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[Nonviolenza] Telegrammi. 5122
- Subject: [Nonviolenza] Telegrammi. 5122
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Sun, 25 Feb 2024 13:59:17 +0100
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5122 del 26 febbraio 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Carlo Gubitosa: Le scienze della pace per reagire alla pandemia della guerra. Il mio grato saluto a Johan Galtung
2. Contributo di Lorenzo Porta e alcuni amici della nonviolenza di Firenze al XXVII congresso del Movimento Nonviolento
3. A Olga Karatch il Premio internazionale "Alexander Langer" 2023. Il discorso integrale tenuto alla Camera dei Deputati
4. Ancora una sconnessa litania
5. Sosteniamo Narges Mohammadi e la lotta delle donne in Iran. Chiediamo la liberazione dell'attivista Premio Nobel per la Pace e che siano accolte le sue richieste di rispetto dei diritti umani
6. Perche' occorre scrivere ora a Biden per chiedere la liberazione di Leonard Peltier
7. Non muoia in carcere Leonard Peltier, difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra. Alcuni materiali di documentazione
8. Ripetiamo ancora una volta...
9. A costo di sembrare il solito grillo parlante... (novembre 2023)
10. Cosa possiamo (e dobbiamo) realmente fare contro la guerra in corso in Europa? (aprile 2023)
11. Segnalazioni librarie
12. La "Carta" del Movimento Nonviolento
13. Per saperne di piu'
1. MEMORIA. CARLO GUBITOSA: LE SCIENZE DELLA PACE PER REAGIRE ALLA PANDEMIA DELLA GUERRA. IL MIO GRATO SALUTO A JOHAN GALTUNG
[Siamo assai grati a Carlo Gubitosa per questo intervento]
Affidandosi alla scienza medica, come lampada per accendere piccoli lumi nel buio del rischio e dell'incertezza, l'umanita' e' stata in grado di reagire alla minaccia virus del Covid-19, scoprendo la sua capacita' di ritrovarsi unita in uno sforzo di salvezza comune, con un abbraccio solidale finalizzato alla salvezza di vite umane, cancellando le divisioni posticce basate su confini, nazioni, etnie, lingue e passaporti.
La stessa famiglia umana sta cercando di salvarsi dalla crisi climatica con lo sforzo globale di climatologi, scienziati e ricercatori che indicano strumenti utili per riorganizzare le nostre attivita' produttive, i nostri trasporti, la nostra produzione di energia, i nostri consumi e i nostri stili di vita in modo da proteggere la natura e gli ecosistemi indispensabili agli umani e agli altri animali che li abitano.
Cercando lo stesso sguardo che mette a fuoco la scienza e l'utopia, mentre penso alle scienze della pace, alle scienze umane, alle scienze sociali, alle scienze del diritto e alle scienze politiche (e anche alle esperienze di intervento civile, non armato e nonviolento fatte da tanti obiettori di coscienza, compreso chi scrive) si conferma la mia persuasione nel fatto che la famiglia umana e' capace di debellare anche il virus della guerra, degli stermini, delle uccisioni sistematizzate, programmate e adottate come finti strumenti di pace e di giustizia, che generano solo morte e devastazione.
Un contributo determinante a questa scienza salvavita e' quello che ha regalato al mondo con piu' di 160 libri e 16.000 articoli accademici Johan Galtung, che il 17 febbraio scorso ha interrotto la sua esistenza fisica per restare piu' vivo e piu' attuale che mai nella disciplina di studio internazionale nota come "peace studies", per la quale ha speso la sua vita culturale, pubblicistica, intellettuale, e accademica.
Una vita spesa al servizio della cultura della pace, del pensiero nonviolento, dello studio storico, sociologico, psicologico e politico attorno alla teoria e pratica della nonviolenza, che ci lascia una ricca e impegnativa eredita', preziosa nei rapporti individuali tanto quanto in quelli sociali e internazionali.
Una eredita' da non sperperare, che possiamo valorizzare e rivendicare come premessa scientifica vincolante per i politici e i governi, a cui l'umanita' in agonia non puo' piu' consentire di ostinarsi negli atteggiamenti antiscientifici guidati da vecchie teorie sepolte sotto le macerie di Hiroshima e Nagasaki, come la teoria della realpolitik, dei mezzi giustificati dai fini, del "si vis pacem para bellum", della mutua deterrenza nucleare e dell'"ombrello di protezione atlantico", che abbiamo dovuto abbandonare di fronte alla minaccia dell'"inverno nucleare" col rischio di estinzione dell'umanita', una minaccia che a detta del "Bulletin of the atomic scientists" non e' mai stata cosi' vicina, nemmeno negli anni della guerra fredda.
Le teorie primitive basate sull'uso della clava, e delle sue varianti tecnologicamente piu' avanzate chiamate armi, sono state superate e sorpassate anche grazie al fondamentale contributo di Johan Galtung, che oggi ci consente di guardare alla follia bellica del novecento (e all'illusione imperialista della "pax armata", che ha lasciato una lunghissima scia di sangue in tanti teatri di guerra del mondo) come guardiamo alle false teorie scientifiche che in passato pretendevano di portare la salute dissanguando le persone con salassi e sanguisughe.
Non e' facile introdurre nella societa' una nuova conoscenza scientifica, una nuova pratica, un nuovo modo di agire e di vedere: lo sa bene il dottor Ignac Semmelweis, che aveva scoperto l'importanza di lavarsi le mani come buona pratica di igiene e di protezione della salute, ma cio' nonostante fu messo alla berlina dai suoi colleghi per concludere la sua esistenza in una clinica psichiatrica, senza poter vedere l'affermazione delle sue intuizioni ai piu' alti livelli della scienza medica.
Come lui, anche Johan Galtung non potra' vedere i frutti di quello che ha seminato, ne' una piena applicazione della scienza dei conflitti e delle scienze della pace in situazioni dove la violenza ha creato piu' problemi di quelli che si illudeva di risolvere.
Resta a noi il compito difficile, ma affascinante, di applicare la scienza della pace e della nonviolenza per affrontare le crisi del mondo, lavarci le mani dal sangue infetto e contagioso delle guerre che propagano il virus dell'odio, scegliere di costruire una nuova societa' in grado di garantire pace, vita e sicurezza a tutti i popoli con gli strumenti piu' evoluti che l'umanita' e' stata in grado di elaborare: la Costituzione Italiana, il diritto internazionale e umanitario, la democrazia internazionale, le sue istituzioni e le sue organizzazioni umanitarie, il multilateralismo che e' alla base del progetto europeo e dei suoi trattati orientati alla costruzione politica della pace, la carta delle Nazioni Unite e la dichiarazione universale dei diritti umani, la teoria e la pratica della nonviolenza elaborata da Mohandas Gandhi, Aldo Capitini, Martin Luther King, Nelson Mandela, i giganti del pensiero nonviolento che oggi, grazie a Johan Galtung e tutto il corpus di ricerca dei "peace studies" ha anche un fondamento scientifico, accademico e istituzionale che si aggiunge a quello storico, filosofico, religioso e morale.
Pensando a Johan Galtung, dentro di me si fa strada una profonda gratitudine e una luminosa speranza: che un giorno le scienze della pace trovino lo spazio che meritano assieme alle altre discipline scientifiche nei programmi delle scuole dell'obbligo, nell'agenda della politica e dei mass-media, nel dibattito pubblico e nelle pratiche quotidiane di gestione dei conflitti, dai rapporti tra condomini fino a quelli tra stati sovrani.
Nel frattempo, col dolore che accompagna la fine di ogni esistenza umana, ma con la gioia di aver potuto ammirare una vita spesa bene, non mi resta che dirti grazie, caro Johan, per l'immenso contributo che hai dato con la tua vita, i tuoi studi e i tuoi scritti al desiderio di conoscenza e alle speranze di pace della nostra fragile famiglia umana.
2. RIFLESSIONE. CONTRIBUTO DI LORENZO PORTA E ALCUNI AMICI DELLA NONVIOLENZA DI FIRENZE AL XXVII CONGRESSO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
[Dal sito di "Azione nonviolenta" riprendiamo e diffondiamo]
Documento redatto da Lorenzo Porta in collaborazione e consultazione con alcune persone di un gruppo di lavoro fiorentino con cui ha collaborato in questi anni.
Le persone che hanno collaborato al testo sono Marco Santini, ginecologo, presidente della Comunita' valdese fiorentina; Marcella Sempio, docente di filosofia, Alessandro Treves, docente di fisica all'Universita' SISSA di Trieste, residente a Firenze , Benedetta Treves , geologa ed aderente al gruppo " Donne in nero" , sezione fiorentina. Attivista nel campo ecologista del riciclo. Ha partecipato alla lotta vincente di opposizione all'inceneritore e alla costruzione di un'ulteriore pista aeroportuale della piana fiorentina.
Questi compagni e compagne di strada non sono iscritte al Movimento nonviolento, ma seguono con attenzione e partecipazione le attivita' del Movimento e dei gruppi collegati. La responsabilita' complessiva dell'intervento e' del sottoscritto.
