e altri sentimenti, Malcor D', Catania 2015.
Perroni, Marinella (a cura di), In contropiede: le donne rileggono la Costituzione / Bocchetti, Bongiorno, Comencini, D'Amico, Marzano, Melandri, Murano; presentazione di Lidia Ravera, Ediesse, Roma 2014.
Melandri, Lea, Presentazione in Laura Gambi [et. al.] (a cura di), Partire dal corpo: laboratorio politico di donne e uomini, Ediesse, Roma 2011.
Melandri, Lea (a cura di), Manuela Fraire e Rossana Rossanda, La perdita, Bollati Boringhieri, Torino 2008.
Lea Melandri, Infamia originaria, in Guerra, Elda, Storia e cultura politica delle donne, Archetipolibri, Bologna 2008.
Senaris, Agnese, Smarrirsi in pensieri lunari, con una lettura di Lea Melandri, Graus, Napoli 2007.
Fouque', Friedrich, Ondina / F. de La Motte-Fouque', Ondina se ne va / I. Bachmann; con una lettura di Lea Melandri, nota biografica di Letizia Pelosi Napoli, Filema, 2004.
Redaelli, Paola (a cura di), Lapis : incubi di pace, con Laura Kreyder, Lea Melandri, Maria Nadotti, Manifestolibri, Roma 2000.
Melandri Lea [et. al.] (a cura di), La guerra e il silenzio delle donne, Libera Universita' delle donne, Milano 2000.
Malago', Elia, L'ombra ripresa Tre Lune, Mantova 1999.
Melandri, Lea, Postfazione in Lefervre Francoise, Il piccolo principe cannibale: un bambino affetto da autismo divora l'amore e le parole della madre scrittrice, traduzione di Carmelina Bongiorno, Muzzio, Padova 1993.
Bellosi, Giuseppe, E' paradis; traduzione di Loris Rambelli; con una lettura di Lea Melandri, Moby Dick, Faenza, 1992.
Guerra, Marina, Tempi e momenti: Lugo, immagini degli anni Ottanta; una poesia di Goffredo Guerra; testi di Sante Medri, Lea Melandri, Essegi, Ravenna 1989.
Melandri, Lea (a cura di), Svelamento: Sibilla Aleramo, biografia, frammenti, Alba Morino 1988.
Melandri Lea [et. al.] (a cura di), Sibilla Aleramo: coscienza e scrittura, Feltrinelli, Milano 1986.
Morino, Alba (a cura di), Un amore insolito: diario 1940-1944 / Sibilla Aleramo, con una lettura di Lea Melandri e una cronologia della vita dell'autrice, Feltrinelli, Milano 1979.
Melandri, Lea, Ecstasy, Coldness, and Sadness Which is Freedom (translated by Kate Soper), in Off screen: Women and Film in Italy, by Bruno Giuliana & Nadotti Maria, Routledge, London 2016.
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Articoli in rivista
Melandri, Lea, Parati, Graziella [a cura di.], West, Rebecca J. [a cura di.], From gender difference to the individuality of male and female, in "Italian feminist theory and practice: equality and sexual difference", Madison, WI, Fairleigh Dickinson University Press, 2002, p. 104 - 116.
Melandri, Lea, Le verita' impresentabili del femminismo di bell hooks, in "Genesis: rivista della Societa' italiana delle storiche", a. 21, n. 2, lug. 2022, p. 200-204.
Melandri, Lea, Alfabeti da scoprire, in "Leggendaria", A. 2018, Volume 22, Fascicolo 127, p. 1-50.
Melandri, Lea, La Parola Contaminata Dei Movimenti Non Autoritari Degli Anni Settanta, in "Philosophy Kitchen", 9 (2018), Philosophy Kitchen, 2018 (9).
Violi, Stefania (a cura di), Declinare le differenze: intervista a Lea Melandri, in "DWF", n. 103/104 (lug.-dic. 2014), p. 87-100.
Melandri, Lea, Un socialismo da caserma, una psicoanalisi impotente: l'altra sinistra, in "Rivista di psicologia analitica", 81 (2010), p. 245-249.
Melandri, Lea, La protesta Extrema del Femminismo, in "Debate Feminista", 40 (2009), Debate Feminista, 2009, Vol. 40.
Melandri, Lea, Una Radice, Tante Case, in "Quaderni Di Didattica Della Scrittura", (2008), 13-20.
Melandri, Lea, (a cura di), Lo Chopin partiva: storie di donne, in "Una Citta'", Forli' 2007.
Melandri, Lea, La spudoratezza: vita e opere di Sibilla Aleramo, in "Memoria" (Torino), 8, 1983, p. 5-23.
Melandri, Lea, La teoria ha i piedi freddi, in "DWF", n. 1 (1986), p. 91-98.
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Articoli nella rivista "Lapis"
Melandri, Lea, Percorsi del femminismo milanese a confronto, in "Lapis", n. 32. 1996, p. 110-118.
Melandri, Lea, L'occhio degli altri. Il femminismo secondo i giornali (1974-76), in "Lapis", n. 30, 1996, p. 100-112.
Melandri, Lea, Autobiografia e soggettivita' politica, in "Lapis", n. 31, 1996, p. 45-53.
Melandri, Lea, Il linguaggio della dea, in "Lapis", n. 26, 1995, p. 46-65.
Melandri, Lea, La maternita' fa strani giri, in "Lapis", n. 27, 1995, p. 21.
Melandri, Lea, L'enigma di Freud, in "Lapis", n. 28, 1995, p. 10-24.
Melandri, Lea, Storie di genere, in "Lapis", n. 22, 1994, p. 6-16.
Melandri, Lea, L'agire politico e la ricerca, in "Lapis", n. 23, 1994, p. 11-17.
Melandri, Lea, Il corpo, una terra d'altri, in "Lapis", n. 19, 1993, p. 15-26.
Melandri, Lea, Segnali di sottobanco, in "Lapis", n. 20, 1993, p. 62-72.
Melandri, Lea, Freud e le frontiere del narcisismo, in "Lapis", n. 17, 1993, p. 20-26.
Melandri, Lea, Quel raccontare femminile, in "Lapis", n. 15, 1992, p. 9-15.
Melandri, Lea, L'eredita' contesa, in "Lapis", n. 16, 1992, p. 10-26.
Melandri, Lea, La mappa del cuore, in "Lapis", n. 7. 1990. p. 39-46.
Melandri, Lea, Il sogno e le storie, in "Lapis", n. 9, 1990, p. 40-51.
Melandri, Lea, Parentele insospettabili, in "Lapis", n. 5., 1989, p. 111-115
Melandri, Lea, Gli avvolgimenti del tempo, in "Lapis", n. 6, 1989, p. 20-25.
Melandri, Lea, Quasi una realta', in "Lapis", 1989, n. 4, p. 65-69.
Melandri, Lea, Papa Weininger, in "Lapis", 1989, n. 3, p. 39-45.
Melandri, Lea, Racconti in filigrana, in "Lapis", 1989, n. 3, p. 39-45.
Melandri, Lea, Alfabeto d'infanzia, in "Lapis", 1988, n. 2, p. 59-61.
Melandri, Lea, Le semplificazioni della politica, in "Lapis", 1987, n. 1, p. 7-16.
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Segnaliamo in particolare l'archivio di Lea Melandri: https://archiviodilea.it/
Inoltre segnaliamo https://it.wikipedia.org/wiki/Lea_Melandri
https://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/lea-melandri/
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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 428 del 3 marzo 2024
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
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