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Eccoci riuniti quest'anno in questa sala a Roma come nel Congresso dell'aprile 2017 dove venivano scandite le parole: Coerenza, continuita', convinzione e la relazione introduttiva aveva per titolo: Noi siamo le nostre relazioni. In quella occasione avevo illustrato nel mio intervento un progetto costruttivo in campo sanitario nei Territori della Cisgiordania a cura di una coppia di giovani psichiatri palestinesi, che studiavano ancora negli Stati Uniti, Mohammed e Joman che poi vennero in Italia ai nostri incontri organizzati dopo aver superato non poche difficolta' per il visto dell'ambasciata statunitense. Dico questo per ribadire che il lavoro per la pace attiva non sorge sotto la pressione delle emergenze, ma affiora nella continuita' dell'impegno in questo caso all'attenzione al Medio Oriente e alla questione israelo-palestinese. Speriamo che seguano altri interventi ed interviste a quella all'attivista israeliana Naomi De Malach che compare sul sito della rivista online.
La crisi pandemica per me ha influito molto sulla qualita' del dibattito e del confronto con le persone del Movimento Nonviolento. Ho partecipato da iscritto senza alcuna carica di responsabilita' elettiva, ai comitati di coordinamento per portare la mia esperienza e le mie riflessioni con la pubblicazione di alcuni articoli sulla rivista.
Il Congresso online del dicembre 2020 metteva in luce le buone prospettive, nonostante la perdita di sostegno istituzionale di numerosi parlamentari sostenitori, della petizione a sostegno della proposta di legge sulla Difesa civile e sulla Moratoria armi 2021 e per l'allocazione di risorse per il Servizio civile universale, obiettivi programmatici sostenuti in particolare da alcune organizzazioni nella Rete Italiana Pace e Disarmo, presentata come la piu' ampia espressione del Movimento pacifista ecologista, di cui il Movimento Nonviolento era ed e' un perno organizzativo.
Ma in una situazione di sovvertimento del cosiddetto ordine mondiale e' piombata in Europa un'altra guerra di dimensioni assai piu' vaste rispetto alla tragedia yugoslava che ha solcato pesantemente gli anni '90. La questione ucraina con tutte le sue minacce era gia' presente almeno dal primo decennio di questo secolo ed ebbe una forte svolta nel 2014 con il tragico eccidio in Piazza Maidan a Kiev che evidenziava le gravi lacerazioni dentro quella terra di confine: questo e' il significato del nome Ucraina.
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La campagna di sostegno agli obiettori di coscienza, ai disertori e alle pacifiste e ai pacifisti russi, bielorussi ed ucraini
La prima giornata di questo congresso vuole fare una sintesi di un lavoro svolto in questi due anni per la difesa del diritto umano all'obiezione di coscienza al servizio militare nelle sue diverse forme. Un terreno consolidato nel tempo che caratterizza il Movimento e che ha nell'attivita' nel Bureau Europeen pour l'Objection de conscience un impegno costante del Movimento Nonviolento.
Cerchiamo di stamparci nella nostra memoria i nomi dell'obiettore ucraino Vitaliy Alexseienko, obiettore di coscienza in base al suo credo religioso, Yuri Sheliazhenco, ucraino ancora agli arresti domiciliari, accusato di "attivita' a favore del nemico". In realta' egli ha affermato il rifiuto della guerra come mezzo per la risoluzione de conflitto. Sostegno all'obiettore russo Alexander Belik in esilio. Elena Popova, responsabile del Movimento degli obiettori di coscienza russi, movimento messo fuori legge dal regime.
Ma lo sforzo maggiore si e' concretizzato nel giro d'Italia nel 2023 di tre donne di pace: Darya Berg della Federazione Russa, Katheryna Lanko cittadina ucraina, Olga Karach bielorussa. Tutte si battono per aiutare non solo chi si dichiara obiettore di coscienza, ma anche chi vuole lasciare il paese per non voler partecipare alla guerra fratricida dell'Operazione speciale russa in terra ucraina. La premiazione e la presenza di Olga Karach al Congresso sono la sintesi di questo sforzo per la difesa e il sostegno di chi si rifiuta di collaborare con gli eserciti ( vedi dossier Bielorussia della rivista 1-2 , 2023).
Cio' si accompagna alla campagna di obiezione integrale alla guerra in Italia aperta a giovani e meno giovani che dichiarano di non partecipare ad un'eventuale chiamata alle armi.
Non dimentichiamo anche lo sforzo degli aiuti umanitari, delle carovane della pace ( iniziativa "Stop the war now!"), dell'aiuto a chi voleva e poteva lasciare la Russia e l'Ucraina in guerra.
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La riflessione, frutto di un lavoro collettivo che qui espongo, e' che la sacrosanta campagna di informazione e sostegno al diritto umano all'obiezione di coscienza, il soccorso ai civili attraverso le carovane di pace e l'ospitalita' ai profughi non possono raggiungere l'obiettivo della messa in crisi della macchina militare che continua incessante nella guerra ancora in atto tra Russia ed Ucraina e questo vale anche per altri conflitti come quello tra Israele- Palestina e purtroppo la lista potrebbe continuare.
Nonostante il crescente disagio, la sofferenza enorme e le frustrazioni dopo due anni di eccidi e bombardamenti che non cessano in Ucraina ed anche in parte sul territorio russo e il numero di morti militari coscritti con la forza, assai superiore ai morti civili nei territori contesi, nonostante l'alto numero di persone che tenta di fuggire dall'Ucraina ( circa 15.000 dal febbraio 2022 al settembre 2023, dati della Guardia di frontiera ucraina, vedi Azione noviolenta , 2023, 5) non si sono verificate diserzioni di massa, disobbedienze diffuse agli ordini, fino a determinare una rotta degli eserciti, come si puo' dire avvenne (e' solo un richiamo storico, non vuol essere un paradigma) nei ranghi dei militari russi nel 1917 durante la Prima guerra mondiale, ad opera dei membri dei soviet all'interno dell'esercito zarista in crisi. Da entrambe le parti ci sono comitati di madri e parenti che chiedono il ritorno dei loro figli dal fronte, ma la macchina militare prosegue.
Quali strumenti a disposizione dell'arsenale di lotta nonviolento sono possibili in una fase in cui le forze vincenti sono i complessi militari industriali delle potenze che si scontrano, ma che hanno obiettivi comuni. Vedi il discorso di Lucio Caracciolo ( LIMES , Luglio 2023 Vedi link : Luca Caracciolo: https://www.youtube.com/watch?v=5leESlXYGuc Per un aggiornamento vedi link LIMES : Stiamo perdendo la guerra. Medio Oriente e Ucraina in fiamme. L'Italia paga il conto ma non conta (youtube.com)
Non si tratta quindi di inutili stragi, ma di crimini contro i diritti umani che fruttano tetri interessi e segnano anche aumenti del prodotto interno lordo e della bilancia commerciale ( vedi Federazione russa secondo dati Banca Mondiale).
*
Domande:
1) Non e' il caso di conferire piu' forza alla Campagna di pressione verso le Banche armate, promossa dalle riviste Mosaico di Pace, Nigrizia e Missione oggi piu' di vent'anni fa? Non sarebbe questo un modo di rafforzare e dare corpo a quegli obiettivi di opposizione alla guerra attraverso un campagna di denuncia e di conseguente ritiro dei conti bancari, dei fondi di investimento da quegli istituti finanziari piu' coinvolti negli affari di armi con paesi belligeranti, i loro alleati e i paesi dittatoriali violatori dei diritti umani? Questa campagna non ha raggiunto numeri tali da poter indurre qualche ripensamento nei grandi istituti bancari. https://www.banchearmate.org/
Anche alla luce di quanto riferito da RIPD, OPAL MILEX, Beretta e Vignarca sul pesante depotenziamento del potere di controllo della legge 185/90. La trasparenza delle transazioni bancarie viene cancellata. Il Senato ha votato! Accanto ad un aumento considerevole delle spese militari. Le prospettive di apertura delineate nel Congresso del 2020 si sono chiuse!
2) Accanto a cio' perche' non riconsiderare l'obiezione alle spese militari per quella percentuale devoluta a sistemi d'arma offensivi e letali o per spese che afferiscono al mantenimento dei siti nucleari a guida statunitense e Nato sul territorio italiano? E' possibile aggirare le barriere poste alle regole della dichiarazione dei redditi che rendono piu' difficile la dichiarazione dell'Obiezione? Ci sono categorie che si trovano nella condizione di essere a credito verso lo Stato ( piccoli imprenditori e simili). Questi sono solo esempi, non gli unici per fare risaltare l'azione di rete della resistenza alla guerra.
Grazie,
Lorenzo Porta
3. DOCUMENTAZIONE. A OLGA KARATCH IL PREMIO INTERNAZIONALE "ALEXANDER LANGER" 2023. IL DISCORSO INTEGRALE TENUTO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI
[Dal sito di "Azione nonviolenta" riprendiamo e diffondiamo]
Olga Karatch ha ricevuto il 22 febbraio 2024 alla Camera dei Deputati l'assegnazione del Premio internazionale Alexander Langer 2023. Il Movimento Nonviolento, che l'aveva proposta per la nomina alla Fondazione Langer, estende i suoi piu' sentiti auguri all'attivista bielorussa che sara' anche ospite del XXVII Congresso del Movimento Nonviolento a Roma prima di partire per il tour "Euromediterranea". Qui traduciamo il discorso integrale che Olga ha tenuto ieri alla Cerimonia.
*
Vorrei esprimere il mio grande apprezzamento per il Premio Internazionale Alexander Langer 2023 e per la fiducia che la Fondazione Langer mi ha accordato.
E' un grande onore e faro' del mio meglio per continuare a lottare per la pace, contro la militarizzazione e per i diritti delle persone vulnerabili ed emarginate che ancora oggi necessitano di protezione. Oggi piu' che mai, quando incombe la minaccia della Terza Guerra Mondiale, quando in Ucraina e Gaza, come in tanti altri Paesi che scordiamo, ci sono guerre sanguinose e nessuno si fermera', nonostante le tante vittime, la voce della ragione e della nonviolenza deve essere ascoltata piu' forte.
Voglio alzare la voce per la pace nella nostra regione perche' tutto e' stato stravolto.
Oggi, coloro che si rifiutano di prendere le armi e non vogliono andare al fronte - obiettori di coscienza e disertori - sono diventati criminali. Non sono i benvenuti da nessuna parte.
Oggi, se non prendi le armi, non sei un vero uomo, c'e' qualcosa di sbagliato in te, devi essere punito e costretto.
In Bielorussia, la diserzione e' punita con la pena di morte e il rifiuto di arruolarsi nell'esercito comporta il carcere. Nel 2022, circa 400 uomini in Bielorussia sono stati condannati per essersi rifiutati di arruolarsi nell'esercito.
Attualmente, la polizia bielorussa ha dichiarato ricercati circa 5.000 uomini bielorussi per aver tentato di sottrarsi al servizio militare in Russia o nei Paesi dell'Unione Europea.
Ma nessuno fornisce protezione a queste persone; non hanno uno status giuridico e non hanno nemmeno un visto umanitario. Al contrario, se un uomo ha fatto parte dell'esercito, si e' disilluso e ha fatto di tutto per evitare il servizio di leva, anche nascondersi in Lituania, e' considerato una minaccia per la sicurezza nazionale lituana e viene inserito in una lista nera con un divieto di ingresso nell'Unione Europea per cinque anni. Questi uomini vengono addirittura deportati in Bielorussia.
Noi aiutiamo queste persone, per le quali noi stesse subiamo pressioni e repressioni.
Abbiamo bisogno di una tribuna che parli per la pace e in nome della pace. Sono convinta che nessuna arma al mondo possa porre fine alle guerre. Non c'e' una soluzione militare. L'unico modo per porre fine alle guerre e' che le persone accettino di non usare la violenza e di vivere in pace gli uni con gli altri. La nonviolenza, attiva e coraggiosa, e' la nostra unica via verso la pace.
La mia attivita' per la pace, che si e' intensificata in questi ultimi anni, parte da ragionamenti molto razionali:
La militarizzazione e la propaganda di guerra non porteranno la pace nella regione.
Aiutare gli obiettori di coscienza e i disertori bielorussi e' la migliore prevenzione dell'escalation bellica nella nostra regione e una garanzia che l'esercito bielorusso non partecipera' alla guerra.
Per qualche motivo nella nostra regione parlare di pace e' diventato tossico - e questo e' un aspetto che sono determinata a cambiare.
Tutti i governi della nostra regione amano parlare di pace e sicurezza, anche se la pace e la sicurezza nella nostra regione vengono sempre meno per le loro scelte militariste.
Per queste quattro ragioni sono qui a dire che la nonviolenza e' l'unica strada da percorrere e chiedo da voi tutti il sostegno alla Campagna di Obiezione alla guerra promossa dal Movimento Nonviolento e da altre associazioni per sostenere gli obiettori, i disertori e gli attivisti per la pace in Ucraina, Russia, Bielorussia, Israele e Palestina. E che sostiene anche il mio caso in Lituania. Tutti insieme possiamo davvero costruire la pace.
Lavorare concretamente per la pace significa anche abbandonare la logica del piu' forte, smettere di perseguire politiche di riarmo, con lo scandalo del commercio di armi, come ci ripete sempre Papa Francesco. Lavorare per la pace significa prendere sul serio i colloqui di pace e i negoziati (meglio un anno di trattative che un giorno di guerra, diceva proprio Alex Langer), investire risorse per la diplomazia, anche quella popolare e dal basso, restituire all'Onu il ruolo di attore super partes per una politica di pace con un obiettivo ben chiaro: Conferenze internazionali di pace per l'Ucraina e la Palestina.
Lo voglio ripetere ancora: ricevere un Premio internazionale che porta il nome di Alexander Langer, per me e' un grande onore, che mi emoziona.
Langer rappresenta moltissimo per i movimenti per la pace, la democrazia, i diritti umani di tutta Europa. Lui si e' impegnato, con tutte le sue forze, sia sul piano istituzionale, nel Parlamento Europeo, sia dal basso, con associazioni e iniziative civiche dei cittadini.
Noi pacifisti e femministe della Bielorussia abbiamo sempre guardato all'Europa come una possibile potenza di pace, un'alternativa ai blocchi militari della Russia e degli Stati Uniti.
La figura di Alexander Langer e' quella di un cittadino europeo che questo sogno ha cercato di trasformarlo in realta'. In particolare il suo impegno per la costituzione dei Corpi Civili di Pace, ispira ancor oggi molti movimenti e istituzioni che vogliono trovare un'alternativa al flagello della guerra. E anche il lavoro di Langer sulla convivenza interetnica, che lui ha sperimentato nella sua regione sudtirolese, e' oggi un faro per quei gruppi misti che in Ucraina, in Russia, in Israele e in Palestina, vogliono vivere insieme come sorelle e fratelli.
Questo Premio dedicato ad Alexander Langer sara' per me una fonte di ispirazione per il mio lavoro di oggi e di domani per migliorare la situazione in Bielorussia, in Lituania e in tutta Europa.
*
Per sostenere Olga e gli altri obiettori fai una donazione alla Campagna di Obiezione alla guerra, con un libero versamento su Iban IT35 U 07601 11700 0000 18745455 per il sostegno ai movimenti nonviolenti in Russia, Bielorussia, Ucraina, Israele e Palestina e la difesa legale degli obiettori di coscienza di quei paesi. Grazie. Causale: "Campagna di Obiezione alla guerra del Movimento Nonviolento".
4. L'ORA. ANCORA UNA SCONNESSA LITANIA
Con le catene e con le bombe
a pugni a calci e a bastonate
suonando i tamburi e le trombe
cantando stornelli e ballate
Con le carceri e con la guerra
con le armi sempre assassine
con l'imperialismo ed il colonialismo
in nome di dio della civilta' della nazione
in nome del profitto o delle antiche saghe
in nome del fardello del padre padrone
il potere fascista e razzista
il potere dei maschi vampiri
nega sbrana distrugge le vite
le nude vite degli esseri umani
cosi' ridicoli vicini o lontani
In Russia in Bieloriussia e non solo
chi si oppone al potere assassino viene incarcerato
chi viene incarcerato viene ucciso
In Europa in America e non solo
chi si oppone al potere assassino viene incarcerato
chi viene incarcerato viene ucciso
Ovunque nel mondo ancora e ancora
viene incarcerato chi si oppone al potere assassino
viene ucciso chi si oppone al potere scellerato
Nel Mar Mediterraneo
nei lager della Libia
nelle carceri nelle campagne nei cantieri d'Italia
ovunque il guardo io giro e solo orrore vedo
ovunque a scorpioni e frustate
da governi assassini e stragisti
da governi vampiri e razzisti
da governi fascisti e fascisti
esseri umani inermi ed innocenti
sono massacrati
In Russia e in Ucraina
in Israele e in Palestina
in Sudan e in Congo
ovunque il guardo io giro e solo orrore vedo
ovunque fischiano le bombe e romba la mitraglia
da governi assassini e stragisti
da governi vampiri e razzisti
da governi fascisti e fascisti
esseri umani inermi ed innocenti
sono massacrati
Qui dico dei corpi straziati
qui dico delle anime arse vive
"non ne remase cica"
tutto sommerge l'oceano del male.
Perche' si fermi il massacro
io dico che tu devi entrare
nella lotta nonviolenta
che tutte le vite liberare vuole
che tutte le vite vuole salvare
Qui dico dell'intera umana famiglia
qui dico di quest'unico mondo vivente
"non ne remase cica"
tutto divora l'avidita' dei potenti.
Perche' s'impedisca l'annientamento
io dico che tu devi entrare
nella lotta nonviolenta
che tutte le vite liberare vuole
che tutte le vite vuole salvare
Solo la nonviolenza puo' liberare l'umanita'
solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'
solo la nonviolenza si ricorda
che ogni essere umano ha diritto alla vita
che ogni vittima ha il volto di Abele
Con le carceri e con la guerra
con le armi sempre assassine
con l'imperialismo ed il colonialismo
in nome di dio della civilta' della nazione
in nome del profitto o delle antiche saghe
in nome del fardello del padre padrone
il potere fascista e razzista
il potere dei maschi vampiri
nega sbrana distrugge le vite
le nude vite degli esseri umani
cosi' inermi miseri strani
Con le catene e con le bombe
a pugni a calci e a bastonate
suonando i tamburi e le trombe
cantando stornelli e ballate
5. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO NARGES MOHAMMADI E LA LOTTA DELLE DONNE IN IRAN. CHIEDIAMO LA LIBERAZIONE DELL'ATTIVISTA PREMIO NOBEL PER LA PACE E CHE SIANO ACCOLTE LE SUE RICHIESTE DI RISPETTO DEI DIRITTI UMANI
Sosteniamo Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace, detenuta in Iran per la sua lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani e per l'abolizione della pena di morte.
Sosteniamo la lotta nonviolenta delle donne in Iran per la dignita' umana di tutti gli esseri umani.
Sia liberata Narges Mohammadi e tutte le prigioniere e tutti i prigionieri di coscienza, tutte le detenute e tutti i detenuti politici, tutte le persone innocenti perseguitate e sequestrate, in Iran come ovunque.
Cessi l'oppressione delle donne in Iran come ovunque nel mondo, siano rispettati i diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Chiediamo al Parlamento e al governo italiano di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo e alla Commissione Europea di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Segretario Generale e all'Assemblea Generale dell'Onu di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
*
Chiediamo a tutte le persone di volonta' buona, a tutti i movimenti democratici, a tutte le istituzioni sollecite del bene comune e della dignita' umana, a tutti i mezzi d'informazione impegnati per la verita' e la giustizia, d'impegnarsi a sostegno di Narges Mohammadi e delle donne iraniane.
*
Donna, vita, liberta'.
6. REPETITA IUVANT. PERCHE' OCCORRE SCRIVERE ORA A BIDEN PER CHIEDERE LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
Perche' tra meno di un anno negli Stati Uniti d'America ci saranno le elezioni presidenziali.
Ed e' abitudine dei presidenti al termine del mandato di concedere la grazia ad alcune persone detenute.
Quindi e' in questi mesi che Biden decidera' in merito.
E quindi e' adesso che occorre persuaderlo a restituire la liberta' a Leonard Peltier.
*
Di seguito le indicazioni dettagliate per scrivere alla Casa Bianca e una proposta di testo in inglese
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 48 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 48 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.
7. MATERIALI. NON MUOIA IN CARCERE LEONARD PELTIER, DIFENSORE DEI DIRITTI UMANI DI TUTTI GLI ESSERI UMANI E DELLA MADRE TERRA. ALCUNI MATERIALI DI DOCUMENTAZIONE
Non muoia in carcere Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
Si estenda e si intensifichi la mobilitazione nonviolenta internazionale per chiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
*
Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
*
Free Leonard Peltier.
Mitakuye Oyasin.
8. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
9. REPETITA IUVANT. A COSTO DI SEMBRARE IL SOLITO GRILLO PARLANTE... (NOVEMBRE 2023)
Ci sono alcune cose che vanno pur dette, e allora diciamole.
*
Ogni manifestazione a favore dell'esistenza dello stato di Israele che non s'impegni anche per la nascita dello stato di Palestina rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione a sostegno del popolo palestinese che non s'impegni anche a sostegno del popolo ebraico rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da un'organizzazione terrorista e non quelle commesse da uno stato e' peggio che inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da uno stato e non quelle commesse da un'organizzazione terrorista e' peggio che inutile.
*
Sia il popolo palestinese che il popolo ebraico sono realmente minacciati di genocidio.
E' compito dell'umanita' intera impedire questi genocidi, tutti i genocidi.
Per impedire il genocidio del popolo ebraico e' indispensabile l'esistenza dello stato di Israele.
Per immpedire il genocidio del popolo palestinese e' indispensabile l'esistenza dello stato di Palestina.
*
Allo stato di Israele chiediamo:
1. di cessare la guerra a Gaza e il sostegno alle violenze dei coloni in Cisgiordania.
2. di cessare di occupare i territori palestinesi e di riconoscere l'esistenza dello stato di Palestina nei territori della Cisgiordania e di Gaza devolvendo immediatamente tutte le funzioni giurisdizionali ed amministrative e le risorse relative all'Autorita' Nazionale Palestinese - intesa come governo provvisorio dello stato di Palestina fino alle elezioni democratiche -.
3. di sgomberare immediatamente le illegali colonie nei territori occupati, restituendo quelle aree al popolo palestinese.
4. di concordare con l'Autorita' Nazionale Palestinese l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di essere una piena democrazia abrogando ogni misura legislativa ed amministrativa di discriminazione razzista.
*
All'Autorita' Nazionale Palestinese chiediamo:
1. di assumere immediatamente il governo della Striscia di Gaza.
2. di adoperarsi ivi per l'immediata liberazione di tutte le persone rapite da Hamas.
3. di organizzare lo stato di Palestina indipendente e democratico.
4. di concordare con lo stato di Israele l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di adoperarsi affinche' nessuno stato arabo o musulmano possa piu' proseguire in una politica antisraeliana ed antiebraica prendendo abusivamente a pretesto la causa palestinese.
*
All'Onu chiediamo:
1. un piano straordinario di aiuti per la Palestina.
2. una deliberazione dell'Assemblea Generale che riconoscendo i due stati di Israele e di Palestina vincoli tutti gli stati membri delle Nazioni Unite a cessare ogni politica di negazione dello stato di Israele, ogni politica di persecuzione antiebraica.
*
Agli stati ed agli organismi politici sovranazionali d'Europa (l'Europa che e' il continente in cui si sono realizzati la bimillenaria persecuzione antiebraica e l'orrore assoluto della Shoah; l'Europa che e' il continente i cui principali stati hanno oppresso i popoli del resto del mondo con il razzismo, il colonialismo, l'imperialismo fin genocida) chiediamo:
1. di risarcire adeguatamente sia lo stato di Israele che lo stato di Palestina per le sofferenze inflitte ai loro popoli sia direttamente che indirettamente.
2. di contrastare il fascismo e il razzismo, l'antisemitismo e l'islamofobia, tutte le ideologie di odio e le organizzazioni che le praticano e le diffondono, e tutti i crimini conseguenti.
*
Fermare la guerra.
Fermare le stragi.
Restituire la liberta' a tutte le persone che ne sono state private.
Riconoscere e proteggere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.
10. REPETITA IUVANT. COSA POSSIAMO (E DOBBIAMO) REALMENTE FARE CONTRO LA GUERRA IN CORSO IN EUROPA? (APRILE 2023)
Certo, continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime.
Certo, continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre.
Certo, continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente.
Certo, continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani, sempre e solo uccide gli esseri umani, sempre e solo uccide gli esseri umani.
Certo, continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino.
Certo, continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
*
Tutto cio' e' buono e giusto, ma non basta.
Occorre fare anche altre cose che solo noi qui in Europa occidentale possiamo e dobbiamo fare.
E le cose che possiamo e dobbiamo fare sono queste:
1. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale contrastare anche qui la macchina bellica, l'industria armiera, i mercanti di morte, la follia militarista, i governanti stragisti: paralizzare i poteri assassini occorre.
2. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di mettere il veto ad ogni iniziativa della Nato, l'organizzazione terrorista e stragista di cui i nostri paesi tragicamente fanno parte: paralizzare immediatamente i criminali della Nato occorre, e successivamente procedere allo scioglimento della scellerata organizzazione.
3. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di cessare di armare ed alimentare la guerra e sostenere invece l'impegno per l'immediato cessate il fuoco ed immediate trattative di pace.
4. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di restituire all'Onu la funzione e il potere di abolire il flagello della guerra.
5. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
6. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica della sicurezza comune dell'umanita' intera fondata sulla Difesa popolare nonviolenta, sui Corpi civili di pace, sulle concrete pratiche che inverino l'affermazione del diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta' di tutti i popoli e di tutte le persone.
7. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica comune di attiva difesa dell'intero mondo vivente prima che la catastrofe ambientale in corso sia irreversibile.
*
E' questa la nostra opinione fin dall'inizio della tragedia in corso.
Ci sembra che senza queste azioni nonviolente la guerra, le stragi e le devastazioni non saranno fermate.
Troppi esseri umani sono gia' stati uccisi per la criminale follia dei governanti.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi per la salvezza comune dell'umanita' intera.
Sia massima universalmente condivisa la regola aurea che afferma: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
11. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Howard Gardner, Aprire le menti. La creativita' e i dilemmi dell'educazione, Feltrinelli, Milano 1991, 2014, pp. 348.
- Howard Gardner, Cambiare idee. L'arte e la scienza della persuasione, Feltrinelli, Milano 2005, 2011, pp. 256.
- Howard Gardner, Cinque chiavi per il futuro, Feltrinelli, Milano 2007, 2011, pp. 208.
- Howard Gardner, Educare al comprendere. Stereotipi infantili e apprendimento scolastico, Feltrinelli, Milano 1993, pp. 304.
- Howard Gardner, Formae mentis. Saggio sulla pluralita' dell'intelligenza, Feltrinelli, Milano 1987, 1991, pp. 464.
- Howard Gardner, Sapere per comprendere. Discipline di studio e disciplina della mente, Feltrinelli, Milano 1999, 2009, pp. 324.
12. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
13. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5122 del 26 febbraio 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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Numero 5122 del 26 febbraio 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Carlo Gubitosa: Le scienze della pace per reagire alla pandemia della guerra. Il mio grato saluto a Johan Galtung
2. Contributo di Lorenzo Porta e alcuni amici della nonviolenza di Firenze al XXVII congresso del Movimento Nonviolento
3. A Olga Karatch il Premio internazionale "Alexander Langer" 2023. Il discorso integrale tenuto alla Camera dei Deputati
4. Ancora una sconnessa litania
5. Sosteniamo Narges Mohammadi e la lotta delle donne in Iran. Chiediamo la liberazione dell'attivista Premio Nobel per la Pace e che siano accolte le sue richieste di rispetto dei diritti umani
6. Perche' occorre scrivere ora a Biden per chiedere la liberazione di Leonard Peltier
7. Non muoia in carcere Leonard Peltier, difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra. Alcuni materiali di documentazione
8. Ripetiamo ancora una volta...
9. A costo di sembrare il solito grillo parlante... (novembre 2023)
10. Cosa possiamo (e dobbiamo) realmente fare contro la guerra in corso in Europa? (aprile 2023)
11. Segnalazioni librarie
12. La "Carta" del Movimento Nonviolento
13. Per saperne di piu'
1. MEMORIA. CARLO GUBITOSA: LE SCIENZE DELLA PACE PER REAGIRE ALLA PANDEMIA DELLA GUERRA. IL MIO GRATO SALUTO A JOHAN GALTUNG
[Siamo assai grati a Carlo Gubitosa per questo intervento]
Affidandosi alla scienza medica, come lampada per accendere piccoli lumi nel buio del rischio e dell'incertezza, l'umanita' e' stata in grado di reagire alla minaccia virus del Covid-19, scoprendo la sua capacita' di ritrovarsi unita in uno sforzo di salvezza comune, con un abbraccio solidale finalizzato alla salvezza di vite umane, cancellando le divisioni posticce basate su confini, nazioni, etnie, lingue e passaporti.
La stessa famiglia umana sta cercando di salvarsi dalla crisi climatica con lo sforzo globale di climatologi, scienziati e ricercatori che indicano strumenti utili per riorganizzare le nostre attivita' produttive, i nostri trasporti, la nostra produzione di energia, i nostri consumi e i nostri stili di vita in modo da proteggere la natura e gli ecosistemi indispensabili agli umani e agli altri animali che li abitano.
Cercando lo stesso sguardo che mette a fuoco la scienza e l'utopia, mentre penso alle scienze della pace, alle scienze umane, alle scienze sociali, alle scienze del diritto e alle scienze politiche (e anche alle esperienze di intervento civile, non armato e nonviolento fatte da tanti obiettori di coscienza, compreso chi scrive) si conferma la mia persuasione nel fatto che la famiglia umana e' capace di debellare anche il virus della guerra, degli stermini, delle uccisioni sistematizzate, programmate e adottate come finti strumenti di pace e di giustizia, che generano solo morte e devastazione.
Un contributo determinante a questa scienza salvavita e' quello che ha regalato al mondo con piu' di 160 libri e 16.000 articoli accademici Johan Galtung, che il 17 febbraio scorso ha interrotto la sua esistenza fisica per restare piu' vivo e piu' attuale che mai nella disciplina di studio internazionale nota come "peace studies", per la quale ha speso la sua vita culturale, pubblicistica, intellettuale, e accademica.
Una vita spesa al servizio della cultura della pace, del pensiero nonviolento, dello studio storico, sociologico, psicologico e politico attorno alla teoria e pratica della nonviolenza, che ci lascia una ricca e impegnativa eredita', preziosa nei rapporti individuali tanto quanto in quelli sociali e internazionali.
Una eredita' da non sperperare, che possiamo valorizzare e rivendicare come premessa scientifica vincolante per i politici e i governi, a cui l'umanita' in agonia non puo' piu' consentire di ostinarsi negli atteggiamenti antiscientifici guidati da vecchie teorie sepolte sotto le macerie di Hiroshima e Nagasaki, come la teoria della realpolitik, dei mezzi giustificati dai fini, del "si vis pacem para bellum", della mutua deterrenza nucleare e dell'"ombrello di protezione atlantico", che abbiamo dovuto abbandonare di fronte alla minaccia dell'"inverno nucleare" col rischio di estinzione dell'umanita', una minaccia che a detta del "Bulletin of the atomic scientists" non e' mai stata cosi' vicina, nemmeno negli anni della guerra fredda.
Le teorie primitive basate sull'uso della clava, e delle sue varianti tecnologicamente piu' avanzate chiamate armi, sono state superate e sorpassate anche grazie al fondamentale contributo di Johan Galtung, che oggi ci consente di guardare alla follia bellica del novecento (e all'illusione imperialista della "pax armata", che ha lasciato una lunghissima scia di sangue in tanti teatri di guerra del mondo) come guardiamo alle false teorie scientifiche che in passato pretendevano di portare la salute dissanguando le persone con salassi e sanguisughe.
Non e' facile introdurre nella societa' una nuova conoscenza scientifica, una nuova pratica, un nuovo modo di agire e di vedere: lo sa bene il dottor Ignac Semmelweis, che aveva scoperto l'importanza di lavarsi le mani come buona pratica di igiene e di protezione della salute, ma cio' nonostante fu messo alla berlina dai suoi colleghi per concludere la sua esistenza in una clinica psichiatrica, senza poter vedere l'affermazione delle sue intuizioni ai piu' alti livelli della scienza medica.
Come lui, anche Johan Galtung non potra' vedere i frutti di quello che ha seminato, ne' una piena applicazione della scienza dei conflitti e delle scienze della pace in situazioni dove la violenza ha creato piu' problemi di quelli che si illudeva di risolvere.
Resta a noi il compito difficile, ma affascinante, di applicare la scienza della pace e della nonviolenza per affrontare le crisi del mondo, lavarci le mani dal sangue infetto e contagioso delle guerre che propagano il virus dell'odio, scegliere di costruire una nuova societa' in grado di garantire pace, vita e sicurezza a tutti i popoli con gli strumenti piu' evoluti che l'umanita' e' stata in grado di elaborare: la Costituzione Italiana, il diritto internazionale e umanitario, la democrazia internazionale, le sue istituzioni e le sue organizzazioni umanitarie, il multilateralismo che e' alla base del progetto europeo e dei suoi trattati orientati alla costruzione politica della pace, la carta delle Nazioni Unite e la dichiarazione universale dei diritti umani, la teoria e la pratica della nonviolenza elaborata da Mohandas Gandhi, Aldo Capitini, Martin Luther King, Nelson Mandela, i giganti del pensiero nonviolento che oggi, grazie a Johan Galtung e tutto il corpus di ricerca dei "peace studies" ha anche un fondamento scientifico, accademico e istituzionale che si aggiunge a quello storico, filosofico, religioso e morale.
Pensando a Johan Galtung, dentro di me si fa strada una profonda gratitudine e una luminosa speranza: che un giorno le scienze della pace trovino lo spazio che meritano assieme alle altre discipline scientifiche nei programmi delle scuole dell'obbligo, nell'agenda della politica e dei mass-media, nel dibattito pubblico e nelle pratiche quotidiane di gestione dei conflitti, dai rapporti tra condomini fino a quelli tra stati sovrani.
Nel frattempo, col dolore che accompagna la fine di ogni esistenza umana, ma con la gioia di aver potuto ammirare una vita spesa bene, non mi resta che dirti grazie, caro Johan, per l'immenso contributo che hai dato con la tua vita, i tuoi studi e i tuoi scritti al desiderio di conoscenza e alle speranze di pace della nostra fragile famiglia umana.
2. RIFLESSIONE. CONTRIBUTO DI LORENZO PORTA E ALCUNI AMICI DELLA NONVIOLENZA DI FIRENZE AL XXVII CONGRESSO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
[Dal sito di "Azione nonviolenta" riprendiamo e diffondiamo]
Documento redatto da Lorenzo Porta in collaborazione e consultazione con alcune persone di un gruppo di lavoro fiorentino con cui ha collaborato in questi anni.
Le persone che hanno collaborato al testo sono Marco Santini, ginecologo, presidente della Comunita' valdese fiorentina; Marcella Sempio, docente di filosofia, Alessandro Treves, docente di fisica all'Universita' SISSA di Trieste, residente a Firenze , Benedetta Treves , geologa ed aderente al gruppo " Donne in nero" , sezione fiorentina. Attivista nel campo ecologista del riciclo. Ha partecipato alla lotta vincente di opposizione all'inceneritore e alla costruzione di un'ulteriore pista aeroportuale della piana fiorentina.
Questi compagni e compagne di strada non sono iscritte al Movimento nonviolento, ma seguono con attenzione e partecipazione le attivita' del Movimento e dei gruppi collegati. La responsabilita' complessiva dell'intervento e' del sottoscritto.
*
Eccoci riuniti quest'anno in questa sala a Roma come nel Congresso dell'aprile 2017 dove venivano scandite le parole: Coerenza, continuita', convinzione e la relazione introduttiva aveva per titolo: Noi siamo le nostre relazioni. In quella occasione avevo illustrato nel mio intervento un progetto costruttivo in campo sanitario nei Territori della Cisgiordania a cura di una coppia di giovani psichiatri palestinesi, che studiavano ancora negli Stati Uniti, Mohammed e Joman che poi vennero in Italia ai nostri incontri organizzati dopo aver superato non poche difficolta' per il visto dell'ambasciata statunitense. Dico questo per ribadire che il lavoro per la pace attiva non sorge sotto la pressione delle emergenze, ma affiora nella continuita' dell'impegno in questo caso all'attenzione al Medio Oriente e alla questione israelo-palestinese. Speriamo che seguano altri interventi ed interviste a quella all'attivista israeliana Naomi De Malach che compare sul sito della rivista online.
La crisi pandemica per me ha influito molto sulla qualita' del dibattito e del confronto con le persone del Movimento Nonviolento. Ho partecipato da iscritto senza alcuna carica di responsabilita' elettiva, ai comitati di coordinamento per portare la mia esperienza e le mie riflessioni con la pubblicazione di alcuni articoli sulla rivista.
Il Congresso online del dicembre 2020 metteva in luce le buone prospettive, nonostante la perdita di sostegno istituzionale di numerosi parlamentari sostenitori, della petizione a sostegno della proposta di legge sulla Difesa civile e sulla Moratoria armi 2021 e per l'allocazione di risorse per il Servizio civile universale, obiettivi programmatici sostenuti in particolare da alcune organizzazioni nella Rete Italiana Pace e Disarmo, presentata come la piu' ampia espressione del Movimento pacifista ecologista, di cui il Movimento Nonviolento era ed e' un perno organizzativo.
Ma in una situazione di sovvertimento del cosiddetto ordine mondiale e' piombata in Europa un'altra guerra di dimensioni assai piu' vaste rispetto alla tragedia yugoslava che ha solcato pesantemente gli anni '90. La questione ucraina con tutte le sue minacce era gia' presente almeno dal primo decennio di questo secolo ed ebbe una forte svolta nel 2014 con il tragico eccidio in Piazza Maidan a Kiev che evidenziava le gravi lacerazioni dentro quella terra di confine: questo e' il significato del nome Ucraina.
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La campagna di sostegno agli obiettori di coscienza, ai disertori e alle pacifiste e ai pacifisti russi, bielorussi ed ucraini
La prima giornata di questo congresso vuole fare una sintesi di un lavoro svolto in questi due anni per la difesa del diritto umano all'obiezione di coscienza al servizio militare nelle sue diverse forme. Un terreno consolidato nel tempo che caratterizza il Movimento e che ha nell'attivita' nel Bureau Europeen pour l'Objection de conscience un impegno costante del Movimento Nonviolento.
Cerchiamo di stamparci nella nostra memoria i nomi dell'obiettore ucraino Vitaliy Alexseienko, obiettore di coscienza in base al suo credo religioso, Yuri Sheliazhenco, ucraino ancora agli arresti domiciliari, accusato di "attivita' a favore del nemico". In realta' egli ha affermato il rifiuto della guerra come mezzo per la risoluzione de conflitto. Sostegno all'obiettore russo Alexander Belik in esilio. Elena Popova, responsabile del Movimento degli obiettori di coscienza russi, movimento messo fuori legge dal regime.
Ma lo sforzo maggiore si e' concretizzato nel giro d'Italia nel 2023 di tre donne di pace: Darya Berg della Federazione Russa, Katheryna Lanko cittadina ucraina, Olga Karach bielorussa. Tutte si battono per aiutare non solo chi si dichiara obiettore di coscienza, ma anche chi vuole lasciare il paese per non voler partecipare alla guerra fratricida dell'Operazione speciale russa in terra ucraina. La premiazione e la presenza di Olga Karach al Congresso sono la sintesi di questo sforzo per la difesa e il sostegno di chi si rifiuta di collaborare con gli eserciti ( vedi dossier Bielorussia della rivista 1-2 , 2023).
Cio' si accompagna alla campagna di obiezione integrale alla guerra in Italia aperta a giovani e meno giovani che dichiarano di non partecipare ad un'eventuale chiamata alle armi.
Non dimentichiamo anche lo sforzo degli aiuti umanitari, delle carovane della pace ( iniziativa "Stop the war now!"), dell'aiuto a chi voleva e poteva lasciare la Russia e l'Ucraina in guerra.
*
La riflessione, frutto di un lavoro collettivo che qui espongo, e' che la sacrosanta campagna di informazione e sostegno al diritto umano all'obiezione di coscienza, il soccorso ai civili attraverso le carovane di pace e l'ospitalita' ai profughi non possono raggiungere l'obiettivo della messa in crisi della macchina militare che continua incessante nella guerra ancora in atto tra Russia ed Ucraina e questo vale anche per altri conflitti come quello tra Israele- Palestina e purtroppo la lista potrebbe continuare.
Nonostante il crescente disagio, la sofferenza enorme e le frustrazioni dopo due anni di eccidi e bombardamenti che non cessano in Ucraina ed anche in parte sul territorio russo e il numero di morti militari coscritti con la forza, assai superiore ai morti civili nei territori contesi, nonostante l'alto numero di persone che tenta di fuggire dall'Ucraina ( circa 15.000 dal febbraio 2022 al settembre 2023, dati della Guardia di frontiera ucraina, vedi Azione noviolenta , 2023, 5) non si sono verificate diserzioni di massa, disobbedienze diffuse agli ordini, fino a determinare una rotta degli eserciti, come si puo' dire avvenne (e' solo un richiamo storico, non vuol essere un paradigma) nei ranghi dei militari russi nel 1917 durante la Prima guerra mondiale, ad opera dei membri dei soviet all'interno dell'esercito zarista in crisi. Da entrambe le parti ci sono comitati di madri e parenti che chiedono il ritorno dei loro figli dal fronte, ma la macchina militare prosegue.
Quali strumenti a disposizione dell'arsenale di lotta nonviolento sono possibili in una fase in cui le forze vincenti sono i complessi militari industriali delle potenze che si scontrano, ma che hanno obiettivi comuni. Vedi il discorso di Lucio Caracciolo ( LIMES , Luglio 2023 Vedi link : Luca Caracciolo: https://www.youtube.com/watch?v=5leESlXYGuc Per un aggiornamento vedi link LIMES : Stiamo perdendo la guerra. Medio Oriente e Ucraina in fiamme. L'Italia paga il conto ma non conta (youtube.com)
Non si tratta quindi di inutili stragi, ma di crimini contro i diritti umani che fruttano tetri interessi e segnano anche aumenti del prodotto interno lordo e della bilancia commerciale ( vedi Federazione russa secondo dati Banca Mondiale).
*
Domande:
1) Non e' il caso di conferire piu' forza alla Campagna di pressione verso le Banche armate, promossa dalle riviste Mosaico di Pace, Nigrizia e Missione oggi piu' di vent'anni fa? Non sarebbe questo un modo di rafforzare e dare corpo a quegli obiettivi di opposizione alla guerra attraverso un campagna di denuncia e di conseguente ritiro dei conti bancari, dei fondi di investimento da quegli istituti finanziari piu' coinvolti negli affari di armi con paesi belligeranti, i loro alleati e i paesi dittatoriali violatori dei diritti umani? Questa campagna non ha raggiunto numeri tali da poter indurre qualche ripensamento nei grandi istituti bancari. https://www.banchearmate.org/
Anche alla luce di quanto riferito da RIPD, OPAL MILEX, Beretta e Vignarca sul pesante depotenziamento del potere di controllo della legge 185/90. La trasparenza delle transazioni bancarie viene cancellata. Il Senato ha votato! Accanto ad un aumento considerevole delle spese militari. Le prospettive di apertura delineate nel Congresso del 2020 si sono chiuse!
2) Accanto a cio' perche' non riconsiderare l'obiezione alle spese militari per quella percentuale devoluta a sistemi d'arma offensivi e letali o per spese che afferiscono al mantenimento dei siti nucleari a guida statunitense e Nato sul territorio italiano? E' possibile aggirare le barriere poste alle regole della dichiarazione dei redditi che rendono piu' difficile la dichiarazione dell'Obiezione? Ci sono categorie che si trovano nella condizione di essere a credito verso lo Stato ( piccoli imprenditori e simili). Questi sono solo esempi, non gli unici per fare risaltare l'azione di rete della resistenza alla guerra.
Grazie,
Lorenzo Porta
3. DOCUMENTAZIONE. A OLGA KARATCH IL PREMIO INTERNAZIONALE "ALEXANDER LANGER" 2023. IL DISCORSO INTEGRALE TENUTO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI
[Dal sito di "Azione nonviolenta" riprendiamo e diffondiamo]
Olga Karatch ha ricevuto il 22 febbraio 2024 alla Camera dei Deputati l'assegnazione del Premio internazionale Alexander Langer 2023. Il Movimento Nonviolento, che l'aveva proposta per la nomina alla Fondazione Langer, estende i suoi piu' sentiti auguri all'attivista bielorussa che sara' anche ospite del XXVII Congresso del Movimento Nonviolento a Roma prima di partire per il tour "Euromediterranea". Qui traduciamo il discorso integrale che Olga ha tenuto ieri alla Cerimonia.
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Vorrei esprimere il mio grande apprezzamento per il Premio Internazionale Alexander Langer 2023 e per la fiducia che la Fondazione Langer mi ha accordato.
E' un grande onore e faro' del mio meglio per continuare a lottare per la pace, contro la militarizzazione e per i diritti delle persone vulnerabili ed emarginate che ancora oggi necessitano di protezione. Oggi piu' che mai, quando incombe la minaccia della Terza Guerra Mondiale, quando in Ucraina e Gaza, come in tanti altri Paesi che scordiamo, ci sono guerre sanguinose e nessuno si fermera', nonostante le tante vittime, la voce della ragione e della nonviolenza deve essere ascoltata piu' forte.
Voglio alzare la voce per la pace nella nostra regione perche' tutto e' stato stravolto.
Oggi, coloro che si rifiutano di prendere le armi e non vogliono andare al fronte - obiettori di coscienza e disertori - sono diventati criminali. Non sono i benvenuti da nessuna parte.
Oggi, se non prendi le armi, non sei un vero uomo, c'e' qualcosa di sbagliato in te, devi essere punito e costretto.
In Bielorussia, la diserzione e' punita con la pena di morte e il rifiuto di arruolarsi nell'esercito comporta il carcere. Nel 2022, circa 400 uomini in Bielorussia sono stati condannati per essersi rifiutati di arruolarsi nell'esercito.
Attualmente, la polizia bielorussa ha dichiarato ricercati circa 5.000 uomini bielorussi per aver tentato di sottrarsi al servizio militare in Russia o nei Paesi dell'Unione Europea.
Ma nessuno fornisce protezione a queste persone; non hanno uno status giuridico e non hanno nemmeno un visto umanitario. Al contrario, se un uomo ha fatto parte dell'esercito, si e' disilluso e ha fatto di tutto per evitare il servizio di leva, anche nascondersi in Lituania, e' considerato una minaccia per la sicurezza nazionale lituana e viene inserito in una lista nera con un divieto di ingresso nell'Unione Europea per cinque anni. Questi uomini vengono addirittura deportati in Bielorussia.
Noi aiutiamo queste persone, per le quali noi stesse subiamo pressioni e repressioni.
Abbiamo bisogno di una tribuna che parli per la pace e in nome della pace. Sono convinta che nessuna arma al mondo possa porre fine alle guerre. Non c'e' una soluzione militare. L'unico modo per porre fine alle guerre e' che le persone accettino di non usare la violenza e di vivere in pace gli uni con gli altri. La nonviolenza, attiva e coraggiosa, e' la nostra unica via verso la pace.
La mia attivita' per la pace, che si e' intensificata in questi ultimi anni, parte da ragionamenti molto razionali:
La militarizzazione e la propaganda di guerra non porteranno la pace nella regione.
Aiutare gli obiettori di coscienza e i disertori bielorussi e' la migliore prevenzione dell'escalation bellica nella nostra regione e una garanzia che l'esercito bielorusso non partecipera' alla guerra.
Per qualche motivo nella nostra regione parlare di pace e' diventato tossico - e questo e' un aspetto che sono determinata a cambiare.
Tutti i governi della nostra regione amano parlare di pace e sicurezza, anche se la pace e la sicurezza nella nostra regione vengono sempre meno per le loro scelte militariste.
Per queste quattro ragioni sono qui a dire che la nonviolenza e' l'unica strada da percorrere e chiedo da voi tutti il sostegno alla Campagna di Obiezione alla guerra promossa dal Movimento Nonviolento e da altre associazioni per sostenere gli obiettori, i disertori e gli attivisti per la pace in Ucraina, Russia, Bielorussia, Israele e Palestina. E che sostiene anche il mio caso in Lituania. Tutti insieme possiamo davvero costruire la pace.
Lavorare concretamente per la pace significa anche abbandonare la logica del piu' forte, smettere di perseguire politiche di riarmo, con lo scandalo del commercio di armi, come ci ripete sempre Papa Francesco. Lavorare per la pace significa prendere sul serio i colloqui di pace e i negoziati (meglio un anno di trattative che un giorno di guerra, diceva proprio Alex Langer), investire risorse per la diplomazia, anche quella popolare e dal basso, restituire all'Onu il ruolo di attore super partes per una politica di pace con un obiettivo ben chiaro: Conferenze internazionali di pace per l'Ucraina e la Palestina.
Lo voglio ripetere ancora: ricevere un Premio internazionale che porta il nome di Alexander Langer, per me e' un grande onore, che mi emoziona.
Langer rappresenta moltissimo per i movimenti per la pace, la democrazia, i diritti umani di tutta Europa. Lui si e' impegnato, con tutte le sue forze, sia sul piano istituzionale, nel Parlamento Europeo, sia dal basso, con associazioni e iniziative civiche dei cittadini.
Noi pacifisti e femministe della Bielorussia abbiamo sempre guardato all'Europa come una possibile potenza di pace, un'alternativa ai blocchi militari della Russia e degli Stati Uniti.
La figura di Alexander Langer e' quella di un cittadino europeo che questo sogno ha cercato di trasformarlo in realta'. In particolare il suo impegno per la costituzione dei Corpi Civili di Pace, ispira ancor oggi molti movimenti e istituzioni che vogliono trovare un'alternativa al flagello della guerra. E anche il lavoro di Langer sulla convivenza interetnica, che lui ha sperimentato nella sua regione sudtirolese, e' oggi un faro per quei gruppi misti che in Ucraina, in Russia, in Israele e in Palestina, vogliono vivere insieme come sorelle e fratelli.
Questo Premio dedicato ad Alexander Langer sara' per me una fonte di ispirazione per il mio lavoro di oggi e di domani per migliorare la situazione in Bielorussia, in Lituania e in tutta Europa.
*
Per sostenere Olga e gli altri obiettori fai una donazione alla Campagna di Obiezione alla guerra, con un libero versamento su Iban IT35 U 07601 11700 0000 18745455 per il sostegno ai movimenti nonviolenti in Russia, Bielorussia, Ucraina, Israele e Palestina e la difesa legale degli obiettori di coscienza di quei paesi. Grazie. Causale: "Campagna di Obiezione alla guerra del Movimento Nonviolento".
4. L'ORA. ANCORA UNA SCONNESSA LITANIA
Con le catene e con le bombe
a pugni a calci e a bastonate
suonando i tamburi e le trombe
cantando stornelli e ballate
Con le carceri e con la guerra
con le armi sempre assassine
con l'imperialismo ed il colonialismo
in nome di dio della civilta' della nazione
in nome del profitto o delle antiche saghe
in nome del fardello del padre padrone
il potere fascista e razzista
il potere dei maschi vampiri
nega sbrana distrugge le vite
le nude vite degli esseri umani
cosi' ridicoli vicini o lontani
In Russia in Bieloriussia e non solo
chi si oppone al potere assassino viene incarcerato
chi viene incarcerato viene ucciso
In Europa in America e non solo
chi si oppone al potere assassino viene incarcerato
chi viene incarcerato viene ucciso
Ovunque nel mondo ancora e ancora
viene incarcerato chi si oppone al potere assassino
viene ucciso chi si oppone al potere scellerato
Nel Mar Mediterraneo
nei lager della Libia
nelle carceri nelle campagne nei cantieri d'Italia
ovunque il guardo io giro e solo orrore vedo
ovunque a scorpioni e frustate
da governi assassini e stragisti
da governi vampiri e razzisti
da governi fascisti e fascisti
esseri umani inermi ed innocenti
sono massacrati
In Russia e in Ucraina
in Israele e in Palestina
in Sudan e in Congo
ovunque il guardo io giro e solo orrore vedo
ovunque fischiano le bombe e romba la mitraglia
da governi assassini e stragisti
da governi vampiri e razzisti
da governi fascisti e fascisti
esseri umani inermi ed innocenti
sono massacrati
Qui dico dei corpi straziati
qui dico delle anime arse vive
"non ne remase cica"
tutto sommerge l'oceano del male.
Perche' si fermi il massacro
io dico che tu devi entrare
nella lotta nonviolenta
che tutte le vite liberare vuole
che tutte le vite vuole salvare
Qui dico dell'intera umana famiglia
qui dico di quest'unico mondo vivente
"non ne remase cica"
tutto divora l'avidita' dei potenti.
Perche' s'impedisca l'annientamento
io dico che tu devi entrare
nella lotta nonviolenta
che tutte le vite liberare vuole
che tutte le vite vuole salvare
Solo la nonviolenza puo' liberare l'umanita'
solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'
solo la nonviolenza si ricorda
che ogni essere umano ha diritto alla vita
che ogni vittima ha il volto di Abele
Con le carceri e con la guerra
con le armi sempre assassine
con l'imperialismo ed il colonialismo
in nome di dio della civilta' della nazione
in nome del profitto o delle antiche saghe
in nome del fardello del padre padrone
il potere fascista e razzista
il potere dei maschi vampiri
nega sbrana distrugge le vite
le nude vite degli esseri umani
cosi' inermi miseri strani
Con le catene e con le bombe
a pugni a calci e a bastonate
suonando i tamburi e le trombe
cantando stornelli e ballate
5. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO NARGES MOHAMMADI E LA LOTTA DELLE DONNE IN IRAN. CHIEDIAMO LA LIBERAZIONE DELL'ATTIVISTA PREMIO NOBEL PER LA PACE E CHE SIANO ACCOLTE LE SUE RICHIESTE DI RISPETTO DEI DIRITTI UMANI
Sosteniamo Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace, detenuta in Iran per la sua lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani e per l'abolizione della pena di morte.
Sosteniamo la lotta nonviolenta delle donne in Iran per la dignita' umana di tutti gli esseri umani.
Sia liberata Narges Mohammadi e tutte le prigioniere e tutti i prigionieri di coscienza, tutte le detenute e tutti i detenuti politici, tutte le persone innocenti perseguitate e sequestrate, in Iran come ovunque.
Cessi l'oppressione delle donne in Iran come ovunque nel mondo, siano rispettati i diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Chiediamo al Parlamento e al governo italiano di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo e alla Commissione Europea di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Segretario Generale e all'Assemblea Generale dell'Onu di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
*
Chiediamo a tutte le persone di volonta' buona, a tutti i movimenti democratici, a tutte le istituzioni sollecite del bene comune e della dignita' umana, a tutti i mezzi d'informazione impegnati per la verita' e la giustizia, d'impegnarsi a sostegno di Narges Mohammadi e delle donne iraniane.
*
Donna, vita, liberta'.
6. REPETITA IUVANT. PERCHE' OCCORRE SCRIVERE ORA A BIDEN PER CHIEDERE LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
Perche' tra meno di un anno negli Stati Uniti d'America ci saranno le elezioni presidenziali.
Ed e' abitudine dei presidenti al termine del mandato di concedere la grazia ad alcune persone detenute.
Quindi e' in questi mesi che Biden decidera' in merito.
E quindi e' adesso che occorre persuaderlo a restituire la liberta' a Leonard Peltier.
*
Di seguito le indicazioni dettagliate per scrivere alla Casa Bianca e una proposta di testo in inglese
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 48 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 48 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.
7. MATERIALI. NON MUOIA IN CARCERE LEONARD PELTIER, DIFENSORE DEI DIRITTI UMANI DI TUTTI GLI ESSERI UMANI E DELLA MADRE TERRA. ALCUNI MATERIALI DI DOCUMENTAZIONE
Non muoia in carcere Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
Si estenda e si intensifichi la mobilitazione nonviolenta internazionale per chiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
*
Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
*
Free Leonard Peltier.
Mitakuye Oyasin.
8. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
9. REPETITA IUVANT. A COSTO DI SEMBRARE IL SOLITO GRILLO PARLANTE... (NOVEMBRE 2023)
Ci sono alcune cose che vanno pur dette, e allora diciamole.
*
Ogni manifestazione a favore dell'esistenza dello stato di Israele che non s'impegni anche per la nascita dello stato di Palestina rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione a sostegno del popolo palestinese che non s'impegni anche a sostegno del popolo ebraico rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da un'organizzazione terrorista e non quelle commesse da uno stato e' peggio che inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da uno stato e non quelle commesse da un'organizzazione terrorista e' peggio che inutile.
*
Sia il popolo palestinese che il popolo ebraico sono realmente minacciati di genocidio.
E' compito dell'umanita' intera impedire questi genocidi, tutti i genocidi.
Per impedire il genocidio del popolo ebraico e' indispensabile l'esistenza dello stato di Israele.
Per immpedire il genocidio del popolo palestinese e' indispensabile l'esistenza dello stato di Palestina.
*
Allo stato di Israele chiediamo:
1. di cessare la guerra a Gaza e il sostegno alle violenze dei coloni in Cisgiordania.
2. di cessare di occupare i territori palestinesi e di riconoscere l'esistenza dello stato di Palestina nei territori della Cisgiordania e di Gaza devolvendo immediatamente tutte le funzioni giurisdizionali ed amministrative e le risorse relative all'Autorita' Nazionale Palestinese - intesa come governo provvisorio dello stato di Palestina fino alle elezioni democratiche -.
3. di sgomberare immediatamente le illegali colonie nei territori occupati, restituendo quelle aree al popolo palestinese.
4. di concordare con l'Autorita' Nazionale Palestinese l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di essere una piena democrazia abrogando ogni misura legislativa ed amministrativa di discriminazione razzista.
*
All'Autorita' Nazionale Palestinese chiediamo:
1. di assumere immediatamente il governo della Striscia di Gaza.
2. di adoperarsi ivi per l'immediata liberazione di tutte le persone rapite da Hamas.
3. di organizzare lo stato di Palestina indipendente e democratico.
4. di concordare con lo stato di Israele l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di adoperarsi affinche' nessuno stato arabo o musulmano possa piu' proseguire in una politica antisraeliana ed antiebraica prendendo abusivamente a pretesto la causa palestinese.
*
All'Onu chiediamo:
1. un piano straordinario di aiuti per la Palestina.
2. una deliberazione dell'Assemblea Generale che riconoscendo i due stati di Israele e di Palestina vincoli tutti gli stati membri delle Nazioni Unite a cessare ogni politica di negazione dello stato di Israele, ogni politica di persecuzione antiebraica.
*
Agli stati ed agli organismi politici sovranazionali d'Europa (l'Europa che e' il continente in cui si sono realizzati la bimillenaria persecuzione antiebraica e l'orrore assoluto della Shoah; l'Europa che e' il continente i cui principali stati hanno oppresso i popoli del resto del mondo con il razzismo, il colonialismo, l'imperialismo fin genocida) chiediamo:
1. di risarcire adeguatamente sia lo stato di Israele che lo stato di Palestina per le sofferenze inflitte ai loro popoli sia direttamente che indirettamente.
2. di contrastare il fascismo e il razzismo, l'antisemitismo e l'islamofobia, tutte le ideologie di odio e le organizzazioni che le praticano e le diffondono, e tutti i crimini conseguenti.
*
Fermare la guerra.
Fermare le stragi.
Restituire la liberta' a tutte le persone che ne sono state private.
Riconoscere e proteggere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.
10. REPETITA IUVANT. COSA POSSIAMO (E DOBBIAMO) REALMENTE FARE CONTRO LA GUERRA IN CORSO IN EUROPA? (APRILE 2023)
Certo, continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime.
Certo, continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre.
Certo, continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente.
Certo, continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani, sempre e solo uccide gli esseri umani, sempre e solo uccide gli esseri umani.
Certo, continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino.
Certo, continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
*
Tutto cio' e' buono e giusto, ma non basta.
Occorre fare anche altre cose che solo noi qui in Europa occidentale possiamo e dobbiamo fare.
E le cose che possiamo e dobbiamo fare sono queste:
1. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale contrastare anche qui la macchina bellica, l'industria armiera, i mercanti di morte, la follia militarista, i governanti stragisti: paralizzare i poteri assassini occorre.
2. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di mettere il veto ad ogni iniziativa della Nato, l'organizzazione terrorista e stragista di cui i nostri paesi tragicamente fanno parte: paralizzare immediatamente i criminali della Nato occorre, e successivamente procedere allo scioglimento della scellerata organizzazione.
3. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di cessare di armare ed alimentare la guerra e sostenere invece l'impegno per l'immediato cessate il fuoco ed immediate trattative di pace.
4. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di restituire all'Onu la funzione e il potere di abolire il flagello della guerra.
5. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
6. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica della sicurezza comune dell'umanita' intera fondata sulla Difesa popolare nonviolenta, sui Corpi civili di pace, sulle concrete pratiche che inverino l'affermazione del diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta' di tutti i popoli e di tutte le persone.
7. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica comune di attiva difesa dell'intero mondo vivente prima che la catastrofe ambientale in corso sia irreversibile.
*
E' questa la nostra opinione fin dall'inizio della tragedia in corso.
Ci sembra che senza queste azioni nonviolente la guerra, le stragi e le devastazioni non saranno fermate.
Troppi esseri umani sono gia' stati uccisi per la criminale follia dei governanti.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi per la salvezza comune dell'umanita' intera.
Sia massima universalmente condivisa la regola aurea che afferma: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
11. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Howard Gardner, Aprire le menti. La creativita' e i dilemmi dell'educazione, Feltrinelli, Milano 1991, 2014, pp. 348.
- Howard Gardner, Cambiare idee. L'arte e la scienza della persuasione, Feltrinelli, Milano 2005, 2011, pp. 256.
- Howard Gardner, Cinque chiavi per il futuro, Feltrinelli, Milano 2007, 2011, pp. 208.
- Howard Gardner, Educare al comprendere. Stereotipi infantili e apprendimento scolastico, Feltrinelli, Milano 1993, pp. 304.
- Howard Gardner, Formae mentis. Saggio sulla pluralita' dell'intelligenza, Feltrinelli, Milano 1987, 1991, pp. 464.
- Howard Gardner, Sapere per comprendere. Discipline di studio e disciplina della mente, Feltrinelli, Milano 1999, 2009, pp. 324.
12. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
13. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5122 del 26 febbraio 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
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